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MessaggioInviato: 08/12/2013, 08:50 
La maggioranza hanno riso quando avevo scritto che la nostra Europa deve essere quella delle nazioni bagnate dal mare Mediterraneo la nostra affinità è solo con questi popoli tra l'altro nostri consanguinei,quelli del Nord Europa sono e sono stati per noi Alieni e portatori di disgrazie.


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MessaggioInviato: 08/12/2013, 09:17 
In effetti ....



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Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 15/12/2013, 15:15 
UE, Bloom a Strasburgo: 'Appena capiranno i vostri inganni, vi impiccheranno'

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“El saòn no’l sa gnente, l’inteligente el sa poco, l’ignorante el sa tanto, el mona el sa tuto!”
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MessaggioInviato: 15/12/2013, 18:07 
Bruxelles produce odio, cresce il rischio di una guerra

Ciò che sta accadendo in Italia va letto nel contesto della deflagrazione dell’Unione Europea, provocata dall’aggressione finanzista guidata dalla Banca centrale europea e dal governo tedesco. Da Maastricht in poi, il ceto finanzista globale ha deciso di cancellare in Europa le tracce della forza operaia del passato, la democrazia, la garanzia salariale, la spesa sociale. In nome del fanatismo liberista ha finito per sradicare le radici del consenso su cui si fondava l’Unione Europea. L’effetto, però, non è solo il dimezzamento del monte salari dei lavoratori europei, la distruzione della scuola e della sanità pubblica, l’abolizione del limite dell’orario di lavoro, la precarizzazione generalizzata. E’ anche la guerra. Era prevedibile, era previsto, ora comincia ad accadere.

La disgregazione finale dell’Unione europea possiamo leggerla sulla carta geografica. Cominciamo da est. L’insurrezione ucraina è prova di come sia mutata la natura d’Europa. Nata come progetto di pace tra tedeschi e francesi, e quindi di pace in tutto il continente, l’Unione è oggi divenuta l’esatto contrario. Gli europeisti ucraini usano l’europeismo come arma puntata contro l’imperialismo russo, e risvegliano fantasmi del nazismo. L’ingresso in Europa è visto come una promessa di guerra, e la precipitazione del conflitto in Ucraina non potrà che avere conseguenze spaventose per l’Europa intera. Bruxelles reagirà aprendo un confronto con la Russia di Putin, oppure lascerà che la Russia di Putin soffochi una rivolta che è nata nel nome dell’Europa?

Spostiamoci a ovest. Il Parlamento catalano ha indetto il referendum indipendentista per l’autunno del 2014. I franchisti del governo madrileno hanno risposto che il referendum non si farà mai. Nel frattempo, in Francia i sondaggi prevedono che il Front National diverrà partito di maggioranza alle prossime elezioni. A quel punto il patto franco-tedesco su cui si fonda l’Unione sarà cancellato nella coscienza della maggioranza dei francesi, e la balcanizzazione del continente precipiterà. Questa dinamica mi pare il contesto in cui leggere le convulsioni agoniche della penisola italiana. Il governo Letta Alfano Napolitano, filiale del partito distruttori d’Europa, è in camera di rianimazione. Può durare o crollare poco importa: non è in grado di mantenere nessuna promessa, neppure quelle fatte ai suoi padroni di Francoforte.

Il movimento dei forconi è tracimare del nervosismo sociale. Nel 2011 il movimento anticapitalista tentò di fermare l’aggressione finanzista, ma non ebbe la forza per mettere in moto una sollevazione solidale. La precarizzazione ha sgretolato la solidarietà tra lavoratori, e il movimento si risolse in una protesta che il ceto politico-finanziario, per criminale interesse e per imbecillità conformista, rifiutò perfino di ascoltare. Ma la sollevazione non si ferma, perché ha i caratteri tellurici di una disgregazione della base stessa del consenso sociale. E’ una sollevazione priva di interna coerenza, priva di strategia progressiva. Ci sono dentro elementi di nazionalismo, di razzismo, di egoismo piccolo-proprietario, ma anche elementi di ribellione operaia, di democrazia diretta e rabbia libertaria. Non è importante la sua confusa coscienza, le contrastanti ideologie e i contrastanti interessi che la mobilitano. Conta il fatto che il suo collante obbiettivo è l’odio contro l’Europa. Questo odio non può che essere portatore di disgrazie.

