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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/08/2015, 08:08 
Wolframio ha scritto:
Che dice il governo forse lo senti da questo reporter spagnolo in Siria

Guarda su youtube.com



Intanto:
Siria, aereo russo evacua 87 persone
http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... bbdbf.html



un servizio giornalistico così
in italia ce lo sogniamo..
ma a me semlicemente
pare che della siria
NON PARLI NESSUNO..
silenzio tombale insomma..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/08/2015, 15:14 
Isis, decapitato in Siria 82enne ex direttore del sito archeologico di Palmira
Khaled Asaad era uno dei più importanti studiosi del Medio Oriente. Ha dedicato la sua vita alle antiche rovine della città patrimonio dell'Unesco. Il corpo appeso a una colonna nel centro storico. La notizia riportata dal Guardian. E intanto continuano gli scontri nel Paese: attentato contro una sede delle forze armate curde provoca almeno tredici morti
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... a/1967339/


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/08/2015, 16:51 
mik.300 ha scritto:
Wolframio ha scritto:
Che dice il governo forse lo senti da questo reporter spagnolo in Siria

Guarda su youtube.com



Intanto:
Siria, aereo russo evacua 87 persone
http://www.rainews.it/dl/rainews/artico ... bbdbf.html



un servizio giornalistico così
in italia ce lo sogniamo..
ma a me semlicemente
pare che della siria
NON PARLI NESSUNO..
silenzio tombale insomma..


..infatti ne parlano solo in caso di necessita',intanto continua l'opera di destabilizzazione della siria,in base alle famose teorie di obama,cosi' facendo si rischia di consegnarla al califfato,con relativa ondata migratoria verso l'europa....... [:287] [:287]


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/08/2015, 17:54 
nemesis-gt ha scritto:
Isis, decapitato in Siria 82enne ex direttore del sito archeologico di Palmira
Khaled Asaad era uno dei più importanti studiosi del Medio Oriente. Ha dedicato la sua vita alle antiche rovine della città patrimonio dell'Unesco. Il corpo appeso a una colonna nel centro storico. La notizia riportata dal Guardian. E intanto continuano gli scontri nel Paese: attentato contro una sede delle forze armate curde provoca almeno tredici morti
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... a/1967339/


mi chiedo quale sia l'interesse dell'ISISS di andare a prendere questo studioso ed ucciderlo. Tanta briga pe uccidere un archeologo o in generale uno studioso? Gatta ci cova :)



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/08/2015, 18:03 
Chissà se tra un tagliagole, un fanatico e un agente della CIA si nasconde anche un corpo speciale tipo Ahnenerbe nazista?

[:p]



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/08/2015, 18:04 
ci metterei la mano sul fuoco!



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/08/2015, 20:14 
Ma certo che sì.

I tagliagole occupano il sito e i finanziatori occulti passano a fare shopping... il resto va al mercato nero o se immobile distrutto per lo spettacolo.



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Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/08/2015, 20:57 
Asaad era stato arrestato e interrogato per più di un mese dai militanti musulmani sunniti e, prima del loro arrivo nella zona, era riuscito a nascondere in un luogo segreto centinaia di statue. Non si esclude che anche questo possa aver portato alla sua uccisione. Asaad era noto per diversi lavori scientifici su Palmira, pubblicati su riviste archeologiche internazionali. Nel corso degli ultimi decenni aveva lavorato con missioni archeologiche statunitensi, francesi, tedesche e svizzere.
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/si ... 502a.shtml


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/08/2015, 21:17 
Sbriciolare la Siria, con missili Usa e mercenari jihadisti

Scritto il 19/8/15 • nella Categoria: segnalazioni Condividi Tweet

«Quand’è che un cambio di regime non è un cambio di regime? Quando il regime di turno resta al potere ma perde la sua capacità di governare effettivamente. Ed è questo l’obiettivo della politica estera Usa in Siria, impedire al presidente Bashar Al Assad di governare il paese senza necessità di rimuoverlo fisicamente dall’ incarico». Lo afferma un osservatore internazione come Mike Whitney. «L’idea è semplice: scatenare “jihadisti” appoggiati dietro le quinte per catturare e tenere in scacco vasti territori del paese, in modo che il governo centrale non sia in effettivo controllo del suo paese. E’così che l’amministrazione Obama vorrebbe chiudere l’affare Assad, rendendolo irrilevante». La strategia è spiegata nel dettaglio in uno scritto del Brookings Institute a firma Michael O’Hanlon intitolato: “Decostruire la Siria: una nuova strategia per la più complessa tra le guerre americane”. «L’unico modo realistico di procedere da qui in avanti – afferma O’Hanlon – sarebbe in effetti un piano per decostruire efficacemente la Siria».

