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Grigio
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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 24/05/2017, 19:25 
dal giornale oggi

Sulla felpa di Yara potrebbe esserci la prova che il corpo della povera ragazza non è rimasto per tre mesi nel campo di Chignolo, come sostenuto dall'accusa nel processo contro Massimo Bossetti. Lo riferisce il settimanale OGGI, nel numero in edicola da domani, basandosi sulla relazione medico-legale (470 pagine) sulla quale l’anatomopatologa Cristina Cattaneo lavorò dal 28 febbraio all’11 agosto 2011 prima di consegnarla alla Procura.

Su quella felpa, indossata sotto il piumino e sopra la maglietta, mancano due importanti elementi: le lacerazioni provocate dagli animali, in particolare i roditori, e la polvere di ossido di calcio. Elementi che invece sono presenti sul piumino, la maglietta azzurra, i leggins e i calzini che Yara indossava quando scomparve, la sera del 26 novembre 2010. Tutti presentano segni evidenti del passaggio di animali e della polvere di calce.

Perché, chiede il settimanale, da questa aggressione si è salvata solo la felpa? Se fosse presa in considerazione una ipotesi alternativa a quella ufficiale, cioè se dopo la morte a Yara fossero stati sfilati il giubbino, la felpa e addirittura le scarpe e fosse stata rivestita prima dell'abbandono in quel campo, cambierebbe lo scenario ricostruito dagli inquirenti. E crollerebbe una delle colonne portanti dell’Accusa.

Le tabelle illustrative sulle lesività rilevate sugli abiti della vittima, che OGGI pubblica, dimostrano che le lesioni tafonomiche (cioè le lesioni causate da agenti esterni all’organismo dopo la morte) compaiono due volte sul piumino, 11 sulla maglietta, sette sui pantaloni e due volte sulle calze.

L’unico indumento a salvarsi è stata la felpa. Non appare una sola lacerazione. Figurano solo lesioni da taglio. Inoltre sulla felpa non c’è una sola traccia di sangue, neppure nel punto corrispondente a quello della maglietta (il fianco destro) intriso di sostanza ematica. Se i due indumenti fossero stati indossati assieme dovrebbero essere macchiati nello stesso punto.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 24/05/2017, 20:50 
Ci sarebbe anche questa


La sentenza di primo grado dice che sono macchie. Ma la relazione del Ris dice chiaramente che si tratta di sangue. Il cui Dna è quello della vittima. Come rivela il settimanale Oggi in edicola




Yara Gabirasio, malgrado indossasse le scarpe e soprattutto malgrado non avesse ferite ai piedi come accertato dall’autopsia, aveva le calze sporche del suo sangue. Lo rivela la relazione del Ris, contenuta tra le 69 mila pagine del fascicolo del processo Bossetti, di cui parla un articolo del settimanale Oggi in edicola dall’11 maggio. Un nuovo mistero che spariglia ancora una volta le carte nel processo a Massimo Giuseppe Bossetti



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 09/06/2017, 20:09 
Caso Yara: nuovi dettagli sul fratellastro segreto di Bossetti
Il figlio di Guerinoni potrebbe essere coinvolto nellʼomicidio della tredicenne

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http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/ ... 702a.shtml



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 09/06/2017, 20:23 
e che è beautiful [:246]



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 16/06/2017, 21:56 
Massimo Bossetti, la mossa estrema: "Se è vero che quel Dna è mio..."


16 Giugno 2017


"Fatemi vedere che quel Dna è mio in una perizia con i miei avvocati e taccio per sempre", ha detto Massimo Bossetti all'avvocato Claudio Salvagni che gli ha fatto visita in carcere a Bergamo. Il processo d'Appello, davanti ai giudici della prima sezione, inizierà il prossimo 30 giugno a Brescia e qui la difesa è pronta a smontare un processo di primo grado che ha portato a "una condanna ingiusta" e che "ha negato all'imputato la perizia sul Dna". Anche la procura di Bergamo ha impugnato la sentenza, ma solo per l'accusa di calunnia (da cui è stato assolto) nei confronti di un collega su cui Bossetti cercò di sviare le indagini.



