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11/03/2013, 01:14

Concedi all'essere umano la certezza del lavoro e conseguentemente la certezza di entrate fisse mensili e continuative...


siamo stati prodotti per questo dopotutto^_^

16/03/2013, 00:58

Intervento di Serge Latouche, principale fautore del paradigma della Decrescita: una nuova filosofia di vita, una nuova cultura, una nuova economia, un nuovo modo di vivere.

08/04/2013, 16:18

Come fai a convincere centinaia di milioni di persone a rivedere il loro modo di vivere in questo "Sistema", per quanto perverso esso possa essere, e abbracciare la logica della "Decrescita Felice"?!

Temo ci voglia davvero un reset forzato:

- una catastrofe
- una guerra nucleare

in grado di distruggere il "Sistema" poichè, nonostante sia perverso e maligno questo ha avuto la furbizia e la capacità di 'cullare' le sue vittime addormentandole serenamente nella Matrix in cui ci troviamo a vivere...

Oppure, la strada auspicabile, ma certamente più lenta e difficile delle altre due sopraccitate, è quella del risveglio globale.. difficile quando i media ammorbano il 90% della popolazione.

Non ultimo inoltre dobbiamo pensare al fatto che tantissimi, causa crisi, si trovano a dover impiegare le proprie, diciamo, risorse cerebrali, per "sbarcare il lunario"... tra un precario di qua e un disoccupato di là e chi fa fatica a pagare il mutuo o più in generale ad 'andare avanti' immagino sia difficile per loro affrontare un ragionamento di "Decrescita Felice"... [:(]

E la gente continua a suicidarsi...

E allora Cui prodest in ultima istanza questa situazione terribile in cui versiamo?!

08/04/2013, 19:37

LA CITTÀ DOVE LA DISOCCUPAZIONE È ALLO 0% E L'AFFITTO COSTA 15 EURO

Così si vive a Marinaleda (Andalusia) dove i lavoratori governano una città e quando serve occupano le terre e fanno la spesa proletaria nei supermercati

Una insolita isola socialista che resiste alla crisi in Spagna. Così si vive a Marinaleda (Andalusia) dove i lavoratori governano una città e quando serve occupano le terre e fanno la spesa proletaria nei supermercati.

Juan Manuel Sánchez Gordillo, che ha dominato le prime pagine nei giorni scorsi dopo aver condotto un "spesa proletaria" di cibo nei supermercati per consegnarlo ai bisognosi insieme al Sindacato Andaluso dei Lavoratori (SAT), è certamente un leader singolare all'interno della classe politica spagnola.

Eterodosso tra gli eterodossi, le sue azioni passate hanno attirato critiche anche nei ranghi di Izquirda Unida di cui fa parte dal 1986 la sua organizzazionenel quadro del Blocco Andaluso-IU.

Insieme a Diego Cañamero, Sánchez Gordillo è stato un leader storico del Sindacato dei Lavoratori del Campo (SOC), la spina dorsale della corrente SAT. Inoltre, dal 1979 è il sindaco di Marinaleda, una piccola città di circa 2.600 abitanti tra Cordova e Siviglia (chiamata la "padella dell'Andalusia" per il caldo, NdT) dove negli ultimi 40 anni ha esercitato una egemonia autorevole ed assoluta. Il sostegno e l'impegno degli abitanti del paese ha contribuito a lanciare un vero e proprio esperimento politico ed economico, una specie di isola socialista nel mezzo della campagna andalusa.

La rossa Marinaleda ha camminato attraverso la storia della Spagna, con la transizione, con l'entrata in Europa e la caduta dell'Unione Sovietica, fino al ventunesimo secolo. Infine, è arrivata la crisi economica e questa città andalusa ha avuto la possibilità di verificare se la sua utopia particolare, atuata in 25 chilometri quadrati, sia davvero un'alternativa ai mercati.

L'attuale tasso di disoccupazione a Marinaleda è pari a 0%. Gran parte degli abitanti sono impiegati nella Cooperativa Humar - Marinaleda SCA, creata dagli stessi lavoratori, dopo anni di lotta. Per molti anni, i contadini hanno occupaato le terre di Smoky, dove oggi sono organizzati in cooperativa, e spesso sono stati sfrattati dalla Guardia Civil. Infine, nel 1992 raggiunto il loro obiettivo: "la terra a chi la lavora" e la proprietà divenne della cooperativa. Sul loro sito web è scritto in chiaro che il suo "obiettivo non è il profitto privato, ma la creazione di posti di lavoro con la vendita di prodotti agricoli sani e di qualità".

Tutti gli stipendi della cooperativa sono uguali: circa 1.200 euro al mese. Nei loro campi si coltivano fagioli, carciofi, peperoni rossi (pipas) e olio extravergine di oliva, controllati dai lavoratori in tutte le fasi della produzione. Il terreno, che si trova nella Vega Genil, di proprietà della "comunità", e hanno anche una fabbrica di conserve, un mulino, serre, strutture di allevamento e un negozio. I salari di tutti i lavoratori, non importa quale sia la loro posizione, è di 47 euro al giorno, sei giorni alla settimana, al ritmo di 1.128 euro al mese per 35 ore settimanali.

