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26/01/2014, 21:49

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=TPmJIRzd-wc[/BBvideo]

Certo che è una scena triste, ma sdramatizziamo con un buon pranzo anche al corvo ed il gabbiano, dopotutto devono pur vivere anche loro.
Ma forse era meglio che si mangiavano un pesce davanti alla trattoria. [:(]

Presagi

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Durante l'Angelus in Vaticano, le colombe bianche della pace sono state attaccate da una cornacchia e da un gabbiano. Per gli antichi sarebbe stato un cattivo presagio. Per gli uomini e le donne del XXI Secolo? Qualcosa di simile al segno dei tempi. E' tempo che anche le colombe tirino fuori gli artigli.

[align=right]Source: Presagi - contropiano.org [/align]


Più che un cattivo presagio lo prenderei come un monito positivo [:)]

E' tempo che anche le colombe tirino fuori gli artigli.
Ultima modifica di Wolframio il 26/01/2014, 22:13, modificato 1 volta in totale.

26/01/2014, 22:35

E' stato fatto di proposito secondo me per mandare un messaggio a chi sa capirlo.

26/01/2014, 22:39

E questo?

Furto sacrilego in Abruzzo

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L'AQUILA - Rubata un'ampolla con il sangue di papa Giovanni Paolo II, custodita in un santuario abruzzese. In una reliquia portata via assieme a una croce in un furto sacrilego avvenuto la notte scorsa e scoperto stamattina al piccolo santuario alle falde del Gran Sasso di San Pietro della Ienca (L'Aquila), c'era il sangue di Papa Wojtyla.

Si tratta, secondo quanto riferito dal presidente dell'associazione culturale "San Pietro della Ienca", Pasquale Corriere, di una delle poche reliquie con il sangue del pontefice polacco conservate al mondo. Sul fatto indagano i carabinieri dell'Aquila, che hanno svolto un approfondito sopralluogo. Le indagini sono in corso e la procura della Repubblica ha aperto un fascicolo.

Nella chiesetta di San Pietro che ne ospitava le reliquie, Giovanni Paolo II si era recato molte volte, in occasione di diverse escursioni sul Gran Sasso. Nel 2011, in suo onore, l'edificio era stato eretto a Santuario, dedicato proprio al Papa polacco.

26.01.2014 - 21:33

[align=right]Source: CdT.ch - Mondo - Furto sacrilego in Abruzzo [/align]
Ultima modifica di Wolframio il 26/01/2014, 22:42, modificato 1 volta in totale.

26/01/2014, 22:53

Wolframio ha scritto:

E questo?

Furto sacrilego in Abruzzo

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L'AQUILA - Rubata un'ampolla con il sangue di papa Giovanni Paolo II, custodita in un santuario abruzzese. In una reliquia portata via assieme a una croce in un furto sacrilego avvenuto la notte scorsa e scoperto stamattina al piccolo santuario alle falde del Gran Sasso di San Pietro della Ienca (L'Aquila), c'era il sangue di Papa Wojtyla.

Si tratta, secondo quanto riferito dal presidente dell'associazione culturale "San Pietro della Ienca", Pasquale Corriere, di una delle poche reliquie con il sangue del pontefice polacco conservate al mondo. Sul fatto indagano i carabinieri dell'Aquila, che hanno svolto un approfondito sopralluogo. Le indagini sono in corso e la procura della Repubblica ha aperto un fascicolo.

Nella chiesetta di San Pietro che ne ospitava le reliquie, Giovanni Paolo II si era recato molte volte, in occasione di diverse escursioni sul Gran Sasso. Nel 2011, in suo onore, l'edificio era stato eretto a Santuario, dedicato proprio al Papa polacco.

26.01.2014 - 21:33

[align=right]Source: CdT.ch - Mondo - Furto sacrilego in Abruzzo [/align]



Non mi sembra il solito "furto sacrilego", quello è un simbolo molto importante della Chiesa Cattolica...
Mi ricorda lo scontro Chiesa-Massoneria del film "Angeli e Demoni"

26/01/2014, 23:10

Ricordo la profezia di Jacques de Molay sulla fine del papato...

