26/07/2014, 17:58
Wolframio ha scritto:shighella ha scritto:kirara12 ha scritto:
Certo mik, ma lì stanno esagerando.
Kira, non è che lì stanno esagerando, è che ora i media mettono in risalto tutte le violenze che ci sono in India, ma questo non significa che prima che ce lo facessero sapere, sti fatti non accadevano, accadevano e accadono ogni giorno OVUNQUE nel mondo, ma guarda caso ci tartassano con queste news solo in determinati periodi...vai a capire perché...bho!
Esattamente come dici tuma anche il coraggio di denunciare contribuisce
http://podcast.rsi.ch/ReteUno/Modem/MOD ... 6-2014.mp3
26/07/2014, 18:31
mik.300 ha scritto:
Ma su un miliardo di persone
C può' essere un matto..
26/07/2014, 18:38
26/07/2014, 18:47
31/07/2014, 11:31
05/09/2014, 17:11
India: 92 donne violentate ogni giorno, in tutto il 2013 quasi 34mila
Nuova Delhi, 4 set. - (Adnkronos/Xinhua) - Sono in media 92 le donne che in India vengono violentate ogni giorno. Secondo un rapporto del National Crime Records Bureau (agenzia governativa indiana) il numero complessivo dei casi di stupro segnalati nel Paese è passato da 24.923 nel 2012 a 33.707 nel 2013. A Nuova Delhi, in base ai dati, ogni giorno quattro donne vengono stuprate, ed il dato dell'anno scorso rispetto al 2012 è raddoppiato: 1.636 casi nel 2013 rispetto ai 706 dell'anno precedente.
19/02/2015, 17:53
Nuovo orrore in India: bimba di 7 anni stuprata e uccisa a una festa di nozze
Una bambina di sette anni è stata rapita, violentata e sgozzata in India, nello Stato di Maharashtra mentre domenica partecipava ai festeggiamenti per il matrimonio di un parente. Lo riferisce Ndtv. La bimba, affetta da disturbi visivi, aveva insistito per potersi recare con il padre nel Kumar Resort di Lonavala dove era prevista la festa di una sua cugina più grande. Nel pomeriggio di domenica la piccola si è allontanata per prendere del cibo e non è più tornata. Il suo corpo è stato ritrovato sul tetto del resort. Data la presenza di molti parenti il padre non si è preoccupato per l’assenza della figlia, ma in serata ha constatato la sua scomparsa, denunciandola alla polizia. Per due giorni le ricerche non hanno dato risultati fino a quando martedì pomeriggio un dipendente del Resort, recatosi sul tetto per pulire le vasche collegate a pannelli solari ha visto un tappeto arrotolato all’interno del quale c’era il cadavere seminudo e con un taglio alla gola della bambina. L’autopsia ha confermato la morte per sgozzamento e la presenza di violenze sessuali. La polizia ha registrato una denuncia per omicidio e cerca di risalire ai suoi responsabili. Per reazione al delitto, una folla di persone e di militanti politici locali hanno assaltato il centro di vacanze danneggiandolo gravemente. Il proprietario del resort è un ex parlamentare dello Stato di Maharashtra.
India, la piaga degli stupri: 25mila nel 2014
In India sono stati registrati nel 2014 ben 25.000 casi di violenza sessuale nei confronti di donne e bambini, fatto che costituisce «una vergogna nazionale», così come definito dal ministro dell’Interno indiano, Rajnath Singh. Nella maggior parte delle violenze sessuali registrate a New Delhi nel 2014, gli stupratori erano amici o parenti della vittima. Soltanto il 4% erano sconosciuti. È quanto emerso da una statistica resa nota dalla polizia a un tribunale locale e riportata dal quotidiano The Hindu. Secondo il rapporto, nei primi dieci mesi del 2014 nella capitale sono state denunciate 1.704 violenze carnali, di cui 215 erano casi di incesto. Il dato più scioccante è che nel 43% dei casi è il padre a commettere il crimine, mentre in 27 casi è il fratello della vittima. In 642 stupri, quindi circa la metà, sono stati denunciati amici, conoscenti o vicini di casa della donna violentata.
