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23/11/2011, 13:30

(ANSA) - BERLINO, 23 NOV - Serve un cambiamento dei trattati europei, ''un primo passo che vada nella direzione di un'unione fiscale''. Lo ha detto la cancelliera Merkel a Berlino, in un intervento al Bundestag. ''Se vogliamo recuperare la fiducia dobbiamo farlo attraverso dei cambiamenti introdotti a livello di trattati, di diritto, in modo da vincolarci - ha continuato la Merkel -. E questo e' il primo passo verso un'unione fiscale e un edificio politico, che contempli un'armonizzazione fra competenze nazionali''.

23/11/2011, 14:39

greenwarrior ha scritto:

Thethirdeye ha scritto:

greenwarrior ha scritto:

Tratto da "20 minuti" quotidiano ticinese.

marchi tedeschi? No, ticinesi.
Berlino. E' riportata ieri da il Caffè la notizia secondo la quale una tipografia svizzera, forse ticinese, avrebbe un contratto con la Germania per coniare dei marchi.
la notizia, che spaventa la zona euro, se confermata sarebbe di portata globale. Lascerebbe infatti ntendere che la germania abbia un piano di fuga dall' euro, già traballante per la crisi del debito.


Ecco appunto.
Come dicevo nella discussione di "MARIO", gli Illuminati stanno
per dare il colpo finale prima della "meravigliosa proposta" [:263]


Dici che dobbiamo far scorta di vaselina? [:o)]


ORE 14:00

"Senza una governance più forte, sarà impossibile sostenere l’Euro"

Barroso

23/11/2011, 14:56

!Viaggio attraverso la tempesta perfettaGERMANIA: QUELLO CHE GLI ALTRI NON VI DICONO!
Scritto il 23 novembre 2011 alle 06:46 da icebegfinanza

Mentre tra Mari…o Monti si viaggia alla ricerca di una presumibile credibilità perduta tra i meandri della speculazione mondiale con l’ombra di una imponente oligarchia finanziaria mondiale a Bruxelles… «Credo che potremo andare più decisamente a fondo…». Mario Monti, in conferenza stampa a Bruxelles, si rende conto che «andare a fondo», in tempi di crisi, non è una frase felice. E ci ironizza lui stesso sopra: «…a fondo nel senso buono, incisivamente». Poi, rivolto al presidente della Commissione europea, Jose Manule Barroso, che sorride accanto a lui, il capo del governo italiano rimarca: «Il presidente conosce così bene l’italiano che può cogliere anche queste sfumature».

Ovviamente la stella opaca e cadente di Roubini suggerisce che per l’Italia il punto di non ritorno è ormai passato da tempo, seguito nella missione dei templari della speculazione mondiale da un manipolo di analisi prezzolati della domenica, come quelli ad esempio di Credit Suisse e il loro NOVE % altra fantasia della premiata ditta chi più ne ha, più ne metta.

Quelli di Pimco si sono svegliati osservano in lontananza la recessione possibile, oltre il 50 % di probabilità, sono in tanti quelli che arrivano piano, piano in fondo hanno bisogno di tempo, il tempo per mettere al riparo sull’arca di Noè i loro risparmi, le loro speculazioni.

Anche la Lagarde e il Fondo Monetario Internazionale si sosno accorti che se salta l’Europa sarà una depressione globale, mentre in Italia fuggono cercando di costruirsi un rifugio antiatomico per il nulla che verrà, crescita stagnante, disoccupazione di massa, rivolte sociali. L’Ungheria è solo il cavallo di Troia per far comprendere al mondo e alle banche che vi hanno investito che i Paesi dell’Est europeo non resteranno immuni da questa crisi.

Ma andiamo oltre e osserviamo quello che sta accadendo nella Crande Gemania, il paese rifugio per eccellenza, solido, granitico, indistruttibile, di cui spesso in Italia si cantano le lodi.

Ieri la Bundesbank ha tagliato le stime di crescita della Germania per il 2012 collocandole in una forchetta compresa fra lo 0,5 e l’1%, ovvero a un livello decisamente più basso di quello pronosticato dalla stessa banca centrale tedesca a giugno (+1,8%). La Germania dovrà inoltre tagliare il proprio debito pubblico per continuare ad avere la fiducia dei mercati sottolineando che «ci vorranno anni» per riportarlo sotto il 60% del Pil dall’80% di oggi. La lunga crisi dei debiti sovrani comincia a ripercuotersi anche sulla locomotiva d’eurolandia?

