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Re: Ora tocca all'Iran...

26/06/2019, 16:02

MaxpoweR ha scritto:Parlano delle donne in Iran quando la maggior parte delle donne della loro generazione stavano sotto lo schiaffo del marito e non potevano dire manco A. Pensano che accusare gli altri di essere trogloditi renda loro stessi meno arretrasti mentalmente, ma non è così.



Fjo mio, anche tu nun devi sta' troppo bene .... Curete, damme retta!
(Tanto più che te n'esci sempre co'e solite battute) [:291]

Re: Ora tocca all'Iran...

26/06/2019, 17:36

Ufologo 555 ha scritto:Ma so' giovani, non hanno studiato ...... [:246]


Io non sono più nemmeno tanto giovane, ma i compiti a casa li ho fatti...

Aztlan ha scritto:Già...

La Storia di quel Paese, più antico persino del Nostro (figurarsi gli americani), NON comincia con lo Scià.

Che fine hanno fatto fare gli americani a quello che c' era prima, un avvocato democratico e laico che però nazionalizzò l' industria petrolifera [?]

Ah già, l' hanno arrestato e sostituito con lo Scià,
che gli restituì il Loro petrolio e mantenne un laicismo imposto e forzato
al confronto delle condizioni economiche
in cui versava il popolo per mantenere il "suo" re fantoccio...

E poi tutti a meravigliarsi se, quando hanno provato a cambiare ancora le cose (altra parte sempre omessa nel racconto)
i preti islamici hanno pensato bene di mettersi in proprio... [:304] [:305]


Mossadeq e l' operazione Ajax - WIKIPEDIA.it

Mossadeq

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Dal 1951 al 1953 fu Primo Ministro d'Iran, a seguito degli avvenimenti connessi al mancato rinnovo della concessione sullo sfruttamento del petrolio alla Anglo-Iranian Oil Company, che lo shah Reza Pahlavi aveva pubblicato nel 1933 ai britannici.
Manifestazione in favore di Mossadeq. 1952

All'epoca tale concessione era invisa alla maggioranza degli iraniani, che vedevano nell'oro nero il simbolo dell'indipendenza ormai a portata di mano, e che scesero in piazza per protesta contro lo sfruttamento da parte della compagnia britannica. Mossadeq guidava il movimento parlamentare che si opponeva al rinnovo della concessione e presiedeva la Commissione parlamentare che raccomandava la nazionalizzazione dell'industria petrolifera: quando fu assassinato il Primo Ministro che aveva posto il rinnovo della concessione al centro della sua azione di Governo, il generale Ali Razmara, il Parlamento votò all'unanimità la designazione a Primo Ministro di Mossadeq, che coprì questa carica sino al 1953.

Nel 1951 Mohammad Mossadeq giunse al potere col progetto di stabilire una concreta democrazia e di instaurare una monarchia costituzionale. Mossadeq fu eletto Primo ministro dal Majles all'unanimità per la sua nota avversione al rinnovo della concessione petrolifera dell'Anglo-Iranian Oil Company del 1933, dopo che un fanatico aveva assassinato il primo ministro Razmara, il quale era invece favorevole al rinnovo. Mossadeq procedette subito a nazionalizzare l'industria iraniana degli idrocarburi, che era allora sotto il pieno controllo del Regno Unito. La reazione inglese fu molto dura e ne scaturì la crisi di Abadan, un accanito confronto durato tre anni, nel corso del quale le potenze europee boicottarono il petrolio della Persia. Quest'ultima fin dall'inizio ritenne che gli Stati Uniti, i quali non avevano interessi nella Anglo-Iranian Oil Company, avrebbero sostenuto il suo piano di nazionalizzazione. La posizione degli Stati Uniti d'America nella crisi di Abadan registrò un'evoluzione, passando lentamente da un chiaro sostegno a Mossadeq, accompagnato da un invito a trovare una soluzione di compromesso con il Regno Unito, a un progressivo allineamento con le posizioni inglesi.[74]