19/02/2015, 20:22
06/03/2015, 01:35
India, violentata e uccisa sul bus
L’aggressore: «Colpa sua»
Le frasi choc di uno degli aggressori di Nirbhaya, la studentessa violentata e uccisa su un bus di Delhi, in un documentario che sta dividendo l’India. Messa in onda bloccata
«Quando la stavamo violentando, non avrebbe dovuto reagire». «Se fosse rimasta calma si sarebbe salvata». « Una ragazza per bene non dovrebbe andare in giro alle nove di sera». «Quando c’è uno stupro la donna è sempre più colpevole dell’uomo». Sono alcune delle frasi choc pronunciate da Mukesh Sing, uno degli aggressori di Nirbhaya, la studentessa di 21 anni violentata e uccisa su un bus di Delhi nel 2012. E diventata suo malgrado un simbolo della violenza contro le donne in India.
Le parole dello stupratore sono state raccolte in carcere due anni fa dalla regista britannica Leslee Udwin, per il documentario «India’s daugheter» che sarà trasmesso dalla Bbc l’8 marzo. Ma la cui messa in onda in India è stata invece bloccata « fino a successivo ordine» da un tribunale di Nuova Delhi.
La madre di Nirbhaya: «Si faccia giustizia»
Dopo la pubblicazione dell’intervista, la madre di Nirbhaya non ha usato mezzi toni. Auspicando che l’aggressore di sua figlia «sia impiccato e che si faccia giustizia». «Queste persone sono una minaccia per la società - ha aggiunto l’anziana - e il governo deve eseguire la condanna a morte».
Nell’ordine con cui i giudici hanno bloccato la messa in onda del film si legge che Singh «ha fatto commenti offensivi contro le donne, creando così un’atmosfera di paura e tensione che può portare a delle proteste con rischi per l’ordine pubblico». La pensa diversamente la regista Udwin. Che si appella al primo ministro indiano Narendra Modi e parla di «censura sgarbata». Poco prima il ministro per Affari del Parlamento, Venkaiah Naidu, aveva detto: «Abbiamo il diritto di vietare il film in India. C’è una cospirazione internazionale per gettare discredito sul nostro Paese. Proveremo a bloccare la messa in onda anche all’estero».
L’aggressore: «Solo il 20% delle ragazze è per bene»
Era il 16 dicembre 2012. Nirbhaya (nome di fantasia che in sanscrito significa «Colei che non ha paura») quella sera era andata al cinema con un amico. Stava tornando a casa in bus quando sei uomini, tra cui Singh, che si trovava alla guida del mezzo, la violentarono, colpendola con una spranga di ferro. Trasportata in un ospedale di Singapore, morì dopo nove giorni di agonia. Gli aggressori, tra cui uno minorenne, furono arrestati. E confessarono. Salvo poi ritrattare, sostenendo di essere stati torturati dalla polizia.
Singh negò di avere partecipato alle violenze. E affermò di essere sempre rimasto al volante. «I lavori domestici ed il mantenimento della casa è quello che spetta alle ragazze, non andare a zonzo nelle discoteche e nei pub di notte facendo cose sbagliate e vestendo indumenti sbagliati», ha detto intervistato dalla regista Udwin. E visto che «solo il 20% delle ragazze sono per bene», ha aggiunto, la gente «ha il diritto di impartire una lezione a quelle che sbagliano». Secondo l’uomo, inoltre, il ricorso alla pena di morte (prevista da una nuova legge approvata dopo il caso Nirbhaya) «è ancora più pericolosa per le donne», perché induce gli stupratori a uccidere le loro vittime per paura che parlino.
Gli stupratori in attesa di un ricorso
Un anno fa l’Alta Corte di New Delhi ha confermato le condanne a morte per impiccagione inflitte a Vinay Sharma, Pawan Gupta, Akshay Thakur e lo stesso Singh. Un quinto uomo era stato trovato morto nella sua cella pochi mesi dopo l’arresto. Ma le sentenze sono state sospese dalla Corte Suprema lo scorso luglio in attesa che si esamini un ricorso.
