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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 04/05/2015, 19:29 
DI VALENTIN KATASONOV
strategic-culture.org

Il 20 Aprile ha preso il via a New York la nona tornata di trattative tra Stati Uniti e rappresentanti dell’Unione Europea per la TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership). I funzionari di entrambe le parti convengono sulla cifra di $100 miliardi di dollari. Pare che sarà questa la cifra di cui saranno aumentati il PIL statunitense e quelli di tutti i membri dell’U.E. messi insieme. Finora, nessuno ha dato una spiegazione chiara sull’origine di questa previsione economica.

Anche se fosse vero, 100 miliardi di dollari in rapporto ai PIL di USA e UE nel 2014 (17.4 trilioni + 18.5 trilioni di dollari) è meno dello 0,3%. In altre parole, l’entità degli effetti attesi è a livello di errore tecnico. Sembra che per qualche motivo si tenti di arginare l’orto Transatlantico.

Tradizionalmente, l’Europa vanta un notevole surplus commerciale stabile con gli Stati Uniti (86.5 miliardi di dollari nel 2012 and 92.3 miliardi nel 2013). Probabilmente Washington spera di mettere le mani su quei 100 miliardi di dollari virtuali, o che per lo meno ci sarà una parziale riduzione nel deficit commerciale tra Stati Uniti ed Europa. Washington è la forza trainante dietro il procedimento negoziale della TTIP. Un Europeo non molto ferrato in politica non è in grado di capire cosa debba aspettarsi dalla Partnership. Tuttavia, ci sono già abbastanza preoccupazioni per una riduzione negli standard di qualità e di sicurezza dei prodotti, per via dei prodotti OGM che inevitabilmente invaderanno il mercato Europeo.

Ma anche questo non è tutto, purtroppo. Il punto è che verrà inferto il colpo di grazie a quel che resta della sovranità nazionale Europea.

In primo luogo, l’accordo in questione copre il commercio e gli investimenti. Le società transnazionali (TNCs) potranno citare in giudizio i governi nel caso in cui questi le ostacolassero nel loro intento di massimizzare i profitti. Ad esempio, alle TNCs verrà riconosciuto il diritto di impugnare la legalità delle decisioni adottate dai paesi Europei, come ad esempio le restrizioni ambientali, i regolamenti per tutelare i diritti sociali dei lavoratori, gli aumenti fiscali e così via. Le dispute non rientreranno nell’ambito delle legislazioni nazionali ma in quello del diritto internazionale.

In secondo luogo, una volta firmato l’accordo della TTIP, l’Europa perderà una volta per tutte la sovranità finanziaria e monetaria. Ciò perché Washington avrà il diritto di impugnare molte delle decisioni adottate dagli organismi monetari Europei, in base al presupposto che tali decisioni hanno come scopo quello di manipolare il tasso di cambio dell’Euro, violando quindi norme di diritto internazionale. Gli esperti Europei sono comprensibilmente preoccupati perché la BCE e la Commissione Europea finiranno con il doversi coordinare per ogni cosa con Washington, o semplicemente eseguire ordini che gli giungeranno da oltre oceano.

Il tasso di cambio delle valute nazionali è un potenziale strumento di concorrenza, ed è nelle mani delle banche centrali. Detto questo, è stato utilizzato relativamente poco nel 19° e 20° secolo. In un modo o nell’altro c’era lo standard aureo, che serviva a contenere, o anche a rendere impossibili, le manipolazioni valutarie. Inoltre, i principali mezzi di concorrenza erano le tariffe doganali, le sovvenzioni alle esportazioni, il dumping e, più recentemente, le restrizioni commerciali non tariffarie (quotas, standard tecnici, ecc.); in altre parole, gli strumenti convenzionali delle guerre commerciali ed economiche.

Le possibilità di manipolazione valutaria giunsero solo negli anni ’70, dopo la fine del sistema monetario e finanziario Bretton Woods (lo standard del dollaro aureo), e dopo l’abolizione dei tassi di cambio fissi delle banche centrali. Furono poi conclusi in ambito GATT/WTO degli accordi che limitarono ulteriormente l’uso di questi tradizionali strumenti di concorrenza economica e commerciale.

Un tasso di cambio tenuto basso in modo artificiale allo stesso tempo dà maggiori vantaggi agli esportatori e rende le importazioni più costose (il valore delle importazioni è determinato in valuta nazionale). In ultimo, la bilancia commerciale nazionale verrà livellata, o per lo meno diminuirà il bilancio negativo del commercio estero.
Se un gran numero di paesi fa ricorso alla manipolazione valutaria (con alcuni che tentano di penetrare i mercati globali ed altri di proteggersi dai dumping valutari), allora è “guerra valutaria”.

Secondo gli esperti, durante la crisi finanziaria del 2007/2009 c’e’ stata di fatto una guerra di valute su vasta scala. Nel Settembre del 2010, il ministro delle finanze del Brasile, Guido Mantega, dichiarò che tra il 2009 e il 2010 il Real Brasiliano si era rafforzato del 30% rispetto alle maggiori valute mondiali, e che questo non era il risultato di naturali dinamiche di mercato, ma una deliberata politica dei paesi più avanzati che emettevano valute mondiali. Il ministro brasiliano definì questa politica “guerra valutaria”. Nell’Ottobre del 2010, il capo del FMI Dominique Strauss-Kahn confermò che era in corso una “guerra valutaria globale”.

E’ ovvio che i capi delle banche centrali e dei governi dei paesi più avanzati dell’Occidente non fanno mai alcun accenno al fatto che le decisioni adottate riguardo alle questioni monetarie hanno come scopi principali l’espansione del commercio estero, il livellamento delle bilance commerciali e la protezione delle società nazionali. Esiste una regola non scritta di astenersi da qualunque recriminazione durante una guerra valutaria.

I funzionari parlano di guerre valutarie solo in modo marginale, mentre i giornalisti le definiscono con l’espressione ‘guerre dell’ impoverisci-il-tuo-vicino’.

