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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/02/2015, 11:57 
ubatuba ha scritto:

E perchè ha fatto tutto questo?

Semplice incompetenza o disegno deliberato?

E' tutta qui la questione... [;)]


A me ormai pare chiara la seconda.

Doveva lasciare campo libero all' ISIS, e quindi via le truppe, col piacevole effetto collaterale di fare finalmente qualcosa che lo giustificasse come "uomo di pace"...

Un premio Nobel per la pace (lol) che ci sta portando alla terza guerra mondiale
pensi faccia queste manovre per un tornaconto personale? Per essere ricordato bene nei libri di scuola?

Non è che sopravvaluti un pò il potere (quello reale) di cui un Presidente gode?

A me sembra, come ho scritto prima, che sia Bush che Obama, debbano necessariamente fare una guerra l'anno.
Della serie... i presidenti cambiano, ma la storia e le finalità sono sempre le stesse.

Ciò che avviene, quindi, nasce da questioni puramente economiche
e per dare seguito al Project for the New American Century

Il resto, con tutto rispetto, mi sembra tanto chiacchiericcio da bar..... [8]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/02/2015, 12:13 
Thethirdeye ha scritto:
ubatuba ha scritto:

E perchè ha fatto tutto questo?

Semplice incompetenza o disegno deliberato?

E' tutta qui la questione... [;)]


A me ormai pare chiara la seconda.

Doveva lasciare campo libero all' ISIS, e quindi via le truppe, col piacevole effetto collaterale di fare finalmente qualcosa che lo giustificasse come "uomo di pace"...

Un premio Nobel per la pace (lol) che ci sta portando alla terza guerra mondiale
pensi faccia queste manovre per un tornaconto personale? Per essere ricordato bene nei libri di scuola?

Non è che sopravvaluti un pò il potere (quello reale) di cui un Presidente gode?

A me sembra, come ho scritto prima, che sia Bush che Obama, debbano necessariamente fare una guerra l'anno.
Della serie... i presidenti cambiano, ma la storia e le finalità sono sempre le stesse.

Ciò che avviene, quindi, nasce da questioni puramente economiche
e per dare seguito al Project for the New American Century

Il resto, con tutto rispetto, mi sembra tanto chiacchiericcio da bar..... [8]


scusa tte,ti rispondo ugualmente anke se la citazione riportata e' di aztlan,non mia,la differenza tra bush e obi,consiste nel fatto che uno magari,a seconda delle interpretazioni,ha condotto una guerra in iraq,che puo' piacere o no,senza creare alcuna tensione mondiale,e se ricordi con la russia di putin andavano molto d'accordo,dato che svolgevano pure manovre militari congiunte mare terra ed aria,mentre obi ha creato tanti focolai mai spenti che hanno creato tutto sto casino,e portando la tensione con la russia a livelli di pericolosita' estrema,cercando di creare disturbo in una zona che era tutto interesse ucraino essere di cusicnetto,magari tutto cio' x cercare di "meritarsi"il nobel sulla parola................................

come detto xo'la citazione e' di aztlan..... [:292] [:292] [:291] [:291]


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/02/2015, 14:34 
Intendevo proprio che abbia volontariamente seguito questa linea per lasciare spazio all' ultima creatura della CIA, l' ISIS, proprio per portare instabilità nella regione e avere così il paravento con cui intervenire in Siria...



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Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/02/2015, 16:08 
Aztlan ha scritto:
Intendevo proprio che abbia volontariamente seguito questa linea per lasciare spazio all' ultima creatura della CIA, l' ISIS, proprio per portare instabilità nella regione e avere così il paravento con cui intervenire in Siria...


ma scusa aztlan,secondo te segue una linea???,o va a caso,nei suoi 6 anni di presidenza la situazione mondiale e' diventata di una drammaticita'tale che al tempo della guerra fredda,era un paradiso,se come qualkuno afferma gli usa necessitano di un nemico,gia' era presente,l'iran,e di certo non rappresntava un pericolo oggettivo,il problema e che obi vorrebbe lasciare un segno...e di certo lo lascera'come peggior presidente che si ricordi........ [:287] [:288] [:287]


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/02/2015, 17:07 
Camminerà come un ubriaco per palese incompetenza ma quando si tratta di prendere le decisioni che mantengano la rotta verso la politica imperialista attraverso l' uso occulto di gruppi sostenuti per essere poi presi come nemici è coerente al massimo.



