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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 24/03/2020, 15:23 
GLI MBECILLI SONO AL GOVERNO (IMBOSCATO PER PAURA) CON IL SUO "DUCETTO" CHE PRENDE MISURE, PRIMA COMUNICANDOLE SU FB, E IL GIORNO DOPO UFFICIALMENTE AGLI ITALIANI. HA TRASCURATO TUTTO FIN DA PRINCIPIO!

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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 24/03/2020, 15:24 
Vabbè, adesso speriamo di girar prima o poi pagina, ergo che inizino a calare i contagi e le relative conseguenze anche perchè per la cittadinanza non è facile vivere da confinati in casa per lunghi periodi (pensiamo soltanto a quando arriverà il caldo). Inoltre non possiamo tenere a vita le aziende chiuse.

Ecco, io a questi scenari non voglio nemmeno pensare.



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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 24/03/2020, 15:27 
.. IL "CARISSIMO AMICO" NON VUOLE AMMETTERE CHE SE IL PRIMO FOCOLAIO FOSSE ACCADUTO GIU' (CON LE FORMICHE NEGLI OSPEDALI) SAREBBE STATO .. UN GENOCIDIO!


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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 24/03/2020, 15:28 
Ufologo 555 ha scritto:
...


Pensa a stare bene e tranquillo ufologo invece di abbaiare alla luna senza senso. e pensa al tuo commissario per l'emergenza che in 3 giorni si è beccato il virus come un ******** qualunque invece di pensare al governo. La colpa è solo vostra e della mala gestione che avete palesato in quell'area e come testimoniato da testimoni delle strutture ed ampi reportage che immagino tu non ti sia preso la briga di leggere auto fomentandoti sui quotidiani locali e sui siti idioti dei voi legaioli che spacciano solo fake news.
Tutto il resto viene dopo. e magari evita questi post da bimbominchia a caratteri cubitali grazie.

Per la diatriba NORD vs SUD c'è il topic apposta, vai a menarla lì se ne vuoi parlare assieme a bleffort. Poteva accadere ovunque ed invece è accaduto da voi e lo avete gestito col culo e vi siete impestati a dovere. questa è la verità a prescindere se il governo ha agito in tempo o meno. Ha agito nei tempi in cui stanno agendo tutte le democrazie occidentali volute dai tuoi amici rapaci, devi essere felice di ciò Ufologo, questo pè il frutto del lavoro dei tuoi amici, nè più nè meno.


Ultima modifica di MaxpoweR il 24/03/2020, 15:32, modificato 2 volte in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 24/03/2020, 15:30 
Perché, di grazia, solo Mik.300 può farli? E' raccomandato?
Io lo faccio per te! Forse non ci vedi bene quando scrivo .... [:246]
Oppure, come usano dire i toscani, NON TI GARBA! [:298]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 24/03/2020, 15:33, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 24/03/2020, 15:33 
mik è raccomandato ai piani alti, ha i santi in paradiso, tu hai me che ti sta col fiato sul collo [}:)]



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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 24/03/2020, 15:34 
Per quel che mi riguarda puoi andare tranquillamente aff .....................!!! [:293]
Il tuo fiato puzza di zolfo ... [:298]


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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 24/03/2020, 15:37 
meglio di zolfo che di latte [:302] riguardati Ufò



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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 24/03/2020, 15:40 
(.. per cui era giusto chi mi aveva dato informazioni sul tuo conto! Pussa via!)


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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 24/03/2020, 15:43 
uhsdudshhusdsdahu siamo allo spionaggio, sono contento che tu abbia ricevuto giuste informazioni ma sappi che posso essere anche molto peggio :)

Ce n'è gente senza un cavolo da fare in cerca di informazioni... Che poi potevi chiedere direttamente a me se volevi info, non sono mica uno dei servizi ^_^ I famosi uccellini che circolano nel forum vanno a riferire direttamente a te quindi, non voglio nemmeno immaginare le porcherie che tenete scritte in quei messaggi privati. Poveri stronzi senza cervello.