Ma sentite un pò cosa ci racconta il famigerato der Spiegel …The German government likes to pride itself on its solid finances and claim the country is a safe haven for investors. But Germany’s budget management is not nearly as exemplary as it would have people believe, and the national debt is way over the EU’s limit.

In some respects, Italy’s finances are in much better shape-

Ma certo ci voleva un giornale tedesco per dire agli igenui italiani che in fondo per certi versi le finanze italiane sono messe meglio di quelle tedesche, senza contare che nessuno sa ancora bene come venga contabilizzata l’immondizia detenuta dalla famigerata Kreditanstalt für Wiederaufbau, banca tedesca istituita in Germana nel 1947 dagli Stati Uniti per finanziare la ricostruzione mediante i fondi ERP. L’80% del suo capitale è detenuto dal Governo federale e il 20% dai Länder, una sorta di Cassa dei depositi e prestiti italiana, non contabilizzata a differenza dell’Italia nel loro debito pubblico che sarebbe ben oltre il 100 % altro che 60 0 80 %

.Mi raccomando però non raccontatelo troppo
in giro non vorrei che qualche anima sensibile se la prendesse troppo, nel scoprire che in fondo non stiamo poi cosi male come qualcuno vorrebbe far credere urlando dalla mattina alla sera, anche se il mal comune non è un mezzo gaudio in questa situazione. Questa è la traduzione del testo del der Spiegel…

Il governo tedesco ama vantarsi delle sue finanze solide e rivendicare il paese come un rifugio sicuro per gli investitori. Ma la gestione del bilancio della Germania non è così esemplare come si vorrebbe far credere, e il debito nazionale è oltre il limite della UE.

Ma udite, udite… Per certi aspetti, le finanze italiane sono in condizioni molto migliori.

Quando si tratta di stabilità fiscale, la frugalità e la responsabile gestione economica, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble hanno un solo modello di riferimento: se stessi.

Il cancelliere loda se stessa e il suo team per aver “una bussola chiara per la riduzione del debito”, e insiste: “Le nostre finanze in ordine sono un bene per il nostro Paese”.

(…) La Germania, dice Schäuble, è un “rifugio sicuro” per i capitali di tutto il mondo, perché “ il mondo intero ha grande fiducia nelle prestazioni e nella solidità delle politiche fiscali della Repubblica federale di Germania”.

Gli sviluppi nei mercati finanziari sembrano dargli ragione. La scorsa settimana, i sospetti degli investitori internazionali hanno raggiunto il nucleo stabile della zona euro. Gli investitori hanno dato il via ad un massiccio selloff di titoli emessi da paesi considerati presumibilmente modello come la Finlandia e Austria cercando rifugio in titoli di Stato tedeschi.

Ma è discutibile il fatto che la Germania possa essere vista per molto tempo ancora come un rifugio di stabilità e sicurezza. In realtà, le finanze del governo tedesco non sono in buona forma come il cancelliere e il ministro delle Finanze vorrebbe farci credere.

Il debito pubblico in percentuale del PIL è già a più del 80 per cento, rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea non è assolutamente esemplare, ma in media al meglio.

Quando si tratta del loro rapporto debito e PIL, anche i paesi in difficoltà come la Spagna sono in forma migliore, con valori significativamente più bassi del 80 per cento.

“I think that the level of German debt is troubling,” says Luxembourg Prime Minister Jean-Claude Juncker, whose country has a debt-to-GDP ratio of just 20 percent. “Penso che il livello del debito tedesco è preoccupante”, dice il primo ministro lussemburghese Jean-Claude Juncker, il cui paese ha un debito-PIL di appena il 20 per cento.

Poi l’articolo parla delle misure fiscali e del budget tedesco dei regali politici, segnalando come la Merkel e Schäuble hanno abbandonato l’obiettivo di consolidamento di bilancio probabilmente in vista delle elezioni del prossimo anno aggiungo io.

Jens Weidmann, il presidente della banca centrale tedesca, la Bundesbank, avverte che i tagli fiscali, dovranno almeno essere compensati con altre parti del bilancio. “Germany mustn’t lose any time in balancing its budget,” he says(…) .

Altre figure chiave suggeriscono anche che la Germania non sta facendo così come alcuni credono. E il bilancio del governo federale attualmente sembra essere sulla buona strada per rispettare un nuovo “tetto del debito” la regola presente nella costituzione tedesca, che richiede al governo di ridurre il nuovo l’indebitamento quasi a zero entro il 2016.

