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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 03/07/2016, 16:07 
BOSSETTI INNOCENTE? “OGGI” SVELA I 21 MISTERI IRRISOLTI (PIÙ UNO) DELLA MORTE DI YARA

http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 109665.htm


[:305] [:296]



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 03/07/2016, 22:12 
Feltri e la difesa di Bossetti: vi dico perché l'hanno condannato

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Processo inutile, pro forma, una perdita di tempo, uno spreco di energie e di denaro: la sentenza di Massimo Bossetti era già nell' aria alla prima udienza. La puzza di ergastolo non è mai venuta meno nell' aula della Corte d' Assise di Bergamo. Il rito si è svolto perché era obbligatorio che si svolgesse per rispetto delle norme, ma si sapeva in partenza che si sarebbe concluso con la morte civile dell' imputato. Nessuno meglio del muratore di Mapello poteva interpretare il ruolo dell' assassino della povera Yara, tredicenne senza macchia, come tutte le tredicenni di questo sporco mondo che ha bisogno di consolarsi condannando un colpevole, non importa se contro di lui non c' è una prova. Serve un colpevole per placare le ire e le ansie dell' opinione pubblica e si sceglie il più idoneo al sacrificio.

Bossetti aveva ed ha tutti i crismi per essere indicato quale omicida. L' hanno identificato, preso, sbattuto in carcere e cotto a fuoco lento. Oggi è un ergastolano, privato non solo della libertà, ma anche della patria potestà sui propri tre figli. Tre figli ammazzati dalla giustizia ingiusta. Figli di un assassino e di una donna leggera, diffamata in tribunale e fuori, nipoti di una poco di buono e di un cornuto. Me li immagino i tre ragazzini Bossetti in giro per il paesello orobico, guardati di sottecchi dal popolo come gli eredi del mostro, portatori dello stesso dna di colui che ha soppresso la tredicenne. Pensate alla loro vita attuale e futura. Pensate al peso che si porteranno addosso durante la loro intera esistenza.

Ma questi sono particolari che non urtano la sensibilità della gente, anzi: alimentano i pettegolezzi nel piccolo borgo. L' importante è sputtanare. Se poi il criminale sia egli stesso una vittima, chissenefrega. Le toghe hanno comunque ragione per legge. Guai a dubitare della loro onestà intellettuale e professionale. Bossetti Massimo è stato inchiodato dal dna prelevato dalle mutandine della ragazzina trucidata. C'è poco da discutere. Davanti alla scienza ci si inchina religiosamente, chi dubita è un eretico, un ignorante. Se gli esami di laboratorio, indipendentemente da chi li abbia eseguiti, dicono che quelle goccioline di sangue sono di Bossetti, si accetta il responso quale verità indiscutibile, quale dogma.

Non si tiene conto del fatto che se la scienza è esatta per definizione, chi la maneggia, invece, pure per definizione, può sbagliare così come sbagliano spesso tutti gli esseri umani. Mi vengono in mente quei medici che recentemente hanno operato due persone, cui hanno estratto un rene a testa perché affette da tumore. Peccato che i sanitari in questione, anziché togliere i reni malati, abbiano tolto quelli sani. Anche costoro a modo loro erano e sono scienziati. Se si accetta il principio che errare umanum est, perché non sospettare che anche i cervelloni che hanno valutato il dna attribuito a Bossetti abbiano preso lucciole per lanterne? Nossignori, il pm e i giudici della Corte d' assise sono sicuri che i periti siano infallibili. Perché non ripetere le analisi per avere maggiori certezze?

Uffa, quante balle. L'omicida è Bossetti punto e amen. Parola di magistrato. Il quale si basa sulle carte. Le gira e le rigira, le compulsa e le studia, sono il vangelo, non mentono. Se gli fai notare che le carte sono carta, e che la carta può essere straccia, ti considera un idiota. I camici bianchi sono tutti autorevoli? Non mi pare. Per blindare un uomo in cella da qui alla sua morte è sufficiente il dna quand'anche fosse un bidone? Lorsignori affermano oltretutto che su Bossetti gravano almeno quattro indizi, macigni. Eccoli. Uno. L' aggancio delle celle telefoniche sulla palestra frequentata da Yara. Due. Le sfere di metallo - simili a quelle che si trovano spesso nei cantieri edili - recuperate nelle scarpe della ragazzina morta. Tre. La mancanza di alibi. Quattro. Le fibre tessili sui vestiti di Yara compatibili con quelle del furgone del carpentiere. E li chiamano indizi?

