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DRONI IN ARRIVO A SIGONELLA.

Craxi aveva ragione e ora si capisce il perché
Pubblicato il Thursday, 21 June @ 00:50:00 CDT di admin


Disgrazie su disgrazie in Italia e nel mondo. Il momento è ottimo per far passare decisioni strategiche sulla testa degli italiani. Su Sigonella Craxi aveva visto giusto ed ha pagato duramente per la sua alzata di scudi “nazionale” contro i poteri atlantisti..

La prova? L’ho avuta oggi apprendendo che la Nato ha deciso di dispiegare i primi droni antiterrorismo a Sigonella. L’area da coprire è il mediterraneo, come dire che è l’Italia stessa. Come dire che la Nato si prepara, passo dopo passo, con il beneplacito del governo delle banche a controllare eventuali insurrezioni nel Belpaese. Le avvisaglie c’erano già tutte sin dai giorni scorsi in cui il monti invocava l’uso dell’esercito per sedare le rivolte popolari, mentre estremamente misteriosi attentati (da sue soldi) venivano e vengono compiuti per facilitare l’operazione. Ora ci si è messo pure il terremoto in Emilia, una area che era considerata indenne da scossoni sismici.

Qualcosa non funziona più.. Scie chimiche, haarp, controllo meteorologico e sismico, attentati finti, morti veri.. ed ecco che in silenzio, umma-umma, arrivano pure i droni a Sigonella. L’eurogendfor, la polizia comandata esclusivamente dalla CE (inindagabile il suo operato da parte della magistratura italiana) è già impiantata a Vicenza. L’esercito non è più composto dal popolo ma da mercenari al soldo del governo. I carabinieri vengono accorpati nella polizia di stato, controllata strettamente dal governo. La macchina repressiva è bella e pronta. Il nodo scorsoio attorno al collo degli italiani è stretto, guai a chi si muove.. A tenere sotto controllo la popolazione, con il terrore, e bloccare ulteriormente mosse disperate, ci pensano le milizie repressive degli addetti ai sequestri, degli addetti alle riscossioni coatte, degli addetti al minuto controllo su tutto quel che si muove per la sopravvivenza (equitalia, finanzieri, vigili urbani e non urbani, etc.).
Alla luce di questi fatti la figura di Bettino Craxi si erge come quella di un martire e di un santo dell’ultima Italia, dell’Italia degli Italiani..

Ecco un breve resoconto dei fatti avvenuti a Sigonella nel 1985:
Nell’ottobre del 1985, durante la presidenza di Ronald Reagan negli USA e il governo di Bettino Craxi in Italia, ebbe luogo una grave crisi politico-militare, riguardante un aereo di linea egiziano con a bordo il terrorista palestinese Abu Abbas ed un gruppo di altri quattro terroristi, che avevano sequestrato e poi rilasciato la nave italiana Achille Lauro (dopo aver liberato tutti i passeggeri della nave ad eccezione di Leon Klinghoffer, affetto da paraplegia, di religione ebraica, con passaporto statunitense, che era stato trucidato) e che avevano ottenuto un aereo ed un salvacondotto del governo egiziano, garantendogli il trasferimento a Tunisi, dove allora aveva sede l’OLP.

Tuttavia l’aereo di linea venne dirottato da caccia della U.S. Navy e costretto ad atterrare nella vicina base aerea di Sigonella. Appena atterrato l’aereo egiziano venne circondato da militari della “VAM”, la vigilanza dell’Aeronautica Militare Italiana. Poco dopo, un forte contingente di soldati americani della Delta Force, appena sbarcati da un velivolo atterrato poco dopo senza notifica alle autorità italiane, circondò i militari italiani che presidiavano il velivolo egiziano, esigendo con la minaccia delle armi, su territorio italiano, la consegna immediata dei terroristi alle autorità USA.

