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[img.nr]http://4.bp.blogspot.com/-Hf975WE9y3w/UvYGdDPb6RI/AAAAAAAAe2I/CKFX5_OvBXw/s1600/1609981_570441136380123_1093545997_n.jpg[/img.nr]

Alcune vicende che TUTTI dovrebbero conoscere...

http://www.nocensura.com/2014/02/alcune ... bbero.html

Ricordate le "sviolinate" della Merkel a Mario Monti? Lui ci bastonava, distruggeva l'Italia, e dall'estero arrivavano complimenti e felicitazioni, che non mancavano di essere riprese dai mass media: "Monti ci ha ridato credibilità in Europa e nel mondo", dicevano i giornalisti servi. Monti ci stava distruggendo, e la Merkel e soci lo sapevano benissimo, come sapevano che le loro nazioni da questo avrebbero beneficiato, a nostro discapito...
Questa è l'Europa dei serpenti e delle vipere, dove con l'Unione possono imporre leggi che devastano alcuni stati - i cosiddetti PIIGS, acronimo di Portogallo-Italia-Irlanda-Grecia-Spagna - a beneficio della Germania e in misura minore, degli USA e di altre nazioni non appartenenti alla zona-euro...

Gli articoli che vi sottoponiamo di seguito sono datati: ma la censura mediatica ha OSCURATO tali notizie, che TUTTI GLI ITALIANO dovrebbero assolutamente conoscere. Ve li riproponiamo. Non limitatevi a condividerli: PARLATENE con i vs familiari e amici, ragazzi troppi cittadini ancora credono ai mass media, nonostante tutto. Sembra impossibile, ma è così: e chi si è "svegliato" ha il DOVERE di aiutare gli altri ad aprire gli occhi...

NON fatevi abbattere dal senso di impotenza che ci trasmettono, date il Vostro contributo! Il mare è composto da tante goccioline, non dimenticatelo MAI! Leggete anche l'articolo:
"Cosa possiamo fare? Qual è la soluzione?" http://www.nocensura.com/2014/02/cosa-p ... zione.html


Alessandro Raffa
- - - -
ALCUNI ARTICOLI IMPORTANTI CHE TUTTI DOVREBBERO LEGGERE: vicende che gli italiani DEVONO assolutamente conoscere, che non possiamo relegare al 'dimenticatoio' ne accantonarle solo perché non sono di attualità: sarebbe come archiviare un omicidio solo perché è avvenuto un anno o due anni fa; l'omicidio si archivia quando il colpevole è stato arrestato, e queste vicende si archivieranno quando i responsabili saranno stati processati per alto tradimento e/o tutti i reati che possono essere ravvisati.

Riccardi accusa Monti: “Più dava legnate al paese, più la Merkel era contenta e più lui era soddisfatto”
http://www.nocensura.com/2013/06/riccar ... gnate.html

La Germania, ovvero i padroni d'Europahttp://www.nocensura.com/2014/01/la-germania-ovvero-i-padroni-deuropa.html

SCANDALOSO Monti alla CNN mentre era premier: “Stiamo distruggendo l'economia italiana”http://informatitalia.blogspot.com/2013/10/scandaloso-monti-alla-cnn-mentre-era.html


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MessaggioInviato: 08/02/2014, 15:54 
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MessaggioInviato: 10/02/2014, 10:38 
Le testimonianze di Romano Prodi e Carlo De Benedetti. (VIDEO)
L'ex premier Mario Monti e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il capo dello Stato è preoccupato per le sorti del Paese. La crisi della zona euro è in pieno svolgimento. Le conseguenze del salvataggio della Grecia portano la speculazione a puntare sui debiti sovrani dei Paesi in difficoltà: inzia a essere minacciata anche l’Italia.

In agosto arriverà la famosa lettera della Banca centrale europea che chiede - ma assomiglia più a un’imposizione – misure drastiche di finanza pubblica. La Germania della Merkel non ama il primo ministro in carica, Silvio Berlusconi. Lo spread tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi punta pericolosamente verso l’alto. Sui mercati finanziari le operazioni spregiudicate si moltiplicano.

Ma tra giugno e settembre di quella drammatica estate accadono molte cose che finora non sono state rivelate. E questo riguarda soprattutto le conversazioni tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e Mario Monti, che precedono di quattro o cinque mesi la nomina dell’allora presidente della Bocconi a Palazzo Chigi il 13 novembre 2011.

Per il grande pubblico Monti è quasi uno sconosciuto all’epoca. L’élite politico-economica lo stima, è un economista, un editorialista del Corriere della Sera, un ex-commissario europeo, e in quel momento guida una delle più prestigiose università italiane.

Per gli annali della storia il presidente Napolitano accetta le dimissioni di Berlusconi il 12 novembre e avvia, come si conviene, le consultazioni con i gruppi parlamentari e politici. Poi, ventiquattro ore dopo, Monti viene indicato come premier al posto di Berlusconi.

