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[color=blue]Giornali anglosassoni sui tecnocrati e il “putsch dell’Opera di Francoforte”


Il glorioso settimanale della sinistra britannica, New Statesman, è durissimo con il governo Monti e la tecnocrazia europea. Scrive che “per la prima volta paesi europei sono guidati da individui che non hanno avuto il benestare del popolo alle urne”.

“Se i leader democraticamente eletti non soddisfano i mercati, il Fmi e la Commissione europea, allora vengono licenziati”, recita un editoriale della rivista che fu di George Bernard Shaw.

New Statesman dice che la democrazia in Italia e Grecia è stata soppiantata dal “dominio dei tecnocrati”, voluti e promossi da “organismi internazionali non eletti come la Commissione europea e il Fondo monetario”.

Dice anche che “il potere degli organismi internazionali ha sminuito la democrazia” e parla di “apoteosi tecnocratica che guida il Fondo e la Commissione europea”. Così facendo, “il deficit democratico al cuore dell’Europa è diventato un abisso democratico”.

Un giornale di segno opposto, il Daily Telegraph, evoca la lotta di Margaret Thatcher contro i burocrati di Maastricht: “Gli architetti dell’Unione europea non hanno mai voluto essere una democrazia”.

Scrive sempre il Telegraph con Christopher Booker che “l’élite europea ha appena destituito due primi ministri eletti”, mentre Charles Moore lamenta che “ora che la crisi dell’Unione europea raggiunge il suo momento di verità abbiamo bisogno di leader eletti al potere, non di tecnocrati.
Mario Monti è stato nove anni commissario europeo e il suo indirizzo postale era Rue de la Charité, Bruxelles. Questo non è il tempo dei tecnocrati e dei francofortesi”.

Durissimo lo Spectator con un lungo commento di Fraser Nelson. Il direttore del celebre settimanale britannico attacca “l’Eurozona che ha creato un apparato mostruoso affidato sostanzialmente a un manipolo di individui”.

E ancora: “La Old Opera House di Francoforte – un tempo il più bel edificio in rovina della Germania post bellica e oggi il suo più stupefacente restauro – è diventata il simbolo della rinascita europea.
E’ stato lì che il mese scorso Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno incontrato l’élite burocratica dell’Unione europea, organizzando quello che in un altra epoca sarebbe stato definito un putsch.
Merkozy e i burocrati si erano stancati dei vertici dell’Eurozona, dove i leader discutono incessantemente ma non arrivano mai a una decisione comune.
C’era bisogno di formare un gruppo più ristretto, in grado di esercitare il potere con fermezza ma anche in maniera informale.
Quella sera, mentre Claudio Abbado dirigeva l’Orchestra Mozart di Bologna, nasceva la cupola dell’Unione europea.
Soltanto pochi mesi fa l’idea che il capo di un governo europeo cercasse di destabilizzarne un altro, o addirittura provocarne la caduta, era del tutto impensabile.

La scorsa settimana, invece, i leader di due paesi dell’Ue sono stati costretti a dimettersi”. Il problema è nella leadership di Francoforte: “Il fondo di salvataggio dell’euro, che ha una potenza di fuoco di mille miliardi di euro, è gestito da uno staff di quindici persone.

Evidentemente oggi è possibile controllare un continente formato da diversi stati nazione mettendo insieme pochi individui che la pensano allo stesso modo nei camerini di un teatro dell’Opera di Francoforte. E tutto nel nome dell’unità dell’Europa”.

Secondo lo Spectator, l’Italia era un osso più duro della Grecia di Papandreou: “A parte l’interesse sul debito, l’Italia ha uno dei più grandi surplus dell’Eurozona. Il suo nord è una delle regioni più ricche del continente e lo sarebbe ancora di più se ci fosse una lira da svalutare per aiutare gli esportatori.

Le famiglie sono risparmiatrici e il debito è alto ma stabile”. Lo Spectator definisce l’operazione che ha portato i tecnocrati al governo come “l’incontro fra la gerarchia europeista e il potere finanziario tedesco: una sorta di Bruxelles sul Reno”.

“Il piromane torna sulla scena del crimine”
Anche l’Economist, con toni più compassati ma altrettanto chiari, esprime dubbi sull’operazione: “Hai un PhD, allora puoi governare”. Il magazine britannico sostiene che “i tecnocrati saranno bravi a dire quanto debba soffrire un paese, come rendere sostenibile il debito o risolvere una crisi finanziaria, ma non saranno bravi a distribuire il dolore. Questa è una questione politica”.

