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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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Ma come... non stavamo uscendo dalla crisi?
Vi prendesse un colpo...




Bce: allarme disoccupazione, peggiorerà ancora

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Bruxelles - Al 10,7 per cento la disoccupazione dell'area euro è aumentata ai massimi da 15 anni a questa parte e rischia di "peggiorare ulteriormente nei trimestri a venire". A lanciare l'allarme è la Banca centrale europea, che rileva come "le condizioni del mercato del lavoro si siano indebolite sulla scia del calo della crescita economica. L'occupazione ha cominciato a ridursi, mentre il tasso di disoccupazione sta aumentando a livelli già elevati".

Peraltro "le indagini non evidenziano per il prossimo futuro alcun miglioramento della situazione del mercato del lavoro: gli indicatori si sono deteriorati".

Nel suo ultimo bollettino mensile, l'istituzione di Francoforte rileva come il tasso di disoccupazione di Eurolandia rimanga "persistemente elevato. Fra dicembre 2011 e gennaio 2012 è passato dal 10,6 al 10,7 per cento, superando l'ultimo massimo registrato nel secondo trimestre del 2010. Di fatto, un livello di disoccupazione come quello attuale non si registrava più dalla metà del 1997. Considerata la crescita sottotono dell'occupazione - aggiunge la Bce - il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere elevato, se non addirittura aumentare nel breve periodo".

Più nello specifico "considerando i risultati delle indagini qualitative disponibili, quelle sulle aspettative di occupazione indicano che, in linea con l'indebolimento dell'attività, le condizioni del mercato del lavoro potrebbero peggiorare ulteriormente nei trimestri a venire", conclude l'istituzione guidata da Mario Draghi.

Moderazione salariale e flessibilità sono cruciali per sostenere il lavoro e ridurre la disoccupazione, afferma la Banca centrale europea. "In generale, nei paesi dell'area euro dove l'aumento del costo del lavoro è stato relativamente sostenuto nel lungo periodo il tasso di disoccupazione è stato più elevato", dice l'istituzione guidata da Mario Draghi in un riquadro di analisi pubblicato nel suo ultimo bollettino mensile. Si tratta di uno studio sulle reazioni delle dinamiche occupazionali al generale andamento dell'economia.

"La moderazione salariale e la flessibilità del lavoro sono quindi essenziali per ridurre la disoccupazione in tali paesi - prosegue la Bce - in particolare allo stadio attuale, considerando che gli indicatori a breve termine segnalano un ulteriore indebolimento delle condizioni del mercato del lavoro.
Pertanto - conclude l'Eurotower - il contenimento della dinamica salariale è cruciale per sostenere i livelli occupazionali".

In generale, la Bce vede "segnali di stabilizzazione" dell'economia dell'area euro, per la quale si attende "una graduale ripresa nel corso del 2012" dopo la fase di indebolimento sul finale d'anno. "Gli indicatori disponibili basati sulle indagini congiunturali confermano segnali di stabilizzazione dell'attività nell'area", ribadisce l'istituzione di Francoforte nell'editoriale del suo ultimo bollettino mensile, che come di consueto ricalca il comunicato letto la settimana precedente dal presidente Mario Draghi al termine del Consiglio direttivo. Queste prospettive "restano tuttavia soggette a rischi al ribasso".

Sul fronte dell'inflazione, il tasso rimarrà superiore al 2 per cento per tutto il 2012, a causa dei rincari di petrolio e energia, anche se ci si aspetta un successivo calmieramento che dovrebbe riportarla a valori in linea con i suoi obiettivi. "Il Consiglio direttivo si attende che l`evoluzione dei prezzi si mantenga in linea con la relativa definizione di stabilità nell`orizzonte rilevante per la politica monetaria. Il ritmo dell`espansione monetaria di fondo rimane moderato", ribadisce la Bce nel suo ultimo bollettino mensile.

Per il momento tuttavia "a fronte di rincari dell`energia e incrementi delle imposte indirette, è ora probabile che nel 2012 i tassi di inflazione si collochino oltre il 2 per cento, con il prevalere di rischi al rialzo". In prospettiva "il Consiglio direttivo si impegna fermamente a preservare la stabilità dei prezzi nell`area dell`euro, in conformità con il proprio mandato".



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MessaggioInviato: 15/03/2012, 11:33 
E' una legge economica.

