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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 17/02/2015, 12:31 
Ufologo 555 ha scritto:
TTE, le armi migliori sono sul mercato ..... e chi ne fa uso è normale. [^]


... [:o)]


.....allora si dovrebbe sospettare pure dei Kalašnikov,in uso alla criminalita'che impera'............. [:294]


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 17/02/2015, 12:36 
Già ...



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 17/02/2015, 12:52 
I kalashnikov sono imitati e fabbricati in tutto il mondo.



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 17/02/2015, 13:22 
Orrore

Libia, il video della decapitazione dei 21 egiziani coopti

VIDEO

I militanti dello Stato islamico hanno diffuso un video che mostrerebbe la decapitazione di 21 egiziani cristiani che erano stati rapiti in Libia. Lo fa sapere la televisione al-Jazeera. Il video è comparso sull’account Twitter di un sito internet che sostiene il gruppo dello Stato islamico. Nel video i militanti vestiti di nero fanno camminare i prigionieri, vestiti con tute arancioni, su una spiaggia. I prigionieri vengono costretti a inginocchiarsi, per poi essere decapitati. Il filmato dura cinque minuti. In una didascalia si legge: "Il popolo della croce, seguaci dell’ostile chiesa egiziana". Migliaia di egiziani si sono recati nella vicina Libia per cercare un lavoro dopo la rivolta del 2011, nonostante i consigli del loro governo di non recarsi in uno dei Paesi più pericolosi della regione..

Immagine

La reazione - E questa mattina, luned 16 febbraio, i caccia hanno colpito campi di addestramento e magazzini di armi dello Stato islamico in Libia e sono tornati indenni alle basi. "Facciamo sapere ai vicini e ai lontani - tuona l'esercito del Cairo - che gli egiziani hanno uno scudo che li protegge". Il presidente Abdel Fattah al Sisi ha incaricato il ministro degli Esteri, Sameh Shukri, di andare "immediatamente" a New York per le riunioni necessarie all’Onu e nel Consiglio di Sicurezza e chiedere una reazione internazionale. Shukri porrà la comunità internazionale di fronte alle "sue responsabilità" perché prendano "le misure adeguate" per far rispettare la carta delle Nazioni Unite tenendo conto che tutto quello che sta succedendo in Libia "è una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale". La Casa Bianca ha già sottolineato "l'urgente necessità per una soluzione politica al conflitto in Libia".

http://tv.liberoquotidiano.it/video/117 ... zione.html


LO STATO ISLAMICO DECAPITA 21 CRISTIANI INNOCENTI E LANCIA MINACCE AL "POPOLO DELLA CROCE".

Immagine

Il "popolo della Croce" però non ha guide che lo proteggano né pastori che lo illuminino. Come il mondo occidentale.
L'Occidente ha come leader il pessimo Obama (nato da padre musulmano, si è battezzato nei primi anni Novanta, ma non risulta praticante). Obama ha combinato disastri immani in politica estera (compresa la Libia) e, anche dopo le ultime violenze islamiste, non ha perso l'occasione per attaccare i cristiani.
E la Chiesa?
Il Pastore che aveva, Benedetto XVI, che a Ratisbona proclamò la verità e invitò l'Islam a cambiare, ripudiando la violenza, è silenziato...
Già allora - quando parlò a Ratisbona - subì attacchi pesantissimi, anche dall'interno della Chiesa, anche da certi vescovi...
E oggi siamo come pecore senza pastore...
E' uno dei momenti più tragici della storia cristiana...

https://www.facebook.com/pages/Antonio- ... 19?fref=ts

(Senza parlare di tutti i cristiani perseguitati nel mondo!)



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 17/02/2015, 13:26 
A parte che dalla foto potrebbe benissimo essere una "copia" di quel tipo di coltello,in ogni caso per le grosse organizzazioni criminali non penso sia un grosso problema procurarsi armi anche recenti e in uso a pochi reparti militari d'elite.Noi stessi andando nel deep web potremmo comprarci un fucile semiautomatico militare con poche centinaia di euro.