éer toprnare a parlare di cose serie e non delle farneticaizoni di un allucinato come Ufologo:

Cita:

Coronavirus. L'aereo.
Coronavirus: in mezzo all'esagerata mole di informazioni, notizie e pareri, molta gente (comprensibilmente) non sta capendo più nulla.
Inizialmente tutti minimizzavano, qualcuno parlava di tragedia in corso. Poi l'allarme è diventato panico ora quasi caos totale.
Questo non serve, non fa bene a nessuno e non aiuta né chi deve lavorare né il cittadino.
Una delle conseguenze è che si passa dall'indifferenza totale, all'estremo opposto, il panico incontrollato. Quello che non conosciamo ci spaventa. Sempre.
Allora oggi non voglio scrivere l'ennesimo post pieno di dati, di notizie sul Coronavirus, sull'epidemia ma su un aspetto che tanti cominciano a non avere chiaro.
Qual è il problema?
Perché questa epidemia sembra mettere in ginocchio le nostre abitudini, sicurezze, normalità?
Aziende chiuse, vita ferma, nessuno per strada: cosa sta succedendo? Questa malattia è così terribile, tanto terribile da obbligarci a stare a casa? Ma se è così terribile, perché non ce lo dicono?

Ecco, quanti di voi sicuramente si siano fatte queste domande. Io mi limiterò a rispondere a una, una di quelle più frequenti.
Perché tanto allarme?

La malattia (Covid-19) causata da questo virus (SARS-Cov-2) è una malattia in linea di massima non grave. Causa sintomi simil influenzali (rinite, febbre, sintomi gastrointestinali, sintomi respiratori) che però possono diventare molto gravi fino a complicarsi con una polmonite che è sicuramente impegnativa potendo risultare anche letale. Un'altra caratteristica abbastanza abituale in molte infezioni da virus è che queste risultano molto più aggressive e rischiose nelle persone con problematiche di salute e a rischio. Le persone anziane quindi, come coloro che hanno una o più malattie (ipertensione, diabete, cardiopatie, tumori e altro) sono molto più soggette a complicanze anche gravissime.
Queste, se fate caso, sono le stesse preoccupazioni di tante altre malattie infettive, con alcune differenze fondamentali. Per la maggioranza delle malattie infettive non ci sono molte cure efficaci (fanno eccezione l'AIDS e l'epatite C, per la quale oggi c'è una nuova cura efficacissima). Tutta la medicina si basa sulla prevenzione. Malattie come l'influenza o il morbillo quindi sono prevenibili perché abbiamo dei vaccini che ci consentono non solo di proteggere la singola persona ma anche la comunità (meno persone infette meno contagi). Questo non vale per Covid-19. È già un problema.
Il secondo problema è che questa malattia non la conoscevamo e non la conosciamo. È arrivata perché un virus che colpiva gli animali ha fatto un "salto" e ha iniziato a colpire l'uomo. Questo lo rende subdolo. Non sapevamo cosa causasse (ora lo sappiamo un po' meglio), che caratteristiche avesse, come si propagasse e così via. Un nemico sconosciuto non è mai un nemico semplice da battere e questo ha, nei confronti di quelli che conosciamo, molte differenze.
Una tra tutte è la contagiosità (la capacità di contagiare gli altri, quante persone ne contagia una con la malattia) che, in epidemiologia, si indica con un valore R0 (erre zero). Ogni malattia infettiva ha un suo R0. L'influenza stagionale, ad esempio, ha una contagiosità di 1,3 (una persona ne contagia 1,3). Il Coronavirus ne ha una di 3 (un infetto ne contagia 3). Poca differenza, vero?
No. Questo significa che in poco tempo l'influenza farà pochi contagiati (ne farà tanti nel tempo se non limitata), il Coronavirus ne farà tantissimi subito. Per capirci ancora meglio:
Se una persona con l'influenza contagia 1,3 persone, dopo 10 passaggi (quindi le 1,3 persone ne contagiano altre 1,3 e così via...ovvero 1,3^10) avremo 14 contagiati.
Se un persona con Covid-19 contagia 3 persone, dopo 10 passaggi avremo 59.000 contagiati.