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/02/2015, 17:13 
..se aveva una competenza politica,di certo non andava a cozzare contro la russia,era sufficente l'iran,non rappresentava un pericolo,e poteva incarnare l'avversario utile al suo scopo............ [:287] [:287]


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/02/2015, 21:17 
La Russia si oppone all' imperialismo americano rappresentando un ostacolo al progetto del NWO che se ne serve... ecco perchè è stata presa di mira.


Prova ne è che anche i neocon sono schierati contro la Russia e anzi sono pure al solito più estremi in tale posizione.

Se fosse stato solo un errore di Obama privo di interesse, perchè i repubblicani non si sono opposti rivendicando l' ottimo rapporto che avevano instaurato?


Perchè dopo aver stabilito un permanente ed aggressivo stato-terrorista (ISIS) in Medio Oriente a giustificazione di ogni futuro intervento nei Paesi della regione che gli interessano,

compresa la Siria alleata della Russia, con cui l' accerchiamento era completo,

era arrivato il momento di passare alle forze maggiori che rappresentano un ostacolo ai loro piani, e cioè Russia e Cina.



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/02/2015, 22:54 
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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 08/02/2015, 23:49 
Aztlan ha scritto:
La Russia si oppone all' imperialismo americano rappresentando un ostacolo al progetto del NWO che se ne serve... ecco perchè è stata presa di mira.


Prova ne è che anche i neocon sono schierati contro la Russia e anzi sono pure al solito più estremi in tale posizione.

Se fosse stato solo un errore di Obama privo di interesse, perchè i repubblicani non si sono opposti rivendicando l' ottimo rapporto che avevano instaurato?


Perchè dopo aver stabilito un permanente ed aggressivo stato-terrorista (ISIS) in Medio Oriente a giustificazione di ogni futuro intervento nei Paesi della regione che gli interessano,

compresa la Siria alleata della Russia, con cui l' accerchiamento era completo,

era arrivato il momento di passare alle forze maggiori che rappresentano un ostacolo ai loro piani, e cioè Russia e Cina.



a detta di obi,pure oggi ha affermato,che non interverra' direttamente,ma forse dando armi all'ucraina,e forse questo in quanto al congresso la sua maggioranza e' evaporata,tu dici che queso lo fa in quanto la russia si oppone al nwo,la logica dice che prima di andare a cozzare contro una "corazzata"si cerca di indebolire considerevolmene chi gli sta attorno,e' una semplicissima e vecchia tattica militare,in poche parole si cerca di isolare l'avversario,e non e' necessario essere dei geni x impostare tale strategia,che non voglia essere direttamente in campo lo dimostra pure il fatto che quest'anno il budget x la difesa e' giunta ai minimi termini,degli ultimi 30 anni....... [:293] [:291] [:287]


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/02/2015, 11:04 
Obimevole, poraccio .... [:301]


Siria, Obama si ricrede. Assad non è più il nemico numero uno, ora bisogna annientare il Califfo

Il presidente Usa pensava di usare la guerra contro lo Stato islamico per indebolire l’Iran e rafforzare l’egemonia americana in Medio Oriente. Ma non ha funzionato.


La preghiera del Mattino
Slovacchia. Il referendum sulla famiglia non raggiunge il quorum Redazione

Esteri

Siria, Obama si ricrede. Assad non è più il nemico numero uno, ora bisogna annientare il Califfo
Invia per Email Stampa
febbraio 7, 2015 Rodolfo Casadei

Il presidente Usa pensava di usare la guerra contro lo Stato islamico per indebolire l’Iran e rafforzare l’egemonia americana in Medio Oriente. Ma non ha funzionato

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Kobane definitivamente riconquistata dai curdi di Siria; John Kerry che alla conferenza di Londra annuncia che la coalizione ha spazzato via metà della leadership dell’Isis e che la progressione di quest’ultima è stata arrestata; l’ammiraglio Austin che calcola a 6 mila il numero dei jihadisti fisicamente eliminati fra agosto e oggi, diserzioni (con annesse fucilazioni) nei ranghi dello Stato islamico e difficoltà economiche di ogni tipo nei territori sotto il suo controllo; l’offensiva per la riconquista di Mosul annunciata per la primavera o al più tardi per l’estate: l’Isis è sulle ginocchia? La più minacciosa e imprevista impresa del terrore degli ultimi decenni è già sul viale del tramonto dopo soli sette mesi di auge? Decisamente no.