Questa politica di impoverimento dei paesi vicini, spesso si cela dietro un formale obbiettivo di politica monetaria, come ad esempio la ‘lotta alla deflazione’. Mentre con l’inflazione il denaro si deprezza, con la deflazione invece cresce il suo potere d’acquisto. Le banche temono la deflazione, le manda nel panico, poiché con essa scompaiono gli incentivi ai prestiti e crolla così tutto il castello millenario usuraio del sistema bancario. La lotta alla deflazione e la politica di svalutazione del tasso di cambio di una valuta prevedono gli stessi metodi – pompaggio di liquidità aggiuntiva nell’economia del paese e riduzione dei tassi d’interesse, anche arrivando ad applicare in alcuni casi tassi di valore negativo. Queste misure a volte sono corredate anche da interventi valutari.

Tuttavia, le guerre valutarie vanno discusse anche a livello ufficiale. Altrimenti il mondo potrebbe crollare nel caos valutario totale. Il Giappone, ad esempio, per diversi anni ha contrastato la deflazione facendo ricorso alla propria Zecca e ai tassi d’interesse zero della sua Banca Centrale. E lo ha fatto, e lo fa, in modo ancora più aggressivo di altri paesi. Di conseguenza, nel periodo da Ottobre 2012 a Febbraio 2013 il Giappone è riuscito a ridurre il tasso di cambio Yen/paniere SDR di quasi il 20%. Questo ha fatto molto alterare diversi suoi partner commerciali. Al summit del G20 tenutosi a

Mosca nel Febbraio del 2013 (presieduto dalla Russia quell’anno), i ministri delle finanze e i capi delle banche centrali giurarono solennemente di non fare mai ricorso alle tattiche di guerra valutaria.

In poco tempo, tuttavia, tutto è tornato alla normalità. Washington ha proseguito nel suo programma di allentamento monetario (Quantitative Easing - QE), che però non ha avuto tutto questo effetto stimolante sull’economia statunitense, ma ha contribuito a far svalutare il dollaro. In questo modo, gli Stati Uniti sono stati di cattivo esempio per altri, compresi i loro partner Europei.

In ultimo, nel 2015, gli Stati Uniti hanno deciso di dare un freno al programma di QE. Tuttavia, nello stesso preciso momento la BCE ha dato inizio al suo programma di QE. Oltre a questo, ha iniziato ad introdurre tassi di interesse di segno negativo sui conti di deposito e a concedere prestiti senza interessi. L’altalena valutaria sta pende verso l’euro, il cui tasso di cambio rispetto al dollaro era iniziato a scendere. Nonostante questo, l’Europa ha registrato un notevole surplus di bilancia commerciale con gli Stati Uniti, che potrebbe raggiungere il suo record proprio nel 2015. Cinque o sei anni fa ci sono stati tuttavia dei momenti in cui il tasso di cambio euro/dollaro era più del 1,50. A fine 2014, era poco più del 1,20 e ad Aprile 2015 era sceso a 1,06. Gli esperti ritengono che entro il 2016 si raggiungerà la parità tra le due valute.

Washington la sta prendendo molto seriamente. Nel 2014, il deficit della bilancia commerciale statunitense era di 505 miliardi di dollari, ovvero maggiore del 6% di quello dell’anno precedente. In anni recenti, i paesi dell’ Unione Europea hanno rappresentato il 20% del totale deficit di bilancia commerciale degli Stati Uniti. Nel 2015, tale deficit potrebbe raggiungere il suo record assoluto. Washington non può impedire alla BCE di dare il via al suo programma di QE, ma se si concluderà l’Accordo della Partnership Transatlantica, gli Stati Uniti saranno in grado di interferire nella politica monetaria Europea su basi giuridiche. E’ mia opinione che questa è una delle ragioni principali per cui si è resa necessaria una nona tornata di trattative per la TTIP: il procedimento si sta rivelando molto più complesso di quanto si credeva all’inizio.

In realtà l’abolizione delle barriere doganali nei rapporti commerciali non è un grave problema, poiché queste barriere erano già basse anche prima che iniziassero le trattative per l’accordo. Ma se Washington acquisirà il controllo della politica monetaria e valutaria dei paesi dell’Unione Europea, significherà la totale e definitiva perdita della sovranità da parte di questi ultimi. Questo lo sanno molto bene i politici e le maggiori personalità dei paesi Europei. Molti sono sorpresi del fatto che uno dei principali fautori del raggiungimento dell’accordo TTIP sia proprio il presidente della BCE Mario Draghi: dopo tutto, se l’accordo sarà firmato, la BCE diventerà una filiale della FED.

Ma forse è proprio questo a cui mira Mario Draghi, che non ha mai nascosto la sua propensione verso gli Stati Uniti. Non per niente è stato per diversi anni Direttore Esecutivo e Vice Presidente della banca americana Goldman Sachs.

Valentin Katasonov

Fonte: www.strategic-culture.org

Link: http://www.strategic-culture.org/news/2 ... urope.html

27.04.2015

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cuar di SKONCERTATA63


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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 05/05/2015, 01:26 
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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 11/05/2015, 12:16 
MA CHE COSA HA IN MENTE OBAMA, CON I SUOI TPP E TTIP?

La motivazione sottesa al Partenariato Trans-Pacifico TPP di Obama, e al Trattato Transatlantico per il Commercio TTIP, la motivazione dietro ad entrambi questi giganteschi trattati commerciali internazionali è la stessa, e i senatori democratici degli Stati Uniti Elizabeth Warren e Sherrod Brown hanno ragione: non è per niente progressista. Ha invece l’intento di togliere, in una democrazia, il potere politico al pubblico, e trasferirlo al suo posto all’aristocrazia internazionale (cioè, allontanarsi il più possibile da qualunque democrazia nazionale).

Questo si otterrà cambiando la cosa più fondamentale di tutte: la base stessa del potere globale.

Tale base, invece di essere costituta dai voti democratici del pubblico nazionale, che eleggono i loro rappresentanti politici i quali determinano leggi e regole, tale sistema politico democratico nazionale diventa invece il suo esatto opposto: i voti degli stakeholders aristocratici dell’aristocrazia internazionale eleggono i dirigenti aziendali delle società internazionali, che a loro volta selezionano i membri delle tavole rotonde internazionali sul commercio, che nel TTP e nel TTIP a loro volta determinano le leggi e le applicazioni, in particolare riguardo ai diritti dei lavoratori, alla sicurezza dei prodotti e dell’ambiente.

