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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 18/11/2015, 22:03 
Betelgeuse ha scritto:
Sono convinto sempre di più che questi siano terroristi veri con finanziamenti di qualche emiro, altro che americani.


Certo che sono combattenti veri. E che pensavi che fossero sagome di cartone?
Quelli sul campo sono veramente integralisti che combattano anche per l'ideale religioso.
Ma non è questo il punto.

Il problema è in parte chi li finanzia, ma soprattutto chi li controlla.

Ovviamente per noi miseri mortali non è possibile accedere a queste informazioni, ma se segui il criterio del "cui prodest" vedrai che non sbaglierai di molto.


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 18/11/2015, 22:06 
alcar ha scritto:
Certo che sono combattenti veri. E che pensavi che fossero sagome di cartone?
Quelli sul campo sono veramente integralisti che combattano anche per l'ideale religioso.
Ma non è questo il punto.

Il problema è in parte chi li finanzia, ma soprattutto chi li controlla.

Ovviamente per noi miseri mortali non è possibile accedere a queste informazioni, ma se segui il criterio del "cui prodest" vedrai che non sbaglierai di molto.

Eheh no siccome qualcuno quando c'era stato il massacro a Charlie Hebdo aveva parlato di militari travestiti da terroristi... Certo che li finanziano, Putin ha anche azzardato nomi e secondo me non ci è andato lontano: Sceicchi!!!


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/11/2015, 10:21 
Betelgeuse ha scritto:
Intanto oggi hanno fatto fuori un cinese e un norvegese, avevano anche scherzato mettendo all'asta i due prigionieri per farli salvare.... Hanno anche un giornale a disposizione molto diffuso che non sapevo:
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Sono convinto sempre di più che questi siano terroristi veri con finanziamenti di qualche emiro, altro che americani.


Parliamo e non ci capiamo...

Ma gli emiri di chi sarebbero alleati?! Di mia sorella!??

Boh... veramente penso che a un certo punto non vogliate capire...



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/11/2015, 15:32 
Putin smaschera Arabia Saudita, Qatar, Emirati e Turchia. Da loro arrivano i soldi all’Isis

novembre 17, 2015 Redazione

Al G20 il presidente russo ha distribuito un rapporto americano che analizza i flussi di denaro provenienti dai cittadini di questi Stati. «Sono molti i ricchi arabi che giocano sporco»

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Sono gli «angeli investitori» i cui fondi «sono semi da cui germogliano i gruppi jihadisti» ed arrivano da «Arabia Saudita, Qatar ed Emirati».
Oggi sulla Stampa c’è una interessante corrispondenza di Maurizio Molinari da Antalya (Turchia) dove si è svolto il G20.

Molinari racconta la mossa a sorpresa del presidente russo Vladimir Putin che, al termine del summit, è stato molto esplicito nello spiegare che «l’Isis è finanziato da individui di 40 Paesi, inclusi alcuni membri del G20». E giusto per avvalorare le sue parole ha fatto distribuire ai presenti un dossier americano preparato a Washington dalla Brookings Institution in cui si analizzano dati raccolti nel 2013 e pubblicati nel 2014 che raccontano chi sono coloro che, attraverso donazioni private, foraggiano i terroristi. Follow the money, si diceva una volta. E le piste portano a cittadini del Qatar e dell’Arabia Saudita che hanno aiutato l’Isis «attraverso il sistema bancario del Kuwait».

DONAZIONI PRIVATE. I governi degli Emirati, dell’Arabia Saudita e del Qatar, a parole, condannano i terroristi. Ma cosa fanno per bloccare gli «angeli investitori»? Molinari riporta le parole del rapporto:

Fuad Hussein, capo di gabinetto di Massoud Barzani leader del Kurdistan iracheno, ritiene che «molti Stati arabi del Golfo in passato hanno finanziato gruppi sunniti in Siria ed Iraq che sono confluiti in Isis o in Al Nusra consentendogli di acquistare armi e pagare stipendi». «Una delle ragioni per cui i Paesi del Golfo consentono tali donazioni private – aggiunge Mahmud Othman, ex deputato curdo a Baghdad – è per tenere questi terroristi lontani il più possibile da loro». David Phillips, ex alto funzionario del Dipartimento di Stato Usa ora alla Columbia University di New York, assicura: «Sono molti i ricchi arabi che giocano sporco, i loro governi affermano di combattere Isis mentre loro lo finanziano». L’ammiraglio James Stavridis, ex comandante supremo della Nato, li chiama «angeli investitori» i cui fondi «sono semi da cui germogliano i gruppi jihadisti» ed arrivano da «Arabia Saudita, Qatar ed Emirati».

