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MessaggioInviato: 02/01/2014, 11:07 
"L'Ue strangola la democrazia"

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Editoriale Telegraph: "Paradosso Ue, nata per evitare il ritorno
al fascismo e trasformata in un modo per evitare la democrazia".


I premier sono diventati manager che dipendono dalla Bce
e da Goldman Sachs". Alla regola della politica si è sostituita
quella dei banchieri".


http://www.wallstreetitalia.com/article ... razia.aspx

ROMA (WSI) - Altro che maggiori benefici per i paesi che ne fanno parte. Europe is slowly strangling the life out of national democracy: ovvero, l'Europa sta lentamente strangolando la vita delle democrazie nazionali.
E' questo il titolo dell'editoriale pubblicato sul Telegraph, che porta la firma di Peter Oborne.

Oborne parte da un libro scritto da Peter Mair, recentemente scomparso, dal titolo "Ruling the Void: the Hollowing of Western Democracy". ovvero "Governare il Vuoto? Lo svuotamento della democrazia occidentale".

Il libro affronta la questione del collasso della democrazia occidentale iniziando con un paradosso storico: la fine dell'Unione Sovietica, in teoria, ha rappresentato il momento più alto per la democrazia occidentale, ma ha sancito contestualmente anche l'inizio della sua fine. Per Mair, le elite politiche hanno trasformato l'Europa in una "sfera protetta, al riparo dalle richieste dei suoi elettori e del loro rappresentanti".

Questo "consiglio di amministrazione politico europeo - scrive Oborne - ha privato i parlamenti dei diversi paesi di potere decisionale. Riguardo a ogni cosa che conta, dall'economia all'immigrazione, le decisioni vengono prese altrove. Il professore Mair ritiene che siano stati gli stessi politici a incoraggiare una tale tendenza, in quanto il loro desiderio era di spogliarsi dalle responsabilità di prendere decisioni potenzialmente impopolari e proteggersi dunque dal possibile scontento degli elettori".

Ciò significa che "le decisioni che hanno effetti sulle vite degli elettori vengono prese ora più da burocrati anonimi che non dai politici".

Il risultato che è i "primi ministri di Grecia, Portogallo e Spagna (e noi aggiungiamo i premier di tutti gli altri paesi dell'Eurozona, Italia inclusa) sono ora, a tutti gli effetti, manager che dipendono dalla Banca centrale europea e di Goldman Sachs".

Un vero e proprio paradosso per "l'Unione europea, che è stata creata per evitare il ritorno al fascismo nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, e che si è trasformata in un modo per evitare la stessa democrazia".

Nel riassumere il concetto, "le elite europee sono molto vicine all'abolizione di tutto ciò che ha a che fare con la politica, sostituendolo con le regole decise da burocrati, banchieri e altri diversi tipi di esperti che non sono stati eletti".



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 02/01/2014, 11:32 
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Wolframio ha scritto:

Lettonia, diciottesimo paese a entrare nell'euro

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No..no.. di questo passo nel giro di 48 ore la crescita supererà ogni previsione, al minimo la crescita sarà del 40%

Io non capisco perchè gli altri paesi vogliono uscire dall'euro, sarà per via della troppo forte crescita? [:p] [:p] Ma che babbei !!
Per fortuna che c'è Fassina

....se non erro fino a qualke tempo fa era in una situazione finanziaria quanto mai precaria........mahhhhhhhhhhhhhhhhhhh


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MessaggioInviato: 02/01/2014, 11:40 
Cita:
ubatuba ha scritto:

Cita:
Wolframio ha scritto:

Lettonia, diciottesimo paese a entrare nell'euro

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No..no.. di questo passo nel giro di 48 ore la crescita supererà ogni previsione, al minimo la crescita sarà del 40%

Io non capisco perchè gli altri paesi vogliono uscire dall'euro, sarà per via della troppo forte crescita? [:p] [:p] Ma che babbei !!
Per fortuna che c'è Fassina

....se non erro fino a qualke tempo fa era in una situazione finanziaria quanto mai precaria........mahhhhhhhhhhhhhhhhhhh


Solo un idiota può festeggiare quando da ex-padrone di casa consegna le chiavi al nuovo proprietario cui dovrà pagare un salatissimo affitto...

