In questo Forum puoi scrivere... con cognizione... quello che vuoi.
Rispondi al messaggio

26/05/2014, 11:46

Wolframio ha scritto:

Ha ciulato tuttà l'Italia non solo il pd ed il m5s


Ci siamo ciulati da soli...

30/05/2014, 16:25

Il declino dell’Europa
di Piero Cammerinesi (corrispondente di Altrainformazione)

Mentre l’Europa è totalmente presa dall’incantamento delle elezioni del Parlamento europeo sembra che la grande Storia stia imboccando altri sentieri.

Si tratta di cambiamenti epocali che avranno l’effetto di spostare sempre di più il centro geopolitico globale dall’asse USA-UE all’asse Russia-Cina, confinando, nel lungo termine, l’Europa alla periferia del mondo.

Mi riferisco in prima battuta al contratto di fornitura di gas russo alla Cina[1] che non solo è assolutamente senza precedenti, ma la cui reale importanza va ben oltre gli importi, pur mirabolanti, del controvalore economico.

Infatti, a mio avviso, approfondendo la notizia dello storico contratto di fornitura del gas siberiano alla Cina, pomposamente definito “un contratto senza precedenti”l’attenzione dovrebbe essere rivolta prima di tutto all’aspetto geopolitico di quest’accordo.

Innanzitutto notiamo la singolare sincronia della firma dell’accordo con il ritiro delle truppe russe dai confini ucraini e il conseguente allentamento della tensione su questa delicatissima area dello scacchiere internazionale.

Singolare che Putin abbia gonfiato i muscoli fino a pochi giorni dal suo viaggio in Cina per poi, appena andato in porto il supercontratto, mostrare evidenti segni di rilassamento, giungendo oggi a dichiarare di accettare serenamente gli esiti delle elezioni ucraine[2].

Immagine

Non trovate strano questo comportamento?

La sincronicità in politica internazionale non è mai casuale.

In realtà Putin ha portato a casa ben più dei 400 miliardi di dollari e rotti per la vendita del gas naturale alla Cina e relativa tecnologia, vale a dire una vittoria schiacciante su quelli che si sono dimostrati nemici mortali della Russia: gli USA e i burattini dell’Unione Europea.

Qual’è stato dunque il messaggio che la Russia ha voluto dare con il cambiamento di atteggiamento nei confronti dell’Ucraina, irretita nelle trame della Nato, al fine di costituire una spina nel fianco della difesa russa?

Qualcosa del tipo: “Cari ucraini, fino a ieri eravate importanti perché costituivate un problema politico e economico, visto che eravate in grado di mettere a rischio le nostre forniture di gas all’Europa, ma da oggi lo siete molto di meno. Fate pure come credete, se pensate che l’Europa vi difenderà e pagherà i vostri debiti, andrete incontro a grosse delusioni. Anzi, penso che d’ora in avanti gli USA e i loro servi perderanno molto dell’interesse che vi riservavano”.

Credo sia necessario rimarcare che perdere il gas della Siberia orientale, ora destinato al mercato cinese, abbia costituito, senza ombra di dubbio, un fallimento storico degli Stati Uniti ma soprattutto dell’Unione europea.

Se l’Europa, infatti, invece di creare ad arte conflitti armati in Ucraina per ostacolare la decisione dell’ex-premier Yanukovych di posporre la firma dell’accordo per l’ingresso nell’Unione, avesse dato alla Russia assicurazioni sulla continuità delle forniture di gas, avrebbe mostrato un atteggiamento ben più saggio in termini di politica estera.

Vi siete mai chiesti perché – diversamente dall’Europa – la maggior parte dei Paesi asiatici se ne è altamente fregata, nel corso della crisi ucraina, dei proclami USA-UE, non prendendo assolutamente posizione contro la Russia?

Immagine

E adesso il gas della siberia sembrerebbe perduto per l’Europa. Va da sé che a livello di trasporti e d’infrastrutture esistenti, sarebbe stato molto più conveniente il trasporto di tale gas verso l’Europa. Invece, nonostante il prezzo basso che i cinesi hanno offerto inizialmente, la Russia ha chiuso l’accordo con la Cina.

Perché?

Beh, se date una scorsa ai giornali europei di questi ultimi vent’anni troverete ripetuta in tutte le salse la minaccia di non acquistare più forniture energetiche dalla Russia. Una scelta considerata dai miopi strateghi europei il modo migliore per danneggiare l’ingombrante vicino.

Se allora, anno dopo anno, un Paese si sente sulla testa la spada di Damocle di questa chiusura improvvisa dei rubinetti di valuta estera, cosa pensate che faccia?