Banalizzando al massimo, se assorbi ricchezza dal sistema (tasse, meccanismi inflattivi) senza trasformarla in servizi e investimenti produttivi e a questo aggiungi la chiusura dei rubinetti del credito a sostegno di imprese e consumi, ottieni necessariamente i seguenti risultati, e non altri:

- riduzione consumi --> recessione --> chiusura aziende --> disoccupazione --> ulteriore riduzione consumi

Questa catena può essere spezzata solo ed esclusivamente riappropriandosi della sovranità monetaria, al fine di utilizzare la moneta al servizio dell'economia reale, e non viceversa. Con l'euro siamo entrati in una fase dove l'economia reale è al servizio della moneta/finanza... e questo è quanto di peggio possa accadere in una economia.

Non ci possono essere esiti diversi alla politica economica attualmente in essere nell'eurozona - e questo Monti e i suoi amici lo sanno bene, ergo è il vero obiettivo cui vogliono giungere.

Non vedo altre conclusioni logiche.

Se e solo se l'Europa dei popoli (e non un singolo stato, poichè agire da soli significa suicidarsi economicamente) avrà il coraggio di riappropriarsi della propria sovranità monetaria da troppo tempo delegata all'oligarchia privata bancario-finanziaria, allora e solo allora potrà auspicare una vera uscita dalla crisi.



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MessaggioInviato: 15/03/2012, 11:38 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

E' una legge economica.

Banalizzando al massimo, se assorbi ricchezza dal sistema (tasse, meccanismi inflattivi) senza trasformarla in servizi e investimenti produttivi e a questo aggiungi la chiusura dei rubinetti del credito a sostegno di imprese e consumi, ottieni necessariamente i seguenti risultati, e non altri:

- riduzione consumi --> recessione --> chiusura aziende --> disoccupazione --> ulteriore riduzione consumi

Questa catena può essere spezzata solo ed esclusivamente riappropriandosi della sovranità monetaria, al fine di utilizzare la moneta al servizio dell'economia reale, e non viceversa. Con l'euro siamo entrati in una fase dove l'economia reale è al servizio della moneta/finanza... e questo è quanto di peggio possa accadere in una economia.

Non ci possono essere esiti diversi alla politica economica attualmente in essere nell'eurozona - e questo Monti e i suoi amici lo sanno bene, ergo è il vero obiettivo cui vogliono giungere.

Non vedo altre conclusioni logiche.



Per quanto mi riguarda, il tuo discorso non fa una piega che sia una.
Sconcertante è, oramai, che non ci siano politici o semplici cittadini
capaci di reagire a questa situazione....



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MessaggioInviato: 15/03/2012, 12:09 
All’Ecofin va in scena la sottomissione alle banche

Tratto da: Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z1pBNoLweQ

di ByoBlu – Il video blog di Claudio Messora -



A guardare le facce dei ministri dell’economia UE, riuniti all’Ecofin di Bruxelles questa mattina, si può godere di una incantevole vista: sprazzi di impotenza e striature di ipocrisia come solo la mano artistica della democrazia rappresentativa sa tratteggiare. La Commissione Europea, per bocca del Commissario Algirdas Semeta, comunica che, secondo i calcoli, una eventuale imposta sulle transazioni finanziarie (ITP, o FTT in inglese: Financial Transaction Tax) frutterebbe almeno 18 miliardi. Probabilmente di più. I loro interventi sul tema, a tratti, rasentano l’incredibile.

Un’imbarazzata Maria Fekter, ministro dell’economia austriaco, dice: “noi vogliamo dare delle risposte ai cittadini che ci accusano di non fare quasi niente contro i problemi generati dal settore finanziario… E’ opinione diffusa nelle opinioni pubbliche di tutti i Paesi che i mercati ci governino, ci comandino, e non viceversa”. E quindi? E quindi “dobbiamo dimostrare di essere in grado di trovare delle soluzioni”. Ecco, ma per carità, non dev’essere un “dovere”. Dovreste essere convinti.

Tonio Fenech, collega di Malta, magnanimamente riconosce: “capisco il messaggio, a volte trasmesso da noi, secondo cui la crisi si è originata nel settore bancario quindi dobbiamo fare qualcosa, per mandare un messaggio un po’ contro il sistema bancario”. Mi raccomando: solo un po’. Ma subito aggiunge che “lo preoccupa una cosa”, ovvero che le banche sono coloro che ci danno la vita, e non si possono mica colpire, per non cadere in contraddizione. Quindi dovrebbero “esaminare la cosa da un orizzonte più ampio, e non solo perché vogliamo fare qualcosa”.

