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05/07/2014, 18:40

Roma, 5 lug. (Adnkronos) - "I primi consuntivi sugli andamenti dei saldi mostrano segnali molto differenziati. Indifferenza, semplice curiosità, qualche buona presenza nei grandi centri commerciali e in quelli griffati e netta differenziazione tra Nord e Sud dove si perpetua la forte contrazione". E' quanto dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. Si conferma, così, la complicatissima situazione del mercato, peraltro già registrata lo scorso anno. Come emerge, sia dai primi consuntivi e dalle nostre previsioni, le cose non andranno molto meglio nel proseguire della stagione: "possiamo quindi confermare i dati (oggi arricchiti da quelli reali) del sondaggio a campione realizzato dall'O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori dal quale risulta che, dopo la drammatica contrazione dello scorso anno (di oltre il -9%), la stagione estiva 2014 segnerà un'ulteriore diminuzione tra il -3% ed il -4%". Appena una famiglia su tre acquisterà a saldo, secondo i consumatori, con una spesa che si attesterà a circa 113 euro a famiglia. Il giro di affari complessivo ammonterà quindi a meno di 1 miliardo di euro (per la precisione 912 milioni di euro)."Per contrastare tale tendenza è necessario, come ribadiamo da anni, attuare una piena liberalizzazione delle vendite promozionali - concludono i consumatori - inoltre, per rimettere concretamente in moto la domanda interna è indispensabile ampliare la platea delle misure di sostegno al reddito già realizzate, anche a pensionati, incapienti e famiglie numerose, oltre ovviamente investimenti per il lavoro.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... uisti.aspx

..anzike'le continue comparsate televisive,senza contradittorio,il renzie nazionale farebbe cosa giusta cercare di trovare una soluzione al problema che ci affligge x dare agli italiani un decente tenore di vita...................

05/07/2014, 19:09

Pirateria, le nuove "tasse" su pc e tablet E una pennetta Usb costerà 9 euro in più

Nel decreto Franceschini - non ancora pubblicato ma letto da ilfattoquotidiano.it - i sovrapprezzi
che andranno alla Siae come "risarcimento" preventivo. Da 5,20 euro per un pc a 20 per un hard disk


Nel decreto firmato da Franceschini - non ancora pubblicato ma che ilfattoquotidiano.it ha potuto leggere - il sovrapprezzo che i consumatori dovranno pagare alla Siae come "risarcimento" preventivo per eventuali diritti d'autore violati. 5,20 euro per un computer, addirittura 9 per una semplice pennetta Usb. Il testo sostanzialmente identico a un documento Siae circolato nei mesi scorsi
5,20 euro per un Pc – quali che ne siano le caratteristiche – e 5,20 per uno smartphone o un tablet se dotati di capacità di memoria superiore a 32 Giga [rispettivamente 3, 4 o 4,80 euro se la capacità è inferiore ovvero fino a 8 giga, da 8 a 16 giga o da 16 a 32 giga]. Quattro euro, invece, per televisori dotati di capacità di registrazione, cui, peraltro, dovranno aggiungersi quelli dovuti per il supporto di registrazione che si tratti di una pendrive Usb o di un hard disk. Fino a 20 euro per un hard disk e fino 9 per una pendrive Usb.

Sono queste alcune delle nuove tariffe del cosiddetto equo compenso per copia privata, risultato degli aumenti disposti da Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle attività culturali con il Decreto firmato lo scors0 20 giugno ma, sin qui, curiosamente, non pubblicato né sulla Gazzetta Ufficiale né sul sito Istituzionale del Ministero.

A rivelarle per primo, Gianfranco Giardina, questa mattina di buon ora, sulle pagine di Dday. Le tariffe, pubblicate da Giardina, peraltro, trovano tutte puntuale conferma in una copia del Decreto della quale siamo venuti in possesso.

Sono – come peraltro era già dato immaginare dalle anticipazioni contenute nel comunicato stampa del Ministero dello scorso 20 giugno ed in quello, di pari data, della Siae – aumenti tariffari da capogiro che costeranno ai consumatori italiani oltre 150 milioni di euro l’anno e porteranno nelle casse della Siae– solo a titolo di rimborsi di costi di gestione – oltre 10 milioni di euro cui andranno ad aggiungersi importi egualmente esorbitanti grazie agli interessi bancari ed ai proventi finanziari che la Società maturerà avendo in deposito la montagna di denaro in questione.

Ma scorrendo il testo del Decreto, oltre ai numeri, ci sono altri aspetti che balzano agli occhi e colorano questa vicenda delle tinte fosche dei peggiori esempi di buona amministrazione.