Proprio mercoledì scorso, Napolitano, durante un incontro con gli eurodeputati italiani al Parlamento europeo di Strasburgo, e riferendosi ai governi Monti e Letta, ha detto che «sono stati presentati quasi come inventati per capriccio dalla persona del presidente della Repubblica». Questo, ha tenuto a precisare il presidente della Repubblica, non è vero perché non si tratta di nomi diversi da quelli indicati nel corso delle «consultazioni con tutti i gruppi politici e parlamentari, come si conviene».

Stando alle parole di Carlo De Benedetti e Romano Prodi, entrambi amici di Monti, e per ammissione dello stesso ex premier, in una serie di video interviste rilasciate per il libro «Ammazziamo il Gattopardo» (in uscita per Rizzoli il 12 febbraio) le cose sono andate diversamente.

De Benedetti dice che in quell’estate del 2011 Monti, in vacanza vicino casa sua a St. Moritz, è andato a chiedergli un consiglio, se accettare o meno la proposta di Napolitano sulla sua disponibilità a sostituire Berlusconi a Palazzo Chigi, in caso fosse stato necessario.

Romano Prodi ricorda una lunga conversazione con Monti sullo stesso tema, ben due mesi prima, a giugno 2011. «Il succo della mia posizione è stato molto semplice: "Mario, non puoi fare nulla per diventare presidente del Consiglio, ma se te lo offrono non puoi dire di no. Quindi non ci può essere al mondo una persona più felice di te"».

Durante oltre un’ora di domande e risposte sotto il calore insistente delle luci allestite nel suo ufficio alla Bocconi per la registrazione video dell’intervista, Monti conferma di aver parlato con Prodi (nel suo ufficio alla Bocconi a fine giugno 2011) e con De Benedetti (nella sua casa di St. Moritz nell’agosto 2011) della sua possibile nomina.

Ammette anche di aver discusso con Napolitano un documento programmatico per il rilancio dell’economia, preparato per il capo dello Stato dall’allora banchiere Corrado Passera tra l’estate e l’autunno del 2011. E quando chiedo e insisto

http://www.wallstreetitalia.com/article ... -2011.aspx

e' l'ennesima dimostrazione che siamo a in un regime di protettorato [;)]


Ultima modifica di ubatuba il 10/02/2014, 10:38, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 10/02/2014, 15:31 
Schiavi o disoccupati: è l’unica scelta che ci concedono