(Franco “Bifo” Berardi, “I forconi e la deflagrazione dell’Europa”, da “Micromega” del 13 dicembre 2013).

Ciò che sta accadendo in Italia va letto nel contesto della deflagrazione dell’Unione Europea, provocata dall’aggressione finanzista guidata dalla Banca centrale europea e dal governo tedesco. Da Maastricht in poi, il ceto finanzista globale ha deciso di cancellare in Europa le tracce della forza operaia del passato, la democrazia, la garanzia salariale, la spesa sociale. In nome del fanatismo liberista ha finito per sradicare le radici del consenso su cui si fondava l’Unione Europea. L’effetto, però, non è solo il dimezzamento del monte salari dei lavoratori europei, la distruzione della scuola e della sanità pubblica, l’abolizione del limite dell’orario di lavoro, la precarizzazione generalizzata. E’ anche la guerra. Era prevedibile, era previsto, ora comincia ad accadere.

La disgregazione finale dell’Unione europea possiamo leggerla sulla carta geografica. Cominciamo da est. L’insurrezione ucraina è prova di come sia mutata la natura d’Europa. Nata come progetto di pace tra tedeschi e francesi, e quindi di pace in tutto il continente, l’Unione è oggi divenuta l’esatto contrario. Gli europeisti ucraini usano l’europeismo come arma puntata contro l’imperialismo russo, e risvegliano fantasmi del nazismo. L’ingresso in Europa è visto come una promessa di guerra, e la precipitazione del conflitto in Ucraina non potrà che avere conseguenze spaventose per l’Europa intera. Bruxelles reagirà aprendo un confronto con la Russia di Putin, oppure lascerà che la Russia di Putin soffochi una rivolta che è nata nel nome dell’Europa?

Spostiamoci a ovest. Il Parlamento catalano ha indetto il referendum indipendentista per l’autunno del 2014. I franchisti del governo madrileno hanno risposto che il referendum non si farà mai. Nel frattempo, in Francia i sondaggi prevedono che il Front National diverrà partito di maggioranza alle prossime elezioni. A quel punto il patto franco-tedesco su cui si fonda l’Unione sarà cancellato nella coscienza della maggioranza dei francesi, e la balcanizzazione del continente precipiterà. Questa dinamica mi pare il contesto in cui leggere le convulsioni agoniche della penisola italiana. Il governo Letta Alfano Napolitano, filiale del partito distruttori d’Europa, è in camera di rianimazione. Può durare o crollare poco importa: non è in grado di mantenere nessuna promessa, neppure quelle fatte ai suoi padroni di Francoforte.

Il movimento dei forconi è tracimare del nervosismo sociale. Nel 2011 il movimento anticapitalista tentò di fermare l’aggressione finanzista, ma non ebbe la forza per mettere in moto una sollevazione solidale. La precarizzazione ha sgretolato la solidarietà tra lavoratori, e il movimento si risolse in una protesta che il ceto politico-finanziario, per criminale interesse e per imbecillità conformista, rifiutò perfino di ascoltare. Ma la sollevazione non si ferma, perché ha i caratteri tellurici di una disgregazione della base stessa del consenso sociale. E’ una sollevazione priva di interna coerenza, priva di strategia progressiva. Ci sono dentro elementi di nazionalismo, di razzismo, di egoismo piccolo-proprietario, ma anche elementi di ribellione operaia, di democrazia diretta e rabbia libertaria. Non è importante la sua confusa coscienza, le contrastanti ideologie e i contrastanti interessi che la mobilitano. Conta il fatto che il suo collante obbiettivo è l’odio contro l’Europa. Questo odio non può che essere portatore di disgrazie.

