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Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

24/11/2015, 14:15

Lo so: anche se i turchi tirano una bomba all'ISIS e tre ai curdi ... Però ............ [:296]

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

24/11/2015, 14:25

La Turchia getta la maschera

Il vice presidente della Duma, Nikolai Levicev: "Adesso è evidente il legame di Ankara con l’Isis"


Putin lo aveva affermato con chiarezza al G20 di Antalya: "L'Isis è finanziato da individui di 40 Paesi, inclusi alcuni membri del G20".


Putin: "Turchia complice dell'Isis"

Inevitabile pensare a Arabia Saudita, Qatar e Turchia. Le prove che dimostrano la connivenza tra turchi e Stato islamico sono molte e, nel corso di questi due anni, sono state mostrate dai media internazionali.

Tensioni - subito risolte - tra Russia e Turchia c'erano state già nei primi giorni di ottobre, subito dopo l'inizio dei bombardamenti russi in Siria. Oggi però la Turchia ha alzato i toni e ha abbattuto un caccia russo Sukhoi Su-24. Giustamente, il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha definito l’abbattimento del caccia russo "un incidente molto grave", opinione condivisa anche dal Foreign Office britannico. Un incidente molto grave in quanto la Turchia è un Paese Nato che, come tale, gode della protezione dell'articolo V del Patto Atlantico.

Questo pomeriggio, secondo quanto hanno riferito a Efe fonti dell'Alleanza, il Consiglio del Nord Atlantico, il massimo organo decisionale della Nato composto dagli ambasciatori dei 28 Paesi alleati, si riunirà su richiesta di Ankara affinché "la Turchia possa informare gli alleati sull'abbattimento di un aereo russo".

La guerra, iniziata lo scorso 30 settembre, della Russia contro i terroristi dello Stato islamico e delle forze qaediste presenti in Siria non è mai piaciuta ad Ankara. L'obiettivo di Erdogan e Davutoglu è quello di eliminare il regime di Assad o, per lo meno, di mantenere una Siria destabilizzata.

Il vice presidente della Duma, Nikolai Levicev, ha commentato così l'abbattimento del caccia russo: "È consigliabile sospendere i voli" in Turchia "ed evacuare i russi presenti lì" dato che che "adesso è evidente il legame di Ankara con l’Isis". Secondo Levicev, inoltre, la Turchia "dimostra solidarietà ai terroristi" proprio mentre "la comunità internazionale comincia la lotta al terrorismo a pieno titolo".

L'abbattimento del caccia russo da parte dei turchi rappresenta quindi una sorta di "trappolone" per Putin. Come reagirà ora il presidente russo?

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/tur ... 98005.html

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

24/11/2015, 14:52

Ufologo 555 ha scritto:Inevitabile pensare a Arabia Saudita, Qatar e Turchia. Le prove che dimostrano la connivenza tra turchi e Stato islamico sono molte e, nel corso di questi due anni, sono state mostrate dai media internazionali.


E DI CHI SONO ALLEATI CODESTI PAESI?????

Sono mesi che lo diciamo!

[:303]

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

24/11/2015, 18:02

.. e altrettanto scrivo che sono "amici" indipendenti ora ... Anzi, nemici!
Per quello m'incaxxo che l'indelebile Obama non fa niente per fermarli. [:294]

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

24/11/2015, 20:13

... e allora .... [8)] [:287]




Il dominio
Boualem Sansal, l'ipotesi dello scrittore tunisino: "Così l'islam dominerà tutto il mondo"
Lo scrittore algerino Sansal nel libro 2084 ipotizza che tra 50 anni vivremo sotto l'egemonia islamica

Immagine

Lo scrittore algerino Boualem Sansal attraverso La Revue, la storica rivista culturale francofona, ipotizza entro cinquant'anni l'irreversibile ascesa del totalitarismo islamico. Sansal nel suo libro 2084: La fine del Mondo tratteggia lo scenario che, a suo parere, si manifesterà entro pochi decenni: un impero integralista fondato sul pensiero unico islamico dominerà il pianeta. Paura, denuncia, sorveglianza e polizia del Pensiero sono il quadro apocalittico in cui ci muoveremo. Uno scenario ancor più inquietante dopo le recenti stragi di Parigi. Nel futuro immaginato (e temuto) da Sansal, l'impero islamico mondiale e totalitario rende incapace di riflettere e di ragionare i sudditi: "Non esistete più. Siete ridotti allo stato di schiavi, divenuti sordi, muti, ciechi".