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... x diventare un maggiordomo..........[:(!]


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devono essere proprio inguaiati per vedere nell'ingresso nell'€ fonte di speranza ^_^

Chissà Mosca cosa pensa...



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MessaggioInviato: 02/01/2014, 14:34 
Credo che arriverà un punto in cui Mosca si inca**erà di brutto... non sappiamo cosa si dicono e che documenti circolino tra le varie ambasciate, ma per me stiamo tornando a un clima da guerra fredda.

La Lettonia interessa relativamente (forse) Mosca, ma per esempio, ciò che accade in Ucraina evidenzia come, quando vengono toccate aree più importanti dal punto di vista geo-politico, la Russia non stia a guardare inerme.



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MessaggioInviato: 02/01/2014, 14:44 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Credo che arriverà un punto in cui Mosca si inca**erà di brutto... non sappiamo cosa si dicono e che documenti circolino tra le varie ambasciate, ma per me stiamo tornando a un clima da guerra fredda.

La Lettonia interessa relativamente (forse) Mosca, ma per esempio, ciò che accade in Ucraina evidenzia come, quando vengono toccate aree più importanti dal punto di vista geo-politico, la Russia non stia a guardare inerme.


in effetti le 3 repubbliche baltiche,sono state le prime a cui mosca a concesso di andarsene,prob dal punto di vst strategico,non erano di grande interesse.................. [:(!] [;)]


Ultima modifica di ubatuba il 02/01/2014, 14:45, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 02/01/2014, 14:54 
Una cartina per capirci qualcosa...

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Si capisce quali paesi non vanno 'toccati' dalla UE per non scatenare il grande orso...

Almeno fino a quando non verrà aperto il gasdotto sotto il Mar Nero, se mai ci riusciranno.



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Parentesi demagogica

Saranno gli studenti a realizzare il logo per il semestre italiano di presidenza Ue

ROMA - Saranno gli studenti a realizzare il logo del Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell'Unione Europea. Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, in accordo con la Presidenza del Consiglio e il Dipartimento delle Politiche europee, ha indetto il concorso "La mia Europa è" rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado perché siano proprio le ragazze e i ragazzi a ideare il logo e uno slogan per il Semestre italiano.

Il concorso scade il prossimo 18 gennaio ma finora i risultati premiano l'iniziativa. La risposta delle scuole è stata infatti molto positiva: sono 507 i progetti arrivati al Miur e molte scuole hanno partecipato al concorso coinvolgendo più di una classe.

Il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha annunciato il concorso come un tentativo di coinvolgere i giovani per promuovere la partecipazione e il coinvolgimento attivo: "Abbiamo deciso di coinvolgere le nostre scuole per rendere protagonisti le ragazze e i ragazzi e avvicinarli alle istituzioni europee, che a volte vengono considerate luoghi distanti dalla vita di tutti i giorni. Dobbiamo aiutare gli studenti a diventare cittadini più consapevoli e partecipi dei processi democratici europei. Il semestre di presidenza del Consiglio dell'Ue sarà una straordinaria occasione di rilancio per l'Italia".

Su Twitter, la Presidenza del Consiglio ha anche lanciato un hashtag dedicato all'iniziativa: #lamiaeuropaè

I vincitori saranno premiati con una visita alle istituzioni europee a Bruxelles. Un grande interesse verso l'iniziativa si è registrato soprattutto tra le scuole secondarie di primo e secondo grado: in particolare tra gli Istituti tecnici (settore tecnologico) con indirizzo "Grafica e comunicazione". Sono circa 70 le scuole di questo indirizzo che hanno inviato al ministero la propria proposta.

http://www.repubblica.it/scuola/2014/01 ... f=HREC1-24

Che dite? Organizziamo una ondata di commenti all'indirizzo dell'hashtag #lamiaeuropaè