Nonostante l'aperta contrarietà di Mossadeq per il socialismo, Winston Churchill – assolutamente determinato a difendere gli interessi britannici nel Paese vicino-orientale – denunciò agli Stati Uniti che Mossadeq non era in grado di gestire un Paese in preda al caos e che stava "progressivamente propendendo verso il comunismo". In piena guerra di Corea gli Stati Uniti temevano che Mossadeq stesse involontariamente aprendo la porta a una penetrazione dell'Unione Sovietica. In quel periodo di guerra fredda caratterizzato da forti paure gli Stati Uniti finirono per accettare i piani britannici per far cadere Mossadeq. Il Regno Unito chiese aiuto agli Stati Uniti perché nell'ottobre 1952 Mossadeq aveva chiuso l'ambasciata britannica. Mossadeq si era indebolito sul piano interno, avendo perso anche il sostegno del "clero" sciita, allora guidato dall'ayatollah Kashani, che non gradiva le sue riforme sociali.
Soldati iraniani circondano il palazzo del parlamento a Tehran

Sotto la direzione di Kermit Roosevelt Jr., un esperto dirigente della Central Intelligence Agency (CIA) e nipote del presidente statunitense Theodore Roosevelt, la CIA e il britannico Secret Intelligence Service (SIS) organizzarono un'operazione coperta per deporre Mossadeq con l'aiuto delle forze armate leali allo scià. Il piano era etichettato come operazione Ajax, la cui esecuzione avvenne su autorizzazione firmata dello scià per costringere alle dimissioni dal suo posto di Primo ministro Mossadeq e sostituirlo con il generale Fażlollāh Zahedī: esso ricevette il consenso dei britannici e degli statunitensi. Sebbene il piano fosse ben coordinato e pianificato, il colpo di Stato fallì, inducendo lo scià a cercare rifugio a Baghdad e poi a Roma.

La resistenza dei nazionalisti e il sostegno di cui godevano nel Paese era stato sottovalutato dagli organizzatori del colpo di Stato, ma entro breve tempo i lealisti sostenuti dagli anglo-statunitensi la spuntarono. A una grande manifestazione pro-Mossadeq alla notizia dello sventato colpo di Stato seguì l'indomani una grande manifestazione contro Mossadeq e in favore dello scià sostenuta anche dal clero sciita militante guidato dall'ayatollah Kashānī. Partita dal bazar di Teheran, la manifestazione fu rinforzata da reparti militari e carri armati che diedero l'assalto alla residenza di Mossadeq. Il sovrano poté quindi fare ritorno a Teheran, Zahedī fu nominato Primo ministro e, dopo un processo-farsa, Mossadeq fu condannato a morte. Lo scià commutò in seguito la condanna in esilio e arresti domiciliari perpetui. La controversia con le compagnie petrolifere fu risolta nel 1954 con un'intesa tra la National-Iranian Oil Company e un consorzio composto da sette compagnie straniere (le cosiddette «Sette Sorelle del petrolio»).[75] Così le compagnie straniere riuscirono a conservare una forma di controllo sul prezzo e la commercializzazione del petrolio.

L'autocrazia pahlavide

Il colpo di Stato del 1953 pose fine alla lotta per il potere e ricreò un regime accentrato e autoritario basato sull'appoggio straniero e favorevole alla modernizzazione economica e sociale. Sotto il profilo tecnico il restaurato regime dello scià era una monarchia costituzionale, ma in pratica lo scià esercitava un potere assoluto e controllava sia l'esercito sia la Savak, la polizia segreta. Inoltre dipendeva dagli Stati Uniti e aderì così al patto di Baghdad (1955) e dal 1959 alla CENTO.
Ultima modifica di Aztlan il 26/06/2019, 17:44, modificato 1 volta in totale.

Re: Ora tocca all'Iran...

26/06/2019, 17:40

Quindi?

Re: Ora tocca all'Iran...

26/06/2019, 17:48

Quindi l' Iran si stava già democratizzando da solo col consenso popolare senza nessun bisogno di nessuna intromissione,

che c'è stata, usando proprio gli ayatollah per restaurare lo Scià, solo per prendersi il petrolio che il Primo Ministro aveva nazionalizzato...

e tutti giù a piangere quando i suddetti si sono messi in proprio...