Come il nazismo - "Islamismo, nazismo e fascismo sono la stessa cosa. L’idea della razza eletta nazista, la razza ariana, fa parte della cultura germanica. Come presso gli arabi dopo l’Islam. Perché il profeta è arabo. È una razza superiore, eletta...", dichiara lo scrittore analizzando l'affinità delle ideologie totalitarie e individuando un "ponte" tra nazismo e islamismo radicale. Un pericolo reale nel "contesto attuale in cui viviamo e che discende dai processi storici che vengono dalla colonizzazione, dalle rivoluzioni del mondo arabo e musulmano".

La nahda - E l'Isis invoca il risveglio, la nahda, che molti pensatori islamici rincorrono da tempo per ripartire alla conquista del mondo, ritrovare l'origine e dare espansione all'Islam per "fare il vuoto, eliminare l’Occidente". "Questo è Daesh, ma anche, in altro modo, Arabia Saudita e Qatar: hanno deciso di sbarazzarsi dell'Occidente lavorando all'interno stesso della sua società, colpevolizzandola. Investono nella costruzione di moschee, istituti islamici, scuole coraniche e diffondendo una propaganda efficace sulle persone poco istruite", conclude Sansal.

http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... dello.html



... E l'ho detto: Arabia Saudita e Qatar ! [:306]

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

24/11/2015, 22:07

Ufologo 555 ha scritto:.. e altrettanto scrivo che sono "amici" indipendenti ora ... Anzi, nemici!
Per quello m'incaxxo che l'indelebile Obama non fa niente per fermarli. [:294]


A me sembrano di tutto fuorché "nemici" agli occhi degli USA... anzi...

[:305]

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

24/11/2015, 23:23

tutte pistolinate di sto scrittore tunisino. se guardiamo i libri ch ene sono di scrittori che prevedono domini di islam, america, russia, cina, ecc.. ogni stato. ugnuno fa le sue previsioni

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

26/11/2015, 17:54

La sfida totale
Affronto finale a Putin, Erdogan: "Non ti chiedo scusa"

Erdogan tiene duro. Non si piega e non si scusa. A Putin che gli aveva chiesto le scuse. “Credo che se c’è qualcuno che dovrebbe scusarsi, non siamo noi. Quelli che hanno violato il nostro spazio aereo sono coloro che dovrebbero scusarsi”. Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, in una intervista alla Cnn, facendo riferimento alla richiesta di Mosca che Ankara si scusi per l’abbattimento di aereo da guerra russo al confine con la Siria. "I nostri piloti e le nostre forze armate ha proseguito Erdgoan - hanno semplicemente fatto il loro dovere, che è consistito nel rispondere alle violazioni delle regole di impegno".

La lotta all'Isis - La Turchia è l’unico Paese che combatte realmente l’Isis e Bashar al-Assad è colui che più lo sostiene: lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in quello che sembra una messaggio diretto al presidente russo, Vladimir Putin. "Altri Paesi stanno attaccando l’opposizione moderata in Siria con il pretesto di combattere l’Isis", ha spiegato il presidente. "Chi sostiene che compriamo petrolio dal Daesh (acronimo arabo del sedicente Stato islamico o Is, ndr) è tenuto a provare queste accuse. Il Daesh vende il petrolio che estrae a Bashar al-Assad - ha proseguito Erdogan, citato da Hurriyet - Allora parlatene con Assad, che supportate". Il presidente turco ha poi accusato Mosca di non combattere contro l’Is in Siria. "Il loro obiettivo - ha detto - è solo attaccare l’opposizione moderata in Siria, in nome della guerra al Daesh. Se si parla di armi e potenza finanziaria del Daesh - ha concluso - il primo luogo dove guardare è il regime di Assad. Non c’è quasi alcun paese, oltre alla Turchia, che combatte contro l’organizzazione chiamata Daesh in modo serio".

