Esteri
Ucraina, foto dalla guerra
Il conflitto nel sudest del paese raccontato dalle immagini e dalle parole. Altro che tregua: si combatte a Debaltseve, dove si sono arresi 70 soldati di Kiev
Martedì 17 febbraio 2015
16:41 - Non regge la tregua nell'Est dell'Ucraina. In particolare a Debaltsevo - dove i filorussi avevano da alcuni giorni circondati reparti dell'esercito di Kiev - si sarebbero arresi 72 soldati ucraini. La tv russa ha mostrato le immagini di una colonna di militari ucraini circondati dai miliziani filo-russi. Nel video (qui sotto) si sottolinea che si tratta della più numerosa unità di soldati di Kiev catturata dai separatisti.
Secondo il ministro della Difesa ucraina, "si combatte in strada" e i ribelli filo-russi "hanno conquistato parte della città". I separatisti "sono sostenuti da bombardamenti di artiglieria e di mezzi blindati".
In una telefonata con Putin e Poroshenko, la cancelliera tedesca Merkel ha ribadito la necessità del rispetto degli accordi di Minsk. I tre hanno anche concordato "passi concreti per rendere possibile una missione di controllo Osce".
15:37 - L'escalation del conflitto nell'est ucraino "minaccia non solo l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina ma anche la sicurezza in Europa e in tutto il mondo": lo sottolinea il presidente ucraino Poroshenko in un appello ai Paesi del negoziato di Minsk (Ucraina, Russia, Germania, Francia) e a quelli Ue e Nato che lo hanno appoggiato.
13:50 - Sono 5.665 le persone morte in dieci mesi di conflitto armato nell'est dell'Ucraina; e 13.961 sono rimaste ferite. I dati, aggiornati a domenica, sono stati forniti dal portavoce dell'Ufficio Diritti Umani delle Nazioni Unite, Rupert Colville.
Secondo i tecnici dell'Onu, è previsto "un aumento" della contabilità delle vittime nei prossimi giorni, perché le ostilità tra le parti sono aumentate nei giorni che hanno preceduto l'inizio del cessate il fuoco, entrato in vigore alla mezzanotte di sabato.
12:17 - I tentativi di cambiare lo status quo nelle zone del conflitto intorno a Debaltsevo violano gli accordi di Minsk. L'ammonimento è arrivato dal vice capo osservatori della missione speciale dell'Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), Aleksandr Hug.
"Cinque mesi fa tutte le parti hanno concordato sulla necessità di un cessate il fuoco e di evitare offensive. Il 12 febbraio, le stesse parti hanno concordato l'attuazione, dalla mezzanotte del 15 febbraio, di un cessate il fuoco completo e non temporaneo o parziale", ha ricordato Hug in una conferenza stampa a Kramatorsk.
"La violazione di questi accordi mette a rischio i risultati di altre misure concordate a Minsk", ha avvertito Hug, invitando le parti in conflitto ad astenersi da "tentativi di creare 'nuove situazioni di fatto sul campo' e in particolare da azioni offensive".
11:57 - Sarebbe iniziato il ritiro delle armi pesanti da parte dei separatisti filorussi che controllano Lugansk, nell'est dell'Ucraina.
Il leader dell'auto-proclamata repubblica, Igor Plotnitsky, ha annunciato il rispetto degli accordi di Minsk: "Ieri ero sulla linea del fronte e i nostri carri armati, la nostra artiglieria si stanno ritirando, la notte scorsa abbiamo iniziato a rispettare i nostri impegni", ha riferito il leader separatista.
L'esercito ucraino invece "non ha notato" alcun ritiro delle armi pesanti da parte delle milizie separatiste in Donbass, come invece dichiarato da Plotnitsky.
I ribelli dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk (Dpr) invece hanno confermato che ritireranno le armi pesanti solo quando lo farà anche Kiev.
"Non abbiamo il diritto di fermare i combattimenti per Debaltsevo", ha ammonito il capo negoziatore dei ribelli, Denis Pushilin, "è una questione morale. Si tratta di un territorio interno", ha detto Pushilin. "Siamo pronti in ogni momento (a iniziare il ritiro delle armi pesanti)", ha aggiunto, "abbiamo tutto pronto per un ritiro comune, ma non faremo niente in modo unilaterale, poiché questo significherebbe rendere i nostri soldati bersagli".
