http://www.lettera43.it/cronaca/gianluigi-spot-al-populismo_4367567901.htm[color=blue]Gianluigi, spot al populismoVoleva essere il nuovo Santoro della Rai. Ora Paragone imita Funari.
E a L'ultima parola dà più spazio alla gente comune che ai politici.
di Giulio RicciarelliGianluigi Paragone, vicedirettore di RaiDue e conduttore del talk show del venerdì sera L’ultima parola, se non ci fosse andrebbe inventato. Perché tale e tanta è la capacità di adattarsi alle situazioni, al saper aderire alle mode del momento da far sembrare quel genio del trasformismo quale era Fregoli il suo allievo, e non il maestro dell’arte del travestimento.
Certo, con il valzer delle idee, ballato come se fosse a Vienna, è riuscito a portare questo prodotto del weekend al 13% di share, contrariamente a tutti i pronostici. Ma ciò non toglie che il suo populismo spinto, quel voler essere fuori dal coro, il voler rimarcare sistematicamente che lui, Paragone da Varese, è diverso dagli altri, rende il tutto maledettamente artefatto. Compreso il dato degli ascolti, peraltro ulteriormente verificabile dopo lo puntata del 12 ottobre.
IN RAI GRAZIE A PDL E LEGA NORD. I fatti, del resto, sono lì a dimostrarlo. «Per entrare in Rai ben vengano i padrini politici», sosteneva l’ex direttore de La Padania, transitato da Libero, prima di approdare a Viale Mazzini, a gennaio del 2010. E quella di Paragone, allora, non era una semplice dichiarazione d’intenti, ma una constatazione dei fatti.
«In Rai mi hanno voluto Popolo della libertà e Lega Nord. La cosa non mi imbarazza e non ho nulla di cui mi devo giustificare», dichiarò a Sorrisi e Canzoni. Eppure era reduce dal colossale flop di Malpensa, Italia programma di cui tutti fanno finta di essersi dimenticati, e un po’ di misura non avrebbe guastato.
IL GIORNALISTA TROVA AIUTO NELL'UDC. Nonostante quelle dichiarazioni non proprio politicamente corrette, Paragone mirava alto, sognava di diventare il «Santoro di centrodestra». L’unica similitudine possibile con Michele Chi? sta nella formula del programma, ricalcato pari pari da Annozero. Circa i contenuti, è tutta un’altra storia.
Poi il vento è cambiato, la Lega e il Pdl hanno mollato Paragone e il giornalista ha mollato loro, costringendo il conduttore di RaiDue a chiedere asilo all’Unione di centro di Pier Ferdinando Casini. Memorabili le risse con i deputati del Pdl, a partire da Giorgio Stracquadanio, e il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, che gli rinfacciavano le piroette. Prima giornalista politico fra i politici, poi leader dell’antipolitica fra gli esponenti della Casta.
Apertura da rockstar e poi giornalista svincolato dal potere
Cambiato il vento, e la casacca, Paragone ha pure modificato il modo di andare in onda, fedele all’immagine dell’italiano medio, quello che si crede sempre più furbo degli altri, tratteggiato nei suoi film da Alberto Sordi.
La nuova stagione lo vede nelle vesti di una simil rockstar in apertura del programma, un modo per dire «io non sono uguale agli altri conduttori», e di un giornalista svincolato dal Palazzo nella seconda parte. Solo che nell’uno e nell’altro caso predominano i toni del populismo, di colui che strizza l’occhio alla piazza per riempirle la pancia.
POLITICI SACRIFICATI PER I CITTADINI. I temi, ovviamente sono sempre quelli. Si va dalla politica, all’attualità, passando per il costume e la cronaca, con il supporto del famigerato popolo della Rete e dal pubblico in studio, diventati una sorta di dogma per chi vuol fare una televisione fuori dal coro.
In studio, infatti, ci sono 100 ragazzi impegnati nella politica e nel sociale che incalzano gli ospiti di turno per approfondire quanto accade nel nostro Paese cercando di offrire se non risposte, quantomeno spunti di riflessione. Che non sempre saltano fuori.
Anzi, nelle ultime puntate i dubbi hanno prevalso sulle risposte. «Cedere il microfono ai cittadini e poco importa se mi danno del funariano».
IL NUOVO MODELLO È FUNARI. Ecco, un’altra bella perla paragoniana. Dopo aver abbandonato la rincorsa a Santoro, al punto che la Rai gli ha negato nettamente il trasloco al giovedì sera, come aveva chiesto il giornalista, adesso il modello di riferimento è Gianfranco Funari. Solo che quest'ultimo è stato unico, per certi versi, irripetibile. Un «Re degli ignoranti» che sapeva ammaestrare le platee. Fatto sta che per il conduttore del talk del venerdì sera è «fondamentale far parlare gli italiani, quelli che vivono la crisi e vogliono raccontarla». Meno politici, dunque, e più gente comune.
A FAVORE DELLE COPPIE OMOSEX. Infine, anche se è l’apertura del programma, c’è la chitarra. «Non mi importa se per alcuni, come ha detto pubblicamente il consigliere di amministrazione della Rai, Antonio Verro, sono solo un populista con la chitarra».
No, ognuno ha diretto di fare ciò che vuole. Diventa un problema quando lo si fa con i soldi pubblici, cioè con i nostri. Perché passi pure il suo sì al riconoscimento dei diritti alle coppie omosessuali, dichiarato con l’orecchino che porta ma non come tributo a Vendola: «No, non c’entra nulla, e non ho intenzione di toglierlo, checché ne pensi Gubitosi (attuale direttore generale della Rai, ndr». Ma paragonarsi a Bruce Springsteen è davvero troppo.
Ecco, in questo caso, non c’è davvero paragone. C’è soltanto uno che si crede Gianluigi Paragone. E che continua ad andare in onda, nonostante tutto.
Venerdì, 12 Ottobre 2012[/color]