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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 15/02/2015, 13:16 
Mi permetto di renderti noto che certe cose le puoi fare solo sei hai una valenza; oltre al fatto che abbiamo in dotazione (forse) ancora i fucili 91! [:302]
Se non hai una forza militare alle spalle non conti un ciufolo! (I Romani non hanno insegnato niente?) [^] Siamo abituati ad aspettare sempre il 7° Cavalleggeri! [:287]

Chitarra, mandolino e mafia, estesa a tutta l'italia ... (E chi ci rappresenta, ci rappresenta ..."BENE"!) [8)]



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 15/02/2015, 13:29 
Isis, Italia verso l'intervento militare in Libia: quanto ci costerebbe ...

L’Italia è «pronta a combattere» lo Stato Islamico in Libia perché «non possiamo accettare che a poche ore di navigazione dall'Italia ci sia una minaccia terroristica attiva» ha detto il ministro degli esteri Paolo Gentiloni. In attesa di comprendere quali misure militari Roma intende prendere e che tipo di intervento militare intenda varare vale la pena fare il punto sui costi di un conflitto che si preannuncia difficile e potenzialmente lungo.


L’Italia ha progressivamente ridotto negli ultimi anni non solo le spese per la Difesa ma anche quelle per le missioni all’estero con stanziamenti passati da 1.6 miliardi nel 2011 (oltre 7 mila militari impegnati oltremare) a un miliardo nel 2014 (4 mila soldati all’estero) mentre per i primi nove mesi di quest’anno il governo ha varato un decreto che stanzia 542 milioni di euro per i primi nove mesi dell’anno: in media di poco più di 60 milioni al mese con una previsione di 722,6 milioni per l’intero anno.

Un’eventuale intervento in Libia aprirebbe un nuovo capitolo di spesa le cui dimensioni sono difficilmente quantificabili senza conoscere la consistenza numerica e la tipologia di mezzi e reparti assegnati. Nel conflitto libico del 2011 sette mesi di operazioni aeree condotte da una quindicina di velivoli italiani e da una mezza dozzina di navi inclusa la portaerei Cavour costarono poco più di 202 milioni di euro senza contare il costo dei 712 ordigni sganciati tra bombe e missili: ogni bomba a guida laser o Gps costa mediamente tra i 30 mila e 50 mila euro mentre un missile da crociera Storm Shadow costa quasi un milione.

Come paragone può essere utile ricordare che in quello stesso anno 4.200 militari in Afghanistan con una trentina di aerei ed elicotteri costarono 811 milioni. L’impiego di una forza di simili dimensioni rientra nelle capacità di “proiezione militare” che l’Italia può esprimere in Libia, teatro operativo in cui le ridotte distanze dalla Penisola limiterebbero gli elevati costi logistici imposti invece dalle operazioni in Afghanistan.

Un ipotetico contingente italiano in Libia di 4/5 mila militari con una ventina di elicotteri, altrettanti velivoli e una mezza dozzina di unità navali potrebbe costare almeno 500 milioni all’anno. Una tale missione diverrebbe la più costosa tra le ventina già in atto tra cui oggi la più onerosa è l’Operazione “Prima Parthica” (dal nome di una legione romana costituita in Siria nel II secolo) che mobilita in Kuwait e Kurdistan 7 aerei e droni, altrettanti elicotteri e 500 militari di esercito e aeronautica nell’ambito della Coalizione conto lo Stato Islamico a un costo previsto di 133 milioni fino a settembre e i circa 180 previsti nell’intero anno. Pur trattandosi di una missione non di combattimento (i nostri velivoli non sganciano ordigni e i militari dell’esercito addestrano e supportano le milizie curde) quella contro lo Stato Islamico supera di poco i costi delle operazioni in Afghanistan e Libano che tra gennaio e settembre ci costeranno quest’anno rispettivamente 126 e 119 milioni.

