Aereo scomparso, è giallo su un sms. "A Los Roches la vita non ha valore"
Domenica, 6 gennaio 2013 - 11:43:00
Guarda la gallery"Sono di nuovo raggiungibile". Poche parole fanno tremare la famiglia Missoni e la famiglia Foresti, in ansia per la scomparsa il 4 gennaio di un aereo in Venezuela su cui volavano Vittorio Missoni, la moglie Maurizia Castiglioni, e una coppia di amici, Guido Foresti ed Elda Scalvenzie. Un messaggio dal cellulare di quest'ultimo è arrivato l'altra notte. "Chiama ora", diceva anche. Cesare, il figlio più piccolo, ha chiamato subito, ma inutilmente. Il cellulare del padre, come quello delle altre persone scomparse, era irraggiungibile. Quelle parole ora sono cariche di speranza: potrebbero siggificare tutto e nulla, come racconta il Corriere del Veneto. Potrebbe voler dire che il velivolo non è finito nell'oceano, ma potrebbe essere anche un semplice, triste ritardo della rete telefonica.
E così fatalmente successe cinque anni fa, il 4 gennaio 2008, quando a sparire nel nulla è stato un bimotore con 14 persone a bordo, otto gli italiani. Stesso arcipelago. Stessa tipologia di velivolo. Stesso giallo legato a un telefonino. In questo caso un sms è arrivato nel cuore della notte da uno dei passeggeri, allora il cellulare di Annalisa Montanari ha suonato a vuoto 24 ore dopo la scomparsa da ogni traccia radar del volo su cui viaggiava. Il suo amico avvocato Fabio Bencivelli ha provato a chiamarla per tre volte: la prima volta è scattata la segreteria telefonica spagnola; la seconda, a distanza di cinque minuti, il cellulare ha suonato libero; la terza di nuovo libero. Però poi, il nulla.
E sono proprio i parenti di alcuni passeggeri a bordo di quel volo sparito nel 2008 a lanciare ora delle accuse. "A Los Roques permettono a delle carrette del cielo di volare", raccontano i familiari dei coniugi Durante, da Treviso. La zona appare sempre più pericolosa per i turisti che la frequentano. Le cronache degli ultimi quindici anni narrano che in Venezuela si sono eclissati più di trenta velivoli e molti di questi sarebbero stati fatti deviare dai "signori della droga" per trasportare partite di cocaina. Ma sul volo del 2008 è ancora mistero. "Ci dispiace dirlo, ma crediamo solo che in Venezuela non abbiano alcun rispetto per la vita. Mandano in volo delle "carrette del cielo", senza manutenzione e senza controlli, dopodiché succedono le tragedie e non fanno nemmeno le indagini. Al riguardo vorremmo dire ai familiari dei signori Missoni e Foresti di non esitare a contattarci, se hanno bisogno di consigli su come muoversi. Per esempio suggeriremmo loro di far intervenire al più presto dei propri consulenti, perché non accada anche a loro quello che è accaduto a noi, con i tracciati radar cancellati già nel giro di pochi giorni", aggiungono Romolo Guernieri e Paola Fontana.
VENEZUELA: ANPAC, STORIA STRANA; INCIDENTE AEREO LASCIA TRACCE - "Un incidente aereo deve lasciare qualche traccia". Cosi' il presidente dell'Anpac (Associazione nazionale piloti aviazione commerciale), Giovanni Galiotto, interpellato dall'Agi, sul presunto incidente aereo in Venezuela nel quale sarebbero scomparse sei persone (quattro italiani) tra cui l'imprenditore Vittorio Missoni. "E' una storia strana, con strane coincidenze", dice Galiotto riferendosi anche alla scomparsa dell'altro aereo nella stessa tratta (tra l'arcipelago di Los Roques e Caracas) esattamente cinque anni fa, il 4 gennaio del 2008. "Quando un aereo cade - spiega - lascia tracce. Se non oggetti, che per tornare a galla possono impiegare un po' di tempo, i resti di carburante sono da subito visibili. Si dovrebbero vedere sul mare chiazze di benzina o di olio". In ogni caso, sottolinea Galiotto, "bisogna aspettare l'esito delle ricerche dell'aereo, che richiedono un po' di tempo". Riguardo al mistero di cinque anni fa, il presidente Anpac ha qualche dubbio anche riguardo alle ipotesi che i narcotrafficanti abbiano fatto sparire l'aereo: "Far sparire un aereo non e' una cosa semplice. Sicuramente anche quella e' una storia molto strana".