L’indebolimento da parte dell’aristocrazia internazionale di queste regole nazionali permetterà l’abbassamento salariale del pubblico, cioè delle persone che non controllano le società ma che controllano solo la loro forza lavoro, che diminuisce fino al più basso compenso orario nell’intera trading-area internazionale. Questo nuovo sistema renderà anche possibile minimizzare le regole sulla sicurezza del cibo e degli altri prodotti, massimizzando in questo modo la possibilità delle società internazionali di evitare le spese, che sarebbero altrimenti necessarie all’innalzamento della sicurezza dei loro prodotti.

Queste spese (le passività dei prodotti pericolosi) verranno sempre più sostenute unicamente dai consumatori di tali prodotti. I rischi per gli investitori (che è ciò che gli aristocratici cercano di evitare maggiormente) sono di conseguenza diminuiti – trasferiti sempre più sul pubblico. Renderà, inoltre, virtualmente libero il danno ambientale per le società internazionali che lo perpetuano, mentre esso diventerà allo stesso tempo un costo che solo il pubblico dovrà sostenere: tossicità dell’aria , dell’acqua, …

Perciò, ancora un’altra categoria di rischio che se ne va per gli investitori: questo aumenterà i margini di profitto, a vantaggio dei soli stakeholders – non del pubblico. I profitti diventeranno perciò sempre più concentrati nelle società internazionali e nelle famiglie che le controllano, e le perdite verranno distribuite tra consumatori e lavoratori, in generale tra coloro che ne vivono: il pubblico.

Il Governo diventerà sempre più solo un mero esecutore e diffusore dei rischi e delle penalizzazioni al pubblico; e ciò a sua volta aumenterà ancora di più l’ideale del libero scambio: che il Governo sia sempre meno presente, o “più piccolo”- ovvero che vi sia sempre meno Governo democratico. E’ questo il succo del discorso del “piccolo governo” dell’aristocrazia: si tratta di spostare i costi dagli aristocratici al pubblico. Perciò la percentuale maggiore dei costi per la sicurezza dei prodotti, per i diritti dei lavoratori e per l’ambiente, diventerà a carico dei cittadini, e la quota minore dei costi sarà sostenuta dagli stakeholders delle società internazionali.

In cambio, gli aristocratici saranno in grado di passare ai loro eredi designati il loro dominio e il controllo crescente sul pubblico. Perciò, la concentrazione della ricchezza diventerà sempre più appannaggio di un numero sempre più esiguo di famiglie, una iper-aristocrazia sempre più piccola. Questo è quel che sta succedendo, e si verificherà in modo ancora maggiore se verranno approvati gli accordi TPP e TTIP. (secondo il più approfondito studio a tale proposito, al 2012 lo 0.7% più ricco del mondo possiede 13.67 volte di più del 68.7% più povero”); perciò, la distribuzione della ricchezza nel mondo è già estremamente diseguale. TTP e TTIP sono progettati per aumentare quella diseguaglianza).

Inoltre, il Presidente Obama e il Partito Repubblicano al Congresso (che lo supporta su questa e su tutte le altre questioni che sono d’interesse principale per l’aristocrazia Americana, quali la sconfitta della Russia, della Cina e degli altri paesi del BRICS – per esempio, allontanando l’Ucraina dall’aristocrazia russa e mettendola invece sotto il controllo dell’aristocrazia americana) si stanno adoperando per far sì che l’aristocrazia americana sia sempre più al controllo a livello internazionale, e questi accordi commerciali sfruttano in aggiunta il fatto che l’America è la potenza più grande in entrambi gli oceani più vasti del pianeta: l’Atlantico e il Pacifico.

In altre parole: gli Stati Uniti, con il TTP e il TTIP, saranno nella straordinaria posizione di consolidare la partecipazione dell’aristocrazia americana, probabilmente per il prossimo secolo, in entrambi i due maggiori patti commerciali internazionali. Questa esclusiva commerciale manterrà il controllo dell’aristocrazia americana praticamente su tutte le aristocrazie delle altre maggiori nazioni industriali – includendo tutto l’emisfero settentrionale, dove si trova la maggior parte delle terre del mondo.

Di conseguenza, non solo l’aristocrazia mondiale controllerà il pubblico mondiale, ma l’aristocrazia americana controllerà le altre aristocrazie, con modalità che aumenteranno il suo potere collettivo nei confronti di ogni aristocrazia nazionale esterna; e così, l’Impero Americano diventerà giorno dopo giorno il più grande impero che il mondo abbia maiconosciuto, grazie allo sfruttamento della popolazione, ovunque, e non solo all’interno di un’unica nazione.

Obama ha detto ai cadetti di West Point, il 28 Maggio 20144: “ L’ascesa economica della Cina e la sua capacità militare preoccupano i suoi vicini. Dal Brasile all’India, le classi medie in crescita competono con noi, e i governi cercano maggior voce in capitolo nei forum a livello mondiale.” In altre parole: parte del lavoro di questi futuri ufficiali sarà di assicurare che le nazioni BRICS, e le altre che hanno una ricchezza pro-capite inferiore dell’America, restino povere, così che l’aristocrazia americana possa mandare il lavoro là, al posto di pagare gli stessi lavoratori americani per farlo – in altre parole: far competere i lavoratori americani con quelli delle nazioni povere, piuttosto che far competere gli investitori americani con quelli delle nazioni povere. Sta dicendo alle forze armate americane che sono soldati in questa guerra di classe internazionale, pagati dal pubblico, ma che lavorano in realtà per l’aristocrazia americana e non per il pubblico, bensì contro di esso – al fine di abbassare il loro salario, la sicurezza sul cibo, ecc…

Questa è la strada verso un certo tipo di governo del mondo da parte dei super ricchi per i super ricchi, che mantiene loro e i loro eredi designati al controllo sulle risorse del mondo intero – sia in termini di risorse naturali che umane – e che usa gli aristocratici locali come agenti locali in tutto il mondo, che influenzeranno il loro pubblico locale e lo faranno lavorare per l’intensificazione della ricchezza mondiale nelle mani, in primo luogo, dell’aristocrazia mondiale e, in secondo luogo, dell’aristocrazia americana in quanto aristocrazia dominante a livello mondiale.