Sul Wall Street Journal, Walter Russell Mead parla di “guerra culturale” e di un tentativo tedesco di imporre regole prussiane a paesi culturalmente diversi come l’Italia.

Ironizza con la Francia, che “è fondamentalmente un paese da Club Med con alcune caratteristiche del nord (storicamente rinvenibili fra ugonotti ed ebrei, comunità da cui vengono molti degli imprenditori francesi di maggior successo)”.

Di “tecnocrazia barcollante”, con riverberi statunitensi, parla sulla rivista conservatrice National Review Victor Davis Hanson: “Stiamo vivendo la crisi di fede nei nostri guardiani illuminati degli ultimi trent’anni”.

Hanson biasima le “caratteristiche in comune della tecnocrazia occidentale: credenziali accademiche, nomine governative, politiche progressiste e un passe partout per godere della propria ricchezza personale senza essere percepita in contraddizione con le politiche egualitarie”.

Hanson è durissimo anche con quei “giornalisti tecnocratici che amano l’autocratica Cina e odiano i Tea Party”.

Sempre su National Review ne scrive Andrew Stuttford: “Come aveva capito Berlusconi, è la moneta il problema, non il paese.

Chiedere a Monti, un sostenitore della moneta unica, che è stato commissario europeo quando venne varata, di diventare primo ministro è come chiedere a un piromane di tornare sulla scena del crimine e dargli un’altra tanica di benzina”.[/color]


c'è da chiedersi però quanto siano di parte questi articoli d'oltre manica. Gli inglesi hanno tutto da guadagnare dalla fine della moneta unica?

E andrei piano sull'idea di tornare allegramente alla lira senza prima elencare tutti gli effetti negativi di una tale scelta.



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MessaggioInviato: 18/11/2011, 21:19 
Piano della Germania per un Fondo
in grado di commissariare i Paesi in crisi

Secondo la stampa britannica, c'è una strategia di Berlino per la nascita di un direttorio che potrebbe soccorrere gli Stati in difficoltà, riducendo però la loro sovranità politica ed economica


ERLINO - C'è un piano segreto di Berlino per creare un Fondo monetario europeo in grado di soccorrere gli Stati dell'eurozona in preda a gravi difficoltà o crisi del debito sovrano, e di fatto ridurre significativamente la loro sovranità in politica economica e di bilancio in cambio degli aiuti. Lo scrive stamane il quotidiano conservatore britannico The Daily Telegraph, citando un asserito documento di sei pagine in merito stilato dal ministero degli Esteri tedesco. La notizia viene lanciata dal Telegraph proprio mentre il premier britannico David Cameron è in una difficile missione a Berlino, tra contrasti con Angela Merkel sul futuro monetario e politico dell'Europa e affermazioni del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble secondo cui presto il Regno Unito abbandonerà la sterlina e si unirà all'euro. E intanto la Cancelliera chiede modifiche ai trattati europei, offrendo rinunce tedesche alla sovranità devolvendola all'Europa.

Il fondo monetario europeo, scrive il Telegraph affermando di citare appunto un documento riservato del ministero degli Esteri tedesco, avrà il potere di mettere i paesi in crisi in gestione controllata e di gestire la loro economia. Il documento s'intitola 'Il futuro dell'Unione europea: i necessari miglioramenti di integrazione politica per la creazione di un'unione di stabilità". "Il dibattito sulle modalità di un'unione politica europea deve iniziare non appena si è tracciata la strada per procedere verso un'unione della stabilità", afferma il paper secondo il quotidiano britannico. Il quale sottolinea il timore, specie di Londra, che la posizione tedesca apra la strada sia a una possibilità di default dei paesi in crisi di debito sovrano, sia - con le proposte modifiche ai trattati e la devoluzione di sovranità nazionale all'Europa - alla creazione di un superStato europeo.

Il Telegraph scrive anche che limitare l'effetto delle modifiche dei trattati proposti ai soli dell'Eurozona (ma le modifiche dovrebbero venir approvate da tutti i 27 membri della Ue) renderebbe più facile la ratifica e renderebbe necessari meno referendum. Ciò anche per dissuadere Londra da un referendum sulla Ue, sempre secondo l'interpretazione del quotidiano britannico

http://www.repubblica.it/economia/2011/ ... -25209088/

[8)]


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MessaggioInviato: 18/11/2011, 23:54 
La Gran Bretagna con la (moneta di mer..)volevovo dire euro cioe` Mer.. Ho detto una parolaccia. mai.
Mica sono coglio.. Ho detto una parolaccia.
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MessaggioInviato: 19/11/2011, 01:31 
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rmnd ha scritto:

E andrei piano sull'idea di tornare allegramente alla lira
senza prima elencare tutti gli effetti negativi di una tale scelta.



