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15/04/2012, 12:00

Fonte: Barbara Ardù – La Repubblica

Italia, lo spread dei Btp ai massimi dalla nascita dell´euro


ROMA – Un occhio rivolto a Oriente e l´altro all´Europa. Scomoda posizione quella dei leader dei G20, che impegnati a Seul per trovare un accordo sui cambi, guardano con sempre più preoccupazione all´Irlanda, che rischia di implodere come la Grecia di sei mesi fa, con il rischio d´insolvenza delle banche. E il ritorno dello spettro di una crisi dei debiti sovrani finisce per trasferirsi sulle Borse che chiudono col segno meno e mette in subbuglio i mercati. Nell´incertezza gli acquisti si concentrano sui titoli sicuri, i Btp tedeschi, con un effetto che finisce per contagiare anche l´Italia, dove tra l´altro non aiuta la crisi politica. Così il differenziale tra i Btp decennali italiani e quelli made in Germany vola fino a 182 punti base, il più elevato dal 1997, alla vigilia della nascita dell´euro. Nulla però rispetto a quello toccato ai titoli decennali emessi dal governo di Dublino: 651 punti base, il nuovo massimo dopo 13 giorni di record, più elevato di quello toccato dai bond greci nel momento del piano di salvataggio di maggio.



L´aumento del differenziale è un chiaro segno di crisi: meglio titoli sicuri (quelli di Berlino) anche se a tassi più bassi, che bond poco tranquilli, seppure con rendimenti superiori. Perché per trovare un acquirente il governo irlandese deve offrire un rendimento superiore di 6,5 punti rispetto a quello della Germania. Così i mercati ieri hanno aperto con un´ondata di vendite di titoli del debito pubblico irlandese. E Dublino indebolisce anche l´euro, che scende sotto 1,37 dollari, dopo aver toccato un minimo di giornata a 1,3642. Tranne Francoforte e Londra stabili, tutti i listini chiudono in perdita con il tonfo di Dublino che termina a meno 1,6% (Milano -0,96%; Parigi -0,54; Madrid -0,84%; Zurigo -0,35; Amsterdam -0,36%). E a soffrire sono soprattutto i bancari che hanno in pancia i titoli degli Stati a rischio.
Da Seul il presidente della Commissione Ue Jose Manuel Barroso cerca di tranquillizzare i mercati: la Ue spiega ha «tutti gli strumenti essenziali per poter agire». Messaggio ambiguo corretto, poco dopo, da un portavoce della Commissione che chiarisce come fino a oggi «l´Irlanda non abbia presentato nessuna richiesta di assistenza finanziaria». Né alla Ue né al Fondo monetario internazionale. Ma la Commissione questa volta vuole mette un punto fermo: l´Europa è pronta a intervenire.
Dublino ha comunque un notevole vantaggio rispetto alla Grecia di sei mesi fa: non ha bisogno di ricorrere al mercato dei titoli di Stato fino al luglio prossimo e a livello europeo non c´è l´incertezza che caratterizzò il salvataggio di Atene. Rassicurazioni arrivano anche dalla Banca centrale irlandese: nel 2011 l´Irlanda non avrà problemi a finanziarsi sui mercati mentre il governo smentisce trattative per avere aiuti dal Fondo monetario internazionale.
Dichiarazioni che non sbloccano però la sfiducia dei mercati: il timore è che il governo irlandese non riuscirà a centrare gli obiettivi di bilancio. La manovra tra l´altro va ancora approvata e il principale partito d´opposizione ha promesso che voterà contro nonostante gli appelli. Tutti segnali negativi che hanno fatto volare il rischio di default delle maggiori banche al livello distressed, quello che caratterizza il debito delle società insolventi. E se oggi è l´Irlanda, domani potrebbe toccare gli altri “Pigs”, i Paesi deboli dell´euro. D´altra parte ieri anche gli spread di Spagna e Portogallo sono saliti.

http://www.dirittiglobali.it/component/ ... uropa.html

http://www.informarexresistere.fr/2010/ ... z1s6M8Ji2Y


come si evince ,chiusa una falla dalla barca euro,subito un'altra voragine si apre ,con tutte le conseguenze derivanti....... [B)] [B)]

16/04/2012, 00:53

ENTRO IL 2030 L'UMANITA' COLLASSERA' ?

Se l'umanità dovesse continuare a consumare risorse al ritmo attuale, il nostro sistema economico è inevitabilmente destinato a collassare entro il 2030.

Una ricerca di 40 anni fa sembra essere stata recentemente confermata dai risultati di un nuovo studio di un gruppo di scienziati del Jay W. Forrester Institute.

Con la crisi economica alle spalle (ma che continua a seguirci come un'ombra), la possibilità che l'economia globale possa crollare non sembra così remota. Quasi mezzo secolo fa, tuttavia, il consumo di risorse era decisamente più ridotto rispetto ad oggi, e la situazione globale non lasciava presagire alcun dramma economico di portata planetaria.

Nonostante questo, uno studio pubblicato nel 1972 dal titolo "The Limits to Growth" aveva previsto l'attuale situazione economica con largo anticipo e precisione sorprendente; senza contare che le recenti conclusioni dei ricercatori MIT sulle prossime due decadi sembrano coincidere con i risultati della ricerca degli anni '70.

"The Limits to Growth" analizzava i trend del tempo relativi alla popolazione e al consumo di risorse naturali. Affrontava argomenti come il controllo delle nascite, la produttività agricola, e gli sforzi di protezione ambientale volti a conservare le nostre risorse naturali.