Cominciamo dal principio. La legge prevede che il Ministro dei beni e delle attività culturali aggiorni – e, non necessariamente aumenti – le tariffe dell’equo compenso, sentito il Comitato permanente sul diritto d’autore e le associazioni di categoria dei produttori di tecnologia. Nessun riferimento, dunque, alla Siae.

Eppure il Decreto che il Ministro Franceschini ha firmato è stato, sostanzialmente, dettato proprio dalla Siae, soggetto che, nella partita, è portatore di un doppio interesse, evidentemente, di parte sia in quanto rappresentante di autori ed editori destinatari ultimi del compenso sia perché, più sono alte le tariffe dell’equo compenso maggiore è l’importo che essa trattiene per sé a titolo di rimborso dei costi di gestione.

Nessun Ministro della Repubblica dovrebbe lasciarsi suggerire cosa scrivere in un proprio decreto da un soggetto portatore di un palese ed evidente proprio interesse di parte.

Eppure è sufficiente mettere a confronto il testo decreto firmato da Dario Franceschini con quello circolato, tra gli addetti ai lavori, nei mesi scorsi e stampato su carta intestata della Siae per avvedersi che, salvo un paio di marginali, scostamenti i due testi sono esattamente identici. Le cifre degli aumenti tariffari proposte dalla Siae sono state, sostanzialmente, recepite al centesimo di euro, nel Decreto del Ministro Franceschini.

E’ un fatto inaccettabile che, probabilmente, in un Paese normale giustificherebbe le immediate dimissioni di chi ha consentito che un’amministrazione apicale dello Stato venisse asservita agli interessi di parte di un soggetto come la Siae.

Ma non basta. C’è un altro passaggio del Decreto firmato da Franceschini e in attesa di pubblicazione che getta sconforto in chiunque creda che la macchina dello Stato dovrebbe operare nell’interesse di tutti e secondo principi di obiettività e ragionevolezza.

Vale la pena riportare letteralmente uno stralcio del Decreto: “CONSIDERATO che la discrezionalità tecnica demandata dalla norma primaria all’amministrazione, nell’esercizio della funzione di aggiornamento triennale del compenso… si connota di elementi di equità integrativa come evidenziato dalla fonte comunitaria… che usa la locuzione ‘equo compenso’ e RITENUTO, pertanto, che l’aggiornamento non debba corrispondere in modo vincolato a un criterio puramente ricognitivo di dati aritmetici in ordine all’evoluzione tecnica, all’ingresso sul mercato e nell’uso comune di nuovi dispositivi, agli spostamenti delle abitudini di impiego e/o alla capacità di memoria degli apparecchi e dei supporti… ma debba tenere conto delle informazioni e dei dati acquisiti, nonché dei diversi punti di vista e delle proposte delle categorie interessate, al fine di definire un punto di equilibrio tra le opposte esigenze, di assicurare da un lato, la giusta remunerazione dell’attività creativa e artistica degli autori e degli interpreti ed esecutori, nonché dei produttori… e dall’altro un’incidenza proporzionata e ragionevole del meccanismo di prelievo alla fonte… tale da non colpire in modo eccessivo i settori produttivi interessati dal prelievo medesimo”.

Un modo come un altro per dire che le decisioni del Ministro in termini di aumenti tariffari – almeno secondo il Ministro – non dovrebbero necessariamente avere solide basi obiettive, matematiche o statistiche.

Per capire l’importanza e, a un tempo, la gravità del passaggio contenuto nel Decreto, bisogna tornare indietro con la memoria di qualche mese a quando, l’ex Ministro dei Beni e delle attività culturali Massimo Bray – che, evidentemente, la pensava diversamente – commissionò una ricerca di mercato che accertò come gli italiani fanno sempre meno “copie private” e, comunque, è raro che usino per farne tablet e smartphone.

Quella inserita dal Ministero nel decreto è dunque una giustificazione non richiesta –e per la verità anche poco condivisibile – che suggerisce di ricordare il vecchio proverbio latino secondo il quale: excusatio non petita, accusatio manifesta ovvero se non hai niente di cui giustificarti, non scusarti.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07 ... k/1050722/

05/07/2014, 19:50

(Mi sa che è arrivato il momento ...) [8)]

05/07/2014, 20:03

si ma se si paga questo equo compenso a questo punto se mi copio un cd non mi devono rompere le scatole visto che ho già pagato la multa preventiva ^_^

Il paese delle banane non c'è niente da fare e la gente continua a votare sti teste di minkiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

05/07/2014, 20:14

MaxpoweR ha scritto:

si ma se si paga questo equo compenso a questo punto se mi copio un cd non mi devono rompere le scatole visto che ho già pagato la multa preventiva ^_^

Il paese delle banane non c'è niente da fare e la gente continua a votare sti teste di minkiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa


Ma è costituzionale questa cosa?!