La difesa di Bossetti ha depositato a Brescia i motivi aggiunti del ricorso contro la condanna di primo grado all'ergastolo del carpentiere di Mapello accusato di aver ucciso la Yara Gambirasio, 13 anni, scomparsa da Brembate il 26 novembre 2010. Sono 102 le nuove pagine che si aggiungono alla già corposa richiesta di appello - 258 pagine depositate a novembre - contro la sentenza emessa lo scorso 1 luglio dai giudici di Bergamo.

Il pool difensivo ha rimarcato l'inconsistenza degli elementi contro l'imputato: dal movente all'alibi, dalle testimonianze ai fotogrammi sul furgone, fino al Dna pilastro dell'accusa e traccia genetica anomala per la difesa. E in quella traccia mista della vittima e dell'imputato trovato sul corpo della 13enne, sulla corrispondenza del Dna nucleare di Bossetti ma sull'assenza del Dna mitocondriale dell'imputato che ruota l'intero caso.


http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... empre.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 29/06/2017, 13:04 
Denti, il criminologo di Bossetti: “Quello di Yara è stato un delitto in ambito giovanile”


“C’è voglia di non raggiungere la verità e non tutelare gli italiani”. Non ha usato mezzi termini Ezio Denti, consulente del pool difensivo di Massimo Giuseppe Bossetti


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“C’è voglia di non raggiungere la verità e non tutelare gli italiani”. Non ha usato mezzi termini Ezio Denti, consulente del pool difensivo di Massimo Giuseppe Bossetti, nel commentare l’avvio del processo d’appello nei confronti del muratore di Mapello in programma il 30 giugno.

Ai microfoni di “Legge o Giustizia”, format condotto da Matteo Torrioli sui Radio Cusano Campus, Denti ha detto: “Noi siamo convinti di quello che stiamo facendo. Speriamo bene ovvero che il 30 ci sia una risposta positiva sulla richiesta di nuova perizia del DNA. In primo grado, purtroppo, non abbiamo potuto fare nulla, neanche le perizie sui reperti. L’avv. Claudio Salvagni ha detto una cosa giustissima: non si vuole arrivare alla verità. Bossetti ha bisogno di avere una certezza. Rispetto la scienza ma non si può decidere della vita di una persona solo su questi indizi. Non c’è nulla che possa legare quest’uomo a questo omicidio”.

Per l’appello la difesa ha in serbo alcune novità: “Ci sono tante novità, abbiamo mantenuto massimo riserbo. Non abbiamo neanche fatto copie della richiesta d’appello per evitare che andassero all’esterno. Ci sono elementi già conosciuti e che la Procura non lo ha trattato e che sarebbero sufficienti per nuovo filone d’indagine. Sono sempre convinto che quello di Yara Gambirasio sia un omicidio in ambito giovanile”.

Il presidente della Corte d’assise d’appello di Brescia ha vietato riprese video, audio e fotografiche nell’aula dove si svolgerà il processo. “Se le telecamere fossero entrate in tutte le udienze del primo grado gli italiani sarebbero stati informati sull’accaduto. Invece c’erano giornalisti che riportavano informazioni sbagliate. Ci siamo dovuti difendere prima dai giornalisti e poi dal resto. Abbiamo avuto condizioni particolari e tutti gli italiani non avrebbero avuto dubbi sul cercare di aiutare Bossetti. I giudici pensano che verrebbero fatti a pezzi se potessero entrare le telecamere”.