In alta stagione, il lavoro cooperativo impegna almeno 400 persone seguendo il motto di "lavorare meno per lavorare tutti". In aggiunta, ci sono anche persone che lavorano su piccoli appezzamenti di proprietà. Il resto dei settori chiave dell'economia sono legati ad attività rurali, negozi, sport e pubblica utilità. Praticamente tutti in città guadagnano lo stesso di un lavoratore a giornata, circa 1.200 euro al mese.

In un'intervista pubblicata il mese scorso, Gordillo stesso ha spiegato come la crisi stia colpendo Marinaleda. "Essa colpisce un po' i prezzi dei prodotti agricoli e dei finanziamenti. Abbiamo problemi di liquidità, ma stiamo vendendo buoni prodotti. " Così, "in termini generali, in agricoltura e nella produzione alimentare la crisi si è sentita meno. Resta il problema delle persone che avevano lasciato la campagna per andare lavorare nel settore delle costruzioni . Quindi occorre mantenere l'occupazione lì, ma bisogna aumentarla. L'agricoltura biologica offre più posti di lavoro rispetto ai tradizionali, questo è vero. Certo per salvarla dalla situazione di crisi e l'aumento dei prodotti agricoli, si è cercato uno scambio orizzontale, con un dialogo di cooperazione e relazioni di cooperazione con gli altri paesi hanno esperienze di questo tipo".

La questione delle abitazioni

Di fronte al 'boom immobiliare' e la speculazione che ha colpito il mattone in Spagna negli ultimi decenni, Gordillo ha deciso di mandare Marinaleda esattamente nella direzione opposta. Si può avere una casa in buone condizioni, di 90 mq e con terrazza, per 15 euro al mese. L'unica condizione è che, secondo la filosofia assemblearia e orizzontale che guida tutte le sue attività, ogni persona dovrebbe aiutare la costruzione della vostra casa.

L'amministrazione offre terra e fornisce materiali per la costruzione di alloggi, da parte degli inquilini stessi che pagano qualcuno per sostituirli. Così, come ci sono professionisti pagati per consigliare i residenti e svolgere i compiti più complicati. Inoltre, come misura per incoraggiare la collaborazione, i futuri inquilini non saranno quale delle case che si costruiscono sarà in futuro la sua.

"Quando si lavora, per la costruzione della casa si pagano 800 euro al mese e si riserva la metà per pagare la casa," dice Juan José Sancho, un abitante di Marinaleda che, nonostante i suoi 21 anni, fa parte del 'gruppo di azione" ed è responsabile, attraverso il gruppo, di gestire gli affari pubblici della città. Secondo lui, "questa misura è stata presa per non speculare sulle case vuote."

La scuola e l'educazione

"Dove prima gran parte dei lavoratori a giornata riusciva a malapena a scrivere, oggi c'è una scuola materna, una scuola e un istituto. Sia la scuola materna che la scuola dispone di un servizio mensa che costa solo 15 euro al mese. Tuttavia, come ha raccontato Sancho, "tasso di disaffezione alla scuola è un po 'alto, perché la gente vede che la casa e il lavoro sono assicurati, molti non vedono la necessità di adoperarsi negli studi. Uno dei punti su cui abbiamo bisogno per migliorare."

L'impegno e la consapevolezza politica tra gli abitanti di Marinaleda è superiore a qualsiasi altra città della zona, ed "è anche qualcosa che è molto presente tra i giovani", secondo Sancho. "Qui tutti i giovani hanno idee politiche. Tuttavia, il nostro impegno è di gran lunga inferiore a quello dei nostri genitori che hanno dato tutto per avere questo. " Oggi "abbiamo tutti i bisogni soddisfatti e la gente si adagia un po".

La partecipazione politica

I pilastri su cui poggia il modello economico Marinaleda sono l'uguaglianza e la partecipazione del popolo. E questi principi sono estesi a tutti i settori della vita, anche politica. Non esiste la polizia e le decisioni politiche vengono prese in una riunione in cui tutti i residenti sono tenuti a partecipare.

D'altra parte, "c'è una 'task force', che affronta le questioni più pressanti della giornata. C'è un gruppo di eletti, sono persone che vogliono aderire volontariamente per condividere le attività necessarie alla popolazione", dice Sancho. "Si tratta di un gruppo eterogeneo, siamo più o meno lo stesso numero di uomini e donne. " Tuttavia, una cosa che hanno in comune tutte le persone coinvolte in esso e che appartengono al "movimento" e, come segnala il sito di Marinaleda, "il partito (UI), l'unione (SAT) e la città fanno parte di un tutto. L'assemblea ha deciso e il partito e il sindacato, si associano per applicare tale decisione nella città ".

Per quanto riguarda le tasse, "sono molto basse, le più basse in tutta la regione", speiga Sancho. I bilanci sono discussi in pubblico e la gente in assemblea approva. Poi, la discussione si sposta quartiere per quartiere, nelle assemblee dei "vecinos" (inquilini,residenti, NdT), ed è questo che decide ciò che viene investito ogni euro.

