NOVE MESI D'IMBECILLITA'...(Era meglio così, vero?)
"Così sputtanavano Silvio!"
( Augusto Parboni - 11/06/2010 )
Il complottone: indagavano su Berlusconi e spifferavano tutto ai giornali amici. Ecco le telefonate del finanziere e i sospetti sul magistrato anti-premier di Trani.

Bari, il tenente colonnello della guardia di finanza Salvatore Paglino agli arresti domiciliari per le fughe di notizie sulle escort e Agcom-Annozero Fuga di notizie su Berlusconi, nel mirino dei magistrati baresi finisce proprio il pm titolare dell’inchiesta sul premier. I giudici della Procura pugliese stanno valutando il comportamento del collega intercettato mentre parla con una giornalista utilizzando il cellulare del tenente colonnello della Finanza, Salvatore Paglino, ai domiciliari da dieci giorni. È Michele Ruggero il sostituto procuratore di Trani sul quale i magistrati di Bari stanno indagando per capire se sia o meno coinvolto nella fuga di notizie sul caso Annozero-Agcom. Non solo. Gli inquirenti baresi stanno anche tentando di accertare se le informazioni date ai cronisti fossero pilotate, se cioè dietro la violazione del segreto istruttorio esistesse un complotto per mettere in difficoltà il governo Berlusconi. Ruggero rischia l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio poiché gli atti erano stati secretati. Nelle indagini sulla fuga di notizie è dunque coinvolto anche l'ufficiale della Guardia di Finanza Paglino.
Per i pm baresi almeno quattro mesi sono durate le fughe di informazioni e le presunte molestie. Da ottobre 2009 a febbraio 2010 giornaliste e una escort sono finite nel mirino del tenente colonnello Paglino, ai domiciliari da undici giorni. Alle prime avrebbe consegnato atti processuali coperti da segreto. Alla seconda invece, secondo la procura di Bari, ha inviato quasi duecento messaggi sms in un mese e mezzo per cercare «approcci diretti a realizzare incontri personali». Una serie di accuse che hanno convinto gli inquirenti pugliesi a chiedere e ottenere la misura cautelare nei confronti dell'alto ufficiale della Guardia di Finanza. Secondo i pm baresi l'indagato avrebbe violato il segreto più volte. A ottobre rivelando a una cronista che la procura stava conducendo indagini nei confronti di un investigatore privato, A.C., «con riferimento a pagamenti effettuati da parte di dirigenti dell'Asl di possibile rilievo penale - scrivono gli inquirenti - e su indagini tese a verificare la liceità delle procedure di accreditamento delle case di cura private della Regione Puglia». Tra il 10 e il 14 dicembre e il 22 gennaio 2010, in base agli accertamenti dei magistrati di Bari, il tenente colonnello Paglino ha riferito a una giornalista indagini contro due responsabili legali in Italia dell'American Express per i reati di usura e truffa commessi ai danni di titolari di carte di credito e che erano in corso verifiche sui tassi usurai che si aggiravano intorno al 250% annuo.
Ma non finisce qui. Il 17 dicembre 2009 l'indagato avrebbe riferito a un'altra giornalista che dovevano essere interrogati il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, e il responsabile del settore Rai fiction, Fabrizio Del Noce. Era invece il 15 gennaio 2010 quando il finanziere faceva visionare e fotografare, secondo la procura di Bari, atti di indagine nei confronti di Gianpaolo Tarantini e dirigenti dell'Asl: gli inquirenti avevano ipotizzato il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissioni di delitti contro la Pubblica amministrazione. La procura pugliese, comunque, ha contestato a Salvatore Paglino anche l'aver effettuato 86 telefonate per ragioni personali da utenze della Guardia di Finanza e della procura presso il Tribunale di Bari. «L'utilizzo delle apparecchiature telefoniche appartenenti alle amministrazioni dello Stato, da parte di Paglino, per finalità certamente estranee ai compiti d'ufficio - sostengono gli inquirenti - è dimostrato da contenuto delle conversazioni che sono state intercettate: si tratta di comunicazioni che Paglino intratteneva in misura preponderante con giornaliste per motivi di puro diletto o, nelle peggiori delle ipotesi, per rivelare segreti di ufficio». Nel mirino della magistratura barese, ci sono inoltre anche altre fughe di notizie, come quelle sul presidente del Consiglio, il cosiddetto «caso Annozero», e sul giro di escort gestito da Tarantini.
E se soprattutto sia esistito un complotto per danneggiare il governo in carica: il tenente colonnello si occupava di inchieste coordinate dalle procure di Bari e di Trani. Proprio per verificare questi aspetti, i pm baresi hanno avviato accertamenti anche nei confronti del collega della procura di Trani, il pubblico ministero Michele Ruggero. Si tratta del magistrato che indaga sul premier Silvio Berlusconi. In seguito alla fuga di notizie, il procuratore capo di Trani, Carlo Maria Carispo, ha deciso di affiancare al pm Ruggero, fino al quel momento l'unico titolare dell'inchiesta, altri tre colleghi, creando quindi un pool composto da quattro magistrati. Una decisione che era stata presa a distanza di poche ore dalla decisione del ministro Angelino Alfano di inviare un gruppo di ispettori a Trani. Se dovessero emergere responsabilità contro il pm Ruggero, l'inchiesta passerà alla procura di Lecce per competenza. Per ora sul tavolo degli inquirenti ci sono le conversazioni registrate dalla Mobile di Bari.
È il 17 dicembre 2009 quando Paglino passa il cellulare a Ruggero per parlare con la giornalista. Ruggero: «Ehi». Giornalista: «Pronto?». R: «Ciao dimmi». G: «No niente volevo sapere se era tutto a posto (...) è stato contento l'ultimo?». R: «Tutti contenti sono stati... ». G: «Ho capito, ma l'ultimo lo hai, come dire... incontrato tu o non lo hai incontrato, perché agli altri non li hai degnati di uno sguardo, mi è parso di... o quasi». R: «L'ultimo l'ho incontrato io... sì... sì». G: «Ah, anche l'ultimo sì... ah, diciamo che hanno parlato con la Finanza, ho scritto che hanno parlato con la Finanza... ». R: «Sì, sì hai fatto bene». Gli inquirenti stanno dunque svolgendo accertamenti sia sul tenente colonnello Salvatore Paglino sia sul pm Michele Ruggero, ma non è escluso che possano ascoltare nei prossimi giorni anche l'ex colonnello della Finanza, Mario Ortello, intercettato mentre parlava con Paglino, amico da trent'anni, pochi giorni prima che finisse agli arresti domiciliari.
È stato lo stesso ex ufficiale a chiedere alla procura di essere interrogato per chiarire quella conversazione. Intanto un ricorso al Riesame di Bari per la revoca dei domiciliari del tenente colonnello Paglino è stato depositato dal difensore dell'ufficiale, l'avvocato Michele De Pascale. E Amedeo Laboccetta (Pdl), ha chiesto l'intervento del Csm e del ministro Alfano nei confronti del pm di Trani Ruggero.
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