Allora domani potrebbero chiederci 100 euro in più sul bollo per le preventive violazioni al codice della strada.

1000 euro in più come condono preventivo per tasse evase etc.etc.

Allora datemi pure 1 anno di carcere preventivo così possiamo liberamente prendere a pugni gli esattori di equitalia!!!

[:(!]

05/07/2014, 20:19

vedi atlanticus,in italia quando ci sono tasse da pagare tutto e' costituzionale..........siamo proprio la repubblica delle banane................... [;)] addirittura a volte le fanno retroattive [;)]

06/07/2014, 08:20

.. Ma se hanno messo addirittura la tassa sulle ... multe! [:(!]
Votate, votate le sinistre ... [^]

06/07/2014, 10:00

nemesis-gt ha scritto:

Pirateria, le nuove "tasse" su pc e tablet E una pennetta Usb costerà 9 euro in più

Nel decreto Franceschini - non ancora pubblicato ma letto da ilfattoquotidiano.it - i sovrapprezzi
che andranno alla Siae come "risarcimento" preventivo. Da 5,20 euro per un pc a 20 per un hard disk


Nel decreto firmato da Franceschini - non ancora pubblicato ma che ilfattoquotidiano.it ha potuto leggere - il sovrapprezzo che i consumatori dovranno pagare alla Siae come "risarcimento" preventivo per eventuali diritti d'autore violati. 5,20 euro per un computer, addirittura 9 per una semplice pennetta Usb. Il testo sostanzialmente identico a un documento Siae circolato nei mesi scorsi
5,20 euro per un Pc – quali che ne siano le caratteristiche – e 5,20 per uno smartphone o un tablet se dotati di capacità di memoria superiore a 32 Giga [rispettivamente 3, 4 o 4,80 euro se la capacità è inferiore ovvero fino a 8 giga, da 8 a 16 giga o da 16 a 32 giga]. Quattro euro, invece, per televisori dotati di capacità di registrazione, cui, peraltro, dovranno aggiungersi quelli dovuti per il supporto di registrazione che si tratti di una pendrive Usb o di un hard disk. Fino a 20 euro per un hard disk e fino 9 per una pendrive Usb.

Sono queste alcune delle nuove tariffe del cosiddetto equo compenso per copia privata, risultato degli aumenti disposti da Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle attività culturali con il Decreto firmato lo scors0 20 giugno ma, sin qui, curiosamente, non pubblicato né sulla Gazzetta Ufficiale né sul sito Istituzionale del Ministero.

A rivelarle per primo, Gianfranco Giardina, questa mattina di buon ora, sulle pagine di Dday. Le tariffe, pubblicate da Giardina, peraltro, trovano tutte puntuale conferma in una copia del Decreto della quale siamo venuti in possesso.

Sono – come peraltro era già dato immaginare dalle anticipazioni contenute nel comunicato stampa del Ministero dello scorso 20 giugno ed in quello, di pari data, della Siae – aumenti tariffari da capogiro che costeranno ai consumatori italiani oltre 150 milioni di euro l’anno e porteranno nelle casse della Siae– solo a titolo di rimborsi di costi di gestione – oltre 10 milioni di euro cui andranno ad aggiungersi importi egualmente esorbitanti grazie agli interessi bancari ed ai proventi finanziari che la Società maturerà avendo in deposito la montagna di denaro in questione.

Ma scorrendo il testo del Decreto, oltre ai numeri, ci sono altri aspetti che balzano agli occhi e colorano questa vicenda delle tinte fosche dei peggiori esempi di buona amministrazione.

Cominciamo dal principio. La legge prevede che il Ministro dei beni e delle attività culturali aggiorni – e, non necessariamente aumenti – le tariffe dell’equo compenso, sentito il Comitato permanente sul diritto d’autore e le associazioni di categoria dei produttori di tecnologia. Nessun riferimento, dunque, alla Siae.

Eppure il Decreto che il Ministro Franceschini ha firmato è stato, sostanzialmente, dettato proprio dalla Siae, soggetto che, nella partita, è portatore di un doppio interesse, evidentemente, di parte sia in quanto rappresentante di autori ed editori destinatari ultimi del compenso sia perché, più sono alte le tariffe dell’equo compenso maggiore è l’importo che essa trattiene per sé a titolo di rimborso dei costi di gestione.