Appare del tutto naturale che si guardi intorno alla ricerca di compratori alternativi.

Perché l’Europa si è sempre comportata in questo modo, anche se poi, di fatto, ha continuato imperterrita a comprare il gas russo?

Immagine

Se è vero che petrolio e gas naturale valgono una parte sostanziale del PIL russo – e questo ha costituito l’asso nella manica di Putin durante il braccio di ferro in Ucraina – la Germania, tanto per fare un esempio, importa dalla Russia un terzo delle sue forniture di gas e l’Europa, pur ricevendo gas a sufficienza al momento, avrà in futuro bisogno di quantità sempre maggiori di gas. È vero che potrebbe riceverne dagli USA ma, dato che questi lo estraggono con il fracking, se si verificassero dei disastri provocati da questo metodo, sarebbe possibile una interruzione dell’estrazione, se non addirittura una sospensione.

Motivi di politica squisitamente europea non ce ne sono; spiritualmente, storicamente, culturalmente ed economicamente la Russia ha maggiori affinità con l’Europa che con la Cina.

E allora?

Chiedetelo ai nostri padroni a Washington, che dettano regole e impongono condizioni ai vassalli europei.

Ma la politica estera americana che ha sempre cercato di far litigare tra loro i propri nemici – il classico divide et impera – questa volta ha segnato un clamoroso autogol.

Obama è riuscito nel non – per lui – auspicabile intento di spingere la Russia tra le braccia della Cina; esattamente il contrario di quello che più astutamente fece a suo tempo Richard Nixon, siglando un accordo con Mao Zedong in modo da far capire ai sovietici che USA e Cina erano uniti contro di loro, mentre, grazie alla miopia politica di oggi, Russia e Cina sono contrapposti agli USA.

Ma c’è di più.

Immagine

Putin a Pechino ha ancora una volta parlato di stabilire negli scambi commerciali con la Cina“reciproci pagamenti in valuta nazionale”, che in soldoni equivale a tagliar fuori il dollaro USA.

Questo è l’incubo più grande per i padroni del mondo; non a caso hanno sino a oggi annientato tutti i Paesi che avevano iniziato a non usare i petroldollari nelle loro transazioni energetiche.

Ma Russia-Cina è un boccone troppo grande da ingoiare.

Già oggi il dollaro – pur essendo ancora la valuta di riserva più importante – è passata dal 55% degli scambi internazionali nel 2000 al 33% alla fine del 2013, mentre, per converso, le riserve in “altre valute” dei mercati emergenti hanno visto, dal 2003, un incremento del 400%.

Senza contare che prendere le distanze dal dollaro potrebbe costituire la prima tappa di un percorso che conduce ad una nuova valuta internazionale, probabilmente costituita da un “paniere” di valute dell’area BRICS.

Putin ha parlato di ottimizzare la cooperazione tra banche russe e cinesi: in termini politico-strategici questo significa stabilire meccanismi tali da rendere inoffensive le eventuali sanzioni economiche che USA-UE volessero imporre ai due Paesi.

“Nel corso dell’incontro, abbiamo preso in considerazione anche modalità di diversificazione commerciale per ridurre la dipendenza dalla situazione economica globale….”[3]

Non dimentichiamo che da quest’anno la Cina è la prima potenza economica globale, avendo portato a termine lo storico sorpasso sull’economia a stelle e strisce.

Da questo all’incremento degli scambi commerciali e a possibili collaborazioni nel settore militare il passo è breve.

Immagine

E qui i pentastellati generali del Pentagono iniziano a mostrare segni di nervosismo.

Tuttavia, nonostante gli strateghi americani vedano come il fumo negli occhi il delinearsi di un mondo in cui non ci sia una sola potenza egemone, le linee di sviluppo economiche e politiche stanno andando in quella direzione e non è difficile incominciare ad intravedere le prime crepe nel progetto del“New american century”.

Per carità, non sarà certo questione di mesi o di pochi anni, ma a partire da questo Maggio 2014, si è manifestato qualcosa di veramente importante: il primo passo verso un mondo meno sbilanciato verso l’Estremo Occidente.

E l’Europa è la grande esclusa.

[1] http://www.theguardian.com/business/201 ... pply-chain

[2] http://www.nytimes.com/2014/05/24/world ... ml?hp&_r=0

[3] http://eng.kremlin.ru/transcripts/7200#sel=

10/06/2014, 09:43

Sondaggio ManPower. Le migliori prospettive sono state rilevate in Turchia e nell'Asia Pacifico, in particolare in India, Taiwan...
Secondo un sondaggio realizzato da Manpower su scala globale, la maggior parte dei datori di lavoro assumerà meno personale.