Sono fragili congetture. Perché le celle telefoniche era ovvio fossero le stesse che coprivano la zona della palestra, dato che Bossetti per rincasare da lì doveva transitare, non possedendo un elicottero, ma un semplice camioncino costretto a percorrere una determinata strada. Perché le sfere di metallo in questione sono reperibili in qualsiasi cantiere e non solo in quello dove lavorava Bossetti; rimane, poi, da spiegare come tali sfere siano finite nelle scarpe di Yara. Che nesso c'è tra le calzature e il delitto? Perché le fibre tessili di ogni sedile di automezzo sono simili ed è pacifico che siano compatibili con quelle rintracciate sugli abiti dell'adolescente. Insomma, siamo in presenza di dettagli insignificanti. Il più debole dei quali riguarda la mancanza di alibi. Vi sembra tanto strano che il muratore non ricordi cosa abbia fatto la sera della scomparsa della ragazzina? Scusate. Io non ricordo il cibo che ho mangiato ieri sera e si pretende che Bossetti rammenti le sue mosse compiute in un tardo pomeriggio novembrino di alcuni anni orsono?

Contestare all'imputato questa lacuna - che tale non è - suscita stupore e incredulità. Nessuno è in grado di ricostruire ciò che ha combinato mesi, anni fa. Ciò premesso, restiamo basiti di fronte all'inconsistenza dell' impianto accusatorio che ha stroncato l' operaio, su cui è stata scritta ogni nefandezza persino riferita alla sua vita privata, ai rapporti con la moglie, ai gusti sessuali, all' amore per gli animali, alle curiosità telematiche. Ossia roba ininfluente ai fini processuali.

Si sono scatenate contro questo poveraccio orde di giornalisti colpevolisti e ansiosi di fare strame della sua moralità nella speranza di creare intorno a lui - riuscendoci benissimo - un clima di odio. La verità non la conosco. Ma la sensazione è che se Bossetti, invece di essere un proletario sprovveduto, incolto e intontito, fosse stato un borghese arricchito da buoni studi oggi sarebbe libero. Nessuno avrebbe osato additarlo quale omicida. Un operaio sfigato è facile trasformarlo in bersaglio immobile e colpirlo, trascinarlo nel fango e lì abbandonarlo beandosi del clamore mediatico suscitato dalla sua condanna. Come cittadino mi sento a disagio per aver assistito a simile massacro.

Vittorio Feltri

Source: Feltri e la difesa di Bossetti...o - Italia - Libero Quotidiano



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 04/07/2016, 16:25 
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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 06/07/2016, 20:10 
L'autore di questo scritto:
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Sono stato un magistrato del Tribunale di Bolzano, in pensione dal 1° ottobre 2010, e mi occupo da oltre quarant'anni di armi e di diritto delle armi scrivendo sulla rivista DIANA ARMI dell'editoriale Olimpia di Firenze (ora ARMI e MUNIZIONI).
Source: Note sull'autore del sito Enciclopedia delle armi




Aggiornamento:Il caso Yara Gambirasio e il DNA (luglio 2016)

Aggiornamento

Si è in attesa di leggere la sentenza che ha condannato Bossetti e che ha dovuto fare a meno della prova del DNA. Proprio ora mi è stato segnalato un documento scientifico pubblicato su internet in cui si dimostra che il DNA mitocondriale rinvenuto sul copo della vittima è ben più attribuibile ad un individuo di razza marocchina che non di razza bergamasca.
Il documento si trova qui: https://vimeo.com/172504076

Il documento è pubblicato in forma anonima, ma è di una persona "con le carte in regola" per interloquire in materia di DNA, che non ama i media e non è uno di quei tanti "criminologi" improvvisati che freqentano le trasmissioni televivise.
La cosa sorprendente è preoccupante è che i periti dell'accusa continuino anche dopo la sentenza a difendere le loro tesi; chiaro segno che hanno bisogno di essere difese!
Anche sui giornali di questi giorni si può notare che stanno ancora lavorando per convincere il pubblico (e così anche i futuri giudici popolari dell'appello) che le anomalie riscontrate nel DNA mitocondriale deriverebbero da un evento casuale e del tutto trascurabile.
In pratica vanno sostenendo che sulle 16.569 coppie di basi che costituiscono una sequenza mitocondriale e che possono andare soggette a mutazioni casuali determinando miliardi di miliardi di possibili combinazioni, sul reperto sono "per caso" mutate proprio quelle poche coppie (e solo quelle!) che, sempre "per caso", determinano una sequenza che, seppur diversa da quella dell'imputato, rappresenta incredibilmente un profilo umano valido e diffuso!
Ciò che in natura necessita di decine di migliaia di anni, centinaia di generazioni e miliardi di individui, in un'aula di tribunale avviene dalla sera alla mattina grazie alla firma di un perito...

