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MessaggioInviato: 02/02/2011, 10:39 
Fiat, nuovo calo delle vendite: -28% a gennaio
Parte male l'anno per il mercato dell'auto in Italia: immatricolazioni -21%

01 febbraio, 18:22

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 99498.html




Crisi taglia la ricchezza, redditi in calo, -2,7%
Istat, è la prima flessione dal 1995

02 febbraio, 10:36

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 14217.html



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MessaggioInviato: 03/02/2011, 18:46 
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Blissenobiarella ha scritto:

Perchè no green?



Perchè non è più quella di una volta, come d' altronde altre testate.



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MessaggioInviato: 03/02/2011, 19:27 
E quale era una volta?

E che differenza fa? Leggo un articolo, lo trovo interessante e lo ripropongo. Se a qualcuno non piace il colore del giornale in questione, può leggerne uno analogo proveniente da altra fonte.



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MessaggioInviato: 03/02/2011, 20:25 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

E quale era una volta?

E che differenza fa? Leggo un articolo, lo trovo interessante e lo ripropongo. Se a qualcuno non piace il colore del giornale in questione, può leggerne uno analogo proveniente da altra fonte.




Io leggo tutte le testate, e tu?



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MessaggioInviato: 03/02/2011, 20:39 
Io leggo gli articoli, i contenuti. Il nome delle testate non lo guardo di solito.

Se quello che vuoi sapere è se sono di sinistra, puoi chiederlo apertamente, sai?

Non sono di sinistra e non sono di destra, non sono di centro e non sono schierata politicamente.



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MessaggioInviato: 03/02/2011, 20:44 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

Io leggo gli articoli, i contenuti. Il nome delle testate non lo guardo di solito.


Però quando vai in edicola chiederai un quotidiano, o se le leggi su internet, inserirai un indirizzo, o no? [:D]

Hai mai letto la Padania?


Ultima modifica di greenwarrior il 03/02/2011, 20:46, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 03/02/2011, 20:47 
a proposito di testate
dal carlino
Intervista ad Achille Occhetto - "Pd, svolta tradita per sete di potere"

di Cangini Andrea

--------------------------------------------------------------------------------

LA BOLOGNINA IL 12 NOVEMBRE DEL 1989 OCCHETTO ANNUNCIA LO SCIOGLIMENTO DEL PCI IL 3 FEBBRAIO E' IL GIORNO DEL 1991 NEL QUALE IL PARTITO SI SCIOLSE E NACQUE IL PDS «Pd svolta traditapotere» er sete di p Occhetto 20 anni fa seppellì il Pci: «Sacrificata la ricerca cl una nuora identità» IL PESO DEL PARTITO NELLE URNE 266% 21,6% POLITICHE 1987 Sono le ultime in cui partecipa il Pci. Segretario è Natta, gli succede Occhetto di ANDREA CANGINI POLITICHE 1996 La percentuale del Pds. Vince l'Ulivo: al governo vanno gli ex comunisti, è la prima volta 33,2% POLITICHE 2008 I voti, alla Camera, al Partito democratico, nato dall'unione di Ds e Margherita - ROMA - NELL'89 impose la Svolta' della Bolognina, nel '91 vinse il congresso che a Rimini seppellì il Pci e diede vita al Pds, ma anche a Rifondazione comunista. Quel che non torna è che Achille Occhetto oggi militi nel partito nato da Rifondazione (Sel) anziché in quello nato dal Pds (il Pd). Cos'è, una nemesi? «No, anche se allora non avrei mai pensato a uno scenario simile. La mia vicinanza a Sel è la reazione a una situazione stagnante con l'obiettivo di riunificare il centrosinistra. Ma va detto che Vendola, col suo antistalinismo e la sua fede nel primato della libertà, non ha nulla a che vedere con la storia del Pci». Vero, paradossalmente... «Paradossalmente, ci sono molti più comunisti nel Pd. Penso a D'Alema e alla sua realpolitik». Nel '91 si capì quel che moriva, ma non quel che nasceva.

26% STIME 2010 16,6% POLITICHE 2001 I Ds scivolano al minimo, il centrosinistra perde. Nel 1998 il Pds cambia nome e diventa Ds.