[8]

27/01/2014, 00:13

mah...il corvaccio nero che aggredisce la bianca colomba della pace mi sembra un segno molto palese, un evento esplicito delle 10 piaghe L'Italia ...pardòn...d’Egitto...[xx(]

Per chi volesse rinfrescare la lezione di Catechismo:

da: wikipedia

Le dieci piaghe d'Egitto sono queste:

1. Tramutazione dell'acqua in sangue (Es7,14-25)
2. Invasione di rane (Es7,26-8,11)
3. Invasione di zanzare (Es7,26-8,11)
4. Invasione di mosconi (Es8,12-15)
5. Malattia del bestiame (Es8,16-28)
6. Ulcere su animali e uomini (Es9,1-7)
7. Grandine (Es9,13-35)
8. Invasione di cavallette (Es10,1-20)
9. Tenebre (Es10,21-29)
10.Morte dei primogeniti (Es12,29-30

...meglio il punto di vista di Wolframio:

Più che un cattivo presagio lo prenderei come un monito positivo

E' tempo che anche le colombe tirino fuori gli artigli.
Ultima modifica di PUfettina il 27/01/2014, 00:23, modificato 1 volta in totale.

03/02/2014, 22:39

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=QYdsmEBq49s[/BBvideo]

04/02/2014, 11:30

E' tutto da verificare; una classica dichiarazione di ... sinistra.[;)]

04/02/2014, 11:36

La fabbrica della vera pace che infastidisce chi odia Israele!

Alla Soda Stream, nei Territori occupati, ebrei e palestinesi lavorano fianco a fianco senza attriti.


Gerusalemme - Sabbia e pietre, una fila di palme al vento e là nel mezzo la domanda (i territori occupati) e la risposta (il rispetto e l'amicizia fra israeliani e palestinesi) che insieme si presentano sotto forma di una fabbrica di macchinette per l'acqua gassata, arricchita di sapori da bambini: fragola, arancia, mela.

Immagine:
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31,63 KB

Ma la storia non è per bambini: nasce infatti da «un'ossessione antisraeliana», come ha detto il ministro canadese Jason Kenney, che è venuta in piena luce perché l'attrice Scarlett Johansson ha rifiutato di cedere all'aggressione al vetriolo per aver fatto la reclame a questa fabbrica, Soda Stream, nei Territori occupati. Scarlett ha spiegato che in quella fabbrica si fanno passi verso una vera pace perché vi lavorano alla pari, nel rispetto, palestinesi e israeliani. Un gran coraggio che l'ha portata alle dimissioni da Oxfam, l'organizzazione «per i diritti umani» che ora si dimostra un centro di boicottaggio antisraeliano, di cui per otto anni è stata ambasciatrice.
L'attacco a Soda Stream ci insegna molte cose sul boicottaggio contro Israele, sul suo cinismo. Il suo nemico non sembra essere l'occupazione quanto il buon rapporto fra palestinesi e israeliani, il suo obiettivo non la pace ma l'incitamento, e se ci vanno di mezzo i lavoratori palestinesi, che importa. In fabbrica a Mishor Adumim l'ambiente è vasto e pulito, popolato di operai in tuta che avvitano, spostano, caricano. A un certo punto li trovi tutti a un tavolone a montare pezzi, il brusio è fitto, in arabo, in ebraico. Il miracolo della fabbrica del demonio: là, nei territori, l'uno a due centimetri dall'altro, ebrei e palestinesi si passano i pezzi da controllare e chiacchierano contenti. Stesso guadagno, stessa mensa, la mattina tutti in pulmino, tutti con l'assicurazione e la pensione. Il rifiuto di Scarlett Johansson di attenersi alla versione codina e conformista della campagna di boicottaggio, ha fatto emergere una realtà insopportabile per chi punta tutto sulla malvagità dell'occupazione: al di là della diplomazia, dell'aggressione politica, dell'incitamento palestinese, quando i lavoratori sono rispettati, pagati, assicurati, accuditi fanno una cosa incredibile: la pace.