Ciò che rimarrà dei governi nazionali locali diventerà perciò un mero involucro.

Benito Mussolini, che aveva imparato il suo fascismo dal fondatore del fascismo stesso, il suo maestro Vilfredo Pareto (che Mussolini chiamò “il Karl Marx del Fascimo”), che è stato anche il fondatore della moderna teoria economica ed in particolare del suo Criterio del Welfare, che informa una parte così grande delle restanti teorie economiche e in particolar modo tutte le analisi costi-benefici (come quelle dei mezzi proposti per frenare il surriscaldamento globale), ha spiegato nel seguente modo il “corporativismo” che sosteneva fosse alla base del fascismo:

La corporazione gioca sul terreno economico come il Gran Consiglio e la Milizia giocarono sul terreno politico!
Il corporativismo è l’economia disciplinata, e quindi anche controllata, perché non si può pensare a una disciplina che non abbia un controllo.
Il corporativismo supera il socialismo e supera il liberalismo, crea una nuova sintesi.

In calce a questo articolo c’è il discorso di Mussolini a questo riguardo, nel quale espone quella che chiama un’ideologia post-capitalista e post-socialista, e che Barak Obama, proclamatosi post-capitalista e post-socialista esso stesso, (come agente per l’aristocrazia globale) sta mettendo in atto in modo sempre più crescente – in modo particolare tramite il TTP e il TTIP.

Nello specifico, in particolare a riguardo degli accordi commerciali internazionali, il maestro di Mussolini, Pareto, ha detto che il mercato libero deve regnare supremo e libero da ogni vincolo dello Stato in ogni aspetto, non solo all’interno delle nazioni, ma anche, e in modo particolare, tra le nazioni. Come ho messo in evidenza, a questo proposito, nel mio recente libro sullo sviluppo storico del fascismo fino al giorno d’oggi:

“Pareto è stato coerentemente un purista del mercato libero, almeno dal 1896. Per esempio, il 1 Settembre 1897 nelle sue “The new Theories of Economics” pubblicate sul “Journal of Political Economics”, ha dichiarato: Se fossi dell’opinione che un dato libro potesse contribuire più di un altro ad affermare il libero scambio nel mondo intero, non esiterei un istante a dedicarmi corpo ed anima allo studio di tale opera, mettendo da parte per il momento lo studio della pura scienza”.

Ha inoltre dichiarato: “Siamo stati in grado di dimostrare con forza che i coefficienti di produzione in un regime di competizione libera sono determinati dagli imprenditori esattamente nello stesso modo in cui un governo socialista li dovrebbe fissare se volesse realizzare il massimo di ofelimità [il termine da lui inventato per “welfare” per metter in ombra l’attuale base di valore, cosicché gli economisti possano fingere di essere liberi dal valore, anche se loro stessi valutano le cose in analisi di costi-benefici che, di fatto, applicano la sua teoria pro-aristocratica, o fascista] per i suoi soggetti”. [E bisogna qui notare il lapsus di Pareto nel dire che i governi hanno “soggetti” e non “cittadini”].

Pareto ha sempre messo in discussione se un governo socialista sarebbe stato in grado di raggiungere tale scopo, mentre sosteneva che un mercato libero l’avrebbe realizzato in modo naturale, così come i fisiocratici avevano detto che doveva regnare la “legge naturale” e non una sua alterazione.

Pareto ha attaccato l’economia di Adam Smith, e dei fisiocratici francesi che avevano gettato le fondamenta per la teoria economica smithiana, su una base che i successivi economisti avrebbero poi potuto sviluppare matematicamente in un modo che avrebbe nascosto l’essenziale fascismo della teoria, – la forma modernizzata (post-agraria) del feudalesimo.

Barak Obama e i Repubblicani al Congresso stanno semplicemente portando l’operazione fascista al livello successivo. Per quanto riguarda i Democratici al Congresso, sono divisi sulla questione perché (almeno fino alla nuova teoria economica che ho spiegato nel mio libro) nessuno ha ancora formulato una teoria economica per una democrazia, l’attuale teoria economica è stata invece designata appositamente per uno stato controllato dal fascismo e da un’aristocrazia.

Di conseguenza, i pochi democratici progressisti che ancora rimangono al Congresso stanno avendo delle difficoltà nel comunicare facilmente e volentieri al pubblico qual è la reale posta in gioco nella proposta di Obama per il TPP e il TTIP: il trasferimento della sovranità democratica ad un’aristocrazia fascista internazionale, dominata dagli aristocratici Americani. Senza questo passaggio della sovranità democratica nazionale ad un ente fascista internazionale che rappresenta il management aziendale mondiale, tali trattati non avrebbero senso.

Questo trasferimento è chiamato “Investor state dispute settlement” [meccanismo di risoluzione delle controversie Investitore-Stato] o ISDS. In realtà è un governo mondiale che si impone, chiaramente fascista. Non è per nulla democratico ed è una forma di governo sospetta che, dal momento in cui diventa imposta, riduce la sovranità nazionale. La precedente proposta progressista di governo globale che era stata di moda dopo la seconda guerra mondiale, così da diminuire le possibilità di una terza guerra mondiale, si basava invece sull’idea di una federazione internazionale di democrazie indipendenti. L’ ISDS non ha nulla in comune con quella visione, l’originale versione di governo globale. E’ invece puro fascismo, su scala internazionale.