(Franco “Bifo” Berardi, “I forconi e la deflagrazione dell’Europa”, da “Micromega” del 13 dicembre 2013

http://www.libreidee.org/2013/12/bruxel ... na-guerra/


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MessaggioInviato: 15/12/2013, 22:48 
Cita:
Wolframio ha scritto:

UE, Bloom a Strasburgo: 'Appena capiranno i vostri inganni, vi impiccheranno'

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Quest'uomo ha l'occhio lungo..... [:D]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 16/12/2013, 15:02 
certo è che gli inglesi ci stanno avvisando da tempo... Possibile che nessuno gli da retta?



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MessaggioInviato: 16/12/2013, 23:44 
Anche il parlamento Ue solleva dubbi sulla Troika. In arrivo i risultati dell’indagine

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... ne/815818/

Ragazzi ma io non capisco,ma il parlamento europeo è l'entaconsulta?

Solo ora hanno dubbi sulla troika?

Per chi non ha visto il signore degli anelli...

Cita:
Particolarità dell'Entaconsulta è la lentezza, dovuta alla lingua utilizzata: l'entese. Un'antica lingua in cui i nomi delle cose, delle persone, dei luoghi, comprendono tutti gli epiteti che essi hanno assunto nel corso del tempo, così più una cosa è antica più nomi avrà a causa del mutare del linguaggio e della lingua.


http://it.wikipedia.org/wiki/Ent


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MessaggioInviato: 17/12/2013, 17:34 
Europa, il crinale tra sinistra, destra e grillini

17/12/2013

Sull’Europa e l’euro, elettori di centro-destra e grillini la pensano quasi allo stesso modo: sono restii ad accettare i vincoli che vengono da Bruxelles, sono inclini all’ipotesi di piantare i partner in asso e tornare all’‘età dell’oro’ della lira e delle svalutazioni competitive. Propensi a restare nell’Unione, e disposti ad accettarne le regole, paiono solo gli elettori di centro-sinistra, ma a condizione che qualcosa cambi: crescita, accanto al rigore; occupazione, accanto alla disciplina.

Italia rassegnata
È un’Italia divisa sull’Europa lungo crinali talora inattesi, politici e demografici - gli anziani più europeisti dei giovani. Un’Italia che ha poca fiducia in se stessa, senza averne molta negli altri. E che, recisamente contraria all’uso della forza per risolvere le controversie internazionali - oltre l’80% - non è più pronta alle missioni di pace - il 60%. Più che un Italia ‘da forconi’, arrabbiata, pare un’Italia ‘da giardinetti’, rassegnata: reclinata sul passato, timorosa di proiettarsi nel futuro.

In testa a tutto, gli interessi nazionali, cioè i propri. In primo luogo, “la sicurezza dei confini dell’Italia e il controllo dei flussi d’immigrazione”: concetti che evocano il ’14 (1914), il primo, e che trasformano in fortezza il Paese della solidarietà, il secondo. L’iconografia tradizionale (e datata) degli ‘italiani brava gente’ regge nella scelta pacifista, non certo sul fronte dell’accoglienza.

CONTINUA>>> http://www.affarinternazionali.it/artic ... Emos2.dpuf

Sono alcune delle tante sfaccettature del diamante Italia messe in evidenza dall’indagine sull’opinione pubblica italiana condotta dall’Istituto Affari Internazionali e dal CIRCaP
http://www.iai.it/pdf/Rapporto_IAI-Circap_131217.pdf



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MessaggioInviato: 17/12/2013, 18:24 
Le affermazioni del presidente della Bce, Mario Draghi, sono tratte da un’intervista al settimanale francese Le Journal du Dimanche, riportate sul Sole24Ore del 15/12/2013