Così forse è più chiaro.


Il terzo problema, forse il più grave, è che tutto questo è successo in pochissimi giorni. L'influenza stagionale, che è sempre molto subdola e rischiosa (e in certe stagioni fa letteralmente strage di persone) si "spalma" in un periodo variabile ma che in genere dura 5-6 mesi. Nel 2019-20 ha causato circa 7 milioni di contagi con 8000 morti diretti e indiretti. Non male.
Ma questi casi, anche nella peggiore delle ipotesi, sono curati, ricoverati, rianimati, in quel periodo di sei mesi già ricordato.
In questo caso abbiamo avuto invece un numero più basso di contagi (solo per questioni di tempo) e complicanze, tutte concentrate in due mesi e improvvisi.
Capisco che si tratti di un dato difficile da visualizzare. Qualcuno infatti, quando l'ho spiegato, mi ha chiesto cosa cambiasse avere 2000 casi in un mese o in tre mesi. Non è facile spiegarlo. Ci provo con un esempio, quello dell'aereo.

Lo prendete l'aereo per viaggiare? Quando lo prendete, non avete mai un po' di paura o dubbio? Mai mai?
Ammettiamo di averne un po', pochissima, solo perché "volare" è certamente innaturale, non normale. Non dico terrore o paura di volare, proprio quel leggero brivido prima di salire, che dura un attimo. Poi sparisce.
Perché?
Perché pensandoci, razionalizzando, si capisce che l'aereo è un mezzo sicurissimo, tra i più sicuri tra i mezzi di spostamento. Cadono gli aerei, ci sono gli incidenti ma sono già pochissimi e, soprattutto in relazione al numero di voli aerei, sono davvero l'assoluta minoranza. Certo, quando c'è un incidente aereo è terribile, tante persone morte in un unico istante, immaginiamo la loro paura, non avere grandi possibilità di salvezza ma meno male, succede proprio pochissime volte, possiamo dire "quasi mai".
Avere paura dell'aereo è irrazionale, non è giustificato e per questo lo usiamo e con tanta tranquillità.
Nel 2019 sono avvenuti solo 9 (!) incidenti aerei. Su più di 35.000.000 di voli. Praticamente un'inezia. Niente paura quindi, se oggi partisse il vostro volo aereo potete stare tranquilli, molto ma molto probabilmente non cadrà, anzi possiamo dire con sicurezza che quasi sicuramente non cadrà.



Mettiamo che, per una sconosciuta (come il nostro virus) e strana combinazione, tutti gli incidenti aerei di un anno avvenissero nell'ora di partenza del nostro. Un incredibile evento imprevedibile, inaspettato, concentrerà i 9 incidenti aerei che normalmente avvengono nell'anno (nel mondo!), proprio in quel momento nel quale saremo in volo noi e proprio tra quelli che partiranno dal nostro aeroporto di partenza. Ma forse anche se ipotizzassi che questo strano avvenimento non riguardasse solo l'aeroporto di partenza ma la nostra intera nazione.
Avremmo la stessa tranquillità? No.
Si potrebbe dire "è molto difficile che l'aereo cadrà"? No, non è più molto difficile, è sempre raro succeda (circa 8000 voli al giorno in Italia con 9 incidenti) ma succede spesso e potrebbe succedere proprio a noi. Ho fatto un conto (molto vago, veloce, tanto per rendere l'idea) e ogni 74 aerei uno cadrà, uccidendo tutti. E succederà per 9 volte.
Che dite? Lo prendiamo questo aereo in quell'ora?
Forse non precipiteremo, non è così facile ma quel giorno sarà meglio stare a casa: a casa.

