CONSUMI: ISTAT, SPESA FAMIGLIE FERMA NEL 2010. SICILIA ULTIMA (RPT)
(RIPETIZIONE CORRETTA) (ASCA) - Roma, 5 lug - Consumi sostanzialmente piatti per le famiglie italiane nel 2010 rispetto all'anno precedente.
L'anno scorso - rende noto l'Istat - la spesa media mensile per famiglia e' pari a 2.453 euro, con una variazione rispetto all'anno precedente di +0,5%. Differenze notevoli invece dal punto di vista geografico. La Lombardia si conferma la regione con la spesa media piu' elevata pari a 2.896 euro al mese, seguita da Emilia-Romagna (2.885) e Veneto (2.876). Fanalino di coda, ancora una volta, la Sicilia con una spesa media mensile (1.668) di oltre 1.000 euro inferiore a quella delle regioni con la spesa piu' elevata. Queste differenze si riflettono anche nella composizione della spesa.
In tutte le regioni del Mezzogiorno alla spesa alimentare viene destinato oltre un quinto della spesa totale (in Campania, Sicilia e Calabria tale quota di spesa rappresenta piu' di un quarto), mentre nelle regioni del Nord la quota di questa voce e' inferiore a quella media nazionale, fatta eccezione per la Liguria (19,7%) dove e' elevata la presenza di popolazione anziana. In generale, le regioni con i livelli di spesa piu' bassi mostrano quote di spesa piu' contenute per altri beni e servizi e per tempo libero e cultura: tali spese, complessivamente, rappresentano il 10,3% della spesa totale delle famiglie siciliane, contro circa il 17% di Piemonte e Trentino-Alto Adige.
A livello nazionale risultano in calo le spese per parrucchiere e centri estetici, viaggi, arredamento per la casa mentre aumentano quelle per scuola e sanita'. I maggiori esborsi sostenuti per visite mediche, dentista, esami radiologici ed ecografici hanno determinato, in particolare nel Centro-nord, l'aumento della quota di spesa totale per servizi sanitari, mentre sono le spese per televisore e abbonamenti a radio, tv e internet (presumibilmente legate all'evento calcistico dei mondiali) ad aver contribuito, soprattutto nel Nord, all'aumento della quota per tempo libero e cultura.
Stabili, a livello nazionale, sono le quote destinate ai tabacchi (21 euro mensili), alle comunicazioni (48 euro), ai trasporti (339 euro) e all'abbigliamento e calzature (142 euro). Restano immutate anche le abitudini di spesa per l'acquisto di scarpe e vestiti: il 66,4% delle famiglie continua ad acquistare prevalentemente presso il negozio tradizionale, quasi il 20% presso un ipermercato/supermercato e il 12% al mercato.
Dopo un 2010 freddo per i consumi, anche l'anno in corso non presenta una ripresa significativa. Secon do l'indicatore consumi di Confcommercio a maggio sono state scommesse e lotterie, comunicazioni e ict domestico a trainare i consumi in Italia mentre battuta d'arresto per i generi alimentari.
L'indice a maggio registra un +1,1% su base annua.
Confcommercio rileva che la dinamica tendenziale dell'indice di maggio riflette un aumento della domanda relativa ai servizi (+1,6%) ed un recupero della spesa per i beni (+0,9%). In particolare, Confcommercio segnala la flessione dell'1% della domanda per alimentari e bevande, a sottolineare come l'aumento registrato ad aprile sia derivato principalmente da fattori stagionali e non da una ripresa dei consumi.
http://www.asca.it/news-CONSUMI__ISTAT_ ... -ORA-.html
A giugno al mare solo nei week-end
Sindacato Balneari, -15% presenze in Sardegna e Campania. Consumi dimunuiti
04 luglio, 16:35
A giugno calo di presenze negli stabilimenti balneari. Frenano i consumi, tutto esaurito solo nei week-end. E' l'allarme del Sindacato italiano balneari (Sib) che sottolinea il segno negativo per il turismo balneare nel mese di giugno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. ''Negli stabilimenti balneari abbiamo registrato un decremento di presenze che varia dal 3 al 15%, e, soprattutto, di consumi'', dichiara Riccardo Borgo, Presidente del Sib.
Le presenze, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono rimaste invariate in Abruzzo, Molise e Basilicata, mentre sono diminuite in: Calabria -10%; Campania -15%; Emilia Romagna -10%; Friuli V. G.-5%; Lazio -3%; Liguria -5%; Marche -5%; Puglia -8%; Sardegna -15%; Sicilia -10%; Toscana -10%; Veneto -8%.
A salvarsi, secondo il sindacato che associa circa 10.000 imprese, sono state solo le localita' a ridosso dei grandi centri urbani, i turisti, infatti, hanno preferito i litorali vicino ai luoghi di residenza. Nei week-end spesso si e' registrato il tutto esaurito, ma nei giorni feriali le presenze si sono ridotte al minimo.
''Anche i consumi in spiaggia, poi, seguono il trend negativo - continua Borgo - complice la situazione economica complessiva e la capacita' di spesa delle famiglie italiane che negli ultimi anni si e' ridotta fino al 20%''.
Il Sib ricorda come il comparto balneare, 28.000 aziende e 400.000 addetti che superano il milione con l'indotto, e' uno degli assi portanti del turismo italiano e la politica degli imprenditori da anni e' rivolta a riqualificare e migliorare le proprie strutture con una grande attenzione alla qualita' ed alla difesa dell'ambiente.
''Speriamo che nei mesi di luglio ed agosto si possa concretizzare un buon recupero - continua Borgo - proprio in considerazione del fatto che il mare rimane la meta scelta dall'80% dei vacanzieri. Questo dovrebbe essere un buon motivo per incentivare gli imprenditori balneari a fare meglio, ad investire per offrire servizi di qualita', ma anche a difendere un prodotto tutto italiano invidiato all'estero''.
Secondo Borgo ''la categoria sta vivendo un grave momento di incertezza e di preoccupazione e occorre che il Governo prenda decisamente in mano la situazione e, prima di tutto, dia concretezza ed attuazione ad una volonta' politica chiaramente espressa in maniera unanime in Senato con l'approvazione di un Ordine del giorno lo scorso 5 maggio. E' necessario e indispensabile, poi, un confronto con la CE al fine di individuare gli strumenti e il percorso atto a salvaguardare un settore unico in Europa e peculiare della cultura italiana dell'accoglienza, cosi' da determinarne l'uscita, o la deroga, dalla normativa europea; per giungere, infine, alla ridefinizione normativa dell'intero settore attraverso una legge organica del Parlamento da concordare con le Regioni e le Organizzazioni del settore''.
http://www.ansa.it/web/notizie/canali/i ... 29974.html