mercoledì 24 agosto 2011, 19:41 Libia, RAPITI 4 GIORNALISTI ITALIANI
il Colonnello durante la notte parla a un'emittente radio locale: "Dal bunker è stato un ritiro tattico. Continueremo a combattere: o vittoria o morte". Un ufficiale rivela l'utilizzo di truppe di terra straniere, ma la Nato smentisce. La Russia chiede un accordo tra lealisti e ribelli: "Il Raìs conserva la sua influenza". Più di trenta giornalisti sono praticamente in ostaggio delle milizie pro Gheddafi nell'hotel Rixos.
Tripoli - La presa del compound di Gheddafi non ha segnato la fine della guerra in Libia. Mentre il Raìs torna a farsi vivo e, dice, a passeggiare sotto mentite spoglie in città, continuano gli scontri tra ribelli e lealisti in diversi punti della città, anche se gli insorti sostengono di controllare il 95% del Paese. Secondo il corrispondente di Al Jazira e secondo repoter Reuters, spari con armi pesanti si sentono dal quartiere di Abu Salim, situato a sud da Bab al Aziziya. Nella zona c'è anche l'Hotel Rixos, l’albergo dove sono alloggiati più di trenta reporter stranieri. I giornalisti, ora liberi, sono stati praticamente tenuti in ostaggio per quattro giorni nella struttura dalle milizie di Gheddafi.
Una taglia sul raìs Il Cnt, che in un primo momento aveva assicurato un processo giusto per il Colonnello, ora offre 1,6 milioni di dollari a chiunque catturi o uccida Muammar Gheddafi. Il presidente del consiglio di transizione Mustafa Abdel Jalil ha dichiarato che a chiunque consegnerà il rais sarà concessa l’amnistia e che a offrire il denaro sono alcuni uomini d’affari libici e il Consiglio nazionale transitorio.
Al sicuro le armi chimiche Il Pentagono assicura che il grande arsenale libico di armi di distruzione di massa, chimiche, tra cui 10 tonnellate di gas mostarda (iprite), è al sicuro. Non altrettanto - ha spiegato il portavoce , il colonnello Dave Lapan - si può dire dell’arsenale di miglia di missili antiaerei portatili, tipo gli Usa Stinger. Per Washington da giorni, quando la caduta del Colonnello appariva sempre più imminente, la prima preoccupazione era impedire che le armi di Muammar Gheddafi finissero nelle mani sbagliate. Almeno per le più pericolose questo obiettivo è stato raggiunto.
Il giallo sulle truppe straniere Un ufficiale della Nato ha dichiarato alla Cnn che le forze speciali della Gran Bretagna, Francia, Giordania e Qatar hanno condotto nei giorni scorsi operazioni a Tripoli e in altre città per sostenere gli insorti. Alcune di queste unità, ha spiegato, hanno viaggiato insieme ai ribelli mentre avanzavano verso Tripoli. Secondo l’ufficiale Nato, le unità del Qatar e della Francia hanno fornito anche armamenti agli insorti. Ma la notizia è stata smentita sia da FraNato smentisce: "Il nostro mandato prevede l’esecuzione dell’embargo e della no-fly zone, non è previsto l’invio di truppe di terra"
La Russia chiede un negoziato Il presidente russo, Dmitry Medvedev, ha intanto esortato Muammar Gheddafi e gli insorti libici ad avviare negoziati per raggiungere un accordo: "Noi vorremmo che i combattimenti cessassero il prima possibile e che le parti si sedessero intorno a un tavolo per raggiungere un accordo sul futuro della Libia", ha detto Medvedev, che parlava dopo aver incontrato il leader nordcoreano, Kim Jong-il, in una base della Siberia. Secondo il presidente inoltre Gheddafi conserva "influenza" in Libia e, nonostante l’ingresso trionfale dei ribelli, a Tripoli "di fatto nel paese vi sono due poteri". Per questo solo se i ribelli mostrano "forza di volontà sufficiente" per riunire il Paese con il sostegno di "principi democratici" la Russia sarebbe disposta a stabilire relazioni con il nuovo governo libico: "in questo momento, la situazione non è per nulla cambiata".
L'Onu pensa di sbloccare i fondi Il Consiglio di sicurezza dell’Onu si riunirà oggi per discutere una proposta americana e francese che prevede di sbloccare i beni libici congelati a seguito delle sanzioni imposte dalla comunità internazionale al regime di Muammar Gheddafi
Si combatte anche a Sirte Oltre alla lotta per la conquista di Tripoli, i ribelli libici stanno combattendo anche per Sirte. Nella marcia da Ras Lanuf verso la città natale del Colonnello hanno incontrato una forte resistenza da parte delle forze lealiste a Ben Jawad, che ostacola la loro avanzata verso Sirte. "Siamo sorpresi, credevamo si arrendessero dopo la caduta del quartier generale" di Gheddafi a Tripoli, ha detto il comandante militare dei ribelli sul fronte orientale, Fawzi Bukatif. Il Consiglio nazionale di transizione starebbe comunque trattando con i leader tribali di Sirte per favorire l’ingresso dei suoi combattenti in città.
Il Raìs alla radio E nella notte, come un fantasma, il Colonnello ricompare dopo la conquista da parte dei ribelli del suo ultimo rifugio, il simbolo del potere del regime. Ma lui minimizza: nessuna conquista da parte dei rivoltosi, solo un "ritiro tattico". Dopo molti giorni il Colonnello ha rotto il silenzio con un messaggio audio trasmesso dalla televisione. "Bab al Aziziya non era più che un ammasso di macerie dopo essere stata obiettivo di 64 missili della Nato e ci siamo ritirati per ragioni tattiche", ha dichiarato il raìs in tarda serata al canale tv al Oruba. La voce del regime arriva poche ore dopo la "profanazione" del compound, per rilanciare ancora una volta l'offensiva e anche per far sapere di esserci ancora, da qualche parte. Il Colonnello ha poi dichiarato di aver fatto un giro per Tripoli sotto mentite e spoglie e poi ha lanciato una promessa che suona come una minaccia: "O vittoria o morte".
L'appello ai sostenitori di Gheddafi Il portavoce del regime, Moussa Ibrahim, da parte sua ha lanciato un appello ai volontari e ha assicurato che oltre 6.500 miliziani stanno arrivando nella Capitale per sostenere le truppe governative....
"I volontari possono venire in Libia e forniremo loro armi, munizioni e addestramento", ha dichiarato Ibrahim. "Se il bombardamento continua, trasformeremo la Libia in un braciere e sapremo proteggere i civili dalle bande e dall’alleanza dei crociati", ha insistito alludendo alle forze Nato, "Le forze armate libiche hanno arrestato molti comandanti militari dei rivoluzionari della Nato". Gli insorti libici hanno assunto il controllo del quartier generale di Gheddafi a Tripoli, infliggendo un duro colpo al già vacillante regime libico; ma il rais resta introvabile.
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