Come ho già spiegato altrove, non è con i periti che si sceglie l'accusa che si può costruire un processo e la prova certa non può essere raggiunta accumulando indizi incerti.

Rimane da augurarsi che l'imputato riesca a trovare degli esperti con capacità divulgative tali da convincere almeno quelle poche persone che formeranno una corte che comunque si riunirà dopo mesi di inevitabili bombardamenti mediatici di assurdità.
4 luglio 2016

Qui inizia il testo originale del 24 settembre 2014

Il caso dell’uccisione a Brembate della ragazzina Yara sarà il tormentone delle cronache giudiziarie dei prossimi anni e sarà tutto incentrato sul valore della prova basata sul DNA dell’indagato.
Io non so chi sia colpevole e non ho idee precostituite perché ciò è la prima cosa che un buon giudice ha imparato a non avere. Solo chi deve giudicare ha in mano tutti gli elementi sufficienti per stabilire se esiste una prova esente da ogni ragionevole dubbio.
Né voglio spacciarmi per esperto di DNA perché non ho alcun titolo per farlo. Però posso indicare quali sono i percorsi metodologici che si devono seguire per applicare questa prova del campo penale. Il giudice penale non è un tuttologo che si può sostituire ai periti, ma dovrebbe avere la preparazione culturale e mentale che gli consenta di capire se un ragionamento sottopostogli da un esperto scientifico ha sufficiente validità per poter essere accettato.
Molti sono convinti che individuare il DNA dell’autore di un crimine sia un po’ come leggere la targa di un’autovettura; se dallo strumento esce che la sequenza desossiribonucleotidica, trovata sulla scena del crimine coincide con quella dell’indagato, si ha la certezza che egli era sul luogo del delitto.
La realtà è molto diversa perché il 99,9% degli individui hanno una sequenza eguale e perciò l’analisi viene svolta solo su alcune sezioni variabili del DNA secondo il metodo sviluppato nel 1984 dal genetista britannico Sir Alec Jeffreys.
Questo metodo è stato ritenuto generalmente affidabile ma ora cominciano a nascere dei dubbi. Proprio come è avvenuto per le impronte digitali, per le quali ci si è accorti che non è affatto come leggere la targa di un’automobile e che gli errori sono sempre possibili e che anche la presenza di numerosi punti di coincidenza non garantisce una identificazione al 100%. Precisiamo che le analisi possibili sono di due tipi; quella sul DNA nucleare e quella sul DNA mitocondriale (MtDNA). La prima è molto precisa, ma i campioni non si mantengono a lungo e non resistono all’impatto ambientale; inoltre non è possibile fare indagini familiari sul ramo femminile: perciò nel caso in esame l’analisi d’obbligo era quella sul MtDNA; questa però, ai fini identificativi, non dà risultati decisivi, ma solo indicativi e perciò il risultato può essere espresso solo in termini statistici.
Sul problema della utilizzazione del DNA nel processo penale rinvio al testo The Evaluation of Forensic DNA Evidence del Committee on DNA Forensic Science, Commission on DNA Forensic Science. National Research Council del 1996, rinvenibile in Internet (www.bookzz.org) e che ben espone gli entusiasmi iniziali. I dubbi però emersero rapidamente e nel luglio 2012 William C. Thompson. professore e presidente del Dipartimento di Criminologia, Law & Society presso l'Università della California, Irvin, scriveva un saggio molto critico, Forensic DNA Evidence: The Myth of Infallibility (vedi anche
http://www.councilforresponsiblegenetics.org/GeneWatch/Gene- WatchPage.aspx?pageId=57) in cui affermava:
Anche se generalmente abbastanza affidabile (soprattutto in confronto ad altre forme di prove spesso utilizzate nel processo penale), il test del DNA non è e non è mai stato infallibile. Errori nel test del DNA si verificano regolarmente. La prova del DNA ha causato false incriminazioni e false condanne, e continuerà a farlo. Sebbene il test del DNA porti ad incriminare la persona giusta nella grande maggioranza dei casi, il rischio di falsa incriminazione è sufficientemente elevato da meritare seria considerazione circa l’uso della banche dati del DNA.
Per capire la probabilità di una coincidenza casuale, è importante capire che cosa sia un profilo DNA e come vengono confrontati i profili di DNA. I laboratori di polizia scientifica tipicamente “classificano” i campioni utilizzando kit per il test commerciali in grado di rilevare le caratteristiche genetiche (chiamati alleli) in vari loci (posizioni) sul genoma umano. I kit di prova utilizzati negli Stati Uniti in generale esaminano i 13 STR loci selezionati dall'FBI per il CODIS, la banca dati nazionale del DNA. Alcuni dei kit di analisi più recenti possono anche esaminare due ulteriori loci STR.
Per ogni locus STR, ci sono una serie di diversi alleli (generalmente tra i 6 ei 18) che una persona può avere. Ogni persona eredita due di questi alleli, uno da ciascun genitore. I numeri sono utilizzati per identificare gli alleli e la coppia di alleli in un particolare locus costituisce un genotipo. Quindi, una persona può avere un genotipo (per un locus chiamato D3S1358) del "14, 15"; mentre un'altra persona ha il genotipo "16, 17" Il set completo di alleli rilevati in tutti i loci per un dato campione è chiamato un profilo del DNA. Nel descrivere i profili di DNA, la gente a volte parla del numero di loci che comprendono.
In casi esaminati negli ultimi anni, i campioni probatori da scene del crimine spesso producono profili del DNA incomplete o parziali. Quantità limitate di DNA, degradazione del campione, o la presenza di inibitori (contaminanti) possono rendere impossibile determinare il genotipo ad ogni locus. In alcuni casi il test non fornisce alcuna informazione circa il genotipo di un particolare locus; in alcuni casi uno dei due alleli in un locus sarà "drop out" (non è identificabile). Poiché i profili parziali contengono un minor numero di marcatori genetici (alleli) rispetto alle schede complete, è più facile che vi siano coincidenze casuali. La probabilità di una corrispondenza casuale è più alta per un profilo parziale rispetto a un profilo completo.
Un'ulteriore complicazione è che i campioni probatori sono spesso miscele. Poiché può essere difficile dire quali alleli sono associati con il suo contributore in un campione misto, ci sono spesso molti profili diversi (non solo uno) che potrebbero essere coerenti con un campione misto. Perché così tanti diversi profili possono essere coerenti con una miscela, la probabilità che un non-contribuente possa, per coincidenza, essere "incluso" come un possibile contributore per la miscela è di gran lunga superiore nel caso di una miscela che nel caso di un campione puro.