Denti, il criminologo di Bossetti: “Quello di Yara è stato un delitto in ambito giovanile”


“C’è voglia di non raggiungere la verità e non tutelare gli italiani”. Non ha usato mezzi termini Ezio Denti, consulente del pool difensivo di Massimo Giuseppe Bossetti


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“C’è voglia di non raggiungere la verità e non tutelare gli italiani”. Non ha usato mezzi termini Ezio Denti, consulente del pool difensivo di Massimo Giuseppe Bossetti, nel commentare l’avvio del processo d’appello nei confronti del muratore di Mapello in programma il 30 giugno.

Ai microfoni di “Legge o Giustizia”, format condotto da Matteo Torrioli sui Radio Cusano Campus, Denti ha detto: “Noi siamo convinti di quello che stiamo facendo. Speriamo bene ovvero che il 30 ci sia una risposta positiva sulla richiesta di nuova perizia del DNA. In primo grado, purtroppo, non abbiamo potuto fare nulla, neanche le perizie sui reperti. L’avv. Claudio Salvagni ha detto una cosa giustissima: non si vuole arrivare alla verità. Bossetti ha bisogno di avere una certezza. Rispetto la scienza ma non si può decidere della vita di una persona solo su questi indizi. Non c’è nulla che possa legare quest’uomo a questo omicidio”.

Per l’appello la difesa ha in serbo alcune novità: “Ci sono tante novità, abbiamo mantenuto massimo riserbo. Non abbiamo neanche fatto copie della richiesta d’appello per evitare che andassero all’esterno. Ci sono elementi già conosciuti e che la Procura non lo ha trattato e che sarebbero sufficienti per nuovo filone d’indagine. Sono sempre convinto che quello di Yara Gambirasio sia un omicidio in ambito giovanile”.

Il presidente della Corte d’assise d’appello di Brescia ha vietato riprese video, audio e fotografiche nell’aula dove si svolgerà il processo. “Se le telecamere fossero entrate in tutte le udienze del primo grado gli italiani sarebbero stati informati sull’accaduto. Invece c’erano giornalisti che riportavano informazioni sbagliate. Ci siamo dovuti difendere prima dai giornalisti e poi dal resto. Abbiamo avuto condizioni particolari e tutti gli italiani non avrebbero avuto dubbi sul cercare di aiutare Bossetti. I giudici pensano che verrebbero fatti a pezzi se potessero entrare le telecamere”.

http://www.bergamonews.it/2017/06/27/de ... le/258337/



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 29/06/2017, 18:43 
Mi scuso per il duplicato qui sopra, mi accorgo solo ora.


Avv.Bossetti: il 24/1 corpo non era lì
'Lo dimostra foto satellitare, ingaggiato Peter Gill'

(ANSA) - MILANO, 29 GIU - La difesa di Massimo Bossetti, condannato all'ergastolo in primo grado per l'omicidio della 13enne Yara Gambirasio, ha prodotto nei motivi aggiunti dell'atto d'appello "una fotografia satellitare scattata il 24 gennaio 2011 che ritrae la zona del campo di Chignolo d'Isola dove successivamente, il 26 febbraio, è stato trovato il corpo della ragazzina, ma il cadavere quel giorno di fine gennaio non era là". A questo punto, spiega il legale Claudio Salvagni, "la sentenza va riscritta, perché l'accusa e i giudici hanno sostenuto che Yara scomparve e venne uccisa il 26 novembre 2010 e il cadavere restò in quel campo per tre mesi". Il nuovo elemento portato dalla difesa del muratore, è stato depositato lo scorso 15 giugno alla Corte d'assise d'appello di Brescia, dove domani inizierà il processo di secondo grado. La foto accompagna la richiesta della difesa di una maxi perizia su più elementi, tra cui il Dna. Come consulente i difensori hanno ora ingaggiato Peter Gill, uno dei 'padri' della genetica forense.


http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews ... eece3.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 30/06/2017, 21:26 
Guarda su dailymotion.com