Ecco, con questa epidemia è successa una cosa simile. In senso relativo (perché anche un morto è già un dramma) pochi casi, pochi morti, poche complicanze ma tutte in uno stesso momento, poco ampio che rende i casi tantissimi e difficili da gestire e se non fermassimo il contagio, la malattia continuerà a mietere vittime in abbondanza.
Questo ha causato saturazione delle strutture di cura, dell'organizzazione sanitaria che si è trovata in difficoltà per curare chi è stato colpito dalla malattia (e praticamente senza cure), delle strutture di ricovero e organizzative. Insomma un duro colpo.
Questo non ha solo creato problemi per curare i malati di Covid-19 ma anche gli altri.
Perché per uno strano meccanismo mediatico, ci siamo dimenticati di tutti gli altri, dei malati cronici, dei pazienti in rianimazione da mesi, di quelli colpiti da malattie acute, infarti, degli incidenti stradali, ictus. Un vero disastro. Ecco perché è grave quello che sta succedendo e dobbiamo fermarlo, ecco perché è un problema serio e preoccupante, ecco perché stiamo a casa. Volere uscire, volere continuare a fare la vita di prima, equivarrebbe a voler prendere un aereo che unico tra 74 cadrà, non per forza sarà il nostro ma c'è una buona possibilità possa esserlo, meglio andare a piedi.

Non so se mi sono spiegato ma il dramma, fondamentalmente, è tutto qui.
L'aereo cade sempre ma stavolta ne sono caduti tanti nello stesso giorno, meglio stare a casa.

Alla prossima.

https://www.medbunker.it/2020/03/corona ... o.html?m=1


Articolo ben fatto che rende evidenti i limiti della sanità lombarda nell'approccio al contagio che ha causato il disastro delle provincie di bergamo e brescia più che in altre aree dove il contagio bene o male lo si sta limitando nel possibile, come ampiamente documentato dagli addetti ai lavori. Perchè il problema non è il virus in se ma la disorganizzazione ad affrontare un patogeno non molto pericoloso in via generale ma con un indice di contagio R più elevato.


Ultima modifica di MaxpoweR il 24/03/2020, 15:50, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 24/03/2020, 15:50 
Lo sfogo di un medico

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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 24/03/2020, 15:55 
Cita:
Domenica 23 febbraio, nel pomeriggio, due giorni dopo lo scoppio del primo focolaio di Codogno, vengono accertati due casi positivi di Covid19 all’ospedale “Pesenti Fenaroli” di Alzano Lombardo, almeno uno di loro passa dal pronto soccorso, un luogo angusto e affollato. L’ospedale viene immediatamente “chiuso”, per poi riaprire – inspiegabilmente – alcune ore dopo, senza che ci sia stato “nessun intervento di sanificazione e senza la costituzione nel pronto soccorso di triage differenziati né di percorsi alternativi”, come denunciano due operatori sanitari che chiedono l’anonimato.

“Nei giorni successivi – si legge nella loro lettera pubblicata da Avvenire – si apprende che diversi operatori, sia medici che infermieri, risultano positivi ai tamponi per Covid19, molti di loro sono sintomatici”. Ma le disposizioni cambiano velocemente e pochi giorni dopo “tutti i contatti stretti delle persone accertate positive non vengono più sottoposti a tampone se asintomatici”. Come pensare quindi di delimitare il contagio, isolando i possibili vettori? Si chiedono i due operatori sanitari dipendenti della struttura ospedaliera. La domanda ce la poniamo anche noi.

Soprattutto perché la maggior parte delle persone transitate nell’ospedale e nel pronto soccorso quella domenica di fine febbraio, una volta uscite – senza essere né diagnosticate, né isolate e ignare dei casi positivi riscontrati – sono tornate a casa dalle proprie famiglie, il giorno dopo sono andate in ufficio, in fabbrica, a fare la spesa, in palestra, al parco, al bar a fare l’aperitivo, si sono mosse liberamente per il comune, per la provincia e la regione, altre sono anche andate a sciare, magari a Valbondione (località sciistica in provincia di Bergamo) dove, guarda caso, si sono registrate impennate di contagi da coronavirus nei giorni successivi. Le scuole sono già chiuse da alcuni giorni in tutta la Lombardia, ma la gente continua a lavorare e soprattutto a uscire.

