In questo Forum puoi scrivere... con cognizione... quello che vuoi.
Rispondi al messaggio

Re: Hong Kong: non sopporta la Cina ...

05/09/2019, 12:27

Wolframio ha scritto:Non ho svicolato [:)]
ho risposto a questo:
sottovento ha scritto:Nb2: svegliatevi, il mondo ha voglia di Democrazia!!!
se il mondo ha voglia di Democrazia, l'Italia non è di quel mondo. Oppure il mondo che hai chiamato in causa è una tua fantasia. Quindi sei tu che ti devi svegliare.

Hai svicolato nel senso che hai risposto alla seconda mia osservazione ma -non- all'argomento principale e cioè che han ritirato l'estradizione in Cina.

Infatti.....

Zelman ha scritto:Se Hong Kong ha ritirato legge estradizione in Cina e questa non interviene è la dimostrazione che quelle proteste valevano, contrariamente alle opinioni degli antiamericani, ma anche se la Cina interverrà vuol dire che quello che conta è il burattinismo comunista statale contro l'antiamericanismo

[:264] [:264] [:264]

Nb: magari però @Wolframio ci spiegherà perché hanno ritirato quella legge sull'estradizione se non a causa delle proteste.

Re: Hong Kong: non sopporta la Cina ...

05/09/2019, 13:12


Hong Kong: le minacce di Marco Rubio

Immagine

Piccole Note

Il governo di Hong Kong ha cancellato il disegno di legge per introdurre l’estradizione verso la Cina, norma che ha generato l’ondata di proteste. Un passo del tutto inutile, dato che non servirà a fermare la rivolta – ormai focalizzata sull’indipendenza da Pechino -, ma obbligata.


Fosse avvenuta prima, l’iniziativa avrebbe forse avuto qualche esito, a dimostrazione che il tempo, nella politica, è essenziale.


Rubio sconfessa Trump

Di oggi l’intervento a gamba tesa del repubblicano Marco Rubio, falco che da tempo lavora nell’ombra oscura di Hong Kong (Piccolenote), che sul Washington Post afferma che “ciò che sta accadendo a Hong Kong non è semplicemente un affare interno della Cina”.


Una sconfessione del suo presidente, dato che Trump aveva dichiarato che la controversia “è una questione tra Hong Kong e la Cina, perché Hong Kong fa parte della Cina”.


Non solo, Rubio accusa il Dragone di impedire “al governo della città di agire contro quell’autonomia che Pechino gli aveva promesso con il trattato, vincolante a livello internazionale, del 1984 stipulato con la Gran Bretagna, ai sensi della Legge fondamentale di Hong Kong”.


Ossessione sanzoni

Nello scritto, l’esponente del Gop snocciola asserite nefandezze del governo cinese, ricordando il terribile massacro di Tienanmen, che ormai appartiene al passato, associandovi decisioni politiche non altrettanto tragiche.


Lo scritto serve a pubblicizzare una sua proposta al Congresso Usa, volta a sanzionare soggetti ed enti di Hong Kong che avrebbero agito in violazione del Trattato, ma anche i poliziotti addetti all’ordine pubblico protagonisti di documentati, o asseriti, abusi (a quando le sanzioni contro i gendarmi francesi che hanno compiuto abusi ben documentati contro i gilet gialli?).


Da qui il monito: “I leader cinesi devono o rispettare l’autonomia e lo stato di diritto di Hong Kong o sapere che la loro crescente aggressività li porterà inesorabilmente ad affrontare conseguenze rapide, gravi e durature dagli Stati Uniti e dal mondo“.


L’appello incendiario dei manifestanti

Minaccia in tono col personaggio, uso a brandire la spada, e che fotografa come l’ambito neocon sia ormai diventato la mosca cocchiera di questo scontro esistenziale con l’Oriente, che pure tanti media americani criticano per il suo alto rischio per la patria economia.