In questa fabbrica (ne ha 8 in Israele) Soda Stream ha 1200 lavoratori di cui 500 arabi israeliani, 450 palestinesi, 150 vari, 300 israeliani. Parlano animatamente l'uno con l'altro, fanno un po' di scena per la stampa e per la delegazione di parlamentari italiani in visita? Può darsi, ma esistono molte situazioni analoghe, per esempio nella zona industriale di Barkan. Ventimila palestinesi lavorano nei Territori e se a causa del boicottaggio anche solo Soda Stream chiudesse, a patire la fame sarebbero 5000 persone. Nel '67 (quando questa zona era giordana) qui c'era una vecchia fabbrica di armi. «Soda Stream» che è una compagnia quotata al Nasdaq e che esiste da 107 anni, mentre costruiva altri 8 siti, mise in piedi la struttura secondo una visione logica e invisa a chi odia Israele: siamo fra palestinesi e israeliani, lavoriamo insieme. Qui non ci sono minacce né violenza, dicono i capireparto che sono sia arabi che israeliani. «La politica resta fuori - dice Ahmad Nasser, 28 anni, 2 bambini - questo è un ponte di pace. Lavorando qui mantengo al mio villaggio, Jabaar, 8 persone, molti miei colleghi ne mantengono 10. Quante ne vuole mettere per la strada Oxfam?».

Durante il pranzo alla mensa quando il direttore Daniel Birnbaum ha ricordato che Scarlett ha preferito dimettersi da Oxfam piuttosto che abbandonare Soda Stream, fra gli operai è scoppiato un grande applauso. Gli Ahmad e i Muhammad qui guadagnano fra tre e quattro volte di più dei loro compatrioti, cioè fra i 2200 e i 1200 dollari. «E da noi c'è il 30 per cento di disoccupazione». Ahmad spiega che gli ebrei sono suoi amici, che sono venuti al suo matrimonio, che il quarantenne dirigente è arabo, un mondo nuovo. Ma la battaglia per la vita contro le campagne di boicottaggio è continua: avvocati, ricorsi, perdite di tempo, anche se la stazza internazionale di Soda Stream (ha succursali in tutto il mondo) la protegge. Ma c'è voluta santa Scarlett per spalancare la grande domanda: i gruppi di boicottaggio sono contro o a favore dei palestinesi?

http://www.ilgiornale.it/news/esteri/fa ... 88785.html

04/02/2014, 17:17

Ufologo 555 ha scritto:

La fabbrica della vera pace che infastidisce chi odia Israele!

Alla Soda Stream, nei Territori occupati, ebrei e palestinesi lavorano fianco a fianco senza attriti.


Gerusalemme - Sabbia e pietre, una fila di palme al vento e là nel mezzo la domanda (i territori occupati) e la risposta (il rispetto e l'amicizia fra israeliani e palestinesi) che insieme si presentano sotto forma di una fabbrica di macchinette per l'acqua gassata, arricchita di sapori da bambini: fragola, arancia, mela.