Jan Kees De Jager, ministro delle finanze olandese, dice che loro sono “molto d’accordo” con la ITP, ma subito dopo si chiede se non ci siano altri modi, perché questa tassazione è davvero, ma davvero allarmante. Quindi, calma, hanno “bisogno di analisi più approfondite sugli effetti collaterali”. Ma conclude anche lui: “sono d’accordo che dobbiamo fare qualcosa”. Ma cosa? Boh.

Mark Hoban, UK, monita che bisogna stare attenti a fare queste cose, perché se si mette l’Iva alle banche, finisce che le banche poi pagano ancor meno di tasse. Chiaro, no?

Margrethe Vestager, presidente di turno, conclude allora che “bisogna capire meglio i costi, perché le regolamentazioni mica arrivano gratis: incidono sul settore finanziario. Quindi ci sono alcuni lati da elaborare, e dobbiamo anche vedere se c’è una strada alternativa”.

Tutti a casa, se ne riparla a giugno. Forse. Mario Monti? Come Pilato: lui non si esprime, facciano gli altri.

http://www.byoblu.com/post/2012/03/13/A ... anche.aspx



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MessaggioInviato: 15/03/2012, 12:16 
... e pensare che mi sono laureato in economia proprio nell'Università cui il rettore era Monti... [;)]

Purtroppo penso che i semplici cittadini siano succubi del sistema e non abbiano la forza, la consapevolezza necessaria per potersi opporre allo stato attuale. Oltrettutto bombardati di trasmissioni televisive svuota-cervello. Ho visto dibattiti pomeridiani e notizie sui giornali incentrati sul tatuaggio di belen a Sanremo, mentre la Grecia affondava, mentre il governo italiano organizzava l'ennesimo prelievo di ricchezza dal sistema, mentre l'europa si arrendeva ai poteri forti che regolano l'economia.

E la politica non è in grado o non vuole prendersi carico dei problemi reali del paese, e ciò dipende dal fatto che registriamo nei ruoli chiave delle stanze della politica quegli stessi artefici del perverso meccanismo che stiamo vivendo.

Basta vedere Bersani e tutta la sinistra, che si stracciava le vesti quando il centro-destra voleva toccare l'articolo 18. Ora tace... in un silenzio assordante, che dimostra tutta la loro incapacità che si trasforma in complicità verso il sistema.

Leggendo la citazione di Goethe in calce alla mia firma, secondo me abbiamo il quadro completo...

... e finchè saremo convinti di essere liberi, nelle nostre case con mutui, nelle nostre dichiarazioni dei redditi, davanti alle nostre televisioni, nei nostri contratti a progetto, interinali, di stage e chi più ne ha più ne metta, potranno tirare la corda finchè vorranno...



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MessaggioInviato: 15/03/2012, 19:49 
5 Nobel economia contro il rigore


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MessaggioInviato: 15/03/2012, 20:43 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


All’Ecofin va in scena la sottomissione alle banche

Tratto da: Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/ ... z1pBNoLweQ

di ByoBlu – Il video blog di Claudio Messora -



A guardare le facce dei ministri dell’economia UE, riuniti all’Ecofin di Bruxelles questa mattina, si può godere di una incantevole vista: sprazzi di impotenza e striature di ipocrisia come solo la mano artistica della democrazia rappresentativa sa tratteggiare. La Commissione Europea, per bocca del Commissario Algirdas Semeta, comunica che, secondo i calcoli, una eventuale imposta sulle transazioni finanziarie (ITP, o FTT in inglese: Financial Transaction Tax) frutterebbe almeno 18 miliardi. Probabilmente di più. I loro interventi sul tema, a tratti, rasentano l’incredibile.

Un’imbarazzata Maria Fekter, ministro dell’economia austriaco, dice: “noi vogliamo dare delle risposte ai cittadini che ci accusano di non fare quasi niente contro i problemi generati dal settore finanziario… E’ opinione diffusa nelle opinioni pubbliche di tutti i Paesi che i mercati ci governino, ci comandino, e non viceversa”. E quindi? E quindi “dobbiamo dimostrare di essere in grado di trovare delle soluzioni”. Ecco, ma per carità, non dev’essere un “dovere”. Dovreste essere convinti.

