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MessaggioInviato: 21/07/2010, 16:54 
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eSQueL ha scritto:

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greenwarrior ha scritto:

Amico mio, limitarsi a non votare non serve a niente.


Su questo devo darti ragione. E lo faccio obtorto collo, credimi. Di fatto, sarà doloroso scegliere a chi dare il mio voto.

Alla fine (in ogni caso, ricordiamolo, sarebbe opportuno votare con una legge elettorale diversa) il meno peggio per me sarebbero Di Pietro, Fini (se corresse da solo) e Vendola (se dovesse vincere le primarie).




Su Vendola ti posso dar ragione, ma su Fini e Di Pietro no!!!!! per l' amor di Dio.

Grillo ha fatto un buon tentativo, ma in tempi non adatti e troppo dispersivo.
Come dicevo in precedenza, sto facendo un tentativo con il mio comune, un tentativo che non si limita ad una semplice ad accorata lettera al Sindaco, ma che coinvolge la popolazione. Ti posso assicurare che è faticoso, ma ritengo ne valga la pena.
Sai, noi nel forum abbiamo la possibilità di scambiarci opinioni, a volte contrastanti ma sicuramente produttive ai fini di unna presa di coscienza, lo stesso non si puo dire per la gente che non ha dimestichezza con la rete (e sono tanti).
A questo punto è utile scendere sul campo di battaglia con gli unici mezzi a nostra disposizione, cioè rompere le balle di continuo.[:D]



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MessaggioInviato: 21/07/2010, 17:25 
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greenwarrior ha scritto:
... cioè rompere le balle di continuo. [:D]


Lol ... in materia c'ho un paio di master [:o)]



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MessaggioInviato: 21/07/2010, 17:37 
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eSQueL ha scritto:

Cita:
greenwarrior ha scritto:
... cioè rompere le balle di continuo. [:D]


Lol ... in materia c'ho un paio di master [:o)]


Hahahahah !!!!! Non avevo dubbi. [;)]



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MessaggioInviato: 23/07/2010, 12:34 
Gli affari dei casalesi, dall’Aquila alla pompa di benzina della famiglia Cosentino

d Vincenzo Iurillo

Nell'ordinanza che ha portato in carcere sei imprenditori, anche il racconto di un accordo con il fratello di Nicola Cosentino per la gestione di un distributore di benzina. I clan pronti ad entrare negli appalti per la ricostruzione

La camorra casalese ha cercato di infiltrarsi negli appalti per la ricostruzione dell’Aquila dopo il terremoto del 6 aprile 2009. E attraverso imprenditori ‘intoccabili’ perché contigui ai clan, ha operato in Abruzzo e anche in altre regioni, tra le quali in particolare il Lazio e la Toscana. E’ il succo dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Roma e diretta dalla Dda di Napoli, che ieri ha portato all’arresto di 6 persone e al sequestro di 21 società, 118 immobili ed altri beni e valori per un valore complessivo di circa 100 milioni di euro.

Tra i beni sigillati c’è anche una pompa di benzina Agip sulla Nola – Villa Literno, all’altezza del comune di Frignano, vicino Casal di Principe, riconducibile alla famiglia dell’ex sottosegretario all’Economia e coordinatore campano del Pdl Nicola Cosentino (che non è indagato). Ad affermarlo è Gaetano Vassallo, il ‘ministro dei rifiuti’ del clan di Francesco Bidognetti nonché uno dei pentiti le cui rivelazioni hanno condotto all’ordinanza di arresto del novembre scorso a carico di Cosentino (ordinanza non eseguita per il voto contrario della Camera).

Secondo Vassallo, per la gestione di questa pompa Agip fu stretto un accordo tra Angelo Zaccariello, uno dei sei imprenditori arrestati, e il fratello (non indagato) di Nicola Cosentino, in qualità di titolare della Aversana Petroli. Ecco alcuni stralci del verbale di Vassallo, datato 5 dicembre 2008, riportato tra le 602 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita stamane.