Scritto il 08/2/14 • nella Categoria: idee
Schiavitù o disoccupazione, prendere o lasciare. Nel passaggio da “Fabbrica Italia” al “modello Electrolux”, accusa Eugenio Orso, si compie «la privatizzazione della disperazione sociale – fra le masse immemori dell’antica ed estinta lotta di classe – con il supporto decisivo dei media, di economisti e intellettuali, della politica collaborazionista nel semi-Stato italiano e dalle centrali sindacali al servizio del neocapitalismo». E si compie il passaggio dal lavoro ancora umano, oggetto di tutele e rapportato alla persona, al mero fattore-lavoro neocapitalistico, che non può avere alcun diritto «perché concepito come un qualsiasi bene e servizio nel circuito produttivo». Un bene «disgiunto dal suo prestatore», perché «i lavoratori, in quanto tali, diventano delle non-persone. Non-persone come lo furono gli schiavi del mondo antico». “Oggetti animati” di cui è possibile liberarsi «chiudendo interi stabilimenti produttivi, se non si accettano inaccettabili (in altre epoche) riduzioni di paga».
Qual è la ragione più profonda della passività sociale che caratterizza le masse pauperizzate italiane, paese in cui una famiglia su tre è ormai da considerarsi povera? E’ una passività che continua – o addirittura aumenta – mentre procedono spediti deindustrializzazione, taglio delle paghe e dei redditi, disoccupazione indotta. «La direzione di marcia così scontata che gli allarmi non suscitano ormai alcuna sorpresa, né possono provocare alcuna reazione di massa, dentro o fuori gli schemi politici e sindacali», scrive Orso in un intervento su “Pauperclass” ripreso da “Come Don Chisciotte”. Il ferale gennaio 2014 illumina una realtà deprimente con due eventi decisivi: la fine della vecchia Fiat e il brutale ricatto alla Electrolux, che in Veneto e Friuli vorrebbe operai “polacchi”, da pagare pochissimo. In entrambi i casi, la lezione è la medesima: il grande capitale impone i suoi diktat senza più argini, e gli italiani assistono rassegnati.
La “snazionalizzazione” della Fiat si coniuga infatti con il super-ricatto svedese nei confronti degli operai della Electrolux: si va verso la “cinesizzazione” del fattore-lavoro in Italia e in Europa, «comprimendone i costi senza troppe cerimonie». Costi che d’ora in poi «potranno essere compressi all’estremo, fino alla soglia minima di sopravvivenza o anche al di sotto». Ormai è «anacronistico» parlare di “lavoratori”, «guardando alle persone e ai loro diritti». Aggiunge Orso: «Sorriderà compiaciuto, nella tomba, l’agente di cambio anglo-olandese David Ricardo – padre del liberismo economico e “bestia nera” di Marx, nonché classico dell’economia – la cui legge dei salari altro non prevedeva, per i lavoratori, che il minimo per la sopravvivenza di sé e del proprio nucleo familiare (il cosiddetto salario di sussistenza)». Il modello Electrolux, se applicato diffusamente in grandi numeri, «supererà le sue attese, perché in futuro, nei semi-Stati neocapitalistici come l’Italia, si potrà andare liberamente molto al di sotto del minimo».
Dopo il modello “Fabbrica Italia” «adottato da una Fiat infedele al paese (quella “finanziaria e globale” del manager canadese Marchionne e degli eredi Agnelli, gli ebrei Elkann)», ecco spuntare il “modello Electrolux”, non limitato al settore degli elettrodomestici. «Un modello fondato su un ricatto brutale, da realizzare per le vie brevi: o il taglio delle paghe senza alcuna vera contrattazione, oppure la delocalizzazione delle produzioni altrove (nella fattispecie in Polonia) e la chiusura degli stabilimenti italiani». Oggi il sistema dell’economia mondiale lo permette, anzi lo incoraggia. «Si avanza così di un passo, oltre Marchionne e la Fiat “internazionalizzata” oggi fusa con Chrysler in Fca, verso il pieno dominio del mercato globale e la totale libertà di scelta del capitale finanziario». Si passa dall’attacco portato con successo alla contrattazione nazionale collettiva da una Fiat ancora formalmente italiana (con sede nella penisola ma già fuori da Confindustria) a un attacco più diretto per colpire al cuore le deboli resistenze residue al progetto neocapitalistico.
Un progetto, continua Orso, che prevede la compressione estrema del fattore-lavoro e la totale libertà nella scelta delle aree d’investimento, non più ostacolata da alcuna barriera. Infatti, «dello Stato sovrano non c’è più alcuna traccia, in Italia». E, dal direttorio Monti-Napolitano in poi, «si è definitivamente affermato un semi-Stato europoide e neocapitalistico». Ovvero «un semi-Stato “da operetta”, estraneo agli interessi della popolazione italiana e tenuto formalmente in vita dai veri decisori, come supporto locale ai processi di globalizzazione economico-finanziaria in atto». In questo contesto generale, il “sub-mercato” europoide che imprigiona l’Italia si muove nella stessa direzione dei grandi mercati asiatici e del Pacifico. La rotta, per tutti, è stabilita dagli agenti strategici neocapitalistici, che attraverso le “istituzioni” sovranazionali controllano in modo ferreo «la penisola, le sue risorse (popolazione compresa) e il suo patetico semi-Stato».
«Dopo aver abilmente disgiunto la persona dal fattore-lavoro, negando l’unità dell’esperienza esistenziale umana», secondo Orso oggi «si privatizza anche la conseguente disperazione sociale di massa, rendendola un mero dramma individuale e individualizzato, privo di rappresentanza politica nel semi-Stato e orfano delle vecchie tutele sindacali». Non è più possibile resistere: «Non esistono più rappresentanze effettive per i futuri schiavi, o i futuri espulsi dal ciclo produttivo». E il dramma è vissuto esclusivamente nel privato, in solitudine. «Ecco cosa impongono l’“apertura al mercato” e la cosiddetta competitività in uno scenario globale, per agganciare una chimerica ripresa produttiva e occupazionale nel semi-Stato. Che la riduzione di paga richiesta per mantenere la produzione in Italia sia di poco più del 10%, come millanta la proprietà, o addirittura del 50%, oppure, più probabilmente, vicina a una percentuale intermedia fra le due, poco importa. Comunque finisca la vicenda degli stabilimenti italiani di Electrolux, il dado è tratto, il ricatto è servito ed è il capitale finanziario a dettare imperiosamente la sua legge».

Schiavitù o disoccupazione, prendere o lasciare. Nel passaggio da “Fabbrica Italia” al “modello Electrolux”, accusa Eugenio Orso, si compie «la privatizzazione della disperazione sociale – fra le masse immemori dell’antica ed estinta lotta di classe – con il supporto decisivo dei media, di economisti e intellettuali, della politica collaborazionista nel semi-Stato italiano e dalle centrali sindacali al servizio del neocapitalismo». E si compie il passaggio dal lavoro ancora umano, oggetto di tutele e rapportato alla persona, al mero fattore-lavoro neocapitalistico, che non può avere alcun diritto «perché concepito come un qualsiasi bene e servizio nel circuito produttivo». Un bene «disgiunto dal suo prestatore», perché «i lavoratori, in quanto tali, diventano delle non-persone. Non-persone come lo furono gli schiavi del mondo antico». “Oggetti animati” di cui è possibile liberarsi «chiudendo interi stabilimenti produttivi, se non si accettano inaccettabili (in altre epoche) riduzioni di paga».