DRAGHI: «La tesi populista che consiste nel pensare che uscendo dall’euro, un’economia nazionale beneficerebbe all’istante di una svalutazione competitiva come ai vecchi tempi non sta in piedi. Noi non ci sostituiremo ai governi; se tutti cercano di svalutare la propria moneta, non se ne avvantaggia nessuno. In conclusione, la strada verso la prosperità passa sempre attraverso le riforme e la ricerca della produttività e dell’innovazione»



TAMBURRO: Egregio presidente della BCE, mi permetta di dirle che l’uscita dall’euro che lei descrive come “tesi populista”, dove la parola “populista” assume perlopiù un’accezione negativa che diventa sinonimo di “demagogia” è a mio avviso errata, poiché il demagogo fa leva su sentimenti spesso irrazionali, mentre la soluzione ipotizzata di un’uscita dall’euro trova il consenso non solo di centinaia di economisti, ma anche di milioni di cittadini europei dichiaratamente contrari alla permanenza nell’Unione europea.



Inoltre, è contestabile la sua frase in cui afferma “noi non ci sostituiremo ai governi”; mi lasci dire che la Bce si è già sostituita ai governi in maniera più che marcata, dettando forzatamente la sua ingerenza nelle politiche monetarie di ogni singolo Paese membro dell’Ue. Alcuni, ma non tutti, non avranno dimenticato la famosa lettera che la Bce aveva spedito al governo (allora governo Berlusconi-Tremonti) il 4 agosto del 2011 firmato da Lei, Mario Draghi (allora alla presidenza di Bankitalia), e dall’allora governatore della Bce, Jean Claude Trichet, in cui si chiedeva l’anticipazione del pareggio di bilancio al 2013 dal 2014 e l’applicazione di un rigore finanziario mai visto prima. E’ noto a tutti come la politica monetaria nazionale debba necessariamente subire il veto di certe organizzazioni sovranazionali (in primis B.C.E. e F.M.I.), tra l’altro (precisazione non di poco conto) non elette democraticamente da alcun cittadino europeo.

Quanto alla svalutazione della moneta, ovviamente Lei è ben conscio dell’impossibilità di un Paese come l’Italia di non poter svalutare per ottenere un vantaggio competitivo nei confronti di altri Paesi facenti parte dell’euro-zona, poiché tutti adottano la stessa valuta. Ciò ne consegue che l’Italia non potrebbe mai svalutare con l’obiettivo di essere più competitiva della Germania sui mercati esteri.



Per poter svalutare ed essere competitivi con i nostri partners europei abbiamo necessariamente bisogno di amministrare una nostra valuta nazionale, distinta da quella dei nostri competitors.



Ritengo che non sia dovuto al caso che, con l’introduzione dell’euro, la Germania abbia totalizzato un costante surplus nella bilancia dei pagamenti con l’estero (attualmente pari a +6,7%), mentre gli altri Paesi, in particolare quelli dell’Europa meridionale, abbiano totalizzato dei deficit sempre crescenti nella bilancia dei pagamenti con l’estero. A pensar male si potrebbe ritenere che l’Unione Europea sia un vestito cucito addosso ad un solo Paese, cioè la Germania, mentre gli altri Paesi siano obbligati a porre delle pezze riparatrici per colmare gli enormi strappi che si sono venuti a creare.



Inoltre, Lei è ben conscio del fatto che siamo immersi in quella che potremo definire una “guerra mondiale delle valute”, in cui tutte le altre economie stanno procedendo ad una svalutazione della valuta al fine ufficiale di uscire dalla deflazione, svalutazione non dichiarata ufficialmente, ma cercata ufficiosamente per ricercare quella competitività internazionale perseguita da tutti, tranne che dalla Bce.