Egli dimostra poi come il rischio di coincidenze falsi aumenti quanto più ampio è la base di ricerca e richiama espressamente il caso di ricerche svolte su base familiare:
The key questions raised by familial searches, from a civil liberties perspective, are how often they lead to testing of innocent people-i.e., people who do not have the matching profile-and how often they might falsely incriminate innocent people through coincidental matches. Familial searching may increase the number of people falsely incriminated by coincidental matches because it increases the effective size of the population subject to genetic monitoring. The larger the effective size of the database, the greater will be the likelihood that one of those innocent people will be identified.
Il problema è che nel caso in cui più DNA sono mescolati fra di loro, non si riesce a scinderli nettamente, ma si lavora su frammenti molto piccoli, il cui valore probatorio può essere espresso solo sul piano statistico; è un po’ come se invece di dover ricercare una targa precisa, si disponesse dei singoli numeri e da essi si dovesse risalire alla targa originaria stabilendo quale è la combinazione più probabile. Il problema è tanto complesso che si sono dovuti proporre nuovi modelli statistici.
Scrivono Christopher D. Steele and David J. Balding in Statistical Evaluation of Forensic DNA Profile Evidence, novembre 2013:
http://www.annualreviews.org/doi/pdf/10.1146/annurev-statistics-022513-115602
“La valutazione del peso delle prove per profili di DNA forensi è stata oggetto di controversie fin dalla loro introduzione oltre 20 anni fa. Sono stati compiuti notevoli progressi per i profili di DNA standard, ma sono emerse nuove problematiche negli ultimi anni con l'avvento delle tecniche di profiling più sensibili, consentendo profili da recuperare da minuscole quantità di DNA eventualmente degradato. Questi profili di DNA a basso riscontro soffrono di effetti stocastici avanzati, tra cui dropin, dropaut and stutter, che pongono problemi per la valutazione del profilo del DNA. … Occorre servirsi di metodi che usano la presenza-assenza di allele e quelli che utilizzano altezze dei picchi di elettroferogramma, concentrandosi sul rapporto di verosimiglianza, come misura di peso probatorio”.