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... scuse.html


.... Insomma, ognuno dice la sua ... [:296]

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

26/11/2015, 17:58

...nel frattempo ...





Tensione nel Mediterraneo

Putin schiera navi e missili. La minaccia, così farà la guerra

L'incontro tra il Presidente turco Erdogan e il ministro degli esteri russo in programma oggi non ci sarà. Da un punto di vista diplomatico è la prima reazione concreta del governo di Vladimir Putin all'abbattimento del bombardiere russo da parte della contraerea turca. Da settimane Ankara accusa l'aviazione di Mosca di sfiorare, probabilmente anche sconfinare, in territorio turco, finché ieri dopo "dieci avvertimenti in cinque minuti" il jet è stato abbattuto e con lui anche l'elicottero arrivato poco dopo per soccorrere i piloti.

La reazione - Putin ha fatto capire chiaro e tondo che la pazienza è ormai agli sgoccioli: "Una pugnalata alle spalle - ha detto da Sochi, in compagnia del re di Giordania - inferta da complici dei terroristi". Nonostante i decenni tesi della Guerra fredda, dal 1950 a oggi i Paesi della Nato e la Russia erano riusciti a evitare qualunque tipo di scontro militare, almeno così diretto e frontale. Alla sorpresa, quindi, Putin ha fatto seguire la furia delle minacce, facendo tuonare i suoi militari che d'ora in avanti: "tutti i bersagli che rappresentano un pericolo potenziale saranno distrutti".

I mezzi - Il segretario generale della Nato ha invitato Ankara e Mosca ad allentare la tensione, più facile a dirsi che a farsi visto che nel frattempo i militari russi hanno subito fatto avvicinare alla costa siriana l'incrociatore Moskva armato di missili.

Lo scenario - Nessuno nella Nato sembra avere interesse a prendere troppo le difese della Turchia, come dimostra lo stesso atteggiamento di Barack Obama che ha etichettato l'abbattimento del jet russo come un "incidente". I Paesi dell'alleanza atlantica sanno bene che non si può fare a meno dell'impegno militare di Putin in Siria, anche se l'intesa con Mosca è ancora tutta da trovare, per interessi a dir poco divergenti. Putin è riuscito a coinvolgere l'Iran che sta schierando uomini sul terreno, lasciando ai russi il controllo dei cielo. I Paesi Nato faticano a trovare un accordo tra loro per entrare in campo con uomini propri. Da settimane armano i ribelli anti-Assad per contrastare l'avanzata dei miliziani del sedicente Stato islamico. Ma proprio quell'Assad gode anche dell'appoggio di Mosca, politico e militare: sul piatto c'è il controllo dell'area siriana quando l'attuale reggente sarà destituito, e finora Putin sembra aver messo almeno un piede più avanti di tutti.

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... ttuto.html

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

26/11/2015, 18:30

L'ipotesi risolutiva di John Bolton: Siria e Iraq spartiti in quattro stati: sciita, sunnita, alawita, Kurdistan

(Analisi di Massimo Gaggi)

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/11/2015, a pag. 12-13, con il titolo "Uno Stato sunnita per battere l'Isis", l'analisi di Massimo Gaggi.

E' l'ipotesi da sempre sostenuta da Mordechai Kedar, la stessa esposta nel pezzo di Maurizio Molinari, ecco il link: http://informazionecorretta.hosting.dgt ... 0&id=60484

Sconfiggere l’Isis ma non per tornare alla divisione precedente dei confini tra Siria e Iraq: meglio costruire un nuovo Stato sunnita nell’area già occupata dallo Stato Islamico e in quelle che il «califfo» sta cercando di conquistare. Curiosamente a proporre la creazione di questo Sunnistan non è un leader movimentista arabo, ma un arci conservatore americano: John Bolton, l’ex ambasciatore Usa all’Onu ed ex viceministro degli Esteri di George W. Bush. Strana figura di diplomatico pirotecnico che, anziché cercare mediazioni prende posizioni incendiarie, Bolton è un radicale, anomalo anche per un mondo politico repubblicano sempre più influenzato dall’estremismo ideologico. Ma questo personaggio controverso — all’inizio dello scorso decennio un «neocon» considerato uno degli architetti della guerra di Bush contro l’Iraq — è anche un intellettuale raffinato, capace di analisi acute che poi mescola con proposte sconsiderate. Come quella, formulata qualche mese fa, di un attacco preventivo contro gli impianti atomici iraniani: una necessità, secondo Bolton, che non crede agli impegni presi da Teheran.



