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MessaggioInviato: 17/01/2014, 20:26 
Ragazzi, io comincio a preoccuparmi davvero (di quest'Europa!) ....[8]



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MessaggioInviato: 17/01/2014, 20:36 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

Ragazzi, io comincio a preoccuparmi davvero (di quest'Europa!) .... [8]


Difficilissimo lottare contro un nemico senza volto.. che senso di impotenza ragazzi!! [:(] I politici sono solo zerbini assoldati dagli uomini senza volto. [xx(]



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MessaggioInviato: 27/03/2014, 22:22 
giovedì 27 marzo 2014

GRECIA: IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA INCITA IL POPOLO ALLA RIBELLIONE: ”ROMPIAMO L’ACCERCHIAMENTO DELLA TROIKA!

Immagine

ATENE – Gli sforzi della Grecia per rompere l’accerchiamento dei suoi creditori, il Fondo monetario internazionale e l’Unione europea, saranno “vittoriosi”. Lo ha detto oggi il Presidende dela Repubblica greco, Karolos Papoulias. “Il nostro popolo ha iniziato la lotta per rompere l’accerchiamento dei suoi creditori”, ha dichiarato alla stampa il leader 84enne in occasione della parata militare annuale che si svolge ad Atene per commemorare la guerra d’indipendenza contro l’Impero ottomano. le sue parole sono incendiarie, contro la Troika.

“La nostra storia dimostra che questa lotta sapra’ anche tradursi in una vittoria”, ha aggiunto Papoulias, ex membro della resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale. La Grecia non riesce a riemergere da un piano di austerita’ profondamente impopolare adottato nel 2010 in cambio di prestiti dell’Fmi e della UE strutturati secondo i dettami delle oligarchie finanziarie europee a cui i membri della Commissione sono asserviti. Il Paese quindi e’ nella morsa della recessione, la disoccupazione e’ salita alle stelle negli ultimi quattro anni, e non si intravedono vie d’uscita, se non la ribellione che addirittura il Presidente della Repubblica ellenica in persona incita con queste sue parole.

Fonte ilnord.it

[align=right]Source: L'obbedienza e' la piu' subdol...CCERCHIAMENTO DELLA TROIKA!” [/align]


Ultima modifica di Wolframio il 27/03/2014, 22:23, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 02/04/2014, 13:51 
Scontri in piazza ad Atene durante riunione dell'Eurogruppo dei ministri delle Finanze Ue

Mentre il ministro dell'Economia, Giancarlo Padoan prometteva all'Europa che "rispetteremo gli impegni" sulla strada delle riforme dall’Eurogruppo di un'Atene blindata, per le piazze scoppiano i tafferugli. Lo scontro si è verificato tra un gruppo di dimostranti di estrema sinistra di Antarsya, che protestavano contro la presenza in Grecia dei ministri delle Finanze dell'Ue per una riunione dell'Eurogruppo, e gli agenti di polizia. Lo riferiscono le radio locali. Gli incidenti si sono registrati all'inizio di via Panepistimiou presso la centrale piazza Syntagna, davanti al Parlamento. I dimostranti hanno cercato di superare i cordoni della polizia per raggiungere l'edificio dello Zappeion dove si è svolta oggi una riunione informale dell'Eurogruppo ma sono stati bloccati dai poliziotti in assetto antisommossa. Dal gruppo sono partiti lanci di sassi e bottigliette di acqua ma gli agenti hanno esploso alcuni candelotti lacrimogeni e i dimostranti si sono dispersi". .

http://www.liberoquotidiano.it/news/115 ... rante.html

...ma e' mai pssibile che le fonti informativi tacciano su questi argomenti,tutto dovrebbe essere alla luce del sole specialmente dove viene pagato un canone....[;)]


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MessaggioInviato: 02/04/2014, 14:23 
.. il potere! Il potere ....[^]



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MessaggioInviato: 11/04/2014, 09:55 
Documentari, esce ‘Grecia, il più grande successo dell’euro’ (Video)

Immagine

Le immagini che vedete sono un breve promo di un documentario sulla situazione ellenica, ‘Grecia, il più grande successo dell’euro’. La cui anteprima verrà proiettata il 12 aprile a Roma in un convegno dell’associazione Asimmetrie.