Zaccariello Angelo è collegato al “clan BIDOGNETTI”… Zaccariello intendeva aprire un distributore di carburante sulla strada Nola/Villa Literno nel Comune di Frignano, ma quella zona, per quanto riguarda i distributori di carburante, è completamente controllata da “O’ Mericano”, ovvero il fratello dell’onorevole COSENTINO, che, come ho detto in tanti verbali, gestisce l’Aversana Petroli. Zaccariello rivendicava con i Bidogniettiani la possibilità di aprire tale distributore sostenendo “i soldi miei non sono come i suoi?”. … Il suo ragionamento ha trovato spazio, tanto che è stata fatta una società tra Zaccariello e Cosentino, società di cui non conosco il nome, per la gestione del distributore AGIP realizzato sulla strada Nola/Villa Literno ricadente nel Comune di Frignano. So queste cose perché lo stesso Zaccariello me le ha raccontate, nel tempo, aggiornandomi sui progetti di realizzazione del distributore e sul buon esito dell’operazione. Infatti, incontravo Zaccariello dal dottor Musto che è il consulente commercialista sia mio che suo. Egli (Zaccariello, nda) “si mette a disposizione” del clan Bidognetti, ad esempio per cambio assegni provenienti da estorsioni o assegni post-datati, sempre provenienti da attività illecita del gruppo Bidognetti.

Ma uno degli aspetti più inquietanti dell’inchiesta consiste nel tentativo dei clan casalesi di partecipare alla spartizione delle commesse per la ricostruzione dell’Aquila. Gli inquirenti hanno intercettato le telefonate con le quali alcuni degli arrestati disponevano l’invio del denaro necessario per finanziare le imprese costituite all’Aquila attraverso dei prestanome. E’ agli atti anche un colloquio intercettato il giorno dopo il sisma tra uno degli imprenditori arrestati, Michele Gallo, e l’ex presidente dell’unione dell’Aquila di Confcooperative, Antonio Cerasoli (indagato con l’accusa di concorso esterno in associazione camorristica).

”All’inizio del colloquio – scrive il giudice – discutono riguardo alla impossibilità per Gallo di effettuare un bonifico in favore di Cerasoli a causa del danneggiamento delle sedi di molti istituti di credito aquilani. Pertanto i due fissano un appuntamento per il 9 aprile, giorno in cui il primo consegnerà al secondo in contanti la somma richiesta. Quindi Gallo, all’evidenza pronto a sfruttare il disastro naturale per il tornaconto proprio e del clan cui è collegato, domanda (si badi bene, pochissime ore dopo la catastrofe): ‘Ora lasciamo perdere i .. i .. quello che è successo dico, ma a livello di lavoro ora come funziona?’. Al riguardo Cerasoli afferma: ‘A livello di lavoro dobbiamo aspettare un attimo, penso una .. una settimana, dieci giorni per vedere come’ come seguitano queste cavolo di scosse. Anche perché poi bisogna vedere anche eh come alloggiare praticamente Agostino (Mastroianni, ndr, altro indagato) e gli altri”’. Gallo, ”evidentemente non soddisfatto dalla risposta dell’interlocutore, chiede: ‘Ma voi come state… come state situati, riusciamo a fare i lavori no?’. E Cerasoli ribadisce: ‘Sì,sì, a farli sì, si può fare anche per la zona di Ocre è stata quella meno colpita, proprio non ci stanno problemi lì, grosso modo insomma al 90% ora non è che uno…’.

I rapporti tra i due si erano consolidati in un periodo precedente al terremoto. In una telefonata del 3 febbraio 2009, quindi prima del sisma, Cerasoli chiama Gallo e gli chiede: ”Senti un po’, eh, mi servirebbero altri 4.000. Me lo puoi fare sullo stesso conto? Eh, poi mi fai fare il solito fax cosi’ almeno metto a posto un’altra cosa”. Nel prosieguo del colloquio, Cerasoli fa presente a Gallo – a dimostrazione, scrive il gip, ”della esistenza tra di loro di uno stabile rapporto di contribuzione finanziaria del secondo verso il primo” – che a breve provvederà alla restituzione di una parte di quanto da lui dovuto all’interlocutore poiché è in attesa di ”un contributo di 92.000 euro erogato da un ente pubblico, tra cui te li rido’ sicuramente quei 30 che avevamo fatto, poi l’altro lo vediamo”.