NEW YORK (WSI) - Nessun recupero dell'occupazione globale nel corso del terzo trimestre. Tutt'altro. Secondo un sondaggio realizzato da Manpower, la maggior parte dei datori di lavoro assumerà meno personale. Al sondaggio hanno partecipato 65.000 datori di lavoro di 42 paesi.

Dalle risposte è emerso che l'intenzione di assumere si è rafforzata in 11 paesi su base trimestrale, rallentando però in 24.

Le migliori prospettive sono state rilevate in Turchia e nell'Asia Pacifico, in particolare in India, Taiwan, Nuova Zelanda e Singapore.

I più pessimisti sono stati i datori di lavoro dell'Eurozona, in particolare in Italia, Belgio, Francia e Olanda. Questi sono stati gli unici paesi in cui è stata prevista una flessione nelle assunzioni.

"I piani di assunzione sono rimasti (invece) positivi in Grecia, Irlanda e Spagna, a conferma di un trend che suggerisce che la fiducia dei datori di lavoro si sta stabilizzando, dopo il periodo prolungato di previsioni pessimistiche e post-recessione", hanno scritto gli analisti di Manpower in un report.

"Detto questo, i deboli piani di assunzione continuano a sfidare chi cerca lavoro in Italia, mentre le stime sia sul Belgio che sull'Olanda sono diventate lievemente negative, per l'ennesima volta".

Gli ultimi numeri ufficiali dell'Eurozona parlano di un tasso di disoccupazione dell'11,7% ad aprile, contro l'11,8% a marzo e il 12% dell'aprile del 2013.

Negli Usa, il tasso di disoccupazione si è invece stabilizzato al 6,3%, ad aprile e maggio.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... ncora.aspx

24/06/2014, 12:27

Dati Markit PMI: il ciclo di Frenkel arriva in Francia. Scenari economiciDati Markit PMI: il ciclo di Frenkel arriva in Francia. Scenari economici

Immagine

(Scenari Economici). Secondo la stima flash del Markit PMI sull'Eurozona di giugno, la crescita dell'economia dell'eurozona è rallentata per il secondo mese consecutivo. L’indicatore anticipatore del PIL, il PMI Composito della Produzione nella zona euro scende a 52.8 (53.5 a maggio). Sebbene si sia leggermente indebolita, la crescita della Germania è rimasta buona mentre la contrazione della Francia si è acutizzata. Nel resto della zona euro accelera nuovamente la produzione fino a raggiungere l'incremento maggiore dal luglio del 2007.

Commentando i risultati flash dei dati PMI, Chris Williamson, Chief Economist presso Markit ha detto: “Il PMI di giugno ha concluso il più forte trimestre degli ultimi tre anni, ma resta la preoccupazione che questo secondo mese consecutivo di contrazione dell'indice segnali come la ripresa nell'eurozona sta perdendo il suo slancio". E ancora: “La maggiore preoccupazione è ancora una volta rappresentata dai risultati divergenti all'interno dell'eurozona. Nonostante l'indagine suggerisca che l'eurozona dovrebbe nel complesso crescere di almeno 0.4% nel secondo trimestre, sembra che la Francia sia entrata in un nuovo periodo di recessione dopo la stagnazione del PIL durante il primo trimestre. Nel frattempo la Germania sembra destinata a crescere dello 0.7% o più nel secondo trimestre, nonostante ci siano segnali che la ripresa sta iniziando a perdere nuovamente slancio. È il resto della regione (al di fuori di Francia e Germania) che in generale sta assistendo al più importante momento di espansione, evidenziando come la periferia è in fase di ripresa. La crescita, al di fuori di Francia e Germania, ha accelerato nel mese di giugno concludendo il miglior trimestre mai registrato dal terzo trimestre del 2007.”

Di seguito l’andamento dell’indicatore PMI Markit (e del PIL) e la piena correlazione con l’andamento del CLUP (Costo del Lavoro per Unita’ di Prodotto). In pratica si conferma che il “tritasassi” del Ciclo di Frenkel sta facendo capolino in Francia (e questi cicli durano generalmente 3-5 anni):

Immagine

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews ... 11&pg=8195


Ma questa in realtà non è una cattiva notizia... perché sono convinto che i francesi (a differenza degli italiani) non sono felici quando si rendono conto di essere presi in giro.

[^]
Ultima modifica di Atlanticus81 il 24/06/2014, 12:28, modificato 1 volta in totale.

24/06/2014, 14:37

il problema è che noi non ce ne rendiamo nemmeno conto.

27/06/2014, 17:27

è stato eletto junker

27/06/2014, 17:37

Quello che diceva...