Informato della situazione, Bettino Craxi si oppose, ed ordinò ai VAM in forza alla base ed ai Carabinieri inviati a rinforzo di circondare a loro volta il reparto della Delta Force, esigendo la loro partenza immediata, che avvenne poco dopo. Ne seguì una delle più aspre crisi nelle relazioni Italia-USA del dopoguerra. I terroristi furono presi in consegna dalle autorità italiane (e vennero rinchiusi in carcere a Siracusa), mentre Abu Abbas fu trasferito a Roma, e successivamente liberato e fatto partire con un volo ad hoc. Abbas fu poi catturato dagli USA in Iraq nel 2003 e morì poco dopo, sotto custodia statunitense.

Il principale deposito logistico nel Mediterraneo.

È la più attrezzata base logistica in appoggio alla 6ª Flotta americana nel Mediterraneo. Il 1º aprile del 2004, la Defense Logistics Agency (DLA) istituì il “deposito difeso” Sigonella Italy nell’area NAS II per servire come base di rifornimento per il Mediterraneo. La DLA fornisce anche il carburante ed il deposito di proprietà della NAS II. (Notizie Wikipedia)

Dopo questi fatti, di lì a pochi anni, venne fuori l’inchiesta “Mani pulite” (1992) e Craxi fu costretto all’esilio di Hammamet. Oggi il governo monti aderisce senza riserve al “rafforzamento” di Sigonella, con la dotazione dei droni (aerei senza pilota), ottimi per omicidi mirati e bombardamenti di obiettivi sensibili.

Paolo D’Arpini

Fonte: Osservatorio-sicilia.it


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MessaggioInviato: 30/06/2012, 06:51 
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[ Oggi : 18:38:13 ] Sheenky: Ovviamene invasori/salvatori, naturalmente...
[ Oggi : 18:38:36 ] Aztlan: ma per favore.
[ Oggi : 18:38:59 ] Aztlan: Gli "invasori" ci hanno liberato dai nazisti e dai fascisti. Dai tedeschi che ci avevano invaso davvero
[ Oggi : 18:39:36 ] Sheenky: Quello glielo concedo. Decisamente.
[ Oggi : 18:40:29 ] Aztlan: ah glielo concedi graziosamente come il re sole.... LOL.



Dimenticavo:

Mi spieghi chi è che ha finanziato i nazisti ? Non sono forse gli stessi provvidenziali salvatori ai quali dimostri gratitudine?



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MessaggioInviato: 30/06/2012, 08:24 
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Ufologo 555 ha scritto:

Assolutamente no! Non si è in grado di distinguere il tipo di velivolo; solo con l'esperienza si può capire se è un jet civile o militare; altro no. A meno che sia attivo il "trasponder" o il "SIF/IFF" (per i militari).


bè certo
se il velivolo procede in prossimità
od oltre la velocità del suono..
non può essere un aereo.. civile..

ma hanno ripescato i piloti dell f-4 ?

si sa qualcosa?

(per mel'f-4 era pilotato a distanza..)



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 30/06/2012, 09:25 
Cita:
mik.300 ha scritto:

ma hanno ripescato i piloti dell f-4 ?

si sa qualcosa?

(per mel'f-4 era pilotato a distanza..)

Di nuovo c'è questo articolo:

Siria, un politico turco: “Il nostro aereo abbattuto da una nave russa”

ANKARA – L'aereo turco abbattuto venerdì 22 giugno al largo delle coste della Siria sarebbe stato colpito non dalla Dca di Damasco ma da una nave da guerra russa all'ancora nel porto siriano di Latakia, secondo il leader del piccolo partito del centrosinistra turco Dsp Masum Turker.

L'esponente socialdemocratico ha detto all'emittente privata Tv8 che l'aereo è stato colpito dalla nave russa 'Admiral Chabanenko'.

Secondo Turker, l'informazione sarebbe in possesso del ministero degli esteri di Ankara e dei servizi segreti turchi.

Sulle circostanze dell'abbattimento e sulla missione dell'aereo le versioni di Ankara e Damasco divergono.