La comunità internazionale, scrive l’analista Usa, dovrebbe «lavorare a creare sacche» fuori dal controllo di Damasco, per poi «espanderle nel tempo». Letteralmente: «Forze americane, saudite, turche, britanniche, giordane e di altri Stati arabi agirebbero da costante supporto, non soltanto via aria, ma anche mediante l’uso di forze speciali di terra quando necessario», al fianco degli “elementi moderati” sul terreno (“moderati” come quelli che fecero uso di armi chimiche per poi incolpare della strage il regime). «Questo approccio – continua O’Hanlon – consentirebbe di trarre vantaggio dagli ampi spazi aperti desertici siriani che consentirebbero la creazione di zone cuscinetto che si potrebbero tenere sotto costante controllo per riconoscere in tempo ogni possibile segno di attacco nemico». L’obiettivo intermedio, aggiunge lo stratega del Brookings Insitute, sarebbe «una Siria confederale, costituita da varie zone largamente autonome», cioè sottoposte a una forza occidentale «che addestri e equipaggi ulteriori reclute, in modo che le zone possano essere stabilizzate ed eventualmente espanse».

«Non è questa la strategia di fondo che vediamo in gioco in Siria già adesso?», si domanda Whitney in un post su “Counterpunch” tradotto da “Come Don Chisciotte”. «E’il caso di notare come O’Hanlon non considera mai neanche un attimo le implicazioni morali di cancellare una nazione sovrana, di uccidere decine di migliaia di civili e di sradicarne altrettanti dalle loro dimore. Questo genere di cose sono semplicemente indifferenti per gli esperti che concepiscono queste strategie imperiali. E’ solo altra farina da macinare». Whitney fa notare inoltre che l’autore dello studio si riferisce a “zone cuscinetto” e “zone sicure”, ovvero «i medesimi termini che sono stati usati ripetutamente nell’ambito dell’accordo Usa-Turchia sull’uso da parte degli americani della base aerea di Incirlik». La Turchia ha chiesto agli Usa di assistere nella creazione di queste “zone sicure” lungo il confine Nord della Siria, in modo che fungano da “santuari” per l’addestramento delle cosiddette forze moderate da impiegare nella “guerra contro l’Isis”. Questo è il piano di O’Hanlon per frammentare lo Stato in milioni di enclaves disconnesse tra loro, «ognuna retta da un manipolo di mercenari armati, affiliati ad Al Qaeda o signori della guerra locali».

«Ecco il sogno di Obama di una “Siria liberata”, uno Stato fallito precipatato nell’anarchia con una bella spruzzata di basi americane sopra, così che si potranno arraffare ed estrarne tutte le risorse senza impedimenti», aggiunge Whitney. «Quello che Obama vuole evitare a tutti i costi è un altro imbarazzante flop come l’Iraq, dove la rimozione di Saddam ha lasciato un vuoto di potere e una sensazione di insicurezza che ha portato a violenta e protratta rivolta che è costata cara agli Usa in termini di sangue, finanze e credibilità internazionale». Ecco la strategia oggi è diversa: «Gli obiettivi non sono mai cambiati, cambiano solo i metodi». Il piano, ammete lo stesso O’Hanlon, «non sarebbe diretto soltanto contro l’Isil, ma in parte anche contro Assad, senza mirare a rovesciarlo direttamente, ma piuttosto a negargli ogni possibilità di tornare a governare i territori su cui potrebbe aspirare a riottenere il controllo». Le “zone autonome” sarebbero “liberate” «con l’esplicito intendere che non torneranno mai sotto controllo di Assad o eventuale successore». E attenzione: «Se Assad continuasse a rifiutare di accordarsi per l’esilio, prima o poi si ritroverebbe vicino a costanti minacce al suo potere, se non alla sua persona».