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Ma la storia non è per bambini: nasce infatti da «un'ossessione antisraeliana», come ha detto il ministro canadese Jason Kenney, che è venuta in piena luce perché l'attrice Scarlett Johansson ha rifiutato di cedere all'aggressione al vetriolo per aver fatto la reclame a questa fabbrica, Soda Stream, nei Territori occupati. Scarlett ha spiegato che in quella fabbrica si fanno passi verso una vera pace perché vi lavorano alla pari, nel rispetto, palestinesi e israeliani. Un gran coraggio che l'ha portata alle dimissioni da Oxfam, l'organizzazione «per i diritti umani» che ora si dimostra un centro di boicottaggio antisraeliano, di cui per otto anni è stata ambasciatrice.
L'attacco a Soda Stream ci insegna molte cose sul boicottaggio contro Israele, sul suo cinismo. Il suo nemico non sembra essere l'occupazione quanto il buon rapporto fra palestinesi e israeliani, il suo obiettivo non la pace ma l'incitamento, e se ci vanno di mezzo i lavoratori palestinesi, che importa. In fabbrica a Mishor Adumim l'ambiente è vasto e pulito, popolato di operai in tuta che avvitano, spostano, caricano. A un certo punto li trovi tutti a un tavolone a montare pezzi, il brusio è fitto, in arabo, in ebraico. Il miracolo della fabbrica del demonio: là, nei territori, l'uno a due centimetri dall'altro, ebrei e palestinesi si passano i pezzi da controllare e chiacchierano contenti. Stesso guadagno, stessa mensa, la mattina tutti in pulmino, tutti con l'assicurazione e la pensione. Il rifiuto di Scarlett Johansson di attenersi alla versione codina e conformista della campagna di boicottaggio, ha fatto emergere una realtà insopportabile per chi punta tutto sulla malvagità dell'occupazione: al di là della diplomazia, dell'aggressione politica, dell'incitamento palestinese, quando i lavoratori sono rispettati, pagati, assicurati, accuditi fanno una cosa incredibile: la pace.

In questa fabbrica (ne ha 8 in Israele) Soda Stream ha 1200 lavoratori di cui 500 arabi israeliani, 450 palestinesi, 150 vari, 300 israeliani. Parlano animatamente l'uno con l'altro, fanno un po' di scena per la stampa e per la delegazione di parlamentari italiani in visita? Può darsi, ma esistono molte situazioni analoghe, per esempio nella zona industriale di Barkan. Ventimila palestinesi lavorano nei Territori e se a causa del boicottaggio anche solo Soda Stream chiudesse, a patire la fame sarebbero 5000 persone. Nel '67 (quando questa zona era giordana) qui c'era una vecchia fabbrica di armi. «Soda Stream» che è una compagnia quotata al Nasdaq e che esiste da 107 anni, mentre costruiva altri 8 siti, mise in piedi la struttura secondo una visione logica e invisa a chi odia Israele: siamo fra palestinesi e israeliani, lavoriamo insieme. Qui non ci sono minacce né violenza, dicono i capireparto che sono sia arabi che israeliani. «La politica resta fuori - dice Ahmad Nasser, 28 anni, 2 bambini - questo è un ponte di pace. Lavorando qui mantengo al mio villaggio, Jabaar, 8 persone, molti miei colleghi ne mantengono 10. Quante ne vuole mettere per la strada Oxfam?».

Durante il pranzo alla mensa quando il direttore Daniel Birnbaum ha ricordato che Scarlett ha preferito dimettersi da Oxfam piuttosto che abbandonare Soda Stream, fra gli operai è scoppiato un grande applauso. Gli Ahmad e i Muhammad qui guadagnano fra tre e quattro volte di più dei loro compatrioti, cioè fra i 2200 e i 1200 dollari. «E da noi c'è il 30 per cento di disoccupazione». Ahmad spiega che gli ebrei sono suoi amici, che sono venuti al suo matrimonio, che il quarantenne dirigente è arabo, un mondo nuovo. Ma la battaglia per la vita contro le campagne di boicottaggio è continua: avvocati, ricorsi, perdite di tempo, anche se la stazza internazionale di Soda Stream (ha succursali in tutto il mondo) la protegge. Ma c'è voluta santa Scarlett per spalancare la grande domanda: i gruppi di boicottaggio sono contro o a favore dei palestinesi?

http://www.ilgiornale.it/news/esteri/fa ... 88785.html

Questo fà piacere, però vi è da dire una cosa:con che spirito avremmo lavorato noi Italiani se per ipotesi i nazisti dopo aver vinto la II° guerra mondiale sarebbero stati padroni dell'Italia e delle industrie Italiane?.[:(]

04/02/2014, 19:09

Hai ragione, ma loro collaborano da anni, ed hanno gli stessi diritti dei lavoratori israeliani (questo ho sempre saputo). E' proprio per questo tipo di democrazia che Israele non è sopportato dagli arabi ... Ergo, "bomba A" in ... "tasca" ...[;)]

04/02/2014, 19:33

Ufologo 555 ha scritto:

La fabbrica della vera pace che infastidisce chi odia Israele!