Per la Turchia l'aereo, un F4 Phantom disarmato, era in missione di perlustrazione ed è stato colpito nello spazio aereo internazionale da un missile laser-guidato.

Secondo Damasco invece era nello spazio aereo siriano, a 1-2 km dalla costa di Latakia, volava a molto bassa quota, circa 100 metri, ad alta velocità, 800 km/h, ed è stato colpito da terra con un cannone mitragliatore.

Esperti russi citati da Novostny hanno avanzato l'ipotesi che dovesse testare i sistemi di difesa siriani per conto della Nato e/o spiare per l'opposizione armata. Vicino al luogo dell'incidente si trova la base navale russa in Siria di Tartus.
Fonte:http://www.nanopress.it/mondo/latakia/


Due considerazioni:
1- Hanno subito detto che i piloti erano dispersi e non erano dentro il relitto dell'aereo (inabissato a 1300 metri di profondità...)
Come avranno fatto a dirlo...[8]

2-I piloti, se avessero fatto in tempo ad ejettarsi, avrebbero con sè un dispositivo di radiolocalizzazione che li farebbe ritrovare in poco tempo...



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MessaggioInviato: 04/07/2012, 08:51 
Sentite questa:

Al Jazeera: Yasser Arafat
avvelenato con polonio radioattivo

Tutti gli articoli della sezione 3 luglio 2012 A - A Tracce di plutonio radioattivo, in quantità elevate ed anomale, sono state ritrovate sugli abiti indossati da Yasser Arafat e suoi suoi effetti personali, utilizzati negli ultimi giorni di vita dell'ex leader palestinese. È quanto emerge dalle conclusioni delle accurate analisi di laboratorio effettuate in Svizzera, secondo quanto riferisce oggi l'emittente panaraba al Jazeera.

Arafat morì l'11 novembre 2004 in un ospedale militare di Percy, alla periferia di Parigi. Le analisi sono state compiute su campioni biologici prelevati, in particolare, sulla kefia e sullo spazzolino da denti di Arafat, che erano stati riconsegnati alla vedova del leader palestinese dalla dirigenza dell'ospedale di Percy.

«La conclusione è che abbiamo trovato un livello significativo di plutonio in questi campioni», ha detto il direttore dell'Istituto di Radio-Fisica di Losanna, François Bochud. La scoperta torna dunque ad alimentare i sospetti sul presunto avvelenamento dell'ex leader palestinese. I circa 50 medici che hanno avuto in cura Arafat non hanno mai saputo dare una spiegazione esatta delle regioni del rapido deterioramento delle sue condizioni di salute.

Sulle cause della morte di Yasser Arafat l'Autorità palestinese costituì una commissione di inchiesta che si concluse con un nulla di fatto. Il il suo medico personale, il dottor Ashraf al-Kurdi, aveva sostenuto che il leader palestinese sarebbe stato infettato con il virus dell'Aids prima di morire: «Ma la vera causa del suo decesso sarebbe stata un avvelenamento». Gli esperti palestinesi esclusero sia l'Aids che l'avvelenamento, ma ammisero di non essere stati in grado di accertare cause alternative.

I palestinesi hanno accusato Israele di avere complottato per la sua morte. Per confermare la tesi della morte per avvelenamento da plutonio, occorrerebbe riesumare la salma di Arafat e procedere ad ulteriori analisi, ha detto il direttore dell'Istituto di Losanna. Il plutonio è la stessa sostanza radioattiva che fu utilizzata nel 2006 a Londra per avvelenare l'ex spia russa Alexander Litvinenko.
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MessaggioInviato: 04/07/2012, 10:01 
Anche se fosse, così "giocano" gli Stati ... Non avendo accettato il 90% delle offerte israeliane ... (Con questo non giustifico niente; ma così e da sempre, va il mondo)



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MessaggioInviato: 04/07/2012, 10:17 
Cita:
bleffort ha scritto:

Sentite questa:

Al Jazeera: Yasser Arafat
avvelenato con polonio radioattivo


Tutti gli articoli della sezione 3 luglio 2012 A - A Tracce di plutonio radioattivo, in quantità elevate ed anomale, sono state ritrovate sugli abiti indossati da Yasser Arafat e suoi suoi effetti personali, utilizzati negli ultimi giorni di vita dell'ex leader palestinese. È quanto emerge dalle conclusioni delle accurate analisi di laboratorio effettuate in Svizzera, secondo quanto riferisce oggi l'emittente panaraba al Jazeera.