Dall’alto della sua conoscenza ne converrà con me che la svalutazione non comporta alcun rischio di inflazione, come molti erroneamente fanno credere poiché, ad esempio, in Italia durante gli anni 1992-1993 (quando Lei a quei tempi era membro dei British Invisibles, i rappresentanti di un influente gruppo di pressione della City londinese, e si adoperava a “svendere i gioielli di famiglia” in compagnia dell’allora presidente di Bankitalia Ciampi, Beniamino Andreatta, Mario Baldassarri, i vertici di Iri, Eni, Ina, Comit, delle grandi partecipate che di lì a poco sarebbero state privatizzate) la lira in quegli anni si svalutò del 20% , mentre l’inflazione diminuì dal 5% al 4% e ci sono esempi storici che riguardano non solo l’Italia ma anche altri Paesi del mondo a dimostrazione del fatto che il mito che la svalutazione porti all’inflazione sia stato completamente distrutto.






DRAGHI: «La nostra politica monetaria rimasta accomodante dal 2011», poi «gli impegni che abbiamo preso sul futuro orientamento della nostra politica monetaria e la nostra decisione di novembre di abbassare il principale tasso direttore, per la seconda volta, a 0,25%. Le incertezze arretrano, e ciò dovrebbe contribuire a rilanciare gli investimenti e incoraggiare le banche a fare prestiti. Anche il potere d’acquisto è migliorato sotto l’effetto di un calo dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari».



TAMBURRO: Le incertezze, presidente Draghi, non arretrano, anzi determinate azioni hanno sottolineato, qualora fosse ancora necessario farlo, che gli interventi della BCE abbiano favorito unicamente le banche e non imprese e famiglie. Le ricordo che le iniezioni di liquidità rappresentate dall’utilizzo dei finanziamenti Long term refinancing operations (LTRO), con cui l’Eurotower ha immesso nel sistema oltre mille miliardi di liquidità ad un tasso dello 0,75%, nella speranza di lenire il credit crunch, sono state utilizzate dalle banche italiane per fare cassa acquistando i titoli di Stato ed aggravando in tal modo la crisi delle piccole e medie imprese, costrette a licenziare per mancanza di liquidità.



Le banche italiane hanno ricevuto 270 miliardi di prestiti triennali dalla Bce al tasso dello 0,75% (al secondo posto dopo le banche spagnole con 300 miliardi), nelle famose aste di liquidità del dicembre 2011 e febbraio 2012, utilizzate al 90% per acquistare i titoli di Stato.



Il risultato di questa mossa ha favorito il credito alle PMI? Purtroppo no, il risultato si può definire con due semplici parole: speculazione finanziaria.



La contrazione del 3,7% nei prestiti al settore privato (famiglie e aziende) a ottobre rappresenta «la maggior flessione storica», secondo le statistiche di Bankitalia. In particolare il -4,9% riguardante le imprese «è un calo storico», mentre quello di -1,3% per i nuclei familiari non è un minimo assoluto.



Questo è un esempio lampante di come la finanza sia totalmente distaccata dall’economia reale.



Inoltre, la sua mossa di ridurre ulteriormente il tasso direttore allo 0,25% , allo scopo di evitare che le banche commerciali preferiscano depositare la loro liquidità presso la Bce, invece che erogare finanziamenti alle piccole-medie imprese, si è appurato non servire a nulla.



Come affermava lo stesso Keynes: “sembra improbabile che l’influenza della politica bancaria sul saggio di interesse sarà sufficiente da sé sola a determinare un ritmo ottimo di investimento. Ritengo perciò che una socializzazione di una certa ampiezza dell’investimento si dimostrerà l’unico mezzo per consentire di avvicinarci all’occupazione piena; sebbene ciò non escluda necessariamente ogni sorta di espedienti e di compromessi coi quali la pubblica autorità collabori con l’iniziativa privata”.



In conclusione, non serve a nulla “regalare” soldi alle banche perché prestino, anzi i dati dimostrano che più ricevono e meno queste erogano finanziamenti.