Peraltro, a riversare altra benzina sul fuoco l’appello dei leader della protesta a Taiwan, affinché sostenga la loro lotta.


L’isola di cui sopra ha alzato la sua conflittualità con Pechino, infiammata al parossismo dalla recente acquisizione di 66 caccia F-35 americani, che ha suscitato le vibrate proteste delle autorità cinesi.


Un suo supporto sostanziale alle proteste, che già sostiene verbalmente, rischierebbe di innescare un vero e proprio conflitto i cui esiti sarebbero più che disastrosi per l’area e per il mondo.


La guerra dei dazi

Sullo sfondo, la guerra commerciale con Pechino, che è destinata a durare dato che la missione cinese negli Usa, prevista a settembre e accolta dalle aperture di Trump, non sembra avere grandi possibilità di successo.


A patire la guerra dei dazi è in particolare il ceto medio-basso degli Stati Uniti, secondo un’analisi Usa citata da Isveztia, che riporta: “Secondo il capo del Dipartimento internazionale della Camera di commercio degli Stati Uniti, Myron Brilliant, ogni famiglia americana a causa dei dazi perderà 600 – 1000 dollari”.


Prima o poi occorrerà riportare ordine in questo caos provocato dalla necessità degli Usa di conservare la primazia globale, che ritiene sfidata dall’ascesa cinese.


La Cina non è disposta a cedere ovviamente.

E Hong Kong è solo una pedina di questo gioco al massacro. Nel suo scritto, Rubio annota dolente come Pechino, per definire la ribellione della città, abbia usato le parole “rivoluzione colorata”.

Telegram, la rivoluzione colorata di Hong Kong e l’Isis

Rubio non si premura di smentire l’implicita accusa agli Stati Uniti, di fatto apertamente impegnati a fianco dei manifestanti, come evidenzia anche la sofisticatissima strategia dei manifestanti, le loro tattiche di guerriglia urbana e la capacità di eludere, grazie alla crittografia, i sistemi di intercettazione delle autorità.


Per comunicare usano Telegram, la stessa piattaforma utilizzata dall’Isis perché praticamente impenetrabile (Wired).


Di interesse, nella contesa, la registrazione riservata, trapelata ieri, del governatore di Hong Kong Carrie Lam, nella quale dà sfogo alla sua frustrazione.


Stati d’animo a parte, interessante il punto in cui afferma di ritenere che la Cina non interverrà: farà proseguire la protesta senza fare concessioni, in attesa di un logoramento degli antagonisti.


Strategia propria del modus operandi cinese – peraltro la fonte è autorevole -, con la controparte che presumibilmente tenterà di forzare, alzando il livello dello scontro. Futuro oscuro per Hong Kong.

Notizia del: 04/09/2019

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-hong_kong_le_minacce_di_marco_rubio/16658_30444/



Ma tu guarda...

Re: Hong Kong: non sopporta la Cina ...

05/09/2019, 13:15

Hong Kong: il piano in quattro mosse di Carrie Lam per bloccare la rivolta violenta

Immagine

di Fabrizio Verde

La governatrice di Hong Kong, Carrie Lam Cheng Yuet-ngor, ha annunciato un piano composto da quattro azioni volte a placare la violenza di piazza scatenata dai rivoltosi. Ha inoltre risposto alle "cinque richieste" avanzate dai manifestanti, in quello che ha definito un punto di partenza per far avanzare la città da mesi di disordini che hanno "scioccato e rattristato" i residenti di Hong Kong, scrive il quotidiano Global Times.



Come parte del piano di quattro azioni, il governo ritirerà formalmente il disegno di legge di estradizione per "attenuare completamente le preoccupazioni del pubblico", ha affermato Lam, rilevando che verrà presentata una mozione al Consiglio Legislativo di Hong Kong quando riprenderà le sue attività.



