Cioè, esiste un'organizzazione segreta di livello mondiale che modifica la storia creando e distruggendo regimi ed ideologie (e da secoli) e non riescono a far sparire Tremonti?


Sulla realtà, non mi esprimo più, visto che, beh, non vorrei passare per un altro "patentato"...

Non sono perfetti nemmeno loro.

Non è certo Tremonti ad aver voluto l' euro.

Comprendo la tua rabbia e ne hai ragione, ma guarda che il nemico è da un altra parte.

Disoccupati, solo nel sud sono oltre un milione
Nel nord sono il 35 %, mentre nel centro Italia, sono il 18 %. In Campania il tasso più alto tra le regioni, il 15 %. Segue la Sicilia che detiene la maglia nera per il settore femminile

Disoccupati, solo nel sud sono oltre un milione Un ufficio di collocamento
ROMA - E' noto come sia il Mezzogiorno a contare le schiere più numerose di disoccupati, ma gli ultimi dati dell'Istat rendono ancora più evidente l'emergenza lavoro.

A inizio 2011 sono, infatti, un milione, ovvero la metà del totale, le persone alla ricerca di un posto al Sud. Basti pensare che in Campania il tasso di disoccupazione supera il 15% e le altre regioni meridionali poco si scostano da questi livelli, scontando tutte un tasso a doppia cifra. Molto diversa la situazione al Nord, dove, soprattutto il Trentino Alto Adige e la Valle d'Aosta, ma anche l'Emilia Romagna e il Veneto possono vantare quote di senza lavoro esigue, pari a circa un terzo rispetto a quelle registrate nel Mezzogiorno.

Insomma, i dati dell'Istat riferiti al primo trimestre del 2011 parlano chiaro: dei 2,155 milioni di disoccupati in tutto il Paese circa il 50% si trova al Sud (1,003 milioni), il 35% al Nord (762 mila), e la parte rimanente al Centro (il 18% pari a 390 mila). Le cifre descrivono, quindi, un'Italia perfettamente spaccata in due. E non stupisce così che il tasso delle persone alla ricerca di un impiego nella parte meridionale del Paese sia doppio a confronto con il resto del Paese.

Un quadro più dettagliato emerge analizzando le forze lavoro regione per regione. A fare il pieno di disoccupati, è, appunto, la Campania che registra sia il tasso più alto (15,6%), che il numero complessivo maggiore (286 mila). Ciò significa che questa sola regione assorbe il 13% dei disoccupati in
Italia. E la Sicilia mette a segno una performance molto simile, tanto che insieme le due regioni arrivano a totalizzare oltre mezzo milione di disoccupati. Se si guarda alla situazione delle donne, le quote di senza lavoro lievitano ancora, con la Sicilia che detiene la maglia nera, registrando per la componente femminile un tasso del 18,1%.

Risalendo la Penisola, i tassi di disoccupazione si abbassano fino ad arrivare a regioni come il Trentino Alto Adige (3,9%) o la Valle D'Aosta (4,4%), dove le persone alla ricerca di un impiego sono quasi "mosche bianche". Tra le grandi regioni italiane molto bene fanno l'Emilia Romagna, che limita la quota al 5,2% e il Veneto (5,4%).

http://www.repubblica.it/economia/2011/ ... -18932044/

Come corri..... la questione Tremonti, è appena iniziata..

Questo è quello che diceva nel 2008....



Ha descritto perfettamente lo scenario mondiale e gli aventi alle porte, che poi si sono avverati alla virgola, citando, per la prima volta in tv, tutte quelle cose che a te piace tanto ignorare.....

Come ho detto tempo fa su queste pagine... se non ci fosse stato Tremonti, oggi, saremmo nelle stessa identica situazione della Grecia.

E' l'unica persona seria di questo Governo cialtrone.

Tuttavia, non basta un uomo solo per fermare questo processo di distruzione.

La posta in gioco è troppo alta. Infatti, mentre la Grecia ha dato in garanzia le isole per salvarsi.... nella nostra bella italietta le garanzie più appetibili sono costituite da qualcosa di inestimabile valore.... e cioè il più grande patrimonio artistico del mondo.