Qual è la ragione più profonda della passività sociale che caratterizza le masse pauperizzate italiane, paese in cui una famiglia su tre è ormai da considerarsi Napolitano e Montipovera? E’ una passività che continua – o addirittura aumenta – mentre procedono spediti deindustrializzazione, taglio delle paghe e dei redditi, disoccupazione indotta. «La direzione di marcia così scontata che gli allarmi non suscitano ormai alcuna sorpresa, né possono provocare alcuna reazione di massa, dentro o fuori gli schemi politici e sindacali», scrive Orso in un intervento su “Pauperclass” ripreso da “Come Don Chisciotte”. Il ferale gennaio 2014 illumina una realtà deprimente con due eventi decisivi: la fine della vecchia Fiat e il brutale ricatto alla Electrolux, che in Veneto e Friuli vorrebbe operai “polacchi”, da pagare pochissimo. In entrambi i casi, la lezione è la medesima: il grande capitale impone i suoi diktat senza più argini, e gli italiani assistono rassegnati.

La “snazionalizzazione” della Fiat si coniuga infatti con il super-ricatto svedese nei confronti degli operai della Electrolux: si va verso la “cinesizzazione” del fattore-lavoro in Italia e in Europa, «comprimendone i costi senza troppe cerimonie». Costi che d’ora in poi «potranno essere compressi all’estremo, fino alla soglia minima di sopravvivenza o anche al di sotto». Ormai è «anacronistico» parlare di “lavoratori”, «guardando alle persone e ai loro diritti». Aggiunge Orso: «Sorriderà compiaciuto, nella tomba, l’agente di cambio anglo-olandese David Ricardo – padre del liberismo economico e “bestia nera” di Marx, nonché classico dell’economia – la cui legge dei salari altro non prevedeva, per i lavoratori, che il minimo per la sopravvivenza di sé e del proprio nucleo familiare (il cosiddetto salario di sussistenza)». Il modello Electrolux, se applicato diffusamente in grandi numeri, «supererà le sue attese, perché in futuro, nei semi-Stati Electroluxneocapitalistici come l’Italia, si potrà andare liberamente molto al di sotto del minimo».

Dopo il modello “Fabbrica Italia” «adottato da una Fiat infedele al paese (quella “finanziaria e globale” del manager canadese Marchionne e degli eredi Agnelli, gli ebrei Elkann)», ecco spuntare il “modello Electrolux”, non limitato al settore degli elettrodomestici. «Un modello fondato su un ricatto brutale, da realizzare per le vie brevi: o il taglio delle paghe senza alcuna vera contrattazione, oppure la delocalizzazione delle produzioni altrove (nella fattispecie in Polonia) e la chiusura degli stabilimenti italiani». Oggi il sistema dell’economia mondiale lo permette, anzi lo incoraggia. «Si avanza così di un passo, oltre Marchionne e la Fiat “internazionalizzata” oggi fusa con Chrysler in Fca, verso il pieno dominio del mercato globale e la totale libertà di scelta del capitale finanziario». Si passa dall’attacco portato con successo alla contrattazione nazionale collettiva da una Fiat ancora formalmente italiana (con sede nella penisola ma già fuori da Confindustria) a un attacco più diretto per colpire al cuore le deboli resistenze residue al progetto neocapitalistico.

Un progetto, continua Orso, che prevede la compressione estrema del fattore-lavoro e la totale libertà nella scelta delle aree d’investimento, non più ostacolata da alcuna barriera. Infatti, «dello Stato sovrano non c’è più alcuna traccia, in Italia». E, dal direttorio Monti-Napolitano in poi, «si è definitivamente affermato un semi-Stato europoide e neocapitalistico». Ovvero «un semi-Stato “da operetta”, estraneo agli interessi della popolazione italiana e tenuto formalmente in vita dai veri decisori, come supporto locale ai processi di globalizzazione economico-finanziaria in atto». In questo contesto generale, il “sub-mercato” europoide che imprigiona l’Italia si muove nella stessa direzione dei grandi mercati asiatici e del Pacifico. La rotta, per tutti, è stabilita dagli agenti strategici neocapitalistici, Elkann e Marchionneche attraverso le “istituzioni” sovranazionali controllano in modo ferreo «la penisola, le sue risorse (popolazione compresa) e il suo patetico semi-Stato».