Ambiente

Seguendo la indicazioni del coordinamento internazionale Via Campesina, alla quale il SAT aderisce, è lavorare la terra in modo "ecologico, al 100% una agricoltura pratica", come la cooperativa annuncia sul suo sito web. "Nella cooperativa si è sempre cercato di promuovere l'agricoltura manuale, per creare più posti di lavoro e di essere più ecocompatibili", dice Sancho. Inoltre, "sono stati rimossi i rifiuti e tutte le discariche di rifiuti adottano impianti di riciclaggio". Gli obiettivi dell'Ayuntamiento (Municipio) è ora quello installare un proprio punto verde nella cittadina.

http://www.cadoinpiedi.it/2012/08/25/la ... _euro.html

08/04/2013, 20:19

Possiamo chiedere asilo politico a questo paese dell'Andalusia?

08/04/2013, 20:48

Atlanticus81 ha scritto:

Come fai a convincere centinaia di milioni di persone a rivedere il loro modo di vivere in questo "Sistema", per quanto perverso esso possa essere, e abbracciare la logica della "Decrescita Felice"?!

Temo ci voglia davvero un reset forzato:

- una catastrofe
- una guerra nucleare

in grado di distruggere il "Sistema" poichè, nonostante sia perverso e maligno questo ha avuto la furbizia e la capacità di 'cullare' le sue vittime addormentandole serenamente nella Matrix in cui ci troviamo a vivere...

Oppure, la strada auspicabile, ma certamente più lenta e difficile delle altre due sopraccitate, è quella del risveglio globale.. difficile quando i media ammorbano il 90% della popolazione.


quando l'ho detto io in qualche altro post però mi hai criticato :| mi sembra scontato che un tale "ordine" non possa funzionare allo stato attuale ma solo con uan drastica riduzione della popolazione che è proprio ciò che propone il NWO. bisogna stare attenti a ciò che si desidera...

08/04/2013, 21:17

Ti criticai (costruttivamente spero [;)]) perché tu partivi da questo presupposto per assegnare l'etichetta di Player C anche a coloro i quali propongono alternative al Sistema attuale che, ripeto, provvede a cullare le sue vittime per strangolarle nel sonno... forse ci siamo fraintesi entrambi, o forse invece, grazie al dibattito, siamo andati a toccare dei tasti non ben approfonditi in precedenza.

A questo punto sembra proprio che ci troviamo in un cul de sac.

E se non si potesse avere "la botte piena e la moglie ubriaca?"... insomma se vi doveste trovare a dover scegliere tra:

- il ritorno all'età dell'oro al prezzo di una guerra mondiale o di un cataclisma di proporzioni epocali e la conseguente riduzione della popolazione a 500.000.000 di individui (vedi Georgia Guidestones)

- la sopravvivenza di 7-8 miliardi di persone ma con un di cui del 99,99% al rango di schiavi del NWO rappresentato dallo 0,01% della popolazione

sapendo che NECESSARIAMENTE una opzione esclude l'altra voi quale soluzione scegliereste?

In cuor mio spero ci sia una terza opzione... e forse è proprio per questo che il Player B ha aspettato così a lungo prima di sferrare la contro offensiva: stava cercando di definire la terza opzione con minori 'danni collaterali'

[8]

08/04/2013, 21:49

Atlanticus81 ha scritto:

Ti criticai (costruttivamente spero [;)])


Quando si discute in maniera civile non c'è niente di più costruttivo delle critiche, aiutano a capire quali sono i punti fallci del proprio pensiero; il mio non era un atto di accusa nei tuoi confronti, ci mancherebbe, ma più che altro una piccola rivendicazione istintiva, una sorta di "te l'avevo detto" :P

Atlanticus81 ha scritto:
tu partivi da questo presupposto per assegnare l'etichetta di Player C anche a coloro i quali propongono alternative al Sistema attuale che, ripeto, provvede a cullare le sue vittime per strangolarle nel sonno... forse ci siamo fraintesi entrambi, o forse invece, grazie al dibattito, siamo andati a toccare dei tasti non ben approfonditi in precedenza.


Secondo me entrambe le cose, e mi spiego;

Io non criticavo genericamente la necessità di un cambiamento
(sto parlando a prescindere delle rispettive scelte politiche sia chiaro :)), su questo condivido pienamente le tue opinioni; il sistema attuale crea troppe diversità e pochissima condivisione tra tutti gli abitanti di quelle soluzioni salvifiche potenzialmente già dispinibili a tutto vantaggio di una elite ristretta.
Ho preso atto di ciò che dicevi e riflettendo su quanto letto mi si è accesa una lampadina portandomi a proporre quelle obiezioni che dal mio punto di vista sembravano piuttosto palesi e cioè che la riduzione drastica della popolazione misembrava una soluzione troppo simile a quanto nelle ipotesi di complotto vuole realizzare il NWO. Una riduzione massiva della popolazione per instaurare un sistema di controllo maggiore. Dal mio punto di vista soluzioni che prevedono gli stessi step realizzativi (nel caso davvero riprovevoli) vanno ugualmente condannati anche se la soluzione proposta può sembrare migliore. E' importante anche il percorso attraverso il quale si giunge alla soluzione. Per me il fine giustifica i mezzi, ma c'è un limite a tutto :)

Non era un attacco a te ma uno spunto di riflessione, che mi fa piacere tu abbia colto; questo lo considero un arricchimento reciproco molto utile (spero); è il vantaggio della condivisione delle idee :)

Atlanticus81 ha scritto:
A questo punto sembra proprio che ci troviamo in un cul de sac.