#lamiaeuropaè

Cipro, causa contro l'Europa per il prelievo forzoso nei conti
I correntisti portano in tribunale Eurogruppo e Bce, responsabili delle misure decise a Bruxelles per risanare le banche dell'isola

http://www.ilgiornale.it/news/esteri/ci ... 79880.html


#lamiaeuropaè

2014, assalto all’Europa: nazionalisti ed estremisti a caccia di voti anti-Ue
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01 ... ue/829635/

[:D]



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Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Parentesi demagogica

Cipro, causa contro l'Europa per il prelievo forzoso nei conti
I correntisti portano in tribunale Eurogruppo e Bce, responsabili delle misure decise a Bruxelles per risanare le banche dell'isola

http://www.ilgiornale.it/news/esteri/ci ... 79880.html




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2014, assalto all’Europa: nazionalisti ed estremisti a caccia di voti anti-Ue

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01 ... ue/829635/


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Quando la nostra Europa tornerà nelle strade - «L'orizzonte politico finale è chiaro: la definitiva rassegnazione collettiva.»
di Giorgio Cattaneo

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«Perché l’America è nata nelle strade», recitava il trailer del kolossal di Martin Scorsese, “The gangs of New York”. E l’Europa di Bruxelles dov’è nata, esattamente? In quali fogne? Nello scantinato di quale tenebroso alchimista? L’Europa vera, l’unica che conti, è da sempre interamente privatizzata. Porta il nome di European Roundtable of Industrialists. E detta ogni giorno le sue condizioni, le future leggi che già l’indomani puniranno i sudditi. Li emana, i suoi diktat, sicura di essere obbedita, all’istante, da servitori opachi e zelanti come José Manuel Barroso. Lui, il portoghese venuto dal nulla, che ai potenti di Bruxelles deve tutto. E’ l’uomo che dall’alto del suo palazzo guarda il suo Portogallo bruciare di rabbia e di fame, mentre, en passant, transita negli innocui salotti televisivi, incluso quello italiano di Fabio Fazio, a ricordare che anche l’Italia “può e deve” fare di più per amputare, senza anestesia, tutto quello che resta del suo stato sociale. Il vero benessere diffuso – infrastrutture, stipendi, servizi vitali – non si chiama più neppure welfare, ma direttamente “debito pubblico”. Sottinteso: è una colpa vergognosa, un problema, un male da estirpare. Come del resto il diritto a una vita dignitosa, a uno straccio di futuro.

Dopo vent’anni, ci si accorge all’improvviso che l’attuale Unione Europea è nemica, è interprete di una forma di barbarie particolarmente subdola e The Gangs of New Yorkdisonesta perché non urla le sue livide minacce di guerra e non sventola svastiche. Eppure ha tutt’altro scopo che la promozione dell’umanità. E’ un abile artificio autoritario, costruito con l’inganno. E’ la tomba dell’Europa democratica e popolare, assassinata e poi risorta dal nazifascismo. Non è il Parlamento di Strasburgo regolarmente eletto a governare il continente, ma uno sparuto clan di servitori, agli ordini della Ert e delle altre lobby onnipotenti, che infestano l’anonima capitale belga coi loro costosi uffici e i loro budget miliardari con un unico obiettivo: ordinare alla Commissione di ammantare di legalità le regole assolute del loro business oligarchico progettato per la grande crisi, in tempi di coperta corta. E’ il business della globalizzazione totalitaria e recessiva, in base alla quale retrocedere al medioevo quelli che fino a ieri erano cittadini e lavoratori, consumatori ingenui e inguaribilmente ottimisti.

Per tutti loro, miseri e volgari untermenschen, la ricreazione è finita: devono abituarsi all’idea. Lo stato di eccezione – la Grecia insegna – deve diventare la nuova, raggelante normalità. L’orizzonte politico finale è chiaro: la definitiva rassegnazione collettiva. Ci saranno proteste iniziali, grida, dimostrazioni. Ma poi sulle prime fiammate di insofferenza calerà la coltre quotidiana della fatica, il sipario del conforto televisivo fatto di favole, la maschera rassicurante dell’ultimo pagliaccio travestito da politico. E ciascuno, Barroso coi vertici di Ertlentamente, tornerà alla sua usuale solitudine, al deserto freddo da cui affrontare – senza più aiuti – l’atroce puntualità degli strozzini.