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 17/02/2015, 13:37 
Quando l'Impero sta per crollare cerca di cambiare casacca per mascherarsi meglio nelle nuove future istituzioni di potere.

E' successo all'epoca dell'Impero Romano... succederà ancora.



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 17/02/2015, 19:37 
Hollande è già pronto a comandare un'eventuale iniziativa militare (la "grandeur" innanzi tutto)! E ci rifregherà di nuovo .... [:306]



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 17/02/2015, 19:39 
Toh! Eccolo qua ... [:293]






Come nel 2011 con Gheddafi

Isis, le mosse della Francia per guidare la guerra in Libia. E l'Italia resta a guardare


In Libia l'Italia rischia un altro 2011. Ovvero, che la guerra all'Isis la conduca la Francia, proprio come accadde con la destituzione del Raìs Muammar Gheddafi pilotata dall'allora presidente Nicolas Sarkozy, e che le conseguenze siano persino peggiori di quelle ormai ben note di 4 anni fa. "Ogni reazione dev'essere coordinata dall'Onu", ha frenato lunedì il premier Matteo Renzi, dopo gli slanci suoi e di qualche esponente di peso del governo, a cominciare dal ministro della Difesa Roberta Pinotti. L'Italia, insomma, non vuole fare la guerra o perlomeno non subito e non da sola. L'obiettivo di Palazzo Chigi è quello di coinvolgere Stati Uniti e Russia nell'ambito di una grande missione sotto l'egida dell'Onu. Per il momento, sembra utopia. Barack Obama ha condannato lo sgozzamento dei 21 egiziani copti ad opera dei jihadisti, ma non ha detto parole chiare e nette contro l'avanzata dello Stato Islamico in Nord Africa. E Vladimir Putin, dal canto suo, è alle prese con una questione ancora più pressante e urgente, la crisi in Ucraina.

Le mosse della Francia - L'Italia dunque temporeggia, con Renzi che paradossalmente tranquillizza i suoi all'insegna dello slogan "Non ci faremo dettare la politica estera dagli altri". Eppure gli altri, cioè la Francia, sono già attivissimi. François Hollande si è mosso in anticipo appoggiando l'azione militare delle forze armate egiziane, che in questi giorni stanno bombardando gli avamposti dell'Isis in Libia (e nel frattempo lunedì il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Driananche è volato al Cairo per vendere 24 cacciabombardieri Rafale, commessa da 5 miliardi di euro). L'Eliseo, tra l'altro, ha chiesto per primo la convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, approfittando delle incertezze italiane. Missione chiara: se ci sarà intervento militare internazionale, il comando spetterà alla Francia.

Le mosse dell'Italia - L'Egitto, come detto, si sta difendendo da solo bombardando per rappresaglia i jihadisti del Califfato di Derna. Dietro la mossa del presidente Abdel Fattah Al Sisi, però, ci sarebbe solo il sostegno di Parigi, ma anche l'assenso della Casa Bianca. E l'Italia? La speranza, come scrive Davide Giacalone su Libero in edicola oggi, martedì 18 febbraio, è che il governo Renzi si decida perlomeno ad appoggiare le operazioni militari egiziane, mettendo a disposizioni flotta e uomini. Un sostegno che potrebbe costare caro, in termini economici e di sacrificio anche umano. Ma forse il prezzo sarebbe comunque minore di quello destinato a essere pagato restando a guardare. Sia che vincano i tagliagole, sia che vinca una coalizione militare non guidata da Roma.

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... ancia.html



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 17/02/2015, 19:42 
Ma va ......!



Così abbiamo "perso" la Libia
Alleanze sbagliate e timide mosse commerciali: dopo la caduta di Gheddafi, l'Italia ha perso il primato su Tripoli



L'import dalla Libia è crollato. Dal 2011 al 2015 abbiamo bruciato 5 miliardi. I Francesi fanno affari con l'Egitto e noi restiamo a guardare

La Libia presto o tardi potrebbe cadere intereamente nella mani dell'Isis. Una finestra spalancata sul mediterraneo e sull'Italia che pone il nostro Paese a rischi inimmaginabili.

