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24/07/2012, 20:33

Vedi che sbagli? Il referendum non era fatto per proporre il divieto di vendere servizi pubblici, ma per eliminare la legge che obbligava a venderli.

Poi, io non sono d'accordo a vendere per ridurre il debito. Il debito non puoi pagarlo vendendo beni pubblici, casomai puoi ridurlo in piccola parte, la cosa da fare è recuperare risorse per dotarsi dei veri mezzi che ti pagano il debito (lavoro e produzione industriale, caspita!). Si vende solo se sei con l'acqua alla gola, oppure se la vendita permette di avere un servizio migliore. Io non escludo la possibilità di vendere (cioè, affidare ai privati) i servizi pubblici, ma non come regola, come eccezione. Se mi conviene, e se conviene ai cittadini, perchè non farlo?

Dico poi di adottare lo stesso principio delle "public utilities" privatizzate: lì lo Stato può controllare la gestione, impedire atti contrari al pubblico interesse eccetera. Privatizzo ma tengo sotto controllo, e se il privato non conviene, ripubblicizzo.

Quanto ai dirigenti che non lavorano bene, di solito le aziende pubbliche hanno gli amministratori nominati dal pubblico. Quindi, quello che proponi già si fa. Per esempio, le aziende sanitarie hanno i dirigenti nominati dalla politica.

Quello che sta capitando a Torino, credo io, è che il comune non ha soldi per i servizi essenziali. E la colpa sarà anche della gestione locale, ma di sicuro (visto che tutti gli enti locali si lamentano) è colpa dei tagli nazionali (e sono anni, non è solo Monti, Monti è l'ultimo arrivato), che scaricano tutto sui comuni. Sinceramente, in questa fase i comuni (e non dipende dal colore) sono quelli con meno possibilità, o, se vuoi, sono praticamente sotto ricatto.

24/07/2012, 22:30

sezione 9 ha scritto:


Quanto ai dirigenti che non lavorano bene, di solito le aziende pubbliche hanno gli amministratori nominati dal pubblico. Quindi, quello che proponi già si fa. Per esempio, le aziende sanitarie hanno i dirigenti nominati dalla politica.


Quello che propongo io lo faranno già... ma lo fanno male!

[}:)]

Quello che propongo io è un ricambio generazionale della dirigenza pubblica. Nuove persone, nuove idee.. e soprattutto ridurre gli stipendi.

Ci lamentiamo della fuga dei cervelli - perchè non provare a pescare nell'eccellenza delle nostre università e dei nostri centri di ricerca per trovare persone competenti, capaci, lontani dal mondo politico, che abbiano voglia di impegnarsi nella gestione dell'apparato pubblico?

26/07/2012, 16:52

La gallina (cioè, il pappagallo) ha fatto l'uovo anche oggi.

http://www.unita.it/italia/elezioni-ecc ... o-1.432885

Di Pietro vuole allearsi col M5S insieme a Vendola.

Di Pietro è inutile, non essendoci più lo scontro mortale "contro" (contro Berlusconi o contro i comunisti) è politicamente marginale. Vuole andarsene? Che vada, non c'è più bisogno di lui e dei suoi trasformismi (da quasi ministro di Berlusconi, al centro come cofondatore de I Democratici, a giustizialista, a comunista e movimentista, e ora grillino).

C'è però una grande disperazione nella sua scelta. Di Pietro sa che non conta più nulla, e che non si è più disposti a tollerare le sue deficienze politiche (esempio: doveva fare gruppo comune alla Camera col PD, dopo le ultime elezioni, ma non lo ha fatto per non perdere i contributi, i soldi, e dopo parla di moralizzazione e sprechi della politica...). Così, tenta la carta di diventare il cameriere di Grillo.

E non si capisce perchè mai Grillo, dall'alto del suo dorato e proficuo isolamento, dovrebbe "ridursi" a fare accordi (ah! Sporca politica dei compromessi!) con qualcuno che conta ben poco, anche come voti, invece di continuare a fregarglieli come negli ultimi mesi.