Arafat morì l'11 novembre 2004 in un ospedale militare di Percy, alla periferia di Parigi. Le analisi sono state compiute su campioni biologici prelevati, in particolare, sulla kefia e sullo spazzolino da denti di Arafat, che erano stati riconsegnati alla vedova del leader palestinese dalla dirigenza dell'ospedale di Percy.

«La conclusione è che abbiamo trovato un livello significativo di plutonio in questi campioni», ha detto il direttore dell'Istituto di Radio-Fisica di Losanna, François Bochud. La scoperta torna dunque ad alimentare i sospetti sul presunto avvelenamento dell'ex leader palestinese. I circa 50 medici che hanno avuto in cura Arafat non hanno mai saputo dare una spiegazione esatta delle regioni del rapido deterioramento delle sue condizioni di salute.

Sulle cause della morte di Yasser Arafat l'Autorità palestinese costituì una commissione di inchiesta che si concluse con un nulla di fatto. Il il suo medico personale, il dottor Ashraf al-Kurdi, aveva sostenuto che il leader palestinese sarebbe stato infettato con il virus dell'Aids prima di morire: «Ma la vera causa del suo decesso sarebbe stata un avvelenamento». Gli esperti palestinesi esclusero sia l'Aids che l'avvelenamento, ma ammisero di non essere stati in grado di accertare cause alternative.

I palestinesi hanno accusato Israele di avere complottato per la sua morte. Per confermare la tesi della morte per avvelenamento da plutonio, occorrerebbe riesumare la salma di Arafat e procedere ad ulteriori analisi, ha detto il direttore dell'Istituto di Losanna. Il plutonio è la stessa sostanza radioattiva che fu utilizzata nel 2006 a Londra per avvelenare l'ex spia russa Alexander Litvinenko.
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Già.... l'11/11... anche qui, la firma è sempre la stessa.
Ma tu guarda il caso......



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Per te ...



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Ufologo 555 ha scritto:

Per te ...



Per me.. e per tutti quelli che le cose le sanno vedere.
Gli altri, continuassero pure a dormire.... stanno bene così.



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Sen e dicono tante! Perfino che non sono esistiti i campi di concentramento con i forni crematori ...
Quando sarò sicuro, mi ravvederò.



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Angeldark ha scritto:

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mik.300 ha scritto:

ma hanno ripescato i piloti dell f-4 ?

si sa qualcosa?

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Di nuovo c'è questo articolo:

Siria, un politico turco: “Il nostro aereo abbattuto da una nave russa”

ANKARA – L'aereo turco abbattuto venerdì 22 giugno al largo delle coste della Siria sarebbe stato colpito non dalla Dca di Damasco ma da una nave da guerra russa all'ancora nel porto siriano di Latakia, secondo il leader del piccolo partito del centrosinistra turco Dsp Masum Turker.

L'esponente socialdemocratico ha detto all'emittente privata Tv8 che l'aereo è stato colpito dalla nave russa 'Admiral Chabanenko'.

Secondo Turker, l'informazione sarebbe in possesso del ministero degli esteri di Ankara e dei servizi segreti turchi.

Sulle circostanze dell'abbattimento e sulla missione dell'aereo le versioni di Ankara e Damasco divergono.

Per la Turchia l'aereo, un F4 Phantom disarmato, era in missione di perlustrazione ed è stato colpito nello spazio aereo internazionale da un missile laser-guidato.