Tutto questo, conclude Whitney, significa che «la Siria è designata come laboratorio per la gran strategia per i cambi di regime di O’Hanlon, una strategia nella quale Assad figura come porcellino d’India da esperimenti numero uno». E’ lo stesso O’Hanlon a spiegare che questo piano «scoraggerebbe chi possa pensare che Washington si accontenti di tollerare il governo Assad in quanto male minore». In pratica, per come la vede O’Hanlon, la Casa Bianca dovrebbe «abbandonare la pretesa di stare combattendo l’Isis e ammettere esplicitamente che l’imperativo è “Assad deve sparire”», chiarisce Whitney. Secondo O’Hanlon, «questo aiuterebbe a sistemare le cose con altri membri della coalizione che hanno dubbi rispetto alle reali intenzioni di Washington». L’uomo del Brookings Institute parla chiaro: «Squadre di supporto multilaterali, divise in forze speciali di terra e unità di difesa aerea devono essere sempre pronte al dispiegamento nelle diverse parti della Siria ogni volta che le forze di opposizione riescano a conquistare e mantenere nuove postazioni sicure. Questa chiaramente sarebbe la parte più delicata, e il dispiegare squadroni sarebbe sempre pericoloso. Non bisognerebbe mai ordinare missioni in fretta e furia, ma farlo in maniera ponderata, tuttavia è parte indispensabile dello sforzo».

Traduzione di Whitney: «Stivali americani marceranno sul suolo della Siria, possiamo scommetterci. Va benissimo fare il miglior uso della carne da cannone jihadista per condurre la carica e indebolire il nemico, poi al momento giusto basta mandare la prima squadra e si è chiuso l’affare. Questo vuol dire invio di forze speciali, “no fly zone” su tutta la Siria, basi militari sul campo e una bella campagna di propaganda per continuare a convincere la “sheeple” (sheep+people, popolazione gregge) che per difendere la sicurezza nazionale Usa occorre necessariamente distruggere la Siria». Tutto questo, aggiunge Whitney, diventerà chiaro nella “fase due” della guerra, che è sul punto di intensificarsi. Per O’Hanlon, nonostante i rischi, il livello di coinvolgimento militare diretto degli Usa «non sarebbe particolarmente più sostanziale di quello che è stato necessario in Afghanistan durante l’ultimo anno».

Per cui, «sarebbe auspicabile che il presidente Obama non guardasse alla questione come un problema da lasciare in eredità al successore, ma piuttosto come una crisi urgente che richiede tutta la sua attenzione e la definizione di una nuova strategia al più presto». Ed ecco dunque il piano per «fare a pezzi la Siria, precipitarla in una crisi umanitaria anche peggiore di quella in cui già si trova e fare crollare Assad senza dover andare in prima persona a rimuoverlo dall’ufficio», scrive Whitney. «Un bel po’ di massacro e distruzione», in un mini-saggio di appena 1.100 parole. «Complimenti all’autore per le doti di sintesi. A noi non resta che domandarci se questi cervelloni stretegici pensano mai a quanto dolore comportano le loro grandi strategie, se gliene freghi almeno qualcosa delle conseguenze». Il piano, peraltro, sembra già in marcia. Subito dopo l’accordo con l’Iran, Obama ha promosso la “no fly zone” sul Kurdistan siriano: prima mossa dell’atroce risiko di cui parla O’Hanlon.

«Quand’è che un cambio di regime non è un cambio di regime? Quando il regime di turno resta al potere ma perde la sua capacità di governare effettivamente. Ed è questo l’obiettivo della politica estera Usa in Siria, impedire al presidente Bashar Al Assad di governare il paese senza necessità di rimuoverlo fisicamente dall’ incarico». Lo afferma un osservatore internazione come Mike Whitney. «L’idea è semplice: scatenare “jihadisti” appoggiati dietro le quinte per catturare e tenere in scacco vasti territori del paese, in modo che il governo centrale non sia in effettivo controllo del suo paese. E’così che l’amministrazione Obama vorrebbe chiudere l’affare Assad, rendendolo irrilevante». La strategia è spiegata nel dettaglio in uno scritto del Brookings Institute a firma Michael O’Hanlon intitolato: “Decostruire la Siria: una nuova strategia per la più complessa tra le guerre americane”. «L’unico modo realistico di procedere da qui in avanti – afferma O’Hanlon – sarebbe in effetti un piano per decostruire efficacemente la Siria».