Tonio Fenech, collega di Malta, magnanimamente riconosce: “capisco il messaggio, a volte trasmesso da noi, secondo cui la crisi si è originata nel settore bancario quindi dobbiamo fare qualcosa, per mandare un messaggio un po’ contro il sistema bancario”. Mi raccomando: solo un po’. Ma subito aggiunge che “lo preoccupa una cosa”, ovvero che le banche sono coloro che ci danno la vita, e non si possono mica colpire, per non cadere in contraddizione. Quindi dovrebbero “esaminare la cosa da un orizzonte più ampio, e non solo perché vogliamo fare qualcosa”.

Jan Kees De Jager, ministro delle finanze olandese, dice che loro sono “molto d’accordo” con la ITP, ma subito dopo si chiede se non ci siano altri modi, perché questa tassazione è davvero, ma davvero allarmante. Quindi, calma, hanno “bisogno di analisi più approfondite sugli effetti collaterali”. Ma conclude anche lui: “sono d’accordo che dobbiamo fare qualcosa”. Ma cosa? Boh.

Mark Hoban, UK, monita che bisogna stare attenti a fare queste cose, perché se si mette l’Iva alle banche, finisce che le banche poi pagano ancor meno di tasse. Chiaro, no?

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Tutti a casa, se ne riparla a giugno. Forse. Mario Monti? Come Pilato: lui non si esprime, facciano gli altri.

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MessaggioInviato: 15/03/2012, 21:27 
Io penso sia solo questione di tempo prima che la gente capisca e reagisca di conseguenza...

Già oggi la consapevolezza sta aumentando a vista d' occhio.

Io attendo....



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Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 16/03/2012, 11:25 
Riporto la questione qui (estrapolata dal topic "MARIO)

Come definire questa lettera? Una crisi di Coscienza?
Forse..... [:I]

"Oggi Greg Smith si è dimesso dalla posizione di funzionario esecutivo di Goldman Sachs
e direttore della sezione statunitense dei derivati azionari per Europa, Medio Oriente e Africa".





Cita:
Angeldark ha scritto:

Cita:
iLGambero ha scritto:

E' stata tradotta qui
http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=10028

[:264]Riportiamola per intero, casomai sfugga a qualcuno...

PERCHÉ STO LASCIANDO GOLDMAN SACHS

DI GREG SMITH
New York Times

Oggi è il mio ultimo giorno a Goldman Sachs. Dopo quasi dodici anni in azienda - prima come tirocinante estivo mentre ero a Stanford, poi a New York per dieci anni, e ora a Londra - credo di aver lavorato abbastanza a lungo per comprendere la traiettoria della sua cultura, della sua gente e della sua identità. E posso dire onestamente che l'ambiente ora è tossico e distruttivo come non l’ho mai visto prima.

Per spiegare la cosa nel modo più semplice, gli interessi del cliente continuano ad essere secondari rispetto al modo in cui opera questa azienda e al pensiero di guadagnare soldi. Goldman Sachs è una delle più grandi e più importanti banche d’investimento al mondo ed è troppo integrale alla finanza globale per poter continuare ad agire in questo modo. La compagnia ha cambiato rotta da quanto ci sono entrato subito dopo l’università, e in buona coscienza non posso dire di potermi identificare con quello che rappresenta.

È probabile che tutto ciò sia sorprendente per il pubblico scettico, ma la cultura è sempre stata una parte vitale del successo di Goldman Sachs. Si basava sul lavoro di gruppo, l'integrità, sull'umiltà, facendo sempre le cose giuste per i clienti. La cultura era la ricetta segreta che fatto grande questa azienda e che ci ha consentito di guadagnare la fiducia dei nostri clienti per 143 anni. Non si tratta solo di soldi; questi non possono sostenere una ditta così a lungo. Si parla di orgoglio e della fiducia dell'organizzazione. Sono triste nel dire che, osservandola oggi, non riesco a vedere traccia della cultura che mi ha fatto amare il lavoro in per questa compagnia per tanti anni. Non ho più l'orgoglio, o la convinzione.