"The Limits to Growth" non è stata l'unica ricerca del suo genere: nel 1993 ci fu l'aggiornamento dei dati con il documento "Beyond the Limits", basato su ulteriori 20 anni di dati disponibili; nel 2004, invece, venne pubblicato "Limits to Growth: The 30-Year Update".

I ricercatori del Jay W. Forrester Institute hanno esaminato i dati relativi alle dinamiche economiche globali raccolti tra il 1970 e il 2000, in aggiunta a quelli dei precedenti rapporti, scoprendo che le previsioni di 40 anni fa erano per la maggior parte azzeccate.

Come predisse "The Limits to Growth", esaminando i nuovi dati si è giunti alla conclusione che la popolazione e l'economia globale continueranno a crescere fino all'anno 2030; ma senza misure di protezione adeguate, economiche e ambientali, i modelli finora prodotti non lasciano ben sperare per il futuro dell'umanità.

Come nella precedente analisi del '72, i ricercatori si sono concentrati su cinque variabili generali che sembrano descrivere accuratamente i trend di crescita economica globale: popolazione mondiale, industrializzazione, inquinamento, produzione di cibo e consumo di risorse.

Lo scenario derivante dalle due ricerche non è dei più allegri: povertà ai massimi livelli, incremento del numero dei rifugiati ambientali, vere e proprie guerre (nel senso classico del termine, o di natura economica) per accaparrarsi le risorse naturali più prezione.

Nonostante tutto, non siamo spacciati. Secondo la nuova ricerca, infatti, la crescita economica senza limiti non è una prospettiva impossile, a patto che i governi di tutto il mondo riescano finalmente a trovare delle strategie efficaci per limitare l'espansione della nostra impronta ecologica.

Quando si parla di ambiente ed economia, è facile che sorgano contrasti e accese discussioni. E' naturale, dato che si tratta di discussioni che, qualunque sia la nostra opinione a riguardo, sono inerenti al futuro del genere umano.

Di parere totalmente differente è infatti Henry Wallich, ex governatore del Federal Research Board ed economista della Yale University. Wallich ritiene che le conclusioni della nuova ricerca e di "The Limits to Growth" (una rigida regolamentazione della crescita economica) equivalgono ad una condanna alla povertà per miliardi di persone.

Vogliamo tutelare il pianeta e il futuro dei nostri figli, o preferiamo garantire a tutti un posto di lavoro e un livello di vita accettabile, e in modo relativamente veloce? Per quanto molti vedano queste due posizioni come inconciliabili, in realtà non lo sono affatto.

Siamo per lo più viziati da una visione dell'economia e della crescita nata 60-70 anni fa e consolidatasi nel corso delle passate decadi. Questa stessa visione della sfera economica ci impedisce di concepire un mondo differente, basato su regole diverse, su modelli di sviluppo diversi, e su una cultura delle risorse per molti aspetti migliore dalla nostra, ma ancora troppo lontana dal nostro attuale livello di "evoluzione sociale".

Per come la vedo io, l'attuale modello di sviluppo economico ha fallito fin troppe volte, e non servono ricerche ed economisti per comprenderlo, basta osservare il mondo con occhio curioso.

Wallich ha ragione a temere un impoverimento della popolazione mondiale nel caso di regole troppo rigide imposte allo sviluppo, ma la sua idea di economia non tiene conto delle innumerevoli possibilità positive collaterali di una strategia di tutela ambientale davvero efficace.

La transazione tra un'economia (fin troppo) libera, ed una ben regolamentata e improntata sulla tutela delle risorse naturali, non sarà di certo indolore. Ma se davvero desideriamo un mondo più equo e un pianeta più sano, non aspettiamoci di ottenerlo rimanendo seduti sulle nostre poltrone a condurre la nostra vita di sempre.

http://www.antikitera.net/news.asp?id=11505&T=3

16/04/2012, 00:54

DIETRO IL SIPARIO

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http://dadietroilsipario.blogspot.it/20 ... -vivi.html


Fmi, il costo dei vivi

Il Fondo Monetario Internazionale ci augura la morte, senza che ci sia nulla di personale ma semplicemente per fa quadrare i conti ovviamente.

Si vive troppo a lungo, il che comporta degli esborsi notevoli che gravano sul bilancio statale. Non importa se la maggioranza dei pensionati prende pochi spicci rispetto a quanto ha versato in decenni di contributi. L’entità delle somme erogate come pensione sono un insulto ai diritti umani, sono una negazione ad una vita dignitosa, quale dovrebbe essere garantita da quella cartastraccia chiamata Costituzione. Non importa se i contributi versati da milioni di lavoratori che muoiono prima di raggiungere l’età pensionabile o poco dopo averla maturata vengono requisiti e certo non devoluti alle famiglie.

Il FMI non si domanda quanti pensionati a 250 euro al mese potrebbero beneficiare di un aumento, se solo venissero decurtati i vitalizi da faraoni dei vari Napolitano, Mastrapasqua, ex senatori e parlamentari, giudici, unitamente agli innumerevoli consiglieri che presiedono anche trenta poltrone contemporaneamente, come emerso da L’Inkiesta.

Il FMI non si pone il problema di come attraverso quell’elemosina sia assolutamente impossibile sopravvivere, pagare cure e medicine, quando non la retta di un ospizio, unitamente anche all’Imu sulla prima casa che per estorcere ulteriore denaro il regime Monti configura come seconda.