Nel primo decennio dopo la Seconda Guerra Mondiale, aveva dominato la visione di Roosvelt di un governo democratico mondiale, con l’obiettivo della nascita di Nazioni Unite democratiche, che si sarebbero sviluppate fino a comprendere, in modo sempre più egualitario, sempre più parti del mondo; ma, dopo che il dominio repubblicano cominciò a riaffermarsi in America con Eisenhower e con i fratelli Dulles a controllare e strutturare le future politiche internazionali, le cose si sono mosse sempre più nella direzione di un controllo sul mondo basato sull’aristocrazia americana (in particolare con il Colpo di Stato della CIA di Allen Dulles in Iran nel 1953); e Barak Obama si inserisce perfettamente in quella tradizione totalmente repubblicana e fascista, benché sia “democratico” sulla carta. Alcuni analisti sostengono che Obama fosse un’agente della CIA in un precedente periodo della sua vita. (La CIA, quando Eisenhower si insediò al potere, mise i pro-nazisti della CIA al potere; e in seguito questo controllo è diventato sempre più profondamente radicato.) Il giornalista inglese Obert Fitch sembra aver capito Obama già dal 2008, subito dopo la sua elezione a Presidente.

In sostanza, Fitch descrisse Obama come un fascista che aveva deciso di salire al potere ingannando i progressisti, facendoli pensare di essere uno di loro. Fitch dipinge Obama come un agente segreto conservatore, un Manchurian candidate, un cavallo di troia, un repubblicano nelle vesti retoriche di un democratico. Aveva capito Obama, già allora.

Per quanto riguarda ciò che gli studi economici empirici e non la teoria economica indicano quello che sarà probabilmente il risultato dei TTP e TTIP: è stata condotta un’analisi economica indipendente per ciascuno di questi due accordi commerciali, e ciascuna ha raggiunto le stesse conclusioni: i cittadini, ovunque, si impoveriranno a causa loro ma gli aristocratici, specialmente negli Stati Uniti, si arricchiranno. Tali accordi faranno, probabilmente, esattamente ciò che sono stati pensati per fare.

Per quanto riguarda ciò che alcuni difensori di Obama dicono sui suoi trattati commerciali, per la precisione che l’ ISDS è un dettaglio e che l’accordo nella sua sostanza generale è buono: è la stessa cosa che sostenere che una persona è in buona salute, ma che il suo cervello o il suo cuore hanno bisogno di essere aggiustati o anche sostituiti. Queste persone sanno che si tratta di trattati negativi; è per questo che li supportano. Vengono pagati dall’aristocrazia.

HILLARY CLINTON SAREBBE MEGLIO ?

E quindi, che dire del successore designato di Obama? Sarebbe diversa? Ecco il resoconto a questo riguardo:

Il 23 febbraio 2008, Hillary Clinton fece un’arringa dai toni aspri davanti a microfoni e telecamere “Barak Obama, vergognati!”, sostenendo che due dei volantini della sua campagna avevano mentito circa le sue posizioni.

Uno dei volantini diceva che la proposta di Hillary Clinton di un mandato di assicurazione sanitaria avrebbe penalizzato gli americani che non acquistavano assicurazioni sanitarie. Verità, ma lei ha cercato di negarlo. (Obama copiò il suo piano solo dopo essere stato eletto, semplicemente aggiungendo il mandato individuale al suo stesso.) L’altro volantino del quale Hillary si è lamentata citava la caratterizzazione che il Newsday dava dell’opinione sul NAFTA di Hillary nel 2006: “Clinton pensa che il NAFTA sia stata una manna per l’economia”. Adesso Hillary sosteneva che pure quella era una menzogna. Molti della stampa hanno supportato ciecamente le sue accuse contro Obama, perché “la manna” era una frase usata dal Newday, non da Hillary.

Tuttavia, ancora una volta era lei, e non Obama, che mentiva. Nella sua “Living History”del 2003 (p. 182) si vanta del fatto che suo marito avesse fatto approvare il NATFA, e dice “ Creare una zona di libero scambio nel Nord America – la più grande zona di mercato libero nel mondo- espanderebbe le esportazioni americane, creando posti di lavoro e assicurando che la nostra nazione possa raccogliere i frutti – e non il peso – della globalizzazione. Questo si suppone fosse uno dei suoi più importanti successi , che erano (p. 231) “Il successo di Bill sul budget, la legge Brady ed il NAFTA”. Ma ora Hillary stava chiedendo che Obama si scusasse perché il suo volantino diceva “Solo Barak Obama si è opposto al NAFTA e agli altri trattati economici sbagliati”. Tale frase era semplicemente un fatto, nonostante ciò che Hillary e i maggiori media americani stavano adesso sostenendo. (Obama stava tenendo in serbo il suo peggio per la nazione per quando sarebbe diventato Presidente – ed in particolare dopo che fosse stato rieletto e quindi libero di andare verso l’ “estrema-destra”, sua inclinazione naturale fin dall’inizio, che non ha però potuto seguire se non prima di aver ingannato tutti su quale fosse il suo scopo reale, in modo da poter forse arrivare in una posizione adatta a realizzarlo.)

Il 20 marzo 2008, il giorno dopo che Hillary aveva finalmente reso pubblica la sua agenda per gli anni alla Casa Bianca, Jhon Nichols di The Nation’s scrisse nel suo blog che “La menzogna di Clinton uccide la sua credibilità sulle politiche commerciali”, e disse: “Ora che sappiamo dalle 11.0000 pagine dei documenti della Casa Bianca rilasciati questa settimana che la ex First Lady era una ardente sostenitrice del NAFTA;… ora che sappiamo che era coinvolta nel bel mezzo delle manovre per impedire che i gruppi per i diritti umani, per il lavoro, per l’agricoltura e per l’ambiente ottenessero accordi migliori; …ora che sappiamo dai record ufficiali del suo periodo come First Lady che Clinton è stata il relatore principale ad una sessione a porte chiuse, dove 120 opinioniste donne sono state verbalmente vessate perché facessero pressioni sui loro rappresentanti al Congresso perché approvassero il NAFTA; ora che sappiamo dal servizio della ABC News sull’incontro che “i suoi interventi sono stati completamente a favore del NAFTA” e che “non c’era possibilità di equivocare il suo supporto per il NAFTA a quel tempo”, … cosa dovremmo pensare ora della campagna di Clinton, nella quale afferma che non è mai stata a suo agio con il programma attivista del libero scambio, che è costato centinaia di migliaia di contratti sindacali agli Stati Uniti?”