E scusa se è poco.......

FANTASMI DELLA REALTA’

Tratto da: http://www.altrainformazione.it/wp/2011 ... banchieri/

Lo spettacolo offerto dagli “attori” italiani è tragico e surreale al tempo stesso. Berlusconi, Tremonti, Bossi, recitano a meraviglia i loro piccoli scontri sul bilancio, sul trasferimento di qualche Ministero al Nord, sulla necessità del governo centrale di aiutare lo smaltimento dei rifiuti a Napoli, come se davvero questi fossero i problemi politici di una Nazione che non soltanto deve provvedere alla vita ordinata di 60 milioni di persone ma che, per la sua posizione geografica, per i suoi impegni con l’Ue e con la Nato, è al centro di interessi economici e militari a livello mondiale.
Le opposizioni stanno al gioco con una puntualità e una solerzia quasi incredibili, tenendo ben fissa l’attenzione dei cittadini, ma in apparenza anche la propria, sui piccoli particolari di queste dispute come se davvero fossero racchiusi qui i maggiori problemi degli Italiani. Se qualche volta la polemica sembra diventare più forte, è soltanto perché lo scambio di invettive ha assunto termini maggiormente violenti e volgari, ma si tratta in tutti i casi di invettive a vuoto: servono ad alimentare la commedia. Della politica vera, dei drammatici problemi veri, non parla nessuno, né al governo né all’opposizione.

nel caso come mi auguro di no , dovesse fallire l'Italia trascinerebbe tutti con se? L'italia non deve fallire!!! O finisce l'Europa!!
Trovate un modo,qualunque esso sia ... ma ABBATTETE le speculazioni !!!

Ma il bello è che la crisi è nata per debiti privati (la bolla immobiliare e la gente che non riusciva più a pagare i mutui), e ora attaccano l'Italia per il suo debito pubblico. Ha ragione Tremonti a voler conteggiare nel debito della "nazione" non solo quello dello Stato ma anche quello privato. Però qua come al solito non si riesce a far valere le proprie ragioni: un politico che ha buone idee ma che non riesce a portare a casa nulla vale ZERO, e comunque MENO di uno che magari ha solo una idea una ma riesce a realizzarla.

Adesso mi vengono a parlare di coesione nazionale (tutti, ovvio), ma quando il Governo metteva la fiducia su manovre che non hanno fatto altro che posdatare gli eventi (crescita, crescita, signori, anche un mese di corso da economa domestica ti fa quadrare i conti), magari per tenere unita la maggioranza, non c'era bisogno di coesione nazionale.

E scusate l'ennesima gufata, ma pare proprio ance a me che ormai siamo nella cacca.

Teoricamente questo sarebbe un atto di guerra contro l'Italia. Stanno cercando di mandare in rovina l'economia del nostro Paese, e, scusatemi, non credo proprio che certe azioni speculative possano essere compiute dal pensionato di Miami che gioca in Borsa con la pensione.

Speculazione, speculazione, ma nessuno dice mai chi è che specula.

Allora devono vietare del tutto le speculazioni solo così possiamo salvarci! E' possibile vietarle,si o no? se si cosa aspettano che l'italia vada in default!
In un giorno siamo passati da 246 a oltre 300 ma vi rendete conto!! + di 60 punti in un solo giorno

Nessuno?

E' una vita che lo vado dicendo......