Si chiama "Il più grande successo dell’euro" in omaggio, per così dire, ad una frase pronunciata su Atene da Mario Monti in una puntata dell’Infedele (La7) del settembre 2011, due mesi prima di andare a Palazzo Chigi: la Grecia è il più grande successo dell’euro, appunto. Secondo l’ex premier, infatti, Atene era la prova che con l’euro anche gli Stati del Sud Europa erano costretti ad essere responsabili, a fare politiche di rigore, a comportarsi con la serietà dei tedeschi. Proprio nei giorni in cui il professor Monti diceva queste parole scorrevano nei Tg le immagini delle proteste e degli scontri nelle città greche. Poi più nulla. Se dopo si è parlato di Atene ­ a parte qualche commento sul fenomeno di Alba Dorata lo si è fatto per portare l’esempio di un Paese in cui una politica corrotta e clientelare ha approfittato della credibilità dell’euro per indebitarsi in modo irresponsabile: una nazione che non aveva fatto le riforme e pagava giustamente i propri errori.

La Grecia, insomma, è il monito agitato davanti agli italiani. Per questo il gruppo “I 101 Dalmata” ­riunitosi attorno al blog di Alberto Bagnai ­ è andato a vedere (grazie anche al contributo della rete) cos’è successo realmente, quale è stato il risultato delle ricette economiche della Troika nel paese che, pur fra le proteste, ha fatto tutti i compiti a casa.

Il risultato è questo documentario: incontri ed interviste realizzate lungo sei giorni ad Atene con bancari e insegnanti, operatori sanitari e immigrati per sentire come si vive davvero sotto il giogo della triade Ue­-Fmi-­Bce

http://www.informarexresistere.fr/2014/ ... uro-video/



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MessaggioInviato: 11/09/2014, 17:13 
Cita:
edecins du Monde trasferisce in Grecia aiuti destinati all’Africa
8 settembre 2014

Milioni di persone senza copertura sanitaria, medicine inaccessibili ai più poveri, lunghe file d’attesa per la distribuzione gratuita di pasti : la Grecia, che è vissuta a lungo al di sopra delle sue possibilità, continua a pagare un pesante tributo alla crisi economica.

Il salario medio nel settore privato è diminuito del 20%, passando da poco più di 1’000 euro netti al mese nel 2009 a 817 euro nel 2013. E continua a scendere. Oggi il tasso di disoccupazione raggiunge il 27% della popolazione attiva e circa il 40% fra i giovani.

In Grecia chi non ha lavoro, dopo un anno perde anche il diritto all’assicurazione malattia. Questa decisione, imposta al governo di Atene dalla Troika (il nome che viene dato agli ispettori della Banca centrale europea, del Fondo monetario internazionale e della Commissione europea), ha messo in serie difficoltà diversi milioni di persone.

Per molti greci riuscire ad avere un appuntamento dal dottore o trovare un medicamento è un’impresa quasi impossibile, al punto che organizzazioni come Médecins du Monde hanno trasferito in Grecia programmi di aiuto che erano destinati all’Africa.
articoli correlati:

Grecia. Indennità disoccupazione a meno del 10% di 1.27 milioni di senza lavoro
In Grecia i malati senza assicurazione non vengono più curati
Grecia. Lavori a tempo pieno da 180 a 350 euro al mese




http://www.ticinolive.ch/2014/09/08/med ... allafrica/


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MessaggioInviato: 11/12/2014, 20:15 
Grecia, il siluro contro la Germania: così Atene può sabotare i conti di Berlino (e di mezza Europa)