DOPPIOGIOCO TURCO. Putin non ha messo in imbarazzo solo chi governa gli Stati suddetti. Suo obiettivo polemico è stata anche la Turchia, paese in cui, secondo il Cremlino, abitano altri «angeli investitori».

Ankara assicura di aver rafforzato i controlli lungo la frontiera ma un alto ufficiale d’intelligence occidentale spiega che «la Turchia del Sud resta la maggior fonte di rifornimenti per Isis». «Ci sono oramai troppe persone coinvolte nel business nel sostegno agli estremisti in Turchia – conclude Jonathan Shanzer, ex analista di anti-terrorismo del Dipartimento del Tesoro Usa – e tornare completamente indietro è diventato assai difficile, esporrebbe Ankara a gravi rischi interni». Lo sgambetto di Putin è stato dunque anche a Recep Tayyp Erdogan, anfitrione del summit.

http://www.tempi.it/putin-smaschera-ara ... k3c7b9hLs0



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/11/2015, 15:35 
Per non palare dei buonisti, falsi, buontemponi italiani ......... [;)]



Isis, quanti milioni dal Kuwait. E l'Italia ci fa affari miliardari

Gli Usa: "Kuwait epicentro del finanziamento all'Isis". Ma l'Italia fa affari miliardari con l'Emirato: manca solo la firma per la cessione di 28 caccia Eurofighter. Una commessa da 8 miliardi di euro totali

Martedì, 17 novembre 2015 - 11:15:00



"Sono centinaia di milioni di dollari i versamenti compiuti da facoltosi uomini d’affari in Qatar e Kuwait a favore di al-Nusra e Isis". Lo afferma un recente studio del Washington Institute. Ma sono molti gli analisti che sostengono che l'Emirato sia tra i principali finanziatori del Califfato, insieme al Qatar e altri Paesi del Golfo.

Lo stesso sottosegretario per il terrorismo Usa, David Coheh, ha definito il Kuwait come "l'epicentro del finanziamento dei gruppi terroristi in Siria" mentre il Qatar rappresenta "un habitat permissivo che consente ai terroristi di alimentarsi".

Ma l'Italia non si fa impressionare e, come scrive il Fatto Quotidiano, sta per concludere un affare monstre proprio con il Kuwait. E' stato infatti firmato a settembre un protocollo di intesa con il Kuwait per la fornitura di 28 jet Eurofighter, di cui 6 biposto e 22 monoposto. Il contratto ha un valore complessivo di 7-8 miliardi di euro (3-4 miliardi per i velivoli e ulteriori 3-4 miliardi per formazione, logistica e ricambi) e verrà firmato nel giro di qualche settimana. Finmeccanica partecipa al consorzio Eurofighter, che comprende oltre all'Italia, Regno Unito, Germania e Spagna, attraverso Alenia Aermacchi con il 19%, quota che sale al 36% considerando il coinvolgimento dell'intero gruppo. Quindi la quota di pertinenza della controllata di Finmeccanica, Alenia Aermacchi, dovrebbe essere intorno a 1,3-1,5 miliardi di euro. Manca solo l'ultima firma.

http://www.affaritaliani.it/cronache/is ... 93218.html


Chi è senza peccato ..................... [:306]



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/11/2015, 15:37 
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...chitarra, spaghetti e mandolino ........ [:246]



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/11/2015, 15:54 
>E ancora ....



La denuncia
Terrorismo, l'esperto Lorenzo Vidino: "Così l'Italia finanzia il Califfo"

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Con l' esperienza maturata nel Kgb, al presidente russo Vladimir Putin non potevano sfuggire i legami internazionali occulti del terrorismo. Sono ben «individui di 40 paesi, inclusi alcuni membri del G20», a finanziare l' Isis, secondo il capo del Cremlino. Non li nomina uno per uno, ma loro sanno. Alcuni sono presenti.