Juncker: «La disoccupazione in Italia? Colpa degli italiani»

«L’Europa non è la causa della disoccupazione in Italia ma è parte della risposta», anzi «non è l’Europa che ha obbligato l’Italia ad avere un tasso di disoccupazione così elevato, è fabbricazione interna».

http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2014/ ... ione.shtml

[xx(]

27/06/2014, 18:39

e tutti ad applaudire in parlamento... Io sono convinto che ci sia qualcosa nell'aria che rende le persone imbecilli altrimenti a dichiarazioni del genere sarebbero succedute levate di scudi colossali.

05/07/2014, 14:26

Mario Draghi è alla disperazione: tenta di salvare l'euro in extremis
TAGLIO DELLA BCE METTE IN EVIDENZA TUTTI I DANNI DELL’EURO

Immagine

http://www.ecplanet.com/node/4284

La Banca centrale europea è alla canna del gas. Ha lanciato una serie di misure che si possono tranquillamente definire ‘disperate’ e fuori tempo, per combattere quella che ormai è, a tutti gli effetti, una depressione deflazionista.

La BCE ha tagliato tutti i suoi principali tassi ai minimi storici per combattere il rischio di deflazione e far scendere il tasso di cambio dell’euro. Per la prima volta, le banche dovranno pagare – lo 0,10 per cento – per i fondi che parcheggiano presso la banca centrale.

È una mossa disperata e prevista. Niente quantitative easing, per ora, ma il presidente della Bce Mario Draghi non ha escluso altre mosse – disperate – in futuro.

Il problema è che la Bce è sempre ‘dietro la curva’. E in un quadro mondiale di banche centrali che stampano moneta come baldracche, non farlo, significa un Euro che rimarrà sopravvalutato. Strozzando l’economia.

I provvedimenti mirano a sbloccare la massa monetaria e incentivare le banche a concedere prestiti. Che sono in calo in tutta la UE.

Draghi ha delineato un piano quadriennale di 400 miliardi di euro per le banche che non stanno concedendo credito a causa dell’incombente stress test. È un incentivo ad aumentare i prestiti alle imprese nella zona euro.

“Ora siamo in un mondo completamente diverso”, ha detto Draghi in una conferenza stampa, citando “una bassa inflazione, una debole ripresa e deboli dinamiche monetarie e creditizie”.

Il pacchetto, approvato all’unanimità, mira ad aumentare l’erogazione di prestiti “economia reale”, ha detto.

Altri passi estendono la durata di illimitata di liquidità a buon mercato per le banche della zona euro, l’iniezione di circa 170 miliardi di euro, ed eventuali futuri acquisti di titoli per sostenere le piccole imprese.

Le proiezioni pubblicate dalla BCE hanno mostrato un’inflazione solo 0,7 per cento quest’anno. Molto sotto il limite ‘normale’ del 2% e sotto l’1% definito negli stress test della stessa BCE come ‘limite minimo’ per non mandare a gambe all’aria il sistema bancario.

“Se necessario, agiremo rapidamente con un ulteriore allentamento della politica monetaria”, ha detto Draghi, aggiungendo che il Consiglio direttivo di definizione politica è stata unanime nel suo impegno a utilizzare strumenti non convenzionali, se necessario “per affrontare ulteriormente i rischi di un troppo prolungato un periodo di bassa inflazione”.

Sono mosse dettate dalla disperazione. È vero che il mercato del credito è bloccato, e le banche sono riluttanti nel concedere prestiti, ma è soprattutto vero che è l’economia anemica a ‘non richiedere prestiti’.

Quando un’impresa non vende, perché la domanda è debole, non ha alcun interesse ad investire. Non va a chiedere un prestito.

È dal lato della domanda che si deve intervenire. Ma questo è il ‘vizio strutturale’ che risiede nella stessa struttura della Globalizzazione: c’è un eccesso di produzione rispetto alla domanda. C’è troppa Cina, che esporta in Europa il suo eccesso di produzione.

È lì che bisognerebbe intervenire, ma questo metterebbe in discussione tutto l’enorme castello della Globalizzazione. Ecco allora le mosse disperate dei sacerdoti del Sistema. Ecco Draghi che crede di risolvere un problema strutturale, con una mossa finanziaria.

Non servirà a nulla.

Non si può costringere un cavallo che non ha sete a bere, così non si può, aumentando la liquidità disponibile, indurre le imprese a chiedere prestiti per investimenti che non servono a nulla, perché non c’è una domanda equivalente.

L’acqua c’è, è il cavallo che non beve.