È chiaro quindi che la prova non può essere fornita con valutazioni a braccio ma che occorrono persone specializzate al massimo livello, che dimostrino di saper usare tutte le tecnologie più avanzate e che siano in grado di fornire un preciso dato statistico (90% o 99,9%?) sul valore probatorio delle coincidenze riscontrate. Un conto è eseguire un accertamento su di un cucchiaio di sperma (cosa che ormai ogni laboratorio di polizia può fare), altra cosa è ricercare uno sconosciuto entro un vastissima popolazione, partendo da scarso materiale inquinato e deteriorato.
È poi ovviamente necessario disporre di materiale sufficiente per fare adeguate nuove analisi.
In mancanza di ciò è inutile andare avanti perché elementi vaghi di sospetto (il sospettato era in zona, da ragazzo guardava le ragazze, ecc.) non servono per costruire una accusa.

(23 settembre 2014)

Leggo ora che la perizia eseguita dal genetista universitario Giorgio Porterà ha stabilito che per due anni la giustizia è corsa dietro alle farfalle perché ha fatto fare accetamenti distruttivi senza i dovuti avvisi ad eventuali indagati, perché gli accertamenti sono stati sbagliati confondendo il DNA della vittima con quello di un ignoto, perché si è creduto di trovare una corrispondenza fra questo ignoto e l'attuale indagato mentre mancava ogni corrispondenza significativa. Come dire che sono corsi dietro alle farfalle ed hanno preso .. un pugno di mosche! Ora come unica prova avrebbero dei vaghi filmati da cui forse si potrà concludere che si vede proprio il furgone dell'indagato là dove non doveva essere.

Che il caso sarebbe finito cosi, come tanti altri, lo avevo già scritto il 23 settembre 2014; non sono esperto di DNA, ma conosco abbastanza il metodo con cui si fanno le indagini (le ho fatte solo per 40 anni!) per sapere che la prova del DNA in un caso complesso non può essere affidata ai laboratori di polizia.
Ma è concepibile che non ci arrivino i pubblici ministeri, incaricati per legge di dirigere le indagini, i quali insistono a credere che certe perizie, come ad esempio quelle sui residui di sparo o sulla comparazione di proiettili, le possa fare anche una scimmia ammaestrata a battere i tasti di una macchina?
A me, per capire il problema del DNA è bastata una ricerca di venti minuti in Internet; visto che io non sono un genio, come considerare chi ci ha impiegato due anni?
(29 gennaio 2015)

Leggo ora che si è scoperto che il filmato il quale dimostrebbe come il fugone del Bossetti fosse nella zona del sequestro della ragazzina sia solo una costruzione del RIS che non dimostra un bel nulla e che il RIS lo ha diffuso alla stampa d'accordo con il PM a fini mediatici; vale a dire per far bella figura e per influenzare l'opinione pubblica, di cui ovviamente fanno parte giudici e giurati!
Sono condotte inconcepibili che possono portare la Corte Europea ad annullare una sentenza di condanna per violazione dei diritti umani e che in paese serio comporterebbero lo spostamento del processo per legittima suspicione, con sostituzione della pubblica accusa che ormai pare disposta ad usare qualsiasi mezzo pur di ottenere una condanna. Ma i Procuratori Generali non hanno proprio la funzione di controllare che non si verifichino queste cose, oppure fanno solo i discorsi di inaugurazione?

Il che conferma quanto ho scritto fin dall'inizio; o regge la prova del DNA oppure tutto il resto è solo il disperato tentativo creare un castello di indizi vaghi, che mai potranno arrivare a dignità di prova.
(15 febbraio 2016)

Source: Il caso Yara Gambirasio e il DNA



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 10/07/2016, 18:04 
"Bossetti e Yara? Solo marketing". Giordano a sciabolate: "Vi svelo l'orrore. E vi dico chi sono i pirla"

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Pubblichiamo Posta prioritaria, la rubrica in cui Mario Giordano risponde alla lettera di un lettore.