«Chiaramente si riferiva all' Arabia Saudita. Le accuse non sono totalmente fuori luogo. Si può dire che almeno fino a qualche tempo fa l' Arabia Saudita finanziava chiunque si opponesse ad Assad. Con soldi e denaro, foraggiava qualunque gruppo sunnita attivo in Siria, compreso lo Stato islamico», spiega Lorenzo Vidino, direttore del Programma sull' estremismo della George Washington University, a Washington DC, parlando con Adnkronos Aki International. Poi si sono ricreduti e anche a Riad si sono resi conto che «l' Is è una minaccia alla sicurezza interna, perché ha eseguito attentati in territorio saudita contro moschee sciite e contro le forze di sicurezza. Ma come succede tutte le volte che si ha a che fare con l' Arabia Saudita, alcune ambiguità restano possibili. Inoltre la realtà sul terreno è complessa, ci sono gruppi che oggi combattono con l' Is, domani con al-Nusra o con altri. Quindi gli stessi finanziatori spesso non hanno certezza di dove finiscano i loro soldi».

Per qualcuno non fa molta differenza. «Qui si va dal politico all' ideologico. Ci sono sondaggi non ufficiali secondo i quali un' ampia fascia della società saudita condivide l' ideologia quando non l' operato dell' Is. Questo è un problema che riguarda non solo l' Arabia Saudita, ma anche alcuni soggetti in Qatar, nel Kuwait, in Bahrain. Ma questo succede anche in Europa. Anche a Londra possono esserci tanti soggetti privati che finanziano gruppi in Siria» e, precisa poi a Libero, «anche in Italia, volendo».
Si tratta prevalentemente di raccolte di danaro dalle comunità islamiche. Ma in Occidente, cedendo alle richieste dei sequestratori, in effetti si liberano gli ostaggi pagando riscatti da 11 milioni di euro, come nel caso di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Anche il governo italiano, a stretto rigore entra a buon diritto nella lista di Putin.

Nella lista dei sospetti, gli Stati Uniti hanno inserito anche la maggior industria automobilistica giapponese e seconda al mondo, la Toyota. Il suo pick-up Hilux, era il preferito già da Osama bin Laden e nel corso del tempo è diventato trendy fra tutti i jihadisti.
Tanto che quasi i due terzi degli automezzi dell' Isis - da quanto si vede nei cortei di camionette armate di mitragliatrici che sfilano in Libia e in Iraq - sono versioni di quel modello, che nel 2015 ha esordito con l' ultimo restyling. Dal Sol Levante, ovviamente, negano ogni coinvolgimento diretto o indiretto, spiegando che non soltanto la loro rete commerciale è al di sopra di ogni sospetto, ma che si evita anche ogni contatto con intermediari che potrebbero rivelarsi fornitori di organizzazioni criminali o terroristiche.
E soprattutto, dal Califfato verso gli Stati vicini, affluisce il petrolio raffinato in Siria. La Turchia che pure fa parte della coalizione dei volonterosi, lo compra di contrabbando.

Ma è dalle sue frontiere che passano i camion che lo trasportano. Un' ipotesi che Vidino, spiega così: «La vendita del petrolio è una delle fonti principali di finanziamento dell' Is, se non la principale. Le intelligence occidentali e non solo ritengono che sia fatta in Turchia e a soggetti legati al governo, perché non sono certo i privati che comprano il petrolio». Quindi Putin «in un certo senso, con Arabia Saudita e Turchia, qualche ragione ce l' ha». Del resto, continua l' esperto, «per lungo tempo Ankara ha accettato qualche forma di convivenza con l' Is, per motivi diversi da quelli dell' Arabia Saudita, come far fronte ai curdi nelle zone di confine. Ora, dopo i recenti attentati in Turchia, c' è stato un giro di vite ed effettivamente il confine turco non è più quel colabrodo che era fino a poco fa. Ma che la vendita del petrolio sia ancora in atto è conclamato. Non a caso la scorsa settimana un raid degli Stati Uniti ha preso di mira i pozzi di petrolio nel nord-est, per bloccare quella che è ancora un' importante fonte di finanziamento». Stesso discorso vale per la Giordania e la Libia: chi non è in grado di controllare i propri confini finisce per contribuire alla guerra santa di Daesh.

Il riferimento di Putin, secondo Vidino, poteva riguardare anche la Turchia, che alcune intelligence occidentali accusano di finanziare l' Is comprando il suo petrolio su mercato nero. «La vendita del petrolio è una delle fonti principali di finanziamento dell' Is, se non la principale. Le intelligence occidentali e non solo ritengono che essa sia fatta in Turchia e a soggetti legati al governo, perché non sono certo i privati che comprano il petrolio».