Il FMI mi dovrebbe spiegare come la Germania, la Danimarca, i paesi scandinavi riescano a godere di una potente economia pur avendo un

welfare invidiabile e realmente equo, ma il FMI è occupato ad augurare la morte agli italiani e chiunque capiti sotto la sua "tutela". Ecco un esempio di welfare in Germania “Le dico solo questo, una donna tedesca disoccupata, sola, con tre figli e un affitto di 500 euro, riceve dallo stato 1850 euro al mese. L’affitto nel caso specifico è basso, ma lo stato si impegna a pagare un affitto medio, quindi questa signora potrebbe avere di più in relazione all’affitto da pagare. Lo stato paga poi il riscaldamento e l’acqua calda” Tratto da I lupi di Einstein

Cosa succede ad una donna o uomo o coppia con figli che perdono il lavoro?

Lo sappiamo, arrivano i servizi sociali per sequestrare i figli se minori ed i genitori possono accomodarsi sulle panchine nei parchi all’addiaccio, sempre che non decidano di passare a miglior vita per la gioia del FMI.

Sarà molto lieto il FMI di sapere che in Italia ci sono 4 mila suicidi l’anno, di cui mille per ragioni economiche, che vi siano 3 suicidi al giorno, ieri un imprenditore agricolo trevigiano, un artigiano 27enne di Arezzo, perseguitato da Equitalia ed oggi è il turno di un uomo di 42 anni che lascia moglie e figlia 13enne. Si augura e spera il FMI che i titolari e dipendenti delle 50 mila aziende agricole sparite per fallimento nel 2011 insieme alle 11.615 degli altri settori seguano l’esempio?

Una nazione con un minimo di dignità e di amor proprio si sarebbe già recata nelle sedi del FMI, impegnandosi nella lotta contro parassiti come questi.

Che bei risultati per vantare tanta competenza, servivano tanti titoli e masters per conseguire questi "successi"? Siamo circondati da tanti luminari, si riuniscono nei Bilderbergers, nei G20, G8, nel WEF, all’Ecofin e questi sono i "miracoli" ottenuti da codesti figuri?

E la Sig.ra Marcegaglia, che come tutti i suoi predecessori ha fatto solo del lobbying finalizzato ad avere sempre più regalie, rovinando generazioni intere nel nome della flessibilità, della competitività e della produttività, non proferisce parola?

Secondo i loro tanto sbandierati metodi meritocratici, cosa dovremmo farne di una siffatta classe manageriale che a fronte di immensi sconti e sgravi fiscali che peraltro aggravano i conti pubblici, ottiene un crollo della produzione industriale del 6,8% su base annua?

Ma purtroppo l’italiano ancora subisce passivo questa specie di classe politica e regime di tecnici che fa rimpiangere la vecchia nobiltà.

FMI: Christine Lagarde ovvero la commare secca di Debora Billi

FMI: Perché ostinarvi a vivere così a lungo da Il Graffio News

Perché non morite? Da Freenfo
Un consiglio per il FMI, se gli italiani non si sbrigano a togliersi di mezzo potrà sempre consigliare agli onorevoli italiani di acquistare il nuovo virus ad alto potenziale letale, abbia solo un pò di pazienza, la scienza sta lavorando per voi.

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16/04/2012, 12:39

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http://www.wallstreetitalia.com/article ... dando.aspx

New York - L'Europa sta letteralmente commettendo un suicidio economico. Parola del premio Nobel per l'economia Paul Krugman, che esprime chiaramente la propria opinione in un articolo pubblicato sul New York Times.

Questi i punti cruciali che Krugman mette in evidenza: le economie dei paesi periferici, soprattutto la Spagna, sono a pezzi, ma nonostante questo si continua a chiedere loro di fare ulteriori sacrifici, dunque di peggiorare la loro situazione con le misure di austerity in corso, così come comandato dalla Germania e dalla Bce.

Non solo, afferma l'economista: l'economia sta peggiorando, e l'Europa in questo contesto non sta andando neanche nella direzione di migliorare i propri conti pubblici. I tassi sono ancora in rialzo e, come la Grecia ha mostrato, le misure di austerity non migliorano le dinamiche dei debiti..

Krugman commenta l'articolo pubblicato sul The Times, lo scorso sabato: "Suicide by economic crisis", ovvero "Suicidi provocati dalla crisi economica": un articolo che mette chiaramente in luce la tragedia di molti cittadini europei che, disperati per le tasse da pagare, consapevoli della povertà che si avvicina, incapaci di pagare il mutuo o di far fronte alle imcombenze più semplici della vita, decidono di porre fine alla loro vita.

"Fino a qualche mese fa, avevo ancora qualche speranza sull'Europa. Vi ricorderete come lo scorso autunno l'Europa appariva sull'orlo di un crollo finanziario - scrive Krugman - ma la Bce, la controparte europea della Fed, è intervenuta per salvare il Continente". Il riferimento è alla maxi iniezione di liquidità operata dall'istituto, sotto forma di cospicui prestiti alle banche.

L'"interrogativo, in quel momento, è se questa azione coraggiosa ed efficacia avrebbe siglato l'inizio di un ripensamento più ampio, se i leader europei avrebbero utilizzato lo spazio concesso dalla Bce per riconsiderare le loro politiche (...) Ma non l'hanno fatto". Krugman alza le mani e ritiene che a questo punto sarà difficile che l'Europa capisca davvero quello che dovrebbe e non dovrebbe fare.

