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28/03/2010, 13:17

Speriamo che i cambiamenti supposti per il 2012 siano una presa di coscienza del genere umano.
Che Dio ce la mandi buona.

28/03/2010, 17:48

greenwarrior ha scritto:

Speriamo che i cambiamenti supposti per il 2012 siano una presa di coscienza del genere umano.
Che Dio ce la mandi buona.


chiedo scusa premetto che è x sdrammatizzare e x ridere :P cmq se offende la sensibilità di qualcuno o se non è 1 linguaggio consono al forum censuratemi.. ma XD non posso non citare green ricordando mio zio..


"Che Dio ce le mandi BONA -- e con le tette grosse!"

28/03/2010, 20:06

nessuno ne parla ma per il 2011 i carabinieri e altri corpi di polizia europei saranno inglobati in un un'ica polizia europea, con diritti sopra a ogni costituzione di ogni stato, potranno fare ciò che vogliono e non potranno essere intercettati. praticamente un corpo militare dittatoriale.
se volete vi posto l'articolo, come sempre verso il 2012 stanno succedendo sempre cose più strane.

29/03/2010, 06:12

keiji ha scritto:

nessuno ne parla ma per il 2011 i carabinieri e altri corpi di polizia europei saranno inglobati in un un'ica polizia europea, con diritti sopra a ogni costituzione di ogni stato, potranno fare ciò che vogliono e non potranno essere intercettati. praticamente un corpo militare dittatoriale.
se volete vi posto l'articolo, come sempre verso il 2012 stanno succedendo sempre cose più strane.


Ne ha parlato Bliss qui:
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=6224

Tutto procede secondo in piano prestabilito.... purtroppo [V]

02/04/2010, 12:22

Conti pubblici in Italia: deficit 2009 al 5,2%.
Dato peggiore da '96


Calano del 2% le entrate totali.
Avanzo primario negativo per prima volta da 1991


02 aprile, 11:50

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Fonte ANSA:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 78180.html

ROMA - Il rapporto deficit-pil si attesta nel 2009 al 5,2% (contro il 2,7% del 2008). Lo comunica l'Istat, spiegando che rispetto al dato del -5,3 comunicato il primo marzo il dato odierno e' un po' migliore perche' non include l'effetto delle operazioni di swap.

Viceversa il deficit si attesterebbe al -5,3%, in linea con la previsione del governo. Nonostante questa piccola differenza, quello comunicato oggi e' il dato peggiore dal 1996. Solo relativamente al quarto trimestre, l'indebitamento si e' attestato al 4,5% (2,4% nel quarto trimestre 2008).

Il dato del deficit 2009 (-5,2%) non include dunque gli effetti delle operazioni 'swap' che, per il terzo anno di seguito, hanno registrato un segno meno. Nel 2009 l'effetto negativo è stato dello 0,07% che, arrotondato allo 0,1%, 'appare' nel dato sul deficit (5,3%) comunicato sempre dall'Istat lo scorso primo marzo. Ma effetti negativi per lo Stato dalle operazioni di swap compaiono anche nel 2007 (-0,02%) e nel 2008 (-0,04%). Nel quarto trimestre - aggiunge l'Istat - il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo e pari a 966 milioni di euro (più 11.036 milioni di euro nel corrispondente trimestre del 2008), con una incidenza positiva sul Pil dello 0,2% (più 2,7% nel corrispondente trimestre del 2008). Complessivamente, però per l'anno 2009 il saldo primario rispetto al Pil risulta negativo e pari allo 0,6% contro un più 2,5% nell'anno precedente. Sempre nel quarto trimestre 2009, il saldo corrente (risparmio) è risultato negativo e pari a 2.012 milioni di euro, contro il valore positivo di 9.531 milioni di euro nel corrispondente trimestre dell'anno precedente, con una incidenza negativa sul Pil pari allo 0,5% (più 2,4% nel corrispondente trimestre del 2008). Nel 2009 il saldo corrente in rapporto al Pil è stato negativo e pari al 2% (più 0,8% nel 2008).

ISTAT, ENTRATE TOTALI 2009 GIU' 2% - Calano del 2% le entrate totali nel 2009. Lo comunica l'Istat, spiegando che le stesse hanno registrato un calo dell'1,2% nel quarto trimestre. Tra gli altri dati comunicati, quello sull'avanzo primario, che nel 2009 e' risultato pari a -0,6% contro il +2,5% dell'anno precedente: si tratta del primo calo dal 1991. Negativo anche il saldo corrente (risparmio): -2% nel 2009 contro il +0,8% del 2008.