Caro Giordano, non sono un grafomane e non voglio assillarLa con mie missive, ma la sentenza Bossetti m’ha fatto imbestialire: passino le bischerate tipo il filmino artefatto del furgoncino, le varie incongruenze, le indagini a senso unico eccetera, ma quella del Dna è davvero indecente. Ma così si va avanti in Italia, tomba del diritto. Uno dei concetti fondamentali della statistica, infatti, è che meno sono le replicazioni di un test, maggiore è il possibile errore e minore l’attendibilità del dato. Nel caso del processo Bossetti la prova principe si è basata su una singola e non ripetibile rilevazione di un Dna, quindi una «prova» con errore statistico infinito. Aggiungerò che se da ex-referee di riviste scientifiche mi fosse pervenuta per pubblicazione una ricerca basata su metodica con «reagenti scaduti» l’avrei respinta con una doverosa dose di sarcasmo. Evidentemente in campo giudiziario vigono regole ignote agli umani.

Andrea Vaccari
Chiavari (Ge)

Le regole in vigore in questo caso, caro Andrea, sono sempre state chiare: c’è una ragazzina ammazzata, un delitto brutale, una violenza che scuote l’Italia. Urge trovare un mostro. La fretta con cui fu annunciato (dal ministro Alfano) l’arresto di Bossetti, quasi prima che fosse vero, dimostra che per capire questa vicenda non bisogna seguire le logiche del diritto (che sono state in ogni modo calpestate) ma quelle della comunicazione (che hanno invece trionfato). Così si spiegano le immagini della cattura in presa diretta, i filmati della Procura appositamente taroccati, le continue fughe di notizie irrilevanti dal punto di vista penale ma studiate a tavolino per cucire addosso al muratore l’immagine del «mostro». «Bossetti va dall’estetista», «Bossetti si cura le sopracciglia», «Bossetti guardava i video porno di Internet», «Bossetti scrive lettere d’amore», etc: quante volte avete sentito «notizie» come questa? E allora? Curarsi le sopracciglia o farsi la lampada possono essere prove di colpevolezza? O sono solo dettagli che servono a influenzare il giudizio dell’opinione pubblica contro di lui? La storia del processo Yara è tutta qui: è stata presa una persona, la si è sbattuta in galera, e non avendo prove si è fatto di tutto per far passare l’idea della sua colpevolezza. È un paradosso, ma la verità non interessa a nessuno. La giustizia nemmeno. Questo è un caso che non troverà mai spazio nei corsi di diritto. Ma andrà studiato nei corsi di comunicazione come grande esempio di marketing giudiziario dei magistrati. E di pirlaggine di noi giornalisti.

di Mario Giordano

Source: Mario Giordano: processo Bosse... - Sfoglio - Libero Quotidiano



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 10/07/2016, 19:44 
Come mai il "garantista" Berlusconi non prende posizione in merito a questo processo,dato che ha fatto 20 anni di inveire contro di Magistrati per le sentenze sbagliate contro di lui ed il suo partito?. [:306]


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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 10/07/2016, 19:58 
... semplice (quanto elementare): perché ne ha abbastanza lui! [:304]



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 10/07/2016, 20:39 
Ufologo 555 ha scritto:
... semplice (quanto elementare): perché ne ha abbastanza lui! [:304]

E' più semplice dire che non erano obiettivi solo verso le inchieste che riguardavano lui. [:246]


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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 10/07/2016, 20:41 
[:264] ... l'hai detto tu! [:D]



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 10/07/2016, 20:53 
Quando si dice che la miglior difesa è l'attacco [:)]



E il PM usa Yara per attaccare Berlusconi

Cose da pazzi. Incredibile. Il pm del caso Yara fa una conferenza stampa sugli sviluppi delle indagini, e che fa? Attacca Berlusconi e la riforma della giustizia.
Arrivare a strumentalizzare addirittura il caso di Yara è una
vergogna nazionale.

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dr. Massimo Meroni, PM
E’ incredibile. Pensavamo di aver visto di tutto, ma evidentemente no. Non è così. Il pubblico ministero del caso Yara, Massimo Meroni, oggi ha tenuto una conferenza stampa sugli ultimi sviluppi del caso della tredicenne di Brembate. E cosa ha pensato di fare? Si è scusato per la totale e manifesta incapacità di chi ha condotto e svolto le indagini? Ha finalmente annunciato di avere prove concrete sull’assassino di Yara? No. Ha attaccato Berlusconi e la riforma della giustizia del governo.