Fonte: voxnews.info / Via: terrarealtime.blogspot.it

05/07/2014, 15:11

Speriamo non ci voglia ancora molto per il collasso del sistema

09/09/2014, 09:42

MODELLO OCCIDENTE FALLITO?
Di: Luciano Lago

Il fallimento del modello occidentale

Nel corso degli ultimi due decenni, nel mondo e nell’area Euroasiatica in particolare, sono avvenuti dei cambiamenti epocali, basti pensare alla caduta del muro di Berlino nel 1989, alla dissoluzione dell’URSS con creazione di nuove entità statali in Europa ed in Asia, alla prima guerra nel teatro europeo (Bosnia ed ex Jugoslavia), alle guerre condotte in Medio Oriente con la partecipazione dei paesi europei, al sorgere della Cina come seconda grande super potenza economica ed industriale, alla corsa per la conquista delle risorse dell’Africa, lanciata dalle grandi potenze.

Tutti avvenimenti questi nei quali vi sono stati alcuni grandi protagonisti ed altri, le nazioni europee in particolare, chiamate a svolgere un ruolo di comprimari o consociati al fianco della superpotenza dominante, quella statunitense che, per un certo periodo (dopo la dissoluzione dell’URSS), aveva indotto la falsa sensazione che il mondo dovesse attestarsi in uno stato di “unipolarità” con l’impero degli USA in posizione di dominio assoluto, nel campo politico, economico e militare.

In realtà non è andata così e piuttosto tutto lascia credere, con gli ultimi avvenimenti, che si proceda speditamente verso un assetto multipolare, con la Cina, la Russia ed altri grandi paesi emergenti (India, Brasile, Iran, Sud Africa) a contendere alla superpotenza USA gli spazi di potere globale, politico, economico e militare.

Da considerare che, in parallelo a questi sviluppi, nel mondo denominato “Occidentale”, abbiamo assistito anche a determinati processi che riflettono, da un lato, un evidente declino politico economico e militare degli Stati Uniti e, dall’altro, all’incapacità dell’Europa di emanciparsi una volta per tutte dalla sua condizione di subordinazione alla politica ed interessi degli USA, neppure in occasione di crisi in aree che sarebbero di stretto interesse dei paesi europei (vedi Ucraina).

Si tratta di una crisi non soltanto economica ma anche di perdita e logoramento di modello sistemico che si accompagna ad un declino generale che investe tutto il così detto Occidente dalle due sponde dell’Atlantico.

Questo avviene proprio nel momento storico della massima espansione del modello economico liberista e capitalista e delle teorie diffuse della globalizzazione come “processo irreversibile” con preannunciata l’inevitabile scomparsa degli Stati Nazionali,con l’omologazione delle culture, con l’assimilazione del modello americanoide, iper consumista, procedendo verso un nuovo assetto globalista che prevede, secondo le teorie degli strateghi neocon, come suo massimo obiettivo, la realizzazione di un Nuovo Ordine Mondiale (1) sotto la guida di una elite finanziaria, con una nuova moneta unica mondiale.

Vedi : L’ONU parla di una moneta unica mondiale.http://www.disinformazione.it/onu_monet ... ndiale.htm

L’Europa per prima è un continente avviato alla lenta ed inesorabile decadenza dovuta, prima ancora che per motivi economici e geopolitici,al disconoscimento voluto delle proprie basi di civiltà, la sua Storia millenaria, fonte del diritto e della cultura per abbracciare l’ideologia mondialista, americanoide, neoliberale, radicale e relativista, del tutto estranea alla sua tradizione, incapace di ritagliarsi un proprio ruolo politico autonomo, relegandosi allo stato di colonia del grande impero americano, oggi anche esso in forte declino. Le società europee che in passato erano state un modello di civiltà, di sistema sociale sviluppato, di fatto hanno abdicato alla loro Storia ed abbracciato un modello di tipo anglosassone.

L’assetto del mondo affidato nelle aree cruciali alla egemonia ed al super potere dell’impero USA, ha perso qualsiasi parvenza di stabilità ma è scosso da conflitti sempre più cruenti e da destabilizzazione continua, visto il disastro ed il caos provocato dai ripetuti interventi militari (diretti o indiretti) degli Stati Uniti e dei loro alleati nei paesi dove la dirigenza di Washington ha stabilito di avere interesse prioritario per averne il controllo e per disporre delle loro risorse (Iraq, Libia, Siria, Somalia, Sudan, ecc.). In altri casi l’intervento è stato causato dall’importanza strategica di questi paesi (Ucraina), oltre che dalle risorse, con un disegno calcolato in funzione anti russa.