Intanto nell’ospedale di Alzano Lombardo si ammalano un po’ tutti: dal primario, ai medici, dagli infermieri ai portantini. Ci sono addirittura pazienti che entrano con una frattura ed escono morti positivi a Covid19. E con l’aumento dei casi, aumenta anche la voglia di denunciare. Un’altra infermiera si sfoga con il quotidiano locale Valseriana News: “noi stasera siamo di guardia al pronto soccorso con un medico positivo al tampone – racconta la donna con voce concitata al telefono – e nessuno lo allontana, gli hanno dato ordine di rimanere qui fino a domani mattina, indossando la mascherina. Rischio il posto di lavoro a dire queste cose, ma sono stanca di essere presa per i fondelli, ci sono mille raccomandazioni e poi mi metti di guardia un medico che sai che è positivo!”.

Insomma, in barba al buon senso e a qualunque criterio logico di protezione, dall’ospedale di Alzano il contagio si allarga a macchia d’olio a tutta la provincia. “Anche noi siamo rimasti attoniti da quello che è successo quella domenica pomeriggio all’ospedale – mi dice il sindaco di Alzano Lombardo, Camillo Bertocchi – consideri che la mattina stavamo decidendo se festeggiare o no il carnevale e il pomeriggio ci sono stati i primi due casi”.

Ma la gravità della situazione emerge chiaramente una settimana dopo, quando si inizia a vedere un aumento esponenziale dei contagi, soprattutto nel vicino comune di Nembro e sono in molti nella valle a chiedere una zona rossa come quella di Codogno. “Abbiamo capito da subito che la situazione era seria – continua il sindaco Bertocchi – e infatti insieme ad altri sindaci abbiamo emesso immediatamente delle ordinanze urgenti per stringere le maglie di quella ministeriale. Non so se si ricorda ma nella stessa città di Bergamo si invitava la gente a tornare nelle strade a sostenere le attività, a prendere i mezzi pubblici, mentre noi consapevoli della criticità avevamo preteso fermezza. È stato un momento non semplice, perché i nostri operatori e commercianti si chiedevano perché la gente a Bergamo potesse fare ciò che voleva, mentre il sindaco di Alzano li costringeva a chiudere a una determinata ora. Per il semplice motivo che noi avevamo inteso la gravità e il principio era: regole rigide subito per uscirne il prima possibile”.

E invece oggi Alzano Lombardo conta oltre 50 morti in tre settimane, sette volte la media. “Più che le fabbriche bisognava fermare tutto quello che succedeva intorno alle fabbriche, penso ai locali, ai ristoranti, la vita è continuata in maniera normale, supermercati pieni, assembramenti in piazza, questo tra il 23 febbraio e l’8 marzo. In Val Seriana la gente continuava a viver come prima.

Quando è uscito il decreto ministeriale del primo marzo, nel quale si diceva che le società sportive potevano continuare a restare aperte – stigmatizza Bertocchi – noi lo abbiamo visto come una cosa folle, tant’è che abbiamo chiamato le società sportive e gli abbiamo detto: il decreto vi da la possibilità di restare aperte, ma noi vi invitiamo ad astenervi dal farlo. Qua giocano migliaia di ragazzi, abbiamo squadre di pallavolo, calcio, pallacanestro. La norma aveva introdotto una sorta di lassismo dicendo, va bene potete continuare a fare sport, e noi a ripetere: ma allora non avete capito la situazione! È grave, dal governo non ci date la possibilità di fare delle ordinanze e allora chiediamo un atto di responsabilità ai nostri cittadini”.