(…) Il saldo primario è diventata una figura importante nei programmi di salvataggio per la Grecia, Portogallo e Irlanda. In cambio di sostegno, i paesi donatori, in particolare la Germania, si aspettano che i paesi beneficiari generino elevati avanzi primari di bilancio nei prossimi anni.. Essi sostengono che questo non è solo indispensabile, ma anche fattibile.

Ironia della sorte, la Germania ha vissuto raramente entro le proprie norme in passato. Dal 2002 al 2006, ad esempio, il saldo primario del Paese era cronicamente in deficit.

In confronto, l’Italia ha generato un avanzo primario medio del 1,3 per cento del PIL nello stesso periodo. Secondo le proiezioni della Commissione Europea, la Germania non ci arriverà nemmeno nel 2012. Nel 2013, si prevede di raggiungere un avanzo primario del 1,5 per cento.

Ancora una volta al confronto, l’Italia prevede di raggiungere un avanzo primario del 3,1 per cento il prossimo anno e 4,4 per cento nel 2013. Se il governo del nuovo Primo Ministro italiano Mario Monti impone programmi di austerità, come richiesto dalla Banca Centrale Europea (BCE) Presidente Mario Draghi e altri, le eccedenze saranno probabilmente ancora più alte .

La Germania è ancora lontana da numeri come questi, che hanno l’obiettivo di stabilizzare il rapporto debito-PIL al 60 per cento, un obiettivo lontano davvero. Per raggiungere questo obiettivo entro 10 anni, dice Christian Breuer, un esperto finanziario con la sede a Monaco presso l’ Ifo Institute for Economic Research, “La Germania, anche nella più ottimistica delle ipotesi, avrebbe bisogno di un avanzo primario del 2 per cento.”

(…) Finora il governo tedesco ha basato le sue previsioni di bilancio esclusivamente sulla presunzione di forte sviluppo economico. Questo non è probabile che sia il caso per molto tempo, soprattutto se l’economia continua a raffreddarsi e fiscali declino dei ricavi. Polleit crede che la mancata attitudine a risparmiare durante la ripresa economica sta arrivando al pettine. “Come misura precauzionale, il governo tedesco dovrebbe imporre un nuovo programma di austerità”, dice Polleit, facendo notare che se così non fosse, la Germania corre il rischio di essere esaminata più da vicino dalle agenzie di rating.

Infatti, la Germania, sta ora godendo sui mercati obbligazionari, per la gioia del suo ministro delle finanze,ma tutto ciò potrebbe rapidamente evaporare. (…) Ma se quei tassi di interesse dovessero aumentare in media di solo l’1 per cento, il bilancio del governo tedesco si troverebbe ad affrontare un onere aggiuntivo annuale di € 20 miliardi nel medio termine.

E cosi avanti snocciolando altri numeri sino ad arrivare alla realtà di tutti i giorni mentre i mercati si sono occupati delle fragili banche tedesche ieri da ultima Commerzbank…

German Banks Said to Face Higher Capital Requirements From EBA
2011-11-22 15:11:40.154 GMT By Nicholas Comfort and Aaron Kirchfeld Nov. 22 (Bloomberg) — German banks including Commerzbank AG may face higher capital requirements than those announced last month as Europe’s banking regulator considers revising its criteria, people briefed on the matter said. The European Banking Authority may release details of the capital needs and underlying conditions as soon as next week,
said the people, who declined to be identified because the discussions are private. Some aspects of the evaluation are yet to be decided and the EBA will hold meetings of supervisors to discuss them, a European Union official said. (…)

…senza dimenticare che …

JPMorgan Sued by BayernLB Over Mortgage-Backed Securities (1)
2011-11-22 16:41:03.20 GMT (Updates with lawsuit claims in second paragraph.)
By David McLaughlin Nov. 22 (Bloomberg) — JPMorgan Chase & Co., the biggest
U.S. bank by assets, was sued for fraud by German lender Bayerische Landesbank over losses on about $2.1 billion in mortgage-backed securities. JPMorgan units concealed the truth about the poor quality of the loans underlying the securities and knew that credit
ratings misrepresented their risk, BayernLB said in a lawsuit filed yesterday in New York State Supreme Court. “This misconduct has resulted in astounding rates of default on the loans,” BayernLB said. Most of the securities have been downgraded to junk, it said.

… si gli “Idioti di Dusseldorf” gli chiamano gli americani, quelli che hanno ripulito per avidità tutta la loro spazzatura, la Crande Germania, mentre noi in Italia siamo già falliti, siamo finiti ieri come urlano gli avvoltoi travestiti da menestrelli.