A determinare o meno un incremento anche consistente dei costi dell’operazione in Libia contribuiranno gli aspetti bellici e logistici. Un completo coinvolgimento nelle azioni di guerra contro i miliziani dell’Isis comporterà maggiori costi per l’impiego e il consumo di armi e munizioni e la necessità di mettere in campo capacità sanitarie e di evacuazione dei feriti su vasta scala. Molto dipenderà da quanti e quali Paesi aderiranno a una campagna contro il Califfato in Libia. Una coalizione che veda la presenza di soldati di altri Paesi europei consentirebbe di mettere a punto sinergie sul fronte logistico riducendo in parte i costi mentre contingenti provenienti da Sahel e Nord Africa (Algeria? Egitto?) potrebbero costituire un ulteriore onere logistico per il contingente italiano.

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... vento.html


Invece di fare stupidate quali le famose "missioni di pace" all'estero ........ [:303]



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 15/02/2015, 13:34 
Eccolo lì, il beffardo, il traditore che ha rovinato l'italia; la Francia non m'è mai piaciuta ... (dai tempi di Vercingetorige)! [:292]



L'eredità avvelenata della Libia che ha aperto la strada all'Isis

Ghedaffi teneva a bada i jihadisti. Dopo la guerra di Sarkozy, l'estremismo islamico ha avuto il via libera per conquistare la Libia, ponte verso l'Europa.

Immagine

Il terrore è lì, a poche ore di viaggio dalle coste italiane. L'espansione dello Stato islamico in Libia è solo uno dei tanti "bocconi avvelenati" lasciati nel Mediterraneo dalla strategia del presidente francese Nicolas Sarkozy che scatenò una folle guerra per deporre il presidente libico Muammar Gheddafi.

Sin dagli anni Novanta, e ancor di più dai primi anni 2000, il rais ha controllato (non senza il consenso implicito di Stati Uniti e di alcune potenze occidentali) i movimenti estremisti tradizionalmente basati in Cirenaica.

L'avanzata dei jihadisti filo Isis, che in queste ore insanguinano il golfo della Sirte, era prevedibile, almeno dallo scoppio della guerra in Libia quattro anni fa. I miliziani che oggi combattono in nome del califfo Abu Bakr al Baghdadi non sono altro che i sopravvissuti del jihadismo storico della Cirenaica, dei combattenti mandati in Iraq a partire dal 2003, di alcuni detenuti della prigione americana di Guantanamo e di diversi terroristi tornati in libertà tra il 2009 e le manifestazioni che nel febbraio del 2011 venivano organizzate contro Gheddafi. Tra questi spicca il nome del libico Abu Sufyan ben Qumu, già coinvolto nell’attacco alla missione diplomatica americana di Bengasi. Dopo aver passato anni a Guantanamo, gli americani lo consegnano a Gheddafi nel 2008. E nell’ottobre del 2011, poco prima della caduta di Tripoli, viene misteriosamente rilasciato. "Poco dopo - spiega Lorenzo Declich, già docente all’Università Orientale di Napoli e uno dei massimi studiosi italiani di jihadismo - ben Qumu figura come il leader di Ansar Sharia, un gruppo qaedista che ha poi giurato fedeltà all’Isis". Dal 2009 le autorità libiche avevano rilasciato circa 850 terroristi, tra cui Nasser Taylamun, indicato come uno degli autisti di Osama bin Laden, Abdelhakim Belhaj, Khaled Shrif e Sami Saadi, rispettivamente leader, capo militare e ideologo dell’allora ala qaedista libica. In precedenza, i servizi di sicurezza di Tripoli avevano facilitato la partenza di questi e di altri jihadisti verso l’Iraq del dopo Saddam Hussein. Alcuni tornano in Libia proprio per partecipare, sotto il vessillo qaedista, alla guerra scoppiata nel 2011.

