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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 19/07/2017, 11:32 
ma li in quelle zone cè un giro grosso, mi pare che sono tre oltre a yara e sarbit, pure un ragazzino fu trovato morto ho letto. un giro troppo potente e protetto, povero bossetti.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 19/07/2017, 13:40 
sottovento ha scritto:
Gli avvocati hanno detto che ricorreranno in Cassazione

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/ ... 702a.shtml


LA cassazione non entra nel merito a quanto ne so controlla solo il rispetto delle procedure...

xfabiox ha scritto:
ma li in quelle zone cè un giro grosso, mi pare che sono tre oltre a yara e sarbit, pure un ragazzino fu trovato morto ho letto. un giro troppo potente e protetto, povero bossetti.



Mah secondo e non è questione di giri, io penso che Yara sia stata uccisa in palestra per errore dalle compagne che la bullizzavano; probabilmente una di questa era figlia di un pezzo grosso della mala della zona e quindi hanno occultato prima il corpo per un pò poi lo hanno fatto ritrovare.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 19/07/2017, 14:35 
MaxpoweR ha scritto:
La cassazione non entra nel merito a quanto ne so controlla solo il rispetto delle procedure...


Notizia di ieri......
Cita:
Bossetti spera nella Cassazione. Il difensore: fiducioso
Ottimista l'avvocato Salvagni: "Le nostre tesi verranno accolte"


http://www.askanews.it/cronaca/2017/07/ ... 718_00174/



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 19/07/2017, 17:37 
sottovento ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
La cassazione non entra nel merito a quanto ne so controlla solo il rispetto delle procedure...


Notizia di ieri......
Cita:
Bossetti spera nella Cassazione. Il difensore: fiducioso
Ottimista l'avvocato Salvagni: "Le nostre tesi verranno accolte"


http://www.askanews.it/cronaca/2017/07/ ... 718_00174/


beh è l minimo, ci mancava solo che l'avvocato dicesse: "facciamo ricorso in cassazione ma so già come andrà a finire, non serve a nulla".



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 19/07/2017, 20:47 
Bossetti, condannato all'ergastolo per un atto di fede. Per questo la giuria si è spaccata



Giusta o sbagliata questa seconda condanna si regge su di un atto di fede: su un esame, cioè, che è stato compiuto solo nei laboratori dei Ris, in fase investigativa, che è stato compiuto in condizioni di non garanzia, che non è stato filmato, che secondo l'accusa non è addirittura più ripetibile perché il campione è stato esaurito durante le indagini


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di Luca Telese



Come si spiega la contraddizione tra l'apparente verdetto-fotocopia tra il primo e il secondo grado del processo Yara, e l'incredibile spaccatura nella giuria, con quindici lunghe ore di camera di consiglio prima di arrivare alla sentenza?

Che significato ha una discussione così prolungata per partorire una sentenza che, apparentemente, è identica alla prima? Semplice. Perché i dubbi emersi nel processo di primo grado sono stati ancora di più ingigantiti dal processo di secondo grado. E perché la richiesta forte della difesa, e dell'imputato - quella elementare di poter ripetere il test del DNA sul testo del campione conservato - avrebbe messo in crisi l'impianto accusatorio di tutto il processo.

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Giusta o sbagliata, infatti, questa condanna si regge su di un atto di fede: su un esame, cioè, che è stato compiuto solo nei laboratori dei Ris, in fase investigativa, che è stato compiuto in condizioni di non garanzia, che non è stato filmato, che secondo l'accusa non è addirittura più ripetibile perché il campione è stato esaurito durante le indagini. Anche questo è un bel paradosso: tra il primo e il secondo grado, infatti, malgrado la durezza delle due condanne all'ergastolo, si sono via via sgretolate tutte le prove indiziarie che servivano da sostegno all'accusa. È saltata la ricostruzione dei tempi ipotizzati dagli inquirenti. È diventata quasi incredibile la mancanza di un movente che l'accusa non ha mai definito.

Sono entrate in crisi le ipotesi investigative sui furgoni e sulle microsfere che i Ris sostenevano di aver ritrovato sui sedili. Non era stata mai trovata una sola prova della relazione e della conoscenza tra Yara e il muratore di Mapello. Ed ecco perché di fronte a questo quadro di contorno incerto e fumoso la divisione tra i giudici, popolari e togati, riguardava la richiesta numero uno messa in campo dai legali di Bossetti: la superperizia sul Dna. "Concedetemi la superperizia - aveva chiesto Bossetti nella sua ultima autodifesa- così posso dimostrare con certezza la mia estraneità ai fatti. Non posso essere condannato con un Dna anomalo, strampalato, dubbioso".

E qui iniziano tutti i problemi dell'accusa: i due campioni riconoscibili del cosiddetto Ignoto Uno - come ormai è noto - appartengono a due frammenti della mutandina di Yara: il famoso g20, quello su cui si trovava la percentuale più alta (in proporzione) di Dna, e un altro campione ritrovato sull'elastico. Ripetere la perizia su tutto il reperto - questo era il timore dell'accusa - avrebbe potuto dare un esito negativo: visto che questi due frammenti erano andati esauriti per i tanti test condotti dagli inquirenti, il rischio era che non si trovasse più alcuna traccia di ignoto numero uno.