La comunità internazionale, scrive l’analista Usa, dovrebbe «lavorare a creare sacche» fuori dal controllo di Damasco, per poi «espanderle nel tempo». Letteralmente: «Forze americane, saudite, turche, britanniche, giordane e di altri Stati arabi Immagineagirebbero da costante supporto, non soltanto via aria, ma anche mediante l’uso di forze speciali di terra quando necessario», al fianco degli “elementi moderati” sul terreno (“moderati” come quelli che fecero uso di armi chimiche per poi incolpare della strage il regime). «Questo approccio – continua O’Hanlon – consentirebbe di trarre vantaggio dagli ampi spazi aperti desertici siriani che consentirebbero la creazione di zone cuscinetto che si potrebbero tenere sotto costante controllo per riconoscere in tempo ogni possibile segno di attacco nemico». L’obiettivo intermedio, aggiunge lo stratega del Brookings Insitute, sarebbe «una Siria confederale, costituita da varie zone largamente autonome», cioè sottoposte a una forza occidentale «che addestri e equipaggi ulteriori reclute, in modo che le zone possano essere stabilizzate ed eventualmente espanse».

«Non è questa la strategia di fondo che vediamo in gioco in Siria già adesso?», si domanda Whitney in un post su “Counterpunch” tradotto da “Come Don Chisciotte”. «E’il caso di notare come O’Hanlon non considera mai neanche un attimo le implicazioni morali di cancellare una nazione sovrana, di uccidere decine di migliaia di civili e di sradicarne altrettanti dalle loro dimore. Questo genere di cose sono semplicemente indifferenti per gli esperti che concepiscono queste strategie imperiali. E’ solo altra farina da macinare». Whitney fa notare inoltre che l’autore dello studio si riferisce a “zone cuscinetto” e “zone sicure”, ovvero «i medesimi termini che sono stati usati ripetutamente nell’ambito dell’accordo Usa-Turchia sull’uso da parte degli americani della base aerea di Incirlik». La Turchia ha chiesto agli Usa di assistere nella creazione di queste “zone sicure” lungo il confine Nord della Siria, in modo che fungano da “santuari” per l’addestramento delle cosiddette forze moderate da Immagineimpiegare nella “guerra contro l’Isis”. Questo è il piano di O’Hanlon per frammentare lo Stato in milioni di enclaves disconnesse tra loro, «ognuna retta da un manipolo di mercenari armati, affiliati ad Al Qaeda o signori della guerra locali».

«Ecco il sogno di Obama di una “Siria liberata”, uno Stato fallito precipatato nell’anarchia con una bella spruzzata di basi americane sopra, così che si potranno arraffare ed estrarne tutte le risorse senza impedimenti», aggiunge Whitney. «Quello che Obama vuole evitare a tutti i costi è un altro imbarazzante flop come l’Iraq, dove la rimozione di Saddam ha lasciato un vuoto di potere e una sensazione di insicurezza che ha portato a violenta e protratta rivolta che è costata cara agli Usa in termini di sangue, finanze e credibilità internazionale». Ecco la strategia oggi è diversa: «Gli obiettivi non sono mai cambiati, cambiano solo i metodi». Il piano, ammete lo stesso O’Hanlon, «non sarebbe diretto soltanto contro l’Isil, ma in parte anche contro Assad, senza mirare a rovesciarlo direttamente, ma piuttosto a negargli ogni possibilità di tornare a governare i territori su cui potrebbe aspirare a riottenere il controllo». Le “zone autonome” sarebbero “liberate” «con l’esplicito intendere che non torneranno mai sotto controllo di Assad o eventuale successore». E attenzione: «Se Assad continuasse a rifiutare di accordarsi per l’esilio, prima o poi si ritroverebbe vicino a costanti minacce al suo potere, se non alla sua persona».