E mentre le entrate calano, aumentano le 'spese': nel 2009 le uscite totali hanno infatti registrato un aumento del 3% anche se piu' contenuto rispetto al 3,5% del 2008. Tornando alle entrate, nel quarto trimestre 2009 quelle 'totali' hanno registrato in termini tendenziali una diminuzione dell'1,2%: la stessa variazione registrata nello stesso periodo dell'anno precedente. Complessivamente, quindi, nel 2009 le entrate totali risultano diminuite del 2%, mentre erano aumentate dello 0,9% nell'anno precedente. Sempre nel quarto trimestre le entrate totali hanno rappresentato il 54,8% del Pil, con un aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a quanto rilevato nel quarto trimestre 2008. Le sole entrate correnti hanno registrato nel quarto trimestre 2009 una diminuzione tendenziale del 3,7%, dovuta alla diminuzione delle imposte dirette (meno 9%), delle imposte indirette (meno 0,3%), dei contributi sociali (meno 0,3%) e delle altre entrate correnti (meno 1,2%). Nel quarto trimestre 2009 le entrate in conto capitale sono risultate in forte crescita e, in particolare, le imposte in conto capitale nelle quali sono contabilizzati, per un importo di circa 5 miliardi di euro, i versamenti una tantum relativi ai prelievi operati in base allo scudo fiscale (Legge 3 agosto 2009, n. 102) per la regolarizzazione o rimpatrio di attivita' finanziarie e patrimoniali detenute all'estero da soggetti residenti. Sul fronte 'uscite', nel quarto trimestre 2009 le 'totali' sono aumentate in termini tendenziali del 2,5% (meno 1,4% nel corrispondente periodo dell'anno precedente). Il loro valore in rapporto al Pil e' stato pari al 59,3% (57% nel corrispondente trimestre del 2008). Nell'anno 2009 esse hanno registrato un aumento del 3%, contro il 3,5% del 2008.
Le sole uscite correnti hanno registrato nel quarto trimestre 2009 un aumento tendenziale dell'1,6%. Tale crescita e' l'effetto combinato di un aumento dei consumi intermedi (piu' 3,3%), delle prestazioni sociali in denaro (+5,2%), delle altre uscite correnti (piu' 2,6%) e di una diminuzione dei redditi da lavoro dipendente (meno 1,6%) e degli interessi passivi (meno 7,9%). Le uscite in conto capitale sono aumentate in termini tendenziali del 10,8%. Gli investimenti fissi lordi hanno registrato una crescita dello 0,3%, mentre le altre uscite in conto capitale sono cresciute del 24%, in particolare per effetto del rimborso straordinario riconosciuto alle imprese a fronte dei maggiori versamenti di Irpef e Ires da esse effettuati, a causa della mancata deduzione del 10% dell'Irap, nei periodi di imposta precedenti a quelli in corso al 31 dicembre 2008.

EFFETTO 'SCUDO' SU ENTRATE (5 MLD) - Nel quarto trimestre 2009 le entrate in conto capitale sono risultate in forte crescita. Lo comunica l'Istat spiegando che sono aumentate, "in particolare, le imposte in conto capitale nelle quali sono contabilizzati, per un importo di circa 5 miliardi di euro, i versamenti una tantum relativi ai prelievi operati in base al così detto scudo fiscale per la regolarizzazione o rimpatrio di attività finanziarie e patrimoniali detenute all'estero da soggetti residenti".

02/04/2010, 12:27

e ma va tutto bene, continuate a bere le panzanate di mister b e altri e stare seduti a guardare amici, le partite e altre stronzate, e vedrete tra 2-3 come saremo ridotti.