La vedo molto male per Bossetti.
Cane non mangia cane



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 08/07/2017, 20:42 
BOSSETTI, CLAMOROSO! LA FOTO CHE LO SCAGIONA ERA STATA NASCOSTA DAGLI INVESTIGATORI: LA DENUNCIA DEI DIFENSORI DEL MURATORE IN CARCERE DA PIÙ DI 3 ANNI

luglio 8, 2017
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Giangavino Sulas per ‘Oggi

Una foto satellitare e un esperimento giudiziale sulla degradazione del Dna nel campo di Chignolo possono salvare Massimo Bossetti e scompaginare l¹inchiesta sull¹omicidio di Yara Gambirasio. «Non sono le carte della disperazione. Sono due decisioni che chiediamo alla Corte di Brescia per fare chiarezza su una tragica vicenda piena di dubbi, misteri e contraddizioni», dicono i difensori del muratore di Mapello.


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«Il vero colpo di scena in questo processo per l¹omicidio di Yara non è tanto il ritrovamento di una immagine satellitare del campo di Chignolo, risalente al 24 gennaio 2011, nella quale non appare il corpo della ragazza, ma il fatto che della stessa fotografia la Procura di Bergamo fosse già in possesso e ne abbia sempre negato l¹esistenza impedendo alla difesa di Bossetti di prenderne visione. Ce l¹hanno nascosta. Salta fuori solo quando hanno saputo che l¹avevamo. Come mai non era nel fascicolo del processo e neppure in quello del Pm Letizia Ruggeri? Ecco perché io oggi posso insinuare che in questa inchiesta ci sia stato un depistaggio».

La foto satellitare rischia di scompigliare il processo per due motivi. Il primo: Pm e Scientifica sostengono che Yara sia morta nel campo di Chignolo la stessa sera in cui scomparve, il 26 novembre del 2010. Bossetti l¹avrebbe abbandonata lì in fin di vita. Ma se un mese prima del ritrovamento, di quel corpo nel campo non c¹è traccia, l¹impianto accusatorio salterebbe per aria. Secondo: come sarebbe stato possibile, per Bossetti, nascondere per almeno due mesi – dal 26 novembre 2010 al 24 gennaio 2011 – il cadavere della sua vittima?

«MASSIMO È UNA VITTIMA SACRIFICALE»

Claudio Salvagni, difensore con Paolo Camporini di Massimo Bossetti, alla vigilia del processo d¹Appello l¹aveva annunciato: «La mia non sarà un¹arringa polemica. Sarà violenta. Darò sfogo alle convinzioni che ho maturato in questi anni. Bossetti è una vittima sacrificale. È finito in un tritacarne giudiziario».

E perché il suo concetto sia chiaro, ricorda due episodi storici della cronaca: «La cartuccia inesplosa di una pistola calibro 22 trovata luccicante, durante una perquisizione, nell¹orto di Pietro Pacciani, presunto Mostro di Firenze, condannato a sette ergastoli in primo grado e assolto in Appello, e il lamierino di un ordigno esplosivo lasciato in una chiesa da Unabomber che era diventato la prova contro l¹ingegner Elvo Zornitta. Furono i consulenti della difesa a salvare Zornitta scoprendo che era stato rimaneggiato da un poliziotto, poi condannato, con un paio di forbici sequestrate proprio in casa dell¹imputato così da dimostrare chi aveva confezionato quell¹ordigno».

«SE CI FOSSE IL CADAVERE SI VEDREBBE»



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FOTO SATELLITARI CHIGNOLO


Due episodi che fanno capire il clima rovente che si respira in Corte d¹Assise d¹Appello a Brescia, malgrado i richiami alla calma e alla serenità del presidente Enrico Fischetti. L¹Accusa ha chiesto per Bossetti la conferma dell¹ergastolo e sei mesi di isolamento diurno per la calunnia nei confronti di un collega. Ma quali sono le carte della Difesa?