Benvenuti a tutti nella nuova casa di Icebergfinanza, con il tempo trasferiremo da Splinder un lustro intero di tempesta perfetta. Vento in poppa a tutti! Andrea


http://icebergfinanza.finanza.com/2011/ ... ermania-2/

23/11/2011, 15:42

MAMMA MIA !

Mio personalisssimo pensiero:

un pezzo di terra per 'l'orto due galline meglio (tre chi può) una mucca.

Insomma un passo indietro per farne due avanti.

23/11/2011, 18:25

estraterrestre ha scritto:

MAMMA MIA !

Mio personalisssimo pensiero:

un pezzo di terra per 'l'orto due galline meglio (tre chi può) una mucca.

Insomma un passo indietro per farne due avanti.




quindi con quello ke tu dici,non sono messo proprio male,a parte cio'la discesa non e' ankora terminata,anzi sembra pure ancora lunga,da affermare ke poi non era tutta colpa del cavaliere(anke se doveva togliere prima la tenda)ma di un sistema(euro)principalmente e da speculatori affamati......

"orse europee/ Chiudono in netto calo, Milano la peggiore
Mercoledi, 23 Novembre 2011 - 17:54
Le borse europee chiudono in netto calo per le continue tensioni sul debito dell'eurozona. Ad allarmare i mercati e' stata l'asta di Bund decennali, terminata con il collocamento di solo 3,9 miliardi di euro di titoli rispetto ai6 miliardi offerti. A peggiorare il morale sono poi arrivati le mediocri letture degli indici Pmi della Cina e dell'eurozona e alcuni deludenti dati macro Usa, che hanno spinto in deciso ribasso Wall Street. A indossare la maglia nera e' Milano, con l'indice Ftse Mib che lascia sul terreno il 2,59% a 13.915,78 punti. Il Dax diFrancoforte arretra dell'1,44% a 5.457,77 punti, il Cac 40 di Parigi cede l'1,68% a 2.822,43 punti, l'Ftse 100 di Londra segna -1,29% a 5.139,78 punti, l'Ibex di Madrid scivola del 2,09% a 7.739,3 punti.


http://affaritaliani.libero.it/ultimiss ... refresh_ce




Immagine:
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35,05 KB

23/11/2011, 18:58

Asta shock: Germania non riesce a collocare il 35% dei bund
New York - La Germania ha collocato €3.889 miliardi di bund a 10 anni ad un tasso inferiore al 2%, ma la vera notizia e' che la domanda e' stata la peggiore di sempre: solo il 65% dei titoli di stato hanno trovato un contraente. La parte alta dell'asticella era stata fissata a 6.000 miliardi.
http://www.wallstreetitalia.com/article ... -bund.aspx

23/11/2011, 20:00

la banca centrale greca afferma ke se circa un anno fa il debito aveva la possibilita' di esserre sostenibile,in base al raggiungimento degli obbiettivi fissati da papandreu.e magari pure grazie al miglioramento della competitivita',ma ad ora gli obbiettivi non sono stati centrati,aggiunti al fatto ke le riforme sono in ritardo,ma pure l'attivita' economica e' negativa piu' del previsto,potrebbe condurre la grecia fuori dall'euro.......


il tutto dal
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11 ... za/172529/


se la prospettiva e' questa sarebbe opportuno anticipare il crollo dell'euro uscendo dalla moneta unica,dato ke pure durante il congesso della cdu e'stato votato un documento congressuale ke prevede l'uscita volontaria dall'euro senza x questo uscire dall'ue [;)]
Ultima modifica di ubatuba il 23/11/2011, 20:01, modificato 1 volta in totale.

23/11/2011, 23:44

NON SVENDERE IL PATRIMONIO PUBBLICO

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http://www.altrainformazione.it/wp/2011 ... -pubblico/