Il debito dei Maiali

I Maiali d'Europa, detti PIIGS, sono cinque: Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia. "Siam cinque piccoli porcellin, siamo cinque fratellin mai nessun ci dividerà, tralalalalà!". Maiali contagiosi, portatori di peste suina. Una peste chiamata debito con cui hanno infettato l'Europa.
In caso di default di un Maiale, i suoi creditori sono anch'essi a rischio fallimento. I Paesi europei devono salvare i Maiali per salvare sé stessi. La Grecia ha un debito verso l'Europa di 236 miliardi di dollari, il Portogallo di 286 miliardi, l'Irlanda di 867 miliardi, la Spagna di 1.100 miliardi e l'Italia, la grande infettatrice, di 1.400 miliardi.
I Maiali si indebitano anche a vicenda. La Grecia deve 9,6 miliardi di dollari al Portogallo che ne deve 58 alla Spagna che ne deve 14 all'Irlanda. E' un gioco di specchi del debito in cui alla fine tutti possono rimanere con in mano il cerino acceso. Se fallisce la Grecia, l'Europa si può salvare, l'onda d'urto del suo debito negli altri Paesi europei è gestibile. Se falliscono la Spagna o l'Italia, l'euro cessa di esistere. Maggiore è il debito pubblico di un Maiale europeo, più la propagazione dell'infezione è rapida e i suoi effetti distruttivi.
I PIIGS hanno ceduto attraverso i debiti, una quota della loro malattia. Hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità con le possibilità degli altri. Il contagio è già in atto.
L'Italia, il Maiale con il più importante debito europeo, ha tre grandi creditori che può far fallire quando vuole (è il potere del debito): Gran Bretagna con 77 miliardi di dollari, Germania con 190 miliardi e la Francia con 511 miliardi. La Francia ha un credito nei confronti dell'Italia pari al 20% del suo PIL. L'Italia ha ceduto quindi ai francesi una quota di sovranità nazionale (chi possiede il tuo debito è, fino a quando fallisci, il tuo padrone). Si spiega così la fretta di importare centrali nucleari francesi in Italia. Sarkozy lo vuole! Il debito italiano val bene cinque centrali. L'Europa è unita dal debito interconnesso.
Il nodo con il debito più importante è l'Italia. Nel suo centocinquantenario è un motivo per essere orgogliosi. Nessuno come noi può far fallire l'Europa e, forse, ci riusciremo! Maiale si nasce e noi modestamente lo nascemmo.
Personalmente mi vengono i brividi a leggere questi post di beppe, ma purtroppo è la pura realtà....

TREMONTI E IL BRODO DEL DEFAULT

di Eugenio Benetazzo - 8 Luglio 2011
Nel Pdl c'è la volontà di scalzare il ministro, ormai divenuto un personaggio scomodo. La crisi dei Pigs sta facendo emergere la necessità per i Paesi europei di tornare a una propria politica monetaria nazionale. L'unica exit strategy per l'Italia sarà una superpatrimoniale sui risparmi, per drenare risorse e coprire i deficit

TREMONTI E IL BRODO DEL DEFAULT
Eugenio Benetazzo Uno contro tutti. Il Ministro Tremonti è oggetto di attacco da parte dei partiti. Dopo l'uscita di ieri sul collega di Governo Brunetta, oggi Berlusconi replica: "Lo sopporto perché lo conosco da tempo e va accettato così. Ma è l'unico che non fa il gioco di squadra" . E Brunetta rilancia: "Cretino è chi parla solo ai mercati".
Critiche proferite all'unisono, che fanno emergere più di un dubbio. Forse il Ministro dell'Economia, dopo la presentazione della manovra finanziaria, è diventato un personaggio scomodo, perché ha reso pubblico il vero stato dei conti italiani, e il possibile rischio default per il nostro Paese?

"E' una lettura molto plausibile, anche a fronte dei recenti cambiamenti di outlook nei confronti del nostro Paese da parte delle agenzie di rating internazionali. Quello che sta accadendo sul piano politico, con la litigiosità addirittura all'interno della stessa fazione politica, fa capire che siamo innanzi anche a un probabile cambio di governance all'interno del Pdl, in cui sembra ci sia la volontà da parte di Berlusconi di non ricandicarsi nel 2013 e a fronte di questo il desiderio di scalzare un personaggio che adesso sta diventando scomodo come Tremonti. Probabilmente è l'unico soggetto che dal punto di vista tecnico in questo momento potrebbe dare maggiori garanzie e serenità agli investitori istituzionali e agli osservatori sul piano politico del nostro Paese, quindi quello che sta accadendo dovrebbe essere inquadrato all'interno di questo contesto di lettura."

Tutto questo succede perché la classe politica vuole tirare a campare, demandando al prossimo governo l'adozione di alcune misure, tra cui ad esempio il taglio ai costi della politica...

