Crisi/ Preatoni ad Affaritaliani.it: "Monti? Ha solo alzato le tasse"
L'imprenditore Ernesto Preatoni sceglie Affaritaliani.it per un bilancio dei primi mesi dell'esecutivo tecnico. "Deludente, molto deludente! Ci ritroviamo con due deboli tentativi di liberalizzazione e di riforma del mercato del lavoro mentre l'unica manovra sostanziale è stata quella di aumentare le imposte". Il risultato? "Un effetto ulteriormente recessivo". E ancora: "I due Mario (Monti e Draghi) hanno anche perso una buona occasione per fare entrambi silenzio. Un mese fa entrambi hanno sostenuto che il punto peggiore della crisi era ormai superato. Da quel momento solo notizie negative, dalla produzione industriale, ai record dei fallimenti, della cassa integrazione e sopratutto dell'aumento dello spread da 270 a 380". Ecco che cosa dovrebbe fare il premier:
Di Angelo Maria Perrino
Preatoni, vogliamo fare un consuntivo dei primi mesi di questo governo? Qual è il suo giudizio? "Deludente, molto deludente! Il professor Monti che io ho seguito come editorialista e che ho avuto modo di sentire in alcuni convegni sul Lago di Como insisteva sul fatto che bisognava agire sul denominatore e cioè che bisognava rilanciare la crescita. Se lei ben ricorda ero anche incuriosito, al momento del suo insediamento a primo ministro del tipo di politica che avrebbe fatto per incidere sul denominatore. Pensavo cioè, sbagliando, che il professor Monti avesse qualche freccia nel suo arco, a me sconosciuta. A distanza di pochi mesi ci ritroviamo con due deboli tentativi di liberalizzazione e di riforma del mercato del lavoro mentre l'unica manovra sostanziale è stata quella di aumentare le imposte che come lei ben sa avranno un effetto ulteriormente recessivo. Al denominatore pertanto nessuna novità positiva, semmai delle novità negative. I due Mario (Monti e Draghi) hanno anche perso una buona occasione per fare entrambi silenzio. Un mese fa entrambi hanno sostenuto che il punto peggiore della crisi era ormai superato. Da quel momento solo notizie negative, dalla produzione industriale, ai record dei fallimenti, della cassa integrazione e sopratutto dell'aumento dello spread da 270 a 380. Sembrava che Monti accreditasse a se stesso la discesa dello spread; chissà se addebita a se stesso anche la risalita dello stesso. La verità è che per incidere sulla crescita vi è un solo modo: rilanciare gli investimenti".
E come si possono rilanciare gli investimenti?
"Cominciamo col dire che dovrebbe essere a tutti chiaro che la creazione di ricchezza (e quindi di imposte) e di posti di lavoro passa necessariamente dall'aumento degli investimenti. E' un concetto che sembra ovvio ma che viene troppo disatteso dagli economisti di stampo monetaristico e professorale. In un mio precedente intervento lei ricorderà che ho evidenziato che negli utlimi 4 anni gli investimenti erano diminuiti del 3,3% l'anno. Per farli aumentare ogni manovra del governo dovrebbe essere fatta chiedendosi: - "Quello che stiamo facendo, rilancia gli investimenti o frena gli investimenti?". E' sin troppo ovvio che l'aumento delle imposte scoraggia nuovi investimenti. La riforma del lavoro così come viene presentata non incoraggia certamente gli investimenti. Il can-can che viene fatto sull'evasione fiscale non incoraggia sicuramente gli investimenti (non voglio dire che le tasse non debbano essere pagate, ma spaventare chi potrebbe fare degli investimenti con manovre ad effetto non li favorisce sicuramente). A questo proposito mi piacerebbe fare un esercizio di aritmetica banale: se con grande sforzo si riescono a recuperare 5 miliardi di imposte in più, qual è il totale degli investimenti che dovrebbe essere fatto per incassare gli stessi 5 miliardi? Se per semplicità di calcolo supponessimo un'aliquota fiscale del 50% dovremmo dire che a fronte di profitti di 10 miliardi, 5 miliardi verrebbero pagati di imposte. Qual è il capitale necessario per produrre 10 miliardi di profitti? Probabilmente una cifra vicino ai 100 miliardi. Questa è una cifra che non è sicuramente elevata e che sarebbe alla portata del paese Italia se vi fossero le condizioni. Senza contare l'aumento dei posti di lavoro, la pace sociale che ne conseguirebbe e le contribuzioni sociali che lo Stato andrebbe ad incassare".
Ma quanto tempo necessiterebbe Preatoni perché un rilancio degli investimenti produca i suoi benefici effetti?
"E' una bellissima domanda Direttore, cerchiamo di fare un calcolo ottimistico. Supponiamo che noi si sia capaci in un anno di richiamare gli investimenti e almeno di azzerare quel -3,3% che ci perseguita da 4 anni. Nella mia esperienza di imprenditore devo presumere che questi investimenti affinchè diventino produttivi necessiterebbero di altri 2-3 anni. Prima che ciò si ripercuota sul mercato del lavoro e sulle imposte che lo Stato dovrà incassare vorrei supporre almeno un altro anno. In totale diciamo 5 anni!! Questo spiega la drammaticità della nostra situazione e come senza un aiuto di forte espansione monetaria questi tempi potranno essere ulteriormente dilatati".
E quindi secondo lei che cosa dovremmo fare?
"Caro Direttore, sono tre anni che lo dico e lo scrivo: dobbiamo inondare i mercati di liquidità sperando di creare una discreta inflazione nella speranza che ciò induca gli investitori e i consumatori a ritornare sul mercato perchè le aspettative di un bene che l'anno venturo potrebbe costare di più avrebbe degli effetti sicuramente positivi, mentre continua ad avere effetti sicuramente negativi la politica di "lacrime e sangue" che induce la gente a rimandare i consumi e gli imprenditori a rimandare gli investimenti".
Dove ci sono attualmente secondo lei le condizioni ideali di investimento?
"In Russia di cui troppo poco si parla. Grande pace sia politica che sociale, un PIL che l'anno scorso è aumentato del 4,3% ma la considerazione più importante è la seguente: tutto il mondo occidentale è talmente interconnesso che la crisi di un paese si ripercuote in modo significativo sugli altri. La Russia ha il vantaggio di essere un paese enorme e di avere un export che per l'86% sono materie prime. In epoche positive questo potrebbe essere un limite, in momenti di difficoltà invece è una grande forza".
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