Re: Ora tocca all'Iran...

26/06/2019, 20:14

... e dove era imboscato ayatollah Komeini? IN FRANCIA!
(A noi ci rovinano sempre i francesi!)

Re: Ora tocca all'Iran...

26/06/2019, 20:19

Ufologo 555 ha scritto:... e dove era imboscato ayatollah Komeini? IN FRANCIA!
(A noi ci rovinano sempre i francesi!)

Non sono loro che rovinano noi, siamo noi che ci lasciamo "fregare", dagli esterni e dagli "interni".
p.s. I Savoia fra di loro parlavano in francese.

Re: Ora tocca all'Iran...

26/06/2019, 21:23

Ufologo 555 ha scritto:... e dove era imboscato ayatollah Komeini? IN FRANCIA!
(A noi ci rovinano sempre i francesi!)


Demonizzi sempre i Francesi per evitare di nominare i tuoi "merichini".

Confessati!,tu che fai parte del "Gregge". [:306]
[:302] [:302]

Re: Ora tocca all'Iran...

26/06/2019, 22:36

Immagine
[:246]

Re: Ora tocca all'Iran...

26/06/2019, 23:35

Aztlan ha scritto:Quindi l' Iran si stava già democratizzando da solo col consenso popolare senza nessun bisogno di nessuna intromissione, che c'è stata, usando proprio gli ayatollah per restaurare lo Scià, solo per prendersi il petrolio che il Primo Ministro aveva nazionalizzato...

e tutti giù a piangere quando i suddetti si sono messi in proprio...

In verità l'islamizzazione dell'Iran in quegli anni andava di pari passo con la "comunistizzazione" di una parte di pianeta e perché? La risposta è assai semplice: da sempre l'Islam vuole sostituirsi alla Cristianità mentre la speranza dei comunisti dell'epoca era quella di riuscire in qualche maniera a sostituirsi al Capitalismo in modo da dare scacco matto al mondo occidentale.

...Inutile dire che gli è andata male a entrambi.... e inutile aggiungere "grazie ai nostri amici e alleati americani!!!".

Re: Ora tocca all'Iran...

27/06/2019, 10:24

sottovento ha scritto:
Aztlan ha scritto:Quindi l' Iran si stava già democratizzando da solo col consenso popolare senza nessun bisogno di nessuna intromissione, che c'è stata, usando proprio gli ayatollah per restaurare lo Scià, solo per prendersi il petrolio che il Primo Ministro aveva nazionalizzato...

e tutti giù a piangere quando i suddetti si sono messi in proprio...

In verità l'islamizzazione dell'Iran in quegli anni andava di pari passo con la "comunistizzazione" di una parte di pianeta e perché? La risposta è assai semplice: da sempre l'Islam vuole sostituirsi alla Cristianità mentre la speranza dei comunisti dell'epoca era quella di riuscire in qualche maniera a sostituirsi al Capitalismo in modo da dare scacco matto al mondo occidentale.

...Inutile dire che gli è andata male a entrambi.... e inutile aggiungere "grazie ai nostri amici e alleati americani!!!".



E mi pareva che non ci mettevi in mezzo i comunisti!. [:302]

Se ti hanno messo a fare il Troll in questo Forum per questo motivo,sappi che di comunismo quasi quasi non c'è più traccia. [:246]

Re: Ora tocca all'Iran...

27/06/2019, 10:56

Ti saluta Rizzo! [^]

Re: Ora tocca all'Iran...

27/06/2019, 10:58

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27 giugno 2019

Donald Trump ha fermato l’attacco contro l’Iran, perché nella mente del leader della Casa Bianca non c’è motivo di avventurarsi in un nuovo conflitto in Medio Oriente che questa volta potrebbe avere effetti devastanti su tutta la regione (e sicuramente anche nel mondo). Ma non è solo Trump ad aver fermato i falchi della sua amministrazione. C’è un’altra parte fondamentale dello Stato americano ad aver chiesto di non arrivare a una guerra aperta e che da tempo frena su intervento armato: il Pentagono.