Le voci su un possibile (e probabile) voto anticipato in Grecia, da giorni, agitano i mercati e le Borse, che hanno fatto segnare pesanti passivi. Il motivo? Syriza, il partito della sinistra radicale di Atene, favorito in un'ipotetica contesa elettorale. Già, perché Syriza - che al pari dei neonazi di Alba Dorata e pur da basi politiche profondamente differenti ha cavalcato il sentimento antieuropeista di un Paese massacrato proprio dall'Europa - chiede di stravolgere le politiche imposte da Bruxelles sul debito di Atene. Nel dettaglio, chiede uno sconto che oscilli tra il 70 e l'80% ai creditori internazionali, una richiesta (e qui c'è il curioso tempismo di una storia che ritorna) che ricorda e ricalca quella della Germania, poi accolta degli alleati, che nel 1952 si vide riconoscere uno sconto del 62% su ciò che avrebbe dovuto pagare per le sciagure del nazismo.

La richiesta - Ma torniamo a questi giorni, torniamo alla delicatissima richiesta della Grecia che, se accolta, costituirebbe un significativo precedente nell'Eurozona, che ad oggi non ha mai fatto ricorso alla ristrutturazione di un debito a carico dei contribuenti di altri stati (i soldi che ha ricevuto la Grecia, infatti, sono tecnicamente dei prestiti che, presto o tardi, dovrebbero essere restituiti). Syriza ha reso nota la sua posizione la scorsa settimana, a Londra, dove due esponenti del partito guidato da Alexis Tsipras hanno spiegato quella che sarà la loro richiesta a una platea di 35 banchieri d'affari, che sono rimasti eufemisticamente perplessi di fronte all'idea del partito greco. Già, perché Syriza, nei fatti, chiede un sconto del 70-80% su un debito che ammonta a 330 miliardi di euro, ossia il 177% del Pil del Paese. Syriza, inoltre, chiede anche di ridurre le politiche di austerità.

Cifre alla mano... - Ma non sono soltanto i banchieri ad essere rimasti perplessi: la stessa reazione è stata registrata in Germania. Il motivo? Gran parte del debito greco è in mani tedesche. Di quei 330 miliardi, come scrive Il Sole 24 Ore, il 72% sono da considerarsi "official loans", ossia in mano a istituzioni pubbliche (il 60% della Ue e il 12% del Fmi). Un altro 5% sono prestiti, l'8% è detenuto dalla Bce e il restante 15% sono "marketable debt", ossia trattabili sul mercato secondario (così ripartiti: 11% bond e 4% bills, ossia prestiti a breve termine). Il conto, dunque, è presto fatto: se Atene ottenesse il maxi-sconto pur di evitare l'uscita dall'euro a perderci di più sarebbe la Ue, attraverso l'Esm (il fondo salva-Stati) e attraverso i suoi stati membri. E tra gli stati membri è proprio la Germania a detenere la maggiore quota del debito ellenico, pari al 17% (segue la Francia con il 20% e infine, con poco meno del 18%, figura l'Italia). In soldoni, alla Germania, fatti due semplici calcoli, potrebbero mancare 40 miliardi di euro, una cifra monstre che crea più di un grattacapo a Berlino (proprio come creano seri grattacapi i 28 miliardi che mancherebbero alla Francia e i 25 che non arriverebbero alla già disastrata Italia).

http://www.liberoquotidiano.it/news/eco ... ro-la.html

e' mai possibile che ci si debba aggrappare ad altri x cercare di tirarci fuori dal tunnel [;)]


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MessaggioInviato: 11/12/2014, 20:20 
Che opportunisti saremmo .... [:D] [:o)]



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MessaggioInviato: 18/12/2014, 12:01 
Grecia: presidenziali, più vicino voto anticipato (che minaccia sopravvivenza euro)

Samaras non sarebbe riuscito a ottenere il sostegno necessario per il suo candidato Dimas.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... -euro.aspx

anzike' attendere l'implosione dell'euro,in caso probabile,di vittoria degli anti euro in grecia,sarebbe stato + conveniente un uscita morbida dalla moneta unica,con la possibile implosione le problematiche sarebbero decisamente maggiore,................................................P.S.da notare che junker ha fatto sapere che x evitare il default ucraino occorrerebbero 15 miliardi di euro,ma chi li dovrebbe mettere sul piatto del poker.????????????? [:(!]