La pericolosità dello scenario libico è anche data dalla proliferazione di armi provenienti dall’arsenale di Gheddafi. Secondo fonti di intelligence, gran parte di queste armi sarebbero finite nelle mani dei contrabbandieri e di diversi gruppi della galassia jihadista dentro e fuori la Libia. Nel 2013 la Reuters pubblicò le fototografie dei proiettili anti-carro sparati dai terroristi islamici in Mali, fabbricati in Belgio e venduti tra il 1973 e il 1980 alla Libia di Gheddafi. Sempre in Mali sarebbero stati sparati munizioni anche da armi americane uguali a quelle fornite dagli Stati Uniti a Gheddafi tra gli anni Cinquanta e Sessanta. E ancora: vengono sempre dall’arsenale di Gheddafi anche i fucili d’assalto di fattura sovietica, mitragliatrici e lancia-granate usati dai Tuareg. "Questa presunta immissione di armi in Mali dalla Libia rappresenta gli effetti indesiderati di una guerra appoggiata dall'Occidente - spiega il New York Times - e solleva nuovi interrogativi sul motivo per cui la Nato e le milizie alleate che hanno aiutato i ribelli a sconfiggere l’esercito di Gheddafi abbiano fatto così poco per impedire che quelle armi si disperdessero".

Da decenni l'est della Libia è terra di contrabbando, un porto sicuro per traffici di ogni tipo. Qui, sin dagli anni Novanta, c'è la culla del jihadismo libico. Un’altra zona grigia della Libia nel caos sono le sue regioni a sud e sud-ovest. Qui, il qaidismo ha trovato corpo in organizzazioni terroristiche dell’Africa subsahariana e nei nuovi legami tra diversi rami africani del jihadismo: gli Shabaab somali, Boko Haram in Nigeria, i jihadisti in Mali.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/cos ... 94383.html



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 15/02/2015, 14:05 
Ufologo 555 ha scritto:
Eccolo lì, il beffardo, il traditore che ha rovinato l'italia; la Francia non m'è mai piaciuta ... (dai tempi di Vercingetorige)! [:292]



L'eredità avvelenata della Libia che ha aperto la strada all'Isis

Ghedaffi teneva a bada i jihadisti. Dopo la guerra di Sarkozy, l'estremismo islamico ha avuto il via libera per conquistare la Libia, ponte verso l'Europa.

Immagine

Il terrore è lì, a poche ore di viaggio dalle coste italiane. L'espansione dello Stato islamico in Libia è solo uno dei tanti "bocconi avvelenati" lasciati nel Mediterraneo dalla strategia del presidente francese Nicolas Sarkozy che scatenò una folle guerra per deporre il presidente libico Muammar Gheddafi.

Sin dagli anni Novanta, e ancor di più dai primi anni 2000, il rais ha controllato (non senza il consenso implicito di Stati Uniti e di alcune potenze occidentali) i movimenti estremisti tradizionalmente basati in Cirenaica.

L'avanzata dei jihadisti filo Isis, che in queste ore insanguinano il golfo della Sirte, era prevedibile, almeno dallo scoppio della guerra in Libia quattro anni fa. I miliziani che oggi combattono in nome del califfo Abu Bakr al Baghdadi non sono altro che i sopravvissuti del jihadismo storico della Cirenaica, dei combattenti mandati in Iraq a partire dal 2003, di alcuni detenuti della prigione americana di Guantanamo e di diversi terroristi tornati in libertà tra il 2009 e le manifestazioni che nel febbraio del 2011 venivano organizzate contro Gheddafi. Tra questi spicca il nome del libico Abu Sufyan ben Qumu, già coinvolto nell’attacco alla missione diplomatica americana di Bengasi. Dopo aver passato anni a Guantanamo, gli americani lo consegnano a Gheddafi nel 2008. E nell’ottobre del 2011, poco prima della caduta di Tripoli, viene misteriosamente rilasciato. "Poco dopo - spiega Lorenzo Declich, già docente all’Università Orientale di Napoli e uno dei massimi studiosi italiani di jihadismo - ben Qumu figura come il leader di Ansar Sharia, un gruppo qaedista che ha poi giurato fedeltà all’Isis". Dal 2009 le autorità libiche avevano rilasciato circa 850 terroristi, tra cui Nasser Taylamun, indicato come uno degli autisti di Osama bin Laden, Abdelhakim Belhaj, Khaled Shrif e Sami Saadi, rispettivamente leader, capo militare e ideologo dell’allora ala qaedista libica. In precedenza, i servizi di sicurezza di Tripoli avevano facilitato la partenza di questi e di altri jihadisti verso l’Iraq del dopo Saddam Hussein. Alcuni tornano in Libia proprio per partecipare, sotto il vessillo qaedista, alla guerra scoppiata nel 2011.