Secondo Damasco invece era nello spazio aereo siriano, a 1-2 km dalla costa di Latakia, volava a molto bassa quota, circa 100 metri, ad alta velocità, 800 km/h, ed è stato colpito da terra con un cannone mitragliatore.

Esperti russi citati da Novostny hanno avanzato l'ipotesi che dovesse testare i sistemi di difesa siriani per conto della Nato e/o spiare per l'opposizione armata. Vicino al luogo dell'incidente si trova la base navale russa in Siria di Tartus.
Fonte:http://www.nanopress.it/mondo/latakia/


Due considerazioni:
1- Hanno subito detto che i piloti erano dispersi e non erano dentro il relitto dell'aereo (inabissato a 1300 metri di profondità...)
Come avranno fatto a dirlo...[8]

2-I piloti, se avessero fatto in tempo ad ejettarsi, avrebbero con sè un dispositivo di radiolocalizzazione che li farebbe ritrovare in poco tempo...


quindi dei piloti non si sa nulla..

strano,
neh?

stamattina ho setito alla radio un politico turco
che diceva tranquillamente;
"l'aereo ha volato 5(!) minuti
nello spazio aereo siriano
ma poi se ne stava andando
ed e` stato colpito in acque internazionali.."

capito ?
uno scorrazza nel territorio,
poi se ne va,
tana libera tutti..!


5 minuti a 800 km/h
sono un`enormita`..


chissa` se la stssa cosa
fosse successa in territorio israeliano
come avrebbero reagito..



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mik.300 ha scritto:

quindi dei piloti non si sa nulla..

strano,
neh?


Chissà perchè ma... ci avrei scommesso.... [:246]



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L'abbattimento mi pare che sia giustificato, considerando la situazione attuale nella regione.
A quanto pare i siriani non sapevano della nazionalità dell'aereo... certo poteva anche essere un aereo israeliano...


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GUERRA IN SIRIA ? CATANIA È PRONTA

3 luglio, 2012

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http://www.altrainformazione.it/wp/2012 ... ia-pronta/