11:00 - Secondo le forze armate ucraine, i separatisti nella notte hanno lanciato 15 attacchi contro le posizioni dei militari ucraini nella zona di Debaltseve, dove migliaia di soldati sono circondati dai ribelli.
I separatisti russi invece, attraverso la loro agenzia di stampa, sostengono che nella notte non sono state registrate violazioni del cessate il fuoco nei territori della regione di Donetsk da loro controllati.
Dovrebbe iniziare oggi il ritiro delle armi pesanti dall'Ucraina, ma la tregua nel paese vacilla.
Ancora morti e scambi di accuse tra Kiev e forze ribelli. La situazione della tregua è di fragilità, ammette Angela Merkel.
Nella lista nera dell'Ue entrano intanto anche due viceministri della Difesa russi. Putin oggi a va Budapest, da un governo nazionalista simpatizzante, che condivide con il boss del Cremlino l'idea "dello Stato illiberale" come soluzione migliore.
7:00 - Colloquio telefonico tra Vladimir Putin, Angela Merkel e Petro Poroshenko sugli accordi di Minsk che hanno sancito il cessate il fuoco nell'est dell'Ucraina. Secondo quanto riferito dal Cremlino, il presidente russo, il cancelliere tedesco e il presidente ucraino hanno discusso della fragile tregua nell'est e in particolare della situazione nella citta' di Debaltsevo e del ruolo degli osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Un portavoce dell'esercito di Kiev aveva accusato ieri i separatisti filorussi di non rispettare il cessate il fuoco entrato in vigore alla mezzanotte tra sabato e domenica.
Lunedì 16 febbraio 2015
La sorte della tregua di Minsk, come previsto, si gioca, per ora, a Debaltseve, dove i ribelli filo russi non sembrano aver intenzione di rispettare il cessate il fuoco. La città è occupata da un reparto dell'esercito ucraino, quasi circondato dai separatisti.
17:35 - "I separatisti filorussi del Donbass non osservano la tregua, nelle ultime 24 ore abbiamo registrato 112 colpi di artiglieria da parte dei terroristi di Donetsk e Lugansk".Lo ha dichiarato oggi a Sofia il ministro degli esteri ucraino, Pavlo Klimkin, in una conferenza stampa al termine del suo incontro con il ministro degli esteri bulgaro, Daniel Mitov. Klimkin ha sostenuto che invece le forze armate ucraine "osservano scrupolosamente gli accordi di Minsk", richiamandosi ad essi come "all'unica via d'uscita per raggiungere la pace".Klimkin ha smentito le informazioni circa una mobilitazione militare di massa tra l'etnia bulgara (circa 200 mila persone in Ucraina) imposta dal ministero della difesa di Kiev.
16:38 - "Debaltseve è nostra, non ce ne andiamo"
L'esercito ucraino ha respinto la proposta dei ribelli di creare un corridoio di sicurezza per le truppe governative intorno a Debaltsevo. Il portavoce militare Vladislav Seleznyov ha ribattuto che la citta', teatro di scontri a fuoco nonostante la tregua entrata in vigore domenica scorsa, e' sotto il controllo ucraino, in base all'accordo di Minsk. "Esistono gli accordi di Minsk, in base ai quali Debaltseve è nostra, e noi non ce ne andiamo", ha affermato.
16:03 - Mosca continua a flettere i muscoli sullo sfondo della crisi ucraina. Nuove manovre militari a sorpresa sono state ordinate oggi a una brigata di paracadutisti nella regione di Volgograd, nella Russia meridionale. Lo riferisce il ministero della Difesa di Mosca precisando che le esercitazioni continueranno fino alla fine della settimana.
14:00 - La tregua tiene, per ora
Secondo l'Unione europea, in base ai rapporti di "osservatori sul campo", la tregua nell'Ucraina orientale "sta tenendo, nonostante un certo numero di incidenti" ma "e' imperativo che gli accordi di Minsk siano messi in atto in pieno e per il cessate-il-fuoco, questo significa che ogni scambio di colpi si deve fermare".
Lo dice Maja Kocijancic, portavoce di Federica Mogherini, ricordando che "continua il lavoro preparatorio su ulteriori sanzioni che possono essere aggiustate in modo positivo o negativo" a seconda degli sviluppi.