Ma le cose non sono sempre state così. Per più di un decennio ho selezionato e formato i candidati con le nostre estenuanti interviste. Sono stato scelto per essere una delle dieci persone (in un’azienda con più di 30.000 dipendenti) che dovevano apparire sul nostro video per le assunzioni, che viene trasmesso in tutti i campus universitari che visitiamo nel mondo intero. Nel 2006 ho gestito il programma interno estivo per le vendite e il trading a New York per 80 studenti universitari che erano stati scelti, tra le migliaia che si erano proposti.

Ho capito che era giunto il tempo di andarsene quando ho capito che non potevo più guardare gli studenti negli occhi e dirgli quanto fosse bello lavorare per loro.

Quando i libri di storia parlano di Goldman Sachs, potrebbero segnalare che l’attuale direttore esecutivo, Lloyd C. Blankfein, e il presidente, Gary D. Cohn, hanno perso contatto con la cultura dell’azienda. Io credo fermamente che questo declino nella fibra morale dell’azienda rappresenta la minaccia più forte alla sua sopravvivenza nel lungo termine.

Nel corso della mia carriera ho avuto il privilegio di prestare consulenza a due dei maggiori hedge fund del pianeta, a cinque dei più grandi gestori di asset degli Stati Uniti, e a tre dei più importanti fondi sovrani del Medio Oriente e dell’Asia. I miei clienti hanno una base totale di asset superiore al trilione di dollari. Ho sempre provato un forte orgoglio nel consigliare i miei clienti sulle cose migliori per loro, anche se ciò comportava minori entrate per la mia azienda. Questo approccio è diventato sempre più impopolare a Goldman Sachs. Un altro segnale che era ora di andarsene.

Come siamo arrivati a questo punto? La compagnia ha cambiato il modo di concepire la leadership. Prima si basava sulle idee, dando l’esempio e facendo le cose nel modo corretto. Oggi, se guadagni abbastanza soldi per l’azienda (anche senza essere un boia), vieni promosso in una posizione influente.

Tre modi rapidi per diventare un dirigente? a) seguire le "asce" aziendali, che è il modo gergale in Goldman per persuadere i clienti a investire in azioni o in altri prodotti che stiamo tentando di liberarci perché loro vengono hanno un gran profitto potenziale; b) "Caccia agli Elefanti." In inglese: porta i tuoi clienti – alcuni dei quali sono sofisticati, mentre altri non lo sono – a trattare qualsiasi cosa che porti il maggior profitto a Goldman. Chiamatemi fuori moda, ma non mi piace vendere ai miei clienti un prodotto che è sbagliato per loro. c) Cerca di metterti in una posizione per poter scambiare prodotti illiquidi e opachi con un acronimo di tre lettere.

Oggi, molti di questi dirigenti annoverano un tasso di cultura di Goldman Sachs pari allo zero. Io partecipo alle riunioni per le vendite dei derivati in cui non viene impiegato un solo minuto per domandarsi come aiutare i clienti. Si parla solo di come riuscire a guadagnare da loro più soldi possibile. Se tu fossi un alieno che arriva da Marte e che si trova in mezzo a una di queste riunioni, crederesti che il successo o i progressi di un cliente non fanno parte dell’analisi del pensiero.

Mi fa stare male quando le persone parlano senza remore di ingannare i propri clienti. Negli ultimi dodici mesi ho visto cinque diversi direttori esecutivi definire i propri clienti "pupazzi", qualche volta nelle mail interne. Anche dopo il S.E.C., Fabulous Fab, Abacus, il lavoro di Dio, Carl Levin, i Calamari Vampiro? Umiltà uguale a zero? Non è possibile. Integrità? Sempre meno. Non so se ci siano state condotte illegali, ma esistono persone che spingono per vendere ai clienti prodotti remunerativi e complicati, anche se non sono gli investimenti più semplici o quelli più direttamente corrispondenti ai loro obbiettivi? Certo che sì. Tutti i giorni.

Mi sbalordisce come gli alti funzionari non riescano a recepire una verità spicciola: se i clienti non si fidano, alla fine smetteranno di fare affari con te. Non importa quanto sei intelligente.

Questi giorni, la domanda più frequente sui derivati che mi viene fatta dagli analisti junior è, "Quanti soldi guadagniamo dal cliente?" Mi infastidisce ogni volta che lo sento dire, perché è un riflesso di ciò che stanno osservando dai loro dirigenti sul modo di comportarsi. Ora facciamo un salto di dieci anni nel futuro: non è necessario essere un fisico nucleare per dedurre che un’analista appena entrato che siede tranquillo nell'angolo della stanza, sentendo parlare di "fantocci", "strappare gli occhi dalle orbite" e di “farsi pagare", non diventi esattamente un cittadino modello.