L'allerta è scattata. Dopo gli annunci del ministro degli Esteri Gentiloni e la frenata successiva su un'ipotesi di intervento di Matteo Renzi la tensione sulle coste italiane e su quelle libiche è altissima.

Ma per capire come ci siamo ritrovati il nemico alle porte bisogna fare un passo indietro. L'Italia fino a qualche anno fa giocava un ruolo di primo piano tra Tripoli e Bengasi. Dopo la caduta di Gheddafi abbiamo perso terreno e controllo sugli affari libici che di fatto sono stati sempre un asset importante per la nostra economia.

Pochi giorni fa, il presidente Hollande e il suo collega egiziano, il generale Al Sisi alla testa del regime che ha liquidato il presidente Morsi e il governo dei Fratelli Musulmani per tornare a una versione aggiornata del regime di Mubarak hanno annunciato insieme che il Cairo acquisterà 24 caccia-bombardieri Rafale, una fregata di tipo Freem, e una panoplia di missili terra-aria e aria-aria prodotti da Mbda. Costo totale dell'operzione: 5 miliardi di euro. Un segnale chiaro che non lascia spazio ad interpretazioni: gli affari il nord Africa li fa con la Francia. L'Italia invece è rimasta a guardare. Finmeccanica è azionista di Mbda, ma gli egiziani preferiscono fare affari direttamente con i francesi. Di fatto Parigi ha già capitalizzato al massimo l'offensiva de Il Cairo contro Tripoli. Ma da noi per ora si fanno solo annunci. Sugli affari con la Libia e con il nord Africa, è inutile negarlo abbiamo perso terreno. Il tutto nel giro di 3 anni e mezzo. Quando il Rais era a Tripoli, l'import italiano ammontava a 12 miliardi di euro scesi poi a 4 miliardi nel 2014. Praticamente in questo momento non arriva nè pertolio nè gas dalla Libia in Italia. L'Eni ha lasciato un presidio sui pozzi e sui giacimenti a terra.

Ma l'Isis è già pronta per mettere le mani su quello che di nostro è rimasto. Dopo la caduta di Gheddafi, i governi successivi a quello del Cav, guidati da Monti, Letta e ora Renzi hanno tentato, ma con scarsi risultati di incrementare il flusso di affari energetici con la Libia per smarcarsi dalla dipendenza da Algeria e Russia. Adesso, grazie alla tmida politica dei governi che sostenenvano la caduta di Gheddafi, saremo costretti ad accrescere la nostra quota di fabbisogno energetico dall'Algeria. Le importazioni italiane dall'Algeria erano scese da nove miliardi di euro del 2012 a 6,2 del 2013. Adesso tutto da rifare. E ovviamante a favore di Algeri. Quella che è mancata a Monti, Letta e Renzi è stata una politica da sviluppare nel lungo periodo nei rapporti col nord Africa. E non abbiamo perso soltanto la Libia, ma anche l'Egitto. L'Italia è il primo cliente terminale dell'export egiziano e il quarto fornitore dopo Cina, Stati Uniti e Germania. I nostri scambi commerciali, come racconta il Mattino, si fermano a 5 miliardi. Potrebbero essere il doppio. Insomma l'addio alla Libia da parte nostra è cominciato con la caduta del Rais. Adesso per recuperare è forse troppo tardi.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/lib ... 95277.html



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 17/02/2015, 19:45 
Basta col pacifismo. Arriva l'Isis, armiamoci

Sos da Tripoli, ma Renzi ora frena. Per forza: abbiamo smantellato la Difesa!

La situazione è questa. Se l'Isis completasse la presa della Libia, tra non molto potrebbe accadere che dall'aeroporto di Tripoli decollassero, indisturbati, aerei - militari e civili non importa - con destinazione il Cupolone di Roma, come del resto ampiamente annunciato dai capi del terrorismo islamico.