«Per lungo tempo Ankara ha accettato qualche forma di convivenza con l' Is, per motivi diversi da quelli dell' Arabia Saudita, come far fronte ai curdi nelle zone di confine. Ora, dopo i recenti attentati in Turchia, c' è stato un giro di vite ed effettivamente il confine turco non è più quel colabrodo che era fino a poco fa. Ma che la vendita del petrolio sia ancora in atto è acclamato. Non a caso la scorsa settimana un raid degli Stati Uniti ha preso di mira i pozzi di petrolio nel nord-est, per bloccare quella che è ancora un' importante fonte di finanziamento».

Dal regime di Bashar Assad le accuse di finanziare il Califfato coinvolgono anche molti Paesi occidentali. «Ci sono dinamiche oscure -. commenta Vidino - È risaputo che alcuni Paesi occidentali abbiano finanziato gruppi ribelli sunniti e tra questi anche gruppi islamisti soft. Nel mare magnum dell' opposizione siriana, però, le dinamiche sono complesse e tra milizia e milizia possono esserci legami indiretti che rendono impossibile capire a chi arrivino gli aiuti».

«Ci sono - conclude - alleanze che cambiano di continuo, ci sono gruppi sconfitti dall' Is, che si impossessa di quanto essi hanno ricevuto dall' Occidente, ci sono infine mediatori, soprattutto nel Golfo, che affermano di aver consegnato gli aiuti a un gruppo e poi li hanno invece dati ad altri».

http://www.liberoquotidiano.it/news/eco ... idino.html



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/11/2015, 15:55 
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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/11/2015, 16:03 
E siccome sono obiettivo ............... (Caro bleffort ...) [:305]


La Jihad globale è colpa dell’America?
(di Giampiero Venturi)
18/11/15

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L’Operation Cyclone con cui gli Stati Uniti finanziarono la guerriglia afgana durante l’invasione sovietica, rimane ancora oggi il più grande programma di aiuti mai gestito dalla CIA. L’appoggio iniziato dal momento in cui la 40esima armata entrò in Afghanistan, riguardava forniture militari attraverso triangolazioni con Paesi terzi, fra cui brillavano Arabia Saudita e Pakistan. L’aiuto alla galassia mujaheddin non consisteva però solo in equipaggiamenti e armi, tra cui i leggendari Stinger capaci di impantanare l’Armata Rossa in un vero e proprio Vietnam, ma anche e soprattutto in tecniche operative.

Il servizio segreto pakistano (l’Inter Services Intelligence, per ironia della sorte abbreviato in ISI…) fu nella sostanza il delegato CIA nella gestione logistica della guerriglia che aveva tra le provincie pakistane di Khyber Pakhtunkhwa e le Aree tribali a cavallo con l’Afghanistan il campo base per tutte le attività antisovietiche.

Fin quando l’URSS rappresentò un nemico comune, la guerriglia dei mujaheddin rimase avvolta da una corteccia romantica percepita in Occidente come una leggenda di resistenza e liberazione tutta afgana.

Gli altarini furono scoperti dopo. Con la ritirata sovietica del 1989 l’Afghanistan si liberò del giogo comunista ma ripiombò in un nuovo feudalesimo con interi eserciti dotati di arsenali e affinate capacità operative in giro per il Paese e senza controllo.

La fine della guerra e dell’Operation Cyclone lasciarono un’eredità ancora maggiore: nonostante le lacerazioni interne e l’impossibilità di un unico coordinamento fra le varie fazioni musulmane, per la prima volta nella Storia recente si era creata l’idea di un cartello islamista. Jihadisti sunniti arabi o sciiti iraniani accorsi per difendere la terra islamica, grazie agli aiuti di Washington erano riusciti dove anche 600 anni di Storia avevano fallito: armare e fomentare un nuovo fondamentalismo.

Che la leggenda di Bin Laden sia nata lì può essere irrilevante. Molto più interessante è notare come l’ascesa al potere dei Talebani a Kabul negli anni successivi sia passata attraverso l’appoggio economico e militare del Pakistan, a sua volta foraggiato a piene mani dagli USA. Proprio Islamabad fu la prima a riconoscere nel 1997 insieme all’Arabia Saudita il nuovo regime fondamentalista.