Non si capisce neanche perchè Di Pietro parli non solo per Grillo (il figlio che ha ammazzato il padre) ma anche per Vendola. Che ritengo troppo intelligente per appiattirsi sulle posizioni di Di Pietro e ridursi a fare il cameriere del cameriere.

Ecco che ritorna valida la discussione sulla nuova sinistra: se non si vuole diventare politicamente marginali, se non si vuole che il PD sia "costretto" a battere da solo la via centrista (mortale, temo) e che l'area (diciamo così) di ex Rifondazione finisca la sua vita da serva dei servi, l'unica è l'alleanza forte e programmatica delle due sinistre. Così si conta, non diventando "più grillini di Grillo" o "più liberisti dei liberisti"

26/07/2012, 17:05

Io penso che il M5S correrà da solo....

Tuttavia, una cosa in comune (Grillo, Vendola e Di Pietro)
in effetti ce l'avrebbero.

Vorrebbero infatti tutti e tre, prendere a calci in culo Monti.

Mentre il PD, con l'ausilio dei due fenomeni Veltroni e D'Alema,
sarebbero disposti a leccargli lo zerbino anche nella nuova legislatura.

Bello eh?

A proposito di due sinistre.... quale delle due non si scompone,
di fronte a notizie come queste?
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=238396

26/07/2012, 17:33

TTE, la questione è un poco oltre il solito trito e ritrito qualunquismo. Per una volta, prova ad andare oltre e a ragionare "politicamente".

La questione è che un Paese normale deve avere una destra (conservatrice, moderata, liberale, vaticanista, e via di seguito) e una sinistra (progressista, riformista, social-democratica, laica eccetera). Due visioni del mondo propositive.

Se la sinistra non riesce a superare le divisioni stupide e autoreferenziali che ha da sempre, quello che capiterà sarà non una vittoria di Grillo (che è destra, almeno su molti temi, come dice Gambero), ma molto peggio, una uscita del PD dalla "sinistra", una scomposizione della sinistra e la sua fine. Decenni di destra in attesa che la sinistra si ricomponga. E non decenni di destra "normale" ma di destra indegna.

Si tratta di mantenere il PD a sinistra (e l'ala sinistra, maggioritaria del PD ha bisogno di aiuto per farlo) e di evitare che SEL finisca a fare il cameriere in una coalizione che, come fai notare tu, ha in comune solo l'essere "contro".

TTE, ti faccio notare che se siamo messi così, ora, è perchè abbiamo avuto non delle elezioni ma delle crociate, e che questo sistema è stato ampiamente criticato da Grillo e pure da te. Non ti pare un controsenso condannare il "tutti contro Berlusconi / comunisti" e poi fare il "tutti contro Monti", che, tra l'altro, non sarà manco in gioco? Una coalizione tenuta insieme solo dall'essere contro il passato? Servono programmi comuni e mettere in comune le forze per attuarli.

Basta coi giochetti, davvero, ma non sei stufo di ascoltare battute e dover discutere di "fenomenali riforme istituzionali" mentre rischiamo la miseria? Cosa propone Di Pietro? Non un piano sul lavoro, l'economia o chissà che altro, no, l'alleanza con Grillo. Temi? Idee? Proposte? Boh, basta essere tutti contro qualcun altro.

Sai cosa sembra? Il film "In nome del popolo sovrano", quando Ciceruacchio va a chiedere aiuto all'assemblea romana, perchè ormai i francesi stanno conquistando Roma, e Bonaparte-Croccolo risponde "non farci perdere tempo, abbiamo appena approvato l'abolizione della pena di morte, i primi al mondo!"

Insomma, tu accusi gli altri di non avere alcun contatto con la realtà, ma non ti accorgi che fai proprio il gioco di chi non vuole parlare della realtà, perchè non ha nulla da dire.

26/07/2012, 18:15

sezione 9 ha scritto:

TTE, la questione è un poco oltre il solito trito e ritrito qualunquismo.