05/04/2010, 01:19

GORDON BROWN SPIEGHI PERCHE’
HA DECISO DI VENDERE L’ORO INGLESE


DI HOLLY WATT E ROBERT WINNETT
The Daily Telegraph

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Fonte: http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... o-inglese/

È stato chiesto a Gordon Brown di rilasciare, prima delle elezioni nazionali, un comunicato ufficiale a riguardo della sua decisione controversa di vendere le riserve auree della Gran Bretagna.
La decisione di vendere oro inglese presa da Mr Brown mentre era cancelliere, è considerata una delle peggiori mosse finanziarie del Ministero del Tesoro ed è costata 7 miliardi di sterline ai contribuenti inglesi.
Brown e il Tesoro hanno anche ripetutamente rifiutato di rivelare informazioni riguardo questa vendita, tra accuse di avere ignorato gli avvertimenti.
Dopo una serie di richieste d’informazioni da parte del The Daily Telegraph negli ultimi quattro anni, il Commissario per le Informazioni ha ordinato che il Ministero del Tesoro rilasci una dichiarazione a riguardo, pubblicando le notizie richieste entro 35 giorni a partire dalla fine di Aprile.
Ci si aspetta che questa vendita sia un ago della bilancia delle elezioni, gettando luce sulle decisioni di Brown mentre era al Tesoro.
La scorsa notte, George Osborne, il cancelliere ombra, ha richiesto che l’informativa fosse pubblicata subito: “La decisione di Gordon Brown di vendere le riserve auree in un momento in cui il mercato è al minimo costa ai contribuenti britannici miliardi di Sterline; è stata una delle peggiori scelte fatte in economia da un cancelliere”.
“Il pubblico britannico ha il diritto di sapere cosa sia successo e perché così tanti soldi dei contribuenti siano andati persi. I documenti dovrebbero essere pubblicati subito.”
Tra il 1999 e il 2002 Mr.Brown ha ordinato la vendita di 400 tonnellate delle riserve auree quando il prezzo dell’oro era il più basso degli ultimi 20 anni. A partire da quel momento il prezzo si è più che quadruplicato, il che significa che quella decisione costa ai contribuenti un prezzo stimato attorno ai 7 miliardi di sterline, almeno secondo Mike Warburton contabile della Grant Thorton.
È anche chiaro che Brown è andato avanti nella sua decisione di vendere malgrado i seri timori espressi dalla Bank of England. Non è nemmeno certo se siano stati consultati gli esperti bancari riguardo questa decisione, guidata da un piccolo gruppo di assistenti senior del Tesoro vicini alle posizioni di Brown.
Il Tesoro è stato ufficialmente richiamato dall’Information Commissioner (il commissario per l’informazione) riguardo i suoi tentativi di bloccare la pubblicazione di ogni informazione riguardo questa vendita.
Anche la decisione dell’Information Commissioner è essa stessa oggetto di critica. Il commissario incaricato si è preso quattro anni di tempo per arrivare alla conclusione di pubblicare quei documenti malgrado il forte interesse pubblico e politico riguardo la vendita. I funzionari incaricati hanno mancato una lunga serie di date di scadenza per la richiesta di pubblicazione che hanno impedito al parlamento di analizzare approfonditamente le informazioni sulla vendita.
È emerso anche che il commissario avrebbe tenuto una serie di incontri privati con dei rappresentati del Ministero del Tesoro e che avrebbe fatto in modo di insabbiare molti dei documenti perché non fossero resi pubblici. Questo avrebbe reso possibile al Tesoro di rivedere le bozze della nota di vendita – permettendosi di apportarvi numerose modifiche.
Nella nota ufficiale, l’Information Commisioner rende chiaro che l’ordine di pubblicazione riguarda un numero “limitato” di documenti.
Ed Balls, ora Schools Secretary, Ed Miliband, ora Climate Change Secretay, e la Baronessa Vadera, un altro ex ministro, erano tutti assistenti del primo ministro durane quel periodo.
Se la nota informativa non sarà resa pubblica entro Aprile, il Tesoro si ritroverà con un’accusa di oltraggio alla corte e dovrà affrontare una azione legale. Un portavoce ha dichiarato la scorsa notte che il Tesoro non ha intenzione di appellarsi alla decisione.
COME L’ASTA ARRIVA A COSTARE SETTE MILIONI DI STERLINE AI CONTRIBUENTI:
Il prezzo dell’oro è quadruplicato dal momento in cui Gordon Brown ha venduto più della metà delle riserve auree britanniche.
Il Tesoro aveva oltretutto preannunciato la sua decisione di vendere 395 delle 715 tonnellate di oro della Bank of England, causando la caduta dei prezzi. I lingotti sono stati venduti in 17 aste tra il 1999 e il 2002, facendo pagare l’oro tra i 256 e i 296 dollari l’oncia. Dopodiché il prezzo dell’oro ha cominciato a salire velocemente, assestandosi ai 1100 dollari l’oncia.
I contribuenti hanno subito una perdita stimata attorno ai sette miliardi di sterline, due volte l’ammontare delle perdite per aver lasciato l’Exchange Rate Mechanism nel 1992.
I ricavati delle vendite erano in dollari, euro e yen. Negli ultimi anni molti altri paesi hanno ricominciato a comprare oro in grandi quantità.

