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MessaggioInviato: 13/06/2010, 22:15 
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ariel ha scritto:

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greenwarrior ha scritto:

ariel, con tutto il mio sincero rispetto, non credi di soffrire della sindrome del perseguitato?
Non è corretto definire antisemiti utenti che stanno analizzando pur con tutti i loro limiti informativi una situazione che si protrae da decenni.

Io non sono sicuramente antisemita come non sono filo arabo, ma da attento osservatore spesso mi sono chiesto quanto sia legittimo utilizzare metodi "poco ortodossi" per risolvere questioni politiche. Non dimentichiamo che se Israele ha il servizio segreto più potente del mondo, diventa legittimo supporre che venga utilizzato in maniera poco "istituzionale".

Cerchiamo di analizzare con razionalità i fatti senza lasciarci trasportare dall' appartenenza culturale o religiosa.

ariel nel forum non esistono antisemiti.

Credimi, so benissimo che non è un forum antisemita, altrimenti non starei qui e non mi sento affatto perseguitato. Ho definito antisemita Barnard perché lo è e ho definito antisemite affermazioni del tipo "razza ebraica" (in altra discussione), in quanto gli Ebrei non sono una razza di cani , alani, pastori tedeschi, kocher ecc. o di cavalli, ma una Nazione. Il concetto di razza, riferito agli esseri umani è un concetto nazista.
A me sta benissimo il dissenso degli altri, ci mancherebbe, ma non mi piacciono le suddette espressioni e il non riconoscere nemmeno una ragione ad Israel. Io riconosco le ragioni del popolo palestinese e auspico uno stato libero e indipendente per loro, poi vedremo (e speriamo di vederlo) quanti di loro preferiranno invece restare nello Stato libero d'Israel con tutti i vantaggi sociali che questo comporta. Allo stesso tempo vorrei sentir riconoscere a Israel il diritto di esistere, se non dai paòlestinesi, almeno da coloro che guardano come osservatori dall'esterno e non sanno nulla di Israel. Ci sono statoi e ci sono errori, ma ci sono anche montagne di bugie contro Israel. A partire dal famigerato muro che non è altro che un muro che costeggia l'autostrada dove i cecchini sparavano dalle case potendosi poi dileguare, sulle macchine che passavano.
Io spero che si giunga presto alla pace e desidero solo benessere e prosperità per gli arabi. Vorrei anche che non entrassero più nella scuola dei ragazzi e sparassero all'impazzata. Torti e ragione da ambo i lati ? vero, ma riconosciamo a entrambe le parti torti e ragioni, non solo ad uno


Se il termine razza ti infastidisce, chiedo agli utenti che partecipano al topic di non utilizzarla più. Ma sono daccordo con Lawliet, il termine razza definisce una comunità con caratteristiche culturali affini e non viene utilizzata in modo dispregiativo. Da quello che ho potuto constatare, questo termine viene utilizzato solo in determinati frangenti per identificare una comunità cultiralmente omogenea come possono essere i latini, gli orientali ecc......quando si parla di una nazione, il termine più comunemente usato è stato o popolo.



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MessaggioInviato: 13/06/2010, 22:19 
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Lawliet ha scritto:

Si ma dal dire "razza ebraica" ad essere effettivamente un antisemita ce ne passa ariel.
Anche a me spesso capita di usare termini come "razza umana".. "noi, razza italiana", e cose similii; capita.
Dai, non ti sembra di esagerare?

No non mi sembra di esagerare, perché ho un background di studi di medicina e dico "specie umana" e "razza canina" o "equina"



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MessaggioInviato: 13/06/2010, 22:22 
Eh si era capito ariel, ma non tutti qui lo hanno. Non tutti quelli che utilizzano il termine razza lo fanno in modo dispregiativo, non puoi condannare una persona come antisemita per questo.
Confermo quanto detto prima; secondo me esageri.



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MessaggioInviato: 13/06/2010, 22:23 
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greenwarrior ha scritto:

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ariel ha scritto:

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greenwarrior ha scritto:

ariel, con tutto il mio sincero rispetto, non credi di soffrire della sindrome del perseguitato?
Non è corretto definire antisemiti utenti che stanno analizzando pur con tutti i loro limiti informativi una situazione che si protrae da decenni.