Qualunquismo? [:p]

Incredibile....

Si tratta di mantenere il PD a sinistra (e l'ala sinistra, maggioritaria del PD ha bisogno di aiuto per farlo) e di evitare che SEL finisca a fare il cameriere in una coalizione che, come fai notare tu, ha in comune solo l'essere "contro".


Non è solo"ANDARE CONTRO".
E piuttosto RIPRISTINARE ciò che ci è stato tolto con l'inganno.

E allora, se davvero volete mantenere il PD a sinistra, buttate fuori la Bindi, Veltroni e D'Alema....
e fate l'unica cosa che avreste dovuto fare da sempre:
difendere gli interessi degli ITALIANI... invece di difendere quelli dei Banchieri.


Niente... su quell'articolo segnalato... nulla...
neanche una parolina piccina picciò?

Chissà perchè.....

26/07/2012, 22:58

Qui si parla addirittura di TRE correnti di pensiero a sinistra

SOCIAL SOVRANISTI SU MARTE

Come salvare il Paese dalla crisi economica e riconquistare la sovranità sistemica (economica, politica, istituzionale) perduta. È l’assillo che angoscia i sinistri d’Italia, divisi in almeno tre scuole di pensiero. Ci sono gli europeisti convinti («senza se e senza ma»), gli europeisti timidi e “articolati” (Europa sì, ma “laicamente”; Euro no, ma forse un altro Euro è possibile: «Un’altra economia per una nuova Europa», scrive oggi Guido Viale sul Manifesto) e, dulcis in fundo, gli antieuropeisti sostenitori dell’uscita del Bel Paese praticamente da tutto: dall’Europa, dall’Euro, dal libero mercato, dalla globalizzazione, dal Capitale finanziario.

E dal Capitale tout court? Sto parlando dei sinistri, comunque “declinati”, vi siete distratti? Non sto mica parlando di quei dottrinari, nonché settari, che favoleggiano l’uscita rivoluzionaria del mondo dal Capitalismo («campa cavallo!»), e che, sulla scorta di questa prospettiva che giustamente fa sorridere tutte le correnti della «sinistra» nazionale e internazionale, si muovono nel presente per sostenere la resistenza dei salariati e dei disoccupati contro ogni tipo di politica dei sacrifici, non importa se “declinata” a «destra» o a «sinistra». A differenza di chi scrive, i sinistri sono persone serie, con i piedi ancorati saldamente a terra, e soprattutto hanno a cuore le sorti del Paese. Come altre volte ho scritto, il massimo di “rivoluzionario” che questi personaggi riescono a immaginare è il Venezuela di Chávez o la Bolivia di Morales. Ma anche l’Argentina delle nazionalizzazioni non è da disprezzare, ha, come si dice, “il suo perché”.

Nazionalismo economico e protezionismo: è il mantra dei sovranisti, di «destra» come di «sinistra» – questi ultimi, infatti, rinfacciano ai sinistri che non vogliono rompere con l’europeismo di essere «più a destra» di molti «destri» dichiarati. È un vero peccato, a questo proposito, che il direttore del Giornale Sallusti, teorico di una guerra (politica, tanto per iniziare) contro «le manie egemoniche della Germania votata al Quarto Reich», sia un uomo di «destra», persino fisiognomicamente parlando. Tuttavia, quando il «Bene Comune» (altrimenti detto Stato Nazionale, o Paese, o Patria) chiama, le distinzioni politiche tendono a evaporare, sotto la pressione delle scelte irrevocabili. Il Fascismo ha molto da insegnarci, il Nazismo ancor di più.