Quanto sia difficile la partita con lo Stato islamico e quanto grande sia considerata la minaccia da tutti i centri di potere mondiali lo si può intuire da un singolo fatto: il cambiamento di linea degli Stati Uniti nei riguardi della presidenza di Bashar el Assad in Siria. Da qualche settimana gli interventi pubblici del segretario di Stato americano John Kerry sulla crisi siriana sono privi di un elemento che è stato costante negli ultimi quattro anni: la richiesta di dimissioni di Assad come precondizione alla soluzione del conflitto. La segreteria di Stato statunitense non ha avuto nulla da obiettare all’iniziativa russa di mediazione che ha riunito a Mosca la settimana scorsa esponenti di primo piano del regime di Damasco, oppositori interni ufficiali e alcuni affiliati alla Coalizione nazionale siriana, che ha boicottato l’evento: questi ultimi hanno partecipato a titolo personale.

Il vertice si è concluso con un nulla di fatto, ma è significativo che alla vigilia dell’appuntamento la portavoce del dipartimento di Stato americano Jen Psaki abbia detto a proposito degli oppositori che partivano per Mosca: «Gli abbiamo fatto sapere che siamo favorevoli a una loro partecipazione al meeting». Negli stessi giorni in un editoriale del New York Times si poteva leggere: «Alti dirigenti americani dicono che l’unico modo per mettere fine alla guerra civile (in Siria, ndr) e creare un unico fronte contro l’Isis è una sorta di accordo politico che includa la Russia e l’Iran, cioè i principali alleati di Assad, e la Turchia e l’Arabia Saudita, i suoi maggiori oppositori (…). I dirigenti americani vedono emergere un crescente consenso internazionale intorno al bisogno di una soluzione diplomatica a lungo termine fra Assad e i diversi gruppi ribelli».
Consola scoprire che la linea politica su Siria e Isis del governo del più potente paese del mondo si sta avvicinando a quella che le pagine di questo settimanale indicano già da due anni. Ma senza lasciarsi distrarre dalla gratificazione occorre interrogarsi sui motivi di questa svolta. Che non sono tutti rassicuranti.

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Dopo le scelte estive
Nell’estate scorsa gli Stati Uniti hanno deciso che il loro intervento contro l’Isis non doveva in alcun modo essere interpretato come un ammorbidimento nei confronti del regime siriano: Siria e Iran sono state tenute intenzionalmente fuori dalla coalizione arabo-occidentale convocata da Washington per la campagna aerea contro il Califfato, e i bombardamenti anti-Isis sul territorio siriano non sono stati concordati con Damasco. La linea ufficiale era che gli Stati Uniti avrebbero addestrato migliaia di aspiranti ribelli anti-Assad non islamisti per usarli prima come truppe di terra contro l’Isis in Siria (sulla falsariga dei peshmerga curdi e delle milizie sciite in Iraq) e poi per chiudere la partita col dittatore di Damasco.

Sono però bastati pochi mesi per capire quanto velleitario fosse il progetto: i ribelli e aspiranti tali interessati al programma americano sono pochi e inaffidabili, gli stati della regione non sono disponibili a ospitarli tranne l’Arabia Saudita, che non dà proprio l’idea di una grande protettrice della laicità e del pluralismo religioso, nel frattempo la Cia ha dovuto quasi arrestare le consegne di armi all’opposizione perché Isis e Jahbat al Nusra (succursale siriana di al Qaeda) hanno continuato a guadagnare terreno a danno delle formazioni legate al sempre più sbrindellato Libero Esercito Siriano e all’Occidente.

Poi gli Stati Uniti si sono guardati attorno e hanno constatato che gli altri alleati reali o potenziali non danno molte garanzie in più. La Turchia prosegue con la sua neutralità benevola nei confronti dell’Isis, non certo della coalizione che la combatte. L’unico uomo di Stato al mondo che non si è compiaciuto per la riconquista di Kobane da parte delle locali forze curde è stato Recep T. Erdogan. Il presidente turco ha evocato la nascita di una regione curda siriana autonoma semi-indipendente sul modello dell’attuale Kurdistan iracheno, frutto della vittoria dei combattenti del Pyd supportati dall’aviazione americana, come l’inizio di una nuova calamità regionale.