Oppure un bel missile potrebbe essere lanciato più o meno a casaccio verso le coste europee. Le difese da scenari del genere sono solo due. La prima è occupare militarmente la Libia (sull'ipotesi ieri Renzi ha frenato), la seconda sta nella difesa. In questo caso, tempi di reazione e capacità di fuoco diventano decisivi, vista la breve distanza che separa l'Italia dalla nuova capitale del terrore. E se negli anni scorsi avessimo tagliato meno le spese militari - magari a scapito di quelle per l'accoglienza indiscriminata - certo oggi saremmo più tranquilli. Anche nel 2014 la sforbiciata maggiore - 500 milioni su 14 miliardi - l'ha subita il ministero della Difesa. Al quale spetta il record mondiale di tagli subiti negli ultimi 10 anni: meno 26 per cento (nello stesso periodo la Germania della Merkel ha fatto segnare + 3,8). Al netto del costo dell'Arma dei carabinieri, oggi destiniamo soltanto l'uno per cento circa del Pil (la media europea e ben sopra il doppio) per proteggere il nostro Paese.

Siamo, dunque, un Paese in disarmo, che ha considerato e considera le sue forze armate un inutile costo. Una deriva figlia del pacifismo demagogico che continua a ritenere i caccia F-35 meno utili delle strade e un colonnello meno di un assistente sociale. Si tratta di un tranello montato dalla sinistra e nel quale, purtroppo, troppo spesso è caduto anche il centrodestra. Un Paese responsabile taglia sì gli sprechi - che sicuramente esistono anche nel mondo militare - ma sulla sua difesa investe senza esitare. Perché la pace è figlia anche della forza che si è in grado di esibire a eventuali nemici, così come la sicurezza è maggiore tanto più è visibile la presenza delle forze dell'ordine. E se, come è successo domenica, una motovedetta della nostra Marina è costretta alla fuga da scafisti armati di kalashnikov, vuole dire che non siamo ben messi. Dopo anni di sventolio di bandiere arcobaleno, di buonismo e di criminalizzazione delle spese militari e delle aziende del settore (vedi caso Finmeccanica), non facciamo paura a nessuno. Cioè siamo già mezzi morti.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/1094988.html



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 17/02/2015, 19:54 
Perché la Libia non è fra le priorità di Obama

Per ora l'ipotesi di un coinvolgimento militare americano appare lontana. Per Washington sono Iraq e Siria i veri problemi strategici.


La Libia non compare nei primi posti della lista delle priorità di Barack Obama. Almeno così appare se si guarda alle dichiarazioni della Casa Bianca degli ultimi giorni.

Orrore e condanna per le decapitazioni dei copti da parte dell'Isis, ma nessun segnale di una possibile iniziativa militare contro i miliziani islamisti della Sirte.

Questo non significa che non ci sia preoccupazione per la possibile espansione dei seguaci del Califfato anche sulle coste libiche, ma l'approccio dell'amministrazione Obama sembra essere molto cauto rispetto alle risposte da dare.

Per molti motivi. Alcuni di politica interna, altri, invece, legati alla strategia seguita da Obama per combattere l'Isis.
Crisi libica: la mappa delle milizie


L'autorizzazione all'uso della forza
Obama ha da poco richiesto al Congresso l'autorizzazione all'uso della forza contro il Califfato. La bozza di risoluzione contiene dei limiti precisi all'azione militare. Li ha voluti Obama per vincolare il suo successore. Il mandato bellico richiesto a Capitol Hill è per i prossimi tre anni, 12 mesi oltre la fine della sua presidenza.

Inoltre, la richiesta della Casa Bianca contiene anche dei limiti geografici. Nel documento vengono citati solo la Siria e l'Iraq. Obama non vuole allargarli. Non vuole impiegare le forze armate americane su altri fronti. Un intervento in Libia sarebbe quindi così escluso.

Alcuni parlamentari repubblicani vorrebbero invece che il mandato fosse più ampio. Il terrorismo deve essere combattuto ovunque, dicono. La Casa Bianca , per ora, non ci sente da questo orecchio. Obama e il Pentagono sono concentrati soprattutto sulla guerra in Medioriente.

Gli sforzi concentrati sulla Siria e soprattutto l'Iraq
Nel giro di qualche giorno dovrebbe iniziare l'offensiva dell'esercito iracheno per riconquistare Mosul, la seconda città del paese. L'aviazione americana avrà un ruolo fondamentale. Così come lo avranno le truppe di terra Usa che affiancheranno i soldati di Bagdad.