E se non si potesse avere "la botte piena e la moglie ubriaca?"... insomma se vi doveste trovare a dover scegliere tra:

- il ritorno all'età dell'oro al prezzo di una guerra mondiale o di un cataclisma di proporzioni epocali e la conseguente riduzione della popolazione a 500.000.000 di individui (vedi Georgia Guidestones)

- la sopravvivenza di 7-8 miliardi di persone ma con un di cui del 99,99% al rango di schiavi del NWO rappresentato dallo 0,01% della popolazione



Ora farò un discorso un pò cinico, spero di non essere frainteso -_-

se "bastasse" una riduzione della popolazione di mezzo miliardo per giungere alla possibilità di realizzare un nuovo sistema mondiale più equo, lo riterrei anche un prezzo da pagare "accettabile", ma io non penso che basti una riduzione di mezzo miliardo per poter cambiare totalmente il nostro sistema di vita, secondo me si dovrebbe addirittura dimezzare la popolazione, ciò porterebbe anche alla perdita però della spinta innovatrice e tecnologica che ci caratterizza, portando ad un regressione completa, almeno all'inizio.

Se le soluzioni sono quelle da te proposte, io propendo per la seconda ipotesi e cioè lasciare tutto così com'è, non giustificherei un massacro di tali proporzioni per perseguire un "sogno". dopotutto non si farebbe altro che applicare gli stessi principi del NWO, no? non sarà il sitema migliore, ma è il migliore disponibile, un pò come la democrazia :)


Atlanticus81 ha scritto:
sapendo che NECESSARIAMENTE una opzione esclude l'altra voi quale soluzione scegliereste?

In cuor mio spero ci sia una terza opzione... e forse è proprio per questo che il Player B ha aspettato così a lungo prima di sferrare la contro offensiva: stava cercando di definire la terza opzione con minori 'danni collaterali'


spero anche io che ci sia una soluzione "terza" perchè nessuna delle 2 è onestamente nè praticabile nè auspicabile, ma solo discutendone si può trovare una strada diversa; io a dire il vero ne ho una ma so che tu ad esempio non saresti d'accordo. Un palesamento diretto del player B che funga da guida diretta che muti le coscienze di tutti e ci porti ad un cambiamento di mentalità che null'altro potrebbe causare, la nostra specie ha delle peculiarità che non possiamo negare nè rinnegare nè MUTARE da soli purtroppo.

08/04/2013, 22:03

MaxpoweR ha scritto:

... Un palesamento diretto del player B che funga da guida diretta che muti le coscienze di tutti e ci porti ad un cambiamento di mentalità che null'altro potrebbe causare...


E saresti certo che saremmo in grado di riconoscerlo qualora questi si palesasse?!?

Il punto sta proprio nel come fare a cambiare le coscienze di tutti e a modificare lo stile di vita, oggettivamente insostenibile, di 7 miliardi di persone.

E per fortuna che solo poche di queste hanno accesso alle risorse! Come farebbe altrimenti il pianeta a sostenere 7 miliardi di persone che consumano energie e risorse come 200 milioni di americani + 200 milioni di europei???

Per quanto durerà prima che tutto crolli miseramente trascinando il mondo in una età così buia da fare impallidire i secoli bui dopo la caduta dell'Impero Romano...

Per questo motivo l'attuale "Sistema" non è considerabile il migliore possibile... forse per noi. Ma vallo a dire a un africano che non ha accesso all'acqua o alle risorse alimentari per sfamare la sua famiglia.

Il nostro benessere si fonda sullo sfruttamento di miliardi di persone! E per mantenere il nostro apparente 'benessere' ci siamo fatti ingannare dalle banche, dalla finanza, dalla politica, dalle multinazionali farmaceutiche e alimentari cui abbiamo concesso le nostre deleghe, il nostro consenso, la nostra libertà e sovranità.

Quindi, in verità, dal mio punto di vista, non è considerabile il migliore possibile neanche per noi.

Il cul de sac rimane... come ne esci?! E come riconosceresti il Player B se anche questo si mostrasse?
Ultima modifica di Atlanticus81 il 08/04/2013, 22:04, modificato 1 volta in totale.

08/04/2013, 22:49

Atlanticus81 ha scritto:
E saresti certo che saremmo in grado di riconoscerlo qualora questi si palesasse?!?


Dipende dalle modalità :)

Se scendesse con i propri mezzi tecnologici, prodigandosi a dispensare direttamente all'uomo le proprie tecnologie, dettando e se necessario IMPONENDO e finalizzando il tutto al miglioramento della nostra società e soprattutto riducendo il gap tra i più "ricchi" ed i meno "ricchi" inducendo così la popolazione ad una maggiore consapevolezza del proprio ruolo direi che sarebbe difficile non riconoscerlo.