Cerasoli afferma di essere in procinto di trasmettere un documento attestante ”lo stato d’avanzamento, l’ho gia’ preparato per 68.000 euro”. Tramite gli accertamenti bancari eseguiti dalla Guardia di Finanza si è appurato che il 3 febbraio 2009 la Gallo costruzioni ha fatto un bonifico, dell’importo di 4.000 euro, in favore di Alessandra Talamini, moglie di Cerasoli. Inoltre, dall’estratto del conto corrente intestato alla srl Gallo costruzioni, è stato individuato un ulteriore bonifico, dell’importo di 16.000 euro, fatto il 27 gennaio 2009 sempre in favore della Talamini.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07 ... ino/43093/



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MessaggioInviato: 02/08/2010, 15:11 
''Volevano speculare sul terremoto": 4 arresti,
coinvolto assessore Stati, si dimette


Si dimette assessore regionale alla protezione civile
Daniela Stati, raggiunta da interdizione


02 agosto, 14:22

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Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 63439.html

L'AQUILA - "Volevano speculare sul post-terremoto", è bufera in Abruzzo. L'ex assessore regionale abruzzese Ezio Stati (Dc e poi Fi), padre dell'attuale assessore Daniela, ed altre tre persone, tra cui un ex deputato di Fi, sono state arrestate per corruzione nell'ambito di un'inchiesta coordinata dal procuratore della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini. L'assessore regionale alla protezione civile Daniela Stati, raggiunta dalla misura di interdizione dai pubblici uffici, si è dimessa dalla carica.

Si parla di presunti ''favoritismi''. L'assessore e i 4 arrestati sarebbero implicati in un'attività illecita "al fine di ottenere il vantaggio di essere inseriti nella lista di beneficiari per fatti e atti connessi alla ricostruzione post-sisma del 6 aprile 2009", afferma il Procuratore della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini.

La Procura dell'Aquila dopo le indagini svolte dalla Squadra mobile di Pescara ha chiesto alcune misure cautelari personali a carico di cinque persone, tra cui l'assessore Daniela Stati, "per episodi di corruzione".

CHI SONO I 5 COINVOLTI NELL'INCHIESTA - Daniela Stati è assessore regionale all'ambiente, ai rifiuti e alla protezione civile. Gli altri quattro coinvolti nell'inchiesta sono il padre Ezio (ex assessore Dc e poi Fi); il compagno della Stati, Marco Buzzelli; l'ex deputato di An e poi di Fi, Vincenzo Angeloni; Sabatino Stornelli, ex amministratore delegato di Telespazio e attuale amministratore delegato di Selex service management, società di Finmeccanica. La custodia cautelare in carcere riguarderebbe l'ex Vincenzo Angeloni (a Regina Coeli) e Marco Buzzelli (ad Avezzano), mentre Ezio Stati avrebbe ottenuto gli arresti domiciliari nella sua casa di Avezzano (L'Aquila) e Stornelli l'obbligo di dimora a Roma.

Ezio Stati per anni fu tesoriere della Dc abruzzese e fu arrestato negli anni Novanta nell'ambito di alcune inchieste sulla tangentopoli, subito dopo essere stato nominato assessore regionale. Nel Duemila fu capogruppo regionale di Fi, ma si dovette dimettere in seguito al fatto che era passata in giudicato la sentenza di condanna relativa alla precedente vicenda giudiziaria.

Vincenzo Angeloni, tra le quattro persone arrestate, ha 58 anni, è medico odontoiatra, originario di Avezzano, ed è stato deputato nella 13/a legislatura. Tra gli arrestati anche Sabatino Stornelli, ex amministratore delegato di Selex service management, società di Finmeccanica. Angeloni, ex patron della Valle del Giovenco (Lega Pro), aveva ceduto la società a Stornelli.

LE ACCUSE DI ''FAVORITISMI'' - "La richiesta - afferma il procuratore Alfredo Rossini - si è basata sull'accertamento di favori e utilità ricevute per aver compiuto attività contrarie ai compiti e ai doveri connessi alla funzione pubblica ricoperta. L'assunto accusatorio è sostenuto da uno scrupoloso lavoro di riscontro che non consente lettura dei fatti alternativa a quella proposta al giudice per le indagini preliminari dell'Aquila". "Il quadro probatorio che emerge - sempre secondo la procura - appare incontestabile considerato che vi sono prove evidenti dei 'doni' e delle utilità che i privati hanno corrisposto al pubblico ufficiale (Daniela Stati, ndr) e alle persone a lei vicine, al fine di ottenere il vantaggio di essere inseriti nella lista di beneficiari per fatti e atti connessi alla ricostruzione post sisma del 6 aprile 2009". Le indagini sono ancora in corso e "allo stato degli atti non sono indagati altri soggetti con incarichi rilevanti nell'ambito regionale e della protezione civile nazionale". "La Procura della Repubblica - conclude la nota - ha chiesto misure cautelari diversificate a seconda delle posizioni, dei ruoli e delle evidenze probatorie, sia per il buon proseguimento delle indagini, sia per la proporzionalità dell'intervento giuridico a garanzia degli stessi indagati".