La pericolosità dello scenario libico è anche data dalla proliferazione di armi provenienti dall’arsenale di Gheddafi. Secondo fonti di intelligence, gran parte di queste armi sarebbero finite nelle mani dei contrabbandieri e di diversi gruppi della galassia jihadista dentro e fuori la Libia. Nel 2013 la Reuters pubblicò le fototografie dei proiettili anti-carro sparati dai terroristi islamici in Mali, fabbricati in Belgio e venduti tra il 1973 e il 1980 alla Libia di Gheddafi. Sempre in Mali sarebbero stati sparati munizioni anche da armi americane uguali a quelle fornite dagli Stati Uniti a Gheddafi tra gli anni Cinquanta e Sessanta. E ancora: vengono sempre dall’arsenale di Gheddafi anche i fucili d’assalto di fattura sovietica, mitragliatrici e lancia-granate usati dai Tuareg. "Questa presunta immissione di armi in Mali dalla Libia rappresenta gli effetti indesiderati di una guerra appoggiata dall'Occidente - spiega il New York Times - e solleva nuovi interrogativi sul motivo per cui la Nato e le milizie alleate che hanno aiutato i ribelli a sconfiggere l’esercito di Gheddafi abbiano fatto così poco per impedire che quelle armi si disperdessero".

Da decenni l'est della Libia è terra di contrabbando, un porto sicuro per traffici di ogni tipo. Qui, sin dagli anni Novanta, c'è la culla del jihadismo libico. Un’altra zona grigia della Libia nel caos sono le sue regioni a sud e sud-ovest. Qui, il qaidismo ha trovato corpo in organizzazioni terroristiche dell’Africa subsahariana e nei nuovi legami tra diversi rami africani del jihadismo: gli Shabaab somali, Boko Haram in Nigeria, i jihadisti in Mali.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/cos ... 94383.html



concordo sull'articolo ecc.
lo dico da anni..

ma l'IS serve loro
come nemico per giustificare
guerre e bombardamenti in medio oriente..
o in ogni caso una situazione di terrore
in modo da controllare il fronte interno..
vedi G.Orwell,1984..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 15/02/2015, 14:11 
Ahahahahah.... l'articolista adesso racconta che gheddafi aveva il consenso implicito di Stati Uniti e di alcune potenze occidentali nel contenere i movimenti estremisti tradizionalmente basati in Cirenaica?!

Ma questo é assolutamente falso! Gli USA sono stati i primi a festeggiare la caduta di gheddafi.. Com'è che si chiamava quell'ambasciatore ucciso all'epoca?

E poi quello che ha fatto sarkozy in francia non é la stessa cosa che hanno fatto gli USA in Iraq?!

Orwell in 1984 aveva capito tutto. Ma nonostante ciò siamo ancora capaci di farci fare fessi come allocchi



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 15/02/2015, 17:10 
... o come gente che non vuole problemi, ma festival ..... [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 15/02/2015, 18:27 
Comunque ribadisco:


Ufologo 555 ha scritto:
...
Ora voglio vedere se qualcuno dalla Libia lancia "qualcosa" verso di noi, popolo d'imbelli e pacifinti; non abbiamo nulla per contrastare un missile in arrivo! Tanto (come dite tutti voi!) a cosa ci servono le armi? (Per quello che dico sempre cheun "lucchetto" di casa ci vuole sempre!)
Gli ultimi missili che avevamo (e nemmeno tanto efficenti per un tale possibile prossimo intervento dell'ISIS su di noi) erano quelli dove ho finito di prestare servizio nel '96; poi furono declassati, non operativi.
Ora, se ci tirano "qualcosa", non possiamo fare altro che ... PRENDERLA! Oppure, aspettare i soliti americani con i loro "Patriot" ....