Tutto questo, conclude Whitney, significa che «la Siria è designata come laboratorio per la gran strategia per i cambi di regime di O’Hanlon, una strategia nella quale Assad figura come porcellino d’India da esperimenti numero uno». E’ lo stesso O’Hanlon a spiegare che questo piano «scoraggerebbe chi possa pensare che Washington si accontenti di tollerare il governo Assad in quanto male minore». In pratica, per come la vede O’Hanlon, la Casa Bianca dovrebbe «abbandonare la pretesa di stare combattendo l’Isis e ammettere esplicitamente che l’imperativo è “Assad deve sparire”», chiarisce Whitney. Secondo O’Hanlon, «questo aiuterebbe a sistemare le cose con altri membri della coalizione che hanno dubbi rispetto alle reali intenzioni di Washington». L’uomo del Brookings Institute parla chiaro: «Squadre di supporto multilaterali, divise in forze speciali di terra e unità di difesa aerea devono essere sempre pronte al dispiegamento nelle diverse parti della Siria ogni volta che le forze di opposizione riescano a conquistare e mantenere nuove postazioni sicure. Questa chiaramente sarebbe la parte Immaginepiù delicata, e il dispiegare squadroni sarebbe sempre pericoloso. Non bisognerebbe mai ordinare missioni in fretta e furia, ma farlo in maniera ponderata, tuttavia è parte indispensabile dello sforzo».

Traduzione di Whitney: «Stivali americani marceranno sul suolo della Siria, possiamo scommetterci. Va benissimo fare il miglior uso della carne da cannone jihadista per condurre la carica e indebolire il nemico, poi al momento giusto basta mandare la prima squadra e si è chiuso l’affare. Questo vuol dire invio di forze speciali, “no fly zone” su tutta la Siria, basi militari sul campo e una bella campagna di propaganda per continuare a convincere la “sheeple” (sheep+people, popolazione gregge) che per difendere la sicurezza nazionale Usa occorre necessariamente distruggere la Siria». Tutto questo, aggiunge Whitney, diventerà chiaro nella “fase due” della guerra, che è sul punto di intensificarsi. Per O’Hanlon, nonostante i rischi, il livello di coinvolgimento militare diretto degli Usa «non sarebbe particolarmente più sostanziale di quello che è stato necessario in Afghanistan durante l’ultimo anno».

Per cui, «sarebbe auspicabile che il presidente Obama non guardasse alla questione come un problema da lasciare in eredità al successore, ma piuttosto come una crisi urgente che richiede tutta la sua attenzione e la definizione di una nuova strategia al più presto». Ed ecco dunque il piano per «fare a pezzi la Siria, precipitarla in una crisi umanitaria anche peggiore di quella in cui già si trova e fare crollare Assad senza dover andare in prima persona a rimuoverlo dall’ufficio», scrive Whitney. «Un bel po’ di massacro e distruzione», in un mini-saggio di appena 1.100 parole. «Complimenti all’autore per le doti di sintesi. A noi non resta che domandarci se questi cervelloni stretegici pensano mai a quanto dolore comportano le loro grandi strategie, se gliene freghi almeno qualcosa delle conseguenze». Il piano, peraltro, sembra già in marcia. Subito dopo l’accordo con l’Iran, Obama ha promosso la “no fly zone” sul Kurdistan siriano: prima mossa dell’atroce risiko di cui parla O’Hanlon.

Source: Sbriciolare la Siria, con miss... e mercenari jihadisti | LIBRE



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 20/08/2015, 23:46 
Michael Flynn, ex capo della Defense Intelligence Agency (DIA): "Penso che sia stata una decisione. Penso che sia stata una decisione volontaria"

Gli Stati Uniti non hanno impedito l'ascesa di gruppi jihadisti anti-governativi in Siria poi degenerato nello Stato islamico. A parlare è l'ex capo della Defense Intelligence Agency americana, che in un rapporto segreto del 2012 aveva accuratamente predetto la loro ascesa.