«Dopo aver abilmente disgiunto la persona dal fattore-lavoro, negando l’unità dell’esperienza esistenziale umana», secondo Orso oggi «si privatizza anche la conseguente disperazione sociale di massa, rendendola un mero dramma individuale e individualizzato, privo di rappresentanza politica nel semi-Stato e orfano delle vecchie tutele sindacali». Non è più possibile resistere: «Non esistono più rappresentanze effettive per i futuri schiavi, o i futuri espulsi dal ciclo produttivo». E il dramma è vissuto esclusivamente nel privato, in solitudine. «Ecco cosa impongono l’“apertura al mercato” e la cosiddetta competitività in uno scenario globale, per agganciare una chimerica ripresa produttiva e occupazionale nel semi-Stato. Che la riduzione di paga richiesta per mantenere la produzione in Italia sia di poco più del 10%, come millanta la proprietà, o addirittura del 50%, oppure, più probabilmente, vicina a una percentuale intermedia fra le due, poco importa. Comunque finisca la vicenda degli stabilimenti italiani di Electrolux, il dado è tratto, il ricatto è servito ed è il capitale finanziario a dettare imperiosamente la sua legge».

http://www.libreidee.org/2014/02/schiav ... concedono/


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[:0]

LA GERMANIA STA SPOLPANDO LE NOSTRE MIGLIORI AZIENDE

FONTE: LIBREIDEE.ORG

«Si chiama Spirale della Deflazione Economica Imposta. Ne ho scritto per la prima volta 4 anni fa ne “Il Più Grande Crimine”», ricorda Paolo Barnard. «Dissi che la Germania e la Francia avevano progettato la distruzione dei paesi industrializzati del sud Europa con l’adozione dell’euro, in particolare dell’Italia, perché era la Piccola Media Impresa italiana che aveva stroncato quella tedesca, al punto che nel 2000, prima dell’euro, l’Italia era il maggior produttore e la Germania l’ultimo (dati Banca d’Italia)». Oggi lo scenario si è ribaltato, puntualmente. E le imprese tedesche vengono a fare shopping da noi, perché «in quel comparto industriale abbiamo il miglior sapere al mondo». E, grazie alla trappola dell’euro, che ha «deprezzato l’economia italiana a livello albanese», i tedeschi comprano le aziende italiane a prezzi stracciati. Lo conferma un recente report del “Financial Times”: «Le piccole medie imprese tedesche si sono gettate in un’abbuffata trans-alpina, rendendole le più attraenti acquirenti straniere in Europa di aziende italiane».

«Aziende della base industriale del Mittelstand tedesco ottengono accesso al sapere tecnologico di aziende italiane in difficoltà, mentre in alcuni casi spostano i loro quartieri generali oltr’alpe», scrive il quotidiano finanziario il 27 gennaio, sottolineando l’importanza del “sapere tecnologico italiano”. «Le aziende tedesche stanno afferrando opportunità d’espansione mentre la recessione sospinge verso il basso il prezzo degli affari nel sud Europa in difficoltà». Per Barnard, è esattamente «la Spirale della Deflazione Economica Imposta, per comprarci con due soldi» grazie alle restrizioni promosse dal sistema Ue-Bce. Marcel Fratzscher, direttore dell’istituto economico tedesco Diw, ammette che il terreno di caccia del business tedesco è soprattutto l’area in crisi, dove i tedeschi possono “aiutare” le piccole e medie aziende italiane, che «spesso faticano a ottenere credito». Ovvio: «A noi la Germania ha proibito di avere una “banca pubblica” come la tedesca Kfw», protesta Barnard. Una banca che, «barando sui deficit di Stato tedeschi, ha versato miliardi in crediti alle aziende tedesche».

«Le acquisizioni – continua il “Financial Times – sono spesso descritte come accordi strategici, ma degli insider ci dicono che il linguaggio nasconde una serie di acquisizioni aggressive». Di fatto, è la “conquista” di aziende italiane, contro la volontà dei proprietari italiani costretti a vendere. «In alcuni casi gli accordi sono strutturati in modo che il marketing e il management sono esportati dall’Italia, spogliando l’azienda acquistata fino alle sue strutture produttive». Carlos Mack, di Lehel Invest Bayern, dice al “Financial Times” che la logica dietro al trasferimento delle sedi delle aziende italiane «è di avere sia i beni di valore che il marketing e il management in Germania, perché così si ha accesso più facile al credito bancario da banche non italiane». Sempre Mack dice che le aziende tedesche «non sono interessate al mercato italiano, ma solo al prodotto italiano». Ovvero, «sono interessate a vendere il prodotto italiano altrove». Per Barnard, è «la conferma che noi abbiamo le più straordinarie piccole medie imprese del mondo, e ora ci portano via i gioielli della nostra produzione».