I REATI IPOTIZZATI - I reati ipotizzati - non si conoscono ufficialmente i particolari ma è certa la corruzione - sarebbero quelli contro la pubblica amministrazione e sarebbero stati commessi nell'Aquilano o nella Marsica.

LA PROCURA NON ESCLUDE ALTRI SVILUPPI - "Le indagini continuano a ritmo serrato, ci possono essere altri sviluppi", ha detto all'ANSA il procuratore della Repubblica dell'Aquila. Alfredo Rossini, che è anche procuratore distrettuale, ha chiarito che il reato ipotizzato è quello di corruzione sottolineando solo che si tratta di "vicende complicate".

LE DIMISSIONI DELL'ASSESSORE STATI - La decisione è conseguente al provvedimento della magistratura che l'ha interdetta dai pubblici uffici nell'ambito dell'inchiesta per corruzione su presunti favoritismi nella ricostruzione post sisma. La vicenda giudiziaria ha determinato un terremoto politico nella Regione Abruzzo. Il presidente, Gianni Chiodi, dovrà procedere a un mini rimpasto forzato, sostituendo la Stati con un'altra donna, visto che lo statuto regionale impone la presenza di due donne nell'esecutivo. In tal senso, si apre una corsa all'assessorato alla quale non sarà estranea L'Aquila, che rivendica una rappresentanza in Giunta. Della vicenda giudiziaria si sta parlando nel corso della riunione della Giunta regionale, in corso a Pescara, e alla quale, naturalmente, non sta partecipando l'assessore Stati. Da fonti regionali si apprende che sono imminenti dichiarazioni del presidente Chiodi.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 21/08/2010, 14:46 
I dimenticati d'Abruzzo
di Fabrizio Gatti
http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... zo/2132778

Centri storici abbandonati, strade invase dalle macerie, 30 mila ancora sfollati, 15 mila senza lavoro. Nuovi alloggi già deteriorati. Viaggio nei luoghi martoriati dal terremoto. Sedici mesi dopo le scosse