Il giorno successivo, Jake Tapper, ABC, nel suo blog “Political Punch”, con il titolo “Dalla scrivania del fact-checker: La campagna di Clinton distorce Il meeting NAFTA di Clinton” ha scritto : “ Ho parlato con tre ex ufficiali della’Amministrazione Clinton di cui ho fiducia, i quali mi dicono che l’allora First Lady era contraria all’idea di introdurre il NAFTA prima del sistema sanitario, ma che non aveva riserve in pubblico o nel privato sulla sostanza del NAFTA. Eppure la campagna di Clinton continua a diffondere il mito che lei fosse contraria al NAFTA”. Ha portato avanti questa menzogna anche dopo che era stata ripetutamente e sicuramente provata come tale.

Di conseguenza: la sola reale differenza tra Hillary Clinton e Barak Obama è che Obama è un bugiardo molto più esperto di lei. Ed è la ragione per cui è arrivato dov’è ora. Lei probabilmente non ci riuscirà; è sempre la stessa incompetente, tanto oggi quanto ieri.

http://www.sapereeundovere.it/ma-che-co ... pp-e-ttip/


Interessante...

[:291]

Leggendo tale articolo mi domando a questo punto se i grandi potentati economici non stiano completando con anni di ritardo quello che il nazi-fascismo avrebbe dovuto realizzare in Europa...

L'Unione Europea è diventata quello che Hitler avrebbe dovuto realizzare in Europa mentre l'economia si sta riallineando al corporativismo fascista che il duce cercò di realizzare in Italia...

Ma allora perché Mussolini e Hitler persero la guerra?!

Ma la persero veramente?!!?



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 12/05/2015, 22:08 
Oltre al colpo di stato: come ci stiamo consegnando alle multinazionali.

Pubblicato 12 maggio 2015 - 20.45 - Da Claudio Messora



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Qui siamo oltre al colpo di stato! Un colpo di stato sostituisce una classe dirigente con un’altra. Qui stiamo regalando la proprietà degli stati ai Consigli di Amministrazione delle multinazionali. Come? Semplice: con la clausola ISDS (Investor to State Dispute Settlement) contenuta nel TTIP, il grande trattato di commercio e di investimento transatlantico.

Il TTIP, per farla breve, mira a creare un grande mercato unico tra l’Europa e gli Stati Uniti d’America, fatto di regole comuni e di abbattimento delle barriere, tariffarie e non, dove quel “non” significa probabilmente un’ulteriore diminuzione dei diritti dei lavoratori e un’ecatombe di Piccole Medie Imprese italiane, che non potranno più competere con le grandi multinazionali americane (quante sono, già oggi, quelle capaci di innovare?). E tutto per cosa? Per un incremento di appena lo 0,5% del Pil UE, parola di Commissione Europea. Che poi, suvvia, ci azzeccassero qualche volta…

Come interviene, allora, l’ISDS? Semplice: se lo Stato italiano dovesse per esempio fare una legge che tutela gli agricoltori, o i produttori di latte, o i lavoratori, e queste tutele dovessero confliggere con il trattato di libero scambio, le multinazionali che hanno investito in Italia potrebbero immediatamente fare causa allo Stato, ottenendo risarcimenti milionari o miliardari.

Avete letto bene? Significa che non saremo più liberi di votare un programma di governo che vada contro agli interessi delle multinazionali stabiliti nel TTIP. E se lo faremo, dovremo pagare sanzioni elevatissime, che si tradurranno in più tasse e in maggiore debito pubblico, ovvero in uno strangolamento ulteriore dell’economia, in nuove misure di austerità e così via.

Secondo Lori Wallach, direttrice dell’Osservatorio sul commercio globale, “si tratta di un lento colpo di stato, un cavallo di Troia che apre le porte a un attacco devastante alle più elementari leggi e regolamenti nazionali“.

In realtà si tratta di qualcosa di peggio: se il principio stabilito dalla clausola ISDS dovesse passare, si tratta della definitiva capitolazione del principio di sovranità e di autodeterminazione dei popoli di fronte alle delibere dei consigli di amministrazione, composte da uomini d’affari notoriamente privi di scrupoli e governate dalle leggi del business.

Prova ne è che tutti i negoziati vengono condotti a porte chiuse, di nascosto dall’opinione pubblica. E qui a Bruxelles, prima dell’estate, è atteso un round decisivo, a cui non possiamo mancare. Se mi sosterrete, io ci sarò.

Diffondete queste informazioni.

Source: Oltre al colpo di stato: come ...e multinazionali. - Byoblu.com



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 13/05/2015, 10:12 
http://ec.europa.eu/trade/policy/in-foc ... dex_it.htm

Impatto

Attualmente l’Europa si trova a far fronte a grandi sfide:

rilanciare la nostra economia
rispondere alle situazioni di conflitto in prossimità delle nostre frontiere
adattarsi ad altre economie emergenti
mantenere la nostra influenza nel mondo.

Uno studio indipendente e i precedenti accordi commerciali dell'UE dimostrano che il TTIP porterebbe i seguenti vantaggi:

creazione di posti di lavoro e rilancio della crescita in tutta l'UE
riduzione dei prezzi per i consumatori e scelta più ampia.

Il TTIP aiuterebbe inoltre l'UE a:

influenzare le regole del commercio mondiale
diffondere i suoi valori in tutto il mondo.



dal sito ufficiale..
sembra una dichiarazione di guerra..
"mantenere l'influenza,
diffondere i valori.."



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 13/05/2015, 11:34 
Non è che sembra... lo è...

[:(]

Questa volta siamo dalla parte sbagliata della storia... e la storia ci condannerà...

[V]



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 13/05/2015, 11:46 
mik.300 ha scritto:
http://ec.europa.eu/trade/policy/in-focus/ttip/about-ttip/index_it.htm

Impatto

Attualmente l’Europa si trova a far fronte a grandi sfide:

rilanciare la nostra economia
rispondere alle situazioni di conflitto in prossimità delle nostre frontiere
adattarsi ad altre economie emergenti
mantenere la nostra influenza nel mondo.