Vi sembra possibile? E’ una cosa da pazzi. Strumentalizzare la vicenda Yara, che tanto ha toccato l’intera opinione pubblica, per attaccare Berlusconi è davvero troppo. Il pubblico ministero ha addirittura avuto il tempo di mettersi a fare un disegno, riprendendo quelli ormai celebri fatti da Berlusconi in occasione della presentazione della riforma. Ha voluto, quindi, dimostrare che soltanto ora la giustizia “è giusta”. Mentre con la riforma di Berlusconi le cose cambieranno. In peggio, secondo il pm.

E’ davvero raccapricciante. Non è difendibile questa situazione.



Postato 16th March 2011 da Pierre Barilli

Source: E il PM usa Yara per attaccare Berlusconi | #blogfidentino



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MessaggioInviato: 14/07/2016, 12:10 
Massimo Bossetti come capro espiatorio:

https://www.youtube.com/watch?v=TCb_DGoSyxE


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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 05/08/2016, 22:48 
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Non sono stati forniti alla difesa i video delle telecamere dislocate lungo il tragitto di Bossetti in quanto non vi sarebbe niente di importante.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 07/08/2016, 18:52 
Sono ansioso di poter leggere le motivazioni della condanna che spero non arrivi dopo 2 anni come in altri casi precedenti.
La difesa è in attesa di queste motivazioni per poter presentare ricorso in cassazione, ma mi sà che si temporeggia per lasciar marcire il Bossetti in carcere dimenticato dalla pubblica opinione.

Intanto io ogni tanto continuo a pubblicare qualcosa per non lasciar cadere nell'oblio questo caso di malagiustizia.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 08/08/2016, 21:26 
Wolframio ha scritto:
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Non sono stati forniti alla difesa i video delle telecamere dislocate lungo il tragitto di Bossetti in quanto non vi sarebbe niente di importante.


Pensandoci bene probabilmente di telecamere ce ne saranno state oltre a quelle nei dintorni della palestra, anche lungo il tragitto che porta a casa il Bossetti e magari anche nel viale dove posteggia il furgone davanti alla sua abitazione.

Se in queste telecamere il Bossetti non compariva nell'orario della scomparsa di Yara, credete che la procura non le abbia usate e sbandierate come ulteriore prova?.

Posso ritenere che il rifiuto di consegnare i video alla difesa con una scusa cosi idiota, si voglia nascondere che Bossetti a quell'ora sia rientrato a casa come tutte le sere e che quindi non avrebbe potuto rapire la ragazzina, seviziarla ed abbandonarla nel campo di Chignolo?.

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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 11/09/2016, 21:57 
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Domenica 11 settembre 2016

Fulvio Gambirasio: «Desidero vedere il sorriso di Yara sul volto degli altri bimbi»


«Il mio sogno è che tra qualche anno, il 51% delle persone associ al nome di Yara ai progetti dell'associazione e ai risultati ottenuti per non far spegnere i sogni sportivi dei ragazzi di famiglie in difficoltà e solo il 49% alla tragedia che le è capitato». È questo il desiderio espresso da Fulvio Gambirasio, papà di Yara, e il fine ultimo dell'associazione creata per ricordare la piccola figlia. Una serie di iniziative e di progetti che l'associazione «La passione di Yara onlus» vuole portare avanti grazie alla generosità e ai gesti di tanti bergamaschi e non solo. E sono proprio gli attestati di stima che la famiglia Gambirasio riceve quotidianamente ad aiutarli ad andare avanti dopo la tragedia. Tra i progetti anche un concorso per la realizzazione del logo dell'associazione per gli studenti delle scuole medie. Fulvio ancora una volta ribadisce la volontà di rimanere fuori dal circo mediatico del processo e ribadisce il vero motivo di vita e cioè di poter rivedere il sorriso di Yara sul viso di altri bambini.

Source: Fulvio Gambirasio: «Desidero ...bi» - Video Brembate di Sopra



Si capisco, ma il sorriso ai figli di un padre condannato all'ergastolo chi glie lo ridà?.
Prima si condanna e si manda all'ergastolo, poi le motivazioni della sentenza quanto ci impiegano a scriverle?. Mesi, anni?.
Intanto non si può ricorrere al secondo grado ed un possibile innocente rimane in cella mentre la sua famiglia tira a campare senza un reddito.
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