I generali americani non vogliono una guerra con Teheran. O quantomeno E il motivo è che sanno perfettamente che la pur netta superiorità tecnologica degli Stati Uniti non sarebbe capace di coprire tutti i rischi di una guerra su vasta scala contro quella che è considerabile la maggiore potenza militare del Medio Oriente insieme a Israele. Sottovalutare la forza della Repubblica islamica è un errore che al Pentagono sanno perfettamente di non poter compiere. Teheran ha già dimostrato di avere la capacità di reagire agli attacchi, ma soprattutto ha dimostrato una capacità strategica ben superiore rispetto ai Paesi del Medio Oriente con cui si confrontano e si sono confrontati gli Stati Uniti in questi anni. E una guerra diretta con l’Iran non sarebbe affatto priva di conseguenze per le forze armate statunitensi e per i loro alleati.

Il primo problema riguarda innanzitutto la forza militare iraniana, che è decisamente importante e che il Global Firepower Index pone al 14esimo posto nella classifica mondiale del proprio indice. Come ricordato anche recentemente dal Washington Post – che riporta gli studi del Congressional Research Service – Teheran può contare al momento su circa 700mila uomini in armi. Di queste 700mila unità, 350mila sono le forze regolari, mentre i Guardiani della Rivoluzione, i Pasdaran, contano su 125mila uomini che hanno anche 20mila uomini solo per la propria marina e una forza sconosciuta per la propria aviazione. A queste forze si devono aggiungere quelle di sicurezza (circa 60mila unità) e l’incognita rappresentata dal Basij, la forza paramilitare iraniana che riceve ordini direttamente dai Pasdaran. Il loro numero è un’incognita e tendenzialmente non sono considerate utilizzabili a meno di un conflitto totale sul territorio iraniano. In ogni caso, la forza minima sarebbe composta da 300mila riservisti.

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Da un punto di vista numerico, quindi, l’Iran rappresenta già di suo un rivale più che impegnativo per un intervento di qualsiasi esercito, ed è evidentemente la potenza più forte di tutto il Golfo Persico e del Medio Oriente. La quantità non è certamente sinonimo di qualità. E questo lo dimostra il fatto che dal punto di vista aeronautico e marittimo, così come quello missilistico, Teheran non possa competere con Washington. Almeno allo stato attuale. L’Iran possiede circa 300 aerei da guerra che però in larga parte sono Mig-29 e Su-24 o vecchi F-4, F-5 e F-14 acquistati prima della rivoluzione islamica dell’Ayatollah Khomeini. A questi si devono aggiungere 89 aerei da trasporto e 104 aerei da addestramento.

Stesso discorso può effettuarsi con la marina militare. L’Iran, secondo gli ultimi dati, può contare su una flotta di navi da guerra di circa un centinaio di imbarcazioni, comprensive di mezzi di superficie e sottomarini. E anche se non può essere paragonata alla flotta degli Stati Uniti, già presente nel Golfo Persico con la Quinta Flotta, è del tutto evidente che può comunque essere considerata uno strumento da guerra capace di colpire in maniera assolutamente incisiva i Paesi limitrofi e le flotte mercantili e militari che transitano nel Golfo Persico, un’area che è in larga parte controllata non tanto dai mezzi della marina iraniana quanto da quella dei Guardiani della Rivoluzione. Se a questo si aggiunge il sistema di mine subacquee che le autorità persiane hanno messo in diverse aree del mare che divide l’Iran dalla Penisola arabica, in particolare nello Stretto di Hormuz, e tutto il sistema di motoscafi d’assalto che hanno i Pasdaran, si comprende il motivo del timore che il Golfo possa trasformarsi in un vero e proprio inferno.