Il famoso emendamento fu proposto a febbraio per correggere delle lacune nelle leggi sull'estradizione di Hong Kong dopo un caso di omicidio a Taiwan che vede coinvolti due residenti di Hong Kong. Il disegno di legge è stato interpretato in maniera fuorviante da elementi radicali per instillare rabbia tra i residenti di Hong Kong verso il governo della Regione amministrativa speciale di Hong Kong (HKSAR) e il governo centrale nel perseguimento di obiettivi politici ben precisi.



Il Global Times afferma che la decisione di ritirare formalmente il disegno di legge segna un passo significativo da parte del governo di Hong Kong per dimostrare la sua sincerità nel voler risolvere le tensioni e il suo impegno a porre fine ai disordini dei rivoltosi. Tuttavia, la mossa non dovrebbe essere vista come una concessione di Lam che potrebbe portare su un terreno scivoloso.

[chiaro sottovento?]



Le forze radicali non dovrebbero farsi alcuna illusione su questioni relative al principio "un paese, due sistemi" che governa Hong Kong e la sovranità della Cina, spiegano due funzionari di lungo corso.

Come parte del suo piano di quattro azioni, Lam ha anche nominato l'ex direttore dell'istruzione Helen Yu Lai Ching-ping e l'avvocato Paul Lam Ting-kwok presso l'Independent Police Reclaints Council (IPCC), che esaminerà le pratiche di polizia.
Inoltre, Lam ha affermato che lei e altri alti funzionari del governo visiteranno le comunità e inviteranno i leader della comunità al governo per il dialogo. "Dopo più di due mesi di disordini sociali, è ovvio per molti che il malcontento si estende ben oltre il disegno di legge.
Copre questioni politiche, economiche e sociali... Possiamo discutere di tutte queste questioni nella nostra nuova piattaforma di dialogo", ha spiegato.
Nel suo intervento Carrie Lam ha anche risposto alle "cinque richieste" fatte dai manifestanti, evidenziando di averlo già fatto in altre occasioni.

Ha affermato che la creazione di una commissione indipendente non è necessaria perché le questioni relative alle azioni della polizia sono meglio gestite dall'IPCC.



Sulla richiesta dei manifestanti di smettere di caratterizzare le proteste come "rivolte", Lam ha spiegato che non vi è alcun effetto legale su tale descrizione e che tutti i procedimenti giudiziari si baseranno su prove raccolte, leggi pertinenti e Codice penale. Ha rifiutato di soddisfare la richiesta di liberazione di tutti gli arrestati durante le proteste, affermando che ciò non è in linea con lo Stato di diritto. E questo avviene in ogni paese del mondo.



Provate solo a immaginare la forza con cui verrebbero represse manifestazioni di tale violenza begli Stati Uniti d’America. I morti si conterebbero a decine. Mentre ad Hong Kong la polizia locale ha saputo contenere le manifestazioni violente in maniera equilibrata.



"Indipendentemente dalle nostre rimostranze o dalla profondità del malcontento nei confronti del governo", ha affermato la governatrice Lam, "la nostra priorità principale ora è porre fine alla violenza, salvaguardare lo Stato di diritto e ripristinare l'ordine e la sicurezza nella società. A tal proposito, il governo ha intenzione di applicare rigorosamente la legge contro tutti gli atti violenti e illegali".



Infine ha chiarito che l'attuazione del suffragio universale è un obiettivo ultimo stabilito nel quadro della Legge fondamentale, ma le discussioni devono essere all'interno del quadro giuridico e in un'atmosfera di fiducia e comprensione reciproche.



Da Pechino, intanto, arriva la conferma della fiducia nell’azione di Carrie Lam. Yang Guang, un portavoce dell'ufficio affari di Hong Kong e Macao del Consiglio di Stato, ha nuovamente espresso il pieno sostegno del governo centrale al governo di Hong Kong per adottare "tutte le misure necessarie" a fermare la violenza e le rivolte, che ha detto hanno iniziato a mostrare chiari segni di terrorismo e minacciano il futuro della città e la sovranità del paese.