Sicuramente la cosa andrebbe approfondita. Tra le cose che ho letto in giro, emerge comunque che economisti di una certa caratura (che definirei quanto meno non allineati con il resto della "banda bassotti"), pur evidenziando la svalutazione pressochè certa, dicono con assoluta chiarezza che una simile scelta, allo stato dell'arte, sarebbe meno dannosa. Un pò come dire che... rappresenterebbe il male minore [8]



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Il trionfo degli euro scettici. Ciao moneta Ue

di: WSI Pubblicato il 18 novembre 2011

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http://www.wallstreetitalia.com/article ... ta-ue.aspx

New York - Addio al sogno della moneta unica. "L’Eurozona si sta sgretolando". E’ Bernard Connolly, analista indipendente che lavora alla Commissione europea, ad aver tracciato un quadro senza appello per il destino dell’euro.

Lo aveva fatto di fronte a una platea alquanto scettica durante una conferenza stampa tenutasi la scorsa primavera a Los Angeles presso il Milken Institute, dove aveva messo in guardia sul fatto che Grecia, Italia, Portogallo e Spagna non avrebbero soltanto dovuto rivedere le loro politiche di bilancio per rimettersi su un percorso virtuoso di crescita. A far da bussola sarebbero, infatti, state a suo avviso le soluzioni promosse dai policy makers.

"L’attuale condotta politica porterà dritti a disordini sociali", aveva scandito, aggiungendo: "Nessuno dovrebbe dimenticare la storia di questi paesi: tutti quanti hanno avuto guerre civili, dittature fasciste e rivoluzioni. E questo – aveva concluso in quell’occasione – sarà di nuovo il loro futuro, se i governanti non prenderanno le giuste iniziative".

Adesso che la crisi del debito sovrano dalla Grecia si è propagata al resto d’Europa e rischia di inghiottire anche la Francia, oltre che l’Italia e la Spagna, quelle previsioni di Connolly non solo hanno conquistato maggiore validità, ma secondo gli addetti impongono nuove riflessioni su un’eventuale fine dell’euro.

Una tesi che è in realtà caldeggiata da diversi mesi dagli speculatori dei mercati per eccellenza, gli hedge funds, e che ha trovato sponda anche da economisti del calibro di Martin Feldstein di Harvard e di Paul Krugman di Princeton nonché columnist per New York Times, critici di lunga data sul progetto Eurozona.



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Thethirdeye ha scritto:

Cita:
rmnd ha scritto:

E andrei piano sull'idea di tornare allegramente alla lira
senza prima elencare tutti gli effetti negativi di una tale scelta.



Sicuramente la cosa andrebbe approfondita. Tra le cose che ho letto in giro, emerge comunque che economisti di una certa caratura (che definirei quanto meno non allineati con il resto della "banda bassotti"), pur evidenziando la svalutazione pressochè certa, dicono con assoluta chiarezza che una simile scelta, allo stato dell'arte, sarebbe meno dannosa. Un pò come dire che... rappresenterebbe il male minore [8]

Certamente, per il semplice fatto che la svalutazione monetaria porta sempre con sè dei meccanismi che alimentano la crescita economica...comunque è inutile parlarne, non ce lo permetteranno mai, come lo hanno impedito alla Grecia...



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MessaggioInviato: 19/11/2011, 11:47 
Sì, certo, anche l'Argentina adesso ha un economia in crescita, proprio grazie alla "svalutazione". Ma "svalutazione" significa POVERTA': in Argentina hanno passato anni di fame nera, e adesso si stanno risollevando perchè sono "competitivi", cioè, producono ad un costo inferiore. Cioè, mentre un italiano lavora per, diciamo, 10 euro, in Argentina lo stesso operaio lo pagano 5. Quale sarebbe dunque l'idea: per evitare la povertà bisogna diventare poveri? E ricordatevi che il problema vero resterebbe: perchè nelle crisi non è che spariscano, i soldi, vengono solo accentrati, e più poveri ci sono, più ricchi diventano i privilegiati, e più sono ricchi più sono capaci di fare quello che vogliono.

E, tanto per "post-scribere", dato che l'Italia vive di esportazioni, ma anche di importazioni di materie prime, chi mi garantisce che certi Paesi furboni non mi facciano pagare petrolio, carbone e ferro (tanto per dire) in EURO o in DOLLARI invece che con le lirette?