Nessun Ministro della Repubblica dovrebbe lasciarsi suggerire cosa scrivere in un proprio decreto da un soggetto portatore di un palese ed evidente proprio interesse di parte.

Eppure è sufficiente mettere a confronto il testo decreto firmato da Dario Franceschini con quello circolato, tra gli addetti ai lavori, nei mesi scorsi e stampato su carta intestata della Siae per avvedersi che, salvo un paio di marginali, scostamenti i due testi sono esattamente identici. Le cifre degli aumenti tariffari proposte dalla Siae sono state, sostanzialmente, recepite al centesimo di euro, nel Decreto del Ministro Franceschini.

E’ un fatto inaccettabile che, probabilmente, in un Paese normale giustificherebbe le immediate dimissioni di chi ha consentito che un’amministrazione apicale dello Stato venisse asservita agli interessi di parte di un soggetto come la Siae.

Ma non basta. C’è un altro passaggio del Decreto firmato da Franceschini e in attesa di pubblicazione che getta sconforto in chiunque creda che la macchina dello Stato dovrebbe operare nell’interesse di tutti e secondo principi di obiettività e ragionevolezza.

Vale la pena riportare letteralmente uno stralcio del Decreto: “CONSIDERATO che la discrezionalità tecnica demandata dalla norma primaria all’amministrazione, nell’esercizio della funzione di aggiornamento triennale del compenso… si connota di elementi di equità integrativa come evidenziato dalla fonte comunitaria… che usa la locuzione ‘equo compenso’ e RITENUTO, pertanto, che l’aggiornamento non debba corrispondere in modo vincolato a un criterio puramente ricognitivo di dati aritmetici in ordine all’evoluzione tecnica, all’ingresso sul mercato e nell’uso comune di nuovi dispositivi, agli spostamenti delle abitudini di impiego e/o alla capacità di memoria degli apparecchi e dei supporti… ma debba tenere conto delle informazioni e dei dati acquisiti, nonché dei diversi punti di vista e delle proposte delle categorie interessate, al fine di definire un punto di equilibrio tra le opposte esigenze, di assicurare da un lato, la giusta remunerazione dell’attività creativa e artistica degli autori e degli interpreti ed esecutori, nonché dei produttori… e dall’altro un’incidenza proporzionata e ragionevole del meccanismo di prelievo alla fonte… tale da non colpire in modo eccessivo i settori produttivi interessati dal prelievo medesimo”.

Un modo come un altro per dire che le decisioni del Ministro in termini di aumenti tariffari – almeno secondo il Ministro – non dovrebbero necessariamente avere solide basi obiettive, matematiche o statistiche.

Per capire l’importanza e, a un tempo, la gravità del passaggio contenuto nel Decreto, bisogna tornare indietro con la memoria di qualche mese a quando, l’ex Ministro dei Beni e delle attività culturali Massimo Bray – che, evidentemente, la pensava diversamente – commissionò una ricerca di mercato che accertò come gli italiani fanno sempre meno “copie private” e, comunque, è raro che usino per farne tablet e smartphone.

Quella inserita dal Ministero nel decreto è dunque una giustificazione non richiesta –e per la verità anche poco condivisibile – che suggerisce di ricordare il vecchio proverbio latino secondo il quale: excusatio non petita, accusatio manifesta ovvero se non hai niente di cui giustificarti, non scusarti.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07 ... k/1050722/


In realtà, si vuole omettere che anche quel grande baraccone chiamato SIAE,
sta venendo giù come un castello di carte........... come tutto il resto d'altronde [:o)]

06/07/2014, 13:04

.. per quello vuole i soldi! [^]

06/07/2014, 15:31

Atlanticus81 ha scritto:

MaxpoweR ha scritto:

si ma se si paga questo equo compenso a questo punto se mi copio un cd non mi devono rompere le scatole visto che ho già pagato la multa preventiva ^_^

Il paese delle banane non c'è niente da fare e la gente continua a votare sti teste di minkiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa


Ma è costituzionale questa cosa?!

Allora domani potrebbero chiederci 100 euro in più sul bollo per le preventive violazioni al codice della strada.

1000 euro in più come condono preventivo per tasse evase etc.etc.

Allora datemi pure 1 anno di carcere preventivo così possiamo liberamente prendere a pugni gli esattori di equitalia!!!

[:(!]