I giorni antecedenti all’8 marzo – data di chiusura della Lombardia – sono stati tesissimi. “Abbiamo cercato risposte – mi spiega il sindaco di Alzano – e non le abbiamo avute: né dal governo, né dalla prefettura, non abbiamo capito perché si siano aspettati tutti quei giorni. In quei 4 giorni la gente era più interessata a capire se c’era o no la zona rossa e non era interessata a contenere i contagi. Non c’era la percezione del pericolo e questa incertezza non ha giovato alla nostra missione che era quella di contenere l’epidemia. Arriverà il momento in cui capiremo che cosa è successo”.

E per capire davvero che cosa sia successo tra il 23 febbraio e l’8 marzo, per capire per quale motivo non si sia sigillata subito (come approvato anche dall’Istituto Superiore di Sanità) una zona infetta di soli 25 mila abitanti – evitando magari di chiuderne una da 11 milioni prima e da 60 milioni dopo – dovremmo considerare anche l’altro aspetto centrale di tutta questa storia, quello economico. Creare subito una zona rossa tra Alzano Lombardo e Nembro avrebbe significato bloccare quasi quattromila lavoratori, 376 aziende, con un fatturato da 700 milioni l’anno.

“Un danno incalcolabile per il nostro territorio, un enorme dramma per il nostro tessuto economico”, diceva il sindaco Bertocchi due settimane fa quando, invocando la zona rossa, chiedeva comunque ambiguamente di mantenere la circolazione delle merci. Il termometro della preoccupazione è rimasto altissimo per giorni in questa valle produttiva. Colossi come la Persico Group (nota per gli scafi di Luna Rossa per l’America’s Cup) o la Polini Motori si sono trincerate dietro un no comment.

Eppure sono molti gli imprenditori che hanno palesato il timore che un isolamento forzato del loro territorio li avrebbe danneggiati irrimediabilmente. L’unica cosa che ci è data sapere oggi sono i numeri incontrovertibili di questa battaglia, messi lì a dimostrarci tutti i nostri errori. Quali siano lo capiremo, forse, a epidemia passata. Intanto la direzione sanitaria dell’ospedale di Alzano Lombardo mi ha comunicato di “non ritenere opportuno in questo momento rispondere” alle mie domande. Hanno altre emergenze da gestire e da una settimana lo fanno anche con l’ausilio dell’esercito.



fonte: https://www.tpi.it/cronaca/coronavirus-caos-ospedale-alzano-lombardo-cosi-bergamo-epicentro-pandemia-20200317567879/

Per non dimenticare chi ci ha ridotto così.



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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 24/03/2020, 16:16 
MaxpoweR ha scritto:
Cita:
Domenica 23 febbraio, nel pomeriggio, due giorni dopo lo scoppio del primo focolaio di Codogno, vengono accertati due casi positivi di Covid19 all’ospedale “Pesenti Fenaroli” di Alzano Lombardo, almeno uno di loro passa dal pronto soccorso, un luogo angusto e affollato. L’ospedale viene immediatamente “chiuso”, per poi riaprire – inspiegabilmente – alcune ore dopo, senza che ci sia stato “nessun intervento di sanificazione e senza la costituzione nel pronto soccorso di triage differenziati né di percorsi alternativi”, come denunciano due operatori sanitari che chiedono l’anonimato.

“Nei giorni successivi – si legge nella loro lettera pubblicata da Avvenire – si apprende che diversi operatori, sia medici che infermieri, risultano positivi ai tamponi per Covid19, molti di loro sono sintomatici”. Ma le disposizioni cambiano velocemente e pochi giorni dopo “tutti i contatti stretti delle persone accertate positive non vengono più sottoposti a tampone se asintomatici”. Come pensare quindi di delimitare il contagio, isolando i possibili vettori? Si chiedono i due operatori sanitari dipendenti della struttura ospedaliera. La domanda ce la poniamo anche noi.