06/03/2015, 10:22
06/03/2015, 13:46
30/08/2015, 19:10
India, scappa con una donna sposata: le sorelle dell'uomo 'condannate' a essere violentate
La punizione del consiglio del villaggio, non eletto e composto solo da uomini
Due sorelle, di 15 e 23 anni, sono state 'condannate' ad essere violentate in India perché il fratello è scappato via con una donna sposata. La barbara punizione, secondo la quale le ragazze dovranno anche sfilare nude in strada, è stata stabilita dal consiglio - non eletto e composto solo da uomini - di un villaggio nel distretto di Baghpat, nel nord del Paese.
La donna con cui è fuggito il fratello delle ragazze sarebbe di una casta superiore rispetto alla loro, che fanno parte dei Dalit, definiti "intoccabili", e sarebbe anche incinta dell'uomo.
A maggio, si legge sul sito di Amnesty International, le due sorelle e la loro famiglia erano già fuggite dal villaggio, temendo ritorsioni violente dopo la fuga del fratello. Lo stesso mese, la loro casa nel villaggio è stata saccheggiata. L'atroce 'sentenza' è arrivata a fine luglio. Il 5 agosto la sorella maggiore, Meenakshi Kumari, ha presentato alla Corte Suprema una richiesta di protezione per la sua famiglia così da poter tornare nella loro casa.
Da parte sua, il padre delle ragazze, si legge ancora sul sito di Amnesty International, ha presentato una denuncia presso la Commissione nazionale dei diritti umani e la Commissione nazionale per gli intoccabili, che si occupa delle vessazioni da parte della polizia e delle famiglie di casta dominante.
Il 18 agosto, la Corte suprema ha ordinato alle autorità dell'Uttar Pradesh di rispondere entro il 15 settembre alla richiesta presentata. "Dopo esserci rivolti alla Corte Suprema, gli abitanti del villaggio sono diventati ancora più aggressivi", ha detto Sumit Kumar, fratello delle giovani 'condannate'.
Anche sul sito di Amnesty International è stato lanciato un appello, al quale è possibile aderire, in difesa della famiglia.
01/09/2015, 14:04
01/09/2015, 15:15
Aztlan ha scritto:E' colpa soprattutto della cultura locale e delle condizioni sociali.
La divisione in caste è stata abolita legalmente ma è rimasta nella mente delle persone, se vai a controllare spesso le vittime sono parte della casta più bassa, i cosiddetti "intoccabili", cui da sempre può essere fatto di tutto.
Si tratta pur sempre, checchè ne dicano i media, il possesso di un programma spaziale o dell' atomica (ce l' ha pure il Pakistan se è per quello), di un Paese in via di sviluppo.
Certo, conosce ora il suo momento di espansione economica ed è pertanto uno dei Paesi emergenti che contano, ma molte aree del Paese rimangono nella povertà più nera e la giustizia praticamente non esiste.
Non si può ridurre il tutto dicendo che questi crimini esistono ovunque, perchè il numero in India è allarmante, si tratta di un fenomeno, mentre altrove sono severamente puniti
(negli Stati USA in cui vige la pena di morte uno dei reati per cui è prevista insieme all' omicidio è proprio lo stupro)
Qualcosa si sta muovendo però perchè la gente in India è veramente stufa, ci sono manifestazioni di protesta per i diritti delle donne
e i tentativi di farsi giustizia da sè, che per quanto tristi sono l' unica soluzione oggi, mostrano che non si è disposti a tollerare oltre.
Purtroppo il partito degli eredi di Gandhi è stato sconfitto e a stravincere le recenti elezioni è stato un estremista indù, che è un personaggio accusato addirittura di usare la polizia per i suoi omicidi politici.
Quindi nell' immediato non c' è molta speranza, a meno che la gente laggiù non si faccia sentire ancora più forte...
Aztlan
01/09/2015, 15:17
Fuoco e fiamme ha scritto:...