"Questo tipo di manovra, come abbiamo visto anche in passato nemmeno la sinistra si è fatta molto portavoce di cambiamenti radicali soprattutto nei costi della rappresentanza popolare e nella gestione della cosa pubblica, potrebbe essere il tentativo di spostare in avanti una scelta dal punto di vista dell'elettorato molto impopolare che è quella di andare a aumentare la pressione fiscale attraverso operazioni che purtroppo sembrano essere sempre più necessarie. Consideriamo quello che è stato recentemente proposto e poi anche per fortuna abbandonato in merito alla tassazione sui depositi e le giacenze dei conti correnti bancari italiani. Adesso si sta tentando di individuare quelli che possono essere dei serbatoi da cui attingere in termini di fiscalità straordinaria per tamponare quelle che stanno diventando esigenze di cassa sempre più inderogabili per il Paese: la crisi cosiddetta dei Pigs ha fatto saltare i Paesi originariamente più deboli: la Grecia e il Portogallo, adesso cominciano a emergere le preoccupazioni anche per Spagna e Italia, quindi, e questo non è solo il mio pensiero, ma anche quello di altri analisti e osservatori indipendenti, è che forse da qui a due anni quello che è emerso e ha colpito la Grecia lo dovremmo percepire e vedere anche in l'Italia e in Spagna."

L'Italia ce la farà?

"Dobbiamo tener conto che questa non è una crisi, è un mutamento epocale, una fase di emergenza storica che sta colpendo quasi tutta l'Europa e i paesi occidentali a fronte dell'emersione in Oriente di un'altra area che è destinata a diventare la locomotiva del pianeta dal punto di vista economico, anche considerando il gradiente demografico. Dobbiamo chiederci se l'Italia ce la farà a rimanere all'interno dell'Unione Europea, anche se ad oggi uno dei principali sponsor di questa appartenenza è proprio la Germania che non desidera trovarsi l'Italia come principale concorrente, competitor nel momento in cui dovesse uscire dall'area di consolidamento dell'Euro. Quella che è una certezza sono i moniti che ormai sono arrivati in più battute non solo da testate giornalistiche internazionali e prestigiose, ma soprattutto da voci di interlocutori accademici, mi riferisco ad ex premi Nobel e ad economisti di rilievo internazionale che hanno, in più occasioni, fatto notare come ormai per l'Europa la disfatta è vicina, nel senso che non è più pensabile continuare a mantenere e a obbligare a stare insieme oltre 20 economie che tra di loro in comune non hanno proprio niente.
Questa è la lettura che si fa sull'Euro e su quello che sta emergendo con la crisi dei Pigs. La manovra che è stata portata avanti ieri da Trichet con l'ulteriore ritocco ai tassi di interesse fa capire quello che sta accadendo, qui abbiamo una politica monetaria che è completamente disgiunta, centralizzata con una testa a sé stante in cui il corpo è lasciato allo sbando, è lasciato andare per la propria strada. Al momento attuale in Europa, in particolar modo nei paesi periferici e quelli dell'area mediterranea, c'è la necessità di ripristinare una propria politica monetaria nazionale indipendente per spingere quelle che sono le istanze, le necessità delle singole economie. La cosiddetta crisi dei Pigs fa proprio percepire questo, quanto al momento attuale vi siano delle problematiche strutturali dal punto di vista macroeconomico di crescita e di stabilità dei conti pubblici che sono profondamente diverse tra l'Europa cosiddetta del Nord e "virtuosa" e l'Europa del Sud, mediterranea o periferica.
Ritengo che a breve l'Italia abbia ancora delle credenziali da spendere rispetto agli altri Paesi, presupponendo o facendo presente il quantitativo di denaro sottoforma di risparmi accantonati dalla popolazione italiana che sono oltre 8 trilioni di Euro, suddivisi tra patrimoni immobiliari e mobiliari, che rappresentano una strepitosa base imponibile per una tassazione una tantum, per una superpatrimoniale, per un prelievo coatto. Sostanzialmente esiste per l'Italia ancora una exit strategy che è quella di purgare, colpire improvvisamente i contribuenti per drenare risorse e mettere queste risorse a disposizione alla copertura di deficit che ormai sarebbero inderogabili.