Nei giorni dell'arringa, la difesa aveva avuto buon gioco a dimostrare, con delle slides dedicate campione per campione, con meticolosa precisione, tutte le anomalie nella raccolta delle tracce. In alcuni casi l'analisi era avvenuta con kit scaduti, in altri dopo la presenza di fattori contaminanti, in altri ancora con Intensità e quantità di fluido non abbastanza intensa.

Il genetista della difesa, Marzio Capra, non ha avuto difficoltà a dimostrare tutte queste approssimazioni, carte alla mano, risalendo ai ferogrammi, cioè ai tracciati originali degli esami. Ma non c'è stato nulla da fare. Mettere in discussione il DNA avrebbe significato togliere anche l'ultimo tassello di una costruzione accusatoria traballante e approssimata. Il processo era iniziato con l'accusa impegnata a sostenere che i tabulati provavano in maniera certa la presenza di Bossetti a Brembate (e il dibattimento ha dimostrato che data quella cella poteva il muratore poteva essere anche a casa sua), l'accusa diceva che il furgone era indubitabilmente quello di Bossetti (e la difesa ha dimostrato che non era vero), il Pm ha cercato in ogni modo di sostenere che non c'erano dubbi sul DNA, ma dalla stessa perizia dell'accusa è risultato che il DNA mitocondriale di Ignoro numero non corrisponde a quello di Bossetti.

Nel secondo grado avevano preso corpo tutti i dubbi già prodotti dalla perizia sul cadavere, sul luogo di conservazione del corpo. La testimonianza meticolosa e sicura del papà di una compagna di Yara - il signor Francese, l'ultimo che ha visto la ragazza viva - aveva spostato almeno alle 18.42 l'orario di uscita della ragazza dalla palestra. E in questo incontro Yara era ancora dentro i locali del centro sportivo di Brembate.

Ma questa datazione accorciava tutti i tempi immaginato dall'accusa. Bossetti avrebbe dovuto prelevare Yara (che secondo gli inquirenti non ha opposto resistenza) correre fino a Chignolo, martirizzarla, trascinarla in mezzo al campo, abbandonarla li agonizzante, e poi tornare indietro a tempo di record. Perché? Non precisare il movente per l'accusa è l'unico modo per non esporsi su un tema cruciale su cui non aveva trovato nessun riscontro: Yara e Bossetti si conoscevano? Bossetti aveva un movente sessuale? Esisteva una relazione tra i due?

L'unica cosa certa emersa dal dibattimento è che la ragazza aveva mangiato a casa, il giorno della scomparsa, non aveva cominciato con nessuno, non aveva mandato messaggi o sms (lo dicono le stesse perizie dell'accusa), non aveva comunicato sui social network. A parte Madre e sorella - dunque - non solo Bossetti, ma nessun altro, sapeva che la ragazza sarebbe andata in palestra a portare il suo stereo per le prove di un saggio di danza. Ma allora perché un quarantenne come Bossetti, la cui vita è stata passata ai raggi X, senza nessun precedente di reati sessuali, che conduceva una vita apparentemente regolare e noiosa, che non risponde a nessun profilo criminale conosciuto, avrebbe dovuto rapire la ragazza? Non indicare un movente e una dinamica di delitto ha permesso di non rispondere a questa domanda che avrebbe dovuto rappresentare il punto di partenza e non un dettaglio del processo.

Ecco perché, arrivati all'ultimo nodo del DNA i giurati evidentemente sono stati presi dal dubbio. Tra i giudici - otto, due togati e sei popolari - erano molte le domande senza risposta. La superperizia, dunque. Necessaria per la difesa, inutile per il procuratore generale Marco Martani (accusa) è diventata il terreno di scontro su cui sono precipitati tutti i dubbi sulle indagini che - come è noto - erano iniziate con l'arresto di un muratore Mohammed Fikri, che poi è stato prosciolto è considerato estraneo ai fatti.

La vicenda di Bossetti, però, non riguarda Bossetti. Riguarda i diritti di tutti noi: è la prima indagine in cui ci si fonda quasi esclusivamente sul DNA, la prima in cui si nega alla difesa persino l'accesso ai reperti. Pone un problema di diritti e di garanzie, perché in ogni caso è destinata a fare scuola: ecco perché - vedi Perugia - bisogna attendere la Cassazione per capire se sulla sentenza di ergastolo verrà davvero scritta la parola fine.



