06/07/2020, 07:17
vimana131 ha scritto:MaxpoweR ha scritto:La Cina presenta il primo ristorante robotico e senza contatto al mondo
DI TYLER DURDEN
zerohedge.com
Potremmo osservare uno dei primi ristoranti robotici al mondo, situato nel Guangdong, in Cina. L’apertura tempestiva del ristorante senza contatto umano arriva quando l’industria è decisa a ridurre i contatti da uomo a uomo a causa dei rischi di trasmissione del virus.
Il Qianxi Robot Catering Group, una filiale di Country Garden, ha recentemente annunciato in un comunicato stampa che ha aperto un ristorante gestito da robot nella città di Shunde, nella provincia cinese del Guangdong.
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fonte: https://comedonchisciotte.org/la-cina-presenta-il-primo-ristorante-robotico-e-senza-contatto-al-mondo/
06/07/2020, 13:01
06/07/2020, 13:31
I robot non si ammalano
Ebbene, dopo alcuni anni di onorato servizio metà di questi sono stati licenziati - di fatto riposti in un magazzino - con l’accusa di ammalarsi troppo spesso (tradotto: si rompevano sempre) e di non fornire un adeguato servizio agli ospiti.
n pratica, i robot sono stati accusati di scarsa intelligenza (artificiale): poche informazioni ai visitatori, spesso sbagliate, inadeguatezza nel portare i bagagli in camera
06/07/2020, 14:06
06/07/2020, 17:02
09/09/2020, 01:24
29/09/2020, 13:25
Russia: per la prima volta si vedono in azione esoscheletri da combattimento
Un deciso salto nel futuro. La società russa Rostec ha mostrato alcuni test di esoscheletri unici, sviluppati per l'esercito e l'industria.
Un video rilasciato dalla società mostra un soldato in completo equipaggiamento da combattimento che si muove su un terreno accidentato, corre, si accovaccia, salta su una piattaforma alta, entra in un veicolo a motore e sale una scala.
"L'esoscheletro è nascosto sotto i vestiti e l'equipaggiamento. Non ostacola i movimenti del soldato, ma al contrario allevia lo sforzo sull'apparato locomotore. Permette di trasportare facilmente fino a 60 chilogrammi di equipaggiamento da combattimento e armi, mentre il suo stesso peso è di sei chilogrammi", spiega il video.
Per restare a lungo in una posizione, le articolazioni dell'esoscheletro possono essere bloccate.
Nel dicembre 2019, gli esperti dell'istituto di ricerca centrale di ingegneria degli strumenti di precisione TsNIITochMash (un'affiliata di Rostec), che sta lavorando all'equipaggiamento da combattimento del futuro Sotnik, hanno affermato che tra due o tre anni la produzione seriale di esoscheletri passivi non il trasporto di carichi pesanti inizierebbe. La produzione di esoscheletri attivi può iniziare tra quattro e sei anni.
Rostec ha poi ricordato che il campione già sviluppato di un esoscheletro passivo che aiuta il personale a trasportare carichi pesanti era stato testato in combattimento, compresa le operazioni in Siria. Il servizio stampa della società non ha escluso che l'esoscheletro sarebbe stato parte integrante dell'attrezzatura da combattimento di terza generazione Sotnik.
La Russia, come affermato in apertura, sembra sul punto di fare un deciso salto nel futuro.
Fonte: TASSNotizia del: 28/09/2020
fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-russia_per_la_prima_volta_si_vedono_in_azione_esoscheletri_da_combattimento/27922_37504/
12/10/2020, 10:25
12/10/2020, 13:00
Spot, il robot a quattro zampe di Boston Dynamics, è ormai pronto ad arrivare sul mercato. La società americana sul proprio account ufficiale YouTube ha pubblicato il video di lancio, in cui viene mostrato all'opera in varie situazioni ed ambienti.