A proposito di Guido Viale! Ecco cosa scrive oggi quello che sembra essere diventato lo stratega del «giornale comunista» sul terreno della guerra economica in corso: «Una classe dirigente inetta, incolta, arrogante, asservita sta portando alla rovina l’Europa e con essa le principali conquiste che il movimento operaio e la cultura democratica avevano realizzato nel corso di un secolo» (Il Manifesto, 25 07 2012). Insomma, un gigantesco scontro di interessi, nazionali e sovranazionali, di varia natura (economici e politici, in primis), che peraltro attraversa le stesse classi dominanti dei singoli paesi (anche la Germania è divisa in filoeuropei e antieuropei, e non certo per motivi ideologici); una guerra sistemica di vasta portata, dicevo, è interpretata banalmente come il fallimento di una «classe dirigente» incapace di sostenere le sfide che la globalizzazione capitalistica ha lanciato al mondo intero.

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La verità è che come molti sinistri, Viale è nostalgico del mondo prima della caduta del muro di Berlino, e questo la dice lunga sulla natura delle sue ricette politico-economiche improntate a «più Stato, meno mercato». La sua apologia della vecchia Europa (capitalistica), celata maldestramente dietro un mito sempre più logoro (le cosiddette «conquiste» del movimento operaio), trasuda pensiero reazionario da tutti i pori, e concorre ad alimentare l’ultradecennale impotenza delle classi dominate.

La corrente ultrasinistra perora la causa della bancarotta pilotata dello Stato, per sciogliere «da sinistra» la scottante questione del debito sovrano, e sostiene la necessità di una rigorosa politica keynesiana, a partire dall’introduzione di misure protezionistiche, cosa che ovviamente postula il rafforzamento del Leviatano, il solo che può coordinare e implementare quel tipo di politica. I militanti di questo partito (acronimo: SS) hanno un’idea fissa: l’«uscita a sinistra dalla crisi», ossia la salvezza e il rafforzamento del Capitalismo nazionale.

Colgo, in questo obiettivo che fa tremare le vene ai polsi (sia detto senza retorica…), una contraddizione con la loro dichiarazione di fede sinistrorsa? Assolutamente no. I sinistrorsi che a vario titolo si riconoscono nella «gloriosa storia del PCI» hanno sempre avuto un debole per il Paese, ossia per la Nazione, insomma per lo spazio sociale dominato dall’italianissimo Capitale (soprattutto per quello statale e parastatale), e in ciò, ai tempi della «Prima Repubblica», essi si dimostravano molto più zelanti dei democristiani. Ricordo che ai tempi della mitica notte di Sigonella (ottobre 1985, il premier Craxi dice no nientemeno che al Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan) quelli di Democrazia Proletaria si presero una tremenda cotta per il cinghialone Bettino.

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A chi gli ricorda che il protezionismo e tutta la politica economica e sociale che lo rende possibile evoca un cupo scenario da anni Trenta, con epilogo sanguinoso incorporato, i Social Sovranisti rispondono, a ragione, di non voler evocare nessuna guerra. Infatti, essi si limitano a stare sul terreno della guerra. Perché la guerra (sistemica) è in corso, come ormai tutti gli economisti mainstream e tutti i politici del mondo riconoscono. Essendo sinistrorsi, i Social Sovranisti fabbricano armi e proiettili keynesiani, statalisti, benecomunisti, decrescisti. Insomma, sparano sinistramente «da sinistra». Combattono «da sinistra» la guerra patriottica capitalistica, contro la Germania e i traditori che la puntellano e contro tutti i poteri finanziari che vogliono saccheggiare il Meridione d’Europa, per affermare il dominio incondizionato dei mercati.

A conti fatti, si sussurra in alcuni ambienti sovranisti, forse conveniva difendere il governo del puttaniere di Arcore contro i «poteri forti» sovranazionali. D’altra parte, i fatti parlano chiaro: «Quanto a occupazione, redditi popolari e del lavoro, servizi sociali stiamo sicuramente peggio [rispetto al governo Berlusconi]; il paese non si è allontanato di un centimetro dal baratro», ha scritto ad esempio il già citato Guido Viale sul Manifesto di qualche settima fa. Per non parlare dello «sfregio» che ha subito non solo la nostra sovranità nazionale ma anche lo stesso processo democratico, che si è dovuto piegare ai «diktat dei mercati».