18 luglio 2017

http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/condanna-bossetti-atto-fede-telese/http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/condanna-bossetti-atto-fede-telese/



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 19/07/2017, 21:31 
Il solo fatto che per decretare la sentenza ci abbiano messo tante ore la dice lunga sulle perplessità che evidentemente avevano gli stessi inquirenti. Per questo dico che (forse), ha qualche speranza in Cassazione. Speranza non vuol dire certezza ma il tempo porta consiglio e quello che separa l'ultima sentenza dal ricorso in Cassazione magari aprirà gli occhi, o meglio risveglierà le coscienze di qualcuno. Questa vicenda per alcuni aspetti ricorda la storia di Enzo Tortora.
Cita:
Un innocente non può essere perseguitato da un magistrato accecato dalla convinzione di aver beccato il pollo, pur non avendo in mano una sola piuma

http://www.linkiesta.it/it/article/2016 ... -tv/30408/



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 21/07/2017, 19:29 
Feltri sulla condanna a Bossetti: "Ecco tutto quello che non quadra"


20 Luglio 2017


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Vittorio Feltri




Condannare un poverocristo è l' esercizio più facile del mondo, tanto è vero che le galere, in particolare quelle italiane, sono piene di gente con le pezze al culo. Massimo Bossetti si è beccato addirittura l' ergastolo in appello dopo esserselo beccato in primo grado, perché non è stato capace, per mancanza di mezzi, di opporsi ai panzer dell' accusa. La quale ha speso una vagonata di milioni allo scopo di smascherare colui che ha ucciso Yara nella pianura bergamasca, e si è fissata sul carpentiere avendone isolato il Dna, cui ha attribuito il valore di un dogma divino. Con questo ragionamento bigotto: se sulle mutandine della ragazzina è stata rintracciata una particella del muratore, significa che questi è l' assassino. La cieca fiducia dimostrata dai giudici nella scienza è lodevole.



Deplorevole invece la fiducia altrettanto cieca che essi continuano ad avere in chi maneggia strumenti scientifici.
Nel caso specifico, al prelievo del Dna e agli esami hanno contribuito i cosiddetti Ris, che non sono altro che carabinieri, brave persone, integerrime, utili, disponibili ma che con le provette e gli alambicchi dei laboratori non c' entrano un tubo. Difatti se un giovane spicca nella ricerca non si arruola nell' arma, ma rimane in Università. Come si fa allora a considerare i Ris infallibili, la bocca della verità alla quale attingere elementi illuminanti circa la soluzione di un giallo?
Di certo è importante disporre di ufficiali attrezzati in campo scientifico, ma è una follia pensare che il DNA da loro raccolto sia elevato a prova regina atta a sbattere un imputato nelle patrie galere per tutta la vita. Il quale imputato ha il diritto di chiedere la ripetizione degli accertamenti tecnici onde verificare non siano stati commessi degli errori. Gli esperti invece sostengono, col parere positivo della corte, che le vecchie e uniche analisi sono inconfutabili, per cui è superfluo ripeterle.

È una assurdità. Se un esame non è replicabile è un indizio vago, non una prova. Chi rischia l' ergastolo sulla base di una congettura merita di essere rispettato nelle sue richieste di conferma. Ma l' appello, per motivi misteriosi, ha respinto l' istanza del disgraziatissimo Bossetti. Se l' avesse accettata avrebbe fugato il dubbio che la vexata quaestio del DNA sia una bufala, un clamoroso granchio.

Come si giustifica l' ostinazione delle toghe a negare al carpentiere il sacrosanto desiderio di difendersi con qualsiasi documento? Non riusciamo a capirlo. Personalmente ho avuto una esperienza significativa. Alcuni anni orsono feci gli esami del sangue, roba routinaria, e con mia grande sorpresa vidi che i risultati erano sballati, quelli di un candidato a morte improvvisa. Li ripetei immediatamente e ne attesi l' esito con grande apprensione. Erano perfetti, certificavano uno stato di salute invidiabile. Eppure in entrambe le circostanze mi ero rivolto a specialisti di primo livello. Il problema è uno solo. In ogni categoria abbondano sia gli ottimi che i pessimi professionisti. Succede tra i geometri e gli ingegneri, tra i medici e gli infermieri, tra i giornalisti poi il numero dei cretini è esorbitante, pertanto supponiamo che vi siano dei pirla anche nelle caste dei magistrati e degli scienziati. Mia nonna affermava che l' ora del ******** piglia tutti. Perché dovrebbe risparmiare toghe e camici bianchi, inclusi quelli che coprono la divisa dei fedeli nei secoli? Ecco perché noi semplici cronisti siamo indignati che lo sfigato artigiano edile sia stato murato vivo senza avere la possibilità di difendersi appieno. Non è umano, non è civile, anche se conviene. Difatti se l' esame bis del DNA si rivelasse impossibile, Bossetti dovrebbe essere assolto per assenza di prove. E ciò getterebbe nel più tetro sconforto investigatori e inquirenti, privati del capro espiatorio da immolare sull' altare della giustizia sommaria, i cui costi milionari gravano sul groppone dei cittadini.

Per stabilire l' innocenza del povero Massimo non c' è per altro bisogno di genetisti. È sufficiente aver letto i giornali. Secondo le carte, il rude Bossetti si sarebbe presentato davanti alla palestra con gli abiti da lavoro, imbrattati di calcinacci, e avrebbe ammaliato Yara non soltanto col suo fascino da carpentiere, ma anche esibendo un mezzo di trasporto irresistibile: un camioncino carico di cazzuole e arnesi simili. La ragazza, attratta dal suddetto carpentiere e dalla sua vettura tipica dei conquistatori, avrebbe accettato il corteggiamento dello stesso Bossetti, e sarebbe salita sul potente furgone, illusa di vivere un momento di felicità. Non si sarebbe neppure ribellata, nonostante la propria ritrosia. Forse conosceva già il seduttore? Neanche per sogno. Sui cellulari non vi è una sola telefonata tra i due. Ad onta di ciò, Massimo avvia il motore e compie chilometri e chilometri con la preda seduta accanto a lui, mite e senza accennare alla fuga. Come egli ha fatto a tener buona e calma la bambina e al tempo stesso a guidare? Da notare che lungo il percorso esistono vari semafori. Yara non ha tentato di scendere per darsela a gambe.