Soprattutto perché la maggior parte delle persone transitate nell’ospedale e nel pronto soccorso quella domenica di fine febbraio, una volta uscite – senza essere né diagnosticate, né isolate e ignare dei casi positivi riscontrati – sono tornate a casa dalle proprie famiglie, il giorno dopo sono andate in ufficio, in fabbrica, a fare la spesa, in palestra, al parco, al bar a fare l’aperitivo, si sono mosse liberamente per il comune, per la provincia e la regione, altre sono anche andate a sciare, magari a Valbondione (località sciistica in provincia di Bergamo) dove, guarda caso, si sono registrate impennate di contagi da coronavirus nei giorni successivi. Le scuole sono già chiuse da alcuni giorni in tutta la Lombardia, ma la gente continua a lavorare e soprattutto a uscire.

Intanto nell’ospedale di Alzano Lombardo si ammalano un po’ tutti: dal primario, ai medici, dagli infermieri ai portantini. Ci sono addirittura pazienti che entrano con una frattura ed escono morti positivi a Covid19. E con l’aumento dei casi, aumenta anche la voglia di denunciare. Un’altra infermiera si sfoga con il quotidiano locale Valseriana News: “noi stasera siamo di guardia al pronto soccorso con un medico positivo al tampone – racconta la donna con voce concitata al telefono – e nessuno lo allontana, gli hanno dato ordine di rimanere qui fino a domani mattina, indossando la mascherina. Rischio il posto di lavoro a dire queste cose, ma sono stanca di essere presa per i fondelli, ci sono mille raccomandazioni e poi mi metti di guardia un medico che sai che è positivo!”.

Insomma, in barba al buon senso e a qualunque criterio logico di protezione, dall’ospedale di Alzano il contagio si allarga a macchia d’olio a tutta la provincia. “Anche noi siamo rimasti attoniti da quello che è successo quella domenica pomeriggio all’ospedale – mi dice il sindaco di Alzano Lombardo, Camillo Bertocchi – consideri che la mattina stavamo decidendo se festeggiare o no il carnevale e il pomeriggio ci sono stati i primi due casi”.

Ma la gravità della situazione emerge chiaramente una settimana dopo, quando si inizia a vedere un aumento esponenziale dei contagi, soprattutto nel vicino comune di Nembro e sono in molti nella valle a chiedere una zona rossa come quella di Codogno. “Abbiamo capito da subito che la situazione era seria – continua il sindaco Bertocchi – e infatti insieme ad altri sindaci abbiamo emesso immediatamente delle ordinanze urgenti per stringere le maglie di quella ministeriale. Non so se si ricorda ma nella stessa città di Bergamo si invitava la gente a tornare nelle strade a sostenere le attività, a prendere i mezzi pubblici, mentre noi consapevoli della criticità avevamo preteso fermezza. È stato un momento non semplice, perché i nostri operatori e commercianti si chiedevano perché la gente a Bergamo potesse fare ciò che voleva, mentre il sindaco di Alzano li costringeva a chiudere a una determinata ora. Per il semplice motivo che noi avevamo inteso la gravità e il principio era: regole rigide subito per uscirne il prima possibile”.

E invece oggi Alzano Lombardo conta oltre 50 morti in tre settimane, sette volte la media. “Più che le fabbriche bisognava fermare tutto quello che succedeva intorno alle fabbriche, penso ai locali, ai ristoranti, la vita è continuata in maniera normale, supermercati pieni, assembramenti in piazza, questo tra il 23 febbraio e l’8 marzo. In Val Seriana la gente continuava a viver come prima.

Quando è uscito il decreto ministeriale del primo marzo, nel quale si diceva che le società sportive potevano continuare a restare aperte – stigmatizza Bertocchi – noi lo abbiamo visto come una cosa folle, tant’è che abbiamo chiamato le società sportive e gli abbiamo detto: il decreto vi da la possibilità di restare aperte, ma noi vi invitiamo ad astenervi dal farlo. Qua giocano migliaia di ragazzi, abbiamo squadre di pallavolo, calcio, pallacanestro. La norma aveva introdotto una sorta di lassismo dicendo, va bene potete continuare a fare sport, e noi a ripetere: ma allora non avete capito la situazione! È grave, dal governo non ci date la possibilità di fare delle ordinanze e allora chiediamo un atto di responsabilità ai nostri cittadini”.