Ai proiettili della speculazione finanziaria e dello spread i Social Sovranisti vorrebbero rispondere con i proiettili tratti dalla vecchia santabarbara keynesiana, certo, cambiando quel che c’è da cambiare, giusto per non confermare la nota tesi: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa. Una farsa che peraltro avrebbe tutti i caratteri della tragedia, a cominciare dalla ricordata impotenza politica e sociale delle classi dominate, afferrate dalle tenaglie del Dominio a un passo dalla possibile liberazione. Ma questa è tutta un’altra storia. Una storia buona per i dottrinari, per gli utopisti e financo per i “messianici”, non certo per i sinistrorsi con l’elmetto – oggi virtuale, domani chissà – in testa.

Fonte: http://sebastianoisaia.wordpress.com/20 ... -su-marte/

26/07/2012, 23:19

Questi sono gli uomini di sinistra che vorrei vedere anche in Italia, non quei quattro pupi in mano al gran burattinaio...

Continua pure a dirmi che devo crescere... ma abbi allora il coraggio di dirlo anche a quest'uomo che continua a sognare, lottare e a credere a un mondo migliore...

http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=238793

27/07/2012, 08:50

Se notate bene,la Finanza Internazionale Occidentale,comprese tutte le leggi Europee sono state fatte per fot.....e lo stato sociale,compressi operai e pensionati,curioso no?,come è possibile non far nascere i sentimenti di lotta sventolando bandiera della Sinistra più radicale,sotto la quale aveva portato chi lavora ad una vita esistenziale accettabile?.
Hanno riportato le condizioni sociali della classe lavoratrice ad almeno cento anni addietro.
Ultima modifica di bleffort il 27/07/2012, 08:53, modificato 1 volta in totale.

28/07/2012, 02:16

Atlanticus81 ha scritto:

Questi sono gli uomini di sinistra che vorrei vedere anche in Italia, non quei quattro pupi in mano al gran burattinaio...

Continua pure a dirmi che devo crescere... ma abbi allora il coraggio di dirlo anche a quest'uomo che continua a sognare, lottare e a credere a un mondo migliore...

http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=238793


Se quello era un esempio di uomini di sinistra che vorrei vedere in Italia, ecco invece un esempio di chi mi tocca vedere...

SICILIA, DOVE LA FORMAZIONE È UN AFFARE DI FAMIGLIA
Il deputato Francantonio Genovese ha piazzato la moglie, due nipoti e tre cognati, nel business dei corsi di formazione

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Francantonio Genovese, deputato del Pd nonché figlio d'arte (il padre Luigi è stato senatore della Dc per sei volte), è riuscito a compiere una vera e propria impresa: ha piazzato la moglie, due nipoti e tre cognati nel business dei corsi di formazione in Sicilia con quattro società che nell'ultimo anno hanno incassato quasi 2 milioni di euro. A riportare la notizia è Panorama.

Tutti soldi e corsi che, secondo Panorama, non servono a far calare il numero delle persone senza occupazione: in Sicilia la disoccupazione giovanile sfiora infatti il 30%.

Fonte: http://www.cadoinpiedi.it/2012/07/27/si ... iglia.html


Queste sono le "due sinistre" per quanto mi riguarda.

La prima che continua a rappresentare i valori, i principi e perchè no... i sogni dei propri ideali.

La seconda che... si commenta da sola.

In Italia sembra prevalga la seconda.

03/08/2012, 19:05

La situazione evolve rapidamente.

Il PD ha presentato la carta degli intenti, sorta di lista dei buoni propositi / pre-programma elettorale su cui fondare l'alleanza

http://www.partitodemocratico.it/specia ... i/home.htm

Subito dopo, incontro Bersani-Vendola, apertura all'UDC (poi smentita e riconfermata: Vendola si candida alle primarie!), Casini che smentisce ma si dice contento della ricomposizione a sinistra...

Il bello di questa situazione è che, finalmente, sono gli altri a rodersi il fegato. Il passo è stato fatto: alleanza di centrosinistra collegata all'UDC. E i guai ora sono in casa Vendola, Casini e Di Pietro, che dovranno pur decidersi...