Quando ero analista nel primo anno non sapevo neppure dov’era il bagno, o come allacciarmi le scarpe. Mi fu insegnato che dovevo preoccuparmi di imparare le basi, di scoprire cosa è un derivato, capire la finanza, di cercare di conoscere i nostri clienti e cosa li motiva, di imparare il modo in cui concepiscono il successo e come riuscire ad aiutarli per arrivarci.

I momenti di cui vado più fiero – quando ho ottenuto una borsa di studio per andare dal Sud Africa alla Stanford University, quando sono stato selezionato come finalista nazionale dei Rhodes Scholar, quando ho vinto la medaglia di bronzo di tennis tavolo ai Giochi Maccabei in Israele, noti come Olimpiadi Ebree – hanno tutti a che fare col a lavoro duro, senza scorciatoie. Oggi Goldman Sachs si basa troppo sui propri progressi. È una cosa che non mi sembra più giusta.

Spero che questa possa essere una sveglia per il consiglio d’amministrazione. Riportare il cliente ad essere il centro focale dell’impresa. Senza clienti non si fanno soldi. Alla fine, scompari. Vanno diserbate le persone moralmente fallite, indipendentemente da quanti soldi guadagnano per l’azienda. E riportare la cultura giusta, per fare in modo che le persone vogliano lavorarci per le giuste motivazioni. Le persone che si preoccupano solo di fare soldi non sosterranno questa compagnia - o la fiducia dei suoi clienti - per molto tempo.

*********************

Oggi Greg Smith si è dimesso dalla posizione di funzionario esecutivo di Goldman Sachs e direttore della sezione statunitense dei derivati azionari per Europa, Medio Oriente e Africa.

Fonte:http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10028



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Thethirdeye ha scritto:
Come definire questa lettera? Una crisi di Coscienza?
Forse..... [:I]

Si è fatto schifo da se stesso...per me è in buona fede perchè ora rischia...ehhh se rischia...lo sai TTe di chi è la goldman sachs vero!! [8D]

A Wall Street la reazione è stata immediata: il titolo Goldman Sachs perde oltre il 4% dall'apertura della Borsa di New York. Non c'è voluto molto prima che la banca d'affari replicasse. "Non siamo d'accordo con il punto di vista espresso sul NYTimes. Secondo noi, possiamo avere successo solo se i nostri clienti hanno successo e questa verità fondamentale è il cuore di come ci comportiamo", ha dichiarato un portavoce di Goldman Sachs.
Fonte:http://www.firstonline.info/a/2012/03/14/lettera-contro-goldman-sachs-e-il-titolo-affonda-a/542207b7-9a32-4f53-8f1d-89b8714d5769

Sono sempre più convinto che Fulford abbia ragione...


Ultima modifica di Angel_ il 16/03/2012, 11:52, modificato 1 volta in totale.


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Angeldark ha scritto:
Sono sempre più convinto che Fulford abbia ragione...


Eh.... i tasselli, piano piano, cominciano a comporre l'intera immagine... [:3]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Thethirdeye ha scritto:

Cita:
Angeldark ha scritto:
Sono sempre più convinto che Fulford abbia ragione...


Eh.... i tasselli, piano piano, cominciano a comporre l'intera immagine... [:3]


ma si riuscira' a ricomporre tutti i tasselli? [:27] [:31]


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MessaggioInviato: 16/03/2012, 14:06 
La teoria del NWO e del potere mondiale delle grandi banche dietro cui vi stanno Illuminati e compagnia bella potrà essere anche solo una teoria di folli visionari come me.

Ma quanto raccontato nell'articolo e quanto accade nel sistema economico mondiale.. è un fatto!



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MessaggioInviato: 16/03/2012, 15:34 
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Atlanticus81 ha scritto:

La teoria del NWO e del potere mondiale delle grandi banche dietro cui vi stanno Illuminati e compagnia bella potrà essere anche solo una teoria di folli visionari come me.


Caro Atlanticus81.... i ruoli si stanno invertendo.

Oggi come oggi, i "folli visionari" sono quelli che credono che le Banche
e le organizzazioni finanziarie internazionali siano degli "enti" che
lavorano al servizio della comunità e quindi per gli interessi dei cittadini [;)]



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