E' all'incirca la percentuale di consensi indicata dai sondaggi per il Pd, lo scorso anno E la mancanza di identità politica riguarda ancora il Pd... «E' vero. Con la Svolta lanciammo il tema di una nuova identità socialista, ma subito dopo il problema della coesistenza delle diverse anime nel partito fu risolto non con un sano e definitivo confronto politico bensì con un accordo volto alla spartizione del potere. E' chiaro che la ricerca del potere per il potere ha sostituito la ricerca di una nuova identità politica». Quali furono, allora, le diverse correnti di pensiero nel Pd? «Innanzitutto c'erano quelli contrari alla Svolta che intendevano rifondare il comunismo accreditandosi come eredi del Pci». Programma ambizioso... «E infatti non lo realizzarono. Anzi: Rifondazione ebbe una lunga fase regressiva rispetto alle innovazioni del Pci di Berlinguer». Vi furono distinzioni tra quanti formalmente la seguirono? «Certo, vi furono tre diverse ispirazioni. I riformisti di Giorgio Napolitano puntavano all'unità socialista, ma io ero contrario perché non ritenevo che il socialismo coincidesse col craxismo. Se li avessimo assecondati saremmo stati annessi dal Psi e dopo aver faticosamente schivato le macerie del Muro di Berlino saremmo finiti sotto quelle del pentapartito». La seconda corrente? «Era quella di Veltroni, che voleva dar subito vita al Pd. Obiettai che di partiti democratici' ne possono esistere diversi, e scelsi quello di sinistra'». La terza? «Era la mia, e puntava alla costituzione di una nuova formazione politica che andasse oltre le culture del Novecento nel solco dell'Internazionale *** socialista».

Ma non eravate propriamente una falange macedone. «No, non eravamo compattissimi. I più convinti erano Mussi, Petruccioli e nomi simbolici come la lotti e il fratello di Berlinguer, Giovanni. Ma anche tra noi c'erano diversi malpancisti».

Ad esempio? «Antonio Bassolino e Massimo D'Alema». Come lo ricorda, D'Alema? «Spaventato, disse che a convincerlo fu suo padre. Ma era chiaro che per lui la Svolta rappresentava il male minore: non un'occasione, ma una necessità della storia».

Le pesò rompere con Ingrao? «Ingrao aveva un grande carisma ed era un eccellente oratore, al congresso di Bologna fu applauditissimo e tutti ricordano che quando ci stringemmo la mano i nervi cedettero e piansi». Altri tempi, oggi i partiti nascono e muoiono senza che nessuno versi una lacrima... «Vero, oggi non avvertiamo più il peso delle ideologie, spesso anche delle idee, quasi sempre delle identità e delle appartenenze. E' logico che si pianga meno. Il rischio, però, è quello di passare sorridendo da un vuoto all'altro». E' vero che decise tutto da solo? «No. La Svolta maturò nell'arco di un anno: al congresso dell'89 decidemmo di chiamarci Nuovo Pci'; in un'intervista all'Espresso dissi che il nostro punto di riferimento era la Rivo luzione francese e non quella d'Ottobre; in occasione di Tienanmen parlai di morte del comunismo'. Poi, certo, alla Bolognina decisi da solo di dire che bisognava cambiare tutto e che occorrevano nuove vie'». Ebbe paura?

«1 anta. Le concesso che temevo di finire in minoranza». Cosa ricorda dell'atmosfera di Rimini? «Una grande tensione, accresciuta dal fatto che incombeva la guerra del Golfo su cui avevamo idee diverse. La campana di un nuovo inizio stava suonando non solo per noi ma per tutti, anche se molti non la sentivano. Portare il partito dall'Internazionale comunista a quella socialista era cosa di non poco conto».

Ci riusci grazie a Bettino Craxi. «Per la verità, all'inizio Craxi era contrario. Lo convinsero gli altri leader socialisti europei e alcuni suoi compagnia partire da De Michelis». E' possibile che, agli occhi dei suoi compagni, su di lei abbia pesato la colpa irrazionale d aver sepolto il mitico Pci? «Sì, credo che questo sentimento ci sia stato. Ho più volte avvertito il giudizio negativo di chi irrazionalmente mi considerava reponsabile della fine di un mondo che, con i suoi errori, era ovviamente caro a tutti noi».

