E qui ti confondi anche tu, l'aveva spiegato anche Shantaram... E anche se ho sbagliato il termine NON E' STATO VEGETATIVO; l'ho spiegato!
Comunque, per finire (che è inutile) anch'io posto il "mio" articoletto:
ORA HO SAPUTO CHE HANNO AMMAZZATO ELEUANA!!!!!
Così il padre potrà fare il senatore a vita!
AFFIORANO ORA LE TESTIMONIANZE SULL’ALTRA VERITÀ
Morde infine la coscienza di non ritrovarsi complici
LUCIA BELLASPIGA
M entre le ore si fanno più penose e quelli che speriamo restino solo incubi si affacciano neri all’orizzonte, c’è un nuovo protagonista che entra sulla scena di questo teatro tragico: la coscienza della gente. Per troppo tempo si era parlato di quella ragazza « addormentata » a Lecco e del suo genitore « curiosamente » ostinato nel chiederne la morte, così diverso dagli altri padri e dalle madri dei tanti figli in stato vegetativo, eroici nel pretenderne la vita. Se n’era parlato, ma in fondo senza pensare che potesse davvero accadere, e così si lasciava fare.
Appena tre anni fa la stessa Italia inorridiva unanime per l’uccisione di Terri Schiavo in America: « Da noi non potrebbe mai accadere » , si diceva, e così l’incubo svaniva.
Invece oggi l’ex marito di Terri manda le sue congratulazioni a papà Englaro: grazie a me che ti ho aperto la strada ce l’abbiamo fatta.
Nelle ore in cui scriviamo, mentre Eluana ancora respira, e il suo corpo non più nutrito e dissetato consuma a poco a poco le ultime riserve che gli restano, la gente intorno a lei comincia a svegliarsi da un lungo sonno e avere un sobbalzo, un oscuro malessere interiore, come un senso di colpa inespresso: possibile che accada davvero? Adesso che l’orrore si fa concreto, tante certezze di chi predicava il diritto o addirittura il dovere di spegnere questa vita vacillano, tanti silenzi di chi sapeva e non diceva si sono rotti, negli ultimi tempi si sono alzate le voci di chi – amiche, compagne di scuola, insegnanti – ci racconta una Eluana opposta a quella tratteggiata nel decreto della Corte d’Appello di Milano, lo stesso che ne sentenzia la condanna. Il terrore di ritrovarsi, in coscienza, complici induce ora a vincere anche le inibizioni. Grazie alle loro testimonianze e alle prove che hanno prodotto dopo tanti anni, abbiamo scoperto un’Eluana che non negava Dio né odiava la Chiesa, ci siamo fermati a chiederci se è credibile che da ragazzina pensasse a sondini e testamento biologico anziché a vivere i suoi giorni spensierati, ci siamo accorti che non si può morire solo per aver detto – forse – vent’anni prima « io non vorrei che a me accadesse » .
Sui giornali, alle tivù, in questi giorni il dubbio finalmente si fa strada, prende coraggio, alza la voce. Sempre più esponenti anche insospettabili della cultura e della politica fanno e chiedono un passo indietro, medici, cantanti, scrittori e sportivi ora si chiamano fuori, ci dicono che quanto sta avvenendo non è nel loro nome. E non basta più adesso l’inflessibile e glaciale decisione di un padre a motivare quanto avviene nella desolazione di una stanza adibita a camera di congedo, dove, non potendo procedere con metodi più sbrigativi, si fa più presto che si può a prosciugare una vita troppo sana per cessare da sola. Entra finalmente la chiarezza in una storia paradossale, dove anche i termini sembravano invertirsi: chi è « per Eluana » ne vuole la morte, chi Beppino chiama « amici » asseconda la sua fissazione, chi è medico « rianimatore » ( colui che rende l’anima, secondo etimologia) in realtà gliela ruba lentamente e i « volontari » non assistono una paziente ma il procedere della necrosi.
Ecco, ora la gente comincia a sapere, e ieri per la prima volta anche qualche giornale che finora aveva descritto Eluana come un corpo inguardabile e sfatto, tale da distruggere il morale del dottor De Monte e della sua équipe, ammette che il suo volto è « intatto, le guance piene, gli occhi allungati, le labbra rosa » , che lei è « sempre bella, anche oggi » , che la sua pelle è « ancora bianca e distesa » . A lungo avevano fatto credere che la malattia avesse violentato quel fisico, che fosse un corpo in fase terminale, una mostruosità cui porre fine per pietas. Ora in extremis accettano di accorgersi di qualcosa di diverso, non però fino in fondo: la notizia che ancora ieri Eluana aveva tossito, pur apparsa in agenzia, per lunghe ore non ha trovato eco sulle pagine dei giornali on- line. Vedremo oggi in quelli cartacei. Ma quanti prima avevano immaginato Eluana una vita artificiale attaccata alle macchine?
Finché la coscienza collettiva, anche tardiva, ha un sussulto non tutto è perduto: nel secolo che è appena finito l’abisso arrivò perché si lasciò fare. Tutto iniziò quando una madre chiese e ottenne di sopprimere il suo figlio idrocefalo.
Il secondo passaggio fu la sospensione del nutrimento ai disabili. Il resto lo sappiamo. Oggi di Eluana si discute se abbia una coscienza minima: l’auspicio, la preghiera, è che ce l’abbiamo tutti noi.
Naturalmente non è "La Repubblica" ne "L'Unità"... Li leggete già voi...
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Ufologo 555 il 09/02/2009, 20:32, modificato 1 volta in totale.