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MessaggioInviato: 22/12/2014, 20:03 
Grecia, Samaras: ultima carta per non far saltare euro

Offerta all'opposizione prima degli scrutini per eleggere il Capo di Stato. Crisi metterebbe a repentaglio piano di aiuti esterni al paese indebitato.
Il leader di Syriza, Alexsis Tspiras.


ATENE (WSI) - Evitare lo stallo politico in Grecia si può ancora, secondo il governo. Per scongiurare un acuirsi della crisi che metterebbe a repentaglio il piano di aiuti esterni al paese indebitato e di riflesso la sopravvivenza dell'euro, il premier ellenico si gioca le sue ultime carte negoziali.

Antonis Samaras ha promesso all'opposizione di portare membri di partiti indipendenti pro europei nel governo e indire nuove elezioni a fine 2015 se i parlamentari accetteranno di sostenere il candidato da lui proposto come presidente della Repubblica.

È l'ultimo tentativo per non rischiare di andare al voto anticipato che metterebbe in dubbio il piano di salvataggio della Troika dei creditori internazinali.

Tra due giorni si terrà il secondo scrutinio per l'elezione del Capo dello Stato dopo che il primo round si era concluso con un nulla di fatto e con un risultato numerico deludente per il governo.

Se il parlamento di 300 membri non riuscirà a scegliere un candidato con il terzo voto del 29 dicembre a inizio febbraio si terranno elezioni anticipate, mettendo a rischio probabilmente il piano di salvataggio di Atene.

Se Syriza, fazione data in vantaggio nei sondaggi, dovesse spuntarla e salire al potere, le misure di austerity non verrebbero più imposte. Il partito di sinistra ha promesso inoltre che rinegozierà l'ingente debito ellenico.

Al momento la grande coalizione di governo è formata dal centro-destra di Nea Dimokratia e dal centro-sinistra del Pasok.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... -euro.aspx

speriamo che nessuno abbocchi all'inciucio,proposto,e si spera che il nuovo.eventuale, governo ellenico apra la strada a nuove soluzioni....................[;)]


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MessaggioInviato: 23/12/2014, 11:58 
greekcrisis.fr

È senza ombra di dubbio l’epoca degli spauracchi e delle paure. XXI secolo. Style nouveau e totalitarismo collaterale. Ed ecco che l’«elezione-cosmetica» del nuovo Presidente della Repubblica nella colonia greca torna ad essere una questione importante per gli affari del nostro inedito mondo.

Perfino il Commissario Moscovici è recentemente venuto ad Atene per spiegarci quanto sarebbe… pericoloso arrivare ad indire nuove elezioni politiche, qualora entro tre giorni di scrutini in Parlamento l’ex Commissario UE Dimas (o in alternativa un altro dello stesso gruppo di autocrati) non fosse eletto.


Pericoloso, beninteso, per gli interessi delle burocrazie manageriali e per quelle degli speculatori, vale a dire per i reali governanti mai eletti, per i quali Moscovici lavora sodo, sull’esempio di tutta la Commissione Europea.

Dato che dalle nostre parti lo spirito natalizio è già abbastanza smisurato, in questo dicembre 2014 percorre tutte le vie di Atene, almeno quanto corrono i promotori dello spirito di Eurolandia attraverso tutte le capitali facendo ogni cosa per dissuadere i Greci, i Francesi, gli Italiani, gli Spagnoli e… tutti gli altri sudditi dall’abusare degli ultimi brandelli delle libertà, ormai solo parziali e difensive. Un minimo di autonomia di sopravvivenza all’interno del nostro regime globalmente (e globalizzante) eteronomo, quello dell’oligarchia liberale (vedi, fra gli altri, Cornelius Castoriadis, La montée de l’insignifiance).