«A differenza delle aziende italiane – continua il “Financial Times” – le tedesche hanno poche difficoltà a trovare crediti». Una ricerca ha evidenziato che «le banche italiane lavorano bene con le succursali tedesche in Italia, facendogli credito, per proteggersi dai loro investimenti nelle aziende italiane in difficoltà». Ma come, non erano in difficoltà le nostre banche? «Perché prestano ai tedeschi e non a noi?». E’ un “trucco”, innescato dalla Deflazione Economica Imposta dall’euro: «Le nostre aziende affogano, quindi le banche italiane strangolano le aziende italiane perché sono in difficoltà, e arrivano i tedeschi a papparsi i nostri marchi di prestigio a 2 soldi, e le banche italiane ci fanno affari». Norbert Pudzich, direttore della Camera di Commercio Italo-Tedesca a Milano, dice che anche prima della recessione le aziende italiane avevano difficoltà a trovare crediti, perché ad esse manca lo stretto rapporto con le banche “di casa”, che invece le aziende tedesche del Mittelstand hanno. Infatti, osserva Barnard, la stessa Kfw «ha versato miliardi di euro di spesa pubblica sottobanco alle aziende tedesche, barando, mentre costringevano noi a rantolare senza un centesimo dal governo».

«Tutto questo – conclude Barnard – io lo denunciai 4 anni fa, e mi davano del pazzo. Questa è la distruzione pianificata di una civiltà, quella italiana, delle nostre famiglie, dei nostri ragazzi. Questo è un crimine contro l’umanità, perché lo stesso accade in altri paesi europei. Questo è nazismo economico». I tedeschi? «Non cambieranno mai», sono «sterminatori nell’anima», andrebbero «commissariati dall’Onu per sempre». Barnard l’ha ripetuto in decine di conferenze, mostrando una slide dell’“Economist”: ora, con la nostra economia retrocessa a condizioni da terzo mondo «proprio a causa dell’Eurozona voluta da Germania e Francia», la Germania e altre potenze vengono a rastrellare aziende italiane pagandole quattro soldi. Tutto previsto: era un piano preciso. Se cessi di immettere denaro nel sistema, proibendo allo Stato di spendere, vince chi bara – in questo caso la Germania, in cu lo Stato finanzia (di nascosto) le aziende, creando un enorme vantaggio competitivo, completamente sleale. La politica italiana? Non pervenuta. E’ per questo che i “predatori” hanno campo libero. E il paese precipita.

Fonte: http://www.libreidee.org

Link: http://www.libreidee.org/2014/02/la-ger ... i-aziende/

10.02.2014




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MessaggioInviato: 13/02/2014, 13:28 
Banche non prestano? Ci penseranno i contribuenti. Spunta bozza per usare pensioni per investimenti a lungo termine.

Banche non prestano a imprese e famiglie? Ci penseranno i contribuenti. Spunta bozza per usare pensioni per finanziare investimenti a lungo termine.
ROMA (WSI) - Per le autorità dell'Unione Europea i risparmi personali possono essere utilizzati per colmare i divari finanziari a lungo termine. L'esclusiva pubblicata da Reuters è l'ennesima della serie sul tema del pericolo che in caso di crisi vengano imposte mini patrimoniali o prelievi coatti sui cittadini europei più benestanti.

A Cipro ne sanno qualcosa. "I risparmi dei 500 milioni di europei potranno essere utilizzati per finanziarie investimenti a lungo termini per alimentare la crescita dell'economia e porre rimedio al gap si è formato nei buchi di bilancio delle banche da quando è scoppiata la crisi".

In un documento Reuters ha letto che l'utilizzo sarà su base "involontaria" (ovvero forzata) a discrezione dell'Unione. Si può quindi parlare di confisca. Nella fonte si descrivono i modi in cui l'Ue cercherà modi per togliere al blocco a 28 il vezzo di dipendere dai finanziamenti bancari e fare in modo che trovano altre vie per finanziare le piccole e medie imprese e i progetti di infrastruttura e altri investimenti.

Finalmente l'Europa ammette che la crisi economica e finanziaria ha compromesso la capacità del settore finanziario di fare arrivare fondi freschi all'economia reale, a famiglie e aziende, in particolare per quanto riguarda gli investimenti a lungo termine.

Il problema è la soluzione trovata. Nella seconda metà dell'anno la Commissione chiederà alle autorità di controllo del blocco un consiglio su una possibile bozza che consenta di "mobilitare i fondi previdenziali pirvati per finanziamenti a lungo termine".

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The Brussels Business documentary - Chi controlla l'UE?

Immagine

http://www.nocensura.com/2014/02/the-br ... .html#more

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=nvvtamZIPWQ[/BBvideo]

di Mauro Miccolis

Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà.

A questo si arriva in molti modi,non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca,ma anche negando o distorcendo l’informazione,inquinando la giustizia,paralizzando la scuola,diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine,ed in cui la sicurezza di pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti. (Primo Levi in Corriere della Sera – 8 maggio 1974)

“The Brussels Business” è un documentario uscito recentemente,realizzato dall’austriaco Friedrich Moser e il belga Matthieu Lietaert; ed il è il primo documentario che cerca di far luce sull’influenza delle lobbies nel processo decisionale dell’UE.