L'esempio più indicativo degli sbagli commessi dall'Europa, e in particolar modo da Francoforte, è la Spagna. "La Spagna versa in una condizione di depressione piena, con un tasso di disoccupazione complessivo del 23,6%, pari a quello che l'America sperimentò durante gli anni della Grande Depressione, e con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 50%. Questa situazione non può andare avanti, e la consapevolezza del fatto che non potrà andare avanti è il fattore che sta portando i tassi sui bond spagnoli a schizzare verso l'alto".

Il punto, continua, è che la storia della Spagna non ha nulla a che vedere "con le favole sulla moralità che sono così popolari tra i funzionari europei, soprattutto in Germania. La Spagna infatti non era un paese che sperperava il proprio denaro pubblico. Alla vigilia della crisi, l'economia era caratterizzata infatti da un basso livello del debito e da un surplus di bilancio. Detto questo, "aveva anche un enorme bolla sul mercato immobiliare, bolla in parte resa possibile grazie agli enormi prestiti che le banche tedesche erogavano alle loro controparti. Quando la bolla esplose, l'economia spagnola si prosciugò. Ma è importante sottolinea che i problemi fiscali sono la conseguenza della depressione, non la sua causa.

"Nonostante ciò, la medicina che arriva da Berlino e Francoforte, pensate un po', quella di una austerity fiscale ancora più rigida". Parlando senza mezzi termini, questa situazione è semplicemente da pazzi.

Sconfortato dalla testardaggine europea e soprattutto tedesca, Krugman arriva ad d affermare che un'alternativa, a questo punto, dovrebbe essere l'uscita dall'euro, unita al ripristino delle valute nazionali. "Potreste dire che si tratta di una cosa inconcepibile, e che l'effetto sarebbe enormemente distruttivo sia economicamente che politicamente. Ma continuare su questa strada, imporre misure di austerity su paesi che stanno soffrendo già tassi di disoccupazione da Depressione, è questo che è davvero inconcepibile".

Se davvero si vuole salvare l'Europa e l'euro, allora che i leader accettino che "il continente necessita di politiche monetarie ulteriormente espansive, dunque esprimano la loro volontà con un annuncio su una Bce disposta ad accettare in qualche modo un tasso di inflazione più elevato; l'Europa ha bisogno anche di politiche fiscali più espansive". Certo sarà dura, ma ci sarà qualche speranza di ripresa.

Invece, "piuttosto che ammettere di aver sbagliato, i leader europei sembrano determinati a portare la loro economia - e la loro società- sull'orlo del baratro. E il mondo intero pagherà il prezzo".


http://www.wallstreetitalia.com/article ... dando.aspx

17/04/2012, 03:24

ubatuba ha scritto:


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New York - L'Europa sta letteralmente commettendo un suicidio economico. Parola del premio Nobel per l'economia Paul Krugman, che esprime chiaramente la propria opinione in un articolo pubblicato sul New York Times.

Questi i punti cruciali che Krugman mette in evidenza: le economie dei paesi periferici, soprattutto la Spagna, sono a pezzi, ma nonostante questo si continua a chiedere loro di fare ulteriori sacrifici, dunque di peggiorare la loro situazione con le misure di austerity in corso, così come comandato dalla Germania e dalla Bce.

Non solo, afferma l'economista: l'economia sta peggiorando, e l'Europa in questo contesto non sta andando neanche nella direzione di migliorare i propri conti pubblici. I tassi sono ancora in rialzo e, come la Grecia ha mostrato, le misure di austerity non migliorano le dinamiche dei debiti..

Krugman commenta l'articolo pubblicato sul The Times, lo scorso sabato: "Suicide by economic crisis", ovvero "Suicidi provocati dalla crisi economica": un articolo che mette chiaramente in luce la tragedia di molti cittadini europei che, disperati per le tasse da pagare, consapevoli della povertà che si avvicina, incapaci di pagare il mutuo o di far fronte alle imcombenze più semplici della vita, decidono di porre fine alla loro vita.

"Fino a qualche mese fa, avevo ancora qualche speranza sull'Europa. Vi ricorderete come lo scorso autunno l'Europa appariva sull'orlo di un crollo finanziario - scrive Krugman - ma la Bce, la controparte europea della Fed, è intervenuta per salvare il Continente". Il riferimento è alla maxi iniezione di liquidità operata dall'istituto, sotto forma di cospicui prestiti alle banche.

L'"interrogativo, in quel momento, è se questa azione coraggiosa ed efficacia avrebbe siglato l'inizio di un ripensamento più ampio, se i leader europei avrebbero utilizzato lo spazio concesso dalla Bce per riconsiderare le loro politiche (...) Ma non l'hanno fatto". Krugman alza le mani e ritiene che a questo punto sarà difficile che l'Europa capisca davvero quello che dovrebbe e non dovrebbe fare.

L'esempio più indicativo degli sbagli commessi dall'Europa, e in particolar modo da Francoforte, è la Spagna. "La Spagna versa in una condizione di depressione piena, con un tasso di disoccupazione complessivo del 23,6%, pari a quello che l'America sperimentò durante gli anni della Grande Depressione, e con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 50%. Questa situazione non può andare avanti, e la consapevolezza del fatto che non potrà andare avanti è il fattore che sta portando i tassi sui bond spagnoli a schizzare verso l'alto".

Il punto, continua, è che la storia della Spagna non ha nulla a che vedere "con le favole sulla moralità che sono così popolari tra i funzionari europei, soprattutto in Germania. La Spagna infatti non era un paese che sperperava il proprio denaro pubblico. Alla vigilia della crisi, l'economia era caratterizzata infatti da un basso livello del debito e da un surplus di bilancio. Detto questo, "aveva anche un enorme bolla sul mercato immobiliare, bolla in parte resa possibile grazie agli enormi prestiti che le banche tedesche erogavano alle loro controparti. Quando la bolla esplose, l'economia spagnola si prosciugò. Ma è importante sottolinea che i problemi fiscali sono la conseguenza della depressione, non la sua causa.