Io non sono sicuramente antisemita come non sono filo arabo, ma da attento osservatore spesso mi sono chiesto quanto sia legittimo utilizzare metodi "poco ortodossi" per risolvere questioni politiche. Non dimentichiamo che se Israele ha il servizio segreto più potente del mondo, diventa legittimo supporre che venga utilizzato in maniera poco "istituzionale".

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ariel nel forum non esistono antisemiti.

Credimi, so benissimo che non è un forum antisemita, altrimenti non starei qui e non mi sento affatto perseguitato. Ho definito antisemita Barnard perché lo è e ho definito antisemite affermazioni del tipo "razza ebraica" (in altra discussione), in quanto gli Ebrei non sono una razza di cani , alani, pastori tedeschi, kocher ecc. o di cavalli, ma una Nazione. Il concetto di razza, riferito agli esseri umani è un concetto nazista.
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Se il termine razza ti infastidisce, chiedo agli utenti che partecipano al topic di non utilizzarla più. Ma sono daccordo con Lawliet, il termine razza definisce una comunità con caratteristiche culturali affini e non viene utilizzata in modo dispregiativo. Da quello che ho potuto constatare, questo termine viene utilizzato solo in determinati frangenti per identificare una comunità cultiralmente omogenea come possono essere i latini, gli orientali ecc......quando si parla di una nazione, il termine più comunemente usato è stato o popolo.

Permettimi di dissentire: un insieme di individui con caratteristiche omogenee, culturali, storiche, morfologiche, religiose, costituisce una NAZIONE (o anche UN POPOLO).
Una nazione che assume un'organizzazione, con delle leggi, regole, governo ecc. costituisce uno STATO (che è un concetto politico).



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MessaggioInviato: 13/06/2010, 22:27 
Il pur permanente utilizzo del termine razza è scientificamente non fondato in ambito zoologico, in particolare quando esso venga impropriamente applicato anche alla specie umana, in riferimento alle caratteristiche morfologiche ben definite presenti nelle varie etnie, sviluppate per adattamento ambientale e selezione. Tale classificazione, largamente basata sui tratti esteriori, non trova tuttavia riscontro a livello genetico, a meno di non frammentare enormemente la popolazione, formando infiniti (indefiniti) raggruppamenti.
L'attuale variabilità genetica della specie umana è estremamente bassa. I genetisti Lynn Jorde e Henry Harpending dell'università dello Utah hanno suggerito che la variazione interna alla specie del DNA umano è piccolissima, se comparata con altre specie, e che, durante il Tardo Pleistocene, la popolazione umana fosse ridotta a un piccolo numero di coppie genitoriali – non più di 10 000 e forse intorno a 1 000 – con la conseguenza di un pool genico residuo molto ristretto[3]. Sono state formulate varie spiegazioni per questo ipotetico collo di bottiglia, tra cui una delle più note al pubblico dei non addetti ai lavori è quella della Teoria della catastrofe di Toba.
In relazione alle specie naturali, in genere, il termine razza è quindi desueto, soprattutto quando la specie è diffusa nel territorio senza soluzione di continuità; in particolare, nella sua accezione scientifica e moderna, non è applicabile ad una specie geneticamente omogenea come quella umana, come esplicitato nella dichiarazione sulla razza (UNESCO 1950).
Gli studi genetici hanno infatti dimostrato la distribuzione clinale dei caratteri nel pianeta e la assenza di veri e propri confini biologici; per questo motivo, il termine razza è praticamente scomparso dalla terminologia scientifica, sia in antropologia biologica che in genetica umana.
Quelle che in passato erano comunemente definite "razze" – come la bianca, la nera o l'asiatica – sono oggi definite "tipi umani", "etnie" o "popolazioni", a seconda dell'ambito sociologico, antropologico o genetico nel quale esse vengono considerate.
Nel passato [modifica]
Le diverse teorie ed ideologie elaborate nella storia, relativamente al concetto di razza applicato alla specie umana, hanno avuto importanti implicazioni culturali, politiche e sociali; in particolare, il concetto e la teoria di una divisione dell'umanità in razze si sono concretizzati in varie forme di razzismo, tra cui particolare rilievo storico e politico hanno avuto il nazismo e l'apartheid, largamente basati sul porre la razza come criterio discriminante tra gli individui, correlato a presunte superiorità e differenze fisiche o intellettuali.
Il razzismo ha spesso operato attribuendo alla razza caratteristiche che, invece, avevano una base culturale e sociologica. È comunque da notare che le politiche razziste, pragmaticamente, finiscono per contraddire sostanzialmente il proprio assunto: esercitandosi proprio nel mantenimento delle basi culturali e sociali della presunta differenza razziale. Un fenomeno simile ha caratterizzato, e ancora caratterizza in molte parti del mondo, la restrizione del ruolo sociale delle donne.


http://it.wikipedia.org/wiki/Razza



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MessaggioInviato: 13/06/2010, 22:28 
Ancora dubbi sull'accezione antisemita (pur se magari in buona fede) dell'espressione "Razza Ebraica"?