Uno studio indipendente e i precedenti accordi commerciali dell'UE dimostrano che il TTIP porterebbe i seguenti vantaggi:

creazione di posti di lavoro e rilancio della crescita in tutta l'UE
riduzione dei prezzi per i consumatori e scelta più ampia.

Il TTIP aiuterebbe inoltre l'UE a:

influenzare le regole del commercio mondiale
diffondere i suoi valori in tutto il mondo.



dal sito ufficiale..
sembra una dichiarazione di guerra..
"mantenere l'influenza,
diffondere i valori.."

L'Europa non diffonderà nessun valore.

L'Italia poi... ancora meno.

Grazie al TTIP, l'Italia esporterà i prodotti di prima scelta (per le Elìte transnazionali)
e IMPORTERA' prodotti modificati geneticamente e/o di pessima qualità, soprattutto
dagli USA..... visto che sono loro i primi fautori di questo accordo allucinante.

Noi neanche ce ne accorgeremo. Perchè nessuna LEGGE impone ai produttori
di indicare l'origine dei prodotti che troveremo negli scaffali.

Questo è ciò che sta già accadendo.
Bello eh?



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 14/05/2015, 01:11 
ho letto che questo trattato darà un bel beneficio al PIL, leggevo niente popò di meno che lo 0,3% in più per il PIL europeo, di fatto è una percentuale indistinguibile da un errore statistico...

Siamo messi proprio bene. Babbei governati da un babbeo.



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 14/05/2015, 08:27 
Guarda su youtube.com

La guerra segreta del cibo. Tutta la verità su chi e come sfameranno il pianeta.
Dietro le quinte di #EXPO un progetto intenzionale di distruzione di massa è già in atto, mentre a Milano sfilano i criminali e i loro camerieri in livrea.
Le scoperte di Mike Adams, un ricercatore indipendente, sul cibo immesso nella grande distribuzione alimentare.
L'analisi e i consigli. Vivi consapevole!

Tratto da "La guerra segreta del cibo" di Mike Adams
http://thelivingspirits.net/societa-orw ... r-noi.html
traduzione Cristina Bassi



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 14/05/2015, 18:12 
Cita:
Usa, i democratici del Senato bloccano voto su accordi commerciali Tpp e Ttip: schiaffo per Obama

WASHINGTON - Clamorosa battuta d'arresto per gli accordi commerciali internazionali Tpp e Ttip: una violenta battaglia all'interno del partito democratico ha portato a un voto negativo al Senato sull'apertura del dibattito per la concessione di un'autorità negoziale speciale (Tpa) al presidente Barack Obama. A questo punto, il presidente potrebbe essere costretto a introdurre delle modifiche nelle bozze di accordo per accontentare l'ala sinistra del suo partito. Ma questi cambiamenti potrebbero minare alla base la credibilità degli accordi agli occhi delle controparti. Si tratta della più grave crisi politica tra un presidente democratico e la base del suo partito da molti anni a questa parte. La battaglia delle ultime settimane è stata durissima: il presidente è stato schierato contro i suoi stessi compagni di partito, ma i suoi sforzi non sono bastati.

La campagna diventa a questo punto più difficile, ma non c'è dubbio che l'amministrazione proseguirà nel suo sforzo perché, da un punto di vista dell'interesse della nazione, procedere verso un'apertura commerciale è più importante degli interessi dei gruppi speciali di pressione che si sono finora opposti: una coalizione inusuale formata da sindacati, esponenti della sinistra del partito democratico, ambientalisti, luddisti diversi, anti Ogm e No Global, oltre ai repubblicani di destra.

Eppure la svolta sarebbe potenzialmente storica: se la Casa Bianca potrà ottenere il sì nel negoziato Tpp con 11 paesi del Pacifico e subito dopo nel negoziato Ttip con l'Europa, ci sarà una rivoluzione nei commerci mondiali con un impatto forte su crescita e occupazione. Per molti economisti, una delle risposte agli elementi strutturali di caduta della produttività, bassi tassi di crescita e deflazione, sarà proprio nella caduta di barriere commerciali, tariffe e altri ostacoli al libero commercio. Per Obama si potrebbe trattare di uno dei risultati più importanti della sua amministrazione.


http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/20 ... d=ABw0vEfD


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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 14/05/2015, 18:16 
vimana131 ha scritto:
Cita:
Usa, i democratici del Senato bloccano voto su accordi commerciali Tpp e Ttip: schiaffo per Obama

WASHINGTON - Clamorosa battuta d'arresto per gli accordi commerciali internazionali Tpp e Ttip: una violenta battaglia all'interno del partito democratico ha portato a un voto negativo al Senato sull'apertura del dibattito per la concessione di un'autorità negoziale speciale (Tpa) al presidente Barack Obama. A questo punto, il presidente potrebbe essere costretto a introdurre delle modifiche nelle bozze di accordo per accontentare l'ala sinistra del suo partito. Ma questi cambiamenti potrebbero minare alla base la credibilità degli accordi agli occhi delle controparti. Si tratta della più grave crisi politica tra un presidente democratico e la base del suo partito da molti anni a questa parte. La battaglia delle ultime settimane è stata durissima: il presidente è stato schierato contro i suoi stessi compagni di partito, ma i suoi sforzi non sono bastati.

La campagna diventa a questo punto più difficile, ma non c'è dubbio che l'amministrazione proseguirà nel suo sforzo perché, da un punto di vista dell'interesse della nazione, procedere verso un'apertura commerciale è più importante degli interessi dei gruppi speciali di pressione che si sono finora opposti: una coalizione inusuale formata da sindacati, esponenti della sinistra del partito democratico, ambientalisti, luddisti diversi, anti Ogm e No Global, oltre ai repubblicani di destra.