(19 agosto 2010) Il centro di Sant'Eusanio Forconesefoto di Fabrizio GattiQualcuno ha chiamato per nostalgia il numero della sua casa pericolante. E un bel giorno ha sentito rispondere. "Chi parla?". "Chi parla? Ma chi sei tu?". Quello dell'Aquila è stato il primo grande disastro italiano nell'era della comunicazione. E la comunicazione non può aspettare. È per questo che Telecom, secondo quanto è stato detto ad alcuni sfollati dallo sportello clienti, sta assegnando ad altri i numeri dei contratti sospesi dopo il terremoto.
Comincia così l'oblio. Ti cancellano dall'elenco telefonico. Non dalle bollette di abbonamenti tv, luce, gas che continuano ad arrivare. Almeno in città c'è il popolo delle carriole a tenere vivo il ricordo su cosa non è stato fatto. Ma nei paesi della provincia come Sant'Eusanio Forconese, Castelnuovo, Poggio Picenze i centri storici sono giorno dopo giorno sempre più estranei. Sempre più lontani dalla quotidianità. Immagini spettrali di un mondo ora rinchiuso dentro le facciate di legno pressato delle new town. Ci siamo giocati anche la seconda estate per avviare i lavori. Tra un mese in Abruzzo arriveranno il freddo e il maltempo. Se ne riparla dopo il prossimo inverno. E nessuno può ancora prevedere quando torneranno abitabili quei comuni: il 2015, il 2030, mai?
Lo show ha funzionato. Hanno dato appartamenti dignitosi e casette di legno a 18 mila persone e, a guardarle dal resto dell'Italia, sembra che tutti abbiano avuto un tetto. Invece il grosso resta ancora da fare. Rimuovere le macerie, avviare la ricostruzione vera nei centri storici, i più colpiti. E soprattutto riportare in città quanti si trovano nelle stesse condizioni di sedici mesi fa: 15 mila senza lavoro e 30 mila sfollati di cui 3.500 ospitati ancora negli alberghi sulla costa adriatica, secondo i dati calcolati a inizio agosto dal Comune dell'Aquila. Da quando il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha passato i poteri di commissario delegato al presidente della Regione, Gianni Chiodi, i cittadini abruzzesi sperimentano ogni giorno cosa significhi il motto stampato sullo stemma del capoluogo: "Immota manet" c'è scritto, resta ferma. E infatti nei centri storici dei paesi non si muove nulla. Scavalcate le transenne che sbarrano le strade ci si ritrova a camminare su macerie e pezzi d'arredamento calcificati. Si fatica a capire dove finivano le case e cominciavano le vie. Erbacce e rovi ricoprono di verde e fiori selvatici la distruzione. Uno specchio rotto appeso alla parete. Un triciclo schiacciato dalle pietre. La culla di un bimbo. Lo scricchiolio di una persiana sbattuta dal vento. Si sale e si scende tra cumuli e voragini. Un odore umido di cantina e sabbia bagnata si diffonde dalle finestre senza vetri. A Poggio Picenze la foto di quella notte è immortalata nei panni stesi ad asciugare al balcone di una casa che non c'è più. Un lavandino continua a gocciolare. Il lampione stradale ti guarda dal basso, piegato in due, spento per sempre un anno e quattro mesi fa. OAS_RICH('Middle');
I nomi delle piazze li leggi sulle targhe ad altezza di polpacci. Decine di facciate sono pronte a crollare. Come a Sant'Eusanio, paese di Mimmo Srour, 62 anni, titolare a L'Aquila di uno studio di ingegneria civile, messo a capo all'assessorato provinciale alla Ricostruzione inventato per l'occasione dalla giunta di centrodestra. L'assessore Srour prima del disastro stava con il centrosinistra. Ora è accusato dal Pd locale di essere il responsabile della sconfitta della presidente uscente, Stefania Pezzopane. Il terremoto non sbriciola soltanto il cemento. E poi c'è il peso prevedibile del prossimo inverno, il secondo. La neve, il ghiaccio, le infiltrazioni d'acqua. Senza lavori di consolidamento, anche le case soltanto danneggiate stanno via via cadendo. Il centro di Sant'Eusanio è fermo all'alba del 6 aprile 2009: a parte le erbacce e i cespugli di lavanda, lo scenario è lo stesso di quando la prima luce del giorno mostrò ai sopravvissuti cosa era rimasto. Hanno puntellato solo la chiesa e, per proteggere gli operai, gli edifici della piazza. Nel farlo, si sono lasciati prendere la mano. Hanno montato tralicci e puntelli a ridosso della canonica. Senza considerare che andava demolita. La canonica ora non c'è più e l'immenso castello di metallo è rimasto lì a sostenere l'aria tersa di fine estate. Uno spreco: un tubo zincato venduto in esclusiva dalle Acciaierie Marcegaglia costa 3,40 euro al metro, i giunti cardanici 1,98. Puntellare una villa può valere 60 mila euro. Un palazzo 500 mila. Sempre soldi pubblici.