13:55 - L'ampliamento delle "sanzioni antirusse appare assurda alla luce dell'accordo di Minsk" al cui "raggiungimento hanno partecipato i leader dei principali Paesi Ue".
Lo scrive il ministero degli Esteri russo in una nota rispondendo alla decisione dell'Ue di allungare la lista dei sanzionati per la crisi ucraina con altre 19 persone e 9 entità, tra cui Arkadi Bakhin e Anatoli Antonov, primo viceministro e viceministro della Difesa russi.
Mosca avverte inoltre che risponderà "in modo adeguato" alle nuove sanzioni.
12:00- A più di 36 ore dall'entrata in vigore del cessate il fuoco, i separatisti ucraini continuano a martellare con colpi di artiglieria la città di Debaltsevo dove da giorni sono assediati 5.000 soldati ucraini. Secondo fonti militari di Kiev almeno 5 soldati sono stati uccisi e 21 sono rimasti feriti. Dalle 11 ora italiana i separatisti filorussi stanno cannoneggiando con artiglieria pesante parte della citta di Donetsk.
Per bocca di un portavoce dell'esercito regolare, Kiev ha fatto sapere che "al momento assolutamente escluso il ritiro delle armi pesanti" dal fronte di guerra, come previsto dal documento siglato nella capitale bielorussa dopo una lunga maratona negoziale dei leader di Germania, Francia, Russia e Ucraina. "Come possiamo ritirare le armi se i ribelli ci attaccano con blindati e ci sparano continuamente addosso?", ha detto Vladyslav Seleznyov in conferenza stampa. I separatisti, secondo Kiev, hanno colpito anche la città di Shyrokine, vicino all'importante porto Mariupol, sula mare d'Azov, che i separatisti hanno già in passato tentato di conquistare.
E dopo l'esercito ucraino, anche i separatisti filo-russi non intendono ritirare le armi pesanti dalle regioni orientali, nonostante sia uno dei punti dell'accordo di Minsk sulla tregua. In Donbass "non vi sono le condizioni" per la rimozione dell'artiglieria pesante della milizia separatista. Lo ha denunciato uno degli alti esponenti del "ministero" della Difesa dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, Eduard Basurin, secondo il quale le armi verranno ritirate solo a condizione del rispetto degli accordi di Minsk.
Domenica 15 febbraio 2015
9:37 - Sembra sostanzialmente tenere dopo la prima notte il cessate il fuoco nell'est ucraino previsto dagli accordi di Minsk. Residenti e inviati nei luoghi più caldi del conflitto, come Debaltsevo, Donetsk e Mariupol, hanno segnalato qualche raffica di arma automatica ma non colpi di artiglieria. Eduard Basurin, portavoce del ministero della difesa dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, ha denunciato che l'esercito ucraino ''ha violato la tregua e che i civili continuano ad essere uccisi in località popolate'' ma non ha fornito dettagli, limitandosi a dire che i miliziani ''hanno risposto selettivamente al fuoco nemico dei nazionalisti e dei sabotatori di Kiev''. Svyatoslav Tsegolko, portavoce della presidenza ucraina, ha scritto invece su Facebook che ''le prime ore sono molto importanti'' ma che ''è troppo presto per trarre conclusioni''
Sabato, 14 febbraio 2015
18:49 - Poroshenko, Hollande e Merkel, in una conference call, hanno espresso oggi preoccupazione per la situazione a Debaltsevo e hanno chiesto un rigoroso rispetto da parte di tutti, Russia inclusa, dell'accordo raggiunto giovedì a Minsk sul conflitto nell'est ucraino.
15:59 - Mosca si dice "fortemente preoccupata" dai tentativi di Kiev e dell'Occidente di "deformare" gli accordi di Minsk 2 per la pace in Ucraina, dopo il negoziato tra Putin, Poroshenko, Merkel e Hollande. E auspica che tutti i firmatari del documento e le parti che lo hanno sostenuto facciano "il possibile perché l'accordo sia strettamente osservato".
14:25 - Gli accordi di Minsk sono una "grande vittoria della Repubblica popolare di Donetsk, una vittoria della nostra diplomazia": lo ha sostenuto oggi in una conferenza stampa il capo dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, Oleksandr Zakharcenko, citato dalle agenzie russe. "Gli accordi dimostrano anche che l'Ucraina soffre di agonia, un'agonia politica", ha aggiunto.
