rmnd ha scritto: Cita:
Ufologo 555 ha scritto: Sicuro? E' sempre colpa dell'Occidente? o sono loro che sono abituati ad avere e seguire "capi" ...
Comunque, fratelli miei,
c'è un giro di soldi nelle organizzazioni, a Lampedusa ....
![Compiaciuto [8)]](./images/smilies/UF/icon_smile_shy.gif)
Ma basta incolpare l'occidente. E anche fosse non mi sento in colpa e un'invasione simile andrebbe affrontata con altri mezzi, invece di fermarsi davanti ai falsi buonismi che minano il tessuto sociale ed economico di questa povera Europa.
Capisco che una come la kienge ambisca a trasformare l'Italia in qualcosa di simile a quello che ha lasciato nel suo paese. Lei fa i suoi interessi, o meglio segue le sue 'nostalgie' di casa e reputa la sua terra la sua cultura migliore di quella occidentale e vorrebbe che tutta l'Europa assomigliasse per usi e costumi al suo Congo.
le ONLUS poi sono per la maggior parte associazioni a delinquere.
Un articolo estramente lungo ma illuminante se si vuole capire qualcosina di più sul business dei disperati.
Per il tornaconto di pochi, si distrugge il benessere sociale, la civile convivenza di intere nazioni europee , iniziando dalla nostra (che nazione lo è solo formalmente, in pratica è solo uno stato. L'Italia è solo un'enorme macchina burocratica che vive sulle spalle di quei pochi milioni di contribuenti privati) .
Cita:
[color=blue]Il business dei rifugiati politici con i soldi dei Fondi europei
La Pizzarotti e il Villaggio della Solidarietà di Mineo
di Davide Corbetta
(Paginauno n. 23, giugno - settembre 2011)
Dietro la separazione degli immigrati tra clandestini e richiedenti asilo, la grande speculazione del Villaggio della Solidarietà di Mineo; l’accaparramento dei fondi europei trasformati nel guadagno privato dei soliti imprenditori amici
Il 4 aprile scorso, il quotidiano La Repubblica riporta un accorato appello di Gustavo Zagrebelsky pubblicato nella home page di Libertà e Giustizia, associazione della quale lo stimato giurista è presidente onorario. Il testo è una forte invocazione alla mobilitazione della società civile contro il degrado che attualmente affligge la democrazia italiana, per responsabilità, in primis, del governo; degrado di cui è parte integrante anche “l’assenza di pietà per esseri umani privi di tutto, corpi nelle mani di chi non li riconosce come propri simili”.
Zagrebelsky traccia un toccante quadro delle “navi affollate di esseri umani alla deriva” e delle “immense tendopoli” militarizzate che accolgono i profughi giunti al sud Italia. Tuttavia, a parte le parole struggenti e il caldo richiamo al volontariato bipartisan (laico e cattolico) e, perché no, anche a quello pubblico; a parte un innocuo buffetto sulla guancia del governo, non “immune dal vizio d’accarezzare le pulsioni più egoiste del proprio elettorato”; a parte la considerazione su che cosa si aspetta “la parte civile del nostro Paese”, quella alla mobilitazione appare più che altro un’invocazione alla retorica.
In un punto soltanto l’appello sembra avvicinarsi al nocciolo duro di una questione che, forse per le capacità dello Stato di nascondere la forma economica dietro quella politica, forse per l’incapacità del giurista di sfrondare la prosa e di entrare a gamba tesa nelle pratiche sociali del potere, passa ancora ben celata sotto i banchi del governo – per buona pace di Zagrebelsky, ma non nostra: l’affermazione che, “prima di distinguere tra i profughi chi ha diritto al soggiorno e chi no”, ci dovrebbe accomunare “un grande moto di solidarietà”.
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Davide Corbetta[/color]
contro quelli locali..
non voglio dire porte aperte..
anzi..
ma se a casa loro stessero meglio..
prima di rischiare la vita in mare..