Mai il PD fu più unito come in questi momenti! E tutti a convergere verso l'idea socialdemocratica allargata al centro. Bene-bene-bene...

Di Pietro, intanto, è politicamente defunto. Mandato in malora da Vendola, che al suo appello ha risposto con un "vieni tu nel centrosinistra" e neanche badato da Grillo.

Ora Di Pietro polemizza pure con Grillo:

"L'Italia dei Valori è presente dal 2001 in Parlamento e da quel giorno, cioè da dieci anni prima di Grillo, sta facendo opposizione chiara, netta e dura, senza sconti. Sono ben felice che oggi ci siano anche altri, come il M5S, che si riconoscono nelle nostre battaglie. Però, lo jus primae noctis va riconosciuto a chi ha cominciato a farle queste battaglie"

Insomma Di Pietro pretende che sia Grillo ad allearsi con lui, e che ovviamente il candidato della coalizione si chiami Di Pietro...

E intanto mezzo partito contesta

http://www.unita.it/italia/donadi-idv-d ... o-1.434600

Inoltre, corrono voci secondo cui la famosa lista dei sindaci si faccia, con alla testa Pisapia, Emiliano (sindaco di Bari, dato per dissidente fino a non molto tempo fa) e De Magistris!

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... 40300134-2

Basta solo non far stupidate (Renzi, ti prego, continua a giocare con palette e secchiello!), un buon programmino, primarie organizzate bene per lanciare la corsa elettorale...

Lettura della sera (http://www.unita.it/italia/dal-fatto-al ... a-1.435159)

Come al solito, i giornali di Berlusconi e il Fatto scrivono la stessa cosa. Tutti e tre, pur essendo teoricamente su sponde opposte, considerano come nemico da abbattere il centrosinistra, e Vendola, da alleato, diventa per il Fatto il traditore di classe che si vende a Casini.

Condividiamo, o fedeli ( [:o)]), questa idea: "Ecco, è questo il punto in comune (a Libero-Giornale e Fatto, a Berlusconi e a Grillo): impedire che emerga una vera alternativa di governo. Impedire che ai tecnici possa seguire, dopo le elezioni, un governo con un programma progressista, simile al «manifesto di Parigi», e capace di allargare il consenso oltre il centrosinistra visto l’impegno costituente della prossima legislatura"

03/08/2012, 19:17

sezione 9 ha scritto:

TTE, la questione è un poco oltre il solito trito e ritrito qualunquismo. Per una volta, prova ad andare oltre e a ragionare "politicamente".

La questione è che un Paese normale deve avere una destra (conservatrice, moderata, liberale, vaticanista, e via di seguito) e una sinistra (progressista, riformista, social-democratica, laica eccetera). Due visioni del mondo propositive.

Se la sinistra non riesce a superare le divisioni stupide e autoreferenziali che ha da sempre, quello che capiterà sarà non una vittoria di Grillo (che è destra, almeno su molti temi, come dice Gambero), ma molto peggio, una uscita del PD dalla "sinistra", una scomposizione della sinistra e la sua fine. Decenni di destra in attesa che la sinistra si ricomponga. E non decenni di destra "normale" ma di destra indegna.

Si tratta di mantenere il PD a sinistra (e l'ala sinistra, maggioritaria del PD ha bisogno di aiuto per farlo) e di evitare che SEL finisca a fare il cameriere in una coalizione che, come fai notare tu, ha in comune solo l'essere "contro".

TTE, ti faccio notare che se siamo messi così, ora, è perchè abbiamo avuto non delle elezioni ma delle crociate, e che questo sistema è stato ampiamente criticato da Grillo e pure da te. Non ti pare un controsenso condannare il "tutti contro Berlusconi / comunisti" e poi fare il "tutti contro Monti", che, tra l'altro, non sarà manco in gioco? Una coalizione tenuta insieme solo dall'essere contro il passato? Servono programmi comuni e mettere in comune le forze per attuarli.