Eppure la svolta sarebbe potenzialmente storica: se la Casa Bianca potrà ottenere il sì nel negoziato Tpp con 11 paesi del Pacifico e subito dopo nel negoziato Ttip con l'Europa, ci sarà una rivoluzione nei commerci mondiali con un impatto forte su crescita e occupazione. Per molti economisti, una delle risposte agli elementi strutturali di caduta della produttività, bassi tassi di crescita e deflazione, sarà proprio nella caduta di barriere commerciali, tariffe e altri ostacoli al libero commercio. Per Obama si potrebbe trattare di uno dei risultati più importanti della sua amministrazione.


http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/20 ... d=ABw0vEfD


Rispondo alla parte in neretto: molti economisti?
Tirate fuori i nomi e i cognomi di questi CIALTRONI please....



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 14/05/2015, 18:38 
Atlanticus81 ha scritto:
L'Unione Europea è diventata quello che Hitler avrebbe dovuto realizzare in Europa mentre l'economia si sta riallineando al corporativismo fascista che il duce cercò di realizzare in Italia...

Ma allora perché Mussolini e Hitler persero la guerra?!

Ma la persero veramente?!!?


Si sono riorganizzati.

Ancora prima che la guerra finisse, quando era già chiaro che fosse persa, gli industriali e i membri del regime nazista si riunirono per stabilire la nuova strategia di dominio germanico sull' Europa.

Oggi la guerra è economica.

Cita:
Questa volta siamo dalla parte sbagliata della storia... e la storia ci condannerà...


La Storia la scrivono i vincitori.



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

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Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 11/06/2015, 17:14 
Strasburgo: annullato confronto su #TTIP. Stop TTIP Italia “la mobilitazione continua”

Dopo che la spaccatura tra i Socialdemocratici, merito della mobilitazione della società civile, ha fatto slittare ieri il voto della Relazione Lange sul TTIP, a data da destinarsi, il dibattito sul Trattato transatlantico di stamane a Strasburgo è stato annullato tra le proteste di alcuni eurodeputati che hanno indossato le t-shirt della campagna Stop TTIP Italia (FOTO)
Gli oltre 120 emendamenti presentati tornano in Commissione Commercio Internazionale (INTA) con il tentativo di cancellarne alcuni.
Per Stop TTIP Italia, la coalizione italiana che si oppone al negoziato “l’annullamento del dibattito di stamane all’europarlamento dimostra quanto gli spazi di discussione sul TTIP siano limitati. Continueremo le mobilitazioni fino alla sospensione dei negoziati, monitorando l’operato dei nostri Europarlamentari fin dalle prossime settimane”.

Nel frattempo la Campagna Stop TTIP Italia rilancia la raccolta di firme, verso le due milioni e mezzo di adesioni e la Campagna di raccolta fondi popolare, per sostenere le attività future.

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Fonte



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"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione" - Jean Kerr

"People willing to trade their freedom for temporary security deserve neither and will lose both" - Benjamin Franklin
"Chi e' disposto a dar via le proprie liberta' fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non otterra' né la liberta' ne' la sicurezza ma le perdera' entrambe" - Benjamin Franklin

"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

"Guardati dalla maggioranza. Se tante persone seguono qualcosa, potrebbe essere una prova sufficiente che è una cosa sbagliata. La verità accade agli individui, non alle masse." – Osho

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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 11/06/2015, 17:17 
Quando capiremo che gli strumenti democratici ormai non contano più nulla in questo regime dittatoriale costruito a uso e consumo dei potentati economici sovranazionali?

Che poi sono forse quelli che un tempo chiamavamo Elohim, anch'essi al di sopra di sovrani, faraoni e a tutti gli altri vertici del potere "visibile"...

[8]



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 Oggetto del messaggio: Re: TTIP Accordo Commerciale Transatlantico (USA - EU)
MessaggioInviato: 11/06/2015, 22:00 
Renzi: “Il Ttip ha l’appoggio totale e incondizionato del governo Italiano”

Il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti ha “l’appoggio totale e incondizionato del governo” italiano. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenendo a Palazzo Colonna, a Roma, dove si è tenuta una giornata di dialogo sul Ttip organizzata dal vice ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda.

“Ogni giorno che passa è un giorno perso”, secondo Renzi, il quale si attende “un salto di qualità e uno scatto in avanti” nelle trattative, con l’augurio che si concludano “entro la fine del prossimo anno”. Perché il Ttip, ne è convinto il premier, “non è un semplice accordo commerciale come altri, ma è una scelta strategica e culturale per l’Ue”.

Il presidente del Consiglio non ammette critiche dunque. Anzi, l’iniziativa di oggi “è una risposta” a tutti coloro che si oppongono alla firma dell’accordo tra Usa e Ue. Poco importa se le contestazioni arrivino da premi nobel come Joseph Stiglitz, o da parlamentari europei dello stesso partito del premier, come Sergio Cofferati.

Anche Calenda ha puntato il dito contro “chi ritiene che il Ttip sia un accordo fatto per le multinazionali, con l’obiettivo si abbassare gli standard di sicurezza sociali e regolamentari”. Da questo punto di vista ha salutato con favore la declassificazione del mandato per le trattative. Se il documento viene letto “in buona fede”, sostiene il viceministro, si trovano tutte le “risposte alle comprensibili preoccupazioni dell’opinione pubblica”. In particolare, secondo l’interpretazione che Calenda dà del mandato, “i servizi pubblici non sono oggetto di negoziazione, così come non lo è la cultura o l’accesso indiscriminato degli OGM, o ancora la possibilità di limitare la sovranità dei governi europei”.

Tuttavia, soprattutto su quest’ultimo punto, i pareri non sono concordanti. La segretaria generale del Ces (Confederazione dei sindacati europei) ha espresso forti critiche all’Isds, il meccanismo che consentirebbe a un’azienda di intentare causa contro uno Stato membro davanti alla Corte di giustizia europea, qualora si ritenesse danneggiata da una legge nazionale in contrasto con il Ttip. Per Bernadette Ségol, “occorre eliminare il meccanismo di risoluzione delle controversie investitore-Stato”. La sindacalista si chiede “perché, nelle nostre democrazie, gli investitori abbiano bisogno di tutele speciali”.

Che le regole siano il vero punto cruciale del trattato lo ha confermato esplicitamente Giorgio Squinzi. Per il presidente di Confindustria, infatti, “il vero problema non sono le barriere tariffarie ma quelle regolamentari”.


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