A parte che se dovesse succedere dovrebbero intervenire, doverosamente, gli altri Paesi della NATO .. ma trattandosi dell'Italia .. con problemi di democrazia interna e balle varie ... la vedo proprio male!
Poi potrebbero anche dirci (giustamente): "quanto spendete per la Difesa ..?"
Invece di fregare ed imboscare soldi pubblici avremmo potuto acquistare qualche Batteria di missili "Patriot" ...
Ma no! Chi ci attacca?
Adesso ci ... attacchiamo noi! [:301]



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 15/02/2015, 18:36 
.....qualkuno si e' mai chiesto come mai i predecessori di obi non hanno mai compiuto azioni vere x abbattere gheddafy(a parte un raid aereo al tempo di regan,rimasto un fatto isolato) ,nonostante ci fosse stata pure una occasione giusta x farlo con l'attentato all'aereo caduto a Lockerbie,con 270 vittime,o l'attentato alla discoteca in germania,in cui fu appurato il coinvolgimento della libia.......... [:298] [:298]


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 15/02/2015, 18:50 
Forse semplicemente perché ogni cosa va fatta a tempo debito?!



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 15/02/2015, 19:06 
Atlanticus81 ha scritto:
Forse semplicemente perché ogni cosa va fatta a tempo debito?!


...o magari avevano capito che x gestire 190 tribu'senza creare scompensi,era necessaria una mano forte......e magari avevano avuto delle conferme,che era un baluardo contro l'estremismo arabo.............................. [:294] [:294]

esiste pure la possibilita' che obi abbia cercato di "meritarsi"il nobel sulla parola,con azioni,che sono risultate dissennate,e hanno portato al disastro [:294] [:294]


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 15/02/2015, 19:12 
.. per quello non è mai intervenuto o se l'ha fatto, l'ha fatto in malo modo ... (Aveva un "nobel" da ... difendere) [;)]



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MessaggioInviato: 15/02/2015, 19:23 
Mah! A me pare di ricordare che mccain fosse arcicontento della caduta di gheddafi... per cui non é il solo obama ad aver fatto porcate, ma l'intero establishment americano che risponde a poteri superiori.

McCain disse che i ribelli sono i suoi eroi e ha lodato i loro sforzi per abbattere la dittatura di Gheddafi.
Il senatore è stato tra i primi a invocare un intervento militare in Libia e ha difeso con convinzione la decisione di Obama di sostenere la missione internazionale senza attendere una risoluzione del Congresso.

http://www.ilpost.it/2011/04/22/john-mccain-a-bengasi/

Così come fu maestro concertatore della "primavera araba" e interlocutore di vecchia data del Califfo Ibrahim.

http://www.voltairenet.org/article185102.html

Potete anche vedere tutta questa storia come l'incapacità di obama in politica estera, ma a me sembra di più la realizzazione di uno scellerato piano volto a preservare il predominio degli interessi dei potentati atlantisti sul mondo.

http://www.greenreport.it/_archivio2011 ... t&id=12029



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 15/02/2015, 19:24 
Concordo con bleffort. Peccato che per una politica durata mezzo secolo non abbiamo i mezzi per fare una cosa del genere.