Per dirla in due parole ed essere anche alla moda, al teatro di Atene è in scena praticamente senza interruzione dal 2010, l’anno fondante del nostro nuovo calendario preistorico dall’avvento della Troika, lo spettacolo «Rent», un musical americano di Jonathan Larson basato sull’opera di Puccini La Bohème, rappresentato con successo assicurato. La storia è quella di un gruppo di giovani artisti impoveriti che cercano di sopravvivere in una Alphabet City di New York afflitta dall’Aids (che prende così il posto della tubercolosi dell’Opera originale).

Per essere altrettanto brevi, al primo scrutinio fra i parlamentari il candidato (peraltro unico) del direttorio UE, presentato dal lugubre Samaras, ha ottenuto 160 voti. Bisognerà quindi «convincere» una ventina di deputati in più per far eleggere il Commissario al terzo scrutinio, fissato per il 29 dicembre. Ovviamente sarà assai improbabile, a meno che la propaganda ci vada giù duro, accompagnata dal ricatto, dalle minacce, e… dalle tariffe al rialzo. Una deputata del partito dei «Greci Indipendenti» (della destra anti-memorandum) sostiene che dai banchi del partito di Samaras le siano stati offerti due milioni di euro per cambiare il suo voto. Per ora la notizia non è verificabile.
E per perfezionare questo nuovo (ma in realtà permanente) colpo di Stato, si agitano lo spettro del caos e il suo spauracchio in tutte le dichiarazioni pubbliche, da Berlino a Bruxelles, passando per Atene. La «governance economica» non ha tempo da perdere, dal che si comprende l’abbandono degli ultimi simulacri di democrazia.

Dal suo blog Jacques Sapir scrive al proposito che “questa prassi di costituzione economica è ormai diventata dominante in virtù della crisi del debito che infuria in molti Paesi. È di fatto un soggetto politico di discussione. L’abbiamo visto recentemente quando molti Greci si sono indignati per le dichiarazioni di Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea. Quest’ultimo aveva chiaramente espresso la propria preferenza per un governo conservatore in Grecia, nel momento in cui si stavano preparando importanti elezioni. L’incidente è esemplare e mostra bene la deriva che da quindici anni imperversa sul piano della giustizia nelle istituzioni europee”. Beh, secondo me è molto più grave e preoccupante.

Il nostro regime tendente al liberal-totalitario (ai tempi di Cornelius Castoriadis si diceva «liberal-autoritario») è già in piena costruzione, e sarà rapidamente pronto. La meta-società di domani (domani mattina!) e la meccanica dell’euro non sono altro che il primo passo per sperimentare una moneta arbitrariamente economica e forzatamente politica e simbolica. L’euro è perciò la testa di ponte per una completa mondializzazione, la fabbrica delle mentalità e dell’immaginario comune che si è venuta creando a Euroland e alla qual seguirà la «governance mondiale», già in piena gestazione.

Per i «sofisti» che seguono tutti i promotori di Euroland e del domani globale, “la crisi che attraversiamo non è solo una crisi economica congiunturale, ma è una crisi che fin dall’inizio abbiamo definito «storica». Nel febbraio 2006 l’abbiamo descritta come una crisi capace di rimettere in discussione l’ordine mondiale così com’era uscito dalla Seconda Guerra Mondiale. Ben presto però ci siamo resi conto che eravamo davanti ad un cambiamento di tutto il mondo europeo così come si era venuto formando dall’epoca del Rinascimento e delle grandi esplorazioni, oltre 500 anni fa (…). In realtà stiamo uscendo da un’era di cinque secoli «europei» (compresi i suoi avatar nordamericani e sovietici) ed entriamo in un mondo multipolare. È un processo che va avanti da una ventina di anni, ed ora stiamo vivendo le ultime fasi di questa multipolarizzazione, con tutto il corollario di difficoltà legate in particolare all’integrazione di questa nuova realtà all’interno di istituzioni di governance mondiale” (Marie-Hélène Caillol, Un paysage politico-institutionnel européen et mondial possible - La crise systémique globale comme fabrique du monde de demain in «Une journée en 2053 - Actes de l'Université d'été 2013 de GS1 in occasione dei 40 anni del codice a barre», documento scaricabile su internet)