Cari lettori, vi sembra probabile? Pur di screditare il muratore si è detto che costui era incline a raccontare balle, a visionare siti porno, ad abbronzarsi con la lampada, come se questi squallidi dettagli abbiano qualche attinenza col delitto. Questa è la sostanza di un processo che suscita repulsione. I figli di Bossetti sono stati massacrati. Essi agli occhi del popolo hanno un padre omicida, una mamma leggerotta, una nonna zoccola e un nonno cornuto. Bella storia edificante che esalta la civiltà giuridica del nostro Paese. In conclusione. Si infligge l' ergastolo a una persona colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio? Ma se la corte è rimasta in camera di consiglio per 15 ore si vede che qualche dubbio c' era. Toccherà alla Cassazione cancellare questa indecenza.

di Vittorio Feltri

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... uadra.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 22/07/2017, 15:21 
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Caso Gambirasio, DNA Mitocondriale

Caso Gambirasio: l’assenza del DNA mitocondriale di Bossetti – parte 2

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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 22/07/2017, 16:57 
ho letto in giro che un ******** su un blog vicino alla difesa ha pubblicato sul web le foto del cadavere di yara, non mi sono messo a cercare perchè è roba da maniaci.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 22/07/2017, 20:05 
Di quelle foto ne sono in possesso pure io pur non ritenendomi un maniaco e mai ho voluto pubblicarle.
Anzi, dopo esserne entrato in possesso le ho visionate una sola volta solo per rendermi conto. Non è un bel vedere e penso di cancellarle [:(]

Per rendermi conto sul fatto che la foto integrale del cadavere è stata mostrata in udienza per supportare la tesi dell'accusa dichiarante che il corpo li da tre mesi era impossibile essere visto nemmeno da un elicottero, sbugiardando i cercatori ed il pilota.
I colori di questa foto sono stati manomessi di proposito per far apparire il corpo confuso con il colore della vegetazione, quindi invisibile da lontano.
Guardando quella foto ci si rende conto che l'abbigliamento nero di Yara come il colore dell'erba secca del prato risultano entrambi di tonalità turchese.
Hanno tolto colori e contrasto tra l'abbigliamento nero ed il colore dell'erba secca.
Inoltre il dettaglio della mano destra dove la Ruggeri dice che Yara morente si era aggrappata ad un ciuffo d'erba, lascia molti dubbi.

Non sono in grado di giudicare quello del blog che dici, se sia un ******** e se abbia fatto bene o male a pubblicare quelle foto.
Ma chi le ha potute vedere si sarà fatta una idea sul genere di giustizia che è stata applicata per dare l'ergastolo ad un innocente.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 23/07/2017, 11:07 
Massimo Bossetti. Dai valori della famiglia Bossetti ai provinciali che sanno il muratore colpevole perché plagiati dai poteri di Stato


Articolo di Vanna



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Triste giorno il 18 luglio 2017... dopo la sentenza che confermava l'ergastolo per Massimo Bossetti ho sentito nell'aria la prepotenza, la chiusura, la superbia, l'onnipotenza e la paura.


Lunedì sera ho seguito Quarto Grado senza addormentarmi e con attenzione ho focalizzato certi personaggi. Personaggi interni ed esterni al processo Bossetti. Ho ascoltato quello che dicevano. Ho visto come si muovevano. Quando si è esposti alla visibilità mediatica tutti sullo schermo mettono la faccia secondo il loro personale modo di essere o di seguire un "copione" nel quale hanno un ruolo.



Ho visto personaggi interni, come la moglie Marita, la madre Ester, la sorella Laura Letizia. Donne forti e volitive: sono loro la parte più positiva del caso in questione e si espongono con padronanza rappresentando e simboleggiando "la famiglia" Bossetti, la famiglia colpita al cuore dalle istituzioni... come da copione.


La loro presenza costante porta con sé la figliolanza, la fratellanza: i valori che si volevano scardinare e che, però, non si è riusciti a scardinare.


Non solo. La spontaneità, l'abbigliamento, la disinvoltura nel muoversi della madre mi hanno fatto pensare a un nuovo invincibile tipo di carro armato che va avanti senza curarsi di quello che si può fare o dire di lei. Col suo modo di porsi sembra dirti: Guarda e parla, non m'importa, sono forte.


L’incedere mi ha ricordato la spontaneità delle più famose attrici del dopoguerra: da Nannarella a Gina la bersagliera a Sophia la pizzaiola. Donne che il petto in fuori lo portavano come scudo per difendere se stesse e la loro famiglia. Sono diventate il simbolo della donna italiana nel neo realismo cinematografico esportato nel mondo.