I difensori attaccano l¹impianto accusatorio su tre fronti. Il deposito agli atti di una fotografia di un satellite commerciale americano passato sul campo di Chignolo il 24 gennaio 2011, quando Yara era scomparsa misteriosamente da quasi due mesi. «Questa immagine dimostra che il corpo di Yara non era in quel campo in quella data», dice Salvagni, «Quindi la ragazza non è stata uccisa a Chignolo, come sostiene l¹Accusa. La vittima per due mesi è stata altrove.

È la conferma delle dichiarazioni fatte dagli elicotteristi della Protezione civile che, per cercare Yara, si alzavano dalla pista del Volo a vela di Valbrembo ed erano costretti a passare sul campo di Chignolo, un corridoio obbligato essendo proibito volare sui centri abitati. Elicotteristi mai sentiti dalla Procura. Possiamo immaginare che Bossetti abbia tenuto nascosto per due mesi il corpo di Yara? Oppure bisogna scarcerarlo e rifare il processo?».



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A scoprire l¹immagine satellitare del campo di Chignolo è stato il blogger milanese Gianluca Neri, oggi sotto processo (sentenza prevista il 17 luglio) per accesso abusivo a sistemi informatici e violazione della privacy in relazione alla tentata diffusione di alcune fotografie di una festa privata di Elisabetta Canalis nella villa di George Clooney. Neri è impegnato nella realizzazione di un documentario in otto episodi sull¹omicidio di Yara che si intitolerà Unknown 1 (Ignoto 1) e di un libro, entrambi pronti fra un anno.

«È stata scattata dal satellite commerciale americano WorldView alle 10.41, Zulu time, che in Italia corrispondono alle 11.41», dice Neri a Oggi: «La risoluzione va dai 20 ai 30 cm per pixel, molto buona per un satellite non militare, visto che avevo cercato anche immagini dai satelliti militari, ma le loro fotografie sono secretate. Si notano i cespugli uno per uno. Ho una certezza: se ci fosse il corpo di Yara lo vedremmo».

I difensori di Bossetti mostrano, con una animazione, una sovrapposizione di questa immagine con il video del campo di Chignolo fatto dalla polizia dall¹alto di una gru la mattina del 27 febbraio 2011, il giorno dopo il ritrovamento. Un video che oggi.it ha mostrato in anteprima e nel quale uno degli operatori chiede: «Ma secondo te è stata qui tre mesi o l¹hanno portata dopo?». Il collega ha una esitazione, poi risponde:«Te lo dico dopo».

Il secondo fronte d¹attacco della difesa è un esperimento giudiziale che nasce da una scoperta di Peter Gill, lo scienziato britannico considerato il padre delle ricerche sul Dna, con il quale Salvagni e il genetista Marzio Capra hanno avuto un lungo incontro a Londra. Peter Gill è stato esplicito: «In quelle condizioni di tempo, con pioggia, neve e umidità il Dna, dopo sei settimane, si degrada. Congelandosi e scongelandosi il profilo genetico non resiste per tre mesi, quindi dodici settimane, e non può essere considerato utile per una analisi seria».



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I difensori di Bossetti, prima ancora di chiedere la superperizia sul profilo genetico, chiedono quindi che venga fatto un esperimento giudiziale nel campo di Chignolo per verificare, se in condizioni climatiche analoghe a quelle dell¹inverno 2010-2011, il Dna possa conservarsi per tre mesi come è successo con quello di Ignoto 1.

Contemporaneamente Salvagni e Camporini chiedono alla Corte l¹audizione di Peter Gill in aula: «Lo scienziato britannico è pronto a venire a Brescia per illustrare i risultati dei suoi studi. Se l¹esperimento giudiziale ci desse ragione, come riteniamo, qualcuno dovrà spiegarci da dove è arrivato quel Dna così abbondante e di ottima qualità», aggiungono.

La terza carta è la superperizia: «Siamo convinti che quel profilo genetico non appartenga a Bossetti. E anche l¹Accusa ha mostrato incertezze se in primo grado ha sostenuto che doveva trattarsi di liquido seminale e invece a Brescia è diventato una traccia di sangue».