Gli americani e gli altri coalizzati potrebbero rispondere a Erdogan «chi è causa del suo mal pianga se stesso»: se la Turchia non avesse partecipato entusiasticamente alla destabilizzazione della Siria, oggi la Rojava (il territorio siriano abitato in maggioranza da curdi) non sarebbe contesa fra formazioni armate curde indipendentiste e terroristi jihadisti. Tuttavia anche per gli americani i curdi sono un problema, per almeno due motivi. Il motivo di fondo consiste nel rafforzamento politico delle forze indipendentiste curde in tutto il Vicino Oriente, a motivo del collasso di alcuni stati arabi e dei meriti conquistati sul campo fornendo le truppe di terra che in questi mesi hanno contrastato l’Isis al prezzo di centinaia di caduti in Siria e in Iraq. Questo rafforzamento è un problema perché crea tensione nei rapporti fra gli Stati Uniti e i paesi arabi più la Turchia. Arabi e turchi sono da sempre contrari a entità curde indipendenti, che contribuirebbero alla balcanizzazione della regione. Per la Turchia, che ospita 15 milioni di curdi, si tratta addirittura di una minaccia esistenziale. Una Turchia destabilizzata, in tempi di tensioni Nato con la Russia, è l’ultima cosa che gli americani vorrebbero.

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Pericolo Kurdistan?
Poi c’è il problema dei curdi iracheni. Nonostante i ricorrenti proclami circa l’imminenza di una grande controffensiva irachena-curda-occidentale per la riconquista di Mosul occupata dall’Isis nel giugno scorso, la faccenda si presenta molto più complicata di un semplice problema di addestramento delle truppe e di forniture di armamenti. In un recente reportage dell’inviato di Le Monde nelle aree della piana di Ninive, dove peshmerga e jihadisti danno vita a scaramucce quasi quotidiane, un generale curdo citato con nome e cognome dichiara: «Mosul dipende dal governo iracheno, deve essere liberata da una forza federale, preferibilmente a dominante araba sunnita, non dai curdi». Un anonimo dirigente del Pdk (il partito di Nechirvan Barzani, il primo ministro della regione autonoma del Kurdistan iracheno) rincara la dose: «L’entrata dei peshmerga in Mosul trasformerebbe la guerra contro lo Stato Islamico in un conflitto arabo-curdo che noi non vogliamo».

I curdi sono consapevoli che molti arabi sunniti della provincia di Ninive fiancheggiano l’Isis non per simpatie ideologiche, ma per ostilità al governo a dominante sciita di Baghdad; sono altrettanto consapevoli che la sfera di influenza del Kurdistan non potrà mai comprendere Mosul, città eminentemente araba (e, un tempo, cristiana). Perciò non intendono immischiarsi in una faccenda che non li riguarda e che comporterebbe per loro solo perdite (in vite umane e capitale politico) senza alcun guadagno.

Una forza militare federale disciplinata, qualificata e agguerrita in grado di liberare la capitale della provincia di Ninive, però, è di là da venire. Il rischio è che, per non procrastinare l’operazione oltre l’estate e per evitare che il consolidamento del Califfato si faccia irreversibile, Baghdad lanci all’assalto insieme a qualche reparto dell’esercito soprattutto le milizie sciite del sud, assetate di sangue e di vendetta. I primi rapporti di Amnesty International e di Human Rights Watch sugli eccidi di civili sunniti disarmati da parte di queste formazioni sono già apparsi. La riconquista di Mosul rischia di trasformarsi in una carneficina di civili arabi sunniti accusati di connivenza coi terroristi, e quindi in un disastro di immagine per gli americani e in un grande spot pubblicitario per la causa dell’Isis. Turchia, curdi iracheni e governo di Baghdad non sono le uniche preoccupazioni di Washington per quanto riguarda la guerra contro lo Stato Islamico: nel caso della Giordania la coalizione rischia non solo di perdere un pezzo, ma anche di vedere destabilizzato uno dei più solidi alleati dell’Occidente nel mondo arabo.