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MessaggioInviato: 13/06/2010, 22:29 
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ariel ha scritto:

Cita:
greenwarrior ha scritto:

Cita:
ariel ha scritto:

[quote]greenwarrior ha scritto:

ariel, con tutto il mio sincero rispetto, non credi di soffrire della sindrome del perseguitato?
Non è corretto definire antisemiti utenti che stanno analizzando pur con tutti i loro limiti informativi una situazione che si protrae da decenni.

Io non sono sicuramente antisemita come non sono filo arabo, ma da attento osservatore spesso mi sono chiesto quanto sia legittimo utilizzare metodi "poco ortodossi" per risolvere questioni politiche. Non dimentichiamo che se Israele ha il servizio segreto più potente del mondo, diventa legittimo supporre che venga utilizzato in maniera poco "istituzionale".

Cerchiamo di analizzare con razionalità i fatti senza lasciarci trasportare dall' appartenenza culturale o religiosa.

ariel nel forum non esistono antisemiti.

Credimi, so benissimo che non è un forum antisemita, altrimenti non starei qui e non mi sento affatto perseguitato. Ho definito antisemita Barnard perché lo è e ho definito antisemite affermazioni del tipo "razza ebraica" (in altra discussione), in quanto gli Ebrei non sono una razza di cani , alani, pastori tedeschi, kocher ecc. o di cavalli, ma una Nazione. Il concetto di razza, riferito agli esseri umani è un concetto nazista.
A me sta benissimo il dissenso degli altri, ci mancherebbe, ma non mi piacciono le suddette espressioni e il non riconoscere nemmeno una ragione ad Israel. Io riconosco le ragioni del popolo palestinese e auspico uno stato libero e indipendente per loro, poi vedremo (e speriamo di vederlo) quanti di loro preferiranno invece restare nello Stato libero d'Israel con tutti i vantaggi sociali che questo comporta. Allo stesso tempo vorrei sentir riconoscere a Israel il diritto di esistere, se non dai paòlestinesi, almeno da coloro che guardano come osservatori dall'esterno e non sanno nulla di Israel. Ci sono statoi e ci sono errori, ma ci sono anche montagne di bugie contro Israel. A partire dal famigerato muro che non è altro che un muro che costeggia l'autostrada dove i cecchini sparavano dalle case potendosi poi dileguare, sulle macchine che passavano.
Io spero che si giunga presto alla pace e desidero solo benessere e prosperità per gli arabi. Vorrei anche che non entrassero più nella scuola dei ragazzi e sparassero all'impazzata. Torti e ragione da ambo i lati ? vero, ma riconosciamo a entrambe le parti torti e ragioni, non solo ad uno


Se il termine razza ti infastidisce, chiedo agli utenti che partecipano al topic di non utilizzarla più. Ma sono daccordo con Lawliet, il termine razza definisce una comunità con caratteristiche culturali affini e non viene utilizzata in modo dispregiativo. Da quello che ho potuto constatare, questo termine viene utilizzato solo in determinati frangenti per identificare una comunità cultiralmente omogenea come possono essere i latini, gli orientali ecc......quando si parla di una nazione, il termine più comunemente usato è stato o popolo.

Permettimi di dissentire: un insieme di individui con caratteristiche omogenee, culturali, storiche, morfologiche, religiose, costituisce una NAZIONE (o anche UN POPOLO).
Una nazione che assume un'organizzazione, con delle leggi, regole, governo ecc. costituisce uno STATO (che è un concetto politico).

