11/11/2019, 10:33
11/11/2019, 11:45
12/11/2019, 13:30
Wolframio ha scritto:http://presadicoscienza.altervista.org/controllo-mentale-mk-ultra/
Altre tecniche di controllo mentale.
viewtopic.php?p=297073#p297073
Controllo mentale tramite campi elettromagnetici generati dalla TV
Nel 2001 è stato emesso un brevetto per manipolare il sistema nervoso di un soggetto che si trova vicino ad un monitor televisivo (“manipulating the nervous system of a subject located near a monitor”).
In poche parole, tramite onde elettromagnetiche generate dalla comune TV di casa è possibile stimolare ed in un certo modo controllare la mente di chi la sta guardando. Leggendo meglio, non solo di chi la sta guardando ma anche di chi è nell’area di pertinenza del trasmettitore di queste onde.
Questo spiega come mai, in tempi come quelli che stiamo vivendo adesso nessuno si ribella veramente, poche persone si rendono conto del massiccio controllo mentale a cui siamo sottoposti, mentre gli altri ripetono meccanicamente quello che la TV gli dice di pensare.
Fonte: brevetto US6506148
09/12/2019, 20:39
10/12/2019, 11:32
Wolframio ha scritto:http://presadicoscienza.altervista.org/controllo-mentale-mk-ultra/
Altre tecniche di controllo mentale.
viewtopic.php?p=297073#p297073
26/12/2019, 17:51
Wolframio ha scritto:Guarda su youtube.com
26/12/2019, 18:00
THE HIDDEN MILITARY USES OF 5G TECHNOLOGY
December 23, 2019
At the London Summit, the 29 member countries of NATO agreed to “guarantee the security of our communications, including 5G”. Why is this fifth generation of mobile data transmission so important for NATO?
While the earlier technologies were perfected to create ever more advanced smartphones, 5G is designed not only to improve their performance, but mainly to link digital systems which need enormous quantities of data in order to work automatically. The most important 5G applications will not be intended for civil use, but for the military domain.
The possibilities offered by this new technology are explained by the Defense Applications of 5G Network Technology, published by the Defense Science Board, a federal committee which provides scientific advice for the Pentagon –
The emergence of 5G technology, now commercially available, offers the Department of Defense the opportunity to take advantage, at minimal cost, of the benefits of this system for its own operational requirements.
In other words, the 5G commercial network, built and activated by private companies, will be used by the US armed forces at a much lower expenditure than that necessary if the network were to be set up with an exclusively military goal. Military experts foresee that the 5G system will play an essential role for the use of hypersonic weapons – missiles, including those bearing nuclear warheads, which travel at a speed superior to Mach 5 (five times the speed of sound). In order to guide them on variable trajectories, changing direction in a fraction of a second to avoid interceptor missiles, it is necessary to gather, elaborate and transmit enormous quantities of data in a very short time. The same thing is necessary to activate defences in case of an attack with this type of weapon – since there is not enough time to take such decisions, the only possibility is to rely on 5G automatic systems.
This new technology will also play a key role in the battle network. With the capability of simultaneously linking millions of transceivers within a defined area, it will enable military personnel – departments and individuals – to transmit to one another, almost in real-time, maps, photos and other information about the operation under way.
5G will also be extremely important for the secret services and special forces. It will enable control and espionage systems which are far more efficient than those we use today. It will improve the lethality of killer drones and war robots by giving them the capacity of identifying, following and targeting people on the basis of facial recognition and other characteristics. The 5G network, as a weapon of high-tech capacity, will also become the target for cyber-attacks and war actions carried out with new generation weapons.
As well as the United States, this technology is under development by China and other countries. The international disagreement concerning 5G is therefore not only commercial. The military implications of 5G are almost entirely ignored, because the critics of this technology, including many scientists, are concentrating their attention on its toxic affects for health and the environment, due to exposure to very low-frequency electromagnetic fields. This engagement is of course of the greatest importance, but must be linked to research on the military use of this technology, financed indirectly by ordinary users. One of its greatest attractions, which favours the dissemination of 5G smartphones, will be the possibility of participating, by subscription, in war games of impressive realism in direct contact with players from all over the world. In this way, without realising it, the players will be financing the preparation for war – but this time it will be a real war.
About the Author
Manlio Dinucci is a Research Associate of the Centre for Research on Globalization.