Ci saranno ancora grida, là fuori, ma per attutirne l’urto basterà chiudere le finestre, almeno per il momento. Chiudere le finestre e anche gli occhi, di fronte allo spettacolo quotidiano dei negozi che chiudono, delle aziende che licenziano, degli anziani che frugano tra gli scarti del mercato o mendicano smarriti la carità di una prenotazione per esami clinici nell’ospedale di quartiere martoriato dai tagli e trasformato in centro di primo soccorso per rifugiati di guerra. Così, sempre più velocemente, la mala pianta dell’odio concimata dalla paura ricomincerà a germogliare, rispolverando idiomi che credevamo sepolti per sempre nel cimitero della storia – noi incorreggibili italiani, voi maledetti tedeschi, i soliti presuntuosi francesi.

Dopo un sonno lunghissimo, molti studiosi e paludati accademici si risvegliano, e persino qualche politico comincia a rialzare la testa, a denunciare l’imbroglio, a segnalare il pericolo che incombe. Negli ultimi due anni – una manciata di mesi – le analisi si sono fatte acuminate, lo sguardo è stato messo a fuoco con crescente lucidità. Si spera nelle elezioni europee del maggio 2014, che forse saranno un primo vero avvertimento sulla necessità di un’inversione di rotta. Si inizia a delineare una meta – dal nome antico: democrazia – ma senza ancora disporre di una strategia per raggiungerla. Cioè strumenti di pressione, azioni politiche determinanti, rapporti di forza e Marine Le Penstrumenti da impugnare per costringere gli oligarchi a cedere il loro attuale potere assoluto.

L’unico leader occidentale disposto a scendere frontalmente sul terreno della rivendicazione diretta è Marine Le Pen, che minaccia l’uscita della Francia dall’Unione Europea e dalla sua prigione economica, la non-moneta privatizzata chiamata euro. Ma Marine Le Pen si appella alla nostalgia del suo popolo per la celebrata grandeur nazionale, e – per rimarcare identità elettorale e visibilità – non recede di un millimetro dalla antica crociata contro gli stranieri, cioè i poveri del sud e dell’est. Ancora vaga, suggestiva ma del tutto ipotetica, la proposta di candidare (virtualmente) il greco Tsipras alla guida di Bruxelles, per costituire un cartello organizzato, in grado di esprimere finalmente la voce legittima di centinaia di milioni di europei presi al laccio dai signori della crisi.

C’è poi un’altra Europa, che per fortuna non ha mai smesso di esistere. E’ l’Europa che sognavano anime isolate e profetiche come quella di Alex Langer, eretico pioniere dell’ambientalismo come frontiera democratica, basata sulla riconversione sostenibile dell’economia partendo dai territori, dalle filiere corte, quelle che possono contrastare i monopoli irresponsabili che oggi stanno facendo a pezzi il mondo, trascinandolo verso una guerra cieca e disperata. Erano sodali di Langer gli ambientalisti della piccola e periferica valle di Susa che lottarono con successo – insieme ai francesi – per bloccare i maxi-elettrodotti destinati a trasferire in Italia l’energia elettrica Alex Langerprodotta dalla vicinissima centrale nucleare di Creys-Malville, pericolosa perché prossima a Torino e continuamente funestata da incidenti.

Quei valsusini lottarono con successo, sempre insieme ai francesi, per scongiurare la costruzione di una nuova autostrada e un nuovo traforo che avrebbe devastato l’area alpina del Monginevro e la valle della Clarée, gioiello naturale transalpino al confine con l’Italia. Il comandante in capo, il sommo protettore politico di ogni grande opera infrastrutturale devastante e inutile, sul versante francese era un certo Michel Barnier, allora governatore locale. Le élite economico-finanziarie che ha servito con tanto zelo gli hanno garantito una super-carriera: oggi monsieur Barnier è il potentissimo “ministro delle finanze” della Commissione Europea.