La vicinanza dei waahbismo saudita alle ideologie talebane appare uno snodo importante per capire alcuni aspetti degli attuali scenari di geopolitica. L’Arabia Saudita (con i suoi cugini del Golfo) rappresenta la principale fonte di finanziamento dello jihadismo sunnita globale. Che l’intelligence di Ryad, la Ri'asat Al-Istikhbarat Al-'Amah, contempli la sharia nello statuto, non può essere un dato secondario…

Non è questa la sede per approfondire l’origine e le ragioni dei rapporti tra USA, Arabia Saudita e Pakistan. Due fattori hanno però contribuito nel passato a implementare il trittico:

la paura dell’Iran sciita che ha allineato Sauditi e Stati Uniti sullo stesso obiettivo dell’isolamento di Teheran

le ottime relazioni fra l’allora URSS e l’India, che hanno convinto Washington a tollerare la creazione di un arsenale nucleare a Islamabad

In entrambi i casi siamo di fronte al fatto che Arabia Saudita e Pakistan godono di un forte ascendente negli Stati Uniti, moltiplicato dalla potenza petrolifera e dagli assets finanziari di Ryad.

A inizi anni ’90 intanto, proprio mentre i Talebani riunificavano l’Afghanistan, una certa continuità fra jihad e politica estera americana trovava la sua sponda europea anche nella ex Jugoslavia. I finanziamenti dell’Amministrazione Clinton alle milizie bosniache di Izebtegovic sono noti a tutti. L’identificazione della 7a muslimanska brdska brigada dell’Esercito Bosniaco col titolo specifico di “muslim” a molti a suo tempo sfuggì.

Un dettaglio? Forse, fatto è che in Bosnia si è ripetuto lo stesso copione di Kabul: pur di contrastare la Serbia e il suo regime scomodo, si è ricorsi al patto col diavolo. Fra il ‘93 e il ‘95 oltre all’immancabile appoggio saudita, ai fratelli islamici bosniaci si affiancarono infatti miliziani hezbollah e sciiti iraniani. L’unità speciale El Mudžahid formata da volontari stranieri islamici fu al centro di molte polemiche già all’epoca.

Sauditi e iraniani insieme nel nome di Allah? La creatività geopolitica di Washington non conosce limiti…

Il massacro di Srebrenica da più fonti si dice sia stato permesso (e forse gonfiato nei numeri) per preparare l’opinione pubblica mondiale all’escalation anti serba del conflitto. Una sorta di Pearl Harbour dei Balcani per intenderci…

Verità o fantasia, rimane il fatto che l’eredità della “guerra santa” nella ex Jugoslavia è di circa 3000 jihadisti con esperienza di guerra, oggi liberi di circolare a Sarajevo e dintorni. Non solo. A Osve, Zenica, Gornja Maoca, Tuzla, Dubnica e nella stessa Sarajevo sono già comparsi gruppi salafiti. Nelle aree rurali si parla di campi di addestramento e bandiere nere dell’Isis e di un numero crescente di lotti di terreno acquistati da banche saudite. Un dettaglio anche questo… (leggi anche "I Balcani e la cattiva coscienza").

A fine secolo, la storia si ripete in Kosovo. Il santo protettore dell'UCK sono proprio gli USA. Terminato il conflitto, esteso in nome di Allah per un biennio anche alla limitrofa Macedonia, molti miliziani si riciclano nel Parlamento di Pristina. La Serbia cristiana viene annichilita, mentre la classe dirigente europea si arricchisce di nuove figure dal passato compromesso col fondamentalismo.

Parlando di inizio millennio, gli esempi sono evidenti: la Seconda Guerra in Iraq; il sostegno all’opposizione di Assad e la guerra civile in Siria; la caduta di Gheddafi e la conseguente anarchia libica; lo stretto legame con una Turchia sempre meno laica…

Dire che la nascita e lo sviluppo dello Stato Islamico siano in qualche modo collegati alla politica estera americana non appare una forzatura.

Come è possibile? L’America è caduta nella trappola islamista?

Quanto i venti di guerra in Medio Oriente e il terrorismo in Europa dipendano da errori di calcolo americani o da scelte compromettenti, non è facile stabilirlo.