Data la situazione, ci sarebbe stata la necessità di rinnovare una “governance” mondiale per evitare il protrarsi e l’aggravarsi delle situazioni di caos e di conflitti che si sono create in varie aree del mondo nello stesso periodo. Questo perchè prima o poi i focolai di guerra, con il loro carico di fanatismo e miseria, finiranno per invadere anche i paesi non coinvolti nelle crisi con grave pericolo di un allargamento dei conflitti e di ulteriore destabilizzazione. Un prologo di quanto potrà accadere lo si può già vedere con l’esodo di milioni di profughi dai teatri di guerra, come dalla Siria (2 milioni di profughi) , dall’Iraq, dalla Somalia, dalla Nigeria, ecc…

Un filo sottile lega gli avvenimenti ed i conflitti tra teatri molto distanti come la Siria, l’Iraq e l’Ucraina. Dietro questi conflitti c’è la stessa mano, la stessa strategia di destabilizzazione e di caos realizzata per un gioco di egemonia e di controllo dal potere dominante, quello militare, politico e finanziario degli anglosassoni e sionisti (USA, GB, ed Israele).

Questa governance mondiale di fatto non esiste e l’unico ente sopranazionale che avrebbe dovuto per il suo statuto provvedere ad esercitare una azione di controllo e di pacificazione fra i contendenti (l’ONU), è stato di fatto ridotto all’irrilevanza ed alla assenza di qualsiasi voce in capitolo, grazie alla subordinazione dei suoi organi agli interessi della superpotenza dominante ed ai diritti di veto sempre opposti a qualsiasi azione di condanna.

I governi che oggi esprimono ipocritamente “preoccupazione ed allarme” per le vicende dell’Iraq, della barbarie degli sgozzamenti, esecuzioni sommarie, taglio della testa ai prigionieri effettuati dai miliziani dell’ISIS (Stato Islamico della Siria e del Levante) in Iraq, sono esattamente gli stessi che hanno appoggiato, fornito armi, addestramento ed equipaggiamenti vari ai miliziani di questa ed altre organizzazioni quando queste operavano in Siria per il rovesciamento del regime di Assad, inviso agli americani.

In quel paese avvenivano gli stessi sgozzamenti ed esecuzioni sommarie ma nessuno in Occidente alzava neanche una voce perchè si aspettava la caduta del regime di Assad e si voleva far credere che ci fosse una rivolta di” ribelli per la democrazia”. Gli sgozzatori erano utili in quel caso alle finalità strategiche degli USA e dell’Occidente e bisognava lasciare loro campo libero.

Risulta evidente che la stessa creazione di questo esercito, partito dalla Siria ed arrivato baldanzosamente in Iraq , è tutta occidentale ed in particolare da parte dell’intelligence degli Stati Uniti, della Francia e del Regno Unito, una enorme quantità di prove e testimonianze non lasciano dubbi in proposito.

Vedi: Il diabolico piano degli USA in Iraq: http://www.controinformazione.info/il-d ... sorizzati/

Anche in Ucraina la crisi determinatasi in quel paese e la conseguente guerra civile, con tutta evidenza è stata causata dall’opera di sobillazione dell’intelligence USA e delle centinaia di agenzie ONG nella stessa Ucraina, create e finanziate dagli USA per sovvertire gli equilibri politici, che hanno svolto un ruolo determinante nel golpe avvenuto a Kiev e nelle azioni militari repressive attuate da quel governo nei confronti delle province autonomiste filo russe. Le provocazioni contro la Russia, le false manipolazioni mediatiche (il volo abbattuto dagli ucraini spacciato come responsabilità della Russia, la presunta invasione di migliaia di soldati russi), l’aggressività della NATO che effettua esercitazioni a ridosso dei confini della Federazione russa e si accinge a creare altre basi militari nel Baltico ed in Polonia, sono un chiaro intento dell’amministrazione USA di voler circondare, ridimensionare e mettere all’angolo quello che è oggi il paese territorialmente più esteso del mondo.

Vedi: La sovversione anti Russa distruggerà la UE: http://www.ilnodogordiano.it/?p=7663

Probabilmente è la Russia che costituisce oggi il maggior ostacolo per la realizzazione di quel “nuovo ordine Mondiale” geopolitico e finanziario, auspicato dagli strateghi neo con e dominato dalla potenza nord americana. Questo spiega l’accanimento con cui gli USA e la macchina della propaganda mediatica atlantista cercano di demonizzare Putin (il “nuovo Hitler” lo ha definito la Clinton).