- Sara' pure una causalita' ma e' di quelle che davvero suscitano interrogativi: l'aereo da turismo con a bordo Vittorio Missoni, sua moglie ed altri due italiani scomparso dai radar ieri in Venezuela nella zona di Los Roques e' avvenuta esattamente cinque anni dopo la scomparsa di un altro velivolo nella stessa zona e con a bordo 8 italiani tra le 14 persone (ma forse erano di piu', e il primo grosso mistero starebbe gia' qui) che vi avevano preso posto. Una scomparsa, quella del 4 gennaio 2008, rimasta un mistero: ancora oggi nessuno sa dove siano finite le persone che erano sull'aereo, ad eccezione del co-pilota, il cui corpo e' stato il solo ad essere ritrovato. Una vicenda che peraltro viene ripercorsa in un servizio del settimanale 'Oggi' in edicola da ieri e che mai si pensava potesse avere una sorta quasi di aggiornamento cosi' immediato. Il settimanale parla di giallo dell'aereo scomparso a Los Roques nel gennaio 2008 vicino alla soluzione. Il sospetto - sostiene la ricostruzione giornalistica - e' che il velivolo non sia in realta' precipitato, ma che sia stato dirottato dai narcos colombiani, che l'avrebbero poi usato per il trasporto di una partita di cocaina. Spiega Oggi: un anno dopo la tragedia, i familiari delle vittime (ufficialmente 14, tra cui 8 italiani) hanno ottenuto la trascrizione dell'autorizzazione al decollo. "Afirmativo, solo confirme personas a bordo", dicono dalla torre di controllo. "Somos dieciochos a bordo", risponde il pilota Esteban Bessil. "Dieciochos, copiado", confermano dalla torre. Dieciochos: diciotto. Quindi sul velivolo c'erano 4 persone in piu': si trattava forse dei dirottatori? "I venezuelani hanno sempre cercato l'aereo nel posto sbagliato, ad almeno 4 miglia di distanza dalla zona corretta", rivela a Oggi il comandante Mario Pica, ex pilota dell'Aeronautica militare e consulente delle famiglie degli otto italiani dispersi nell'incidente. "La ricerca in mare dei resti dell'aereo scomparso a Los Roques (che finalmente riparte dopo un accordo con la Farnesina) e' un'operazione decisiva. Se non lo troviamo, vuol dire che non e' mai precipitato e dovremo cercarlo altrove". Il 29 gennaio una delegazione italiana (formata dallo stesso Pica, dall'ammiraglio della Marina militare Giovanni Vitalioni, distaccato alla Protezione civile, e da due ufficiali della nostra Marina) salira' a bordo della Sea Scout, un'unita' navale dotata di sofisticatissime apparecchiature per i rilievi nelle profondita' marine, e di un veicolo subacqueo C-Surveyor di ultima generazione.
Gli italiani che si trovavano a bordo di quell'aereo scomparso il 4 gennaio 2008 erano Stefano Fragione e Fabiola Napoli, coppia di sposi in viaggio di nozze, le bolognesi Rita Calanni e Annalisa Montanari e la famiglia Durante formata da Paolo, dalla moglie Bruna Guernieri e le figlie Emma e Sofia, famiglia di Ponzano Veneto. La pista venezuelana parlo' subito di un incidente. Ma per i familiari delle vittime, c'e' un'altra verita'. Gli interrogativi ancora da chiarire, secondo il comandante Pica, sono molti: "Perche' sulla barriera corallina non hanno trovato niente appartenente al velivolo? Quando cade un aereo, molti oggetti tornano a galla. Soprattutto le chiazze di olio e carburante. Quella mattina il pilota aveva imbarcato 500 litri di benzina e nei serbatoi ne aveva ancora 300. Dove sono finiti? Non ne e' stata trovata una goccia". E perche' dalla trascrizione dell'autorizzazione al decollo risulta che i passeggeri a bordo erano 18 e non 14? C'erano quattro clandestini a bordo? Ed erano i possibili dirottatori?
http://affaritaliani.libero.it/cronache ... refresh_ceal mistero si aggiunge un ulteriore mistero del sms..........come pure nel caso del 2008.....
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ubatuba il 06/01/2013, 17:07, modificato 1 volta in totale.