Notizia del: 04/09/2019

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-hong_kong_il_piano_in_quattro_mosse_di_carrie_lam_per_bloccare_la_rivolta_violenta/82_30432/



questi i fatti; linea ai fedeli atlantisti & soci per le loro domande retorico-bimbominchiesche e considerazioni fuori dal tempo e dalla logica miste ad attestati di fede.

Quanti di quei sottoventini che protestano sanno che stanno difendendo le ragioni di un assassino in forza alla mafia cinese che ad hong Kong ha la sua capitale? Babbei.

Re: Hong Kong: non sopporta la Cina ...

05/09/2019, 13:29

MaxpoweR ha scritto:Ma tu guarda...

Cosa dovremmo guardare? Casomai siete voi altri che non dovreste girarvi dall'altra parte davanti alle proteste di chi reclama soltanto la propria indipendenza!!!

Re: Hong Kong: non sopporta la Cina ...

05/09/2019, 13:33

Già, dovrebbero fare un bel referendum come in Crimea! :)

Re: Hong Kong: non sopporta la Cina ...

05/09/2019, 13:34

sottovento ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:Ma tu guarda...

Cosa dovremmo guardare? Casomai siete voi altri che non dovreste girarvi dall'altra parte davanti alle proteste di chi reclama soltanto la propria indipendenza!!!


Dunque se gli italioti organizzano proteste per liberarsi della NATO i tuoi amici USA si prostrano all'indipendenza italica?

Re: Hong Kong: non sopporta la Cina ...

05/09/2019, 13:35

TheApologist ha scritto:Già, dovrebbero fare un bel referendum come in Crimea! :)

Il referendum sarebbe certamente la cosa più sensata (se corretto dal punto di vista giuridico)....

https://it.wikipedia.org/wiki/Referendu ... _giuridico

Re: Hong Kong: non sopporta la Cina ...

05/09/2019, 13:43

Morley ha scritto:Dunque se gli italioti organizzano proteste per liberarsi della NATO i tuoi amici USA si prostrano all'indipendenza italica?

Premesso che la Nato non rappresenta giuridicamente ciò che rappresenta la Cina per Hong Kong, né tantomeno la Nato è al centro di proteste come quelle di Hong Kong, io sono favorevole ai referendum, anzi, ne andrebbe posto uno anche per l'appartenenza ad Ue ed euro come han fatto gli inglesi per la Brexit (anche se loro avevano mantenuto la sterlina).

Re: Hong Kong: non sopporta la Cina ...

05/09/2019, 13:50

Un appunto.
Ultimamente ho sentito, da giornalisti, e pure da esponenti politici italiani (lascio immaginare di che parte) , dire che il voto popolare non va sempre bene perché "pure Hitler andò al potere grazie al voto".
E quindi, voto = Hitler... Capito dove si vuole arrivare?

Re: Hong Kong: non sopporta la Cina ...

05/09/2019, 13:57

e' vero, le persone sono un ammasso di babbei facilmente infinocchiabili, basti vedere cosa accade in italia o in tutti quei paesi dove sono riusciti a fare il cambio di regime grazie alle proteste "per la democrazia"; come dargli torto? Ha ragione, il problema sta nnel fatto che se non decide la gente dovrebbere decidere uno solo per tutti quanti, e se quell'UNO non sono io, non mi sta bene :]

L'unico modo affinchè la MIA opinione (che poi è l'unica cosa che conta) possa contare un minimo è il sistema pseudo-democratico delle votazioni, quindi ben venga che la mia opinione sia diluita in altre 30 milioni di pistolinate.

Certo fossi io a comandare da solo col cavolo che farei decidere le sorti del paese a 30 milioni di imbecilli :) Ed è il ragionamento che fa chi davvero gestisce il nostro "gregge". Il nostro elohim penso ragioni così, come del resto pure gli altri quindi non c'è pericolo, le cose che contano non le decidiamo certo noi, VOTO o non VOTO.