La proposta della creazione di un Sunnistan è anch’essa appoggiata su una nuvola d’impraticabilità, visto il caos inestricabile che regna nella regione e la probabile fiera opposizione di alcune potenze — sicuramente Russia e Iran, ma nemmeno la Turchia sarebbe felice — a un simile progetto. Eppure l’idea è suggestiva e fa discutere. Se non altro perché mette in luce una delle cause di debolezza dell’Occidente: la mancanza di una visione che vada oltre la distruzione dell’Isis. Cancellare lo Stato Islamico per fare cosa? Per tornare ai confini dell’accordo Sykes-Picot, il patto tra due potenze coloniali, Gran Bretagna e Francia, che nel 1916 portò alla definizione di frontiere irachene tracciate artificialmente da alcuni burocrati? Da anni molti analisti sostengono che la realtà attuale del Medio Oriente richiederebbe ben altro, ma nessuno è stato in grado di mettere in piedi un’iniziativa politica di un qualche spessore. Delle obiezioni ai vecchi accordi coloniali non si è, poi, quasi più parlato da quando ad abolire quei confini ci ha pensato proprio il «califfato» con una dichiarazione politica che mandava il soffitta il patto del 1916. Tocca adesso a un personaggio come Bolton, un po’ apprendista stregone un po’ dottor Stranamore, riaprire la questione con un ragionamento che, se non porta verso soluzioni praticabili, ha, comunque, una sua lucidità.

Una volta distrutto lo Stato Islamico che facciamo? si chiede Bolton. Restituiamo la Siria liberata a Damasco, cioè a un Assad difficile da eliminare, e le terre irachene al regime filo-iraniano di Bagdad? Per Bolton bisogna prendere atto che Siria e Iraq, così come erano state disegnata dopo la dissoluzione dell’impero ottomanno, non esistono più: la nascita dello Stato islamico ha portato ormai di fatto alla nascita di uno Stato curdo indipendente al nord e a una mobilitazione dei sunniti contro il regime dell’alawita Assad a ovest e contro quello sciita di Bagdad a est. L’ex ambasciatore Usa all’Onu sembra considerare dati ormai consolidati non solo la realtà curda e l’alleanza Teheran-Bagdad, ma anche la permanenza al potere di Assad a Damasco.

La soluzione per la quale l’Occidente e anche gli altri Paesi arabi, soprattutto quelli del Golfo, dovrebbero battersi è, quindi, quella del Sunnistan: geograficamente una versione allargata dello Stato Islamico che occuperebbe gran parte dell’attuale territorio della Siria e la parte occidentale dell’Iraq. Il centro-sud di questo Paese, comprese Bagdad e Bassora, diventerebbe uno Stato sciita satellite del regime degli ayatollah, mentre la costa mediterranea della Siria si trasformerebbe in un piccolo Stato alawita governato da Assad o dai suoi successori. A nord il Kurdistan.

Difficile ma non impossibile, secondo Bolton. L’ex ambasciatore, ora tornato all’«American Enterprise Institute», il principale think tank della destra americana, ammette che, oltre alla Russia e all’Iran, anche la Turchia potrebbe avere da ridire. Ma secondo lui alla fine Ankara accetterebbe la nuova realtà statuale per avere un po’ più di stabilità ai suoi confini meridionali. Ma chi la governerebbe? Il vecchio «esportatore di democrazia» ammette che il Sunnistan non sarebbe esattamente una Svizzera, «né una democrazia jeffersoniana. Ma in questa regione non ci sono alternative a regimi militari e governi autoritari». Verrebbe da dire che Bolton si è pentito di aver promosso, 12 anni fa, il rovesciamento del regime di Saddam, se non fosse che anche di recente l’ex ambasciatore ha detto che sarebbe pronto a ripetere l’invasione dell’Iraq. Ma poi, nell’articolo-proposta pubblicato dal New York Times , Bolton sostiene che a governare il nuovo Stato dovrebbero essere capi tribù e leader sunniti presentabili, e anche ex capi del partito Baath. Cioè gli uomini di Saddam Hussein. Comunque preferibili gli islamisti radicali, ammette oggi Bolton.