Titolo originale: "Explain why you sold Britain’s gold, Gordon Brown told "
Fonte: http://www.telegraph.co.uk
Link
24.03.2010
Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di RAFFAELLA COLOMBI

08/04/2010, 18:53

Istat: redditi famiglie in calo del 2,8% in 2009
E' il peggior dato a partire dagli anni '90

08 aprile, 18:42

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Fonte ANSA:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 12788.html

ROMA - Nel 2009 il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti e' diminuito del 2,8% rispetto al 2008. Lo comunica l'Istat, precisando che si tratta della riduzione piu' significativa a partire dagli anni '90, da quando sono a disposizione le serie storiche.

Il dato comunicato oggi dall'Istat e' relativo al quarto trimestre 2009 e si riferisce al periodo gennaio-dicembre 2009, ossia all'intero anno 2009. Le variazioni tendenziali sono calcolate rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente (ossia l'intero 2008), mentre quelle congiunturali rispetto al periodo ottobre 2008 - settembre 2009. Nel quarto trimestre 2009 il reddito disponibile delle famiglie (il settore comprende le famiglie consumatrici, quelle produttrici e le istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie) e' diminuito dello 0,2% in valori correnti rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi finali si e' ridotta dello 0,1%. Su base tendenziale il reddito e' calato del 2,8% mentre la spesa dell'1,9%. In linea con il calo del reddito, il potere d'acquisto delle famiglie (cioe' il reddito disponibile delle famiglie in termini reali) e' diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% rispetto all'anno precedente. Cala anche la propensione al risparmio delle famiglie, che nel quarto trimestre e' stata pari al 14% (come nel trimestre precedente), lo 0,7% in meno rispetto al 2008. E' proseguita poi la flessione del tasso di investimento delle famiglie, che nel quarto trimestre si e' attestato all'8,8%, -0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, risentendo di una riduzione degli investimenti (-2,2%) molto superiore a quella del reddito disponibile (-0,2%). Rispetto al 2008 il tasso di investimento si e' ridotto di 0,7 punti percentuali.

CONSUMATORI: SMASCHERATE MISTIFICAZIONI,ORA INTERVENIRE - Il dato comunicato oggi dall'Istat sul calo dei redditi delle famiglie "rappresenta la gravissima dimostrazione del fatto che la situazione in cui versa il Paese é ben diversa da quella continuamente invocata dal 'partito degli ottimisti'". Lo sostengono Adusbef e Federconsumatori, che tornano a chiedere misure per sostenere la domanda. Il dato, sostengono i consumatori, è "purtroppo l'ennesima conferma della gravissima situazione che avevamo prospettato da tempo". "Finalmente - proseguono - vengono smascherate le mistificazioni che ci hanno accompagnato per tutto il 2009 e che continuano tristemente ad accompagnarci". Secondo Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori ed Adusbef, "si è persa l'occasione di mostrare la realtà sulle condizioni economiche del Paese e delle famiglie nel 2009, ma nel 2010 questo non deve assolutamente accadere, perché, così facendo, le cose andranno sempre peggio". I consumatori chiedono "misure tese a sostenere la domanda di mercato, l'unica via d'uscita in direzione di una ripresa dei consumi e dell'intera economia". In concreto: una detassazione per 1.200 euro delle famiglie a reddito fisso; e un blocco delle tariffe, che stanno pesando sempre di più sui bilanci delle famiglie italiane, con aumenti per 761 euro annui.