Tutte queste azioni aggressive degli USA, con il supporto dei propri alleati, non possono però nascondere che qualche cosa di importante sta rapidamente cambiando negli equilibri mondiali, che pochi si fidano ormai della capacità degli USA di esercitare un ruolo di equilibrio e molti paesi respingono decisamente le azioni di ingerenza di Washington nei loro affari interni. Questo è evidente nel caso di molti paesi dell’America Latina, dall’Argentina al Brasile, all’Ecuador, al Venezuela, all’Uraguay,alla Bolivia, ecc. che sono riusciti ad emanciparsi dalla “tutela” del grande impero ed hanno avviato un percorso di autonomia e di affrancamento anche economico e finanziario poggiandosi sulla Cina, sulla Russia e su altri paesi per le loro necessità economiche, respingendo l’interessata proposta di intervento anche del FMI, della Banca Mondiale e degli altri organismi di dominio finanziario che sono specialisti nello sperimentato sistema di finanziamento e successivo strangolamento nel debito e nel sistema dell’usura verso i paesi emergenti.

Stessa volontà di affrancamento che manifesta oggi il gruppo dei Brics (Brasile, Russia, Cina, India, Sud Africa) che sta effettuando accordi anche per staccarsi dal dollaro utilizzando una moneta sostitutiva nel commercio internazionale e con il creare una banca dello sviluppo sostitutiva al FMI ed agli altri organismi finanziari. Le sanzioni verso la Russia risulteranno determinanti per accelerare questo processo.

Vedi: I Brics contro il dominio del dollaro: http://aurorasito.wordpress.com/2014/07 ... l-dollaro/

Con questi paesi l’influenza degli USA risulta sempre più bassa, addirittura ininfluente nei loro confronti, tanto più questo è apparso evidente quando i rappresentanti di Washington hanno cercato di convincere ad associarsi alla politica delle sanzioni verso la Russia. Il gioco del dominio mondiale si è rotto e molti di questi rifiutano l’interessato abbraccio dell’alleato americano.

Gli Stati Uniti sono in un processo di declino politico, economico e morale, per cui hanno cessato di essere un modello per gli altri paesi, tanto meno vengono considerati il paese della “libertà e della democrazia” e gli ultimi fatti di Fergusson, in Missouri, lo attestano. Negli USA vige un sistema repressivo che è più conforme ad uno stato totalitario che ad una democrazia. Un paese dove esiste piuttosto il dominio della elite, delle grandi corporations, di un sistema di forti disuguaglianze studiato per favorire la classe dei super ricchi e per assicurare gli interessi delle potenti lobby, con l’ emarginazione di larghe fasce della popolazione nera ed ispanica.

Un sistema quello USA che viene favorito anche dalla concentrazione dei media nelle mani dei grandi gruppi economici, legati alla politica governativa, in modo tale che questi costituiscono una macchina della propaganda e della manipolazione che riesce ad influenzare l’opinione pubblica ed a creare il consenso di massa, approfittando anche di un basso livello medio di cultura e quindi di uno scarso livello critico della popolazione.

Tuttavia la crisi degli Stati Uniti risulta oggi molto profonda e soprattutto economica e sociale: un paese super indebitato che vive al di sopra delle sue possibilità, con l’affossamento della classe media e l’emergere di una grande massa di poveri, una caratteristica più da terzo mondo che non da paese evoluto, una economia che si regge sulla stampa di centinaia di miliardi di dollari, che ancora vengono accettati in buona parte del mondo grazie al signoraggio del dollaro, una posizione che però inizia a dare segni di fine del ciclo. Il rischio sta nella evenienza che gli stessi Stati Uniti finiscano divorati dai loro debiti e questo accadrà quando altri paesi inizieranno a rifiutare i dollari (cosa che si sta già verificando). Potrebbe essere quello il momento della svolta e non sarebbe di grande meraviglia che la dirigenza USA voglia provocare un grande conflitto per mascherare questa crisi.Questo spiega la sempre maggiore aggressività dei responsabili politici di Washington.

Non sono pochi gli analisti che prevedono una prossima caduta dell’Impero Americano, solo questione di tempo, dicono, se ne scorgono tutti i segni premonitori.
L’avvenire si presenta fosco e le avvisaglie di quanto potrebbe accadere sono state già descritte da un brillante analista americano, Paul Craig Roberts, in uno dei suoi articoli dal titolo eloquente: “The war is coming”: http://www.controinformazione.info/paul ... is-coming/

Note:

1- Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati .” – David Rockefeller, 1991 – “lasciati prendere per mano dal bambino di Betlemme, non temere, fidati di lui, la forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad impegnarti nell’edificazione di un Nuovo Ordine Mondiale…” – Papa Benedetto XVI -

Tratto da: http://www.controinformazione.info/il-d ... #more-6513

---------------------------------------

Questo articolo é un po' la summa di quanto da mesi diciamo,oltre a molti altri ,su queste questioni.

anche: http://frontediliberazionedaibanchieri. ... llaro.html

09/09/2014, 14:28

Articolo molto bello :)

La risposta è: SI

16/09/2014, 09:43

Sempre troppo pochi...