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=60521

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

26/11/2015, 18:38

Ufologo 555 ha scritto:La sfida totale
Affronto finale a Putin, Erdogan: "Non ti chiedo scusa"

Erdogan tiene duro. Non si piega e non si scusa. A Putin che gli aveva chiesto le scuse. “Credo che se c’è qualcuno che dovrebbe scusarsi, non siamo noi. Quelli che hanno violato il nostro spazio aereo sono coloro che dovrebbero scusarsi”. Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, in una intervista alla Cnn, facendo riferimento alla richiesta di Mosca che Ankara si scusi per l’abbattimento di aereo da guerra russo al confine con la Siria. "I nostri piloti e le nostre forze armate ha proseguito Erdgoan - hanno semplicemente fatto il loro dovere, che è consistito nel rispondere alle violazioni delle regole di impegno".

La lotta all'Isis - La Turchia è l’unico Paese che combatte realmente l’Isis e Bashar al-Assad è colui che più lo sostiene: lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in quello che sembra una messaggio diretto al presidente russo, Vladimir Putin. "Altri Paesi stanno attaccando l’opposizione moderata in Siria con il pretesto di combattere l’Isis", ha spiegato il presidente. "Chi sostiene che compriamo petrolio dal Daesh (acronimo arabo del sedicente Stato islamico o Is, ndr) è tenuto a provare queste accuse. Il Daesh vende il petrolio che estrae a Bashar al-Assad - ha proseguito Erdogan, citato da Hurriyet - Allora parlatene con Assad, che supportate". Il presidente turco ha poi accusato Mosca di non combattere contro l’Is in Siria. "Il loro obiettivo - ha detto - è solo attaccare l’opposizione moderata in Siria, in nome della guerra al Daesh. Se si parla di armi e potenza finanziaria del Daesh - ha concluso - il primo luogo dove guardare è il regime di Assad. Non c’è quasi alcun paese, oltre alla Turchia, che combatte contro l’organizzazione chiamata Daesh in modo serio".

http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... scuse.html


.... Insomma, ognuno dice la sua ... [:296]



la sfacciataggine di questo non ha confini..
ma oltretutto co affermazioni rifdicole..
giusto oggi ha fatto arrestare un giornalista scomodo
che ha pubblicato un reportage che
dimostrava il traffico di armi isis-turchia..

e lui sarebbe DEMOCRATICO,
assad invece un dittatore..
in un mondo normale staremmo
bombardando la turchia,
non la siria..

che cosa faccia la turchia contro l'isis
non lo sa nessuno..

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

26/11/2015, 18:49

Ufologo 555 ha scritto:L'ipotesi risolutiva di John Bolton: Siria e Iraq spartiti in quattro stati: sciita, sunnita, alawita, Kurdistan

(Analisi di Massimo Gaggi)

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/11/2015, a pag. 12-13, con il titolo "Uno Stato sunnita per battere l'Isis", l'analisi di Massimo Gaggi.