DALLE LACRIME Al SORRISI Non c'è più il peso delle ideologie. I partiti nascono e muoiono senza lacrime. Il rischio è di passare col sorriso da un vuoto all'altrck IL RAPPORTO COI COMPAGNI Spesso ho awertito il giudizio negativo di chi irrazionalmente mi considerava colpevole della fine di un mondo ***


http://www.rassegnastampa.comune.roma.i ... 17798147-1


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no. Cerco la notizia e clicco sui titolo che mi attirano.



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Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

no. Cerco la notizia e clicco sui titolo che mi attirano.







E quali sarebbero i titoli che ti attirano?



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Cita:
greenwarrior ha scritto:

Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

no. Cerco la notizia e clicco sui titolo che mi attirano.



E quali sarebbero i titoli che ti attirano?


Caro Green... forse quello che vuole dire Bliss, è che quando cerca di approfondire un argomento e digita (ad esempio) su Google il nome di tizio o il luogo dove è avvenuto un determinato evento, escono risultati di vario genere.... nel senso che escono "notizie"... e lei le legge. E forse, come faccio anch'io, non si domanda se quel giornale è di dx o di sx. Perchè lei, a differenza di te, non ha pregiudizi sulle testate....... [;)]



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MessaggioInviato: 03/02/2011, 21:17 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
greenwarrior ha scritto:

Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

no. Cerco la notizia e clicco sui titolo che mi attirano.



E quali sarebbero i titoli che ti attirano?


Caro Green... forse quello che vuole dire Bliss, è che quando cerca di approfondire un argomento e digita (ad esempio) su Google il nome di tizio o il luogo dove è avvenuto un determinato evento, escono risultati di vario genere.... nel senso che escono "notizie"... e lei le legge. E forse, come faccio anch'io, non si domanda se quel giornale è di dx o di sx. Perchè lei, a differenza di te, non ha pregiudizi sulle testate....... [;)]


Questa è bella !!!!!!!
mai detto che abbia pregiudizi, ma a quanto pare pensa che li abbia io.
Certo è che estrapola, come dicevo prima, quello che fà più comodo dal suo punto di vista.
Non sapevo che Bliss avesse un avvocato di fiducia. [:D]



P.S. Forse non hai letto bene il mio post, ho affermato che io leggo tutte le testate, senza pregiudizi. [;)]


Ultima modifica di greenwarrior il 03/02/2011, 21:19, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 03/02/2011, 21:30 
Green, si può sapere cosa vuoi? Parla chiaro se hai qualcosa da dirmi.

Non piace berlusconi e sempre detto perchè, non piace la lega ed ho sempre detto il perchè.
Non mi piacciono per quello che fanno e per l'ideologia di cui si fanno portavoce. Non mi piacciono perchè chi li sostiene, al contrario di me, non è in grado di dire per quali motivi invece a loro piace, senza tergiversare o senza citare fatti che non esistono.

Se ho letto la Padania? Si l'ho letta. Preferisco non farlo se devo essere onesta.



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SBARCARE NEL DOMANI

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feb 3rd, 2011

DI MARCO DELLA LUNA
marcodellaluna.info

Quali possibilità di azione e di profitto ci possono offrire le tendenze in atto e i possibili scenari in cui sfoceranno? Che servizi potremo dare, a chi, e in cambio di che, nel contesto che si sta formando, per quanto tormentato e impoverito esso possa essere? La situazione italiana, e occidentale in generale, è carica di tensioni e squilibri che per ora vengono tamponati, ma che, per il loro sottostante strutturale, non possono scaricarsi in cambiamenti modesti, bensì solo in cambiamenti sostanziali. E i cambiamenti sostanziali, anche se in peggio, cioè nel senso del degrado e del disastro economico, schiudono opportunità di guadagni sostanziali a chi è mentalmente aperto e pronto ad intervenire per occupare le giuste posizioni in tali rivolgimenti danno la possibilità di emergere. Immaginiamo di essere una compagnia d’assalto che si prepara a sbarcare su un’isola sconosciuta, e che la scruta attraverso le foschie del tempo, cercando di indovinarne il profilo e le caratteristiche, le insidie e i tesori nascosti.