I giorni antecedenti all’8 marzo – data di chiusura della Lombardia – sono stati tesissimi. “Abbiamo cercato risposte – mi spiega il sindaco di Alzano – e non le abbiamo avute: né dal governo, né dalla prefettura, non abbiamo capito perché si siano aspettati tutti quei giorni. In quei 4 giorni la gente era più interessata a capire se c’era o no la zona rossa e non era interessata a contenere i contagi. Non c’era la percezione del pericolo e questa incertezza non ha giovato alla nostra missione che era quella di contenere l’epidemia. Arriverà il momento in cui capiremo che cosa è successo”.

E per capire davvero che cosa sia successo tra il 23 febbraio e l’8 marzo, per capire per quale motivo non si sia sigillata subito (come approvato anche dall’Istituto Superiore di Sanità) una zona infetta di soli 25 mila abitanti – evitando magari di chiuderne una da 11 milioni prima e da 60 milioni dopo – dovremmo considerare anche l’altro aspetto centrale di tutta questa storia, quello economico. Creare subito una zona rossa tra Alzano Lombardo e Nembro avrebbe significato bloccare quasi quattromila lavoratori, 376 aziende, con un fatturato da 700 milioni l’anno.

“Un danno incalcolabile per il nostro territorio, un enorme dramma per il nostro tessuto economico”, diceva il sindaco Bertocchi due settimane fa quando, invocando la zona rossa, chiedeva comunque ambiguamente di mantenere la circolazione delle merci. Il termometro della preoccupazione è rimasto altissimo per giorni in questa valle produttiva. Colossi come la Persico Group (nota per gli scafi di Luna Rossa per l’America’s Cup) o la Polini Motori si sono trincerate dietro un no comment.

Eppure sono molti gli imprenditori che hanno palesato il timore che un isolamento forzato del loro territorio li avrebbe danneggiati irrimediabilmente. L’unica cosa che ci è data sapere oggi sono i numeri incontrovertibili di questa battaglia, messi lì a dimostrarci tutti i nostri errori. Quali siano lo capiremo, forse, a epidemia passata. Intanto la direzione sanitaria dell’ospedale di Alzano Lombardo mi ha comunicato di “non ritenere opportuno in questo momento rispondere” alle mie domande. Hanno altre emergenze da gestire e da una settimana lo fanno anche con l’ausilio dell’esercito.



fonte: https://www.tpi.it/cronaca/coronavirus-caos-ospedale-alzano-lombardo-cosi-bergamo-epicentro-pandemia-20200317567879/

Per non dimenticare chi ci ha ridotto così.

Zitto non dire queste cose se no ti rispondono che c'è l'hai con il Nord!. [:246]


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MessaggioInviato: 24/03/2020, 16:19 
Coronavirus: boom di intossicazioni da disinfettanti, “c’è chi imbeve le mascherine e poi inala alte dosi di sostanze chimiche”


Dall'inizio dell'emergenza Coronavirus la richiesta di consulenza per intossicazione da disinfettanti è aumentata "del 65% circa"

A cura di AdnKronos 24 Marzo 2020 15:37

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http://www.meteoweb.eu/2020/03/coronavi ... e/1410325/


Ma poverini.



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 Oggetto del messaggio: Re: CORONAVIRUS
MessaggioInviato: 24/03/2020, 16:22 
bleffort ha scritto:
Zitto non dire queste cose se no ti rispondono che c'è l'hai con il Nord!. [:246]


e basta con ste pistolinate che palle ma intervieni solo per scrivere ste scemenze? e che cavolo, un articolo del genere e quello è l'unico commento che sai fare? Cristo santo

Wolframio ha scritto:
Ma poverini.


Poveri... Idioti aggiungerei... [:302]



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