DI UGO MATTEI
Fonte: corriere.it

Caro direttore, per incassare 6 miliardi, circa l’8% di quanto paghiamo di interessi sul debito pubblico ogni anno, pare andranno in vendita 338.000 ettari di terreni agricoli che oggi sono proprietà pubblica. Se non si farà attenzione, le conseguenze di una tale scelta, che in Africa è nota come land grab (appropriazione di terra) operata da grandi gruppi multinazionali, potrebbero essere serie, e portarci verso la dipendenza alimentare dall’agrobusiness. Potrebbero derivarne danni sociali ingenti subiti in primis dai nostri piccoli agricoltori che non potendo competere con quei colossi nell’acquistare, finirebbero per vendere anche i loro appezzamenti (come già avvenne quando i latifondisti comprarono le proprietà comuni messe in vendita da Quintino Sella).
La scelta di vendere è definitiva e ci riguarda tutti, presenti e futuri. Andrebbe fatta con grande cautela soprattutto quando ci si trova sotto pressione internazionale.
Il processo di elaborazione teorica e pratica della categoria giuridico-costituzionale dei beni comuni discende da questa considerazione. Il cambiamento dei rapporti di forza fra settore privato azionario e settore pubblico a favore del primo rende i governi così deboli da non poter operare nell’interesse del popolo sovrano.
La necessità urgente di forte tutela giuridica dei beni comuni come proprietà di tutti che i governi devono amministrare fiduciariamente nasce da questo squilibrio di potere prodotto dalla globalizzazione.
Lo Stato italiano è proprietario, direttamente o tramite enti pubblici, di ingenti beni che fanno gola a molti.
Gran parte di questi, che forniscono utilità indispensabili per garantire la sovranità dello Stato o la sua capacità di offrire servizi pubblici, non possono essere trattati come fossero proprietà privata del governo in carica.

Alcuni dei beni dello Stato sono costituiti da edifici, acquedotti e terreni agricoli che soccorrono direttamente bisogni fondamentali della persona come coprirsi, bere o nutrirsi. Altri sono infrastrutture, come strade, autostrade, aeroporti, e porti che richiedono un assiduo investimento in manutenzione. Altri sono beni che i giuristi classificano come immateriali come le frequenze radiotelevisive, gli slot aeronautici (per esempio la tratta aerea Milano-Roma), i brevetti ottenuti con la ricerca pubblica, le partecipazioni pubbliche nell’industria produttrice di beni o servizi. Ancora, importanti beni servono allo Stato per erogare i suoi servizi alla collettività: scuole, ospedali, caserme, università, cimiteri, discariche, ambasciate. Ci sono poi i beni culturali: statue, monumenti, dipinti, reperti archeologici, lasciti del passato che dobbiamo trasmettere ai nostri successori. Per farlo occorre mantenerli accessibili a tutti godendone in comune, al di fuori dal modello del «divieto di accesso» che è tipico della proprietà (sia essa pubblica o privata). Beni comuni, governati dalla stessa logica di accesso sono poi i parchi, le foreste, i ghiacciai, le spiagge, il mare territoriale, l’aria da respirare o l’acqua da bere, a loro volta beni di grande valore collettivo il cui ingente valore d’uso non è tradizionalmente patrimonializzato.
Sebbene dotato di un patrimonio ingentissimo (fra cui ingenti riserve auree), il nostro settore pubblico è impoverito.
I Comuni sono sul lastrico; gli edifici pubblici cadono spesso a pezzi e il territorio non riceve manutenzione. L’Italia è come un nobile decaduto che non sa gestire le sue ingenti proprietà, viene truffato dal maggiordomo e continua a indebitarsi per poter mantenere il proprio dispendioso stile di vita. Proprio come la nobiltà francese finì per svendere i propri palazzi, anche l’Italia, oberata dai debiti, sta vendendo (spesso svendendo) il suo patrimonio pubblico per «far cassa» e tirare avanti. Eppure se il patrimonio pubblico rimasto fosse amministrato davvero nell’interesse comune si potrebbero ottenere parecchi quattrini: molte concessioni (acque sorgive, autostrade, stabilimenti balneari, frequenze radiotelevisive, cave) sono rilasciate molto al di sotto del valore di mercato. La Gran Bretagna dando in affitto il suo etere ottiene circa 5 miliardi di sterline l’anno (grosso modo quanto si incasserebbe vendendo una tantum i terreni agricoli) contro i poco più di 50 milioni di euro che ottiene l’Italia.

Una buona amministrazione del patrimonio pubblico richiede soprattutto ordine, chiarezza nelle regole del gioco e democrazia nel decidere sulle cose di tutti. Le regole attualmente vigenti sono obsolete, oscure e quindi agevolmente eludibili. È importante farne di nuove e dotarle di innovativi strumenti applicativi. Una legge delega sulla riforma di beni pubblici predisposta dalla Commissione Rodotà contenente chiarezza su quali beni siano comuni e come vadano amministrati non è mai stata neppure discussa. Proprio nei momenti di maggior crisi sarebbe bene che alla logica della svendita subentrasse quella del buon padre di famiglia.


Ugo Mattei (Professore di Diritto internazionale comparato all’Università della California di San Francisco)

24/11/2011, 11:03

Come mai questi articoli non compaiono mai sul Corriere, su La Stampa, su Repubblica, o queste persone non vengono invitate da Santoro, Ballarò e compagnia cantante... no... lì si invitano i cantanti rock a parlare di beni comuni, che alla domanda più banale non sanno che rispondere.
che tristezza...
Ultima modifica di iLGambero il 24/11/2011, 11:04, modificato 1 volta in totale.