Insomma, a me la Ester piace. Smalto o non smalto, elegante o no, ha coraggio e sicurezza da vendere.


La moglie di Massimo appare profondamente diversa, misurata nell'abbigliamento ed elegante anche con capi semplici. Penso che quel tipo di donna faccia gola a molti proprio perché pare essere di un altro ambiente sociale.


La presenza di queste tre donne fa emergere immediatamente l'assenza dell'altra famiglia duramente colpita negli affetti. Famiglia sempre silenziosa che stranamente ha pagato avvocato e genetista non per "difendere" la memoria della figlia, che sicuramente conoscevano meglio di qualsiasi altro, ma per accettare la ricostruzione accusatoria "di chi ha sicuramente visto". In pratica, alla famiglia sta bene di far credere alla gente che, siccome le era caduto il telefono, la piccola di casa ha accettato di salire su un autocarro...

L'avvocato della famiglia non ha eccepito nulla, quindi a parer suo l'educazione impartita alla figlia dai Gambirasio avrebbe permesso alla ragazzina di essere talmente turbata per la rottura del telefonino da farsi trasportare su un camioncino per qualche metro... dato che, "sempre a dire di chi ha sicuramente visto" e non di chi la frequentava, conosceva e si fidava del suo futuro assassino, lo aveva incontrato nei cantieri o anche nel centro estetico che settimanalmente lo abbronzava.


Insomma, la colpa dell'omicidio sarebbe da addebitare al cellulare, strumento che procura evidente dipendenza ormai in tutti, e a una pregressa conoscenza poiché, come emerso dopo tanti anni, una persona che non conosceva né Yara né Bossetti, l'unica di Brembate con memoria da elefante, ricordò che la ragazzina l’aveva vista salire sull'auto del muratore in quel triste 2010. Questa la testimonianza tardiva e confusa di una donna che per un bisogno impellente aveva deciso di fare pipì nel parcheggio del cimitero... ed è stata accolta come indizio a colpevolezza dall'attenta e scrupolosa Corte d'Assise.


Cosa si è mai dovuto sentire e leggere!


L’esperto in genetica della famiglia Gambirasio, poi, ha affermato che i Kit non erano scaduti, che era scaduto il reagente per cui il risultato ottenuto, il Dna di Bossetti, era di certo esatto.


Ma non è il reagente che permette la reazione? Se la scadenza non è importante, perché mai la scrivono sui flaconi? E perché i laboratori di analisi che usano reagenti scaduti vengono chiusi dal Nas? L'ultimo proprio pochi giorni fa a Palermo (link di conferma). Ma come è possibile che si chiudano i laboratori convenzionati a causa dei reagenti scaduti? Quegli incompetenti del Nas non sono stati informati dagli analisti del Ris, dalla procura di Bergamo, dai Giudici di Bergamo e Brescia, dal consulente della famiglia Gambirasio, che i reagenti scaduti non invalidano i risultati ottenuti?


Visto anche questo, come si può continuare ad affermare che il Dna ottenuto dalle analisi del Ris è di sicuro corretto e indica l’assassino? Come si può continuare ad affermare che la mancanza del mitocondriale non è indicativa? E perché altri dieci Dna non sono stati oggetto di analisi approfondite? Perché, anche se uno era chiaro e si vedeva ad occhio nudo, per la procura e per i giudici non è stato considerato indizio di colpevolezza? Perché si trovava su una manica del giubbotto e non sugli slip? Ma se io voglio trattenere una persona contro la sua volontà le blocco i polsi... e se voglio spostarne il suo corpo lo prendo per gli stessi polsi mentre qualcun altro lo solleva per le caviglie. Così neppure gli faccio sporcare le scarpe al cadavere...


Una volta si usava il termine “provinciale”. Termine che bisognerebbe riscoprire anche perché le “province” ci sono ancora. Non lo sapevate? Informatevi perché non le hanno tolte come volevano farci credere. Quanta pazienza abbiamo avuto e abbiamo ancora a credere nelle istituzioni e a chi ci informa!


Ecco, tutti i “professionisti della certezza” sono “provinciali”, a loro basta aver arato il proprio orticello. Ben poco si confrontano con gli studi, con gli esperimenti e con le sentenze in un mondo ormai globalizzato. E noi dovremmo credere e affidarci ciecamente al loro dogma?


La logica non è un dogma e continua a chiederci se quanto in questi anni si è dovuto sentire e vedere sia stato lanciato nell'etere per dare giustizia a una ragazzina assassinata o per difendere qualcosa d'altro...

Domanda pesante che chissà se mai troverà risposta.


Anche Salvagni, Camporini, Denti e Capra sono personaggi interni alla vicenda, tutti schierati a difendere Massimo Bossetti e con lui anche noi e la nostra libertà dall'attacco di un sistema accusatorio e giudiziario che si accartoccia "sull'imputato povero" (non sul povero imputato) negandoli qualsiasi spazio difensivo. Un sistema che pur di mandare a fondo l'accusato di turno non esita a mettere in discussione la professionalità del suo pool difensivo criticandolo e prendendolo a pesci in faccia. E' un sistema formato da giudici e da altri professionisti che possiedono, anche loro... sì, il valore “dell'assurda certezza” da non mettere mai in discussione.