"Se non sarà soddisfatta la nostra richiesta di una indipendenza di fatto - ha aggiunto Zakharcenko - rivendicheremo tutto il territorio della regione di Donetsk".
I separatisti dell'est ucraino hanno confermato che rispetteranno il cessate il fuoco in programma da mezzanotte, secondo quanto concordato giovedì scorso a Minsk, ma che reagiranno a una eventuale violazione.
I separatisti, che rifiutano di far uscire i soldati ucraini bloccati a Debaltsevo, pur assicurando che 'non gli spareranno', hanno poi invitato Kiev ad iniziare un dialogo sulle modifiche alla costituzione Ucraina in un prossimo incontro del gruppo di contatto.
13:00 - Il comando ucraino ha reso noto che intensi combattimenti sono in corso a Shirokino, un villaggio situato sulla costa del mare di Azov, una decina di chilometri ad est di Mariupol, la seconda città della regione di Donetsk, controllata dalle autorità di Kiev.
Il villaggio è stato praticamente raso al suolo dal fuoco dell'artiglieria dei separatisti, che successivamente hanno cercato di assaltare le posizioni del battaglione ucraino di volontari Azov, ha spiegato un portavoce di questa unita' all'agenzia Ostrov. "C'è un gran numero di feriti", ha raccontato il militare, aggiungendo che le forze ucraine sono riuscite a impossessarsi di un blindato da combattimento dei filorussi e hanno fatto prigionieri.
12:00 Gli Usa hanno mostrato le prove dello schieramento di forze russe nelle regioni orientali e separatiste ucraine dove sono in corso durissimi scontri. L'ambasciatore americano a Kiev, Geoffrey Pyatt, (@GeoffPyatt)ha postato su twitter foto satellitari che mostrano batterie anti-aeree russe e altri sistemi d'arma nell'area di Debaltsevo, lo snodo ferroviario chiave nella regione di Donetsk, dove sono in corso i più feroci combattimenti a poche ore dall'entrate in vigore del cessate il fuoco, alle 23 ora italiana.
10:00 - Non si fermano i combattimenti nell'est separatista dell'Ucraina alla vigilia del cessate-il-fuoco che scatterà a mezzanotte (le 23 in Italia). I separatisti sono nel pieno dell'offensiva per cercare di catturare metri di territorio in particolare a Debaltsevo, lo strategico nodo ferroviario a metà strada tra Lugansk e Donetsk, entrambe controllate dai filorussi, dove sostengono di aver circondato migliaia di soldati.
Secondo varie stime, si contano a decine, tra civili e soldati, le vittime sotto le bombe tra venerdì e sabato. "Il nemico continua a bombardare villaggi e città senza tregua", ha denunciato il quartier generale delle forze ucraine. "Non c'è stata alcuna tregua e in più i ribelli continuano gli attacchi a Debaltsevo", ha aggiunto un portavoce dell'esercito, Anatoly Stelmakh.
Secondo il comando militare di Kiev, le milizie separatiste hanno sferrato un nuovo assalto alle posizioni delle truppe governative alle porte della città.
I filorussi sostengono che a Delbaltsevo e nei suoi dintorni sono riusciti ad accerchiare 6mila militari ucraini, ma il ministero della Difesa lo nega. Il 'numero due' delle milizie dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, Eduard Basurin ha dichiarato che le truppe ucraine tentano senza successo di rompere l'accerchiamento e che le milizie separatiste non permetteranno il ripiegamento delle truppe ucraine se non depongono le armi.
"Sicuramente (i soldati ucraini) moriranno di fame. Non li attaccheremo (dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco), ma neanche gli permetteremo di uscire dall'accerchiamento", ha aggiunto Basurin, secondo la Dan, l'agenzia dei separatisti.
Venerdì, 13 febbraio 2015
Ore 18:00 - "L'ultima vittoria di Putin". Così il Wall Street Journal sull'accordo raggiunto a Minsk per il cessate il fuoco in Ucraina, col leader del Cremlino descritto come un vero e proprio "satrapo".