Ossignurrrr Paolo mi hai fatto sbellicare! [:264]

07/07/2014, 19:47

il governo ha stanziato ulteriori 2miliardi di euro x portare a termine la ricostruzione irpina,ma dopo i tanti soldi sperperati in quella zona x la ricostruzione,come possa essere possibile nuovi stanziamenti,e' una domanda lecita da porsi,mentre quei in emilia nelle zone terremotate ed ultimamente alluvionate le popolazione ha dovuto arrangiarsi x risolvere i problemi senza che il governo abbia,ad ora,previsto interventi [;)]

08/07/2014, 02:16

Un quotidiano tedesco:
"Italia sull'orlo della bancarotta,
senza lavoro e senza futuro"


Immagine

http://www.nocensura.com/2014/07/un-quo ... .html#more

Berlino - L'Italia e' un Paese con un grande avvenire dietro le spalle: a fare la dura profezia e' la 'Frankfurter Allgemeine Zeitung' (Faz), che in un articolo a tutta pagina dal titolo "Italia, un Paese senza futuro" elenca al lettore tedesco tutto cio' che non va nello Stivale, descrivendo casi concreti di giovani senza lavoro e laureati costretti a occupazioni sottoqualificate.

Per la Faz anche il tramonto dell'era berlusconiana non segna "la fine della situazione precaria di un Paese tra i piu' belli del mondo, ma la conferma di una bancarotta politica ed economica". Il quotidiano spiega che "a molti italiani luccicano gli occhi quando parlano della Germania".

"Difficile convincerli che in Germania non c'e' tutto quel benessere che immaginano", spiega la Faz, che tuttavia si rallegra del fatto che "a differenza della Grecia, nella teste della gente non ci sono sentimenti antitedeschi".

Dopo aver lamentato i tanti privilegi mantenuti dalla casta politica a dispetto della crisi, l'articolo conclude: "Adesso la festa e' finita e sul buffet non e' rimasto niente, il Paese e' sull'orlo della bancarotta" (AGI)

Fonte: ilnord.it

08/07/2014, 02:26

"Difficile convincerli che in Germania non c'e' tutto quel benessere che immaginano", spiega la Faz, che tuttavia si rallegra del fatto che "a differenza della Grecia, nella teste della gente non ci sono sentimenti antitedeschi".


Questo lo dicono loro, ma ad ogni modo non ce l'abbiamo con i tedeschi, o meglio io non ce lh' con i tedeschi, ce l'ho con QUALCHE TEDESCO, che ha preso decisioni del caspio.
Ma non ce l'ho con questi tedeschi tanto quanto ce l'ho con l'intera classe politica italiana degli ultimi 15 anni (prima non è che seguissi\capissi più di tanto) che vorrei vedere processata e condannata a morte per lapidazione.

08/07/2014, 12:34

Vi esorto a leggere quanto riportato nel sottostante link invitandovi a riflettere anche sulla tendenza verso i pagamenti elettronici

E' la storia di un imprenditore che si è visto portar via tutto attraverso: pignoramenti mobiliari ed immobiliari, sfratti, persino al pignoramento dell’unica busta paga del figlio...

... Per un errore da parte di una nota banca...

http://www.finanzainchiaro.it/unicredit ... cidio.html

Ah... le banche... benefattrici dell'umanità...

[xx(] [:(!] [V]

08/07/2014, 14:44

MILANO - Nel 2013 la spesa media mensile per famiglia è stata pari a 2.359 euro, in calo del 2,5% rispetto all'anno precedente. Lo rileva l'Istat, sottolineando che la spesa è diminuita anche in termini reali (l'inflazione lo scorso anno era all'1,2%). Sono i livelli di spesa più bassi da dieci anni, nel 2004 infatti la spesa media era di 2.381 euro. SPENDONO MENO LE COPPIE CON DUE FIGLI
Le famiglie che hanno ridotto di più i loro consumi nel 2013 sono quelle operaie e le coppie con due figli. L'Istituto di Statistica osserva inoltre come la spesa dei nuclei con a capo un operaio sia diminuita in un anno del 5,9% (fino a 2.192 euro di media mensile) e quella delle famiglie composte da due genitori e due figli cala del 4,4%(fino a 2.891 euro). TAGLI SULLA QUALITA' E QUANTITA' DEL CIBO
Continuano ad aumentare le famiglie che hanno ridotto la qualità o la quantità del cibo acquistato fino a raggiungere il 65% nel 2013 dal 62,3% del 2012. La spesa alimentare resta sostanzialmente stabile (passa da 468 euro a 461), nonostante la "diminuzione significativa" di quella per la carne (-3,2%).

http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/pension ... 7292.shtml

oramai la situazione italica da 5 potenza industriale,e' ridotta a livello del terzo mondo,ci si deve risparmiare pure nel vitto,e questi continuano beatamente,la loro opera di demolizione.................................[;)]
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