[/quote]

Mi riferivo al linguaggio comune di noi mortali e non al preciso significato dei termini.
Nel forum si parla anche di razze aliene e noi siamo la razza umana.[:D]



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MessaggioInviato: 13/06/2010, 22:32 
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ariel ha scritto:

Il pur permanente utilizzo del termine razza è scientificamente non fondato in ambito zoologico, in particolare quando esso venga impropriamente applicato anche alla specie umana, in riferimento alle caratteristiche morfologiche ben definite presenti nelle varie etnie, sviluppate per adattamento ambientale e selezione. Tale classificazione, largamente basata sui tratti esteriori, non trova tuttavia riscontro a livello genetico, a meno di non frammentare enormemente la popolazione, formando infiniti (indefiniti) raggruppamenti.
L'attuale variabilità genetica della specie umana è estremamente bassa. I genetisti Lynn Jorde e Henry Harpending dell'università dello Utah hanno suggerito che la variazione interna alla specie del DNA umano è piccolissima, se comparata con altre specie, e che, durante il Tardo Pleistocene, la popolazione umana fosse ridotta a un piccolo numero di coppie genitoriali – non più di 10 000 e forse intorno a 1 000 – con la conseguenza di un pool genico residuo molto ristretto[3]. Sono state formulate varie spiegazioni per questo ipotetico collo di bottiglia, tra cui una delle più note al pubblico dei non addetti ai lavori è quella della Teoria della catastrofe di Toba.
In relazione alle specie naturali, in genere, il termine razza è quindi desueto, soprattutto quando la specie è diffusa nel territorio senza soluzione di continuità; in particolare, nella sua accezione scientifica e moderna, non è applicabile ad una specie geneticamente omogenea come quella umana, come esplicitato nella dichiarazione sulla razza (UNESCO 1950).
Gli studi genetici hanno infatti dimostrato la distribuzione clinale dei caratteri nel pianeta e la assenza di veri e propri confini biologici; per questo motivo, il termine razza è praticamente scomparso dalla terminologia scientifica, sia in antropologia biologica che in genetica umana.
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Non sono i termini quelli che cambiano la sostanza delle cose, ma come li si interpreta.



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MessaggioInviato: 13/06/2010, 22:33 
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Lawliet ha scritto:

Eh si era capito ariel, ma non tutti qui lo hanno. Non tutti quelli che utilizzano il termine razza lo fanno in modo dispregiativo, non puoi condannare una persona come antisemita per questo.
Confermo quanto detto prima; secondo me esageri.

se la persona è onesta e in buona fede, può tranquillamente scusarsi e quindi nessun incidente, ma se non lo fa e insiste, allora è convinto di ciò che dice e non prende in considerazione il fatto che vi è chi ha patito pesantemente a causa di queste idee ignoranti.
Ma io non condanno nessuno. ho solo fatto osservare che la frase è oltraggiosa e antisemita. Se chi scrive queste cose è in buona fede, lo dice e io non ho motivo di mettere in dubbio la sua parola.



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MessaggioInviato: 13/06/2010, 22:36 
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greenwarrior ha scritto:

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ariel ha scritto:

Il pur permanente utilizzo del termine razza è scientificamente non fondato in ambito zoologico, in particolare quando esso venga impropriamente applicato anche alla specie umana, in riferimento alle caratteristiche morfologiche ben definite presenti nelle varie etnie, sviluppate per adattamento ambientale e selezione. Tale classificazione, largamente basata sui tratti esteriori, non trova tuttavia riscontro a livello genetico, a meno di non frammentare enormemente la popolazione, formando infiniti (indefiniti) raggruppamenti.
L'attuale variabilità genetica della specie umana è estremamente bassa. I genetisti Lynn Jorde e Henry Harpending dell'università dello Utah hanno suggerito che la variazione interna alla specie del DNA umano è piccolissima, se comparata con altre specie, e che, durante il Tardo Pleistocene, la popolazione umana fosse ridotta a un piccolo numero di coppie genitoriali – non più di 10 000 e forse intorno a 1 000 – con la conseguenza di un pool genico residuo molto ristretto[3]. Sono state formulate varie spiegazioni per questo ipotetico collo di bottiglia, tra cui una delle più note al pubblico dei non addetti ai lavori è quella della Teoria della catastrofe di Toba.
In relazione alle specie naturali, in genere, il termine razza è quindi desueto, soprattutto quando la specie è diffusa nel territorio senza soluzione di continuità; in particolare, nella sua accezione scientifica e moderna, non è applicabile ad una specie geneticamente omogenea come quella umana, come esplicitato nella dichiarazione sulla razza (UNESCO 1950).
Gli studi genetici hanno infatti dimostrato la distribuzione clinale dei caratteri nel pianeta e la assenza di veri e propri confini biologici; per questo motivo, il termine razza è praticamente scomparso dalla terminologia scientifica, sia in antropologia biologica che in genetica umana.
Quelle che in passato erano comunemente definite "razze" – come la bianca, la nera o l'asiatica – sono oggi definite "tipi umani", "etnie" o "popolazioni", a seconda dell'ambito sociologico, antropologico o genetico nel quale esse vengono considerate.
Nel passato [modifica]
Le diverse teorie ed ideologie elaborate nella storia, relativamente al concetto di razza applicato alla specie umana, hanno avuto importanti implicazioni culturali, politiche e sociali; in particolare, il concetto e la teoria di una divisione dell'umanità in razze si sono concretizzati in varie forme di razzismo, tra cui particolare rilievo storico e politico hanno avuto il nazismo e l'apartheid, largamente basati sul porre la razza come criterio discriminante tra gli individui, correlato a presunte superiorità e differenze fisiche o intellettuali.
Il razzismo ha spesso operato attribuendo alla razza caratteristiche che, invece, avevano una base culturale e sociologica. È comunque da notare che le politiche razziste, pragmaticamente, finiscono per contraddire sostanzialmente il proprio assunto: esercitandosi proprio nel mantenimento delle basi culturali e sociali della presunta differenza razziale. Un fenomeno simile ha caratterizzato, e ancora caratterizza in molte parti del mondo, la restrizione del ruolo sociale delle donne.