Sarà la prima volta che i marines si troveranno faccia a faccia con i miliziani dell'Isis. Un passaggio delicato per la presidenza Obama. Su quel fronte, l'America sarà in prima linea. Ed è per questo che su quello libico preferirebbe rimanere ai margini.

Un altro paese alla guida del possibile intervento
Obama, si sa, predilige la via diplomatica. Per la Libia vaglierà la possibilità che venga costruita sul terreno un'alleanza contro l'Isis delle varie fazioni. Se questo non sarà possibile, seguirà lo stesso schema seguito in Siria e Iraq: una coalizione internazionale composta dai paesi coinvolti a livello regionale.

Ma gli Usa dovrebbero rimanere di lato. La Casa Bianca pensa ad altri attori alla guida della possibile alleanza, all'Egitto e forse alla Francia, o all'Italia.

Nel 2011 l'America si sobbarcò in parte una guerra (contro Gheddafi) che secondo Obama avrebbe dovuto essere interamente condotta dagli europei. In questo caso, il silenzio di questi giorni fa comprendere quanta poca sia la voglia di Obama di imbarcarsi in un'altra impresa bellica.

Lo scandalo che coinvolge Hillary Clinton
E, poi c'è un'altra questione di politica interna. Hillary Clinton, prossima candidata alle presidenziali, ha il fianco scoperto sulla Libia. I repubblicani l'accusano da anni di aver gestito in modo molto superficiale la sicurezza del consolato Usa a Bengasi, oggetto dell'attacco terroristico del 2012 in cui morì l'ambasciatore Chris Stevens e altri tre funzionari americani.

Per il Gop, La Clinton - all'epoca Segretario di Stato - sottovalutò gli allarmi e le minacce. Questo una uno dei cavalli di battaglia dei repubblicani contro la ex First Lady nella prossima campagna elettorale.

Motivo in più, per l'amministrazione Obama, di rimanere ai margini della vicenda libica.

http://www.panorama.it/news/esteri/obam ... ama-libia/



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 17/02/2015, 19:55 
mah!siccome temo forte che la situazione tremenda degli sbarchi sulla nostra italia sia in qualche modo da ricondurre in primis ad interessi anglosassoni così come la stessa costituzione di questa isis per la quale vedo che arrivano già sonori altolà da più parti piuttosto auterovoli e straniere ed interne come a dire :calmini ragazzi..nn fate casini che poi nn sapendo cosa fate ne il perchè ne il per come poi nn siete attrezzati a risolverli..vedo nella migliore delle ipotesi molti anni di rogne interne nn da poco con tutte queste genti in arrivo da ogni dove e soldi da sborsare da parte nostra per tenercene fuori dalle scatole il più possibile(dall'ucraina in qua a tutto il nord africa),e nella peggiore una specie di grande bronx con migliaia di bande una contro l'altra su tutto il territorio nazionale peggio di una guerra civile sul genere delle cricche degli stadi di calcio all'interno delle stesse tifoserie,ma ovviamente molto più bestiale e violenta..una guerra vera e propria nn credo.che forse farebbe meno disastri,ma poco o meno conveniente per i buontemponi che stanno tirando le fila di tutto ciò.


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MessaggioInviato: 17/02/2015, 20:22 
I pescatori di Lampedusa: «Abbiamo paura di uscire in mare, quelli sparano e tagliano teste»

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Sirte nelle mani dell’Isis. Intervista al presidente della confederazione dei pescatori dell’isola: «Scafisti hanno fatto fuoco sulla capitaneria. Chi difende la nostra isola?»