L’Italia ha conti pubblici insostenibili. Il debito pubblico cresce, mentre cala la ricchezza prodotta e l’occupazione reale. I partner dominanti nell’UE – Germania e Francia – esigono riduzione del debito. Si profilano nuove tasse e nuove privatizzazioni, eufemisticamente dette “liberalizzazioni”. Le prime saranno una patrimoniale che colpirà i patrimoni non abbastanza grandi da sottrarsi al fisco. Quindi colpirà il mattone e il risparmio. L’effetto sarà depressivo per i consumi e l’economia. Invoglierà all’esportazione dei capitali e all’emigrazione. Le privatizzazioni si sono sempre tradotte in svendite in favore degli amici e in creazione di nuovi monopoli e cartelli politico-affaristici, perlopiù inefficienti (servizi pubblici), più costosi, quindi in un aumento dei costi e dell’inefficienza del sistema-paese. L’ideale sarebbe quindi delocalizzarsi adesso. Chi ritarda, sarà doppiamente svantaggiato, perché subirà la patrimoniale e perché si troverà a muoversi assieme a molti altri, probabilmente.

La patrimoniale e le liberalizzazioni, eseguite al fine dichiarato di risanare la finanza pubblica, faranno cassa e porteranno i soldi dei cittadini nelle mani dei capi nazionali e locali di quella stessa partitocrazia che, con la sua incompetenza e con la sua rubacità, ha prodotto il disastro di finanza pubblica che ora pretende di sanare coi nostri soldi. Si tenga presente che la partitocrazia ottiene legittimazione “democratica”, voti, sostegni e potere non per i suoi meriti di buona gestione – meriti che non ha – bensì mediante le clientele e il voto di scambio. Quindi peggio va la cosa pubblica che gestisce, più essa ha necessità di usare i soldi dei contribuenti in modo tale da mantenere i consensi clientelari e criminosi anzidetti. Essa si trova costretta, dall’attuale situazione di crisi, a spendere ed amministrare sempre più clientelarmente, cioè sempre peggio, in termini di efficienza. E’ impossibile che tagli le spese inutili, clientelari, corrotte, perché sono proprio quelle che le portano i principali sostegni. Non dimentichiamo che circa ¼ del territorio è controllato dalle varie mafie e che senza il loro supporto anche elettorale nessun governo può avere i numeri nel parlamento nazionale, per non dire dei consigli regionali di Sicilia, Calabria, Campania, Puglia. E senza gli sprechi della sanità umbra, che spende quanto quella lombarda con una popolazione di 1/10, come potrebbe mantenere i consensi il partito che tradizionalmente governa l’Umbria? Vi sarebbero, ovviamente, altri esempi per Sardegna, Trentino Alto Adige, Val d’Aosta, e non solo. Quindi non può avvenire che si volti pagina, che si tagli la spesa improduttiva, che si eliminino gli sprechi. Per farlo, bisognerebbe eliminare la stessa classe politica che su di essa si regge, nonché i meccanismi di consenso che la esprimono e sostengono. Inoltre, bisognerebbe sostituire questa classe politica con una competente e “sana”, che però non esiste in Italia, anche perché la classe politica esistente si è sempre selezionata nel modo che sappiamo.
Previsionalmente, l’Italia pertanto continuerà il suo cammino di declino economico, produttivo, tecnologico, scientifico, didattico, formativo, amministrativo, funzionale, competitivo. La sua economia, costituita perlopiù da nicchie – il design, il lusso, qualche punta tecnologica, il turismo – e da settori in competizione coi paesi emergenti, anzi rampanti, continuerà a perdere terreno, via via che questi paesi eroderanno il residuo distacco qualitativo e via via che altri paesi impareranno a imitare le produzioni di nicchia. La classe dirigente non ha mostrato, in vent’anni, alcuna capacità di reazione, recupero, correzione. Il trend oramai è fisso. L’Italia sarà sempre più povera, avrà sempre meno lavoro, sempre meno valore aggiunto. Per sostenere il debito pubblico il risparmio sarà ripetutamente colpito e i servizi tagliati. La grande industria, capace di fare sistema, ricerca, innovazione, è morta o in mani straniere, quasi interamente. Del resto, nessun popolo, nessuna civiltà, che abbia constatato di essere in via di declino sistemico (India, Egitto, Grecia, Roma, etc.) è mai riuscita a invertire il trend, pur provandoci. Oggi vediamo la politica bloccata in una posizione di stallo, tale che verosimilmente neanche elezioni politiche anticipate porterebbero a una chiara e funzionante maggioranza, capace di vere ed efficaci riforme. Soprattutto, però, la classe politica italiana, in blocco, e in particolare il parlamento (nelle cui fogne altissimo è il tasso di metaboliti della cocaina), non possono rappresentare il popolo – quindi non vi è la legittimazione democratica del potere pubblico, delle istituzioni – anche perché i parlamentari rappresentano essenzialmente i segretari dei partiti dai quali vengono nominati, e i loro interessi. Quindi manca il meccanismo fondamentale di trasmissione dal popolo, dalla società civile, al palazzo, allo Stato.
In quale scenario dobbiamo dunque prepararci a intervenire, a operare, con le nostre varie professionalità? Direi in uno scenario analogo a quello di una grande azienda in crisi di obsolescenza e inefficienza e indebitamento. Arriva la concorrenza, la smembra, rileva i pezzi più interessanti, chiude quelli morti, chiude anche quelli troppo vivi, perché capaci di fare concorrenza; con il resto e coi debiti fa una Bad Company e la scarica sull’Inps o giù di lì. Ai dipendenti, ai sindacati e al governo nazionale pone la scelta Marchionne: “O lavorate alle condizioni che dico io, e io pago le tasse come mi sta bene, oppure chiudo”. L’Italia, cioè, sarà presto gestita da chi avrà in mano i suoi centri economici e i suoi debiti. Sarà gestita da padroni esteri o esterizzati. Da Detroit, Francoforte e Londra. E allora sì che verranno le riforme, anche se non nell’interesse degli Italiani, ovviamente. Allora sì che sarà riformabile, che le sue mille ingessature interne si sbricioleranno, perché chi la comanderà non sarà più una classe politica interna, nazionale, che per conservare la poltrona e per governare ha bisogno dei consensi interni, dei voti popolari, della pace sindacale, del benestare vaticano. Sarà un padrone straniero non più ricattabile, bensì ricattante, perché avrà la forza economica in pugno. Avrà il controllo dei mercati e del credito, del rating del debito pubblico italiano, quindi della stabilità di qualsiasi maggioranza.
Questo è lo scenario, questo è l’insieme dei processi trasformativi, sociali ed economici, in cui bisogna sapersi inserire per aver chances di successo. Si profilano esigenze di competenze professionali in grado di gestire il consenso, l’ordine pubblico, la riorganizzazione, di una società che si impoverisce, che viene governata sempre più da poteri esterni, i quali però avranno bisogno di operatori di collegamento italiani, intelligenti e affidabili, capaci di assorbire e gestire gli scontenti, i dissensi, le contraddizioni anche giuridiche. E che accettino di inserirsi in un governo di carattere sostanzialmente (cioè economicamente) coloniale. In questo li potrà aiutare la storiografia, la quale ci mostra che lo stato unitario italiano nasce appunto come uno stato creato in modo coloniale, come la Jugoslavia o il Sudan o l’Iraq, per azione e interessi esterni ad esso, delle grandi potenze del tempo – Gran Bretagna e Francia – che decisero di costituire una media potenza, molto divisa quindi debole e pilotabile, in funzione prevalentemente antigermanica.


