
E' ben noto che la Sicilia orientale è caratterizzata
dalla presenza di faglie sismogenetiche importanti,
alcune delle quali innescano, da milioni di anni,
anche la risalita di magmi dal mantello terrestre,
fino a generare il vulcano continentale
più imponente d’Europa: l’Etna.
Ed infatti, percorrendo la costa compresa tra Capo Passero e
la Piana di Catania, si notano numerosi strapiombi rettilinei,
quasi verticali, che indicano proprio la presenza delle numerose
faglie sismogenetiche che delimitano i Monti Iblei verso oriente,
“affondandoli” nel Mare Ionio.
La pericolosità sismica di questa area edita dall’INGV
è considerata di valore medio.
Nel loro insieme queste faglie appartengono
alla Scarpata di Malta sopra citata,
che appare come la struttura tettonica
più importante del Mediterraneo centrale,
che “apre” la crosta terrestre in Sicilia orientale e
permette la risalita dei magmi dal mantello.
Si tratta di un imponente e pericoloso sistema di faglie sismogenetiche,
cioè capaci di generare terremoti, il cui piano principale si trova poco
al largo delle coste orientali siciliane, per cui non ne possiamo apprezzare
appieno l’entità perché è “nascosto” dalle acque del Mare Ionio.
Se prosciugassimo il mare, noteremmo che le sue faglie si estendono
per oltre trecento chilometri di lunghezza producendo nel fondale marino
una scarpata profonda fino a tremila metri.
È proprio la Scarpata di Malta che ha generato, l’11 Gennaio 1693,
il sisma più violento accaduto negli ultimi mille anni in Italia,
quello della Val di Noto: Magnitudo Mw 7.4,
cinquantaquattromila vittime ed uno tsunami devastante.
Sempre alla Scarpata di Malta è imputabile il più recente sisma
di magnitudo Mw 5.6 che il 13 dicembre 1990 ha scosso violentemente
il territorio siciliano, accompagnato da un forte boato e seguito da numerose
repliche che perdurarono per diversi giorni.
Il sisma è ricordato come il “terremoto di Santa Lucia”
(il nome della santa venerato in quel giorno).
Scoperta faglia marina sisma del 1908
nello Stretto di Messina.
Provocò 100mila morti.
ANSA CATANIA 01 giugno 2021
https://www.ansa.it/canale_scienza_tecn ... ad073.html"L''ecografia' del fondale ha consentito di individuare
in modo inequivocabile una profonda spaccatura
nel fondale dello Stretto di Messina - spiegano i ricercatori -
la faglia mostra evidenze di attività recente poiché disloca
il fondale marino con scarpate fino a 80 metri di altezza.
L'analisi sismica in ambiente 3D e studi geomorfologici sul terreno
hanno poi permesso di seguire la faglia per tutto il suo sviluppo".
"
La struttura corre lungo l'asse dello Stretto ed è individuabile
a circa 3 km dalle coste della Sicilia - aggiunge il prof.
Giovanni Barreca, coordinatore della ricerca - alla latitudine di Messina,
la spaccatura curva verso Est penetrando nell'entroterra calabro
per proseguire poi lungo l'asta fluviale del torrente Catona,
una incisione fluviale tra Villa S.
Giovanni a Nord e Reggio Calabria a Sud.
La faglia è inclinata verso Est e raggiunge la lunghezza massima di 34,5 km.
Secondo le relazioni lunghezza-magnitudo,
la faglia è in grado di scatenare terremoti di magnitudo 6.9,
una energia molto simile a quella liberata durante il terremoto del 1908". La ricerca affronta inoltre il meccanismo all'origine dell'allontanamento in atto
tra la Sicilia e la Calabria (circa 3,5 mm all'anno), individuandone il motore
nelle profondità crostali.
Questo movimento avverrebbe sotto l'effetto della gravità ed in maniera
quasi asismica, ma incoraggerebbe la rottura fragile di alcune faglie più superficiali.