Hanno chiuso l'emergenza, assegnato le case provvisorie, provato a far scendere il silenzio. In Abruzzo ci vorrebbe un buon assessore alla Protezione civile per affrontare quanto resta da fare. Ma l'assessore regionale che ha gestito il terremoto, Daniela Stati, 38 anni, Pdl, si è dimesso il 2 agosto per un diamante da 15 mila euro ricevuto in regalo, secondo la Procura dell'Aquila, dopo aver sponsorizzato una società pubblica partecipata da Finmeccanica. È un momento difficile. Quello dell'oblio. Il passaggio alla quotidianità dell'attesa che non ha fine. Quel periodo di transizione che nei paesi siciliani del Belice è diventato sinonimo di fallimento. In Irpinia un'occasione per camorra e malaffare. In Friuli, in Umbria e nelle Marche un motivo di orgoglio. Gli estremi dell'Italia di sempre. È adesso che si diventa terremotati. Vivere con le solite camicie addosso. Abitare in case provvisorie. Usare sedie, tavoli, letti provvisori. E ritrovarsi con l'essere davvero provvisori.
I tubi dell'acqua esposti al gelonella new town di Collebrincionifoto di Fabrizio Gatti L'oblio è anche scoprire che la Telecom ha assegnato il numero di telefono della tua casa crollata o danneggiata ad altri abbonati. "È successo a molti. Anche a un nostro cugino", racconta Nello Cozzolino, 52 anni, di Castelnuovo, frazione di San Pio delle Camere, paese dell'ex presidente del Senato Franco Marini: "Lui voleva trasferire il suo numero di telefono nella casa provvisoria dove è stata trasferita la sua famiglia. Alla Telecom gli hanno detto che non era possibile perché quel numero non è più disponibile. L'hanno assegnato ad altri abbonati". Nello Cozzolino ora lavora come cuoco al self-service di un distributore di benzina. La sera del 5 aprile 2009 era ancora uno chef, proprietario del ristorante "La cabina" con la moglie Stefania Maurizi, 55 anni, insegnante precaria di inglese. Nello era conosciuto nella zona come il re dello zafferano per i piatti che proponeva e in agosto il loro antico locale sulla statale 17 diventava la casa del blues, crocevia di musicisti e appassionati. Il ristorante va demolito. Quando? "Boh", risponde Cozzolino, che adesso abita con la moglie e il figlio di 16 anni in un Map, i moduli abitativi provvisori, cioè le casette di legno a un piano disseminate in provincia. Sono meno spaziose, meno robuste delle palazzine prefabbricate di tre piani su piastra antisismica in cemento armato costruite per 15 mila sfollati del centro storico dell'Aquila.
"Il problema non è solo la ricostruzione che non parte. Il problema di tutti i giorni sono le bollette, le rate che devi pagare per cose che non possiediamo più, in base a un reddito che non abbiamo più", spiega Cozzolino: "Dicono che con il terremoto le banche avrebbero sospeso i mutui. Non è vero: io avevo rate di 800 euro al mese. Hanno sospeso la restituzione del capitale. Ma preteso gli interessi, 170 euro al mese, che ho continuato a pagare anche quando vivevamo in tenda. E da novembre ricomincio con il capitale". La vecchia vita, quella cancellata con la scossa delle 3.32, continua a bussare: "Un altro caso", racconta lo chef dello zafferano, "è l'abbonamento a Sky. Sembra impossibile disdire il contratto e per due volte mi hanno chiesto gli arretrati. Da settembre a maggio mi sono poi arrivate sette bollette della luce con cui mi si chiedeva per ogni bolletta di pagare 720 euro, calcolati in base ai consumi precedenti del ristorante. Non c'era verso di fargliela capire che la corrente era stata staccata la mattina del 6 aprile. Alla fine ho detto: venite a piombare il contatore così vedete cosa mi è successo. Il guaio è che se non risolvi la questione non puoi aprire nuovi contratti. Alla fine mi hanno scontato sette bollette di conguaglio con segno meno".
I Map sono costati come chalet di montagna. A Sant'Eusanio Forconese hanno un soffitto alto, travi robuste. Ma quelli consegnati la scorsa primavera stanno perdendo l'intonaco. Oppure gli strati di isolante si sfogliano come pelle scottata. Le casette di Castelnuovo e Poggio Picenze, costruite per ultime e assegnate quattro mesi fa, sono già fragili. Il rischio è che perdano presto il nome avveniristico di Map inventato dalla Protezione civile e diventino semplicemente baracche. "E queste non hanno ancora affrontato il primo inverno" osserva Stefania Pace, 42 anni, impiegata alle Poste, davanti alla sua casa di legno in via Sacco e Vanzetti a Poggio Picenze, dove ora vive con il marito e due figli. Lei si è salvata perché ha creduto all'allarme lanciato da Giampaolo Giuliani, il tecnico di laboratorio che aveva previsto le scosse misurando l'aumento di gas radon. Le ultime ore prima del disastro le ha passate con un'amica a Paganica: a convincere decine di persone a uscire all'aperto dopo che un volontario del paese con la giacca della Protezione civile le aveva rimandate a casa a dormire.