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L’astuzia politica
Certamente sulla difensiva dal punto di vista militare dopo i numerosi successi lampo dell’estate, lo Stato Islamico sta ora attingendo alle risorse dell’astuzia politica, e la partita che ha giocato sulla pelle degli ostaggi giapponese e giordano che si trovavano nelle sue mani ne è la prova. Le istituzioni giordane sono uscite indebolite dalla vicenda. Hanno accettato di negoziare senza riuscire a salvare gli ostaggi. Proprio per questo i jihadisti avevano scelto come posta per lo scambio la mancata kamikaze Sajida al Rishawi, sopravvissuta di un attacco di al Qaeda ad Amman nel 2005: la monarchia hashemita ha ceduto subito alle pressioni della famiglia del pilota giordano catturato dall’Isis nel dicembre scorso e dell’opinione pubblica favorevoli allo scambio di prigionieri. Non ha ottenuto la libertà per quest’ultimo, mentre è cresciuto il dissenso popolare nei confronti della partecipazione della Giordania alle operazioni della coalizione anti-Isis.

Per questi e altri motivi, gli Stati Uniti sembrano aver modificato l’ordine delle loro priorità: indebolire o abbattere gli alleati dell’Iran che aspira alla potenza nucleare non è più l’urgenza numero uno; da qualche tempo è stata soppiantata dalla necessità di contenere l’espansione e impedire il consolidamento del Califfato. Per questo anche la linea americana di fronte al conflitto siriano sembra cambiare.

http://www.tempi.it/siria-obama-si-ricr ... NiEZyyGVmM



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/02/2015, 11:25 
Aztlan ha scritto:
Camminerà come un ubriaco per palese incompetenza ma quando si tratta di prendere le decisioni che mantengano la rotta verso la politica imperialista attraverso l' uso occulto di gruppi sostenuti per essere poi presi come nemici è coerente al massimo.


Già... mi sembra così evidente......



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/02/2015, 11:49 
Crisi Ucraina, il piano di Obama per far cadere Putin

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... no-di.html

ma realmente obi cerca un modo x passare alla storia,ma sembra poco credibile che dopo avere fallito,nelle situazioni facili,riesca in un impresa titanica,oltretutto dovrebbe considerare lo spirito alquanto nazionalista dei russi,............vabbe' ma obi non pensa a certe cose le ritiene frivolezze marginali [:295] [:295] [:293] [:293] [:304]


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/02/2015, 12:18 
x sdrammatizzare un po'

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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/02/2015, 12:31 
ubatuba ha scritto:
ma realmente obi cerca un modo x passare alla storia
Non è Obama a voler passare alla storia... ma il "Governo" (chiamiamolo così) degli Stati Uniti.
Indipendentemente da chi fa il Presidente.....

illuminati-hand.jpg

E' sufficiente leggere (almeno una volta) il Project for the New Amercan Century,
per capire che non mi sto inventando niente Uba......

Project for the New Amercan Century
http://www.informationclearinghouse.inf ... fenses.pdf

Progetto per un nuovo secolo americano
http://it.wikipedia.org/wiki/Progetto_p ... _americano

Un progetto segreto per il dominio globale statunitense rivela che il Presidente Bush e il suo governo avevano pianificato un attacco premeditato contro l'Iraq per imporvi un "cambio di regime" addirittura prima del suo ingresso alla presidenza nel gennaio del 2001.

Il progetto - scoperto dal Sunday Herald - per la creazione di una "Pax Americana globale" è stato redatto per Dick Cheney (all'epoca vicepresidente), Donald Rumsfeld (segretario alla difesa[ora non più, ndr]), Paul Wolfowitz (il vice di Rumsfeld), il fratello minore di George W Bush, Jeb e per Lewis Libby (il capo dello staff di Cheney). Il documento, dal titolo "Rebuilding America's Defences: Strategies, Forces And Resources For A New Century" ("ricostruire le difese dell'America: strategie, forze e risorse per un nuovo secolo"), è stato redatto nel settembre del 2000 dal think-tank di destra [neo-conservative], il Project for the New American Century (PNAC) ["progetto per un nuovo secolo americano"].

Il piano mostra che il governo Bush intendeva assumere il controllo militare del Golfo a prescindere se Saddam Hussein fosse o no al potere. Il testo dice 'gli Stati Uniti hanno cercato da decenni di svolgere un ruolo più permanente nella sicurezza regionale del Golfo. Mentre il conflitto irrisolto con l'Iraq fornisce una giustificazione immediata, l'esigenza di avere una sostanziosa presenza delle forze americane nel Golfo va oltre la questione del regime di Saddam Hussein.'

Il documento del PNAC presenta 'un progetto per conservare la preminenza globale degli Stati Uniti, impedendo il sorgere di ogni grande potenza rivale, e modellando l'ordine della sicurezza internazionale in modo da allinearlo ai principi e agli interessi americani'.