E comunque (PSbis), l'Euro non è in crisi, è in crisi l'Europa...


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MessaggioInviato: 19/11/2011, 11:55 
Caro Thethirdeye, il ritorno della lira in Italia porterebbe solo ed esclusivamente potere agli Italiani.
Probabilmente vi siete dimenticati quando andare in pizzerria costava solo 10.000 lire a testa e oggi ne occorrono 25.00 euro.
La prima cosa che accadrebbe: listino prezzi in lira, il che riporterebbe ad un abbassamento costante sino anche al 100% dei prezzi ridando potere alle famiglie. Il che vorrebbe dire eliminazione progressi va del debito.
Oramai il 90 % degli italiani vivono con una carta revolving tipo carta aura e disastri del genere.
Una moneta debole porterebbe tutti i paesi del mondo a investire in Italia e di conseguenza un aumento delle esportazioni.
Gli Italiani hanno una cultura Italiana legata alla lira e mi auguro che possano riottenere la loro moneta.
Per chi vive` in Uk avra` il vantaggio (nel caso l`uscita dell`euro)di vedere e di vivere un impennata del 100% del valore della sterlina.
Vedremo.
Da Londra
Alex



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MessaggioInviato: 19/11/2011, 12:20 
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sezione 9 ha scritto:

Sì, certo, anche l'Argentina adesso ha un economia in crescita, proprio grazie alla "svalutazione". Ma "svalutazione" significa POVERTA': in Argentina hanno passato anni di fame nera, e adesso si stanno risollevando perchè sono "competitivi", cioè, producono ad un costo inferiore. Cioè, mentre un italiano lavora per, diciamo, 10 euro, in Argentina lo stesso operaio lo pagano 5. Quale sarebbe dunque l'idea: per evitare la povertà bisogna diventare poveri? E ricordatevi che il problema vero resterebbe: perchè nelle crisi non è che spariscano, i soldi, vengono solo accentrati, e più poveri ci sono, più ricchi diventano i privilegiati, e più sono ricchi più sono capaci di fare quello che vogliono.

E, tanto per "post-scribere", dato che l'Italia vive di esportazioni, ma anche di importazioni di materie prime, chi mi garantisce che certi Paesi furboni non mi facciano pagare petrolio, carbone e ferro (tanto per dire) in EURO o in DOLLARI invece che con le lirette?

E comunque (PSbis), l'Euro non è in crisi, è in crisi l'Europa...


Ma si infatti.
Il ritorno alle vecchie valute nazionali può far comodo all'Inghilterra e per questo le tesi descritte sopra dai quotidiani d'oltremanica non sono del tutto disinteressate.

L'euro e l'unione politica europea sono un'ottima scelta.
Peccato sia stato gestito male almeno per noi , l'entrata nella moneta unica (ma si sa, da una posizione di inferiorità non potevano contrattare nulla di meglio con la solita aggressiva Germania) . Non meglio è andata per l'unione politica europea. Anzi non è mai iniziata.
Ed è quindi naturale che il paese più forte e storicamente più aggressivo cerchi d'imporsi ancora una volta a danno degli altri.

Intanto sarebbe ottima cosa, non solo simbolica, ridurre l'indipendenza della BCE; indipendenca che la rende di fatto uno stato nello stato e spostare la sua sede fisica da Francoforte verso un paese politicamente più neutro e ininfluente come il Belgio. Ma temo che il ruolo politico della BCE non si potrà ridurre fino a quando non esistera un'unione europea politica compiuta.


Ultima modifica di rmnd il 19/11/2011, 12:23, modificato 1 volta in totale.


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sezione 9 ha scritto:

Sì, certo, anche l'Argentina adesso ha un economia in crescita, proprio grazie alla "svalutazione". Ma "svalutazione" significa POVERTA': in Argentina hanno passato anni di fame nera, e adesso si stanno risollevando perchè sono "competitivi", cioè, producono ad un costo inferiore. Cioè, mentre un italiano lavora per, diciamo, 10 euro, in Argentina lo stesso operaio lo pagano 5. Quale sarebbe dunque l'idea: per evitare la povertà bisogna diventare poveri? E ricordatevi che il problema vero resterebbe: perchè nelle crisi non è che spariscano, i soldi, vengono solo accentrati, e più poveri ci sono, più ricchi diventano i privilegiati, e più sono ricchi più sono capaci di fare quello che vogliono.