Ma che al tavolo dell'estenuante vertice a quattro a vincere sia stata la Russia lo sostiene anche il New York Times, che parla di "pillola amara" che il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha dovuto mandare giù a forza, pressato da Angela Merkel e Francois Hollande. Non bisogna farsi illusioni - scrive il Times - perché ancora una volta starà al leader del Cremlino "decidere se questo accordo è un vero passo verso la pace o solo un'altra cinica finta nella sua campagna per smembrare l'Ucraina".
Più duro il Wsj, secondo cui l'ennesimo cessate il fuoco, dopo quello che era stato deciso lo scorso settembre, avvantaggia solo Putin: "Consolida le sue nuove conquiste territoriali, strappa ulteriori concessioni politiche da parte di Kiev, allontana ulteriori sanzioni da parte dell'Occidente e fornisce a Barack Obama un nuovo alibi diplomatico per non fornire armi da difesa alle truppe ucraine demoralizzate e mal equipaggiate".
Secondo il Wsj, quindi, Putin "continuerà ad alternare la forza bruta con la falsa diplomazia", mentre l'Occidente "userà il cessate il fuoco come una scusa per continuare a fare poco o niente".
Ore 16:30 - Il governo ucraino ha in queste ore denunciato che ribelli filo-russi stanno"continuando ad ammassare forze nelle aree principali
del conflitto armato".
Andriy Lysenko, portavoce della cosiddetta operazione anti-terrorismo lanciata da Kiev nell'aprile 2014 contro i separatisti all'est, non ha specificato di quali aree si tratti.
Gli insorti sono stati accusati nelle scorse ore di preparare una nuova offensiva sullo strategico nodo ferroviario di Debaltsevo, situato a metà strada tra i bastioni secessionisti di Donetsk e Lugansk, e il porto di Mariupol: ancora in mano ai lealisti, è l'unico ostacolo rimasto a impedire la saldatura tra le regioni russofone orientali e la Crimea, già annessa da Mosca.
Secondo il vice-ministro ucraino, Petro Mekhed, i ribelli hanno ricevuto l'ordine di issare la loro bandiera su Debaltseve e Mariuopol prima che scatti la tregua. Putin -che avrebbe voluto ritardare la tregua, secondo alcune fonti, proprio per consentire ai ribelli di conquistare Debaltsevo - ha dato disposizioni perché esperti militari russi partecipino all'analisi della situazione nella città.
Kiev ha inoltre fatto sapere che non sarà concesso l'indulto presidenziale ai leader delle milizie separatiste.
L'inserimento dell'amnistia nel piano di pace aveva suscitato allarme in Olanda per le conseguenze che avrebbe potuto avere in relazione all'inchiesta sull'abbattimento del Boeing della Malaysia Airlines, che si schianto' a terra con tutti i 298 occupanti.
Il ministro degli Esteri, Pavlo Klimkin, parlando oggi alla Verkhovna Rada, ha precisato che l'amnistia non si applica ai leader separatisti, colpevoli di "crimini contro l'umanità" e comunque sarà decisa "solamente con una legge", adottata dal Parlamento e non con un decreto presidenziale.
Ore: 13:30 - Combattimenti e bombardamenti continuano a martoriare il sud-est ucraino alla vigilia della tregua prevista dai nuovi accordi di Minsk, che entrerà in vigore alla mezzanotte del 14 febbraio.
Secondo le autorità ucraine e i portavoce dei separatisti filo-russi, sono almeno una ventina le persone che hanno perso la vita nelle ultime 24 ore nel Donbass nel fuoco incrociato: un bilancio che non appare di certo come un segnale positivo in vista del cessate il fuoco.
Le forze governative fanno sapere di aver perduto otto uomini tra ieri e oggi, mentre altri 34 sono rimasti feriti.
Resta invece difficile stilare un bilancio dei caduti nelle file dei miliziani.
I civili. Ma a pagare il prezzo più alto in questo conflitto sembrano essere sempre i civili.
A Donetsk, roccaforte dei ribelli, stando al portavoce del ministero della Difesa dei separatisti locali, nelle ultime 24 ore i bombardamenti dell'artiglieria di Kiev o delle milizie alleate hanno ucciso almeno tre civili.
A Gorlivka - a nord-est di Donetsk - i filorussi denunciano l'uccisione di almeno altre quattro persone, tra cui un bimbo di un anno e due bimbe di sei e 12 anni.