The original source of this article is Global Research
https://www.wakingtimes.com/2019/12/23/ ... echnology/
01/01/2020, 10:13
https://www.internazionale.it/reportage ... /5g-italia
I timori di chi si oppone alla rete 5g in Italia
Emanuele Giordana, giornalista
30 dicembre 2019 09.36
Nel paesino lombardo di Crotta d’Adda, un pugno di chilometri da Cremona, la maggior parte degli avventori del Giangy bar, sulla via principale di questa cittadina di 650 anime, è anziana: non sorprende se le persone non sono attaccate al telefono. Ma c’è anche un altro motivo. Il ripetitore più vicino è a chilometri di distanza e il telefono prende male. La conversazione va e viene e il wifi è un disastro. In epoca digitale un vero dramma. Ma non per le aziende che in Italia stanno pianificando il 5g, tecnologia e standard di quinta generazione che consentiranno, con prestazioni e velocità superiori, l’internet delle cose: quello che permetterà di programmare la lavatrice dall’ufficio, per dire; o che grazie a un microchip nel pannolino avviserà se un bambino è bagnato.
Per i colossi della telefonia Crotta d’Adda è un caso perfetto per studiare come la nuova tecnologia possa superare la vecchia. Ma ci sono un paio di problemi. Anzi tre. Il primo è che nessuno ha avvertito i cittadini del paesino che sarebbero stati al centro di un esperimento per testare la nuova tecnologia. Il secondo è che una ricerca ha constatato che dei topi sottoposti a onde elettromagnetiche simili ma assai meno potenti rispetto a quelle previste dal 5g hanno mostrato la tendenza ad ammalarsi di cancro. Il terzo è che tra i 650 residenti di Crotta d’Adda c’è un nucleo agguerrito di persone, in buona parte donne, che non ha nessuna intenzione di fare da cavia senza conoscere i rischi del progetto.
Nasce tutto da lì, da un comitato locale per la tutela ambientale che si è poi scelto un nome di battaglia evocativo: “Onde nel Gerundo”, dal lago storico di età preromana che occupava i letti degli attuali Adda e Serio.
È il 2 marzo 2019 quando il comitato si fa vivo in comune. Sono dei rompiscatole, di quelli che non arretrano davanti a nessuna battaglia. Si deve a loro se un’azienda di compostaggio si è vista negare il permesso di fare a Crotta d’Adda l’ennesima pattumiera, che doveva sorgere, tra l’altro, di fianco a una delle più grandi discariche di inerti ferrosi in Italia. Dicono al sindaco di aver saputo che Crotta d’Adda è nella lista di 120 comuni per i quali l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha previsto nel maggio 2018 la sperimentazione del 5g. Il nome delle grandi città è noto: Milano, Bari, Prato, L’Aquila e Matera per cominciare. Ed è conosciuto anche il nome delle aziende che, grazie a un’asta che in quattro anni porterà 6,5 miliardi nelle casse dello stato, nell’ottobre 2018 hanno comprato le frequenze del pacchetto 5g: dalla Vodafone alla Telecom, dalla Wind alla Fastweb alla Iliad. Ma chi si preoccupa di Terragnolo (Tn), Mezzana Rabattone (Pv), Canolo (Rc) o della cremonese Crotta d’Adda?
Sebastiano Baroni, eletto sindaco con voto quasi bulgaro in una lista civica senza colore, fa buon viso a cattivo gioco. In realtà è già stato avvertito, non dall’Agcom ma da una raccomandata del 22 febbraio 2019 firmata da un coordinamento di associazioni di tutela per le malattie rare: “Abbiamo appreso che il ministero dello sviluppo ha scelto, tra gli altri, il Suo comune per la sperimentazione del 5g, il wireless di quinta generazione privo di studi preliminari sul rischio per la salute pubblica…”. Baroni prende tempo ma alla fine, il 12 agosto scorso, scrive al ministero della salute, all’istituto superiore di sanità (Iss) e alle istituzioni locali. Chiede di sapere perché non è mai stato avvertito e se è vero quanto si sente dire, e cioè che non si sa molto sul possibile “inquinamento elettromagnetico” della nuova tecnologia.
“Finora”, dice Baroni, “non abbiamo avuto risposta. Io non prendo posizione pro o contro il 5g, ma una cosa deve essere chiara: non rilasceremo il permesso di mettere alcuna antenna finché non avremo garanzie”. Gli fa eco l’assessore Andrea Castelvecchio, una vita in aziende che lavorano nel campo della tecnologica: “Non siamo contro l’innovazione, anzi. Ma sulla salute dei cittadini vogliamo certezze”. Al comitato intanto non si accontentano della lettera e ancora meno della mancata risposta. Vogliono saperne di più e scoprono che a Bologna c’è un istituto di ricerca indipendente che ha appena terminato una lunga e meticolosa ricerca sulle tecnologia 2g e 3g. L’istituto si chiama Ramazzini in ricordo di Bernardino Ramazzini, autore del De morbis artificum diatriba (1700), inventore del noto aforisma “Meglio prevenire che curare”: è una cooperativa sociale nata nel 1987 che conta più di 30mila soci che coprono il 30 per cento del suo budget. Diretto da Fiorella Belpoggi, lavora sulla prevenzione del cancro e gestisce poliambulatori per le diagnosi precoci dei tumori. È anche grazie all’alleanza con il Ramazzini che nasce il comitato “Onde nel Gerundo”.