In un'intervista a Mehdi Hasan, il tenente generale in pensione Michael Flynn, ex capo della Defense Intelligence Agency (DIA) conferma i sospetti iniziali che Washington stava monitorando gruppi jihadisti emergenti come opposizione in Siria.

Flynn ritiene che il governo degli Stati Uniti non ha ascoltato la sua agenzia di proposito.
"Penso che sia stata una decisione. Penso che sia stata una decisione volontaria ", ha detto l'ex capo della DIA.

Il rapporto della DIA presentata nel mese di agosto 2012 affermava che "i salafiti, i Fratelli Musulmani, e AQI [Al-Qaeda in Iraq] erano le forze principali che guidavano l'insurrezione in Siria," sostenute da "Occidente, Paesi del Golfo e la Turchia . "

Il documento recentemente divulgato attraverso il Freedom of Information Act (FOIA), analizza la situazione in Siria, nell'estate del 2012 e prevede: "Se la situazione degenera, vi è la possibilità di stabilire un principato salafita dichiarato o non dichiarato in Siria orientale ... e questo è esattamente ciò che i poteri di sostegno all'opposizione vogliono, al fine di isolare il regime siriano ".

Il rapporto mette in guardia da "terribili conseguenze", perché permetterebbe di Al-Qaeda di riconquistare le sue posizioni in Iraq e unificare le forze sunnite jihadiste in Iraq, la Siria e il resto dei sunniti nel mondo arabo contro tutte le altre minoranze musulmane essi considerano dissidenti.

"ISI (lo Stato Islamico dell'Iraq) potrebbe anche dichiarare uno Stato islamico attraverso la sua unione con altre organizzazioni terroristiche in Ir

aq e Siria, che creerà un grave pericolo per quanto riguarda la possibilità di unificare l'Iraq e la protezione del suo territorio", il rapporto DIA aveva previsto correttamente.

A differenza del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, che si precipitò ad etichettare il memo DIA declassificati come poco rilevanti subito dopo il suo declassamento, l'ex capo della DIA ha espresso piena fiducia nella relazione del 2012.

Quando Hasan di Al Jazeera ha chiesto Flynn perché non ha cercato di fermare gli Stati Uniti rispetto ai trasferimenti di armi verso gli estremisti islamici, il generale in pensione, ha detto: "Odio dire che non è il mio lavoro, ma il mio lavoro è stato quello di garantire la precisione della nostra intelligence ", ha detto Flynn, che è stato anche direttore dell'intelligence per il Joint Special Operations Command (JSOC) durante la ricerca degli Stati Uniti a Bin Laden.
Notizia del: 11/08/2015

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews ... 2&pg=12540


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MessaggioInviato: 21/08/2015, 10:54 
Siria, l’Isis distrugge il monastero cattolico di Mar Elian a Qaryqatayn
l’Isis ha distrutto nelle scorse ore il monastero cattolico di Mar Elian a Qaryqatayn, vicino a Homs in Siria, costruito nel quinto secolo dopo Cristo. La stessa Isis ha diffuso un video con i bulldozer al lavoro tra le rovine. Nel video – in realtà una serie di fotografie in successione – si vede innanzi tutto la profanazione della chiesa, seguita dalla riesumazione dei resti di Sant’Elian – ucciso dai romani nel 285 – a cui il monastero era dedicato, e quindi la distruzione dello storico complesso, situato nel deserto siriano.

Il monastero, considerato uno dei centri cattolici più importanti della Siria, era stato ricostruito a diverse riprese nel corso dei secoli e accoglieva ogni anno il 9 settembre in occasione della festa del santo, migliaia di pellegrini. Il responsabile del monastero, padre Jacques Mouraud, è stato rapito nel maggio scorso, probabilmente dall’Isis stessa.

https://www.youtube.com/watch?v=DsFW4wtkDlA

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... 90/9/#foto


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MessaggioInviato: 21/08/2015, 11:15 
nemesis-gt ha scritto:
Siria, l’Isis distrugge il monastero cattolico di Mar Elian a Qaryqatayn
l’Isis ha distrutto nelle scorse ore il monastero cattolico di Mar Elian a Qaryqatayn, vicino a Homs in Siria, costruito nel quinto secolo dopo Cristo. La stessa Isis ha diffuso un video con i bulldozer al lavoro tra le rovine. Nel video – in realtà una serie di fotografie in successione – si vede innanzi tutto la profanazione della chiesa, seguita dalla riesumazione dei resti di Sant’Elian – ucciso dai romani nel 285 – a cui il monastero era dedicato, e quindi la distruzione dello storico complesso, situato nel deserto siriano.