DI ANTONIO MAZZEO
antoniomazzeoblog.blogspot.it

Un carosello in cielo, giù c’è Catania, il blu dello Ionio, l’Etna nera con il cocuzzolo perennemente innevato. Due, cinque, otto, dieci interminabili minuti, l’aereo che oscilla, vibra, scende, risale. E il cuore che accelera. Paura di volare? Mai. Ma perché ci sta tanto ad atterrare? E che cavolo! ogni volta la stessa storia. Arrivi in orario ma poi ti fanno girare per mezz’ora su Fontanarossa. E sudi freddo, senti una strana pressione sullo stomaco. Quasi sempre non ti dicono nulla. Non ti spiegano perché. Domenica all’una invece, sul Pisa-Catania, il comandante annuncia che straremo in aria un po’ sino a quando la torre di controllo non ci autorizzerà all’atterraggio. C’è un intenso traffico aereo militare sullo scalo di Sigonella.
cavolo, ‘sti americani giocano alla guerra perfino all’ora di pranzo e nel giorno del Signore, sdrammatizza il vicino di poltrona già superabbronzato. Beh, sempre meglio di quanto è accaduto a mio zio la scorsa estate. Veniva da Venezia e gli hanno dirottato all’ultimo l’aereo a Punta Raisi. Allora c’erano i war games degli yankees e della NATO, gli ultimi fuochi sulla Libia da liberare. Le spregiudicate manovre dei famigerati aerei senza pilota, gli UAV-spia Global Hawk e i Predator stracarichi di missili e bombe a guida laser.
Da due anni il terzo aeroporto d’Italia come volume di traffico, oltre sei milioni e mezzo di passeggeri l’anno, è asservito alla dronomania della Marina e dell’Aeronautica militare degli Stati Uniti d’America. Atterraggi e decolli ritardati, le attività sospese in pista e nelle piattaforme, timetable che per effetto domino impazziscono in tutto il Continente, gli imprevisti e faticosi dirottamenti su Palermo. Volare da o su Catania vuol dire disagi che si sommano ai disagi, nuovi pericoli che si aggiungono a quelli vecchi. In futuro sarà peggio. Entro il 2015, la grande stazione aeronavale di Sigonella sarà consacrata capitale mondiale degli aerei senza pilota e ospiterà sino a venti Global Hawk e sciami di droni d’attacco e di morte. E Fontanarossa sarà soffocata, imprigionata, asservita alla guerra.
“Sì, il traffico civile subisce certe riduzioni e interferenze per l’attività militare del vicino scalo di Sigonella”, ammette Gaetano Mancini, presidente della Sac, la società che gestisce l’aeroporto etneo. “Tutto però è sotto controllo e mai ci sono stati problemi per la sicurezza dei passeggeri. Negli ultimi mesi la situazione si è poi fatta sicuramente meno pesante”. L’ordine di scuderia è tranquillizzare ed evitare allarmismi. Eppure dall’8 marzo di quest’anno a Fontanarossa sono state sospese tutte le procedure strumentali standard nelle fasi di accesso, partenza e arrivo degli aeromobili, “causa attività degli Unmanned Aircraft”, gli aerei senza pilota in dotazione alle forze armate statunitensi e alleate, come specificato da una nota ai piloti di aeromobili (NOTAM) emessa dalle autorità preposte al controllo del traffico. Le limitazioni dovevano durare sino allo scorso 5 giugno, ma un giorno prima della scadenza dei termini, tre NOTAM distinti dai codici B4048, B4049 e B4050 hanno prorogato la sospensione delle procedure standard sino al prossimo 1 settembre. Anche stavolta il transito dei voli civili, in piena stagione estiva, sarà subordinato alle evoluzioni dei droni. Semaforo giallo anche per i cacciabombardieri e gli aerei radar e da trasporto uomini e mezzi delle forze armate. Un altro avviso, codice M3066/12, ha ordinato infatti la sospensione di tutte le strumentazioni standard al decollo e all’atterraggio nel Sigonella Airport, dal 4 giugno all’1 settembre 2012, anche stavolta per le attività degli Unmanned Aircraft.
La Sicilia trampolino bellico si trasforma in laboratorio sperimentale del piano di iper-liberalizzare lo spazio aereo alle scorribande degli aerei senza pilota. La sicurezza delle popolazioni e dei passeggeri sacrificata all’altare degli interessi economici del complesso militare industriale USA. In Europa e aldilà dell’Atlantico, governi e organismi internazionali sembrano impotenti di fronte all’intollerabile pressing dei produttori di droni. Il business è enorme: secondo gli analisti economici, nei prossimi dieci anni la spesa annua per i sistemi senza pilota crescerà da 6,6 ad 11,4 miliardi di dollari e ci sarà pure un’ampia espansione anche in ambito civile. Solo in riferimento alla tipologia degli UAV ospitati pure