"Nonostante ciò, la medicina che arriva da Berlino e Francoforte, pensate un po', quella di una austerity fiscale ancora più rigida". Parlando senza mezzi termini, questa situazione è semplicemente da pazzi.

Sconfortato dalla testardaggine europea e soprattutto tedesca, Krugman arriva ad d affermare che un'alternativa, a questo punto, dovrebbe essere l'uscita dall'euro, unita al ripristino delle valute nazionali. "Potreste dire che si tratta di una cosa inconcepibile, e che l'effetto sarebbe enormemente distruttivo sia economicamente che politicamente. Ma continuare su questa strada, imporre misure di austerity su paesi che stanno soffrendo già tassi di disoccupazione da Depressione, è questo che è davvero inconcepibile".

Se davvero si vuole salvare l'Europa e l'euro, allora che i leader accettino che "il continente necessita di politiche monetarie ulteriormente espansive, dunque esprimano la loro volontà con un annuncio su una Bce disposta ad accettare in qualche modo un tasso di inflazione più elevato; l'Europa ha bisogno anche di politiche fiscali più espansive". Certo sarà dura, ma ci sarà qualche speranza di ripresa.

Invece, "piuttosto che ammettere di aver sbagliato, i leader europei sembrano determinati a portare la loro economia - e la loro società- sull'orlo del baratro. E il mondo intero pagherà il prezzo".


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Ecco appunto............. Immagine

17/04/2012, 11:43

ubatuba ha scritto:


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New York - L'Europa sta letteralmente commettendo un suicidio economico. Parola del premio Nobel per l'economia Paul Krugman, che esprime chiaramente la propria opinione in un articolo pubblicato sul New York Times.

Questi i punti cruciali che Krugman mette in evidenza: le economie dei paesi periferici, soprattutto la Spagna, sono a pezzi, ma nonostante questo si continua a chiedere loro di fare ulteriori sacrifici, dunque di peggiorare la loro situazione con le misure di austerity in corso, così come comandato dalla Germania e dalla Bce.

Non solo, afferma l'economista: l'economia sta peggiorando, e l'Europa in questo contesto non sta andando neanche nella direzione di migliorare i propri conti pubblici. I tassi sono ancora in rialzo e, come la Grecia ha mostrato, le misure di austerity non migliorano le dinamiche dei debiti..

Krugman commenta l'articolo pubblicato sul The Times, lo scorso sabato: "Suicide by economic crisis", ovvero "Suicidi provocati dalla crisi economica": un articolo che mette chiaramente in luce la tragedia di molti cittadini europei che, disperati per le tasse da pagare, consapevoli della povertà che si avvicina, incapaci di pagare il mutuo o di far fronte alle imcombenze più semplici della vita, decidono di porre fine alla loro vita.

"Fino a qualche mese fa, avevo ancora qualche speranza sull'Europa. Vi ricorderete come lo scorso autunno l'Europa appariva sull'orlo di un crollo finanziario - scrive Krugman - ma la Bce, la controparte europea della Fed, è intervenuta per salvare il Continente". Il riferimento è alla maxi iniezione di liquidità operata dall'istituto, sotto forma di cospicui prestiti alle banche.

L'"interrogativo, in quel momento, è se questa azione coraggiosa ed efficacia avrebbe siglato l'inizio di un ripensamento più ampio, se i leader europei avrebbero utilizzato lo spazio concesso dalla Bce per riconsiderare le loro politiche (...) Ma non l'hanno fatto". Krugman alza le mani e ritiene che a questo punto sarà difficile che l'Europa capisca davvero quello che dovrebbe e non dovrebbe fare.

L'esempio più indicativo degli sbagli commessi dall'Europa, e in particolar modo da Francoforte, è la Spagna. "La Spagna versa in una condizione di depressione piena, con un tasso di disoccupazione complessivo del 23,6%, pari a quello che l'America sperimentò durante gli anni della Grande Depressione, e con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 50%. Questa situazione non può andare avanti, e la consapevolezza del fatto che non potrà andare avanti è il fattore che sta portando i tassi sui bond spagnoli a schizzare verso l'alto".

Il punto, continua, è che la storia della Spagna non ha nulla a che vedere "con le favole sulla moralità che sono così popolari tra i funzionari europei, soprattutto in Germania. La Spagna infatti non era un paese che sperperava il proprio denaro pubblico. Alla vigilia della crisi, l'economia era caratterizzata infatti da un basso livello del debito e da un surplus di bilancio. Detto questo, "aveva anche un enorme bolla sul mercato immobiliare, bolla in parte resa possibile grazie agli enormi prestiti che le banche tedesche erogavano alle loro controparti. Quando la bolla esplose, l'economia spagnola si prosciugò. Ma è importante sottolinea che i problemi fiscali sono la conseguenza della depressione, non la sua causa.

"Nonostante ciò, la medicina che arriva da Berlino e Francoforte, pensate un po', quella di una austerity fiscale ancora più rigida". Parlando senza mezzi termini, questa situazione è semplicemente da pazzi.