Germania: regionali, cresce il partito anti-euro Afd

Forte balzo in avanti del partito anti-euro AfD (Alternative fuer Deutschland) alle elezioni regionali svoltesi oggi in Turingia e Brandeburgo dove si attesta, rispettivamente, al 10% e 12%. Confermate al primo posto la Cdu e la Spd nei rispettivi Laender ma la questione delle coalizioni di governo e' aperta.

Secondo le prime proiezioni, i partiti alla guida dei governi in Turingia e Brandeburgo, Cdu e Spd, si confermano al primo posto alle regionali svoltesi oggi nei due Laender dell'est. Resta tuttavia aperta la questione delle future coalizioni di governo. La Cdu vince in Turingia ma una coalizione altrernativa Linke-Spd sarebbe possibile e ciò significherebbe l'elezione del primo governatore della Linke (Sinistra, partito erede di quello comunista della ex Ddr) in un Land tedesco.

In Brandeburgo la Spd si conferma al primo posto e potrebbe allearsi sia, come ora, con la Linke, sia con la Cdu. In entrambi i Laender, il partito anti-euro AfD (Alternative füer Deutschland) fa un drammatico balzo in avanti ed entra nei rispettivi parlamenti regionali: 12% in Brandeburgo e 10% in Turingia da zero che partiva dato che alla precedenti elezioni nel 2009 non correva.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... 1322.shtml

16/09/2014, 14:21

acin acin s fac a macin... Chicco dopo chicco si riempie la macina :)

17/09/2014, 14:37

La Spagna si sta muovendo verso la guerra civile?

La Spagna si sta muovendo verso la guerra civile? Posted on 12 settembre 2014 by ununiverso Share: Condividi IMG_0459.JPG Il governo spagnolo si sta preparando in vista delle violente proteste contro l’Unione Europea che si prevede esploderanno quest’autunno. La Spagna sta equipaggiando la polizia spendendo milioni di euro di nuovo materiale da guerra. Manifestazioni violente in Spagna sono pressocchè all’ordine del giorno.

Immagine

I movimenti di protesta come il 25 de Mayo o degli Indignados chiamano tutta popolazione a scendere nelle strade e a protestare contro il governo. La polizia risponde sempre con la violenza. La polizia copre la propria brutalità vietando qualsiasi video di pestaggi, un fatto questo che lo rende un già crimine in sé. Questo conferma senza dubbio la perdita di libertà e di qualsiasi processo democratico in Europa. Gli scandali della polizia hanno solo appesantito il clima tra la popolazione e per questo motivi possiamo vedere che si sta andando verso una guera civile. Da questo mese di giugno, il Ministero degli Interni spagnolo ha firmato quattro contratti per l’acquisto di giubbotti protettivi, scudi antisommossa e altro equipaggiamento. Questi acquisti inducono molti a rivivere brutti ricordi in Spagna. La Spagna ha acquistato anche cannoni ad acqua, un’arma che verso la fine della dittatura di Franco era usata continuamente.

Il leader dell’opposizione, Antonio Trevin, ha definito l’acquisto “un ritorno a tempi che avremmo preferito dimenticare.” Il ministero dell’Interno ha risposto invece giustificando il riarmo come necessario “a causa delle attuali dinamiche sociali”, come riporta il quotidiano inglese The Guardian. Le proteste sono principalmente dirette contro le nuove misure di austerità e l’aumento delle tasse, il tasso di disoccupazione estremamente alto tra i giovani, i moltissimi homeless dopo lo scoppio della bolla immobiliare, e anche contro una politica restrittiva, come una recente disegno di legge per vietare gli aborti. Poi c’è il movimento che chiede un referendum per l’abolizione della monarchia. E il movimento separatista, come in Scozia, dove i catalani si stanno muovendo per la loro indipendenza. Ci sono state proteste anche contro la recente visita della cancelliera tedesca Angela Merkel che sono state fatte cessare in modo violento dal governo.

La Spagna si sta muovendo verso la guerra civile. Perfino l’organizzazione per i diritti umani Amnesty International ha espresso preoccupazione circa l’armamento della polizia. La polizia è lì per proteggere il governo, non la gente. Questa è una posizione pericolosa che pone le basi per una guerra civile. Martin Armstrong Fonte: http://armstrongeconomics.com Link: http://armstrongeconomics.com/2014/09/1 ... civil-war/ Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura della redazione

http://terrarealtime.blogspot.it/2014/0 ... so-la.html
Rispondi al messaggio