A questo punto bisogna andare a vederlo questo istituto che viene considerato il secondo al mondo, dopo l’americano National toxicology program (Ntp), per quantità di materiali potenzialmente cancerogeni studiati. Il viaggio è una piccola sorpresa.
Lo studio dell’istituto Ramazzini
Laboratori e uffici si trovano nel castello rinascimentale (oggi comunale) di Bentivoglio, a venti chilometri da Bologna: merli e chiostri, sale affrescate, camini e travi di quercia, ma anche la più recente tecnologia per le analisi. È qui che circa 2.500 ratti del ceppo Sprague-Dawley – con un dna molto simile a quello umano – sono stati sottoposti per 19 ore al giorno, sette giorni su sette, a radiofrequenze (1.800 mhz), simili a quelle cui è esposto chi vive vicino a un’antenna radio base della telefonia mobile, dunque a una fonte di onde elettromagnetiche.
Nel frattempo l’Ntp procedeva a un esperimento negli Stati Uniti con esposizioni e frequenze diverse (1.900 e 900 mhz) e su un periodo più breve rispetto a quello testato dal Ramazzini (106 settimane contro l’osservazione fino a morte spontanea). I due studi si sono concentrati su due diverse fonti di radiazioni: Ramazzini ha studiato gli effetti di un’esposizione a un’antenna, campo lontano; mentre l’Ntp si è occupato delle radiazioni emesse dai telefoni portatili, campo vicino. Ma le conclusioni sono simili: in entrambi i casi l’esposizione determina un rischio relativo dello sviluppo di gliomi nel cervello – gruppo di neoplasie maligne del sistema nervoso centrale – e di schwannomi maligni, ovvero tumori delle cellule nervose del cuore, dette di Schwann.
In Italia, l’analisi del Ramazzini ha permesso di notare l’aumento significativo di quest’ultimo tipo di tumore in un’età del roditore equivalente a quella di un uomo con più di 65 anni. Il dottor Andrea Vornoli, dell’équipe di ricerca diretta da Belpoggi, spiega che “l’esposizione è stata equivalente a quella a cui una persona è sottoposta in regime di 2g e 3g, e ha già dato risultati preoccupanti”. Se si tiene conto che il 5g richiederà milioni di stazioni radio base, 20mila satelliti e 200 miliardi di trasmittenti, spiega Vornoli, “significa che saremo costantemente sotto l’influenza di campi elettromagnetici”. Eppure, i fautori del 5g sostengono che maggiore è la frequenza e minore è la penetrazione delle onde nel corpo umano. “È vero”, ribatte Vornoli, “ma è sufficiente che sia colpito il sistema elettrico-nervoso e vascolare superficiale per arrecare potenziali danni alla salute”. Specie se ciò avviene 24 ore su 24. Parte dei risultati dello studio preliminare del Ramazzini sono stati pubblicati su diverse riviste scientifiche, mentre una sintesi sugli effetti su cervello e cuore è uscita su Environmental Research a marzo 2018. Il rapporto completo uscirà tra marzo e aprile 2020.
Il dossier comprenderà i risultati delle analisi su tutti gli altri organi e tessuti degli animali sottoposti all’esperimento, dal microbioma intestinale agli organi riproduttivi. Secondo il rapporto preliminare lo studio del Ramazzini “conferma e rafforza i risultati del National toxicologic program americano; non può infatti essere dovuta al caso l’osservazione di un aumento dello stesso tipo di tumori, peraltro rari, a migliaia di chilometri di distanza, in ratti dello stesso ceppo trattati con le stesse radiofrequenze. Sulla base dei risultati comuni, riteniamo che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) debba rivedere la classificazione delle radiofrequenze, finora ritenute possibili cancerogeni, per definirle probabili cancerogeni”.
Naturalmente la prudenza è d’obbligo. “I risultati di una ricerca sui ratti non significa per forza che quanto è vero per quell’animale lo sia anche per gli esseri umani”, spiega Marco Corsi, quarant’anni di ricerca e sperimentazione clinica nell’azienda farmaceutica Sigma Tau, “ma è un segnale importante, un campanello d’allarme che invita a proseguire le ricerche anche sull’uomo”.