«I pescatori di Lampedusa ancora si ricordano di quello che è accaduto nel 1986». Salvatore Martello, presidente del Consorzio pescatori di Lampedusa, in queste ore continua a raccontarlo a chi gli chiede quale sia la situazione nell’isola dopo che lo Stato islamico ha preso la città di Sirte in Libia. Il 15 aprile ’86, 24 ore dopo che il presidente americano Ronald Reagan aveva ordinato un attacco aereo sulla Libia per eliminare Gheddafi, il Colonnello si vendicò, ordinando il lancio di due missili Scud su Lampedusa, dove aveva sede un centro Loran della Nato. Gli isolani sentirono distintamente intorno alle 17 i due forti boati dei missili, e nel panico si rifugiarono nei “dammusi” delle zone interne di Lampedusa: «L’allora ministro della Difesa Giovanni Spadolini – ricorda Martello a tempi.it – disse che i missili di Gheddafi non sarebbero arrivati in Italia, perché anche lui non considerava Lampedusa come italiana in fondo. Ecco. Il clima che viviamo in questi giorni è lo stesso di allora, un senso di abbandono».

Qual è la situazione in queste ultime ore?
Stamattina le barche lampedusane sono uscite a pescare come sempre. Ma pian piano tutti decidono di rientrare anzitempo. Con le notizie che ci sono in giro, i continui sbarchi di clandestini di questi giorni, la tensione per una guerra o un attentato, c’è molta paura. Tripoli dista dalla nostra isola 180 miglia, mentre il golfo di Sirte è a circa 200 miglia. Noi di solito ci spingiamo a circa 50 miglia di distanza da Lampedusa, quindi la distanza dalle coste libiche si riduce a 130 miglia. E Porto Empedocle, il più vicino porto siciliano, è pure a 130 miglia. Noi lampedusani siamo nel mezzo del caos, mentre la distanza con l’Italia e quella con Sirte per noi è la stessa. Ricordiamo ancora quando Gheddafi lanciò due missili nel 1986. All’epoca uno arrivò vicino, un altro superò l’isola senza colpirla. Ma noi eravamo abbandonati a noi stessi, e lo siamo anche oggi.

Cosa le dicono i pescatori con cui ha parlato in questi ultimi giorni?
Oggi rientrando i pescatori mi hanno detto: «Noi ci spaventiamo a stare in mare. Non si può stare tranquilli. Ascoltando la radio a bordo sentiamo continuamente notizie di nuovi barconi nelle vicinanze e adesso abbiamo paura che dalla Libia non partano più solo migranti. Quelli che hanno occupato Sirte sono terroristi che hanno tagliano teste». Ieri è arrivata la notizia che sono stati uccisi 21 copti egiziani. Che prospettive possiamo avere con un vicino del genere? Solo la paura. Intanto in questi giorni sono proseguiti i salvataggi di barconi di migranti in mare: solo tra sabato e oggi ben 800 persone sono state messe in salvo dalle vedette. Il problema è che la situazione in Libia è fuori controllo. A noi pescatori ultimamente non è accaduto di incrociare barconi (perché l’operazione Triton spinge le vedette anche oltre le acque dove di solito pescano i lampedusani, ndr), però è accaduto un fatto insolito che ci ha molto preoccupati.

Cioè?
Ieri (l’altroieri per chi legge, ndr) una vedetta della capitaneria si è avvicinata ad un barca carica di migranti per salvarli. Durante le operazioni di soccorso, si è avvicinata un’altra barca, con a bordo degli scafisti, che hanno attaccato la vedetta italiana con colpi di mitragliatrice. Gli uomini della capitaneria erano armati solo delle pistole di ordinanza, perciò se ne sono dovuti andare senza poter rispondere al fuoco. Nessuno sa perché sia stato fatto fuoco con i mitra, un’ipotesi è che gli scafisti volessero recuperare il barcone prima che venisse sequestrato dalla capitaneria. Qualunque sia la ragione, non importa: è la prima volta che accade, però la preoccupazione che succeda ancora rimane. I pescatori si chiedono cosa potrebbero fare se accadesse a loro, che non sono armati. Come rispondiamo se ci sparano, gli tiriamo addosso i pesci? Sa, qui non si sa neanche chi difende le nostre, di coste. Noi siamo andati per la Germania e la Francia ad abbattere Gheddafi, ma almeno quando c’era lui avevamo un solo capo con cui interloquire, ora in Libia non si sa chi comanda e non c’è nessuno che tenga l’ordine. In linea teorica le nostre coste le dovrebbero difendere gli italiani, o l’Europa. Ma per il momento non abbiamo visto nulla. Cosa aspettano a difenderci? Negli ultimi tempi non ci sono state più pattuglie, sono aumentati solo i soccorsi. Bisogna controllare chi parte dalla Libia, perché una volta in mare è impossibile fermare le persone.