Re: Hong Kong: non sopporta la Cina ...

05/09/2019, 13:59

TheApologist ha scritto:E quindi, voto = Hitler... Capito dove si vuole arrivare?


Lo schiavo finchè ha votato per loro aveva il diritto al voto, ora che la sarabanda sionista gode del dominio monetario lo schiavo deve solo ubbidire ai tecnici e lavorare h 24.

Questo era il loro traguardo. Pianifica-zione.

sottovento ha scritto:Premesso che la Nato non rappresenta giuridicamente ciò che rappresenta la Cina per Hong Kong, né tantomeno la Nato è al centro di proteste come quelle di Hong Kong, io sono favorevole ai referendum, anzi, ne andrebbe posto uno anche per l'appartenenza ad Ue ed euro come han fatto gli inglesi per la Brexit (anche se loro avevano mantenuto la sterlina).


Hong Kong E' Cina, l'Italia non è NATO.

Da ciò che scrivi si vede che hai qualche grosso problema panoramico: l'Inghilterra ha la Sterlina, l'Italia non ha più nulla.

Re: Hong Kong: non sopporta la Cina ...

05/09/2019, 17:16

sottovento ha scritto:
Wolframio ha scritto:Non ho svicolato [:)]
ho risposto a questo:
sottovento ha scritto:Nb2: svegliatevi, il mondo ha voglia di Democrazia!!!
se il mondo ha voglia di Democrazia, l'Italia non è di quel mondo. Oppure il mondo che hai chiamato in causa è una tua fantasia. Quindi sei tu che ti devi svegliare.

Hai svicolato nel senso che hai risposto alla seconda mia osservazione ma -non- all'argomento principale e cioè che han ritirato l'estradizione in Cina.

Infatti.....

Zelman ha scritto:Se Hong Kong ha ritirato legge estradizione in Cina e questa non interviene è la dimostrazione che quelle proteste valevano, contrariamente alle opinioni degli antiamericani, ma anche se la Cina interverrà vuol dire che quello che conta è il burattinismo comunista statale contro l'antiamericanismo

[:264] [:264] [:264]

Nb: magari però @Wolframio ci spiegherà perché hanno ritirato quella legge sull'estradizione se non a causa delle proteste.



Protestare contro quella legge sull'estradizione era un pretesto idiota per far cagnara, cosi inutile quanto la legge stessa.
ìnfatti data la poca importanza, la legge è stata sospesa ed in seguito abolita per il quieto vivere, appunto per l'inutilità.
Ma i deficienti manipolati, rimasti senza giocattolo. invece di tornarsene a casa si sono inventati altre 4 supide rivendicazioni per continuare il disordine.

Re: Hong Kong: non sopporta la Cina ...

05/09/2019, 22:30

Wolframio ha scritto:Protestare contro quella legge sull'estradizione era un pretesto idiota per far cagnara, cosi inutile quanto la legge stessa. ìnfatti data la poca importanza, la legge è stata sospesa ed in seguito abolita per il quieto vivere, appunto per l'inutilità.

Che quella legge sia stata abolita per inutilità o quieto vivere è una tua congettura oltre a tornare del tutto relativo poiché a loro (riferito ai cittadini di Hong Kong), importa di aver ottenuto ciò che chiedevano (e lo hanno ottenuto), punto!!

Re: Hong Kong: non sopporta la Cina ...

06/09/2019, 03:55

sottovento ha scritto:
Wolframio ha scritto:Protestare contro quella legge sull'estradizione era un pretesto idiota per far cagnara, cosi inutile quanto la legge stessa. ìnfatti data la poca importanza, la legge è stata sospesa ed in seguito abolita per il quieto vivere, appunto per l'inutilità.