Mi rendo conto che è fondamentalmente una sorta di culto del cargo che mi fa parlare così ma secondo me sarebbe la soluzione ideale.

Sono anche conscio del fatto che quando (decine di) migliaia di anni fa è accaduto (e penso a YHWH) gli scopi non sono stati proprio questi, ma molto più egoistici, confido però nel fatto che si palesi qualcuno di maggior raziocinio piuttosto che un represso emarginato -.-"

Atlanticus81 ha scritto:
Il punto sta proprio nel come fare a cambiare le coscienze di tutti e a modificare lo stile di vita, oggettivamente insostenibile, di 7 miliardi di persone.


E' insostenibile ma è proprio questa disuguaglianza che rende il tutto sostenibile per una parte della popolazione. allo stato attuale non c'è modo di portare tutti sullo stesso livello, per mancanza di risorse e soprattutto per mancanza di volontà, ma non perchè le persone sono cattive, semplicemente perchè siamo mossi soprattutto da spirito di sopravvivenza, ed ogni gruppo tende a massimizzare le proprie possibilità.

Atlanticus81 ha scritto:
Per quanto durerà prima che tutto crolli miseramente trascinando il mondo in una età così buia da fare impallidire i secoli bui dopo la caduta dell'Impero Romano...


Se ciò accadrà sarà la normale evoluzione della nostra specie, e probabilmente è già accaduto diverse volte per nostre negligenze o per cambia ambientali imponderabili, mi dispiacerebbe ma non ne farei un dramma.

Atlanticus81 ha scritto:
Per questo motivo l'attuale "Sistema" non è considerabile il migliore possibile... forse per noi. Ma vallo a dire a un africano che non ha accesso all'acqua o alle risorse alimentari per sfamare la sua famiglia.


E' il migliore possibile in assenza di altre alternative, o per (A MIO AVVISO) l'impossibilità do perseguire fini salvifici con mezzi "diadolici".

Atlanticus81 ha scritto:
Il nostro benessere si fonda sullo sfruttamento di miliardi di persone! E per mantenere il nostro apparente 'benessere' ci siamo fatti ingannare dalle banche, dalla finanza, dalla politica, dalle multinazionali farmaceutiche e alimentari cui abbiamo concesso le nostre deleghe, il nostro consenso, la nostra libertà e sovranità.


diversamente come avremmo potuto fare, c'era una alternativa percorribile per riportarci al livello evolutivo attuale? forse si, lo ammetto, perseguire su strade quali le società gilianiche, ma la storia ci ha insegnato che per quanto potessero essere perfette in realtà non lo erano visto che sono state sopraffatte e scomparse. un sistema per essere valido deve poter sopravvivere, altrimenti si estingue. E' evoluzione anche questa :)

Ma soprattutto recriminare non serve, bisogna prendere atto della situazione attuale e trovare una soluzione che non contempli lo sterminio di massa, qualunque sia il fine ultimo.

Atlanticus81 ha scritto:
Il cul de sac rimane... come ne esci?! E come riconosceresti il Player B se anche questo si mostrasse?


come ho detto prima dipende dalle modalità. Io al momento non riconosco in nessuna azione la presenza di un player B o quanto meno non riconosco una presenza salvifica e risolutiva che si opponga agli altri 2 player; ciò dal mio punto di vista è palese proprio perchè le eventuali soluzioni "alternative" sono inapplicabili senza utilizzare la soluzione finale dell'NWO :|
Ultima modifica di MaxpoweR il 08/04/2013, 22:52, modificato 1 volta in totale.

15/04/2013, 11:07

Un estratto dell'articolo "Disoccupazione: era il vero obiettivo dei nostri oligarchi" tratto da

http://www.informarexresistere.fr/2013/ ... z2QWFN3dT2

dove si affrontano alcuni punti che potrebbero essere propedeutici alla "Rinascita Sociale Globale". Non tutti mi trovano d'accordo in realtà, ma certamente c'è materiale su cui discutere e da cui partire!


... bisogna abbandonare totalmente le politiche liberiste che continuano a fallire e a farci fallire. Per metterla in politica bisogna dire no a Berlusconi, ma anche a Ciampi, a Prodi e ovviamente a Monti. Se davvero si vuol abbattere la disoccupazione di massa e considerarla, come fecero tutti i progressisti e gli antifascisti negli anni trenta, il primo nemico della democrazia, allora bisogna rovesciare il tavolo delle misure e dei convincimenti di questi venti anni. Primo, ci vuole un grande intervento pubblico perché il mercato è fallito. Ci vogliono nazionalizzazioni e investimenti pubblici in opere necessarie davvero, abbandonando le varie Tav che producono lauti profitti, ma quasi zero lavoro.

Secondo, bisogna bloccare i licenziamenti subito, imponendo alle multinazionali e alle grandi imprese una vera e propria tassa sociale per il lavoro. Se te ne vai paghi molto di più di quello che ti costa restare, questo deve imporre un potere politico con la schiena dritta.

Terzo, bisogna ridurre qui e ora l’orario di lavoro nelle due modalità conosciute. L’abbassamento dell’età della pensione e la riduzione dell’orario settimanale. Questo non crea nuovo lavoro, ma ridistribuisce quello che c’è in modo più giusto, soprattutto a favore dei giovani e degli esodati, e in prospettiva migliora la stessa produttività.