Questa 'grande strategia americana' deve essere indirizzata 'il più lontano possibile verso il futuro', dice il rapporto. Che invita poi gli Stati Uniti a 'combattere e vincere in maniera decisiva in teatri di guerra molteplici e contemporanei', come una 'missione cruciale' [core mission].

"core mission"

Il rapporto descrive le forze armate statunitensi all'estero come la 'cavalleria lungo la nuova frontiera americana'. Il progetto del PNAC dichiara il proprio sostegno a un documento scritto in precedenza da Wolfowitz e Libby, in cui si affermava che gli Stati Uniti dovrebbero 'dissuadere le nazioni industriali avanzate dallo sfidare la nostra egemonia (leadership) o anche dall'aspirare a svolgere un ruolo regionale o globale maggiore'.

Il rapporto del PNAC inoltre:

* descrive gli alleati chiave, tra cui il Regno Unito, come 'il mezzo più efficace per esercitare un'egemonia globale americana';

* afferma che le missioni militari per garantire la pace 'richiedono un'egemonia politica americana e non quella delle Nazioni Unite';

* rivela l'esistenza di preoccupazioni nell'amministrazione americana a proposito della possibilità che l'Europa possa diventare un rivale degli USA;

* dice che 'anche se Saddam dovesse uscire di scena', le basi nell'Arabia Saudita e nel Kuwait dovranno restare in maniera permanente - nonostante l'opposizione locale tra i regimi dei paesi del Golfo alla presenza di soldati americani - perché 'anche l'Iran potrà dimostrarsi una minaccia pari all'Iraq agli interessi statunitensi';

* mette la Cina sotto i riflettori per un 'cambio di regime', dicendo che 'è arrivata l'ora di aumentare la presenza delle forze armate americane nell'Asia sudorientale'. Ciò potrebbe portare a una situazione in cui 'le forze americane e alleate forniscano la spinta al processo di democratizzazione in Cina';

* invita a creare le 'US Space Forces' ("forze spaziali statunitensi") per dominare lo spazio, e ad assumere il controllo totale del ciberspazio in modo da impedire che i 'nemici' usino internet contro gli Stati Uniti;

* anche se gli Stati Uniti minacciano la guerra contro l'Iraq per aver sviluppato armi di distruzione di massa, gli USA potrebbero prendere in considerazione, nei prossimi decenni, lo sviluppo di armi biologiche - che pure sono state messe al bando. Il testo dice: 'nuovi metodi di attacco - elettronici, 'non letali', biologici - diventeranno sempre più possibili. .. il combattimento si svolgerà in nuove dimensioni, nello spazio, nel ciberspazio, forse nel mondo dei microbi... forme avanzate di guerra biologica in grado di prendere di mira genotipi specifici potranno trasformare la guerra biologica dal mondo del terrorismo in un'arma politicamente utile';

* il testo prende di mira la Corea del Nord, la Libia, la Siria e l'Iran come regimi pericolosi, e sostiene che la loro esistenza giustifica la creazione di un 'sistema mondiale di comando e di controllo'.

Tam Dalyell, deputato laburista [nel parlamento di Londra] e una delle principali voci di ribellione contro la guerra all'Iraq, ha dichiarato: 'si tratta di immondizia proveniente da think tank di destra pieni di falchi-coniglio - gente che non ha mai visto gli orrori della guerra, ma è innamorata dell'idea della guerra. Gente come Cheney, che è riuscita a sfuggire al servizio militare ai tempi della guerra del Vietnam.

'Si tratta di un progetto per il dominio mondiale statunitense - un nuovo ordine mondiale creato da loro. Questi sono i processi mentali di americani fantasticanti, che desiderano controllare il mondo. Sono sconvolto dal fatto che un primo ministro laburista inglese vada a letto con una banda di gente di una tale bassezza morale.'


In altre parole Uba... ciò che sta accadendo OGGI, è stato pianificato ben 15 anni fa....



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 09/02/2015, 12:50 
Però, TTE, bisogna vedere se è tutto vero (come per gli UFO): se ci fossero documenti .....
A volte si dicono cose (anche tra di noi) che lasciano il tempo che trovano. Certo è che se fosse davvero un progetto fatto a tavolino il mondo davvero si è ... capovolto! [8)]



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