E' l'ipotesi da sempre sostenuta da Mordechai Kedar, la stessa esposta nel pezzo di Maurizio Molinari, ecco il link: http://informazionecorretta.hosting.dgt ... 0&id=60484

Sconfiggere l’Isis ma non per tornare alla divisione precedente dei confini tra Siria e Iraq: meglio costruire un nuovo Stato sunnita nell’area già occupata dallo Stato Islamico e in quelle che il «califfo» sta cercando di conquistare. Curiosamente a proporre la creazione di questo Sunnistan non è un leader movimentista arabo, ma un arci conservatore americano: John Bolton, l’ex ambasciatore Usa all’Onu ed ex viceministro degli Esteri di George W. Bush. Strana figura di diplomatico pirotecnico che, anziché cercare mediazioni prende posizioni incendiarie, Bolton è un radicale, anomalo anche per un mondo politico repubblicano sempre più influenzato dall’estremismo ideologico. Ma questo personaggio controverso — all’inizio dello scorso decennio un «neocon» considerato uno degli architetti della guerra di Bush contro l’Iraq — è anche un intellettuale raffinato, capace di analisi acute che poi mescola con proposte sconsiderate. Come quella, formulata qualche mese fa, di un attacco preventivo contro gli impianti atomici iraniani: una necessità, secondo Bolton, che non crede agli impegni presi da Teheran.



La proposta della creazione di un Sunnistan è anch’essa appoggiata su una nuvola d’impraticabilità, visto il caos inestricabile che regna nella regione e la probabile fiera opposizione di alcune potenze — sicuramente Russia e Iran, ma nemmeno la Turchia sarebbe felice — a un simile progetto. Eppure l’idea è suggestiva e fa discutere. Se non altro perché mette in luce una delle cause di debolezza dell’Occidente: la mancanza di una visione che vada oltre la distruzione dell’Isis. Cancellare lo Stato Islamico per fare cosa? Per tornare ai confini dell’accordo Sykes-Picot, il patto tra due potenze coloniali, Gran Bretagna e Francia, che nel 1916 portò alla definizione di frontiere irachene tracciate artificialmente da alcuni burocrati? Da anni molti analisti sostengono che la realtà attuale del Medio Oriente richiederebbe ben altro, ma nessuno è stato in grado di mettere in piedi un’iniziativa politica di un qualche spessore. Delle obiezioni ai vecchi accordi coloniali non si è, poi, quasi più parlato da quando ad abolire quei confini ci ha pensato proprio il «califfato» con una dichiarazione politica che mandava il soffitta il patto del 1916. Tocca adesso a un personaggio come Bolton, un po’ apprendista stregone un po’ dottor Stranamore, riaprire la questione con un ragionamento che, se non porta verso soluzioni praticabili, ha, comunque, una sua lucidità.

Una volta distrutto lo Stato Islamico che facciamo? si chiede Bolton. Restituiamo la Siria liberata a Damasco, cioè a un Assad difficile da eliminare, e le terre irachene al regime filo-iraniano di Bagdad? Per Bolton bisogna prendere atto che Siria e Iraq, così come erano state disegnata dopo la dissoluzione dell’impero ottomanno, non esistono più: la nascita dello Stato islamico ha portato ormai di fatto alla nascita di uno Stato curdo indipendente al nord e a una mobilitazione dei sunniti contro il regime dell’alawita Assad a ovest e contro quello sciita di Bagdad a est. L’ex ambasciatore Usa all’Onu sembra considerare dati ormai consolidati non solo la realtà curda e l’alleanza Teheran-Bagdad, ma anche la permanenza al potere di Assad a Damasco.

La soluzione per la quale l’Occidente e anche gli altri Paesi arabi, soprattutto quelli del Golfo, dovrebbero battersi è, quindi, quella del Sunnistan: geograficamente una versione allargata dello Stato Islamico che occuperebbe gran parte dell’attuale territorio della Siria e la parte occidentale dell’Iraq. Il centro-sud di questo Paese, comprese Bagdad e Bassora, diventerebbe uno Stato sciita satellite del regime degli ayatollah, mentre la costa mediterranea della Siria si trasformerebbe in un piccolo Stato alawita governato da Assad o dai suoi successori. A nord il Kurdistan.