Che quella legge sia stata abolita per inutilità o quieto vivere è una tua congettura oltre a tornare del tutto relativo poiché a loro (riferito ai cittadini di Hong Kong), importa di aver ottenuto ciò che chiedevano (e lo hanno ottenuto), punto!!


(riferito ai cittadini di Hong Kong)
Riferito ai cittadini di Hong Kong questi 4 gatti sono una nullità.
Questo branco di scapestrati non sono l'intera Hong Kong.
Immagino che dopo aver ottenuto l'abolizione di una legge sfavorevole a soli criminali e mafiosi, le loro vite siano cambiate in meglio.
Per qualche capo branco sicuramente, qualche dollaro extra in tasca non fà male.

ottenuto o estorto?

Se vuoi fare il paladino che difende le rivolte, cercatene una che rappresenti l'intera comunità e non solo criminali e mafiosi.
Altrimenti vai sul campo ed unisciti a loro, ma non stare qui a replicare con assurde cavolate a ripetizione. [:)]
Punto!!!!

Re: Hong Kong: non sopporta la Cina ...

06/09/2019, 12:45

Elite e disuguaglianza sono i reali problemi di Hong Kong

Immagine

di Andrew Sheng e Xiao Geng - China Daily

Da quando la Cina ha riguadagnato la sovranità su Hong Kong il 1° luglio 1997, la città ha prosperato economicamente, ma si è indebolita politicamente. Ora, una delle città più ricche del mondo è avvolta dalle proteste, con i manifestanti che bloccano le strade, paralizzano l'aeroporto e talvolta scatenano la violenza. Lontano da un problema unicamente cinese, tuttavia, l'attuale caos dovrebbe essere visto come una campana per i sistemi capitalistici che non riescono a far fronte alla disuguaglianza.



In tempi di crisi, è facile che l'emozione travolga la ragione e che le narrazioni drammatiche e ingannevoli possano mettere radici. Questa tendenza è esemplificata dai resoconti dei media che definiscono i disordini uno "scontro di culture" che simboleggia una più ampia lotta globale tra autocrazia e democrazia, o riferimenti a una "lotta tra due civiltà", come ha affermato il legislatore di Hong Kong Fernando Cheung.



Tali narrazioni spesso trattano la "democrazia" come sinonimo di miglioramento del benessere ? una caratterizzazione che non è confermata dai fatti. Come ha ammesso il politologo Francis Fukuyama, i sistemi centralizzati possono fornire risultati economici superiori a governi democratici decentralizzati e inefficienti.



Ma coloro che pensano che il governo centrale ricorrerà a una repressione guidata dai militari dimenticano il detto di Sun Tzu secondo cui vincere le guerre senza combattere è "l'apice dell'abilità". Il governo centrale è ben consapevole che se Hong Kong diventerà un campo di battaglia politico o ideologico, la pace e la prosperità soffriranno sia in città che sulla terraferma cinese. Alla luce di ciò, il governo centrale è disposto a fare tutto il possibile per sostenere il quadro "un paese, due sistemi" in base al quale ad Hong Kong è stato conferito lo speciale status di regione amministrativa.



Ciò che il governo centrale non è disposto a fare è considerare l'indipendenza per la città. Come un genitore che ha a che fare con un adolescente frustrato, il governo centrale considera i disordini attuali come una questione familiare che deve essere risolta internamente. Facendo appello a paesi come gli Stati Uniti affinché intervengano nella RAS, alcuni manifestanti di Hong Kong non solo hanno superato la linea di fondo della sovranità nazionale, ma hanno anche chiuso un occhio sulla lunga e distruttiva storia del "consolidamento della democrazia" di Washington sforzi in tutto il mondo, dall'America centrale all'Asia centrale.