Appare fuori discussione che una nuova idea di fondamentalismo, appena embrionale trent’anni fa, oggi si è consolidata godendo di quattro benefici indiscutibili:

patrocinio di Paesi in grado di condizionare mercati e politica internazionale (Arabia saudita, Qatar, Emirati Arabi e Turchia su tutti);

esperienza di guerra sul campo in teatri diversi, non solo mediorientali;

mezzi tecnologici e informatici impensabili solo dieci anni fa;

una base sociale rabbiosa e in crescita demografica contrapposta a un Occidente imbelle e sempre più sterile.

Con queste premesse, non ci resta che attendere. Finché ce ne sarà il tempo.

(foto: White House)

http://www.difesaonline.it/geopolitica/ ... ellamerica



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/11/2015, 16:39 
Ufologo 555 ha scritto:
>E ancora ....



La denuncia
Terrorismo, l'esperto Lorenzo Vidino: "Così l'Italia finanzia il Califfo"

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Con l' esperienza maturata nel Kgb, al presidente russo Vladimir Putin non potevano sfuggire i legami internazionali occulti del terrorismo. Sono ben «individui di 40 paesi, inclusi alcuni membri del G20», a finanziare l' Isis, secondo il capo del Cremlino. Non li nomina uno per uno, ma loro sanno. Alcuni sono presenti.

«Chiaramente si riferiva all' Arabia Saudita. Le accuse non sono totalmente fuori luogo. Si può dire che almeno fino a qualche tempo fa l' Arabia Saudita finanziava chiunque si opponesse ad Assad. Con soldi e denaro, foraggiava qualunque gruppo sunnita attivo in Siria, compreso lo Stato islamico», spiega Lorenzo Vidino, direttore del Programma sull' estremismo della George Washington University, a Washington DC, parlando con Adnkronos Aki International. Poi si sono ricreduti e anche a Riad si sono resi conto che «l' Is è una minaccia alla sicurezza interna, perché ha eseguito attentati in territorio saudita contro moschee sciite e contro le forze di sicurezza. Ma come succede tutte le volte che si ha a che fare con l' Arabia Saudita, alcune ambiguità restano possibili. Inoltre la realtà sul terreno è complessa, ci sono gruppi che oggi combattono con l' Is, domani con al-Nusra o con altri. Quindi gli stessi finanziatori spesso non hanno certezza di dove finiscano i loro soldi».

Per qualcuno non fa molta differenza. «Qui si va dal politico all' ideologico. Ci sono sondaggi non ufficiali secondo i quali un' ampia fascia della società saudita condivide l' ideologia quando non l' operato dell' Is. Questo è un problema che riguarda non solo l' Arabia Saudita, ma anche alcuni soggetti in Qatar, nel Kuwait, in Bahrain. Ma questo succede anche in Europa. Anche a Londra possono esserci tanti soggetti privati che finanziano gruppi in Siria» e, precisa poi a Libero, «anche in Italia, volendo».
Si tratta prevalentemente di raccolte di danaro dalle comunità islamiche. Ma in Occidente, cedendo alle richieste dei sequestratori, in effetti si liberano gli ostaggi pagando riscatti da 11 milioni di euro, come nel caso di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Anche il governo italiano, a stretto rigore entra a buon diritto nella lista di Putin.

Nella lista dei sospetti, gli Stati Uniti hanno inserito anche la maggior industria automobilistica giapponese e seconda al mondo, la Toyota. Il suo pick-up Hilux, era il preferito già da Osama bin Laden e nel corso del tempo è diventato trendy fra tutti i jihadisti.
Tanto che quasi i due terzi degli automezzi dell' Isis - da quanto si vede nei cortei di camionette armate di mitragliatrici che sfilano in Libia e in Iraq - sono versioni di quel modello, che nel 2015 ha esordito con l' ultimo restyling. Dal Sol Levante, ovviamente, negano ogni coinvolgimento diretto o indiretto, spiegando che non soltanto la loro rete commerciale è al di sopra di ogni sospetto, ma che si evita anche ogni contatto con intermediari che potrebbero rivelarsi fornitori di organizzazioni criminali o terroristiche.
E soprattutto, dal Califfato verso gli Stati vicini, affluisce il petrolio raffinato in Siria. La Turchia che pure fa parte della coalizione dei volonterosi, lo compra di contrabbando.