Il film è già uscito nelle sale in Austria e in Belgio, e dovrebbe essere disponibile presto anche in altri paesi europei, ma non ci sono ancora date confermate; su youtube trovate il filmato tradotto in tutte le lingue europee, tranne l’italiano, così mi sono divertito a colmare questa mancanza.

E devo dire che è stato molto divertente, (è il primo film che provo a tradurre e sottotitolare), e anche appagante, in un certo senso; appagante perchè molte delle mie intuizioni circa il ruolo di confindustria e della finanza,nella distruzione dello stato, sono confermate e provate ampliamente, così come anche la totale subalternità della classe politica europea ai diktat dell’industria e delle banche,è ormai provata. Dal documentario, emerge inequivocabilmente, che l’europa, l’UE non è un progetto politico, ma piuttosto un progetto imposto da un’oligarchia industriale, economica e finanziaria. Emerge chiaramente come l’UE sia una distopia, partorita da menti disturbate, come solo quella di un CEO di una multinazionale può essere. Il documentario svela la visione fascista del mondo di questa elitè, l’idea stupida di governare il mondo come si governa un’azienda (quello che è buono per le grandi aziende è buono per tutti, dicono questi signori); anzi peggio, di come vorrebbero governare un’azienda. Che l’europa, l’euro, il liberismo economico, lo smantellamento dello stato sociale, non siano cose volute dalla cittadinanza europea; credo che, favoriti dalle tenebre di questa crisi (frutto gioioso del liberismo) sia chiaro proprio a tutti; eppure, c’è ancora una fascia di popolazione, che ancora crede che ci sia un progetto politico dietro, e non la sola, nuda e cruda avidità e fame di un branco di squali. Ecco, questo documentario, una volta per tutte fa capire chi è che comanda in Europa, e cosa vuole questa gente.

Non solo. Questo filmato sia anche da lezione alla stampa italiana, completamentre prostrata ai piedi della politica, di confindustria e dei banchieri, imparino da questo filmato come si fa il giornalismo di inchiesta; ma non credo che questo mio suggerimento serva a molto, perchè comunque appresa la tecnica, manca quell’ingrediente fondamentale, che ti spinge a combattere contro tutto e tutti per dovere civile : la coscienza.

Voglio anche lanciare un appello circa le prossime elezioni europee : Non votate! E’ l’ultimo messaggio efficace non violento, che possiamo mandare a questi plutocrati; dimostriamo di aver capito tutto, dimostriamo che non vogliamo legittimare la loro finzione di democrazia, la loro dittatura finanziaria. Non votate alle europee. Non votate.

Buona visione

Fonte: miccolismauro.wordpress.com



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 16/02/2014, 13:14 
Ribadisco un concetto che ormai sto facendo mio e che prende in prestito le figure retoriche utilizzate nel mito della caverna platonica.

Coloro i quali ancora non sanno non hanno colpa ed è nostro dovere cercare di informarli il più possibile affinchè possano prendere coscienza di tutto ciò.

Ma chi ha avuto la possibilità di informarsi e comprendere, e nonostante questo ANCORA imperterrito appoggia o crede nelle menzogne perpetrate a nostro danno o è complice o è babbeo.

E mi colpisce vedere, durante alcuni dibattiti su facebook, che sono proprio persone 'titolate', colte e teoricamente maggiormente preparate a cogliere i segnali provenienti dalla politica e dall'economia, ad essere maggiormente "ammorbate" dalla 'propaganda' invertendo di fatto il paradigma delle masse ignoranti facilmente manipolabili e strumentalizzate.

Il vertice della piramide è riuscito a invertire il fenomeno... ed è anche per questo che più difficilmente si riesce a scardinare il sistema.

Venendo all'articolo condivido in toto il pensiero espresso dall'autore eccettuato la conclusione poiché invece penso che il non voto sia un errore dato che esistono ancora forze alternative da poter impiegare in modo democratico.

Qualora ciò non fosse sufficiente a causa di un potere fascista ormai troppo consolidato... allora... ma solo allora...



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MessaggioInviato: 16/02/2014, 13:26 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:
Venendo all'articolo condivido in toto il pensiero espresso dall'autore eccettuato la conclusione poiché invece penso che il non voto sia un errore dato che esistono ancora forze alternative da poter impiegare in modo democratico.

Qualora ciò non fosse sufficiente a causa di un potere fascista ormai troppo consolidato... allora... ma solo allora...


...........[:264]



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MessaggioInviato: 17/02/2014, 12:42 
Michael Snyder: "Governi dominano completamente vita cittadini".
Avvertimento da Michael Snyder, autore di "The Beginning of The End", contro Europa: un sistema da "Grande Fratello socialista".


NEW YORK (WSI) - Tra le paure che scuotono gli americani, c'è quella di vedere gli Stati Uniti che diventano, con il passar del tempo, simili all'Europa. Michael Snyder, autore del libro "The Beginning of The End", lancia un chiaro avvertimento nel suo editoriale "If America Continuer to Go Down The Same Path as Europe, This Is What Life Will Be Like.