Almeno altri tre civili avrebbero inoltre perso la vita a Lugansk - l'altro baluardo ribelle - in un bombardamento notturno.
Non lontano, nella cittadina di , almeno altri due civili sono stati uccisi da colpi d'artiglieria - stavolta sparati dai separatisti, sostiene il governatore locale pro-Kiev - che hanno completamente distrutto una caffetteria. Proprio l'arretramento degli armamenti pesanti a distanza di sicurezza a partire da martedi', in modo da creare una zona cuscinetto ed evitare i bombardamenti sui centri abitati, è tra i 13 punti dei nuovi accordi siglati ieri a Minsk.
L'intesa è stata letta come un segnale di speranza, ma è allo stesso tempo accolta con profondo scetticismo da molti esperti. Sono infatti molte le ombre che restano sullo sfondo del negoziato: dallo status delle regioni ribelli al controllo dei confini russo-ucraini.
Inoltre non è chiaro come sarà risolta la questione di Debaltseve, uno snodo ferroviario di grande importanza strategica attorno al quale i ribelli sostengono di aver circondato migliaia di soldati ucraini.
Ore 11:00 - Almeno otto militari ucraini sono morti e altri 34 sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore nel conflitto del Donbass. Lo riferisce il portavoce dello Stato maggiore delle truppe governative, Vladislav Selezniov.
I combattimenti, così come i bombardamenti di artiglieria, stanno proseguendo senza ridursi di intensità nonostante l'accordo raggiunto ieri a Minsk, che prevede un cessate il fuoco a partire dalla mezzanotte tra sabato e domenica.
Colpi di artiglieria caduti a Shchastya, una città a nord-ovest di Lugansk, hanno causato la morte di due civili e altri sei sono rimasti feriti. Lo ha reso noto il capo dell'amministrazione regionale, controllata da Kiev: "La bomba ha colpito un caffe' dove c'erano numerose persone", ha riferito Hennadiy Moskal, secondo cui i proietti sono caduti anche in altre zone della città. "Il sistema di riscaldamento è saltato, danneggiate le linee elettriche e anche la rete idrica. Questo è il modo in cui si prepara un ampio cessate-il-fuoco", ha aggiunto.
Giovedì, 12 febbraio
Siglato l'accordo a Minsk dopo l'incontro di ieri - protrattosi per 16 ore nel corso della notte e della giornata di oggi - fra Vladimir Putin, Francois Hollande, Angela Merkel e Petro Poroshenko.
L'accordo - che entrerà in vigore alla mezzanotte del 14 febbraio - prevede: una tregua immediata, il ritiro delle armi pesanti e una riforma costituzionale che conceda maggiore autonomia alle aree del sud-est ucraino martoriate dalla guerra.
Formalmente l'accordo è stato firmato oggi a Minsk dal Gruppo di contatto (Osce-Kiev-Mosca-separatisti) e si basa a sua volta sul poco rispettato memorandum siglato a settembre sempre nella capitale bielorussa.
A gettare subito ombre sulle prospettive dell'intesa è però - tra le altre cose - la situazione a Debaltseve, dove i ribelli hanno accerchiato migliaia di militari ucraini.
I soldati ucraini nella 'sacca' di Debaltseve "devono arrendersi", dicono i portavoce filo-russi, pena la morte: così la battaglia per la conquista della città rischia di far saltare la tregua ancora prima che entri in vigore.
Debaltseve un tempo contava 25.000 abitanti, ora la gran parte sono fuggiti. La cittadina, stretta tra due territori controllati dai separatisti, e' un cruciale snodo ferroviario e stradale di importanza strategica. Secondo alcune stime, in citta' sono rimasti circa 3.000 civili, in gran parte anziani 'asserragliati' nelle cantine, costretti a fare i conti con i continui bombardamenti, i ricorrenti blackout, la penuria di acqua e cibo. Amnesty denuncia una crisi umanitaria "catastrofica".
Debaltseve è assediata dai pro-russi di entrambe le autoproclamate repubbliche separatiste, Donetsk e Lugansk, che a inizio gennaio hanno lanciato una controffensiva nella regione. Nelle scorse settimane, il governo ucraino ha dispiegato ingenti forze per la difesa della città: secondo i pro-russi ci sono 6.000-8.000 soldati "intrappolati", una circostanza che Kiev smentisce seccamente.