Ma è dalle sue frontiere che passano i camion che lo trasportano. Un' ipotesi che Vidino, spiega così: «La vendita del petrolio è una delle fonti principali di finanziamento dell' Is, se non la principale. Le intelligence occidentali e non solo ritengono che sia fatta in Turchia e a soggetti legati al governo, perché non sono certo i privati che comprano il petrolio». Quindi Putin «in un certo senso, con Arabia Saudita e Turchia, qualche ragione ce l' ha». Del resto, continua l' esperto, «per lungo tempo Ankara ha accettato qualche forma di convivenza con l' Is, per motivi diversi da quelli dell' Arabia Saudita, come far fronte ai curdi nelle zone di confine. Ora, dopo i recenti attentati in Turchia, c' è stato un giro di vite ed effettivamente il confine turco non è più quel colabrodo che era fino a poco fa. Ma che la vendita del petrolio sia ancora in atto è conclamato. Non a caso la scorsa settimana un raid degli Stati Uniti ha preso di mira i pozzi di petrolio nel nord-est, per bloccare quella che è ancora un' importante fonte di finanziamento». Stesso discorso vale per la Giordania e la Libia: chi non è in grado di controllare i propri confini finisce per contribuire alla guerra santa di Daesh.

Il riferimento di Putin, secondo Vidino, poteva riguardare anche la Turchia, che alcune intelligence occidentali accusano di finanziare l' Is comprando il suo petrolio su mercato nero. «La vendita del petrolio è una delle fonti principali di finanziamento dell' Is, se non la principale. Le intelligence occidentali e non solo ritengono che essa sia fatta in Turchia e a soggetti legati al governo, perché non sono certo i privati che comprano il petrolio».

«Per lungo tempo Ankara ha accettato qualche forma di convivenza con l' Is, per motivi diversi da quelli dell' Arabia Saudita, come far fronte ai curdi nelle zone di confine. Ora, dopo i recenti attentati in Turchia, c' è stato un giro di vite ed effettivamente il confine turco non è più quel colabrodo che era fino a poco fa. Ma che la vendita del petrolio sia ancora in atto è acclamato. Non a caso la scorsa settimana un raid degli Stati Uniti ha preso di mira i pozzi di petrolio nel nord-est, per bloccare quella che è ancora un' importante fonte di finanziamento».

Dal regime di Bashar Assad le accuse di finanziare il Califfato coinvolgono anche molti Paesi occidentali. «Ci sono dinamiche oscure -. commenta Vidino - È risaputo che alcuni Paesi occidentali abbiano finanziato gruppi ribelli sunniti e tra questi anche gruppi islamisti soft. Nel mare magnum dell' opposizione siriana, però, le dinamiche sono complesse e tra milizia e milizia possono esserci legami indiretti che rendono impossibile capire a chi arrivino gli aiuti».

«Ci sono - conclude - alleanze che cambiano di continuo, ci sono gruppi sconfitti dall' Is, che si impossessa di quanto essi hanno ricevuto dall' Occidente, ci sono infine mediatori, soprattutto nel Golfo, che affermano di aver consegnato gli aiuti a un gruppo e poi li hanno invece dati ad altri».

http://www.liberoquotidiano.it/news/eco ... idino.html

Sono stati ben attenti quelli di Libero a non nominare pure l'America!,ci godi eh!. [:301]


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/11/2015, 17:13 
Ufologo 555 ha scritto:

Lo stesso sottosegretario per il terrorismo Usa, David Coheh, ha definito il Kuwait come "l'epicentro del finanziamento dei gruppi terroristi in Siria" mentre il Qatar rappresenta "un habitat permissivo che consente ai terroristi di alimentarsi".


Domanda legittima... perché non bombardare il Kuwait allora?

[:306]



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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/11/2015, 17:15 
Ufologo 555 ha scritto:

Immagine


Oh... ma guardate i paesi da dove arrivano i soldi! Tutti alleati USA!!!!!

Ma ci vuole tanto?!?!?!?



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MessaggioInviato: 19/11/2015, 18:48 
Andatevi a rileggere l'intervento di Gippo!!L'America che tira le fila è solo l'ennesimo fumo negli occhi del NWO;chi decide è sopra tutti e tutto, non ha stato....una volta era il punto cruciale in questo forum,ora invece vi siete fossilizzati contro gli USA facendo vincere l'elite.


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 Oggetto del messaggio: Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente
MessaggioInviato: 19/11/2015, 19:29 
[:264] (Giulietto Chiesa deve aver contaminato tutto il forum! (Che figura di cacca ieri sera a "La Gabbia" ... E' quello che conosco da sempre ...) [:301]



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