Snyder descrive così l'Europa. "Gli europei vivono in un sistema da "Grande Fratello" socialista, in cui i governi dominano completamente la vita (dei cittadini) da quando nascono a quando muoiono. Ovviamente ci sono differenze tra i paesi ma, parlando in generale, la vita della maggior parte degli europei è rigidamente regolata".

Vedete - continua l'esperto - "la verità è che l'elite europea considera pericolosi alti livelli di libertà individuale e di libertà". L'esperto va avanti sottolineando che il permettere l'esercizio di tali forme di libertà darebbe il via, secondo i governi, al caos.

Nell'articolo si fa riferimento anche a quanto riportato da Reuters, che ha reso noto che "i risparmi di 500 milioni di cittadini dell'Unione europea potrebbero essere utilizzati per finanziare investimenti di lungo periodo, al fine di sostenere l'economia e aiutare le banche".

"Avete capito? - continua Snyder - Sembra che l'Ue creda che possa utilizzare i risparmi privati dei propri cittadini "per finanziare investimenti di lungo termine" ogni volta che lo desidera.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... lista.aspx


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MessaggioInviato: 17/02/2014, 14:14 
capito che bell'affare ....[:(!]



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Art Cashin, storico trader Ubs: "Scenario deflazionistico o prezzi alle stelle".

NEW YORK (WSI) - "Le banche centrali hanno creato una situazione, molto pericolosa. In pratica, stanno curando il malato, utilizzando una medicina, che rischia di peggiorare lo stato di salute del paziente". Così si è espresso Art Cashin, storico trader di Ubs, che non nasconde le sue forti perplessità sulle politiche espansive messe in atto negli ultimi anni dalle banche centrali mondiali.

Leggi: "I padroni del mondo"

Sono molti gli economisti che continuano evidenziare che, in assenza di inflazione, e con una crescita che resta lenta, l’economia mondiale rischia di dirigersi verso uno scenario deflazionistico. E Cashin ne è d’accordo. "Continuando a spingere sulla stessa leva senza ottenere risultati, c’è il rischio molto alto che si possa finire in un punto dove, l'economia crescerà a tasso zero, e si avranno pressioni deflazionistiche".

Cashin non esclude neanche lo scenario inverso. In pratica, con tutto il denaro che è stato stampato e iniettato nel mercato, potrebbe prima o poi far sì che l’inflazione inizi a correre senza freni. Insomma, delle due ipotesi nessuna appare confortante.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... osiva.aspx


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MessaggioInviato: 18/02/2014, 02:31 
Cita:
ubatuba ha scritto:

Snyder descrive così l'Europa. "Gli europei vivono in un sistema da "Grande Fratello" socialista, in cui i governi dominano completamente la vita (dei cittadini) da quando nascono a quando muoiono. Ovviamente ci sono differenze tra i paesi ma, parlando in generale, la vita della maggior parte degli europei è rigidamente regolata".

Vedete - continua l'esperto - "la verità è che l'elite europea considera pericolosi alti livelli di libertà individuale e di libertà". L'esperto va avanti sottolineando che il permettere l'esercizio di tali forme di libertà darebbe il via, secondo i governi, al caos.

Nell'articolo si fa riferimento anche a quanto riportato da Reuters, che ha reso noto che "i risparmi di 500 milioni di cittadini dell'Unione europea potrebbero essere utilizzati per finanziare investimenti di lungo periodo, al fine di sostenere l'economia e aiutare le banche".

"Avete capito? - continua Snyder - Sembra che l'Ue creda che possa utilizzare i risparmi privati dei propri cittadini "per finanziare investimenti di lungo termine" ogni volta che lo desidera.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... lista.aspx


Speriamo che qualche forza oscura organizzata, di soppiatto, o segreta che dir si voglia, decida di rendere giustizia.
A colpi di bazooka.... sulle autovetture di questi signori.

Chissà.... potrebbe essere un'idea.....


PS: stasera dalla Gruber Canotto, c'era Mr. Schulz.... un raro esempio di PROPAGANDA filoeuropeista.

Immagine

Non hanno fatto altro che parlare dei DISASTRO che ci sarebbe in Europa SE qualcuno
(uno a caso) dovesse mai decidere di uscire dall'Euro. Contraddittorio? Zero carbonella......

Mr. Schulz.... ma perchè il DISASTRO che vediamo ora, per caso, è irrilevante?



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MessaggioInviato: 18/02/2014, 14:43 
...cio'e'la classica dimostrazione di come si e' ridotta l'informazione,e'solo una cantilena one way.......la gruber un tempo rivoluzionaria.dopo essere stata nel gruppo bieldeberg,si e' allineata ai poteri forti.........ha seguito le orme del p....dc [;)]


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