Quarto, bisogna ridistribuire ricchezza, prima di tutto con il reddito ai disoccupati e poi con l’aumento delle retribuzioni e delle pensioni più basse. Questo perché bisogna smetterla di pensare che l’economia riparta vendendo Ferrari e Armani ai benestanti e ai ricchi nel mondo. Siamo troppi in Italia per vivere solo di questo. Naturalmente ci sono tante altre misure che andrebbero prese, ma qui ho voluto sottolineare quelle davvero di emergenza e di rottura con le politiche economiche che ci hanno portato a questo disastro.

...



Ciò che mi piace più di tutto è che in buona sostanza si va a ribaltare completamente l'approccio all'economia seguito negli ultimi decenni.

15/04/2013, 11:24

Atlanticus81 ha scritto:

Un estratto dell'articolo "Disoccupazione: era il vero obiettivo dei nostri oligarchi" tratto da

http://www.informarexresistere.fr/2013/ ... z2QWFN3dT2

dove si affrontano alcuni punti che potrebbero essere propedeutici alla "Rinascita Sociale Globale". Non tutti mi trovano d'accordo in realtà, ma certamente c'è materiale su cui discutere e da cui partire!


... bisogna abbandonare totalmente le politiche liberiste che continuano a fallire e a farci fallire. Per metterla in politica bisogna dire no a Berlusconi, ma anche a Ciampi, a Prodi e ovviamente a Monti. Se davvero si vuol abbattere la disoccupazione di massa e considerarla, come fecero tutti i progressisti e gli antifascisti negli anni trenta, il primo nemico della democrazia, allora bisogna rovesciare il tavolo delle misure e dei convincimenti di questi venti anni. Primo, ci vuole un grande intervento pubblico perché il mercato è fallito. Ci vogliono nazionalizzazioni e investimenti pubblici in opere necessarie davvero, abbandonando le varie Tav che producono lauti profitti, ma quasi zero lavoro.

Secondo, bisogna bloccare i licenziamenti subito, imponendo alle multinazionali e alle grandi imprese una vera e propria tassa sociale per il lavoro. Se te ne vai paghi molto di più di quello che ti costa restare, questo deve imporre un potere politico con la schiena dritta.

Terzo, bisogna ridurre qui e ora l’orario di lavoro nelle due modalità conosciute. L’abbassamento dell’età della pensione e la riduzione dell’orario settimanale. Questo non crea nuovo lavoro, ma ridistribuisce quello che c’è in modo più giusto, soprattutto a favore dei giovani e degli esodati, e in prospettiva migliora la stessa produttività.

Quarto, bisogna ridistribuire ricchezza, prima di tutto con il reddito ai disoccupati e poi con l’aumento delle retribuzioni e delle pensioni più basse.
Questo perché bisogna smetterla di pensare che l’economia riparta vendendo Ferrari e Armani ai benestanti e ai ricchi nel mondo. Siamo troppi in Italia per vivere solo di questo. Naturalmente ci sono tante altre misure che andrebbero prese, ma qui ho voluto sottolineare quelle davvero di emergenza e di rottura con le politiche economiche che ci hanno portato a questo disastro.

...



Ciò che mi piace più di tutto è che in buona sostanza si va a ribaltare completamente l'approccio all'economia seguito negli ultimi decenni.



si bravi, invece di rilanciare l'occupazione la si distrugge completamente. Ancora con queste teorie vetuste di estrema sinistra, inapplicabili e disatrose.

In questomodo le multinazionali, se ne vanno , centinaia di migliaia di disoccupati in più.
E l'evasione fiscale aumenta ancora di più, perchè chi ha i soldi e anche tanti, guadagnati con il suo lavoro non vuole regalarli a chi non ha mai lavorato per poi ,( essendo considerato un benestante), doversi pagare tutto , servizi, cure mediche e altro.
La solidarietà va bene, ma dev'essere equa e bidirezionale. Non un furto con mentalità parassitarie.

Poi nazionalizzare, bravi, cos' il debito pubblico esplode ancora di più ...

Comunque sono misure antistoriche e quindi sono tranquillo che non potranno realizzarsi.
[8D]

15/04/2013, 12:05

Per la verità l'idea di nazionalizzare aziende e banche mi sembrava un idea in voga anche durante il ventennio fascista, ma forse mi sbaglio... [;)]

Ma aldilà di vetuste etichette ragioniamo sui benefici e sui malefici dei punti suggeriti dall'articolo.. e sulla giustizia di specifici aspetti dell'attuale modello economico, ti va?! [;)]

Per esempio non trovo giusto che la gente sia costretta a lavorare fino a 70 anni. Inoltre, l'abbassamento dell'età pensionabile permetterebbe di liberare posti di lavoro per i giovani che faticano a entrare nel mondo del lavoro. Mi sembra di leggere sui giornali economici livelli di disoccupazione giovanile più che preoccupanti; sintomo che qualcosa nel mercato del lavoro non gira come dovrebbe.

Inoltre credo che una più equa ridistribuzione della ricchezza attraverso la fiscalità sia più che doveroso in un paese come questo.