Basta coi giochetti, davvero, ma non sei stufo di ascoltare battute e dover discutere di "fenomenali riforme istituzionali" mentre rischiamo la miseria? Cosa propone Di Pietro? Non un piano sul lavoro, l'economia o chissà che altro, no, l'alleanza con Grillo. Temi? Idee? Proposte? Boh, basta essere tutti contro qualcun altro.

Sai cosa sembra? Il film "In nome del popolo sovrano", quando Ciceruacchio va a chiedere aiuto all'assemblea romana, perchè ormai i francesi stanno conquistando Roma, e Bonaparte-Croccolo risponde "non farci perdere tempo, abbiamo appena approvato l'abolizione della pena di morte, i primi al mondo!"

Insomma, tu accusi gli altri di non avere alcun contatto con la realtà, ma non ti accorgi che fai proprio il gioco di chi non vuole parlare della realtà, perchè non ha nulla da dire.


Stai parlando di differenze che esistevano 50 anni fà, dimmi dove sono adesso le peculiarità che possono riportare a dei distinguo tra destra e sinistra in Italia. La fusione di ideali è cominciata subito dopo il crollo del muro di Berlino e l' esempio più eclatante è rappresentato dalla Cina.
Dal quel momento abbiamo smesso anche noi di essere propositivi e sono iniziate le futili liti politiche e le alleanze improbabili.
Manca un vero punto di riferimento, qualcosa di "diverso" che attualmente è assente da noi.
Ultima modifica di greenwarrior il 03/08/2012, 19:22, modificato 1 volta in totale.

03/08/2012, 19:28

sezione 9 ha scritto:

La situazione evolve rapidamente.

Il PD ha presentato la carta degli intenti, sorta di lista dei buoni propositi / pre-programma elettorale su cui fondare l'alleanza

http://www.partitodemocratico.it/specia ... i/home.htm

Subito dopo, incontro Bersani-Vendola, apertura all'UDC (poi smentita e riconfermata: Vendola si candida alle primarie!), Casini che smentisce ma si dice contento della ricomposizione a sinistra...

Il bello di questa situazione è che, finalmente, sono gli altri a rodersi il fegato. Il passo è stato fatto: alleanza di centrosinistra collegata all'UDC. E i guai ora sono in casa Vendola, Casini e Di Pietro, che dovranno pur decidersi...

Mai il PD fu più unito come in questi momenti! E tutti a convergere verso l'idea socialdemocratica allargata al centro. Bene-bene-bene...

Di Pietro, intanto, è politicamente defunto. Mandato in malora da Vendola, che al suo appello ha risposto con un "vieni tu nel centrosinistra" e neanche badato da Grillo.

Ora Di Pietro polemizza pure con Grillo:

"L'Italia dei Valori è presente dal 2001 in Parlamento e da quel giorno, cioè da dieci anni prima di Grillo, sta facendo opposizione chiara, netta e dura, senza sconti. Sono ben felice che oggi ci siano anche altri, come il M5S, che si riconoscono nelle nostre battaglie. Però, lo jus primae noctis va riconosciuto a chi ha cominciato a farle queste battaglie"

Insomma Di Pietro pretende che sia Grillo ad allearsi con lui, e che ovviamente il candidato della coalizione si chiami Di Pietro...

E intanto mezzo partito contesta

http://www.unita.it/italia/donadi-idv-d ... o-1.434600

Inoltre, corrono voci secondo cui la famosa lista dei sindaci si faccia, con alla testa Pisapia, Emiliano (sindaco di Bari, dato per dissidente fino a non molto tempo fa) e De Magistris!

http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... 40300134-2

Basta solo non far stupidate (Renzi, ti prego, continua a giocare con palette e secchiello!), un buon programmino, primarie organizzate bene per lanciare la corsa elettorale...