Preoccupazioni diffuse
Nell’ottobre 2019 il National toxicologic program ha aggiornato lo studio sui roditori. I ricercatori sostengono che l’esposizione a onde elettromagnetiche che hanno portato i ratti maschi a sviluppare tumori cerebrali avrebbero anche causato danni al dna – dna breaks – mentre le femmine, che non avevano peraltro evidenze tumorali elevate, registravano meno danni al dna.
Non tutti sono d’accordo. In Italia l’istituto superiore di sanità (Iss) nel rapporto Istisan sostiene che “l’uso comune del cellulare non sia associato all’incremento del rischio di alcun tipo di tumore cerebrale”, una conclusione distante da quelle del Ramazzini e dell’Ntp. L’associazione italiana medici per l’ambiente (Isde) ha chiesto all’Iss di “ritirare” il suo ultimo dossier sul rapporto tra telefoni e cancro, e di “rielaborarlo considerando in maniera adeguata tutte le evidenze scientifiche disponibili”.
Nel Rapporto indipendente sui campi elettromagnetici – che l’Isde ha pubblicato a settembre in collaborazione con European consumers – si ricorda che “la maggior parte degli studi rassicuranti in termini di rischio per la salute su cui si basano le posizioni dell’Oms (e dell’Iss ndr), hanno ricevuto finanziamenti da soggetti privati, fra cui gli stessi gestori della telefonia mobile”. E aggiunge che “i risultati disponibili circa l’esistenza di effetti biologici da esposizione a campi elettromagnetici – compreso il 5g – sono sufficienti per invocare il principio di precauzione, definire i soggetti esposti come potenzialmente vulnerabili e rivedere i limiti esistenti”.
Si potrebbero aggiungere: la presa di posizione del defensor del pueblo, organo istituzionale spagnolo, che ha intimato che il “Plan y proyectos piloto 5g” sia sottoposto a valutazione di impatto ambientale; o l’appello, già firmato da 253 scienziati e medici, che mettono in guardia l’Unione europea “a causa dei gravi potenziali effetti sulla salute derivanti da questa nuova tecnologia”. In Belgio l’ex ministra regionale per l’ambiente Celine Frémault aveva bloccato la sperimentazione a Bruxelles sostenendo che i suoi cittadini “non sono dei ratti da laboratorio la cui salute si può vendere a scopo di lucro”.
Allarmismo o cautela necessaria? Belpoggi del Ramazzini non ha dubbi: “Per quanto riguarda il 5g i governi dovrebbero prendere tempo in attesa di valutazioni accurate sulla pericolosità di questa tecnologia innovativa. I cittadini hanno bisogno di capire se le istituzioni siano o meno dalla loro parte, cioè dalla parte dei più deboli”.
Davide contro Golia
Il governo italiano gongola e la linea dei favorevoli al 5g è trasversale. Tra le voci nel deserto, la parlamentare del gruppo misto Sara Cunial, il 7 ottobre scorso, ha tentato di mettere qualche paletto durante una discussione alla camera su “tutela della salute in relazione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza” ma la sua mozione è stata respinta e lei è stata accusata da Vincenza Bruno Bossio del Partito democratico di “luddismo antitecnologico” e paragonata ai “no vax”.
Giorgio Cinciripini, dell’associazione italiana elettrosensibili, fa ordine nelle sue carte. È stato lui l’autore della lettera inviata a febbraio a Crotta d’Adda e a tutti gli altri comuni della Lombardia dove si sperimenta il 5g. Disegna un quadro della società civile attiva: una rete di piccole realtà che si occupano di disturbi come la sensibilità chimica multipla (Mcs) o l’ipersensibilità ai campi elettromagnetici (Ehs). Da APPLE ellettrosmog – guidata da Laura Masiero e Angelo Gino Levis – a Stop 5g e Amica, che fanno capo ai giornalisti Maurizio Martucci e Francesca Romano Orlando, comunicano soprattutto grazie ai social network. Ci sono però dei limiti. “Siamo piccoli e ognuno va un po’ per conto suo”, dice Cinciripini, “un vero e proprio coordinamento esiste solo sulla carta”.
Inoltre, tutte queste realtà non hanno finanziatori se non gli stessi attivisti. Il rischio è di non riuscire a trasformare la rabbia in azione anche se nessuno vuole mollare. Lo dimostra il convegno su Tecnologia 5g e rischi per la salute che si è svolto a Cremona il 7 dicembre 2019, promosso da cinquanta associazioni e comitati che fanno parte degli Stati generali dell’ambiente e della salute. La storia di Crotta d’Adda sembra la dimostrazione che Davide stia riuscendo quantomeno a infastidire Golia.