“Questa evoluzione è già in atto: sono la BCE e l’Eurogruppo a prendere le decisioni importanti riguardo alla zona Euro, zona Euro che non è altro che il gruppo degli Stati membri legati dal maggior grado di integrazione, per i quali è dunque imperativo mettere in atto un quadro efficace di risoluzione dei problemi e di orientamento strategico. L’euro ha creato di fatto un nuovo «sovrano», l’Euroland, che è fin d’ora dotato di un’embrionale struttura istituzionale (una banca centrale, un esecutivo, ecc…) che deve solo essere completata e democratizzata” (“Quelle Europe en 2053 ?”, ibid.).

Si capisce meglio l’importanza cruciale, per le oligarchie promotrici di questo modello, dell’«irreversibilità» della zona euro, anche se alcune di loro considerano che un’uscita provvisoria della… pecora greca sarebbe auspicabile.
L’euro non è una moneta, men che meno una moneta comune: è un’arma di distruzione di massa di quanto resta dello spazio pubblico e degli “individui deperibili e sostituibili che vivono sul territorio” (Cornelius Castoriadis), uno strumento che partecipa a suo modo alla gestazione intensa e programmata del «Nuovo Mondo». Per dirla meglio, l’euro partecipa a quel nuovo immaginario facente parte del tipo antropologico che il nuovo capitalismo neo-schumpeteriano ha già di fatto imposto.

Secondo Jacques Sapir “il termine è sconosciuto al grande pubblico, ciò nonostante la nozione di «costituzione economica» è oggi ben presente. È in atto nei diversi trattati che ormai gestiscono il funzionamento dell’UE. Una «costituzione economica» consiste in un quadro di leggi e regole che si pretendono al di fuori del controllo del potere legittimo, che si tratti di quello del Legislatore o di quello del Governo. È chiaro dove si voglia arrivare: dato che non è stato possibile imporre un trattato costituzionale, in virtù del rifiuto da parte dei popoli francese e olandese, si è pensato bene di aggirare la difficoltà imponendo una «costituzione economica» con il pretesto di una necessità tecnica. È questa la natura dei diversi trattati che organizzano ormai tutte le politiche budgetarie degli Stati membri dell’UE. In questo modo, però, si è realizzato un rovesciamento fondamentale dell’UE, uscendo dai sottili confini di quella che si chiama democrazia”, op. cit.

In questo mese di dicembre 2014 il Tempio di Artemide a Vravròna, in Attica, è stato inondato, mentre in un’intervista alla Reuters (18 dicembre) Alexis Tsìpras ha dichiarato che “Syriza annullerà le politiche di austerità decise dall’attuale governo, e negozierà con i creditori la possibilità di un allargamento del debito, senza prendere misure unilaterali. Il suo impegno è quello di mantenere la Grecia nella zona euro, ma l’Europa dovrà ridurre o eliminare una parte del debito greco”. Non servono commenti, al di fuori di questo: le politiche di austerità sono consustanziali all’euro!
Ciò nonostante, leggendo gli articoli pubblicati sul sito internet iskra.gr, quello del «Movimento Sinistra» interno a Syriza, si tratta di Eurototalitarismo. Dal che si deducono due cose. Primo, che è in questo modo che Syriza non perderà il suo elettorato più a sinistra, che è anche il più lucido, trattandosi di fatti ben reali e concreti nell’Euroland. Secondo, che potrebbero verificarsi alcune dinamiche potenzialmente al di fuori dalle «previsioni meteo della Troika».