Fonte: http://marcodellaluna.info
Link: http://marcodellaluna.info/sito/?p=432



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Blissenobiarella ha scritto:

Green, si può sapere cosa vuoi? Parla chiaro se hai qualcosa da dirmi.

Non piace berlusconi e sempre detto perchè, non piace la lega ed ho sempre detto il perchè.
Non mi piacciono per quello che fanno e per l'ideologia di cui si fanno portavoce. Non mi piacciono perchè chi li sostiene, al contrario di me, non è in grado di dire per quali motivi invece a loro piace, senza tergiversare o senza citare fatti che non esistono.

Se ho letto la Padania? Si l'ho letta. Preferisco non farlo se devo essere onesta.





Non ti arrabbiare, stavo scherzando !!!!!!!!

Non voglio niente e a me piace la Lega perchè è l' unica forza politica che stà tentando di portare un cambiamento al paese, con tutti i pro e i contro che ciò può comportare l' appartenere ad un governo.
Visto che l' epoca delle rivoluzioni è finito, non ci resta che sperare in una forza politica innovativa.
Approviamo questo federalismo e poi vediamo se è buono o meno.



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Direi piuttosto che è il caso di pensare un federalismo sostenibile. Fare o la va o la spacca a scapito di milioni di italiani, per ottenere subito qualcosa che rischia di rivelarsi insostenibile mi sembra una mossa politica molto poco condivisibile.



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