E l'evasione fiscale aumenta non per i motivi che hai detto tu, ma perchè, personalmente, mi fa schifo dover pagare l'IMU per coprire il c*** ai banchieri (vedi MPS) - sarei ben più soddisfatto di sapere che quei soldi serviranno ad aiutare una persona in difficoltà perchè un giorno potrei esserci io, in difficoltà.

Ma di certo non starò mai seduto alla scrivania della MPS a giocare con i derivati! [:(!]

01/05/2013, 21:02

Ultima modifica di Atlanticus81 il 01/05/2013, 21:05, modificato 1 volta in totale.

30/05/2013, 16:23

La decrescita è donna

Secondo alcuni studiosi le prime società umane sedentarie erano di stampo matriarcale, ovvero ponevano a capo del loro vivere sociale una figura femminile, generalmente la più anziana, la quale aveva maggiore esperienza nel comprendere e prevedere l’entità degli eventi atmosferici e nel determinare quali fossero i momenti migliori per la semina e la raccolta.

Il maschio era infatti addetto alla caccia, quindi quasi sempre lontano dal villaggio, mentre le donne si erano autorganizzate per fronte alle necessità sociali. A seguito di siccità, eventi climatici disastrosi, aumento demografico, scontri con le popolazioni nomadi e altre necessità, alcune di queste tribù dovettero riprendere a spostarsi e per conquistare un nuovo pezzo di terra, o per difendere quello che già avevano, dovettero armarsi.

Questa “corsa agli armamenti” portò inevitabilmente ad una supremazia del maschio sulla femmina, in quanto il primo, dedito alla caccia e di costituzione fisica più robusta, era il più adatto all’uso delle armi. Questa nuova società che pone al centro il maschio, si è evoluta fino ai giorni nostri, relegando la parte femminile al margine della società (sia che la donna venisse disprezzata, sia che venisse idealizzata per qualità variabili nel corso della storia, lasciandola però in un “piedistallo” lontano dai nodi decisionali).

Se ci pensate, quando si vuole parlare di qualcosa di serio, si dice ancora che si tratta di un “discorso fra uomini”. Certo, ci sono state eroine o donne forti (anche se sconosciute alla Storia con la S maiuscola) che si sono scontrate con gesta, esempi o parole contro lo Status quo, ma la maggior parte delle donne ha accettato l’ordine dei valori maschilisti e, anche una volta raggiunte posizioni di potere, ha replicato lo stesso schema di valori (basti pensare ad Elisabetta I o a Margareth Tatcher). Ma quali sono questi valori che basano l’impostazione maschilista della società?

I maschi sono competitivi, rivaleggiano continuamente fra di loro (sia in maniera fisica che in modalità più “civili”, tipo scontri verbali e convenzioni sociali) e si sentono riconosciuti attraverso la posizione che giocano all’interno di un dato contesto sociale. L’economia moderna e contemporanea non è altro che questo: una competizione continua per essere meglio degli altri e sentirsi riconosciuti in questa gara. Naturalmente, come ogni gara che si rispetti, la competizione economica ha bisogno di un metro di giudizio unico e riconosciuto che stabilisca chi ha effettivamente vinto: il cronometro per i velocisti, il pallone d’oro per i calciatori, il conto in banca per gli uomini economici. Ora, dato che esibire il proprio conto in banca risulta un po’ scomodo e anche pericoloso, gli uomini hanno scelto vari status simbol che mostrassero il loro valore monetario.

Questa competizione sfrenata basata sul valore monetario, si è trasferita anche alle nazioni (passando dal militare all’economico) ed è simboleggiata dal PIL, formula magica inventata prima della seconda guerra mondiale ma che ha iniziato a decidere i destini del mondo poco dopo la sua fine. Nella società maschilista, le nazioni competono per avere il PIL più forte, e se cooperano fra loro (l’Unione Europea ne è un esempio), lo fanno solo come alleanza strumentale per poter competere con nazioni più forti.

Non esiste una vera cooperazione fra nazioni, anche se i politici ne parlano tanto, perché i valori su cui si basa la società derivano dall’orizzonte psicologico maschile, e quindi quel che conta è superare l’altro, non cooperarci: ogni cooperazione o aiuto è solo un’alleanza strumentale al miglioramento delle prestazioni del singolo paese.

Con ciò non voglio dire che i maschi siano incapaci di mostrare generosità: basti solo pensare alla foto di Coppi e Bartali che si scambiano la borraccia sul passo del Galibier (Tour de France del 1952) per capire che esistono maschi capaci di vedere nell’altro non solo un concorrente, ma anche un essere umano in difficoltà. Quello che intendo è che la competizione è un retaggio culturale più maschile che femminile.

Nell’universo dei valori femminili, infatti, è più importante la cooperazione e l’aiuto reciproco in momenti di difficoltà, atteggiamenti che comunque non impediscono che si formino degli attriti ,o addirittura dell’astio, all’interno delle comunità. Lungi da me esaltare una società femminista senza vederne i limiti e i difetti: non esiste una società perfetta dove tutti vanno d’amore e d’accordo, lo scontro è sempre dietro l’angolo e non va rinnegato né demonizzato, fa parte del nostro essere esseri umani.