L'Ue imporrà nuove sanzioni alla Russia se il nuovo accordo di Minsk non sarà rispettato. Lo ha affermato il cancelliere tedesco Angela Merkel al termine del Consiglio Ue.
L'estensione delle sanzioni a 19 tra soggetti a nuove entità andrà comunque avanti perché si tratta, ha spiegato Merkel, di una misura decisa prima dell'accordo di Minsk.
Merkel ha precisato anche che le sanzioni possono essere tolte solo se verranno meno le ragioni che le hanno determinate. Il cancelliere tedesco ha anche parlato dei motivi per i quali il cessate il fuoco in Ucraina entrerà in vigore solo domenica e non prima. "È stato un tiro alla fune molto duro. Per noi, per la Francia e per l'Ucraina prima entra in vigore e meglio è però sembra che per alcune ragioni tattiche altri negoziatori non lo hanno accettato, e siamo arrivati ad un compromesso", ha spiegato. Anche il presidente francese Francoise Hollande, nella sua conferenza stampa, ha assicurato che se gli accordi di Minsk non saranno rispettati l'Ue varerà nuove sanzioni e che in caso contrario le sanzioni saranno progressivamente ritirate.
Mercoledì, 11 febbraio 2015
18:30 - Sono iniziati a Minsk i colloqui di pace sulla crisi ucraina a quattro tra Vladimir Putin, Francois Hollande, Angela Merkel e Petro Poroshenko.
18:04 - La Russia più veloce degli Usa nel rifornire i "suoi"
Se gli Stati Uniti decidessero di armare l'Ucraina, la Russia sarebbe molto più veloce nel rifornire i ribelli. Lo ha dichiarato Ben Barry, esperto dell'Istituto per gli Studi strategici di Londra (Iiss), nel corso della presentazione del rapporto annuale 'The Military Balance 2015'. Le armi fornite dagli Usa verrebbero quindi superate in numero nel corso di una escalation con Mosca. Il direttore del centro, John Chipman, ha ricordato come il governo tedesco si opponga all'opzione di armare le truppe di Kiev, proprio per l'impossibilita' di stare al passo dei rifornimenti in arrivo dai russi.
Ore 17:51 - A Minsk i leader filo-russi
Anche i leader delle autoproclamate repubbliche di Lugansk e Donetsk Alexander Zakharchenko e Igor Plotnitsky sono a Minsk per poter firmare un eventuale accordo di pace dopo il vertice a quattro fra Putin, Poroshenko, Merkel e Hollande. Lo riferisce una fonte non meglio specificata dall'agenzia Interfax. "Se i negoziati tra i quattro leader avranno successo, i leader delle due repubbliche firmeranno il documento finale", ha spiegato la fonte citata dal'agenzia russa. Anche un'emittente tv russa ha riferito che Zakharchenko e Plotnitsky sono a Minsk, ma la notizia non trova conferme ufficiali.
Ore 17:25 - La situazione nelle zone contese
Le truppe governative e i miliziani filorussi si contendono dallo scorso aprile le regioni del sud-est ucraino in un conflitto in cui hanno finora perso la vita almeno 5.486 persone, mentre 12.972 sono rimaste ferite.
Secondo le Nazioni Unite, i profughi interni sono quasi un milione, mentre altri 600.000 abitanti del Donbass hanno cercato rifugio all'estero, soprattutto nella vicina Russia. A settembre i ribelli controllavano circa un terzo delle regioni di Donetsk e Lugansk, ma da allora avrebbero conquistato altri mille chilometri quadrati di territorio.
- DEBALTSEVE E DINTORNI: i separatisti stanno accerchiando i militari ucraini attorno a questo importante snodo ferroviario a meta' strada tra i baluardi ribelli di Donetsk e Lugansk. Secondo i miliziani, i soldati circondati sarebbero tra 5.000 e 8.000. Solo ieri 19 militari sono morti nella 'sacca' di Debaltseve (nella zona di Ostraia Moghila).
