SFOLLATI ''SFRATTATI'': VERDI E ARCIGAY AL FIANCO DEI TERREMOTATI
L’AQUILA - Nuova puntata nel caso degli sfollati aquilani “sfrattati” dagli alberghi e dai residence che sono stati loro assegnati nel periodo dell’emergenza post-sismica.
Al fianco di questi aquilani si schierano anche i Verdi Abruzzo, dopo la solidarietà espressa ieri ai terremotati anche da parte dell'Arcigay Consoli l'Aquila e dall'Arcigay Nazionale.
Nel mirino di queste associazioni, l’ordinanza datata 14 dicembre 2010, “la quale intima proprio a tutti gli sfollati della costa di rientrare nell'ambito della provincia aquilana o di scegliere il contributo di autonoma sistemazione”, si legge nella nota dei Verdi.
L’ultimo caso, in ordine di tempo, è quello di Gennaro Mango, ma altri sono stati i casi di sfollati aquilani che sono giunti persino a incatenarsi per reclamare il diritto a un alloggio o per protestare contro le storture della burocrazia.
VERDI ABRUZZO: “SOSPENDERE L’ORDINANZA SUL RIAVVICINAMENTO”
LANCIANO - I Verdi Abruzzo rappresentati dalla garante regionale del partito, Marialucia Santarelli, scrivono in una nota: “Il problema è che molti aquilani proprio a causa del sisma del 6 aprile 2009, hanno perso il lavoro e laddove sono stati destinati, hanno ricominciato fra enormi difficoltà a ricostruire la propria esistenza.
Molti di loro ancor oggi vivono di lavoro precario e/o con contratti part-time nell'ambito delle loro abilità professionali, lavoro che con ogni probabilità, tornando a L'Aquila non potrebbero più svolgere”.
“C’è da sottolineare - prosegue - inoltre che il contributo di autonoma sistemazione viene liquidato con molti mesi di ritardo, costringendo coloro che vi aderiscono ad anticipare migliaia di euro per gli affitti. Ciò significa che l’ordinanza penalizza i meno abbienti che si trovano costretti a rientrare a L'Aquila in regime di totale assistenzialità rinunciando ad una nuova vita ed ai lavori precari e part-time che permettono di sbarcare il lunario”.
“I Verdi Abruzzo ritengono che l’ordinanza non riconosca pari dignità tra i più abbienti e i meno abbienti e ne chiedono la sospensione nonché rivolgono un appello alla Protezione Civile, all'Sge ed a tutti gli enti preposti a compiere una seria attività di differenziazione dei redditi personali di ciascun terremotato e di agevolare soprattutto coloro che vivono in condizioni in cui è necessaria una continua e completa assistenza”.
ARCIGAY: “VIOLATI I DIRITTI DEI TERREMOTATI”
“É prioritario - ha affermato in una nota il presidente di Arcigay Nazionale, Paolo Patanè - il rispetto delle persone che in questi mesi viene a mancare. L'Arcigay è tutta a favore dei terremotati di L'Aquila ai quali in questi giorni viene intimato di lasciare gli alloggi che a loro sono stati dati nei luoghi della costa abruzzese e come contropartita vien data solo la possibilità di poter accedere all'autonoma sistemazione o ad un alloggio nell'aquilano anche a coloro che stanno ricostruendosi un'esistenza altrove. È un chiaro abuso di potere e un'inaccettabile violazione dei diritti umani e civili nei confronti di persone deboli e Arcigay non può accettare che venga ancora perpetuata una tale situazione. Ci batteremo come abbiamo sempre fatto affinché tali diritti vengano finalmente riconosciuti”.
Carla Liberatore, presidente dell'Arcigay Consoli di L'Aquila ha così commentato: “Ci sono tutta una serie di problemi di fondo in questa situazione, di certo lo Stato sta pagando con ingenti quantità di denaro le sistemazioni alberghiere per gli sfollati ma ciò che lascia piuttosto sconcertati è il perché chi sta sulla costa e si sta rifacendo una vita in quei luoghi con tutte le difficoltà del caso, deve per forza scegliere di tornare in un albergo aquilano; che non ci siano i soliti favoritismi tipici dei soliti mal governi? Il costo di un cittadino sfollato è pari sia sulla costa e sia a L'Aquila, allora, qual è la differenza, visto che l'Sge ha tanto invocato il fatto che lo Stato deve risparmiare?".
"Tutta la questione - prosegue - appare proprio come faziosa e abilmente manipolata da chi di dovere e a nulla vale il fatto che i terremotati ,fra cui molti anziani e i meno abbienti, siano di fatto delle persone e non dei numeri sul tabellone degli altrui interessi. Se lo Stato volesse davvero risparmiare qualche milione di euro, potrebbe ad esempio iniziare a fare due conti in tasca agli sfollati e fare delle differenziazioni per l'assistenza in base al reddito di ognuno e comunque 'redditometri' a parte, le persone sfollate hanno tutto il diritto di rimanere a vivere dove vogliono e tutto il diritto di non perdere alcun beneficio assistenziale perché chi è rimasto fuori dall'Aquila non è un terremotato di serie B, ma molto spesso chi ha operato questa scelta l'ha anche pagata cara con il distacco da tutto ciò a cui era legato da sempre”.
23 Febbraio 2011 - 17:39
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