a Sigonella (gli RQ-4 Global Hawk, gli MQ-9 Reaper e gli MQ-1 Predator), il Pentagono vuole portarli dagli attuali 340 a 650 nel 2021. Ognuno di essi ha costi insostenibili. Ogni falco globale di US Air Force, quello più vecchio, costa 50 milioni di dollari (in Sicilia ce ne saranno presto cinque). Gli altri cinque UAV previsti per Sigonella con il programma Allied Ground Surveillance (AGS) di sorveglianza terrestre della NATO, costeranno complessivamente 1,7 miliardi di dollari. Spesa record di 233 milioni a drone per la versione Global Hawk acquistata dalla Marina USA nell’ambito del programma Broad Area Maritime Surveillance (BAMS) che vedrà ancora la Sicilia piattaforma avanzata per i raid in Africa, Medio Oriente e sud-est asiatico.
Due anni fa, senza che sia stato ancora disciplinato l’impiego degli aeromobili a pilotaggio remoto nel sistema del traffico aereo europeo, l’Aeronautica militare e l’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) hanno siglato un accordo tecnico per consentire l’impiego dei Global Hawk di Sigonella nell’ambito di spazi aerei “determinati” (terminologia del tutto nuova rispetto a quella in uso nei NOTAM dove gli spazi sono proibiti, pericolosi o limitati). In linea teorica si annuncia l’adozione di procedure di coordinamento tra autorità civili e militari “tese a limitare al massimo l’impatto sulle attività aeree civili” e “nel rispetto dei principi della sicurezza del volo”, anche se poi si ammette che per le operazioni “connesse a situazioni di crisi o di conflitto armato”, l’impiego dei droni non sarà sottoposto a limitazioni di alcun genere. Nel Mediterraneo cronicamente in fiamme è come dare illimitata libertà di azione ai falchi globali e ai predatori del cielo e del mare.
“I velivoli telecomandati rappresentano un rischio insostenibile per il traffico civile e le popolazioni che risiedono nelle vicinanze degli scali utilizzati per le manovre di decollo e atterraggio”, denunciano gli attivisti della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella. “Negli Stati Uniti d’America il tasso degli incidenti agli aerei senza pilota è nettamente superiore a quello dell’aviazione generale e di quella commerciale, come più volte sottolineato dalla Federal Aviation Administration, l’amministrazione responsabile per la gestione delle attività nello spazio aereo nazionale”. Il 15 luglio 2010, durante un’audizione alla Commissione per la sicurezza pubblica interna del Congresso, la vicepresidente della FAA ha espresso forti perplessità su una “rapida e piena integrazione” dei sistemi senza pilota nel traffico aereo generale, così come auspicato dal Pentagono e dal presidente Obama. “Molti dei dati a nostra disposizione arrivano solo dalla Customs and Border Protecion (CPB) che pattuglia i nostri confini”, spiega la Federal Aviation Administration. “Essi ci rivelano che i ratei di incidenti degli UAS sono molto grandi. Dall’anno fiscale 2006 alla data del 13 luglio 2010, ad esempio, la CPB ha riferito un tasso incidentale grave di 52,7 ogni 100.000 ore di volo, cioè oltre sette volte più alto di quello dell’aviazione generale e 353 volte più elevato di quello dell’aviazione commerciale. Non si deve poi dimenticare che il numero di ore di volo denunciato, 5.688, è molto basso rispetto a quello che viene solitamente considerato in aviazione per fissare i dati sulla sicurezza e gli incidenti…”.
Un recentissimo report di Bloomberg, la maggiore società statunitense di analisi del mercato economico e finanziario, ha messo il dito nella piaga droni. Da quando sono operativi con US Air Force, Global Hawk, Preador e Reaper hanno subito 129 incidenti in cui i danni hanno comportato una spesa superiore ai 500.000 dollari o è avvenuta la distruzione del velivolo in missione. “Questi tre tipi di UAV sono quelli con il maggior tasso d’incidente di tutta la flotta aerea militare”, scrive Bloomberg. “Insieme hanno cumulato 9,31 incidenti ogni 100.000 ore di volo, tre volte in più degli aerei con pilota”. Il Global Hawk, da solo, ha un tasso di 15,16.