- MARIUPOL: la Guardia nazionale ucraina e i volonatari ultranazionalisti dei battaglioni pro-Kiev hanno lanciato ieri una controffensiva a est e nord-est di questa importante citta' portuale sul Mar Nero controllata dai governativi. E il battaglione Azov ha annunciato di aver strappato ai ribelli il controllo di tre cittadine: Shirokine, Pavlovo e Kominternovo. Per guidare l'operazione e' arrivato nella zona il segretario del Consiglio di sicurezza di Kiev, Oleksandr Turcinov. -
DONETSK: è la principale roccaforte dei separatisti, che ne hanno preso l'aeroporto (o quel che ne resta) a gennaio dopo circa 8 mesi di combattimenti. Donetsk resta pero' una citta' vicinissima al fronte ed e' martoriata praticamente ogni giorno da bombardamenti di artiglieria che mietono numerose vittime tra i civili.
- DINTORNI LUGANSK: combattimenti sono in corso anche a nord di Lugansk, soprattutto nelle zone di Stanitsia Luganska e Shastia.
- POPASNA: i ribelli sono all'attacco anche nei dintorni di questa cittadina a ovest di Lugansk.
16:20 - Ucraina: le proposte dei ribelli
Un cessate il fuoco immediato a partire dalle 10 del mattino del 12 febbraio, una riforma costituzionale che conceda un'autonomia speciale ad alcuni distretti del sud-est ucraino e la fine dell'isolamento economico con Kiev che deve tornare a pagare pensioni e sussidi agli abitanti delle zone degli insorti.
Sarebbero queste le richieste dei miliziani separatisti per mettere fine al conflitto nel Donbass.
Lo scrive la testata ucraina online Zn.ua, che sostiene di essere entrata in possesso di una copia del piano presentato dai filorussi del Donbass nella seduta di ieri a Minsk del Gruppo di contatto (Mosca-Kiev-Osce-ribelli). Sempre secondo Zn.ua, i separatisti chiedono anche il ritiro delle armi pesanti dalla cosiddetta 'linea di contatto': solo che mentre Kiev dovrebbe ritirare i suoi cannoni dal fronte attuale, i ribelli concedono di ritirare i propri al di la' della linea segnata negli accordi di Minsk del 19 settembre, quindi piu' indietro rispetto all'attuale linea di fuoco.
I miliziani chiedono inoltre un'amnistia e non si dicono contrari al controllo della frontiera russo-ucraina da parte dell'Osce, ma a patto che questo avvenga dopo una riforma costituzionale per concedere una speciale autonomia ad alcuni distretti del sud-est (vogliono che una lista di questi distretti sia pronta entro il giorno 20).
Ore 15:48 - È salito a 16 il bilancio delle persone morte nel bombardamento con razzi Smerch che ieri ha colpito il quartier generale delle truppe ucraine e un'area residenziale a Kramatorsk: città controllata dalle truppe di Kiev e a 50 chilometri dal fronte.
Lo ha detto il presidente ucraino Petro Poroshenko in una seduta del Consiglio dei ministri. I feriti sono 66, di cui 11 in gravi condizioni.
Ore 11:00 - Oggi è il grande giorno del vertice di Minsk al quale ci si affida per scongiurare un'estensione della guerra in corso nel sudest dell'Ucraina fra i ribelli filo-russi e i combattenti (regolari e volontari costituiti in battaglioni separati) di Kiev.
La riunione dovrebbe permettere finalmente un cessate il fuoco con qualche speranza di durare.
All'incontro partecipano Vladimir Putin, Petro Poroshenko, Angela Merkel e François Hollande.
Il gruppo di contatto che ha lavorato al vertice avrebbe trovato (fonte Tass) un accordo su:
- cessate il fuoco
- come monitorare il cessate il fuoco
- sul ritiro di armi pesanti dalla regione (Ucraina orientale)
Nessun accordo, almeno questa volta, su:
- status legale delle due regioni ribelli di Donetsk e Lugansk
- esito delle elezioni locali, che Kiev non ha riconosciuto (tenutesi in novembre 2014)
Intanto anche oggi il conflitto a "Bassa intensità" registra un numero ragguardevole di morti. Nella 'sacca' di Debaltseve, strategico nodo ferroviario dove i separatisti hanno accerchiando le truppe di Kiev, sono morti 19 i soldati e 78 sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore, mentre almeno sei persone sono state uccise dai colpi di artiglieria abbattutisi stamane su una stazione degli autobus a Donetsk, principale baluardo dei separatisti. Che si aggiungono ai morti dell'attacco con missili da parte dei filo-russi.
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