Sconfortato dalla testardaggine europea e soprattutto tedesca, Krugman arriva ad d affermare che un'alternativa, a questo punto, dovrebbe essere l'uscita dall'euro, unita al ripristino delle valute nazionali. "Potreste dire che si tratta di una cosa inconcepibile, e che l'effetto sarebbe enormemente distruttivo sia economicamente che politicamente. Ma continuare su questa strada, imporre misure di austerity su paesi che stanno soffrendo già tassi di disoccupazione da Depressione, è questo che è davvero inconcepibile".

Se davvero si vuole salvare l'Europa e l'euro, allora che i leader accettino che "il continente necessita di politiche monetarie ulteriormente espansive, dunque esprimano la loro volontà con un annuncio su una Bce disposta ad accettare in qualche modo un tasso di inflazione più elevato; l'Europa ha bisogno anche di politiche fiscali più espansive". Certo sarà dura, ma ci sarà qualche speranza di ripresa.

Invece, "piuttosto che ammettere di aver sbagliato, i leader europei sembrano determinati a portare la loro economia - e la loro società- sull'orlo del baratro. E il mondo intero pagherà il prezzo".


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articolo molto interessante! io ne propongo un altro che mi sono rifiutato di leggere dopo aver letto l'anticipazione

Il 2 febbraio 2012, gli ambasciatori dei Paesi della zona Euro hanno firmato a Bruxelles il nuovo trattato che istituisce un meccanismo europeo di stabilità.In questi giorni a Copenhagen si sta discutendo se fonderl o con l’ESFS di competenza del Fondo Monetario Intarnazionale, oppure mantenere i due strumenti separati. Secondo il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, questo meccanismo permanente di gestione delle crisi (ma se la crisi è temporanea perchè il meccanismo deve essere permanente?) dovrebbe contribuire ad accrescere la fiducia e a garantire la solidarietà e la stabilità finanziaria nella zona euro. In questo articolo cercheremo di capire a quale prezzo per i cittadini.

Il meccanismo europeo di stabilità (MES o ESM) sarà un'istituzione finanziaria internazionale, con sede a Lussemburgo, che sosterrà i Paesi della zona Euro nel caso in cui ciò sia indispensabile per salvaguardare la stabilità finanziaria. Se tutto va bene (o male a seconda dei punti di vista) diventerà operativo nel luglio 2012.
Il MES disporrà di un'ampia gamma di strumenti. Potrà:
concedere prestiti ai suoi membri,
fornire assistenza finanziaria precauzionale,
acquistare obbligazioni di Stati membri beneficiari sui mercati primari e secondari
accordare prestiti per la ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie.
Tutti gli Stati membri della zona euro diventeranno membri del MES. Anche gli Stati membri che non fanno parte della zona euro potranno partecipare alle operazioni di sostegno alla stabilità.


A meno di un possibile potenziamento dell’ultima ora, lo stock di capitale autorizzato del MES ammonta a 700 miliardi di EUR. I membri del MES si impegnano irrevocabilmente e incondizionatamente a versare la propria quota di capitale autorizzato in conformità al modello di contribuzione. Nel documento ufficiale del Consiglio Europeo (http://www.european-council.europa.eu/m ... 2.it12.pdf), ed in particolare agli allegati I e II, risulta che all’Italia spetta una quota di contribuzione pari a circa il 18% (17,9137%), per un totale di125.395.900.000 Euro (ovvero 125.4 miliardi di euro) che dovranno essere corrisposti anche qualora il nostro Paese diventi beneficiario dell’assistenza finanziaria del MES.

Inoltre, Il consiglio dei governatori può richiedere il versamento in qualsiasi momento del capitale autorizzato non versato e fissare un congruo termine per il relativo pagamento da parte dei membri del MES. Il consiglio dei governatori riesamina periodicamente e, almeno ogni cinque anni, la capacità massima erogabile e l’adeguatezza del capitale autorizzato del MES.

Il versamento delle quote da corrispondere in conto del capitale inizialmente sottoscritto da ciascun membro del MES è effettuato in cinque rate annuali, ciascuna pari al 20% dell’importo totale. Questo significa che l’Italia dovrà versare nelle casse europee 25 miliardi di euro all’anno da qui ai prossimi 5 anni. Secondo voi dove andranno a finire i 13 miliardi di euro aggiuntivi provenienti dalla lotta (con tanto di morti bruciati)all’evasione fiscale ? Come cuscinetto per sopperire all’effetto recessivo autogenerato e non creato dalla stessa sostanza del Governo dei tecnocrati, oppure per pagare le rate del fondo Salva Stati ? Fate voi, sicuramente non andranno di certo a contribuire alla riduzione della pressione fiscale.

L'ultima tendenza in materia di sport italici sembra essere la lotta agli sprechi della Pubblica Amministrazione: tizio guadagna 13.000€ al mese lordi, sono pochi, sono tanti, si fanno le pulci sul numero di giorni che i parlamentari, consiglieri regionali e comunali presiedono ai propri incarichi, lotta senza quartiere contro i privilegi della Casta, contro la politica corrotta e senza alcuna dignità. Va benissimo, nulla da eccepire. Ma quando inizieremo ad indignarci contro chi governa e vota l'adesione ad un fondo a forma di foglia di fico, il cui obiettivo irragiungibile è quello di mitigare con i nostri soldi la speculazione dei mercati finanziari contro gli Stati sovrani? Ricordiamoci che la Banca Centrale Europea per deprimere di qualche punto percentuale lo spread ha dovuto recentemente regalare alle banche 1.000 miliardi di euro (in cambio di cartaccia, ovvero a fondo perduto). Ed è notizia di queste ore che lo spread è tornato nuovamente a salire, che la Spagna farà la fine della Grecia (che è fallita, anche se nessuno ve lo dirà chiaramente) e che Portogallo ed Irlanda non se la passano poi tanto meglio. E voi pensate che siano sufficienti 800 miliardi di euro (una goccia nell'oceano) per fermare le speculazioni ?