“Effettivamente il rateo d’incidenti dei sistemi aerei senza pilota (UAS) non è incoraggiante”, ammette il maggiore dell’aeronautica, Luigi Caravita, autore di un approfondito studio sui droni pubblicato dal Centro Militare di Studi Strategici (Cemis). “La mancanza di una capacità matura di sense & avoid (senti ed evita) verso altro traffico può diventare ancor più critica se associata alla vulnerabilità o alla perdita del data link tra segmento di terra e segmento di volo: in più di un occasione un Predator è stato perso a seguito d’interruzione del data link”, spiega il maggiore. “Ad oggi gli UAS militari non sono autorizzati a volare, se non in spazi aerei segregati, perché non hanno una banda aeronautica protetta, non sono ancora considerati sufficientemente affidabili, non hanno ancora totalizzato un numero di ore di volo sufficiente da costituire un safety case rappresentativo e convincente, non è stata ancora dimostrata adeguata resistenza da attacchi di cyber warfare”.
Analoghe considerazioni sono state fatte dal comando generale di US Air Force nel documento che delinea la visione strategica sull’utilizzo di questi sistemi di guerra (The U.S. Air Force Remotely Piloted Aircraft and Unmanned Aerial Vehicle – Strategic Vision). “I velivoli senza pilota sono sensibili alle condizioni ambientali estreme e vulnerabili alle minacce rappresentate da armi cinetiche e non cinetiche”, scrivono i militari statunitensi. Per questo Eurocontrol, l’organizzazione per la sicurezza del traffico aereo a cui aderiscono 38 stati europei, ha stabilito nel marzo 2010 alcune linee guida per la gestione del traffico aereo dei falchi globali destinati allo scacchiere continentale. In particolare, si raccomanda d’isolare i droni-spia da altri usuari dello spazio aereo. “Dato che i Global Hawk non possiedono certe capacità, come il sense and avoid, è necessario che i decolli e gli atterraggi avvengano in spazi aerei segregati dai livelli normalmente utilizzati dai convenzionali aerei con pilota, mentre le missioni di crociera dovranno essere effettuate ad altitudini non occupate da essi”. Nel caso di Catania-Fontanarossa, scalo a meno di una decina di km in linea d’aria da Sigonella, le raccomandazioni di Eurocontrol sono solo carta straccia.
Sulle scellerate scelte USA e NATO d’installare i Global Hawk in Sicilia è intervenuto uno dei massimi esperti dell’aviazione italiana, il comandante Renzo Dentesano, pilota per quarant’anni dell’Aeronautica ed Alitalia, poi consulente del Registro aeronautico e perito per diverse Procure nei procedimenti relativi ad incidenti aerei. “Questi aeromobili militari saranno in grado di partire e tornare alla base siciliana dopo aver compiuto missioni segrete e pericolose, delle quali nessuno deve saper nulla, onde poter effettuare con successo i loro compiti di sorveglianza e spionaggio”, scrive Dentesano. “È pur vero che nei loro piani d’impiego è previsto che il Comando che li utilizzerà abbia tutte le informazioni necessarie in merito al traffico che interessa lo spazio aereo nelle loro traiettorie, invece, le autorità civili non sapranno nulla di quanto programmato e qualche Controllore avvisterà sugli schermi radar del traffico che sarà etichettato come sconosciuto, del quale quindi ignoreranno sia le intenzioni che le manovre e le traiettorie”.
“Questo tipo di ricognitori, concepiti appunto per missioni troppo rischiose per essere affidate a mezzi con a bordo degli esseri umani, nonostante tutte le misure di security di cui sono dotati i loro ricevitori di bordo, possono essere interferiti da segnali elettronici capaci di penetrare nei loro sistemi di guida e controllo, in modo da causarne la distruzione”, aggiunge Dentesano. “Il Global Hawk, come pure il Predator, non risultano in grado di assicurare l’incolumità del traffico aereo civile. Essi non sono in grado di variare la loro traiettoria di volo in senso verticale, salendo o scendendo di quota, come la situazione per evitare una collisione prontamente richiederebbe. E la sola variazione della direzione di moto, rimanendo alla stessa altitudine, potrebbe non bastare ad evitare un disastro che coinvolga un traffico civile”.
L’allarme è stato lanciato da tempo ma Governo, Regione ed enti locali non vedono, non sentono, non parlano. Il DC 9 abbattuto da un missile nel cielo di Ustica, il 27 giugno di 32 anni fa, è un ricordo sbiadito. Con i droni liberi di planare sulle teste dei siciliani è scattato il count down per l’ennesima strage di stato.


Antonio Mazzeo
Fonte: http://antoniomazzeoblog.blogspot.it
Link: http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/20 ... ni-di.html
Titolo originale Guerra ai siciliani con i droni di Sigonella
Articolo pubblicato in I Siciliani giovani, n. 6, giugno 2012.



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