Quanto all¹Accusa, mentre a Bergamo il Pm Ruggeri aveva ammesso di non conoscere il movente e la dinamica dell¹omicidio, a Brescia il Sostituto procuratore Marco Martani ha ipotizzato che Yara e Bossetti si conoscessero almeno di vista («I loro sguardi si sono incrociati») e che quella sera, mentre tornava a casa, Yara avrebbe fatto cadere il cellulare rompendolo.

«Ecco perché non è mai stato ritrovato», ha detto Martani, «Proprio in quel momento passava Bossetti che si sarebbe fermato offrendo aiuto. Agli occhi della ragazza non era un personaggio allarmante, forse lo aveva visto in un cantiere con il padre. E sarebbe salita sul camioncino. Cosa è successo dopo ce lo può raccontare solo Bossetti. Ma non lo farà mai».


http://www.informazioneitalia.com/bosse ... iu-3-anni/


No no, c'è gente che non dovrebbe stare nei posti che occupano. Bossetti è finito tra le grinfie di autentici pazzi..



Guarda su youtube.com



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 09/07/2017, 02:18 
Questi 2 ultimi elementi sembrano abbastanza solidi da metter qualche pulce nelle orecchie... Chissà, speriamo che il buon bossetti se la cavi ma io temo che la sua vita sia ormai segnata.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 10/07/2017, 21:33 
Il mistero di Sarbit, morta come Yara: un fantasma può aiutare Bossetti

In appello evocato il caso della ragazza scomparsa nella stessa zona


di GABRIELE MORONI
Pubblicato il 10 luglio 2017

Brescia, 10 luglio 2017 - L'ultimo attacco per sottrarre Massimo Bossetti all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Oggi i difensori Claudio Salvagni e Paolo Camporini termineranno le loro arringhe chiedendo alla Corte d’Assise d’appello di Brescia quella che hanno già definito una decisione “coraggiosa”: l’assoluzione per il muratore di Mapello, in carcere dal 16 giugno del 2014. Una decisione che potrebbe passare anche per una perizia sul Dna rimasto sugli indumenti di Yara, la traccia genetica che ha consegnato Bossetti al carcere a vita. «L’imputato - ha detto Salvagni -, la chiede, la invoca: perché non ha paura».

I difensori (Salvagni sarà il primo a intervenire nella mattinata) parleranno del Dna e dedicheranno molto spazio alla ricostruzione medico legale dell’omicidio. Forti del parere di Peter Gill, uno dei luminari della genetica forense contemporanea, sosterranno la tesi della impossibilità che una traccia biologica di quella quantità e di qualità straordinariamente elevata possa essersi conservata su un corpo rimasto per tre mesi nel campo di Chignolo d’Isola, esposto all’umidità e a ogni tipo di intemperie. Sarebbe stato invece possibile in un ambiente caldo e asciutto. È stata chiesta l’audizione del professore inglese, oggi docente all’università di Oslo. Nell'ultima udienza la difesa ha evocato un fantasma. Lo aveva fatto in primo grado all’Assise di Bergamo, è tornata a insistere davanti ai giudici bresciani chiedendo di acquisire il fascicolo sulla morte di Sarbit Kaur, una ventunenne di origine indiana scomparsa un mese dopo Yara. Un caso di cui si era occupato il pm di Bergamo Letizia Ruggeri, archiviato come suicidio.