Dopo i personaggi interni vengono quelli esterni, che però, in realtà, sono anche loro interni poiché dagli schermi televisivi entrano nelle nostre case. Giornalisti e opinionisti di ogni genere: preparati, cocciuti, aperti, proni agli ordini, sempre gli stessi ad esprimere il loro parere che spesso ricalca l’ovvio e il comodo nonostante abbiano anche il coraggio di dire che sì, c’è stato qualcosa che non andava ma si è rifatto e andava bene così.


Il conduttore di Quarto Grado, Nuzzi, l’ho visto aperto ed equilibrato non solo nel concedere la parola ma anche personalmente disposto ad accogliere le evidenti alterazioni presenti nel caso.


Il sacerdote Meluzzi è stato straordinario e il Picozzi... ma siamo sicuri che sia un criminologo? Lunedì sera non me ne sono accorta... mi è sembrato più un opinionista. Poi c'era l'Abate che ancora non ho capito con che ruolo sia presente in quel programma... ma forse è il Tuttologo...


Fra loro il Generale Garofano che ha preso le distanze dal caso dicendo che bisognerà riscrivere da capo certe regole.


La parte più bella è arrivata quando il dottor Capra ha usato una parola liberatoria - “pagliacciata” - a reti aperte... era ora che lo dicesse visto che in primo grado ha parlato per 8 ore contestando i risultati degli esami poco chiari ed è stato ignorato nel merito e criticato in toto per non aver presentato ciò che in aula ha presentato.


Dopo la puntata ho capito ancor meglio che il copione sul delitto di Yara prevedeva la condanna di un carpentiere, comunque di una persona compatibile con certi diktat accusatori in precedenza stabiliti, che fin dal primo processo il capro espiatorio doveva essere immolato e in Appello tutto è stato confermato senza l'accoglimento di nessuna richiesta difensiva.


Mi sono venuti in mente alcuni processi della Storia a personaggi come Socrate, Giovanna d’Arco, Giordano Bruno, le migliaia di donne bruciate come streghe, le vergini di Salem colpite dagli effetti della muffa di un cereale, i gladiatori e in ultimo, ma in primis, Gesù di Nazaret.


Cosa c’entrano questi personaggi perseguitati secoli fa con Massimo Giuseppe Bossetti? Apparentemente nulla collega il perseguitato dei giorni d'oggi a quelli su elencati se non, per estrazione sociale, le povere donne bruciate per ignoranza.


Il processo a Giordano Bruno è secretato dal 1600: la Chiesa lo deve temere ancora... (ed è tutto dire, perché questo è un precedente grave che potrebbe far venire voglia all’Accusa e ai giudici di copiare i Gesuiti...)


Gli altri furono eliminati dal potere che fondamentalmente aveva paura di loro. Ma non si può avere paura di Massimo Bossetti, egli rappresenta l’uomo qualunque.


Ed allora mi sorge un dubbio: a chi e perché potrebbe far paura un uomo qualunque?


Potrebbe essere stato ri-condannato per ignoranza? Non credo, gli strumenti culturali per condannare o assolvere ci sono tutti.


Ed allora quale motivo oscuro ha impedito la ricerca della verità? Perché, va da sé che accanirsi sulla pista araldica di Guerinoni è stato funzionale a trovare, grazie a reagenti scaduti, un colpevole il cui Dna non ha mitocondriale.


Per cui, o qualcuno è ignorante... o gli fa comodo esserlo per condannare un uomo qualunque senza dargli la possibilità di discolparsi attraverso nuove analisi che potrebbero portare prove certe... o qualcuno sta lanciando messaggi all'uomo qualunque per fargli capire che non si trova solo stretto nella tenaglia delle tasse e dei debiti.

L'uomo qualunque deve imparare a memorizzare quanto dicono quelli che hanno sicuramente visto... pardon, volevo dire quelli che sanno tutta la verità. Per cui devono credere che il popolo italiano verrà salvato da tutti gli extra che continuano ad entrare nei nostri confini... perché non sono uomini qualunque, sono tutti uomini in fuga... "altra musica".

Questo è lo stato di degrado in cui versa il nostro Stato. Gli uomini qualunque di stirpe italica sono ancora la maggioranza, anche se una buona parte è già stata plagiata e si è alleata con chi deve essere acclamato e ascoltato perché "sa la verità di tutto", e costituiscono il popolo italiano in nome del quale in tribunale si emette una condanna.

Continuando così in futuro, il plagio statale sarà totale e farà sì che gli uomini qualunque si troveranno ad essere la minoranza. Ed allora chissà se le nuove ed inique sentenze, che di sicuro aumenteranno in termine numerico, saranno emesse in nome di chi ha il potere e ne fa ciò che vuole, perché portatore della sua illogica verità da accettare sulla fiducia, o di un popolo che persa la sua autonomia di pensiero non esisterà più...

