emergenza spzzatura
Luigi De Magistris
Rifiuti, miracolo De Magistris? Napoli affonda con sua 'ricetta'L'ex pm aveva promesso città pulita in cinque giorni. Ma a meno due dalla scadenza, il capoluogo sprofonda nella monnezza
Guagliù amm'arruvutat urlò il pm manettaro dopo la vittoria elettorale. Un grido liberatorio che scatenò scrosci di applausi e di consensi. Napoli, così, si consegnava nelle mani del nuovo re, Luigi De Magistris. Subito la promessa: "Città libera dalla munnezza in cinque giorni". Annuncio audace a dir poco; il pensiero subito è andato a San Tommaso, al suo "se non vedo, non credo". In parallelo, scatta il conto alla rovescia: cinque giorni prima dell'ora ics. Adesso siamo a quarantotto ore dalla scadenza, e Napoli è ben lontana dall'essere ripulita.
Fuoco alla munnezza - Nelle ultime 12 ore sono stati ventisette gli interventi effettuati dai Vigili del Fuoco in città e in provincia per domare i roghi dei rifiuti. La gente esasperata incendia la spazzatura. Gli interventi più impegnativi dei pompieri sono avvenuti nel giuglianese e nella zona orientale di Napoli. Le fiamme appiccate ai cumuli di immondizia da ignoti infestano la città e l'hinterland. Il caldo asfissiante, il puzzo insopportabile, l'emergenza sanitaria: Napoli è stretta in una morsa così stretta che anche il tanto adorato San Gennaro farebbe fatica a metterla in salvo. E 'Gigino a manett' - che si gongola per il titolo di Masaniello -, deve ammettere di poter meno del santo. I miracoli non si fanno.
Il piano del Sindaco - Se la matematica non è un'opinione qualcosa si può fare, deve aver pensato De Magistris. Se la città produce 1.250 tonnellate di monnezza al giorno e a terra ce ne sono ancora più di 2mila, in cinque giorni il miracolo è si può fare, raccogliendo il deposito giornaliero e parte di quello che, a terra, attende di essere smaltito. Ma a Napoli, la matematica - scienza esatta -, non attecchisce. I conti non tornano.
La raccolta rifiuti - Nella notte tra domenica e lunedì, ad esempio, l'operazione di raccolta dei rifiuti a Napoli è stata frenata dal due di picche rifilato dei lavoratori di Lavajet, azienda appaltatrice dell' Asia (società che si occupa dei servizi d'igiene ambientale a Napoli, ndr) e che provvede ogni giorno alla rimozione di circa 350 tonnellate d'immondizia. Raphael Rossi, il presidente dell'Asia, ha spiegato che "alla fine del 2011 termina il contratto d'appalto che l'Asia ha con Lavajet ". Dunque, per "cercare di ovviare allo 'stop' di Lavajet, mezzi e personale di Asia sono stati dirottati nelle zone di competenza di quell'azienda", spiega Rossi. A ciò si aggiunge il fatto che "in certe zone della città stanno operando in un clima particolarmente difficile che rende ancor più ardua la rimozione dei rifiuti". E le operazioni vanno al riletno.
Le tonnellate per strada - Secondo l'Asia, sono 2.360 le tonnellate di rifiuti che giaciono sulle strade di Napoli. Le zone maggiormente afflitte dall'emergenza sono quelle di Mercato, Montecalvario, San Giuseppe Porto, Avvocata e Pendino, Stella-San Carlo all'Arena, dove le giacenze vanno dalle 300 alle 400 tonnellate. In tutte le altre zone della città le giacenze variano tra le 200 e le 300 tonnellate, con situazioni relativamente più gravi nella zona occidentale. Soffrono un po' meno Miano, San Pietro e Secondigliano. Positiva, si fa per dire, la situazione tra i quartieri Vomero e Arenella, dove in strada ci sono circa 10 tonnellate d'immondizia. Intanto le lancette dell'orologio continuano la loro corsa. Non si tratta solo di trovare uno sbocco dove smaltire i quintali di monnezza. Prima, vanno raccolti. Il nodo da sciogliere si fa sempre più complesso.
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