DRAGHI: «La crescita sta tornando ma non è certo galoppante. È modesta, fragile e diseguale. La disoccupazione è sempre troppo alta ma sembra stabilizzarsi attorno a una media del 12%. L’anno prossimo, prevediamo un ritmo di crescita per la zona euro di 1,1% e dell’1,5% nel 2015. Le esportazioni riprendono e, fatto nuovo, risalgono i consumi». «La Bce non può ridurre il livello strutturale della disoccupazione, che dipende dal buon funzionamento del mercato del lavoro e dalla sua capacità di integrare meglio coloro che ne sono stati esclusi. La nostra missione principale è di mantenere la stabilità dei prezzi. Nella misura in cui le nostre azioni stabilizzano l’economia, esse contribuiscono alla riduzione della disoccupazione».



TAMBURRO: parlare di una “stabilizzazione” della disoccupazione a questi livelli è un discorso allarmante, soprattutto se la fonte da cui provengono certe affermazioni siano da collegate al presidente della Banca centrale europea, visto che in meno di sei anni la disoccupazione è più che raddoppiata. Dati Istat dimostrano che nell’aprile del 2007 era al 5,9%, mentre ad ottobre 2013 abbiamo registrato una disoccupazione al 12,5%. Ancora più allarmante è il dato della disoccupazione giovanile (15-24 anni) che ad ottobre 2013 ha raggiunto il massimo storico del 41,2%.



Mi permetta di contestarle che l’occupazione non si genera sul mercato del lavoro, bensì sul mercato dei beni: è stimolando la domanda aggregata, attraverso stimoli degli investimenti, accentuando la spesa pubblica e svalutando con giusta misura la propria valuta che si riesce a stimolare i consumi e a ridurre la disoccupazione. Le ricette economiche da Lei proposte hanno fallito e stanno continuando a manifestare il loro fallimento ed i dati macroeconomici ne sono la dimostrazione.



L’unico modo di poter fare stime realmente positive sulla produttività sarebbe quello di sostituire le politiche monetarie restrittive, con politiche monetarie espansive, ovvero facendo il contrario di ciò che si sta facendo adesso.



Lei potrebbe rispondermi che aumentare la spesa pubblica porterebbe ad un aumento del debito pubblico in quanto, siccome privi di sovranità monetaria, ossia del potere di emettere moneta, ci ridurremmo come sempre a chiedere denaro in prestito ai mercati (ossia alle banche) in cambio dei nostri Titoli di Stato (su cui paghiamo circa 100 miliardi di euro all’anno di soli interessi), e finiremmo per non rispettare i vincoli imposti dall’Ue in materia di pareggio di bilancio e di fiscal compact.



Orbene, mi lasci dire che allora abbiamo trovato la soluzione: riappropriarci della nostra sovranità monetaria e applicare una politica monetaria espansiva.



Se è vero, come afferma, che gli obiettivi che la Bce si prefigge siano la stabilizzazione dell’economia e, conseguentemente, la riduzione della disoccupazione, non può non convenire con me che bisogna abbandonare le attuali ricette economiche che ci hanno portato alla deflazione e alla crisi economica che stiamo subendo per applicare prontamente le soluzioni su proposte.



In attesa di una sua eventuale e gradita replica Le invio cordiali saluti


Salvatore Tamburro

Economista italiano

http://www.informarexresistere.fr/2013/ ... -tamburro/


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Cita:
Grecia: 1 milione di euro alla Tv della Camera e Stop finanziamenti ad Alba Dorata

Il Parlamento greco ha stanziato, nel bilancio 2014, più di 1 milione di euro per finanziare i sottotitoli del canale tv della Camera. La notizia è rimbalzata, oggi, sui principali siti di informazione ellenica.

Non vogliamo cadere nella retorica anti-casta, perché quel milione non sarebbe decisivo per uscire da una situazione economica e sociale disastrosa (che è ancora tale, a dispetto di quanto afferma qualche ardito analista). Tuttavia, l’esosa voce di spesa, appare come l’ennesimo schiaffo ad un popolo ridotto allo stremo. Il prossimo anno, infatti, sono previsti ancora consistenti tagli alla sanità, alla scuola, alla previdenza. Inoltre, altri 25 mila dipendenti pubblici, molto probabilmente, perderanno il lavoro a gennaio. Ma evidentemente la maggioranza parlamentare, che sostiene il governo di larghe intese, considera i sottotitoli della televisione della camera una priorità assoluta.