Guarda su youtube.com


Il plagio di Stato venuto alla luce in Corte d'Assise. E ancora, sia in televisione che in tribunale, si dice che tutte le procure lavorano con onestà e che bisogna fidarsi degli uomini del Ris...
ma per un plagio emerso quanti sono rimasti nascosti?[/center]

https://albatros-volandocontrovento.blo ... della.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 29/07/2017, 16:42 
Foto di Yara Gambirasio, il legale della famiglia: “Ora basta, denunceremo tutti”

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“Li denunceremo tutti”. Passa all’azione la famiglia di Yara Gambirasio, stufa delle continue pubblicazioni delle foto che mostrano il cadavere della loro piccola, trovata senza vita a soli 13 anni e del cui assassinio è stato accusato il carpentiere Massimo Bossetti.
“Questa volta è stato passato il limite – tuona il legale Enrico Pelillo – Denunceremo alla Procura della Repubblica chi ha pubblicato su Internet le foto del cadavere di Yara”. L’avvocato della famiglia, intervistato dal settimanale “Giallo”, è convinto che la polizia postale farà ben presto il suo lavoro. Oltre alle foto, infatti, sono comparsi numerosi insulti da parte di coloro che sostengono l’innocenza di Bossetti.

“Fulvio e Maura sono sempre stati due genitori che silenziosamente hanno pianto per una tragedia immensa – ha ribadito il legale – senza invocare giustizia sommaria, ma solo pensando ai loro figli”.

“Su Bossetti – le parole di Pelillo riportate da “Giallo” – non hanno mai detto assolutamente nulla, non sono persone che esternano i loro sentimenti e sono molto credenti. Di certo hanno accettato il verdetto. Sono persone che hanno sempre vissuto nel rispetto delle regole”.

In seguito alla pubblicazione delle macabre immagini, è stato proprio Pelillo ad avvisare i genitori della povera Yara, anche per il bene dei tre fratelli più piccoli che avrebbero potuto vedere le foto inavvertitamente navigando su Internet.

http://www.newnotizie.it/2017/07/28/fot ... emo-tutti/


Intanto quelle foto sono sempre li, accessibili da chiunque. Fosse stato un brano musicale protetto da copyright nel giro di 12 ore avrebbero già fatto chiudere i siti che lo ospitano.
Aspetto curioso di vedere l'esito della denuncia del quale dubito porti a qualche risultato in quanto quelle foto del cadavere appartengono alla procura.
Chi dentro la procura ha fatto uscire delle foto cosi sensibili che nemmeno nelle udienzie sono state mostrate al pubblico presente?.
Sarà punito il funzionario responsabile?.
Oppure troveranno un altro capro epiatorio, magari un addetto alle pulizie?

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Ma che schifo di istituzioni, ma che schifo di indagini, ma che schifo di ricostruzione assurda di un delitto, ma che schifo di processo, ma che schifo di sentenza. [:0]



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 29/07/2017, 17:01 
Bossetti, depistaggi sin dalla sparizione di Yara

Dettagli Scritto da Elisa Campolmi Pubblicato: 27 Luglio 2017



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La conferma dell'ergastolo a Massimo Bossetti riapre discussioni su gravi e oscuri depistaggi nel caso Yara Gambirasio, messi in atto sin dalla sparizione della ragazza. La denuncia era nel libro "Yara, orrori e depistaggi" del giornalista Salvo Bella, pubblicato da Gruppo Edicom a febbraio del 2014, quattro mesi prima dell'arresto del muratore con l'accusa di avere ucciso nel 2010 Yara.


L'inquietante documento, offrendo una serrata analisi del delitto, incentrava l'attenzione sull'interesse politico che c'era al momento delle indagini per allontanare i sospetti dalla zona del Bergamasco. Alcune testimonianze, secondo il giornalista, furono sbrigativamente bruciate e per tre mesi le ricerche furono orientate dalla polizia alla ricerca di una persona tenuta in ostaggio. Più volte il questore Vincenzo Ricciardi dichiarò davanti alle telecamere delle tv che avrebbe riportato Yara viva a casa. Come faceva ad affermarlo con apparente certezza?

Salvo Bella rispondeva a questo interrogativo ricostruendo la storia professionale del funzionario di polizia, che - pur prosciolto poi da ogni accusa - aveva avuto una parte non indifferente nel depistaggio sulla strage di Via D'Amelio a Palermo, nella quale morirono il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta.

"Le indagini - dice il giornalista - furono dall'inizio inquinate da situazioni ambientali pesanti. Bisognava offrire a tutti i costi all'opinione pubblica un assassino e possibilmente un extracomunitario. L'arresto del marocchino Mohammed Fikri, rivelatosi una bufala, la dice lunga sulla fregola che c'era. Se fino al 2013 le cose andarono a quel modo, non vedo perché non si debba pensare a una successiva colossale montatura contro il muratore Massimo Bossetti".


http://www.ildelitto.it/index.php/it/22 ... ne-di-yara



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 06/08/2017, 20:53 
Vince la prova chimica: lo stato italiano contro Bossetti



Noi pensiamo che non ci sia nulla d’infallibile e che lo Stato ha fatto male a non accogliere l’implorazione di Bossetti di rifare la prova del Dna.