Alla Soda Stream, nei Territori occupati, ebrei e palestinesi lavorano fianco a fianco senza attriti.


Gerusalemme - Sabbia e pietre, una fila di palme al vento e là nel mezzo la domanda (i territori occupati) e la risposta (il rispetto e l'amicizia fra israeliani e palestinesi) che insieme si presentano sotto forma di una fabbrica di macchinette per l'acqua gassata, arricchita di sapori da bambini: fragola, arancia, mela.

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Ma la storia non è per bambini: nasce infatti da «un'ossessione antisraeliana», come ha detto il ministro canadese Jason Kenney, che è venuta in piena luce perché l'attrice Scarlett Johansson ha rifiutato di cedere all'aggressione al vetriolo per aver fatto la reclame a questa fabbrica, Soda Stream, nei Territori occupati. Scarlett ha spiegato che in quella fabbrica si fanno passi verso una vera pace perché vi lavorano alla pari, nel rispetto, palestinesi e israeliani. Un gran coraggio che l'ha portata alle dimissioni da Oxfam, l'organizzazione «per i diritti umani» che ora si dimostra un centro di boicottaggio antisraeliano, di cui per otto anni è stata ambasciatrice.
L'attacco a Soda Stream ci insegna molte cose sul boicottaggio contro Israele, sul suo cinismo. Il suo nemico non sembra essere l'occupazione quanto il buon rapporto fra palestinesi e israeliani, il suo obiettivo non la pace ma l'incitamento, e se ci vanno di mezzo i lavoratori palestinesi, che importa. In fabbrica a Mishor Adumim l'ambiente è vasto e pulito, popolato di operai in tuta che avvitano, spostano, caricano. A un certo punto li trovi tutti a un tavolone a montare pezzi, il brusio è fitto, in arabo, in ebraico. Il miracolo della fabbrica del demonio: là, nei territori, l'uno a due centimetri dall'altro, ebrei e palestinesi si passano i pezzi da controllare e chiacchierano contenti. Stesso guadagno, stessa mensa, la mattina tutti in pulmino, tutti con l'assicurazione e la pensione. Il rifiuto di Scarlett Johansson di attenersi alla versione codina e conformista della campagna di boicottaggio, ha fatto emergere una realtà insopportabile per chi punta tutto sulla malvagità dell'occupazione: al di là della diplomazia, dell'aggressione politica, dell'incitamento palestinese, quando i lavoratori sono rispettati, pagati, assicurati, accuditi fanno una cosa incredibile: la pace.

In questa fabbrica (ne ha 8 in Israele) Soda Stream ha 1200 lavoratori di cui 500 arabi israeliani, 450 palestinesi, 150 vari, 300 israeliani. Parlano animatamente l'uno con l'altro, fanno un po' di scena per la stampa e per la delegazione di parlamentari italiani in visita? Può darsi, ma esistono molte situazioni analoghe, per esempio nella zona industriale di Barkan. Ventimila palestinesi lavorano nei Territori e se a causa del boicottaggio anche solo Soda Stream chiudesse, a patire la fame sarebbero 5000 persone. Nel '67 (quando questa zona era giordana) qui c'era una vecchia fabbrica di armi. «Soda Stream» che è una compagnia quotata al Nasdaq e che esiste da 107 anni, mentre costruiva altri 8 siti, mise in piedi la struttura secondo una visione logica e invisa a chi odia Israele: siamo fra palestinesi e israeliani, lavoriamo insieme. Qui non ci sono minacce né violenza, dicono i capireparto che sono sia arabi che israeliani. «La politica resta fuori - dice Ahmad Nasser, 28 anni, 2 bambini - questo è un ponte di pace. Lavorando qui mantengo al mio villaggio, Jabaar, 8 persone, molti miei colleghi ne mantengono 10. Quante ne vuole mettere per la strada Oxfam?».