Quello che voglio dire è che le donne sono più capaci di cooperare veramente per il bene comune, e non per l’arricchimento personale o per volontà di supremazia sugli altri. Si lavora tutti per tutti, si litiga, si stringono amicizie che si intrecciano con odi e dissapori, ma quel che conta è arrivare tutti insieme, nessuno escluso: questo è il succo della cooperazione.

Inoltre, ultima differenza, mentre il maschio è portato ad esplorare nuovi territori, nuove realtà, da dove poter attingere nuove forze (nel mondo economico ricchezze) per poter sostenere la propria competizione con gli altri maschi, la donna è invece più portata a gestire quello che già c’è con le risorse presenti, tenendo conto delle necessità presenti e future.

Ma dove voglio arrivare con questo discorso? Torniamo al breve riassunto storico esposto all’inizio: società matriarcale, che poi, per varie ragioni, diventa maschilista. Questa società di evolve, le nazioni dimostrano la loro forza con la guerra, poi viene inventata l’economia, viene creato il PIL, e le nazioni e gli uomini si confrontano sulla sfera economica.

Cosa vuol dire tutto questo?

Che sull’altare dell’economia è possibile sacrificare qualunque cosa, perché la ricchezza misura la grandezza del singolo e delle nazioni, e dunque anche il loro classificarsi sulla scala sociale e politica. Quindi, per poter crescere o guadagnare, si può investire sulla natura, sugli oceani, sugli ospedali, sull’istruzione, sulla dignità della persona, e non si deve essere giudicati per questo, perché queste azioni, in un mondo post-morale, seguono l’etica della ricchezza, l’unica rimasta valida e riconosciuta, per cui il mio fine (l’arricchimento), può giustificare qualunque mezzo, in quanto rispetto l’etica dominante, mentre l’azzeramento consumistico della moralità impedisce condanne morali troppo grandi sul mezzo stesso.

In pratica: far lavorare i bambini del terzo mondo per fare le scarpe sottopagati è giusto in quanto il mio fine è la competitività sul mercato per continuare ad arricchirmi. Il mezzo, che si giustifica nel fine, non è neanche completamente condannabile in quanto quei bambini, lavorando, possono iniziare ad arricchirsi, e quindi rientrano ancora una volta nell’etica dell’arricchimento: le altre etiche che provano a contrapporsi a quella dell’arricchimento (quella dei diritti, quella della dignità umana, del lavoro non per arricchimento, etc..), non sono abbastanza forti perché non sembrano riuscire a dare una risposta a tutte le richieste del mondo moderno, mentre l’etica dell’arricchimento può, da sola, dirigere tutto e semplificare il mondo in poche semplici regole, avendo dalla sua uno strumento di misurazione unico e concreto, il denaro. Per competere è necessario un’etica semplificata, capace di darci sempre la misura di chi è il più forte; ma per vivere, e soprattutto per vivere bene, queste semplificazioni risultano pericolose e nocive.

Cosa c’entra allora tutto il discorso che ho affrontato sulle differenze fra etica femminile e etica maschile?

La donna, affidandosi alla cooperazione più che alla competizione, può vedere negli altri modelli di vita non dei demoni o dei retrogradi da schiacciare, ma esempi da prendere in considerazione. In un mondo in cui le risorse si stanno esaurendo e la competizione si sposta sempre di più su livelli estremistici, una filosofia, una visione del mondo, femminile può insegnarci a preservare quello che è rimasto e a cooperare per migliorare il mondo, accogliendo e non distruggendo, perché la complessità del mondo moderno non si può risolvere con una semplice reductio ad monetam. Per alimentare la competizione (valore maschile) c’è bisogno di espandersi per accumulare forze e ricchezze, ma in un mondo in cui espandersi significa sempre di più schiacciare il prossimo e la natura, occorre cooperare e preservare (valori femminili) per riuscire a vivere bene e a vivere tutti.

E la decrescita? Come dice Latouche, la decrescita è una matrice di idee, essa raccoglie in sé e può raccogliere, le più svariate visioni del mondo, che magari da sole sarebbero incapaci di spiegare la vasta gamma di realtà dell’universo contemporaneo. In una parola, la decrescita è femminile, sia perché vuole preservare e non conquistare, sia perché vuole cooperare con tutte le idee, e non affermare un’idea totalizzante del mondo. La decrescita, a livello filosofico, è la risposta ai nostri tempi, in quanto si è dimostrata al contempo capace di riconoscerne la complessità e di accettare con umiltà la necessità di più pensieri diversi fra loro per spiegarlo. La decrescita è donna, e il futuro delle nostre società non può che essere femminile, con tutti i capovolgimenti economici, politici e sociali che questo comporta.

Michele Raspanti

http://decrescitafelice.it/2013/05/la-d ... a-e-donna/

Questo discorso si ricollega al tema delle millenarie società gilaniche presenti in Europa (e forse anche in altre aree del mondo) prima dell'arrivo dei Kurgan di cui ho parlato in un altro thread. Vedasi al riguardo anche le ricerche di Marija Gimbutas reperibili on-line.
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