Il monastero, considerato uno dei centri cattolici più importanti della Siria, era stato ricostruito a diverse riprese nel corso dei secoli e accoglieva ogni anno il 9 settembre in occasione della festa del santo, migliaia di pellegrini. Il responsabile del monastero, padre Jacques Mouraud, è stato rapito nel maggio scorso, probabilmente dall’Isis stessa.

https://www.youtube.com/watch?v=DsFW4wtkDlA

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... 90/9/#foto



questo fatto di cancellare la memoria
a suon di bulldozer.
.
mi ricorda certe pratiche sioniste...



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Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 21/08/2015, 12:38 
israele già sta preparando il terreno, hanno detto che nella parte siriana governata da assad hanno sparato 4 razzi contro una città israeliana. si come no immagino


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 21/08/2015, 14:11 
mik.300 ha scritto:
nemesis-gt ha scritto:
Siria, l’Isis distrugge il monastero cattolico di Mar Elian a Qaryqatayn
l’Isis ha distrutto nelle scorse ore il monastero cattolico di Mar Elian a Qaryqatayn, vicino a Homs in Siria, costruito nel quinto secolo dopo Cristo. La stessa Isis ha diffuso un video con i bulldozer al lavoro tra le rovine. Nel video – in realtà una serie di fotografie in successione – si vede innanzi tutto la profanazione della chiesa, seguita dalla riesumazione dei resti di Sant’Elian – ucciso dai romani nel 285 – a cui il monastero era dedicato, e quindi la distruzione dello storico complesso, situato nel deserto siriano.

Il monastero, considerato uno dei centri cattolici più importanti della Siria, era stato ricostruito a diverse riprese nel corso dei secoli e accoglieva ogni anno il 9 settembre in occasione della festa del santo, migliaia di pellegrini. Il responsabile del monastero, padre Jacques Mouraud, è stato rapito nel maggio scorso, probabilmente dall’Isis stessa.

https://www.youtube.com/watch?v=DsFW4wtkDlA

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08 ... 90/9/#foto



questo fatto di cancellare la memoria
a suon di bulldozer.
.
mi ricorda certe pratiche sioniste...


queste pratiche sono descritte per filo e per segno nella Bibbia da YHWH :) l'ISISS non è di matrice islamica ma Sionista e lo si vede chiaramente dal flusso di denaro ve dal modus operandi.

Ma non lo si può dire se no i sionisti si mettono a strepitare ed a sbavare ed a fare le vittime ed a ricordarci i forni e le barbarie Naziste :) Come se essere CONTRO una ideologia politica (il sionismo) significasse essere contro un popolo (i SEDICENTI ebrei).



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 22/08/2015, 10:51 
Panico a bordo di un Thalys, il treno ad alta velocità in servizio tra Amsterdam e Parigi. Una persona ha aggredito i viaggiatori, sparando, forse con un kalashnikov. Sarebbe avvenuto nella tratta tra Bruxelles e Arras, nel nord della Francia.

L’uomo è stato fermato da alcuni militari americani in tenuta civile, che si trovavano casualmente sul treno. Ad Arras è stato preso in consegna dalla polizia francese. Il fatto sarebbe avvenuto dopo le 18. La società Thalys ha postato un tweet rassicurante, specificando che « i viaggatori sono ora al sicuro, la situazione è sotto controllo ».

Fra i tre feriti, secondo il sito della Voix du Nord, un quotidiano del Nord della Francia, ci sarebbe anche un attore molto noto nel Paese, Jean-Hugues Anglade. Il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, si sta recando sul posto. Si teme che dietro all’assalto ci sia ancora una volta l’integralismo islamico.


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