24/11/2011, 16:33

Thethirdeye ha scritto:

rmnd ha scritto:

Thethirdeye ha scritto:

[quote]greenwarrior ha scritto:

Tratto da "20 minuti" quotidiano ticinese.

marchi tedeschi? No, ticinesi.
Berlino. E' riportata ieri da il Caffè la notizia secondo la quale una tipografia svizzera, forse ticinese, avrebbe un contratto con la Germania per coniare dei marchi.
la notizia, che spaventa la zona euro, se confermata sarebbe di portata globale. Lascerebbe infatti ntendere che la germania abbia un piano di fuga dall' euro, già traballante per la crisi del debito.


Ecco appunto.
Come dicevo nella discussione di "MARIO", gli Illuminati stanno
per dare il colpo finale prima della "meravigliosa proposta" [:263]



Inutile tirare fuori la 'spectra'.
Se siamo in questa situazione dobbiamo ringraziare la Grecia per aver falsificato i conti e l'Italia per la sua politica consociativa ('magnamagna') di questi 'ultimi' 70 anni...
La Germania fa solo i suoi interessi e perchè non dovrebbe farlo?



Questa è una partita a scacchi rmnd... altro che spectra.
E sarà proprio la Germania a portare l'Europa in scacco matto.




Debiti: come derubare l'Italia delle sue riserve d'oro

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di: WSI Pubblicato il 22 novembre 2011| Ora 16:33

http://www.wallstreetitalia.com/article ... d-oro.aspx

Roma - Con la Germania che continua a dire ripetutamente no sia alla possibilità di investire la Bce del potere di essere prestatore di ultima istanza, sia al ricorso agli eurobond, economisti ed esperti di tutto il mondo si interrogano sulle altre opzioni che potrebbero evitare il disastro.

Una di queste, ripresa dal Financial Times, è attingere alle riserve d'oro delle banche centrali dell'Eurozona, e utilizzarle come collaterale, dunque a titolo di garanzia, per gli stessi eurobond che la Germania vuole tanto evitare. La proposta, afferma il quotidiano britannico, è contenuta in una stessa bozza di uno studio della Commissione europea.

Al fine di "rafforzare" le garanzie sugli eurobond - che tra l'altro i tedeschi rifiutano a priori - i governi potrebbero per l'appunto includere "le riserve di oro che sono in eccesso rispetto ai bisogni della maggior parte dei paesi Ue", si legge nella bozza. E, nel proporre la questione, il Financial Times fa riferimento al problema della stessa Italia, scrivendo: "se i politici europei ritengono davvero che i problemi dei paesi più grandi dell'eurozona come l'Italia siano basati più sulla liquidità che non sulla solvibilità, allora l'utilizzo dell'oro come collaterale potrebbe essere un modo giusto per ripristinare la fiducia sui mercati dei bond".

Nel caso specifico dell'Italia, "Bankitalia ha a disposizione per esempio 2.451 tonnellate di oro, che hanno un valore circa di 100 miliardi di euro. Sebbene la cifra sia niente rispetto al debito totale, di quasi 2 trillioni di euro, (l'uso dell'oro) potrebbe alleviare alcune pressioni sui finanziamenti di breve periodo.

[/quote]


Ecco, appunto, come volevasi dimostrare....





E quando lo dicevo io tutti giù a ridere...

"sì sì mò a ccorpa è daa Germania... sì sì ci sarveranno gli inglesi..." grugnendo.

Si è visto come stanno le cose... i piani della Germania che saltano fuori, tra documenti segreti scoperti, dichiarazioni dei leaders tedeschi, manovre infinite...


E voi ridevate, "con l' ignoranza e il ghigno dei primi della classe" cantava Guccini.

Si è visto... Ora chi è che certo non ride, ma spera in una presa di coscienza?

Se ne volete sapere di più, sto per aggiornare il mio topic a riguardo di quel coraggioso leader inglese che è l' unico a denunciare le oscure manovre dietro questa cosiddetta "crisi".


Nigel Farage: http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=11773


E quanto all' uomo nel comitato direttivo Bilderberg, ora seduto senza essere mai stato eletto da nessuno sulla poltrona di capo del governo (fantoccio) italiano...

MR Mario Monti...

SE la pensiamo tutti allo stesso modo su di lui e il resto di questa gente... SE volete davvero fermarli...