Lettura della sera (http://www.unita.it/italia/dal-fatto-al ... a-1.435159)

Come al solito, i giornali di Berlusconi e il Fatto scrivono la stessa cosa. Tutti e tre, pur essendo teoricamente su sponde opposte, considerano come nemico da abbattere il centrosinistra, e Vendola, da alleato, diventa per il Fatto il traditore di classe che si vende a Casini.

Condividiamo, o fedeli ( [:o)]), questa idea: "Ecco, è questo il punto in comune (a Libero-Giornale e Fatto, a Berlusconi e a Grillo): impedire che emerga una vera alternativa di governo. Impedire che ai tecnici possa seguire, dopo le elezioni, un governo con un programma progressista, simile al «manifesto di Parigi», e capace di allargare il consenso oltre il centrosinistra visto l’impegno costituente della prossima legislatura"

Il PD ha presentato la carta degli intenti, sorta di lista dei buoni propositi / pre-programma elettorale su cui fondare l'alleanza



Mi ricorda tanto l' allegra brigata che il mortadella propose anni fà........
A me personalmente manca molto una sinistra che sia tale, adesso non ne vedo nemmeno il più pallido ricordo. Serve coraggio, il coraggio di stare da soli.

03/08/2012, 19:43

Perchè, la Merkel e Hollande esistevano 50 anni fa? E' una questione di politiche, non tanto di simboli. Certo, non ha senso parlare come se la priorità fosse ancora l'occupazione delle terre... Ma i principi di base sono gli stessi. Il PD non ha ottenuto la patrimoniale. Il PDL ha ottenuto il salvataggio di avvocati, farmacisti e compagnia. Tremonti sosteneva che fosse necessario dare soldi ai ricchi, perchè i poveri hanno poca propensione al consumo. Il PD sostiene di detassare il lavoro. Il PDL pensa che le "retate" antievasione sia una ingiusta criminalizzazione (e lo dice anche Grillo), il PD invece voleva far pagare molto di più gli scudati.

Dire che destra e sinistra non solo non esistono, ma che addirittura non servono significa ripetere le stesse idee (pericolosissime) che hanno portato al "siamo tutti italiani", "siamo una sola nazione", "abbiamo bisogno di un solo capo". "Arieccolo con sto fascismo!". Vabbè, ti cito Berlusconi che diceva di essere di destra-centro-sinistra. E Grillo che pensa che destra e sinistra non esistano. E Di Pietro che nasce di destra, in Europa sta al centro e fa il più comunista di tutti...

Lo scrivo bene-bene: qualunque populismo è intimamente di destra, e se anche nasce a sinistra, porta inevitabilmente a destra. E non esiste populismo che non dica che destra e sinistra sono concetti superati, che non servono, che sono stati inventanti per dividere la nazione, che sono creazioni politiche di cui il popolo può fare a meno. E questo porta, appunto, a visioni totalitarie: solo io sono puro perchè non sono nè di destra nè di sinistra, tutti gli altri sono nemici da eliminare. Si crea il nemico, e coi nemici non servono idee, ma slogan e battute. Come ha cominciato Berlusconi? Dicendo che era un'imprenditore apolitico che voleva fare il bene di tutti gli italiani. Cosa dice Grillo?

Già, che dice Grillo? Boh, non si sa (appunto!) ...

Secondo me, le differenze tra destra e sinistra, a livello generale, sono sui temi del lavoro, dell'uguaglianza e dei diritti. Ci metterei anche l'ambiente se non volessi considerare l'ecologismo degno di una posizione autonoma. E la differenza non è che "il lavoro" o "l'uguaglianza" stanno tutti a sinistra e per nulla a destra: destra e sinistra hanno concezioni diverse, e negarlo sarebbe o puramente strumentale o, fondamentalmente, negare i fatti.

In particolare, in Italia, penso che la destra manco ci sia più. La differenza perciò non è tra destra e sinistra, ma tra sinistra e populismo, perchè così è diventata la destra, populista.

03/08/2012, 20:22

Non tutta la destra è populista come non tutta la sinistra è progressista. E' quello che rende difficile l' identitificazione da parte degli elettori di ideali che prima erano più evidenti.
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