La realtà è che Hong Kong è un esempio vivente di come lo Stato di diritto e la democrazia elettorale possano funzionare nel contesto cinese. La città è al 16° posto nell'indice sullo Stato di diritto del World Justice Project, proprio dietro il Giappone e davanti a Francia (17°), Spagna (21°) e Italia (28°). Per quanto riguarda la democrazia elettorale, tuttavia, ci sono sfide significative, che hanno poco a che fare con il governo centrale.



Un fattore potente, ma spesso ignorato, alla base delle frustrazioni dei residenti di Hong Kong è la disuguaglianza.

Il coefficiente Gini di Hong Kong ? in cui zero rappresenta la massima uguaglianza e uno rappresenta la massima disuguaglianza ? si attesta ora a 0,539, il suo livello più alto in 45 anni. In confronto, il più alto coefficiente Gini tra le principali economie sviluppate è 0,411 (negli Stati Uniti).


Questa disuguaglianza è molto evidente negli alloggi. Lo spazio residenziale pro capite di Hong Kong è di soli 16 metri quadrati (172 piedi quadrati), rispetto ai 36 metri quadrati di Shanghai. Inoltre, mentre quasi il 45 percento dei residenti di Hong Kong vive in affitto pubblico o in abitazioni sovvenzionate, il 90 percento delle famiglie sulla terraferma possiede almeno una casa.



Nonostante disponga di riserve fiscali di oltre 1,2 trilioni di HK $ (147 miliardi di dollari), il governo della RAS di Hong Kong non ha affrontato la disuguaglianza, proprio a causa della politica elettorale a cui i manifestanti sono così interessati. Il Consiglio legislativo della città, i cui membri vengono eletti attraverso un complicato processo basato sulla rappresentanza proporzionale, è troppo politicamente e ideologicamente diviso per raggiungere un consenso.



Incapace di attuare riforme difficili per sottomettere gli interessi acquisiti, come sta facendo il governo centrale sulla terraferma, il LegCo è anche vulnerabile all'influenza dei costruttori immobiliari desiderosi di bloccare misure che abbasserebbero i prezzi, come l'allocazione di terreni per più case popolari.



Secondo quanto riferito, alcune società stanno accumulando enormi appezzamenti di terreni rurali inutilizzati, direttamente o tramite società di comodo, per limitare l'offerta. I manifestanti di Hong Kong credono di non essere stati ascoltati. Ma sono le stesse élite della città, non il governo centrale, a averle deluse. I politici di Hong Kong erano così completamente fuori contatto con la gente comune che le proteste li colsero di sorpresa, nonostante i segnali provenienti dai social media e dalla stampa (anche se contraddittoria).



Ciò significa che, oltre ad affrontare problemi concreti come gli alti prezzi delle case, Hong Kong dovrà riaprire i canali di comunicazione tra pubblico e responsabili politici. Questo non sarà facile, anche perché le proteste mancano di leader chiari. Ma sarà necessario un consenso su come andare avanti come comunità per garantire la legittimità del governo locale mentre attua le necessarie riforme.



Ci vorrà del tempo perché Hong Kong si riprenda da questi mesi di sconvolgimento. Ma tutti i cinesi, da Pechino a Hong Kong, sanno che non ci sono soluzioni rapide ai problemi. Il progresso è una serie infinita di piccoli passi, molti dei quali devono essere fatti in condizioni difficili. L'unico modo per avere successo è con umiltà, pazienza, saggezza e senso del destino condiviso.



Andrew Sheng è un illustre membro dell'Asia Global Institute dell'Università di Hong Kong e membro del Consiglio consultivo dell'UNEP per le finanze sostenibili. Xiao Geng, presidente dell'Istituto per le finanze internazionali di Hong Kong, è professore e direttore dell'Istituto di ricerca sulla via della seta marittima presso la HSBC Business School dell'Università di Pechino.



(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

Notizia del: 06/09/2019

Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-elite_e_disuguaglianza_sono_i_reali_problemi_di_hong_kong/82_30468/

Rispondi al messaggio