La sua è tra le storie raccontate nel libro "Ju tarramutu" (Casaleggio associati) di Samanta Di Persio, 30 anni, pure lei sfollata a Coppito. "Su di noi pesa ancora la sfiducia per l'allarme sottovalutato dalla commissione Grandi rischi e dalla Protezione civile", dice Stefania Pace: "Lo scemo era Giuliani, l'hanno denunciato per procurato allarme. Ma come facciamo a fidarci? Quante persone avrebbero potuto salvare?". Anche a Poggio Picenze continuano ad arrivare bollette: "La mia casa", la indica Stefania, "è nel centro dichiarato inagibile. Ma l'azienda del gas mi ha mandato una bolletta per tutto il 2009 in base a consumi ipotetici: 1.377 euro nonostante i rubinetti siano chiusi da sedici mesi. È come se il mondo fuori non volesse rendersi conto che qui c'è stato un terremoto".
La ricostruzione non parte, secondo il senatore abruzzese del Pd, Giovanni Legnini, 51 anni, perché la legge approvata è sbagliata. È tutto spiegato in una proposta di "indagine conoscitiva" presentata in commissione Bilancio. L'articolo 3 del decreto legge 39 del 2009 prevede finanziamenti soltanto per la prima casa. Non sono previsti aiuti pubblici per le seconde case, gli uffici, le imprese, i negozi, gli ambulatori e le varie attività sparse sul territorio: "Non è che in una città ci sia il quartiere delle prime case, quello delle seconde, quello degli uffici", osserva Legnini: "Il territorio va affrontato in modo integrato. Va modificato l'articolo 3, subito alla ripresa a settembre. Altrimenti nei centri storici non si ricostruisce nulla".
C'è poi un dilemma che sembra accademico. Invece è un altro grosso ostacolo: "Entro novembre prevedo che a L'Aquila metà degli sfollati torni nelle case B e C, quelle meno danneggiate, esterne al centro storico, dove i lavori procedono. Il problema è per i costi superiori al milione di euro", osserva Massimo Cialente, 58 anni, sindaco Pd dell'Aquila, "la legge non dice se il finanziamento sia un indennizzo o un contributo. Perché se è un indennizzo i cittadini possono assegnare direttamente i lavori. Se invece è un contributo, i proprietari privati devono scegliere le imprese attraverso gare d'appalto europee. E non si finirebbe più. Ho chiesto a Roma: dite che è un indennizzo. L'occasione era la legge finanziaria. Ma il governo non si è ancora pronunciato". In realtà il 27 luglio il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha firmato un'importante direttiva per la Protezione civile, su proposta di Bertolaso. Ma non riguarda la ricostruzione: stabilisce invece che il dipartimento che dovrebbe proteggere i cittadini dal rischio calamità torni a occuparsi di grandi eventi e relativi contratti come le regate veliche, i mondiali di nuoto, le visite del Papa, i 150 anni dell'Unità d'Italia, l'Expo 2015 a Milano.
È facile immaginare il caos delle gare d'appalto da organizzare per ogni palazzo da ricostruire. I proprietari devono consorziarsi. Poi nominare l'Angelo Balducci della situazione, da scegliere tra gli amministratori di condominio e i commercialisti. E affidargli la cassa dei lavori. Sono incarichi che hanno un costo: almeno il 2 per cento del valore dell'opera, per una ricostruzione stimata soltanto per i danni a edifici privati poco al di sotto dei dieci miliardi. In ballo per amministratori e commercialisti c'è un malloppo di 200 milioni solo per la gestione delle gare. E forse è proprio per questo che il governo non ha ancora risposto al sindaco Cialente.
In città anche i nuovi quartieri del progetto Case voluto da Berlusconi mostrano già qualche difetto. Forse si è risparmiato troppo sulle guarnizioni: "È vero che non dormiamo nei container. Ma i tubi dell'acqua perdono ovunque", dice Mario Dodi, 72 anni, a Cese di Preturo: "Gli isolanti antigelo li hanno sostituiti con fogli di carta stagnola e con il freddo i tubi scoppiano. L'ascensore tutto in vetro poi è proprio adatto al clima. D'inverno si blocca per il ghiaccio. D'estate è un forno a 43 gradi. Giorni fa un vecchietto è rimasto imprigionato dentro per mezza giornata. Nessuna impresa di manutenzione veniva a liberarlo, ho dovuto chiamare il 113". Le 185 palazzine in legno, cartongesso e prefabbricato sono costate 792 milioni, sul miliardo 107 milioni finora spesi per gli alloggi provvisori. Sono 192 milioni in più rispetto alle previsioni presentate a Palazzo Chigi dai coordinatori del progetto, Vincenzo Spaziante e Gian Michele Calvi. Spesa che comprende i piatti di porcellana, le sedie di alto design e i dolci. Che c'entrano i dolci con i soldi per la ricostruzione? Così ha voluto lo show per la consegna alle prime 500 famiglie: 17.050 euro in dolciumi, 10.092 per il coffe-break e il buffet, 1.887 euro per le 50 bandiere tricolore, 4.590 euro per il pranzo con Berlusconi e il suo seguito, 12.210 euro per comprare mille confezioni di torrone e di cantucci alle mandorle.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... zo/2132778



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Direi che sia il caso di farsi un giretto nel Belice e in Irpinia, poi facciamo pure confronti.