Le elezioni sono ormai assai probabili, e in tal caso la vittoria di Syriza sembra un fatto compiuto. Sabato e domenica, 13 e 14 dicembre, la Regione Attica, insieme alle municipalità di Voùla, Vàrkiza, Vouliagméni, ha organizzato un incontro sul tema «il destino del litorale sud dell’Attica (Atene metropolitana)». Da qualche mese infatti il governo Samaras ha messo su una società anonima denominata «Fronte Litorale dell’Attica», della quale lo Stato è – per ora – l’unico azionario.
Tutta la fascia litorale che va dal Pireo al Capo Sunio passerà sotto la gestione di questa nuova struttura, che secondo i suoi rappresentanti “non ha diritto di vendere, ma solo di affittare, ai potenziali investitori, per una durata massima di 99 anni”. Il clima dell’incontro era incandescente, con i quelli del governo e i rappresentanti del «Fronte Litorale d’Attica» da una parte e dall’altra gli eletti di Syriza negli enti locali, regionali e nazionali. “Staremo a vedere quello che farete come… nuovi rapaci” urlavano quelli della nuova destra. “Tra due mesi sarete finiti!” rispondevano quelli si Syriza. Bel clima.

Più seriamente, Kòstas Merkouràkis, Consigliere comunale di Syriza a Paleo Faliro, è insorto contro la società «Fronte Litorale d’Attica» biasimando l’assenza dei media internazionali: “non si interessano di questa faccenda, che è così importante”. Dal canto suo Dionissis Hatzidakis, popolare sindaco di Paleo Faliro, a detta di tutti molto attivo e membro di Nuova Democrazia, siede nel CdA della stessa società e si dichiara “garante dello statuto aperto del litorale e della promessa che non ci sarà alcuna vendita”. Avrà certo un futuro travagliato.

Dalle parti del litorale sud, come nel resto dell’Attica, in questo mese ci si preoccupa degli animali abbandonati organizzando per loro il tradizionale mercato… improvvisato. Esseri certamente “deperibili e sostituibili che vivono sul territorio”… da adottare. La politica, detta altrimenti.

Il mio vicino Christos, perenne disoccupato, ha portato dei kiwi solidali: “è il municipio che ne cura la distribuzione, arrivano dai lotti invenduti dopo l’embargo russo, una bella fortuna per i tempi che corrono in Grecia… perché qui tutti sono un po’ stitici!”.

La Grecia, il suo tipo antropologico… chiuso, e il capitalismo meta-schumpeteriano, con in più i kiwi. Senza dubbio, tempi nuovi.

Panagiotis Grigoriou

Fonte: http://www.greekcrisis.fr

Link: http://www.greekcrisis.fr/2014/12/Fr0385.html#deb

http://comedonchisciotte.org/site/modul ... &sid=14398

e' chiaro che tenteranno con ogni mezzo di convincere qualke colluso x eleggere il candidato della troika,se cio non fosse,ed e' sperabile,si aprirebbe una pericolosa falla nel sistema euro,con la possibile fuga di nuove entita',ed e' x cio' che le minacce cresceranno a dismisura,si spera solamente che non abbiano l'effetto sperato dai burocrati euro...............................


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MessaggioInviato: 29/12/2014, 12:00 
Grecia: disfatta per Samaras. Elezioni anticipate, strada aperta a Syriza

http://www.wallstreetitalia.com/article ... yriza.aspx

...ora c'e' da attendersi arracchi speculativi,x mettere ulterormente in ginocchio l'economia greca,e di terorizzare l'elettorato,speriamo che cio' sortisca l'effetto contrario desiderato dall'ue.................... [;)] [;)] e che la grecia possa scegliersi senza imposizioni di sorta il suo destino................... [:(!]


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MessaggioInviato: 29/12/2014, 13:04 
.. finché voterà anch'essa per la sinistra ..........



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MessaggioInviato: 29/12/2014, 13:09 
Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

.. finché voterà anch'essa per la sinistra ..........

..................[:83]

Ma che cosa dici Ufologo?

E' forse la sinistra il vero "cancro" della Grecia?



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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