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di Roberto Fronzuti| 2 agosto 2017



Il processo d’appello per l’uccisione di Yara Gambirasio, è finito con la conferma della condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti. Lungi da noi la pretesa di voler rifare il processo sulle nostre pagine (e la costosissima inchiesta pagata dai contribuenti), con il nostro commento, andiamo alla sintesi dei fatti, quelli inconfutabili: gli unici che contano. Non c’è stata nessuna testimonianza che abbia potuto dimostrare che Yara e Bossetti si conoscessero, E non è stata trovata neppure una traccia sui cellulari di Yara e di Massimo Giuseppe Bossetti. Non c’è neppure chi abbia mai visto Bossetti aggirarsi nei pressi della palestra. Per non parlare del filmato fasullo del furgone mandato ripetutamente in onda; un fotomontaggio che ripete il passaggio del mezzo.

È stato inflitto l’ergastolo al muratore di Mapello, solo sulla base di una prova chimica: il Dna. Una prova dai più considerata infallibile; noi pensiamo che non ci sia nulla d’infallibile e che lo Stato ha fatto male a non accogliere l’implorazione di Bossetti di rifare la prova del Dna.

Se è infallibile, non bisognerebbe avere il timore di rifare l’esame. Ci sarà il terzo grado di giudizio e c’è la ragionevole previsione che l’alta Corte, la Cassazione annulli i primi due processi, viziati dal fatto che si è trattato di una guerra dell’apparato, contro l’unico imputato del delitto Gambirasio; lo Stato italiano, contro Bossetti.

Chiariamo bene il contenuto di questa affermazione… Lo Stato per il tramite il Tribunale di Bergamo ha investito ingenti somme di denaro in questa vicenda giudiziaria. Sono stati eseguiti oltre 20mila esami del Dna su una vasta parte della popolazione delle valli bergamasche, prossime all’abitazione della famiglia Gambirasio. Sono state redatte 60mila pagine per descrivere l’inchiesta; una mole disumana per gli ottimi avvocati Claudio Salvagni (un professionista che crede nell’innocenza di Bossetti e che lavora gratis) e Paolo Camporini che hanno dovuto leggerle tutte.

È un processo a dir poco criticabile, anche quello di secondo grado in Corte d’Assise. Come hanno potuto i giudici popolari appiattirsi sulle posizioni dei magistrati di professione confermando l’ergastolo? Come hanno potuto negare la ripetizione dell’esame del Dna? Ma c’è di più.

Perché la Procura di Bergamo si è fermata a 20mila Dna? Considerato l’altro fatto, che sul corpo di Yara sono state trovare tracce di Dna di altre otto persone, perché i magistrati non hanno continuato a cercare gli altri otto ignoti? Noi non stiamo decretando l’innocenza di Bossetti, ma perché non si è considerato che – accertato che sia il suo – il Dna di Bossetti (ricordiamo che soffriva frequentemente di perdite di sangue dal naso) possa essere stato riportato sul corpo di Yara dagli altri otto soggetti rimasti sconosciuti?

Questi ed altri pesanti interrogativi pesano sulla coscienza (non vorremmo in alcun modo essere nei loro panni) dei giudici popolari. Non c’è dubbio, il nostro titolo è forte e provocatorio e fa ritornare alla mente una frase del legale di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti (i due anarchici italiani uccisi sulla sedia elettrica negli Usa, per un omicidio che non avevano commesso e recentemente riabilitati dal Congresso americano). Un giovane avvocato, che credeva incondizionatamente nell’innocenza dei due italiani, implorava la riapertura del processo. Aveva portato al Governatore le prove dell’innocenza di Sacco e Vanzetti, si sentì dire: “Ma non capisce avvocato, che al punto in cui siamo è diventato ininfluente il fatto che loro sono innocenti; saranno giustiziati per quello che sono…”.

Sacco e Vanzetti furono condannati e uccisi nel 1921, in quanto anarchici e italiani (un secolo fa negli Usa eravamo visti come molti nostri connazionali guardano ai migranti e al colore della pelle).

La nostra convinzione è che Bossetti sia stato condannato solo perché lo Stato ha investito troppo in termini economici e di credibilità. L’apparato che ha messo in piedi, una montagna disumana di 60mila pagine contro Bossetti, non poteva perdere, a fronte di un dispendio senza precedenti di uomini e risorse finanziarie. Che Bossetti sia colpevole o innocente, per l’apparato è secondario. Il sistema doveva essere salvaguardato. Ma la regola che l’imputato debba essere assolto quando non c’è, oltre ogni ragionevole dubbio, la prova della colpevolezza, è stata violata.

Di fronte allo sconcerto del processo a Bossetti e alla montagna di carte i cosiddetti atti, che altro dire? Quando ci sono le testimonianze concordanti è facile, bastano qualche migliaio di caratteri per redarre un’indagine, ma quando si scrive tanto, ricorre l’assunto: tante pagine (60mila), pochi indizi (da provare).

Non si può condannare una persona solo sulla base del Dna.

Roberto Fronzuti

https://www.pensalibero.it/vince-la-pro ... -bossetti/


La chimica cristica [|)]



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 Oggetto del messaggio: Re: Il caso di Yara Gambirasio
MessaggioInviato: 12/08/2017, 14:23 
Wolframio ha scritto:

La chimica cristica [|)]



povero chi capita nelle mani di questi pupazzi -_-



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