Durante il pranzo alla mensa quando il direttore Daniel Birnbaum ha ricordato che Scarlett ha preferito dimettersi da Oxfam piuttosto che abbandonare Soda Stream, fra gli operai è scoppiato un grande applauso. Gli Ahmad e i Muhammad qui guadagnano fra tre e quattro volte di più dei loro compatrioti, cioè fra i 2200 e i 1200 dollari. «E da noi c'è il 30 per cento di disoccupazione». Ahmad spiega che gli ebrei sono suoi amici, che sono venuti al suo matrimonio, che il quarantenne dirigente è arabo, un mondo nuovo. Ma la battaglia per la vita contro le campagne di boicottaggio è continua: avvocati, ricorsi, perdite di tempo, anche se la stazza internazionale di Soda Stream (ha succursali in tutto il mondo) la protegge. Ma c'è voluta santa Scarlett per spalancare la grande domanda: i gruppi di boicottaggio sono contro o a favore dei palestinesi?

http://www.ilgiornale.it/news/esteri/fa ... 88785.html


fabbrica della pace....

Noam Chomsky su Gaza in 6 parti











04/02/2014, 19:53

bleffort ha scritto:

Ufologo 555 ha scritto:

La fabbrica della vera pace che infastidisce chi odia Israele!

Alla Soda Stream, nei Territori occupati, ebrei e palestinesi lavorano fianco a fianco senza attriti.


Gerusalemme - Sabbia e pietre, una fila di palme al vento e là nel mezzo la domanda (i territori occupati) e la risposta (il rispetto e l'amicizia fra israeliani e palestinesi) che insieme si presentano sotto forma di una fabbrica di macchinette per l'acqua gassata, arricchita di sapori da bambini: fragola, arancia, mela.

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Ma la storia non è per bambini: nasce infatti da «un'ossessione antisraeliana», come ha detto il ministro canadese Jason Kenney, che è venuta in piena luce perché l'attrice Scarlett Johansson ha rifiutato di cedere all'aggressione al vetriolo per aver fatto la reclame a questa fabbrica, Soda Stream, nei Territori occupati. Scarlett ha spiegato che in quella fabbrica si fanno passi verso una vera pace perché vi lavorano alla pari, nel rispetto, palestinesi e israeliani. Un gran coraggio che l'ha portata alle dimissioni da Oxfam, l'organizzazione «per i diritti umani» che ora si dimostra un centro di boicottaggio antisraeliano, di cui per otto anni è stata ambasciatrice.
L'attacco a Soda Stream ci insegna molte cose sul boicottaggio contro Israele, sul suo cinismo. Il suo nemico non sembra essere l'occupazione quanto il buon rapporto fra palestinesi e israeliani, il suo obiettivo non la pace ma l'incitamento, e se ci vanno di mezzo i lavoratori palestinesi, che importa. In fabbrica a Mishor Adumim l'ambiente è vasto e pulito, popolato di operai in tuta che avvitano, spostano, caricano. A un certo punto li trovi tutti a un tavolone a montare pezzi, il brusio è fitto, in arabo, in ebraico. Il miracolo della fabbrica del demonio: là, nei territori, l'uno a due centimetri dall'altro, ebrei e palestinesi si passano i pezzi da controllare e chiacchierano contenti. Stesso guadagno, stessa mensa, la mattina tutti in pulmino, tutti con l'assicurazione e la pensione. Il rifiuto di Scarlett Johansson di attenersi alla versione codina e conformista della campagna di boicottaggio, ha fatto emergere una realtà insopportabile per chi punta tutto sulla malvagità dell'occupazione: al di là della diplomazia, dell'aggressione politica, dell'incitamento palestinese, quando i lavoratori sono rispettati, pagati, assicurati, accuditi fanno una cosa incredibile: la pace.