Difficile ma non impossibile, secondo Bolton. L’ex ambasciatore, ora tornato all’«American Enterprise Institute», il principale think tank della destra americana, ammette che, oltre alla Russia e all’Iran, anche la Turchia potrebbe avere da ridire. Ma secondo lui alla fine Ankara accetterebbe la nuova realtà statuale per avere un po’ più di stabilità ai suoi confini meridionali. Ma chi la governerebbe? Il vecchio «esportatore di democrazia» ammette che il Sunnistan non sarebbe esattamente una Svizzera, «né una democrazia jeffersoniana. Ma in questa regione non ci sono alternative a regimi militari e governi autoritari». Verrebbe da dire che Bolton si è pentito di aver promosso, 12 anni fa, il rovesciamento del regime di Saddam, se non fosse che anche di recente l’ex ambasciatore ha detto che sarebbe pronto a ripetere l’invasione dell’Iraq. Ma poi, nell’articolo-proposta pubblicato dal New York Times , Bolton sostiene che a governare il nuovo Stato dovrebbero essere capi tribù e leader sunniti presentabili, e anche ex capi del partito Baath. Cioè gli uomini di Saddam Hussein. Comunque preferibili gli islamisti radicali, ammette oggi Bolton.

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=60521



SUNNISTAN,
CALIFFATO ISLAMICO..

c'è differenza??
guarda caso i confini coincidono..
con l'azione dell'isis..

mi sa che era quello l'obiettivo sin dall'inizio..

questi stanno dalla stessa parte..

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

26/11/2015, 18:52

Ufologo 555 ha scritto:L'ipotesi risolutiva di John Bolton: Siria e Iraq spartiti in quattro stati: sciita, sunnita, alawita, Kurdistan

(Analisi di Massimo Gaggi)

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/11/2015, a pag. 12-13, con il titolo "Uno Stato sunnita per battere l'Isis", l'analisi di Massimo Gaggi.

E' l'ipotesi da sempre sostenuta da Mordechai Kedar, la stessa esposta nel pezzo di Maurizio Molinari, ecco il link: http://informazionecorretta.hosting.dgt ... 0&id=60484

Sconfiggere l’Isis ma non per tornare alla divisione precedente dei confini tra Siria e Iraq: meglio costruire un nuovo Stato sunnita nell’area già occupata dallo Stato Islamico e in quelle che il «califfo» sta cercando di conquistare. Curiosamente a proporre la creazione di questo Sunnistan non è un leader movimentista arabo, ma un arci conservatore americano: John Bolton, l’ex ambasciatore Usa all’Onu ed ex viceministro degli Esteri di George W. Bush. Strana figura di diplomatico pirotecnico che, anziché cercare mediazioni prende posizioni incendiarie, Bolton è un radicale, anomalo anche per un mondo politico repubblicano sempre più influenzato dall’estremismo ideologico. Ma questo personaggio controverso — all’inizio dello scorso decennio un «neocon» considerato uno degli architetti della guerra di Bush contro l’Iraq — è anche un intellettuale raffinato, capace di analisi acute che poi mescola con proposte sconsiderate. Come quella, formulata qualche mese fa, di un attacco preventivo contro gli impianti atomici iraniani: una necessità, secondo Bolton, che non crede agli impegni presi da Teheran.



La proposta della creazione di un Sunnistan è anch’essa appoggiata su una nuvola d’impraticabilità, visto il caos inestricabile che regna nella regione e la probabile fiera opposizione di alcune potenze — sicuramente Russia e Iran, ma nemmeno la Turchia sarebbe felice — a un simile progetto. Eppure l’idea è suggestiva e fa discutere. Se non altro perché mette in luce una delle cause di debolezza dell’Occidente: la mancanza di una visione che vada oltre la distruzione dell’Isis. Cancellare lo Stato Islamico per fare cosa? Per tornare ai confini dell’accordo Sykes-Picot, il patto tra due potenze coloniali, Gran Bretagna e Francia, che nel 1916 portò alla definizione di frontiere irachene tracciate artificialmente da alcuni burocrati? Da anni molti analisti sostengono che la realtà attuale del Medio Oriente richiederebbe ben altro, ma nessuno è stato in grado di mettere in piedi un’iniziativa politica di un qualche spessore. Delle obiezioni ai vecchi accordi coloniali non si è, poi, quasi più parlato da quando ad abolire quei confini ci ha pensato proprio il «califfato» con una dichiarazione politica che mandava il soffitta il patto del 1916. Tocca adesso a un personaggio come Bolton, un po’ apprendista stregone un po’ dottor Stranamore, riaprire la questione con un ragionamento che, se non porta verso soluzioni praticabili, ha, comunque, una sua lucidità.