Una petizione ad hoc dal solito sito con connessione sicura https:

https://secure.avaaz.org/it/monti_trasparenza_ora/

Riporto il mio post nel topic su Monti in cui l' ho già inserito, per chi vuole leggere:


Aztlan ha scritto:

Visto che sembriamo tutti d' accordo sul giudizio in negativo verso il signor Monti e la sua cricca....

Perchè non passiamo ai fatti?

NON sto parlando di chissà cosa, ma di azioni che già oggi ci permettono di ostacolare i piani di questa gente...


COME? Vi state chiedendo. "Non possiamo fare nulla, abbiamo già perso..." State pensando.

Ebbene vi sbagliate, noi possiamo fare la differenza eccome. Sta a noi difendere la nostra democrazia.

Un esempio concreto? Questa petizione PUO' davvero mettere i bastoni tra le ruote a questa gente, se passa.


https://secure.avaaz.org/it/monti_trasparenza_ora/


Mi aspetto che firmiate numerosi come sempre. [;)]

Aztlan



Buona Discussione, ma anche Buona Azione [;)]

Aztlan

24/11/2011, 23:28

Grazie Aztlan.... [;)]




Emhm... questo video PREZIOSO lo posto anche qui....
sia mai che qualche sbadato non l'abbia visto.

25/11/2011, 14:16

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http://www.wallstreetitalia.com/article ... -7-95.aspx




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http://www.wallstreetitalia.com/article ... e-iva.aspx

25/11/2011, 15:04

Fossi pazzo a pagare i debiti di gioco delle banche

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Tratto da: http://informarexresistere.fr/2011/11/2 ... z1ej37fAPL

A un anno dal bailout di Ue e Fmi lo stato continua a pagare somme esorbitanti per rimborsare gli investitori, ma nessuno ne parla. Solo gli abitanti di uno sperduto villaggio irlandese continuano la loro battaglia contro quest’ingiustizia.

- di Gene Kerrigan – Irish Independent. -

L’invito per la prima manifestazione è stato stampato otto mesi fa su un normale foglio A4, e il suo contenuto era l’essenza stessa dell’educazione: “Breve, incisiva, silenziosa”. E ancora: “Nessun cartello, nessuno slogan”. In pratica, tutti coloro che si sentivano arrabbiati per quello che stava accadendo erano invitati a ritrovarsi al parcheggio della chiesa locale e a marciare in silenzio fino al cartello del limite di velocità all’ingresso del piccolo villaggio. Niente discorsi. “Portate soltanto la vostra rabbia”.

Domenica scorsa nel villaggio di Ballyhea, nella contea di Cork, era previsto che dopo la seconda messa si svolgesse la trentottesima marcia settimanale, una passeggiata di una decina di minuti dal parcheggio della chiesa di St. Mary fino ai confini del paese. La marcia ha adottato uno slogan: “Ballyhea dice no al bailout dei detentori di obbligazioni!”. Una sorta di piccola dimostrazione d’orgoglio in un paese spaventato e diffidente.

Tutto ha avuto inizio con Diarmuid O’Flynn, giornalista sportivo dell’“Irish Examiner” che vive a Ballyhea: aveva scritto ai rappresentanti della Camera bassa per protestare contro il bailout e aveva ricevuto come risposta alcune lettere formali. Nel marzo scorso, O’Flynn ha telefonato ai suoi amici e parenti e una dozzina di persone si sono presentate nel parcheggio della chiesa, per poi sfilare in silenzio e con decoro. E nessuno si è accorto di niente.

O’Flynn considera il bailout dei banchieri la chiave di ciò che è successo all’Irlanda: decine di miliardi di debiti di imprese private, gettati sulle spalle dei cittadini, hanno reso impossibile allo stato prendere in prestito capitali a tassi di interesse sostenibili. Egli ritiene che con gli interessi il costo complessivo del bailout raggiungerà negli anni a venire la cifra di cento miliardi di euro. “La Bce ci permette di prendere in prestito cento miliardi da spendere per ripagare i detentori di obbligazioni”.

Col passare dei mesi la marcia nel piccolo villaggio è arrivata a veder sfilare una settantina di persone. Questa comunità è parte dell’Associazione Atletica Gaelica (che promuove la cultura, la musica, la danza e la lingua irlandese), è un villaggio tranquillo, conservatore, che difficilmente si fa notare. Se i ragazzi hanno bisogno di un passaggio per la partita o se i coltivatori hanno troppo lavoro da sbrigare nei campi, le fila dei manifestanti si assottigliano. In ogni caso, però, mese dopo mese il villaggio ha continuato a ribadire il suo no a questa follia.