Sarbit si allontana dalla sua abitazione di Martinengo il 24 dicembre del 2010. È un venerdì come il 26 novembre, quando Yara è stata inghiottita dalla notte bergamasca. Lascia la sua auto, una Honda Jazz blu, parcheggiata con le portiere chiuse all’ingresso dell’“Oasi verde”, un grande parco attrezzato che si estende su entrambe le sponde del Serio. Il corpo di Sarbit viene ritrovato sei giorni dopo, il 30 dicembre, a una ventina di chilometri di distanza, a Cologno, sul greto del Serio. È in posizione prona. Ha una profonda ferita alla testa e due tagli all’altezza dei polsi che secondo i legali di Bossetti sono molto simili a quelli inferti dall’assassino, con crudeltà e precisione chirurgica, alla piccola Gambirasio. Il volto è segnato da una grossa ecchimosi. Una gamba fratturata. Alcune escoriazioni. Gli slip abbassati. I calzoni a un paio di metri dal cadavere. L’autopsia certifica il decesso per annegamento. La famiglia Kaur non ha mai creduto al suicidio. Il 14 luglio le repliche delle parti. Il 17 la Corte si ritirerà per una camera di consiglio che si annuncia molto lunga. Uscirà con la sentenza o con una ordinanza che disporrà la perizia e riaprirà il processo.

http://www.ilgiorno.it/bergamo/cronaca/ ... -1.3259859


Veramente in gamba questa qua
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Una che decide di suicidarsi si toglie i pantaloni e si cala le mutande, poi infierisce sul suo corpo e la fà finita.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 18/07/2017, 20:56 
Omicidio Yara, ergastolo per Bossetti. Provocazione Difesa: 'Se c'è Dna non si faccia processo'


Il muratore in lacrime. Gli avvocati: 'Ricorreremo in Cassazione'



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. © ANSA

Ergastolo per Massimo Bossetti. La Corte d'Assise d'Appello di Brescia ha confermato la condanna al muratore di Mapello per l'omicidio di Yara Gambirasio. Ricalcata in pieno la sentenza di primo grado.

"Che il Parlamento faccia una norma: se c'è il Dna non facciamo nemmeno il processo, che altrimenti è una farsa". E' la provocazione di Claudio Salvagni, uno dei difensori di Massimo Bossetti ai microfoni di 'Radio Anch'io'. Salvagni ha ribadito come, a suo avviso, l'esame del Dna "presenta numerose anomalie" e la procedura seguita "non ha rispettato" i criteri stabiliti dalla comunità scientifica internazionale.

Dopo la lettura della sentenza, Bossetti "ha pianto" nella gabbia degli imputati. L'avvocato Salvani, ha detto: "Si è assistito alla sconfitta del diritto. Siamo di fronte a un clamoroso errore giudiziario - ha affermato -. Se non ci fosse il Dna sarebbe un delitto perfetto. Invece c'è, dunque per me ci sono più dubbi che certezze. Questo è un dato e mi sembra che questo sia un processo più a difesa dell'indagine svolta che non per giudicare la colpevolezza o l'innocenza di un uomo".

I Legali di Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, subito dopo la lettura della sentenza hanno dato "per scontato" il ricorso in Cassazione. "Aspettiamo le motivazioni - hanno detto - ma il ricorso in Cassazione è scontato. Questa sera abbiamo assistito alla sconfitta della giustizia".

"Ho provato un grandissimo dolore a vedere mio figlio piangere": questa la reazione della madre di Massimo Bossetti, riferita all'ANSA dal legale della donna, Benedetto Maria Bonomo, dopo la conferma dell'ergastolo "Perché non vogliono rifare quel Dna? Potrebbe far superare molti dubbi" continua a chiedersi Ester Arzuffi.

http://www.ansa.it/lombardia/notizie/20 ... 958f3.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 18/07/2017, 21:03 
Ma veramente gli avvocati pensano di avere giustizia? Dopo un ministro della repubblica lo ha accusato in diretta tv? Dai su...



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 18/07/2017, 21:17 
MaxpoweR ha scritto:
Ma veramente gli avvocati pensano di avere giustizia? Dopo un ministro della repubblica lo ha accusato in diretta tv? Dai su...


Giá finché sta al governo l'alieno Alfa che minaccia mafiosamente i giùdici il povero Bossetti non uscirá dal carcere [:289]


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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 19/07/2017, 06:23 
Gli avvocati hanno detto che ricorreranno in Cassazione

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/ ... 702a.shtml



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