Avete già avuto perdite economiche per questa situazione?
Qui a Lampedusa diciamo che siamo in pre-fallimento. Perdite economiche legate al turismo e causate dagli sbarchi ne abbiamo avute molte dal 2009. Ma se continua anche il fermo forzato della pesca, per la paura di morire quando usciamo in mare, dovremo chiedere al governo lo stato di calamità.

http://www.tempi.it/i-pescatori-di-lamp ... OOUdSyGVmM



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 17/02/2015, 20:29 
Aztlan ha scritto:
I kalashnikov sono imitati e fabbricati in tutto il mondo.



Vero; e i coltelli? No ...? [:D]



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 17/02/2015, 20:32 
Ufologo 555 ha scritto:
Dopo anni di sventolio di bandiere arcobaleno, di buonismo e di criminalizzazione delle spese militari...
http://www.ilgiornale.it/news/politica/1094988.html


Plutone77 ha scritto:
Purtroppo, anni di stupido buonismo, di ipocrite marce con bandiere arcobaleno in tempi di vacche grasse, di scellerati tagli alla Difesa...


annamo bene... questi del Giornale copiano pure quello che scrivo [:(!] ... [:246]

Comunque:

Cita:
Fedriga (Lega): "Il governo Renzi ha finanziato il terrorismo"

Massimiliano Fedriga, capogruppo della Lega Nord a Montecitorio, intervistato da Affaritaliani.it, lancia un durissimo attacco al premier. "Con Mare Nostrum il governo ha finanziato il terrorismo islamico. Questa è una responsabilità che si portano sulle spalle Renzi e tutto l'esecutivo". E ancora: "Se uno dei cosiddetti profughi facesse un attentato in Italia, la responsabilità indiretta sarebbe sicuramente di chi ha permesso a queste persone di girare liberamente sul territorio nazionale, quindi di Renzi e di Alfano".

"Abbiamo chiesto per domani un'informativa del governo sulla situazione in Libia". Lo annuncia ad Affaritaliani.it il capogruppo della Lega Nord a Montecitorio Massimiliano Fedriga. "L'Italia ha chiuso l'ambasciata a Tripoli e ha rimpatriato cento connazionale, questo è il preludio a una guerra. Se qualcuno ci dicesse qualcosa. Il Parlamento è stato del tutto estromesso, Gentiloni dice una cosa e Renzi dice l'opposto. Domani ci sarà questa informativa della Lega alla Camera e il governo dovrà rispondere".

Il presidente dei deputati leghisti aggiunge: "C'è stato finora un impegno della comunità internazionale, Italia compresa, sul tema dell'Ucraina mentre si è tralasciata totalmente la questione Isis, sia in Libia sia in Iraq sia in Siria. Noi abbiamo più volte sollevato questo tema e abbiamo detto che i sanguinari che sgozzano le gole sono da contrastare con decisione. Si sono svegliati un po' tardino, visto che a pochi chilometri dai nostri confini abbiamo un nuovo Califfato che esporta terrorismo. Ma non solo. Con Mare Nostrum, che ha finanziato indirettamente gli scafisti, il governo ha finanziato il terrorismo islamico. Questa è una responsabilità che si portano sulle spalle Renzi e tutto il governo".

Fedriga è durissimo. "Non bisogna far partire i clandestini. Non c'è più un pericolo teorico ma concreto per i nostri cittadini. Se uno dei cosiddetti profughi facesse un attentato in Italia, la responsabilità diretta sarebbe di coloro che compie questi atti ma la responsabilità indiretta sarebbe sicuramente di chi ha permesso a queste persone di girare liberamente sul territorio nazionale, quindi di Renzi, di Alfano e del governo. Sono andati a prenderli importandoli senza controllare i confini nazionali".


http://www.affaritaliani.it/politica/fe ... 60215.html


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