10/02/2020, 11:14
10/02/2020, 13:46
10/02/2020, 17:00
11/02/2020, 01:55
11/02/2020, 20:50
MaxpoweR ha scritto:se così fosse c'è ben di peggio del corona virus in giro in Cina ed in tanti altri posti compresa l'Italia
11/02/2020, 21:03
Wolframio ha scritto:Non è che il 5g possa generare dei virus.
Potrebbe essere che sparo una caz zata, ma pare che le onde millimetriche ad una data frequenza possono rafforzare la capacità di guarigione del corpo.
Suppongo che altre frequenze possano avere un effetto contrario, cioè indebolire la capacità di guarigione.
Quindi potrebbe essere che alcuni virus che in un corpo sano non fanno nemmeno solletico, in caso di indebolimento dello stesso diventino pericolosi.
Non sò, bisognerebbe verificare in tal senso la pericolosità di certe frequenze.
12/02/2020, 12:38
Asolo, stop alla sperimentazione del 5G e diffida Iliad
Con un’ordinanza firmata dal Sindaco Mauro Migliorini, il Comune di Asolo ha imposto l’immediata sospensione della sperimentazione o diffusione della tecnologia di rete di telefonia mobile 5G sul territorio comunale. Il provvedimento - il primo del genere in Provincia di Treviso - è stato emesso “in attesa della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency for Research on Cancer, applicando il principio precauzionale sancito dall’Unione Europea, prendendo in riferimento i dati scientifici più aggiornati, indipendenti da legami con l’industria e già disponibili sugli effetti delle radiofrequenze, estremamente pericolose per la salute dell’uomo”. Contestualmente, l’ordinanza diffida la società di telefonia mobile Iliad Italia S.p.A. ad eseguire l’installazione del nuovo impianto di via Fermi 14 ad Asolo, previsto su infrastruttura già esistente, e l’installazione di tecnologie 5G “fino all’intervenuta emissione del parere sanitario sulla sicurezza delle esposizioni elettromagnetiche da parte dell’Istituto Superiore di sanità e dell’INAIL”.
Il documento prende a giustificazione della sospensione immediata il fatto che sul piano globale le radiofrequenze del 5G sono “inesplorate”, mancando “qualsiasi studio preliminare di valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema derivabile da una massiccia, multipla e cumulativa installazione di milioni di nuove antenne che andranno a sommarsi alle decine di migliaia di Stazioni Radio Base ancora operative per gli altri standard di comunicazione senza fili, oltre alle migliaia di ripetitori Wi-Fi attivi” . Lo stesso provvedimento elenca le principali risultanze dei più recenti studi scientifici sui rischi per la salute umana correlati all’esposizione ai campi elettromagnetici delle radiofrequenze della telefonia mobile. La decisione di Asolo, che segue quella di altri Comuni veneti come ad esempio Montegrotto Terme (Padova) e Lonigo (Vicenza), applica un principio di precauzione che è stato già recepito anche a livello di istituzione regionale. Come specificato infatti da una risposta della Giunta regionale del Veneto a un’interrogazione in Consiglio regionale sulla sperimentazione e diffusione del 5G, “le installazioni 5G con nuova tecnologia non sono state ancora eseguite in Veneto e lo saranno solo quando a livello nazionale sarà stata definita la metodologia per le valutazioni preventive”.
«Tutte le nuove installazioni -precisa ancora la Giunta veneta- saranno soggette alla valutazione preventiva da parte di ARPAV che ne verificherà la compatibilità con le soglie di legge, considerando anche tutti gli altri impianti operanti nel territorio». L’ordinanza del Sindaco di Asolo, conseguente alla richiesta pervenuta in Comune da parte di Iliad Italia S.p.A. per l’installazione di un nuovo impianto tecnologico di radio telecomunicazione in via Fermi, è stata trasmessa a tutte le autorità competenti in materia: all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, per conoscenza al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministeri della Salute, dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e Trasporti e dell’Interno. «L’ordinanza -spiega il Sindaco Mauro Migliorini- è stata emessa non contro la tecnologia 5G in sé, ma in attesa di avere chiare disposizioni al riguardo dagli enti superiori nazionali e dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale. È un’ordinanza di sospensione, in attesa di comunicazioni da parte del legislatore».
Fonte: TREVISO TODAY
Qui la pagina ufficiale del comune di Asolo, con l’ordinanza e il documento in pdf.
Fonte: https://www.luogocomune.net/23-energia-e-ambiente/5444-asolo,-stop-alla-sperimentazione-del-5g-e-diffida-iliad