Tornando al MES, ci piace sottolineare infine, che il presidente del consiglio dei governatori, i governatori e i governatori supplenti, gli amministratori, gli amministratori supplenti, nonché il direttore generale e gli altri membri del personale godono dell’immunità di giurisdizione per gli atti da loro compiuti nell'esercizio ufficiale delle loro funzioni e godono dell’inviolabilità per tutti gli atti scritti e documenti ufficiali redatti.

Probabilmente qualcuno la precedente domanda se l'è già posta, e se nello statuto del MES è stata prevista una clausola di salvaguardia che garantisce l'immunità alla governance del fondo, sta a significare che i tecnocrati si sono posti il problema di gestire future cause per crimini contro l'umanità, ossia nei confronti dei popoli che in questo momento stanno subendo le decisioni di una sparuta ma potentissima minoranza di personaggi che hanno essi stessi generato la crisi da cui ora ci vogliono portar via (o almeno questo è quello che vogliono farci credere).

fonte terrarealtime

17/04/2012, 11:50

http://www.wallstreetitalia.com/article ... dando.aspx
...
Il punto, continua, è che la storia della Spagna non ha nulla a che vedere "con le favole sulla moralità che sono così popolari tra i funzionari europei, soprattutto in Germania. La Spagna infatti non era un paese che sperperava il proprio denaro pubblico. Alla vigilia della crisi, l'economia era caratterizzata infatti da un basso livello del debito e da un surplus di bilancio. Detto questo, "aveva anche un enorme bolla sul mercato immobiliare, bolla in parte resa possibile grazie agli enormi prestiti che le banche tedesche erogavano alle loro controparti

Guardate che questo è uno dei punti fondamentali.
La stessa cosa è accaduta in Grecia.
Quali erano le banche che finanziavano i greci, con tassi oltre il 10%, ben sapendo che non avrebbero mai avuto l'opportunità di restituirli quei soldi (e tralasciamo anche il fatto che quei soldi furono utilizzati per acquistare tecnologia tedesca e ARMI tedesche, e come è stato documentato anche dietro CORRUZIONE e TANGENTI)?
Sempre loro.
E come ha ben spiegato Bagnai nel suo blog. Il giochino funzionava perché le banche tedesce potevano operare con differenziali nei tassi di interessi molto elevati. Conveniva di più prestare ai greci o agli spagnoli che non ai tedeschi, ben sapendo poi che quando i soldi non ci sarebbe più stati per pagare i capitali, sarebbe intervenuta mamma BCE (ovvero il pubblico e quindi i cittadini) a metterceli.
Ultima modifica di iLGambero il 17/04/2012, 11:56, modificato 1 volta in totale.

17/04/2012, 12:02

ma sapendo tutto questo, perchè non si fa niente? perchè non la si multa per miliardi di euro? i tedeschi hanno perso solo il pelo ma non il vizio!

17/04/2012, 22:23

Altissima tensione tra Madrid e Buenos Aires dopo la decisione del governo argentino di espropriare le attivita' in territorio nazionale della compagnia petrolifera YPF, di proprieta' del gruppo spagnolo Repsol.

La scelta, annunciata ieri dalla presidente Cristina Kirchner, ha scatenato una reazione molto forte del governo spagnolo, che annuncia ritorsioni, cui si sono aggiunte le critiche dell'Unione Europea.

Una crisi diplomatica senza precedenti tra due paesi che sono stati storicamente molto vicini ma, soprattutto, uno scontro economico, testimoniato dal tonfo in borsa del titolo di Repsol in apertura (-8%) e dalla reazione dei mercati internazionali che hanno spinto al rialzo le quotazioni del petrolio.

Dopo una prima convocazione venerdi' scorso, quando l'esproprio era nell'aria, il governo spagnolo ha oggi riconvocato l'ambasciatore argentino a Madrid, Carlos Bettini, al ministero degli Affari Esteri. Madrid infatti considera la nazionalizzazione di Ypf un gesto ''ostile'' e si prepara ad adottare misure ''forti'' che saranno rese note nei prossimi giorni. Il ministro dell'Industria, Jose' Manuel Soria, ha spiegato che queste misure saranno prese ''nell'ambito diplomatico, commerciale, industriale ed energetico'' senza dare altri dettagli.

Repsol, da parte sua, ha gia' fatto sapere che chiedera' una compensazione di almeno 10 miliardi di dollari per l'annuciato esproprio della sua controllata all'Argentina.

''Questi atti non resteranno impuniti'' ha detto il presidente, Antonio Brufau, aggiungendo che chiedera' un arbitrato internazionale sulla decisione di nazionalizzare la sua partecipazione del 57,4% in YPF perche' ''i paesi hanno diritto di nazionalizzare ma devono corrispondere una adeguata remunerazione''.

A disposizione della societa', che ''lancera' tutte le azioni legali alla sua portata'', il tribunale della Banca Mondiale e l'Uncitral, la commissione delle Nazioni Unite e del WTO per gli arbitrati internazionali.