-1,8 PUNTI TASSO PROFITTO SOCIETA' 2009, PEGGIO DA '90 - La quota di profitto delle società non finanziarie è diminuita nel 2009 di 1,8 punti percentuali rispetto al 2008. Lo comunica l'Istat, precisando che si tratta del livello più basso a partire dagli anni '90. Questo calo deriva da una diminuzione del risultato lordo di gestione del 9,5% e da un calo del valore aggiunto del 5,4%

10/04/2010, 23:59

IL MEDIOEVO CHE CI ATTENDE
LA PROFEZIA DI JACQUES ATTALI


DI ANAIS GINORI repubblica.it

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Fonte: http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... es-attali/

Sono le classi dirigenti ad alimentare l´incertezza, ingrediente fondamentale per mantenere il potere. Nel suo ultimo libro l´economista francese fornisce alcune ricette contro la crisi. L´impossibilità dell´Occidente di mantenere questo tenore di vita senza indebitarsi Dovremo adattarci alla mancanza di solidarietà e alla necessità di cavarcela da soli. Intervista a Jacques Attali.
Dopo la crisi, le crisi. «Nel prossimo decennio il mondo attraverserà cambiamenti radicali, solo in parte collegati all´attuale situazione finanziaria. Ciascuno di noi sarà minacciato e dovrà trovare gli strumenti per salvarsi». Nel suo ultimo libro (Sopravvivere alle crisi, Fazi Editore), Jacques Attali profetizza un mondo sempre più precario e ostile, nel quale le classi dirigenti sono incapaci di pensare nel lungo periodo e anzi alimentano l´incertezza, ingrediente fondamentale per mantenere il potere. «Dovremo abituarci a cavarcela da soli, come le avanguardie del passato» spiega l´economista, ex consigliere di François Mitterrand e primo presidente della Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. Attali è uno degli intellettuali francesi più eclettici, capace di pubblicare opere su Karl Marx o sull´amore, ed è uno scrittore seriale. Si vanta di avere decine di libri già pronti nel cassetto, firma rubriche su molti giornali, colleziona consulenze e si occupa di Planet Finance, una Ong specializzata in progetti di microcredito. Instancabile, sempre di corsa. Come il mondo che prefigura.
Nella foto: una scena del film " The road"
Quali altre crisi ci aspettano?
«La crisi finanziaria del 2008 non è affatto terminata, nonostante i proclami trionfanti di qualche politico e banchiere. Quelli che gli anglosassoni definiscono "germogli" di ripresa sono, a mio avviso, soltanto segnali passeggeri. Molte banche continuano a essere insolventi, i prodotti speculativi più rischiosi si accumulano come e più di prima, i disavanzi pubblici sono ormai fuori controllo, il livello della produzione e il valore dei patrimoni restano in grandissima parte inferiori a quelli precedenti la crisi. La causa più profonda di questa crisi è l´impossibilità per l´Occidente di mantenere il suo tenore di vita senza indebitarsi: su questo non è stata avviata un´adeguata riflessione».
Il peggio deve ancora venire?
«Nel 2020 la popolazione mondiale passerà da 7 a 8 miliardi e la classe media mondiale rappresenterà circa la metà degli individui che vorranno allinearsi al modello occidentale. Questo comporterà nuovi punti di criticità a livello ecologico. Nello stesso periodo assisteremo a progressi scientifici considerevoli, come le nanotecnologie, le neuroscienze, le biotecnologie. Ogni nuova scoperta scatenerà problemi etici e di possibili utilizzi secondari per scopi criminali o militari».
Tornando all´economia, dove finisce il tunnel?
«La congiuntura economica ci riserverà altre brutte sorprese. Personalmente, temo il ritorno dell´iperinflazione scatenata all´enorme liquidità creata dalle Banche centrali, la possibile esplosione della "bolla cinese" per colpa degli eccessivi crediti concessi e della sovraccapacità produttiva della Repubblica Popolare. Il sistema pubblico della sanità e dell´istruzione, per come l´abbiamo conosciuto finora, diventerà insostenibile per gli Stati. Il nostro stile di vita, sempre più precario e meno solidale. Chi vorrà sopravvivere dovrà accettare il fatto di non doversi più attendere nulla da nessuno. Andiamo verso un mondo che assomiglia al Medioevo».
Non le sembra esagerato parlare di un ritorno al passato remoto?