In questa fabbrica (ne ha 8 in Israele) Soda Stream ha 1200 lavoratori di cui 500 arabi israeliani, 450 palestinesi, 150 vari, 300 israeliani. Parlano animatamente l'uno con l'altro, fanno un po' di scena per la stampa e per la delegazione di parlamentari italiani in visita? Può darsi, ma esistono molte situazioni analoghe, per esempio nella zona industriale di Barkan. Ventimila palestinesi lavorano nei Territori e se a causa del boicottaggio anche solo Soda Stream chiudesse, a patire la fame sarebbero 5000 persone. Nel '67 (quando questa zona era giordana) qui c'era una vecchia fabbrica di armi. «Soda Stream» che è una compagnia quotata al Nasdaq e che esiste da 107 anni, mentre costruiva altri 8 siti, mise in piedi la struttura secondo una visione logica e invisa a chi odia Israele: siamo fra palestinesi e israeliani, lavoriamo insieme. Qui non ci sono minacce né violenza, dicono i capireparto che sono sia arabi che israeliani. «La politica resta fuori - dice Ahmad Nasser, 28 anni, 2 bambini - questo è un ponte di pace. Lavorando qui mantengo al mio villaggio, Jabaar, 8 persone, molti miei colleghi ne mantengono 10. Quante ne vuole mettere per la strada Oxfam?».

Durante il pranzo alla mensa quando il direttore Daniel Birnbaum ha ricordato che Scarlett ha preferito dimettersi da Oxfam piuttosto che abbandonare Soda Stream, fra gli operai è scoppiato un grande applauso. Gli Ahmad e i Muhammad qui guadagnano fra tre e quattro volte di più dei loro compatrioti, cioè fra i 2200 e i 1200 dollari. «E da noi c'è il 30 per cento di disoccupazione». Ahmad spiega che gli ebrei sono suoi amici, che sono venuti al suo matrimonio, che il quarantenne dirigente è arabo, un mondo nuovo. Ma la battaglia per la vita contro le campagne di boicottaggio è continua: avvocati, ricorsi, perdite di tempo, anche se la stazza internazionale di Soda Stream (ha succursali in tutto il mondo) la protegge. Ma c'è voluta santa Scarlett per spalancare la grande domanda: i gruppi di boicottaggio sono contro o a favore dei palestinesi?

http://www.ilgiornale.it/news/esteri/fa ... 88785.html

Questo fà piacere, però vi è da dire una cosa:con che spirito avremmo lavorato noi Italiani se per ipotesi i nazisti dopo aver vinto la II° guerra mondiale sarebbero stati padroni dell'Italia e delle industrie Italiane?.[:(]


Con la differenza che Israele ha combattuto e vinto una guerra di difesa contro gli stati Arabi, non ha vinto una guerra di conquista... E lo dico da Musulmano...

04/02/2014, 20:14

Meryddin ha scritto:

Con la differenza che Israele ha combattuto e vinto una guerra di difesa contro gli stati Arabi, non ha vinto una guerra di conquista... E lo dico da Musulmano...


Fonte Giornalisti Euronews

04/02/2014, 20:43

Assolutamente parziale. Per iniziare manca il fatto che gli ebrei hanno comprato le terre dell'originario stato di Israele (prima dell'occupazione dei territori) dai legittimi proprietari. E manca il fatto che gli Inglesi, che avevano messo gli ebrei sopravvissuti all'olocausto in altri campi di concentramento (ad esempio a Cipro, allora sotto la corona britannica), avevano durante la II WW promesso mari e monti agli Arabi in cambio di supporto contro i Tedeschi. Manca anche il dettaglio che Israele si è trovato, ripeto, dopo aver comprato la terra e su mandato delle nazioni unite, a fronteggiare prima una guerra civile interna, e poi l'attacco congiunto di Egitto, Siria, Transgiordania e Iraq, nonchè di milizie Saudite sotto il comando, mi pare, degli egiziani. Insomma da quello che so le cose non sono andate esattamente come dice il video...
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