Sembra quasi che la politica economica imposta dalla Troika, fondata sulla socializzazione del debito privato e su prestiti che generano debito all’infinito, proceda in parallelo con voci di spesa del tutto ingiustificabili.
I governi amici di Francoforte e di Berlino mettono in campo misure una tantum di “moralizzazione”, tanto per creare un effetto compensatorio rispetto ai sacrifici a cui sono sottoposti i loro cittadini. Potremmo definirle: operazioni di marketing per cittadini depressi; mentre gli sprechi, quelli veri, non vengono efficacemente eliminati.

In Grecia, in Spagna, in Portogallo e in Italia, la politica dei tagli “mirati” al Welfare, combinati con l’aumento della pressione fiscale, ha generato un incremento drammatico delle disuguaglianze. A Bruxelles, intanto, non se ne parla nemmeno di mettere in piedi un piano per il lavoro europeo e Berlino non vuol sentir parlare di Eurobond e di revisione dell’accordo dell’Unione Bancaria Europea. Così difronte all’”impossibilità” di agire in maniera incisiva, i governi del sud europa tirano fuori qualche “taglio alla casta“. Salvo poi constare che gli sprechi continuano, come nel caso ellenico sopracitato.

I governi dell’austerity non sono solo ubbidienti alla Troika, ma anche collusi con poteri economici parassitari e spesso, come nel caso della Spagna, finiscono al centro di scandali di corruzione. Ma tutto si sopporta… perché scenari alternativi alle politiche economiche vigenti vengono puntualmente additate, dai media e dai governi in carica, come apocalittici. D’altro canto, di opposizione costruttiva a quanto sta accadendo non se ne vede molta, basti pensare ai Forconi nostrani.

Il governo greco, intanto, in conformità al marketing per depressi, oggi ha sospeso il finanziamento pubblico ad Alba Dorata. A tale riguardo, il ministro dell’interno ellenico, Yannis Michelakis, ha dichiarato: “E’incomprensibile che lo Stato e i cittadini finanzino formazioni politiche accusate di essere organizzazioni criminali o terroristiche che si nascondono sotto le spoglie di un partito politico“.

Già, incomprensibile (ci permetterete una punta di sarcasmo). Incomprensibile come il fatto che il partito Nuova Democrazia, a cui appartiene l’attuale Presidente del Consiglio (Samaras) e lo stesso ministro dell’interno, abbia intrattenuto in passato relazioni con il partito neonazista. Incomprensibile come l’impunità prolungata per gli squadristi di Alba Dorata, autori di aggressioni ad extra comunitari e di ricatti mafiosi ai negozianti di Atene.

Incomprensibile come il fatto che il Ministro degli Interni, perfettamente a conoscenza dei rapporti tra polizia e Alba Dorata, non abbia mosso un dito fino all’assassino del rapper Pavlos Fyassas. Incomprensibile come la nomina, da parte dell’esecutivo, della moglie di Michaloliákos (leader della formazione di estrema destra) a rappresentante greco presso l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.
E, soprattutto, incomprensibile come lo stato in cui è ridotta la democrazia in Grecia.


http://www.polisblog.it/post/188683/gre ... nk_sidebar


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MessaggioInviato: 18/12/2013, 00:58 
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Spagna, vietato protestare: la stretta di Rajoy


Il governo prepara una nuova legge: no ai cortei davanti ai palazzi della politica, proibiti anche i sit-in, multe a chi insulta o filma agenti. L'opposizione: è l'agenda dura della destra, aboliranno anche l'aborto

L'IDEA, neppure troppo velata, è quella di rendere molto più difficili le proteste cittadine che, a partire dal 15M - il movimento che per settimane occupò la Puerta del Sol a Madrid nel 2011 - hanno attraversato la Spagna in mille rivoli di piccole e grandi contestazioni sociali in questi anni di profonda recessione economica. La nuova legge sull'ordine pubblico, alla quale il ministro degli Interni, José Fernandez Diaz, sta dando gli ultimi ritocchi prima di portarla in Parlamento, suscita già reazioni molto sdegnate. Se fosse approvata infatti una protesta come quella del 15M, con l'occupazione di una pubblica piazza, sarebbe impossibile ma le nuove norme proibirebbero anche qualsiasi manifestazione davanti a sedi istituzionali, siano esse il Congresso dei deputati, il Senato o qualsiasi altro luogo simile come un ministero o una assemblea regionale.