Una volta distrutto lo Stato Islamico che facciamo? si chiede Bolton. Restituiamo la Siria liberata a Damasco, cioè a un Assad difficile da eliminare, e le terre irachene al regime filo-iraniano di Bagdad? Per Bolton bisogna prendere atto che Siria e Iraq, così come erano state disegnata dopo la dissoluzione dell’impero ottomanno, non esistono più: la nascita dello Stato islamico ha portato ormai di fatto alla nascita di uno Stato curdo indipendente al nord e a una mobilitazione dei sunniti contro il regime dell’alawita Assad a ovest e contro quello sciita di Bagdad a est. L’ex ambasciatore Usa all’Onu sembra considerare dati ormai consolidati non solo la realtà curda e l’alleanza Teheran-Bagdad, ma anche la permanenza al potere di Assad a Damasco.

La soluzione per la quale l’Occidente e anche gli altri Paesi arabi, soprattutto quelli del Golfo, dovrebbero battersi è, quindi, quella del Sunnistan: geograficamente una versione allargata dello Stato Islamico che occuperebbe gran parte dell’attuale territorio della Siria e la parte occidentale dell’Iraq. Il centro-sud di questo Paese, comprese Bagdad e Bassora, diventerebbe uno Stato sciita satellite del regime degli ayatollah, mentre la costa mediterranea della Siria si trasformerebbe in un piccolo Stato alawita governato da Assad o dai suoi successori. A nord il Kurdistan.

Difficile ma non impossibile, secondo Bolton. L’ex ambasciatore, ora tornato all’«American Enterprise Institute», il principale think tank della destra americana, ammette che, oltre alla Russia e all’Iran, anche la Turchia potrebbe avere da ridire. Ma secondo lui alla fine Ankara accetterebbe la nuova realtà statuale per avere un po’ più di stabilità ai suoi confini meridionali. Ma chi la governerebbe? Il vecchio «esportatore di democrazia» ammette che il Sunnistan non sarebbe esattamente una Svizzera, «né una democrazia jeffersoniana. Ma in questa regione non ci sono alternative a regimi militari e governi autoritari». Verrebbe da dire che Bolton si è pentito di aver promosso, 12 anni fa, il rovesciamento del regime di Saddam, se non fosse che anche di recente l’ex ambasciatore ha detto che sarebbe pronto a ripetere l’invasione dell’Iraq. Ma poi, nell’articolo-proposta pubblicato dal New York Times , Bolton sostiene che a governare il nuovo Stato dovrebbero essere capi tribù e leader sunniti presentabili, e anche ex capi del partito Baath. Cioè gli uomini di Saddam Hussein. Comunque preferibili gli islamisti radicali, ammette oggi Bolton.

http://www.informazionecorretta.com/mai ... 0&id=60521

Tutto questo dovrebbero vedersela loro di ridisegnare i confini,noi allora oltre ad "esportare democrazia",che facciamo gli ingegneri agrari a spese delle terre di altri popoli?. [:246]
Se l'occidente vuol fare questo; dovremmo riportare pure i confini tra Israele e la Palestina,prima degli degli accordi scellerati fatti dagli Inglesi di tracciare a tavolino i confini di Stati altrui dato che è fonte perenne di guerra e di instabilità,non vi pare?. Dall'altro canto è giusto che pure i Curdi abbiano una loro terra.[;)]

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

26/11/2015, 19:32

... non fa una grinza ... [:305]

Re: ISIS: pronto il nuovo spauracchio per l'Occidente

27/11/2015, 01:02

Che si lasci questa gente definirseli da soli i confini dei loro territori, altrimenti non ci sarà mai pace.

In europa ci sono voluti millenni di guerre per avere una configurazione grossomodo stabile e comunque la situazione analizzata in archi di tempo di 100 anni appare molto fluida; non vedo perchè si pretende di cristallizzare invece quelle aree che non hanno mai potuto AUTODEFINIRSI in stati autonomi.
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