Quell’Europa “nata nelle strade”, per la precisione lungo quelle che collegano Torino a Lione, aveva capito in anticipo molte cose. La prima, fondamentale: la politica, qualsiasi politica, non può che camminare sulle gambe delle persone comuni, disposte a battersi con onestà per affermare un’idea irrinunciabile di giustizia. Italiani e francesi manifestano insieme sui sentieri di Chiomonte, nelle piazze di Lione presidiate dalle forze antisommossa, e affrontano insieme la battaglia per salvare l’area naturale di Notre-Dames-des-Landes, in Guascogna, che la super-multinazionale Vinci vorrebbe asfaltare per far posto a un inutile, mostruoso aeroporto. Sono sempre loro, italiani e francesi, ad aver firmato nel 2010 la Carta di Hendaye, nel paese basco, per affermare che la comunità civile non può più tollerare l’abuso del Michel Barnierbusiness che devasta la Terra sulla base di ciniche menzogne, solo per arricchire una casta di super-predatori, protetti dalla copertura legale offerta dalla mafia di Bruxelles.

Questa Europa esiste, e a volte ha saputo far parlare di sé, nonostante la feroce interdizione dei media. Negare la verità, dice il generale Fabio Mini, è il primo vero atto di guerra contro tutti noi. Impegnarsi a farla circolare, la verità, oggi più che mai è una meta decisiva. Non solo per “fermare il mostro”, ma per costruire umanità e veicolare le idee necessarie a un’economia democratica, orientata al benessere. Pace, democrazia, convivenza, sostenibilità: oggi, nel delirio autistico del mainstream neoliberista, sembrano gli slogan di un programma eversivo e folle, nell’Italia cannibalizzata dai predoni e appaltata ai loro pallidi maggiordomi. Non è difficile, basterebbe dire: per tutti, o per nessuno. Di queste idee dovrà essere armata, la nostra Europa, quando tornerà nelle strade a dire che nessuno sarà mai più lasciato solo.

http://megachip.globalist.it/Detail_New ... lle-strade



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Draghi al PE a Strasburgo. Morganti: "Italia rischia di essere svenduta come la Grecia"

"Draghi vuole un nuovo sacco d'Italia come quello che della colossale svendita del 1992, sul panfilo Britannia, di cui lui fu protagonista. Il nostro Paese, con la Bce che detta la linea di politica economica sostenendo la continua necessità di privatizzazioni, rischia di fare la stessa fine della Grecia e di perdere così ogni autonomia".

Questa l'accusa dell'eurodeputato indipendente Eld Claudio Morganti al presidente della Bce, Mario Draghi, che stamattina ha tenuto un'audizione al Parlamento europeo a Strasburgo durante la sessione plenaria. Al voto dell'Aula, oggi, la relazione annuale della Bce per il 2012 che Morganti ha definito "interessante perché contiene la necessità di una netta separazione tra le banche di deposito e di investimento, ma il timore è che avremo una proposta molto debole, rispetto alla legge Glass-Steagall americana".

Morganti ha chiesto a Draghi un commento sulle dichiarazioni del suo vice, Vitor Constancio, il quale lo scorso maggio ad Atene, "aveva affermato che la crisi non è originata da un problema di debito pubblico dei Paesi, ma dal debito privato".

"Il debito dei Paesi periferici -ha detto l'eurodeputato Eld- è stato alimentato soprattutto dalle banche di Francia e Germania, le stesse che sono state aiutate con i soldi europei e che quindi non hanno perso nulla".

"A perdere, invece, -ha specificato Morganti- sono stati i cittadini dei Paesi in difficoltà, che ora sono in ginocchio, come Grecia e Portogallo, ma anche l'Italia rischia di pagare un conto salatissimo".

"La soluzione migliore, al contrario di quanto espresso da Draghi, -ha concluso Morganti- è tornare ai nazionalismi e al protezionismo".

http://www.nocensura.com/2013/12/morgan ... nuovo.html

tornare ad un sano nazionalismo???? x fare cio' occorrono 2 fattori uno stato e un popolo.............................troppo x l'italia..........[;)]


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