Vietata anche la ripresa e diffusione di immagini degli agenti di polizia - punita con multe da 20 a 400mila euro - mentre "infrazioni gravi" verranno considerati anche gli insulti o le minacce contro membri delle forze di polizia; ma pure collocare striscioni o bandiere sugli edifici. Insomma protestate ma fatelo senza disturbare. Zitti, zitti. E soprattutto lontano dai luoghi della politica.

Un altro aspetto della nuova legge è che le denunce degli agenti avranno "presunzione di verità", ovvero sarà il presunto colpevole a dover dimostrare la sua innocenza, non il contrario. Ma un aspetto che preoccupa opposizione e sindacati è l'estensione del ruolo dei vigilantes privati che potranno agire anche al di fuori degli edifici che devono sorvegliare e potranno controllare, perquisire o arrestare un sospetto anche in mezzo alla strada. Il pacchetto legislativo che, secondo l'opposizione, limita seriamente i diritti dei cittadini è stato criticato anche dal commissario dei Diritti umani del Consiglio d'Europa. Ma il presidente del governo spagnolo, Mariano Rajoy, vuole farlo approvare rapidamente in Parlamento. È, dicono in molti, il primo obiettivo della seconda stagione dell'esecutivo di centrodestra.

Ora che lo spread, la crisi economica e lo scandalo dei fondi neri complicano meno le giornate del governo, Rajoy ha scelto di attuare il programma che fin qui è stato costretto a rinviare. La legge sull'ordine pubblico è un omaggio alla parte più conservatrice del suo elettorato. Quella dalla quale il governo teme un voto di castigo nelle elezioni europee del prossimo anno. E dopo l'ordine pubblico arriverà la stretta sull'aborto che nelle intenzioni del ministro della Giustizia, Ruiz Gallardon, tornerà ad essere un reato in quasi tutti i casi.

È "l'agenda dura" che ha riportato la destra al potere dopo gli anni "liberal" e le leggi progressiste (matrimoni gay, aborto libero e divorzio express) di Zapatero. Ma è una "agenda dura" che mette in crisi anche i rapporti politici con i socialisti dei quali Rajoy ha invece bisogno per fermare lo scivolamento della questione catalana - altro tema che manda su tutte le furie gli elettori di destra - dopo l'annuncio a Barcellona della convocazione di un referendum sulla sovranità della comunità autonoma. Intanto, Fernandez Diaz, ritocca, e in parte modera, una legge liberticida sull'ordine pubblico che ha l'aria di risultare indigesta anche a un'ampia parte del centrodestra europeo.



http://www.repubblica.it/esteri/2013/12 ... -73791545/


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MessaggioInviato: 18/12/2013, 19:35 
Report choc degli Usa: la democrazia italiana distrutta dai vincoli Ue


Uno studio di Bank of America e Merrill Lynch dimostra come l'eccessiva osservanza della politica italiana ai vincoli Ue porterà al suicidio collettivo

http://www.ilgiornale.it/?refresh_cens



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eh chissà quando ci arriveranno anche i politici italiani...



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MessaggioInviato: 18/12/2013, 21:28 
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Wolframio ha scritto:

UE, Bloom a Strasburgo: 'Appena capiranno i vostri inganni, vi impiccheranno'

[BBvideo]PwyhwhZ4zZA#t=10[/BBvideo]


Cacchio gliele ha cantate di santa ragione!!!!
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