«Come nel Quattrocento, il potere sarà concentrato in alcune città e alcune corporazioni. Già oggi 40 città-regioni producono due terzi della ricchezza del mondo e sono il luogo dove si realizza il 90 per cento delle innovazioni. In mancanza di una vera organizzazione globale, si diffonderanno epidemie e catastrofi naturali climatiche ed ecologiche. Ci saranno sempre più zone "fuori controllo", dove imperverseranno organizzazioni criminali e bande armate. I ricchi dovranno rifugiarsi in moderne fortezze».
E tutto questo sarebbe dovuto anche all´incapacità delle classi dirigenti e al fallimento del sistema di governance mondiale?
«Di fronte a una crisi, qualunque essa sia, la maggioranza degli individui comincia con il negare la realtà. Purtroppo questo meccanismo si applica perfettamente anche alle imprese e alle nazioni. Finora i governi hanno adottato una strategia che fa finanziare dai futuri contribuenti gli errori dei banchieri di ieri e i bonus di quelli di oggi».
Lei ha presieduto la Commissione per la liberazione della crescita voluta dal governo Sarkozy, ma le riforme che aveva proposto sono state disattese. Anche nel caso della Francia manca il coraggio di preparare il futuro?
«Quello che più mi colpisce è che molti potenti vorrebbero tornare rapidamente al vecchio ordine, anche se è quello che ha scatenato la crisi finanziaria. Nell´attuale modello economico l´impresa è passata al servizio del capitale, a sua volta manipolato dalle leggi della Borsa. Le cose stanno così dal 1975, data dell´invenzione delle stock-options negli Stati Uniti».
Non è una visione troppo apocalittica?
«Non bisogna farsi prendere né dall´ottimismo né dal pessimismo. Negli ultimi 650 milioni di anni, la vita è praticamente scomparsa sette volte dalla superficie della Terra. Oggi rischiamo che succeda un´altra volta. Ma qualsiasi minaccia è anche un´opportunità. Quando si arriva a un punto di rottura siamo costretti a riconsiderare il nostro posto nel mondo e a cercare un´etica dei comportamenti completamente nuova. Sopravviverà di noi solo chi avrà fiducia in se stesso, chi non si rassegnerà. Ho affrontato parecchie crisi. E per questo ho pensato anche di raccogliere le mie lezioni di sopravvivenza».
Lei suggerisce il dono dell´ubiquità: cosa significa?
«I miei principi sono sette, da attuare nell´ordine. Innanzitutto bisogna partire dal rispetto di sé, e quindi prendere consapevolezza della propria persona, e dall´intensità, ovvero vivere pienamente sapendo proiettarsi nel lungo periodo. Ci sono poi l´empatia, indispensabile per capire gli altri, avversari o potenziali alleati, la resilienza che ci permette di costruire le nostre difese e la creatività per trasformare le minacce e gli attacchi in opportunità. Se questi cinque principi non funzionano bisogna cambiare radicalmente, coltivando l´ambiguità o persino l´ubiquità, imparando a essere mobili nella propria identità».
Ci lascia insomma un po´ di speranza…
«L´ultima lezione riguarda il pensiero rivoluzionario. In condizioni estreme, bisogna osare fino anche a violare le regole del gioco. Nessun organismo può sopravvivere senza operare una rivoluzione al suo interno. Ma tutto dovrà sempre partire dall´individuo. Come diceva Mahatma Gandhi: "Siate voi stessi il cambiamento che volete realizzare nel mondo"».
Ha appena pubblicato il primo "iperlibro", un volume cartaceo integrato da contributi audio e video. È questo il futuro della lettura?
«Non credo alla morte dei libri tradizionali. Ma è evidente che i giovani crescono imparando a leggere su uno schermo. Per loro sarà normale sfogliare una tavoletta elettronica come noi sfogliamo un libro. Anche quella dell´editoria è una crisi che si supera solo con il cambiamento».

Anais Ginori

12/04/2010, 12:13

Italiani sempre piu' poveri

http://www.ansa.it/web/notizie/videogal ... 49069.html

12/04/2010, 15:09

meno di un mese all'inizio del tracollo.

12/04/2010, 15:58

keiji ha scritto:

meno di un mese all'inizio del tracollo.

eh? come fai a dirlo?
mi sono perso qualcosa?

12/04/2010, 16:43

nulla di sicuro che sia chiaro, ma esperti del campo dicono che il tracollo inizierà tra maggio e settembre.

12/04/2010, 17:51

keiji, per caso sai se quelle previsioni ad oggi siano state confermate o superate?

12/04/2010, 22:03

keiji ha scritto:

nulla di sicuro che sia chiaro, ma esperti del campo dicono che il tracollo inizierà tra maggio e settembre.


Se lo dicono gli esperti !!!!!! Magari sono gli stessi che indirizzano l' economia.[;)]
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