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Direi che il report di una gitarella occasionale, rispetto a quello che è il racconto di una quotidianità vissuta sulla propria pelle giorno dopo giorno, è sempre una fonte di informazione limitata e facilmente falsabile.
A meno ovviamente che della realtà non si voglia guardare solo ciò che si preferisce, chiudendo gli occhi su tutto il resto [:p].



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MessaggioInviato: 21/08/2010, 15:18 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

Direi che il report di una gitarella occasionale, rispetto a quello che è il racconto di una quotidianità vissuta sulla propria pelle giorno dopo giorno, è sempre una fonte di informazione limitata e facilmente falsabile.
A meno ovviamente che della realtà non si voglia guardare solo ciò che si preferisce, chiudendo gli occhi su tutto il resto [:p].



Nessuno chiude gli occhi sulle disgrazie, ci mancherebbe altro. Ma invece di criticare sempre e comunque, sarebbe il caso di dar loro una mano per quanto ci sia possibile.



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Sono d'accordo Green. Fare in modo che a gente prenda coscienza della situazione in cui vivono questi nostri sfortunati compatrioti è il primo aiuto, indispensabile, che noi possiamo fornirgli.
Finchè la gente penserà che tutto va bene a l'Aquila nessuno farà nulla per intervenire. Io ho una grande fiducia sulla capacità che hanno le persone di cambiare le cose, ma devono essere a conoscenza del fatto che ci sono cose da cambiare... Per questo è necessario che la giusta informazione faccia la sua parte.



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MessaggioInviato: 21/08/2010, 18:40 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

Sono d'accordo Green. Fare in modo che a gente prenda coscienza della situazione in cui vivono questi nostri sfortunati compatrioti è il primo aiuto, indispensabile, che noi possiamo fornirgli.
Finchè la gente penserà che tutto va bene a l'Aquila nessuno farà nulla per intervenire. Io ho una grande fiducia sulla capacità che hanno le persone di cambiare le cose, ma devono essere a conoscenza del fatto che ci sono cose da cambiare... Per questo è necessario che la giusta informazione faccia la sua parte.


Importante è che non pensino nemmeno il contrario, cioè che vada tutto male. Ci sono realtà che vanno sistemate il prima possibile, ma non dobbiamo dare l' impressione che sia tutto un degrado.



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si. Ma di quello che va bene, mi pare si sia parlato con grande fervore e fin troppo entusiasmo in televisione e sui giornali. Infatti la maggior parte degli italiani è erroneamente persuasa che l'emergenza terremoto a l'Aquila sia stata brillantemente superata. Noi diamo quella parte d'informazione che manca nei media pubblici e che serve a riequilibrare una situazione su cui si è voluto creare deliberatamente una falsa percezione.
Se ci fosse stata una corretta diffusione delle notizie, oggi probabilmente non staremo qui a insistere sul fatto che non tutto va bene e che è necessario darsi una smossa per migliorare le cose.



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MessaggioInviato: 21/08/2010, 19:39 
(Peccato che non ci fosse stato Prodi! Oltre a tassarci per bene tutti quanti, a quest'ora, L'Aquila, sarebbe già stata "ricostruita") [:246] [:246] [:246]



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MessaggioInviato: 21/08/2010, 20:16 
Ufologo, non sarebbero affari tuoi [:X], ma te lo dico lo stesso, io non ho mai votato a sinistra in tutta la mia vita.
Quindi prova per cortesia ad uscire dall'impasse destra-sinistra, che oggi credimi, esiste soltanto nel ricordo della politica di un tempo.



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MessaggioInviato: 21/08/2010, 20:23 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:


Quindi prova per cortesia ad uscire dall'impasse destra-sinistra, che oggi credimi, esiste soltanto nel ricordo della politica di un tempo.


A parte che si dice per minimizzare e ... mimetizzare (che non c'è più destra e sinistra ...), comunque voleva essere una battuta, visto quello che si è mangiato, quel "signore", della nostra Italia! Siccome leggo che vi lamentate sempre co' 'sto terremoto! ma una città non si ricostruisce in un anno; poi, che ci siano scandali e scandaletti sotto, è un altro conto (siamo in Italia!).

Se ti ho offeso (involontariamente) non mi costa niente scusarmi, anzi ...



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