Reazione ferma anche dell'Unione Europea che ''si attende che le autorita' argentine rispettino gli impegni e le obbligazioni internazionali'' ha ammonito il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso a margine dell'incontro con il presidente federale tedesco, Joachim Gauck.
Fonte:http://www.asca.it/news-Repsol_YPF__tensione_tra_Spagna_e_Argentina__Interviene_l_Ue_%28il_punto%29-1145206-ECO.html

Questa notizia è passata sotto silenzio ma...[8D]

18/04/2012, 00:53

lex ha scritto:

Tornando al MES, ci piace sottolineare infine, che il presidente del consiglio dei governatori, i governatori e i governatori supplenti, gli amministratori, gli amministratori supplenti, nonché il direttore generale e gli altri membri del personale godono dell’immunità di giurisdizione per gli atti da loro compiuti nell'esercizio ufficiale delle loro funzioni e godono dell’inviolabilità per tutti gli atti scritti e documenti ufficiali redatti.

Probabilmente qualcuno la precedente domanda se l'è già posta, e se nello statuto del MES è stata prevista una clausola di salvaguardia che garantisce l'immunità alla governance del fondo, sta a significare che i tecnocrati si sono posti il problema di gestire future cause per crimini contro l'umanità, ossia nei confronti dei popoli che in questo momento stanno subendo le decisioni di una sparuta ma potentissima minoranza di personaggi che hanno essi stessi generato la crisi da cui ora ci vogliono portar via (o almeno questo è quello che vogliono farci credere).



Mediatate gente, meditate..... [:3]

18/04/2012, 01:56

Angeldark ha scritto:

Altissima tensione tra Madrid e Buenos Aires dopo la decisione del governo argentino di espropriare le attivita' in territorio nazionale della compagnia petrolifera YPF, di proprieta' del gruppo spagnolo Repsol.

La scelta, annunciata ieri dalla presidente Cristina Kirchner, ha scatenato una reazione molto forte del governo spagnolo, che annuncia ritorsioni, cui si sono aggiunte le critiche dell'Unione Europea.

Una crisi diplomatica senza precedenti tra due paesi che sono stati storicamente molto vicini ma, soprattutto, uno scontro economico, testimoniato dal tonfo in borsa del titolo di Repsol in apertura (-8%) e dalla reazione dei mercati internazionali che hanno spinto al rialzo le quotazioni del petrolio.

Dopo una prima convocazione venerdi' scorso, quando l'esproprio era nell'aria, il governo spagnolo ha oggi riconvocato l'ambasciatore argentino a Madrid, Carlos Bettini, al ministero degli Affari Esteri. Madrid infatti considera la nazionalizzazione di Ypf un gesto ''ostile'' e si prepara ad adottare misure ''forti'' che saranno rese note nei prossimi giorni. Il ministro dell'Industria, Jose' Manuel Soria, ha spiegato che queste misure saranno prese ''nell'ambito diplomatico, commerciale, industriale ed energetico'' senza dare altri dettagli.

Repsol, da parte sua, ha gia' fatto sapere che chiedera' una compensazione di almeno 10 miliardi di dollari per l'annuciato esproprio della sua controllata all'Argentina.

''Questi atti non resteranno impuniti'' ha detto il presidente, Antonio Brufau, aggiungendo che chiedera' un arbitrato internazionale sulla decisione di nazionalizzare la sua partecipazione del 57,4% in YPF perche' ''i paesi hanno diritto di nazionalizzare ma devono corrispondere una adeguata remunerazione''.

A disposizione della societa', che ''lancera' tutte le azioni legali alla sua portata'', il tribunale della Banca Mondiale e l'Uncitral, la commissione delle Nazioni Unite e del WTO per gli arbitrati internazionali.

Reazione ferma anche dell'Unione Europea che ''si attende che le autorita' argentine rispettino gli impegni e le obbligazioni internazionali'' ha ammonito il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso a margine dell'incontro con il presidente federale tedesco, Joachim Gauck.
Fonte:http://www.asca.it/news-Repsol_YPF__tensione_tra_Spagna_e_Argentina__Interviene_l_Ue_%28il_punto%29-1145206-ECO.html

Questa notizia è passata sotto silenzio ma... [8D]


Sta venendo giù tutto Angel.....
E' forse questo che avevano previsto i Maya?? [:D]

18/04/2012, 02:25

Dopo la germania di Hitler che voleva conquistare il mondo, adesso cè la germania della Merkel che vuole la stessa cosa ma senza usare i carri armati...

18/04/2012, 02:29

Al di là del fatto che una società petrolifera non possiede il terreno sulla quale estrae il greggio, quel suolo appartiene alla popolazione argentina, perciò se un giorno ti dicono "smamma" te ne devi andare.
E non è che ti metti a smuovere la Nato per far rispettare il tuo diritto di prendere il petrolio, anche perchè la Nato non è certo un'armata di mercenari ai tuoi ordini (non per adesso almeno), ti prendi i soldi che ti danno e te ne vai a sbucherellare altrove..

18/04/2012, 09:54

Thethirdeye ha scritto:
Sta venendo giù tutto Angel.....
E' forse questo che avevano previsto i Maya?? [:D]

Mah, pochi mesi e vedremo.. [;)]

18/04/2012, 14:17

Angeldark ha scritto:

Altissima tensione tra Madrid e Buenos Aires dopo la decisione del governo argentino di espropriare le attivita' in territorio nazionale della compagnia petrolifera YPF, di proprieta' del gruppo spagnolo Repsol.


Sembra, da questo articolo, che anche l'Italia
in qualche verrebbe coinvolta...

L'Argentina nazionalizza l'industria petrolifera e butta fuori spagnoli e italiani.
http://sergiodicorimodiglianji.blogspot ... stria.html
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