Le speranze che la protesta si allargasse fuori dal villaggio non si sono concretizzate. Da Fermoy per un po’ è arrivata qualche risposta, ma si è subito smorzata. Una marcia su Dublino è stata accolta con indifferenza. O’Flynn considera sensate le proteste su argomenti specifici – la chiusura degli ambulatori del pronto soccorso nelle campagne, la reintroduzione delle tasse universitarie – oppure il movimento Occupy, ma parlando con i singoli manifestanti, consapevoli dell’oneroso fardello rifilato loro e dell’effetto che ciò avrà per le finanze dello stato, è stato indotto a riflettere: “Amici, non riuscite a capire il nesso?”.

O’Flynn ha aperto il blog bondwatchireland.blogspot.com, nel quale documenta ogni pagamento, individuando la banca che se ne fa carico. Alla fine del mese fornisce il totale, il totale del mese seguente e dichiara se il debito è garantito oppure no.

Questione di dignità

Domani, come appurerete da Bondwatch Ireland, pagheremo generosamente altri 11.280.000 euro a detentori di obbligazioni non garantite che hanno scommesso su Irish Life & Permanent. È solo un piccolo assaggio rispetto a quello che arriverà in seguito. Quindici giorni dopo pagheremo 43.275.094 euro che qualche incauto speculatore ha puntato sugli investimenti della Banca d’Irlanda. Della dozzina di pagamenti che ci aspettano prima della fine dell’anno solo uno è garantito. Gli altri sono scommesse perse che secondo il capitalismo dovrebbero essere pagate dagli speculatori irresponsabili. Ma la Bce pretende che siano i cittadini a pagarle, anche se non ne sapevano niente.

Il “Billion Dollar Bond” che di recente siamo stati obbligati a pagare per i titoli della Anglo-Irish Bank ha scatenato la rabbia della nazione, ma O’Flynn fa notare che il mese prossimo saremo obbligati a pagare ancora di più. E a gennaio dovremo mettere insieme circa tre miliardi di euro.

Per tutto questo tempo, l’aria si riempirà di discorsi sui più minimi dettagli dell’ultimo bilancio. Si parlerà del debito dello stato e di come tenere in funzione i bancomat, ma il nesso di fondo con l’illegittima estorsione, l’incessante iniezione di miliardi di euro nelle tasche di sconsiderati speculatori privati, resterà inosservato. Tranne che nelle piccole sacche di resistenza civile come Ballyhea.

Queste manifestazioni sono piccole, isolate, forse addirittura inutili, ma stiamo vivendo un periodo storico nel quale le nazioni più piccole sono soggiogate, mentre le grandi potenze si battono per proteggere come meglio possono la loro ricchezza. I piccoli gesti di resistenza fanno parte della lotta, ma sono soprattutto una questione di dignità, di moralità, di principio. E mantengono accesa una fiamma. (traduzione di Anna Bissanti)


Fonte: http://www.independent.ie/opinion/colum ... 40173.html

Tratto da http://www.presseurop.eu/it/content/art ... -le-banche.

25/11/2011, 15:12

Thethirdeye ha scritto:


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http://www.wallstreetitalia.com/article ... -7-95.aspx




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http://www.wallstreetitalia.com/article ... e-iva.aspx




ma qualkuno affermava ke bastava il nome monti xke'lo spread e tutto il resto ritornasse alla giusta dimensione?ma 'sto qualkuno ora quali previsioni sortisce...........[;)]

come torno a ripetere ke x imporre un tale nr di tasse bastava pure uno con la licenza di terza elementare,non erano ncessari degli adepti della goldman sachs o trilaterale o bildeberg,senza contare ke sulla casa esistono GIA'BEN NOVE TASSE reintroducendo l'ici diventano 10,e non mi si venga a dire ke eravamo un anomalia,forse l'europa era tale........
Ultima modifica di ubatuba il 25/11/2011, 15:18, modificato 1 volta in totale.

25/11/2011, 16:15

Temo, mi secca ammetterlo, che se tutte queste "riforme" le avesse fatte ora Berlusconi, Repubblica, il PD, Rai News, Unità e tanti "intellettuali" e opinionisti... avrebbero gridato alla rivoluzione... le fa Monti e tutti a schernire chi osa criticarle la composizione del suo gabinetto, o a suonare la litanie delle riforme necessarie... non solo ma dobbiamo assistere a siparietti sconfortanti, tipo il bigliettino di Letta.
Ultima modifica di iLGambero il 25/11/2011, 16:17, modificato 1 volta in totale.
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