E, tanto per "post-scribere", dato che l'Italia vive di esportazioni, ma anche di importazioni di materie prime, chi mi garantisce che certi Paesi furboni non mi facciano pagare petrolio, carbone e ferro (tanto per dire) in EURO o in DOLLARI invece che con le lirette?

E comunque (PSbis), l'Euro non è in crisi, è in crisi l'Europa...

Sarebbe comunque il male minore, mentre l'effetto di cui parli e che ho evidenziato, sarà sicuramente provocato dai futuri interventi del governo monti...vedrai che sarà proprio così, anche se spero vivamente di sbagliarmi...


Ultima modifica di Angel_ il 19/11/2011, 12:29, modificato 1 volta in totale.


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sezione 9 ha scritto:

Sì, certo, anche l'Argentina adesso ha un economia in crescita, proprio grazie alla "svalutazione". Ma "svalutazione" significa POVERTA': in Argentina hanno passato anni di fame nera, e adesso si stanno risollevando perchè sono "competitivi", cioè, producono ad un costo inferiore. Cioè, mentre un italiano lavora per, diciamo, 10 euro, in Argentina lo stesso operaio lo pagano 5. Quale sarebbe dunque l'idea: per evitare la povertà bisogna diventare poveri?


No, per evitare la povertà, non bisogna diventare "poveri"... ma bisogna diventare "competitivi". E l'Italia è ben lontana da esserlo. Ti faccio un esempio. L'italia ha il patrimonio artistico, culturale, paesagistico e architettonico più importante del mondo. Vero. Potrebbe vivere di solo Turismo. Bene. Ma non è né congruo e né competitivo rispetto al resto del mondo SE immette nel mercato (tanto per fare un esempio) una camera doppia in un Hotel 4 stelle della capitale a 500 euro a notte. Perchè con quasi la metà, nel centro di New York, è possibile prenotare un'intera Suite Imperiale, con tanto di bagno turco privato, vasca idromassaggio a 24 getti, bottiglia di Champagne in camera e cena per due a lume di candela compresa nel prezzo. Capisci da solo che qualcosa non funziona come dovrebbe? E allora, competitività, vuol dire (in linea generale) offrire "prodotti ei servizi" ad una cifra ragionevole. Perchè questo invoglia i turisti a venire in Italia e gli imprenditori ad investire in progetti reali... che nulla hanno a che vedere con le innumerevoli "cattedrali nel deserto" che oramai non muovono più economia.



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Aggiungo che ha anche una notevole riserva aurea.



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Cita:
DeMultaNocte ha scritto:

[i]Piano della Germania per un Fondo
in grado di commissariare i Paesi in crisi

Secondo la stampa britannica, c'è una strategia di Berlino per la nascita di un direttorio che potrebbe soccorrere gli Stati in difficoltà, riducendo però la loro sovranità politica ed economica



E io che cosa dicevo, perbacco?

Un' Europa di cartone in cui comanda la solita Germania, e con che risultati si vede... e che di speranza ne è rimasta una sola, al solito.

E voi cosa rispondevate? "Sì sì adesso la colpa della crisi è loro..." sarcastici...


Ridi ridi.... Adesso che gli altarini della "Crisi" creata ad arte stanno saltando fuori.... non ridete più.


Da vedere dopo aver riletto quella mirabile intervista all' ex cancelliere tedesco Schroeder,

che propone letteralmente di "rinunciare alla sovranità nazionale"

e che "l' unico ostacolo sono gli inglesi, si mettono sempre in mezzo!"





E poi uno non ha ragione....


Concludo commentando l' incommensurabile green:

Cita:
Aggiungo che ha anche una notevole riserva aurea.


Motivo del loro fortissimo interesse nel prendere il controllo di questo Paese....

La NWO Coin si stamperà arraffando tutto l' oro possibile, salteranno fuori pure i tesori trafugati dai loro precedessori con la doppia esse...

Vedrete....


Siamo messi molto male, svegliatevi adesso perchè domani potrebbe essere troppo tardi...

Saluti,

Aztlan


PS: TTE non riesco a inserire i video, se ci sono problemi tecnici puoi aggiustarlo tu?



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Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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Cita:
greenwarrior ha scritto:

Aggiungo che ha anche una notevole riserva aurea.

2500 tonnellate, siamo al terzo posto al mondo!!...



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Cita:
Angeldark ha scritto:

Cita:
greenwarrior ha scritto:

Aggiungo che ha anche una notevole riserva aurea.

2500 tonnellate, siamo al terzo posto al mondo!!...

A questo mirano!!!.


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