http://it.wikipedia.org/wiki/Razza


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Non sono i termini quelli che cambiano la sostanza delle cose, ma come li si interpreta.


Ma sono concetti scientifici. non si tratta di banalità.
Allora le parole , le sottigliezze linguistiche non servono a nulla?
Quindi è giusto che io dica a mio figlio: "Prendimi, quel "coso" lì, sul tavolo" anzichè dire il vocabolo correttamente?



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MessaggioInviato: 13/06/2010, 22:38 
No ma voglio precisare che io mi rendo conto dell'uso comune della parola.
Mi hai convinto con l'esempio della "razza aliena" [:)]
si ma dovete imparare a dire "specie aliena" [}:)]



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MessaggioInviato: 13/06/2010, 22:45 
Ok...acquisiamo il fatto che ci sono alcune parole che vanno ad assumere una connotazione negativa indipendentemente dall'uso che si intende farne. Succede la stessa cosa per la parola "negro" che viene sempre intesa in termini dispregiativi in quanto nell'arco del tempo ha assorbito una forte valenza razzista...Esistono inoltre molte parole che pur avendo lo stesso significato di altre vengono percepite come " volgarismi".
Se il problema è semplicemente di tipo semantico, è facilmente risolvibile. Mi associo all'appello di Grenn nel chiedere agli amici del forum di essere più accorti nella scelta di alcuni termini.



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MessaggioInviato: 13/06/2010, 22:45 
Cita:
ariel ha scritto:

No ma voglio precisare che io mi rendo conto dell'uso comune della parola.
Mi hai convinto con l'esempio della "razza aliena" [:)]
si ma dovete imparare a dire "specie aliena" [}:)]


Per quanto mi riguarda non ci sono problemi. [;)]



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MessaggioInviato: 14/06/2010, 02:17 
Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

Ok...acquisiamo il fatto che ci sono alcune parole che vanno ad assumere una connotazione negativa indipendentemente dall'uso che si intende farne. Succede la stessa cosa per la parola "negro" che viene sempre intesa in termini dispregiativi in quanto nell'arco del tempo ha assorbito una forte valenza razzista...Esistono inoltre molte parole che pur avendo lo stesso significato di altre vengono percepite come " volgarismi".
Se il problema è semplicemente di tipo semantico, è facilmente risolvibile. Mi associo all'appello di Grenn nel chiedere agli amici del forum di essere più accorti nella scelta di alcuni termini.


Tempo fa, su ufologia.net ho litigato con un utente, per la parola ebreo.
Dipende dal contesto



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MessaggioInviato: 14/06/2010, 09:25 
Ora siamo arrivati al punto di censurare pure le normali parole inserite in un discorso,si capisce chiaramente chi vuol intendere diversamente una parola in un contesto di dialogo ed è solo lui che si deve assumere la responsabilità di quello che dice.
Così per esempio dobbiamo censurare la parola Comunista in quanto più delle volte è detta a fini dispregiativi e di esempi se nè possono fare a decine,ma stiamo scherzando?.


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