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Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 15/02/2015, 19:25 
Isis in Libia: perché l'Italia deve intervenire

Bisogna fermare il Califfato. È a un passo dal nostro Paese e tutto il Mediterraneo è in pericolo


Che cosa aspettiamo a intervenire in Libia? “Siamo pronti a combattere”, dice il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Ma, precisa, “nel quadro della legalità dell’Onu”. E perché dell’Onu? Per avere una legittimazione di diritto internazionale. Per non apparire come l’Occidente (colonialista, nel caso dell’Italia rispetto alla Libia) che facendosi forte della supremazia economica e militare bombarda e invade. Sono preoccupazioni eccessive. Ipocrite. Quando un pilota giordano è stato bruciato vivo dai massacratori del Califfato islamico, Re Abdullah ha ordinato l’esecuzione dei terroristi dell’Is ad Amman e immediati bombardamenti delle roccheforti islamist

È la guerra. E siamo in guerra. Le bandiere nere dei tagliagole sventolano a Sirte. Sapete cosa significa Sirte? Pochi chilometri dall’Italia, sulle coste dalle quali partono i barconi dei migranti. Tra di loro potrebbero esserci dei terroristi. Sapete cosa significa che il minaccioso emiro Al Baghdadi diffonde la sua parola attraverso radio e televisioni libiche? Significa che anche la Tunisia è a rischio. Che l’Egitto non può sentirsi al sicuro. Che il Nord Africa e tutto il Mediterraneo sono in pericolo.

Questa è la nostra area d’interesse. È il giardino, il deserto, del vicino. È un mercato per le nostre imprese (basta con l’ipocrisia di considerare l’economia avulsa da valutazioni politiche). È il nostro dirimpettaio e fornitore di energia.

Si fece qualche scrupolo Sarkozy a decidere il decollo dei caccia francesi contro Gheddafi, il dittatore che costituiva però l’unico baluardo contro il dilagare della follia macellaia di Al Qaeda nel Nord Africa? Nessuno. La Francia avvertì gli “alleati” a decollo avvenuto, in un drammatico vertice a Parigi che sarà ricordato nella storia come un tragico errore dell’Europa e dell’Occidente. Obama venne dietro con l’appoggio (seppur blando, un po’ alla Obama) della potenza americana. E noi contribuimmo, grazie a una infausta decisione di prestare le nostre basi come piattaforma di lancio dell’attacco a Gheddafi, anche per l’insistenza del presidente Napolitano che era, formalmente, il capo delle Forze Armate.

In questi mesi le Nazioni Unite, che hanno un loro inviato speciale per la Libia che in Libia non ci mette piede, non hanno combinato assolutamente nulla. L’unico incontro tra le parti in campo (con l’esclusione, purtroppo, degli islamisti di Tripoli) è stato voluto e reso possibile dall’Italia, che ha coraggiosamente mantenuto la sua Ambasciata aperta. Il Palazzo di Vetro è stato assente, inconcludente, colpevole come ormai quasi sempre, in tutte le crisi che avvelenano questo secolo.
In Libia bisogna intervenire. Bisogna fermare il Califfato. Bisogna non aver paura di combattere. Bisogna contrastare l’avanzata dei jihadisti. E non possiamo far dipendere le nostre decisioni dagli equilibrismi e dalle giostre dell’Onu, questa elefantiaca organizzazione (in)capace di tutto.

http://www.panorama.it/news/esteri/isis-in-libia/


... Ma ... come li fermiamo? Chiedendogli il passaporto? [:246] [:302]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 15/02/2015, 23:07 
Aztlan ha scritto:
Concordo con bleffort. Peccato che per una politica durata mezzo secolo non abbiamo i mezzi per fare una cosa del genere.


....ma un intervento dell'italia con le nazioni nord africane,sinceramente non lo vedo,x fare un'azione in libia,occorrono mezzi adeguati,un bilancio non indifferente(mentre noi x la difesa spendiamo una quantita'infinitesimale),la capacita' di non avere dei dubbi dopo le prime vittime,ed una forza di difesa non indifferente,queste cose all'italia mancano,noi demandando ad altri la ns difesa,di fatto ci consegnamo al volere di chi la gestisce,e questo e' un grosso limite,quindi x un intervento l'italia ha necessita'che pure altre nazioni europee con capacita' di rapido intervento siano della partita................. [:287] [:293] [:306]
ed infine non cambiare idea,come si fa solitamente...................... [:295] [:303]


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