Yara, Bossetti al gip: “Sono estraneo
Ero a casa la sera in cui scomparve”
Ma non viene concessa la scarcerazioneIl muratore rompe il silenzio: «Non so perché ci fosse il mio dna sui vestiti»
L’abitazione è sotto sequestro. Il giudice ha disposto ulteriori accertamenti

ANSA
Un’immagine che ritrae la foto di Yara Gambirasio
Il gip di Bergamo non convalida il fermo di Massimo Bossetti ma applica la misura cautelare in carcere in attesa di ulteriori accertamenti. È questa la decisione arrivata nel giorno in cui il presunto omicida di Yara Gambirasio ha rotto il silenzio davanti a gip e pm.«Sono totalmente estraneo», ha detto al termine del suo interrogatorio. A riferirlo è stato il suo legale, Silvia Gazzetti, uscendo dal carcere di Bergamo dove questa mattina c’è stata l’udienza per la convalida del fermo del presunto assassino di Yara Gambirasio. Massimo Giuseppe Bossetti ha detto al gip che nel tardo pomeriggio del 26 novembre 2010, quando scomparve Yara Gambirasio, si trovava a casa.
L’avvocato ha spiegato che Bossetti avrebbe appreso solo stamani di essere figlio illegittimo e questo lo ha «sconvolto». «Il mio assistito - ha spiegato il legale - ha risposto a tutte le domande del gip e del pm, ha rotto il silenzio». L’avvocato ha poi aggiunto che Bossetti ha dichiarato la sua «innocenza e non si spiega il perché il suo dna sia stato trovato sugli indumenti di Yara. Vedremo di dimostrarlo durante il processo». L’avvocato, infine, ha detto che il suo assistito non conosceva Yara. Il muratore ha detto di aver visto il padre della ragazza una volta sola dopo la sua morte.
Infine ha spiegato che il suo telefono cellulare era inattivo dal tardo pomeriggio del 26 novembre 2010 alla mattina successiva perché scarico. La Procura gli contesta, infatti, che il suo cellulare aveva agganciato la cella di Mapello, a cui si era agganciato anche il telefono di Yara Gambirasio, ed era poi rimasto inattivo, senza ricevere o fare comunicazioni, fino alla mattina dopo alle 7:30. Il gip di Bergamo Ezia Maccora si è riservata di decidere sulla convalida del fermo di Massimo Giuseppe Bossetti al termine dell’interrotatorio di stamani in carcere. Il gip scioglierà la riserva nelle prossime ore.
Intanto Laura Letizia, la sorella gemella di Massimo Giuseppe Bossetti, intervistata da Canale 5, ha detto che il fratello «è innocente». «Mio fratello è sangue del mio sangue, io lo conosco, ha aggiunto. Non sapevo di avere un altro padre, ma per me mio padre è quello che mi ha cresciuta». «Hanno voluto incastrarlo. Non è lui, ne sono sicura al cento per cento - ha detto all’ANSA - Lo conosco meglio di chiunque altro. Siamo cresciuti insieme - ribadisce la donna - e so che non farebbe male a una mosca. È un bravo padre, un grande lavoratore. Siamo una famiglia - aggiunge - che pensa solo a guadagnare qualcosa per mangiare, siamo persone semplici». In piedi, davanti al portone della sua abitazione, ad Almenno San Salvatore in provincia di Bergamo, la donna spiega di non aver mai saputo dell’eventuale relazione della madre con Guerinoni: «Non prendo le distanze da mia madre. Quello che ha fatto, se è vero, non cambia nulla. Sono cose successe oltre quarant’anni fa».
E un ennesimo mistero si aggiunge ai tanti che ruotano intorno a questo complicato caso. In base a quanto scritto sul sito di Panorama, il padre di Yara, Fulvio Gambirasio e Massimo Giuseppe Bossetti, il presunto assassino, lavoravano nello stesso cantiere nei giorni in cui la ragazzina è scomparsa all’uscita dalla palestra di Brembate Sopra: il primo con la sua ditta che realizza coperture per costruzioni, il secondo come muratore. Questo in base alle dichiarazioni che avrebbero fornito i colleghi che lavoravano con loro.
Una versione, questa, che contrasta con quanto riferito da Fulvio Gambirasio, che ha sostenuto di non aver conosciuto Bossetti, e con quanto dichiarato dallo stesso Bossetti nell’ interrogatorio di stamani
[align=right]Source:
La Stampa - Yara, Bossetti al ...iene concessa la scarcerazione [/align]