01/09/2015, 18:15
greenwarrior ha scritto:Macché poveri e disperati. Questi sono falsi profughi"
Anna Bono, professoressa di Storia ed esperta d'Africa: "Da noi emigranti scolarizzati e benestanti". Nella maggior parte dei casi le richieste d'asilo sono ingiustificate
Paolo Bracalini - Mar, 01/09/2015 - 08:05
«Quando sento parlare di disperati che scappano dalle bombe, a proposito degli emigranti dall'Africa subsahriana, resto abbastanza sconcertata» confessa la professoressa Anna Bono, docente di Storia e Istituzioni dell'Africa all'Università di Torino, una studiosa fuori dal coro che conosce bene l'Africa (ci ha lavorato per anni, parla lo swahili). «Certo arrivano da Paesi dove la democrazia non ha raggiunto vette esemplari, e dove pure non mancano conflitti, ma salvo pochissimi casi sono Paesi che non giustificano una richiesta di asilo, e chi la inoltra infatti raramente la ottiene. Io li chiamo come si sono sempre chiamati: emigranti».
Professoressa, sta dicendo che l'immagine del profugo che scappa dalla miseria e dalle guerre non corrisponde del tutto alla realtà?
«Ripeto, se parliamo di chi arriva da paesi dell'Africa subsahariana, come il Senegal, il Ghana, ma anche la Somalia e la Nigeria e altri, lì chi fugge da guerre cerca rifugio o in zone più sicure dello stesso Paese oppure in un Paese vicino, non parte per l'Europa. Il caso della Somalia è esemplare. La diaspora somala è tra le più grandi al mondo, però centinaia di migliaia fuggono nel vicino Kenya, e da quando il governo ha sottratto ad Al Shabaab (gruppo terrorista islamico, ndr) le città più importanti, migliaia di somali cercano di rientrare in patria. Chi decide di emigrare, con tutti i rischi e le incognite che questo comporta, lo fa per altri motivi, non perchè è in pericolo di vita, o vive nel terrore di un regime spietato, e nemmeno per la miseria estrema».
Chi sono allora gli emigranti che arrivano da noi sui barconi?
«In maggioranza non appartengono ai ceti più poveri della società africana. Le caratteristiche che mi sembrano accomunarli sono: giovani, in prevalenza maschi, sicuramente scolarizzati anche con titoli di studio da scuola media superiore, in grande maggioranza partiti da centri urbani dove avrebbero potuto continuare a vivere, in situazioni che magari ai nostri occhi sembrano invivibili, ma che in Africa rappresentano già un traguardo rispetto alle centinaia di milioni di persone realmente in miseria».
Insomma sulle barche della speranza c'è la middle class africana?
«Diciamo il ceto intermedio, che però teme di scendere di uno o più gradini nella scala sociale. E lì basta poco: una malattia, la perdita di un famigliare ben inserito, un intoppo burocratico. E poi sono attirati dalla propaganda che dipinge l'Italia e altri paesi europei come l'Eldorado, posti dove risolveranno tutti i problemi, troveranno un lavoro e il benessere. Questo è un aspetto poco considerato, ma come per altre attività redditizie anche il business del traffico di emigranti non aspetta il cliente, se lo va a cercare. E la propaganda è talmente forte ed efficace che i governi, come quelli dell'Etiopia, Tanzania, Mali e Nigeria stanno provando a combatterla con campagne di dissuasione. Nelle strade si trovano grandi manifesti con scritto «Il nostro Eldorado è il Mali», mentre in Nigeria può capitare di vedere un manifesto con un uomo che, sullo sfondo un aereo in volo, dice ad una ragazza: «Ti trovo un lavoro in Italia». E sotto: «I trafficanti di uomini conoscono molti trucchi. Rifiuta!».
I trafficanti vendono speranze per 3-4mila euro a testa.
«Anche di più, quelle sono le cifre per chi parte già nei pressi del Mediterraneo, ma tanti partono da molto più lontano, e pagano di più».
Come fanno a permettersi cifre che valgono il reddito di diversi anni?
«Le modalità di pagamento sono molto diverse. C'è chi paga subito, oppure è aiutato dalla famiglia allargata, o vende qualcosa, o ancora si indebita. Il fatto che possano pagare cifre molto alte dimostra appunto come, in molti casi, non siano i poveri a partire ma chi è al di sopra della soglia di povertà».
Senza dimenticare che una piccola parte di queste persone ha realmente bisogno.
01/09/2015, 18:24
MaxpoweR ha scritto:secondo me è sbagliato a prescindere e l'ho detto; io non lo farei, preferirei non essere creduto, tanto me ne fregherebbe poco essere creduto o meno -_-
Ma siamo diversi quindi ognuno fa ciò che vuole ma non per questo non posso sentirmi in diritto di dire la mia
è da parecchio che non si parla più dell'argomento del topic, almeno 4\5 pagine
01/09/2015, 18:28
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01/09/2015, 19:44
mik.300 ha scritto:
adesso come già detto supra
c'è la fiction "amore straniero"
dove la incontrada si fa un tunisino.
oltre ai soldi e lavoro
gli immigrati
trovano pure l'amore di una bella italiana..
perchè restare in africa a fare la muffa?
partirei anche io..
lo so che noi siamo romantici buonisti
che crediamo "all'ammore", ecc...
ma il messaggio che arriva è quello..
xchè sfortunatamente i riceventi
NON hanno lo stesso schema mentale
dei mittenti
e quello che noi interpretriamo in un dato modo,
loro interpretano in un altro..
http://www.televisionando.it/articolo/v ... -1/109655/
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01/09/2015, 19:53
MaxpoweR ha scritto:Non mi pare che ad uccidere siano solo gli immigrati irregolari.
quindi per gli omicidi fatti dagli italiani la colpa è dell'omicida stesso, per quelli fatti dagli immigrati la colpa non è della PERSONA ma dello stato? MA ti rendi conto della pistolinata?
01/09/2015, 20:05
Aztlan ha scritto:MaxpoweR ha scritto:Non mi pare che ad uccidere siano solo gli immigrati irregolari.
Non per questo dobbiamo importarne degli altri. E' un concetto semplice...
Aztlan ha scritto:MaxpoweR ha scritto:quindi per gli omicidi fatti dagli italiani la colpa è dell'omicida stesso, per quelli fatti dagli immigrati la colpa non è della PERSONA ma dello stato? MA ti rendi conto della pistolinata?
Chi è che li fa entrare? Se non entrassero non ucciderebbero italiani ma loro compatrioti e questo se permetti non ci riguarderebbe.
01/09/2015, 20:12
01/09/2015, 20:16
Omicidi in Italia dal 2005 al 2010
si apprezza un generale declino, soprattutto nel Mezzogiorno che rimane l'area con il numero più alto di uccisioni.
vedi grafico nell'articolo
È chiaro come sia proseguito un calo degli omicidi legati alla criminalità organizzata e parallelamente non vi sia stato un aumento dovuto ad altri fattori.
Negli stessi anni la proporzione fra stranieri e cittadini in Italia è aumentata significativamente, seppure in modo molto diseguale tra le regioni.
Emerge in modo evidente che le regioni meridionali, in cui gli omicidi sono rimasti su livelli superiori alla media nazionale, siano quelli in cui il tasso di immigrazione sia minore, si guardi in particolare alla Calabria.
01/09/2015, 20:19
MaxpoweR ha scritto:intanto però scrivi... strano modo di starne fuori O_o Faresti più bella figura esprimendo una opinione invece di fare la vittima ^_^
di solito se uno ne sta fuori ne sta fuori... Boh
questo si sarò postato da solo...