Il timore passa poi all’arsenale missilistico. Dal punto di vista difensivo, l’Iran possiede circa 150 sistemi I-Hawks cui si sono aggiunte le forniture di sistemi S-300 russi. Consegne congelate per circa una decina di anni, e il cui blocco è stato rimosso dalla Russia nel 2016 con la consegna del primo S-300. Teheran ha richiesto di iniziare le trattative con Mosca per l’acquisto degli S-400. Ma per ora dal Cremlino tutto tace, consapevoli che armare eccessivamente l’Iran non vada a vantaggio della propria strategia mediorientale. A questi sistemi, si aggiunge poi la capacità missilistica offensiva. Una capacità la cui punta di diamante è rappresentata dallo Shahab-3, missile balistico Mrbm, che ha una gittata di quasi 1300 chilometri con una variante che può arrivare anche a duemila chilometri. Soltanto con questi missili, l’Iran può raggiungere qualsiasi capitale del Medio Oriente così come gli obiettivi americani e degli alleati Usa nella regione.

È soprattutto da quest’ultimo dato che si può capire il motivo per cui il Pentagono e il presidente degli Stati Uniti non vogliono giungere a un conflitto militare. Perché una guerra con l’Iran prevede lo scontro con un nemico che può far davvero incendiare una regione. Teheran può colpire tutti gli alleati Usa nel Golfo e in Medio Oriente, ma può soprattutto mettere in pericolo sia il mare dove transita una gran parte del petrolio mondiale sia tutte le aree di conflitto in cui è coinvolto l’Iran. Le forze della Repubblica islamica non solo possono colpire gli alleati, ma possono far deflagrare conflitti in ogni area dove sono presenti i proxy di Teheran. Può incendiare il confine israelo-libanese con Hezbollah, la Siria, l’Iraq e lo Yemen (con le milizie Houti) fino a tutte le milizie legate a Teheran nel mondo e le forze Quds. Forze che possono mettere a repentaglio anche il traffico navale nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. Gli Stati Uniti non possono permettersi un rischio di questo livello: l’Iran in questi anni ha costruito una rete di alleanze che può essere perfettamente in grado di mettere a repentaglio l’intera regione.

Proprio per questo motivo, l’approccio della Casa Bianca e del Pentagono è stato molto meno duro rispetto a quello di alcuni consiglieri dell’amministrazione americana. Un conflitto? Meglio di no. O almeno non con bombardieri e navi. In questo senso, il fatto che Washington abbia optato per un’ondata di attacchi cyber contro le infrastrutture militari iraniane e in particolare dei Pasdaran non è casuale. Si è voluto colpire l’Iran a livello cibernetico con un raid chirurgico ma che non potesse scatenare una rappresaglia militare convenzionale. Ma attenzione a dare per scontata la guerra cyber e il vantaggio tecnologico americano. L’Iran ha una forza tecnologica che supera di gran lunga le aspettative di molti detrattori. E questo attacco Usa è servito anche a testare le capacità difensive del cyberwarfare persiano.

https://it.insideover.com/guerra/stati- ... 3vmPMc0Vc4

Re: Ora tocca all'Iran...

27/06/2019, 11:16

cari amici,
c'è anche questo:
Da qualche anno, periodicamente, si paventa lo scoppio della terza guerra mondiale con la scintilla che scoccherebbe fra USA/Israele contro Iran. Per fortuna, o per qualche cosa altro non è ancora successo nulla o quasi. Ringhi, minacce, offese, ma grazie a Dio, morta li. Secondo Mehran Tavakoli Keshe l’ attacco all’ Iran non è mai stato sferrato perchè gli aggressori sanno di questa nuova tecnologia in mano a Teheran, che sarebbe ora impossibile da sconfiggere.


da http://www.cambioilmondo.it/fondazione-keshe-fanculo/
ma anch'io concordo col finale del titolo [;)] [8D]

ciao
mauro

Re: Ora tocca all'Iran...

27/06/2019, 11:24

Ufologo 555 ha scritto:Ti saluta Rizzo! [^]



Non sono neanche rappresentati nel nostro parlamento!, [:246] il partito Fascista invece si con la vostra "Scimmietta". [:302]

Re: Ora tocca all'Iran...

27/06/2019, 11:36

Certo che ci sono! PCI-PDS-DS-PD= falce e ... poco cervello! [:246]
Solo che si vergognano della prima sigla ...... [:302] (Ed hanno preso a "bordo" i catto ...) [:306]
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