Come si può vedere nel filmato presente in apertura, Spot è un robot molto agile in grado di salire le scale ed attraversare anche terreni accidentati, con una facilità che il produttore definisce "senza precedenti". Le dimensioni ridotte inoltre lo rendono facile da usare anche in ambienti chiusi.
Con una singola ricarica la batteria intercambiabile garantisce un'autonomia di 90 minuti. Spot si muove ad una velocità di 1,6 m/sec, e grazie alla telecamera con angolo di visione di 360 gradi, può evitare gli ostacoli e persone sugli ambienti di lavoro.
La società americana sottolinea anche la natura modulare e personalizzabile del robot, attraverso le API messe a disposizione degli sviluppatori di terze parti che facilitano lo sviluppo di applicazioni. Essendo progettato soprattutto per gli ambienti di lavoro, Spot è resistente alla polvere ed umidità, mentre la scocca lo protegge da eventuali urti e cadute.
Negli scorsi mesi Boston Dynamics ha mostrato anche il robot alle prese con l'ispezione di due cantieri. Sul prezzo di lancio non sono arrivate informazioni.
13/12/2020, 17:54
28/12/2020, 13:23
La disoccupazione tecnologica è una scelta
Proponiamo questo articolo sul fenomeno della disoccupazione tecnologica, scritto da Cosimo Biasi. Tema più che mai attuale, visto come la tecnologia stia oggi dominando sempre di più sulla nostra vita. Buona lettura.
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LO SVILUPPO DELL’AUTOMAZIONE RIDUCE NECESSARIAMENTE LA DISPONIBILITÀ DI POSTI DI LAVORO?
[ mia rispsota: SI ^_^ ]
Se l’automazione distrugge i posti di lavoro e il settore pubblico non programma scelte politiche per reindirizzare la produzione verso altre aree, allora la disoccupazione e la povertà aumentano di conseguenza e quel che rimane è solo l’errata convinzione che l’automazione distrugga necessariamente posti di lavoro e che il settore privato guidi, determinandolo, il tasso di disoccupazione. Se invece il settore pubblico favorisse la conversione della produzione verso impieghi maggiormente sostenibili dal punto di vista ecosistemico e sociale, l’occupazione traslerebbe verso un nuovo paradigma e le persone avrebbero così un lavoro diverso.
Nelle lontane regioni dell’Australia, dove le miniere di ferro a cielo aperto sono grandi quanto le nostre province, la tecnologia robotica avanza inesorabile. La compagnia mineraria Rio Tinto possiede 73 camion titanici che viaggiano senza conducente 24 ore al giorno e trasportano minerale ferroso grazie ad una combinazione di sofisticati sistemi GPS e tecnologie radar/laser per la rilevazione di ostacoli lungo il percorso. La Rio Tinto sta ora progettando la completa automazione dei processi di filiera: dalla perforazione della roccia all’estrazione del minerale, dalla movimentazione di carico e scarico del minerale al trasporto e consegna fino al porto, distante più di 500 km. Questa completa automazione comporterà una inevitabile riduzione di impiego umano, annunciano i responsabili della produttività della multinazionale.
Alcune ricerche sostengono che l’utilizzo della tecnologia robotica è appena agli inizi e che nei prossimi decenni ci sarà un impiego massiccio dei robot. È di recente pubblicazione uno studio del Boston Consulting Group (BCG), dal quale emerge che “L’uso di robot industriali avanzati è in via di decollo” e che l’impatto della robotica sul sistema economico globale è destinato ad intensificarsi rapidamente nel prossimo futuro.
Negli ultimi mesi non c’è stato giorno che non ci sia capitato di ascoltare o leggere, attraverso i media, una qualche notizia riguardante l’avanzata dei robot, l’automazione completa dei processi e la disoccupazione tecnologica come ineluttabile conseguenza: “Le macchine sostituiranno il lavoro umano, un giorno. Come potranno le politiche per l’occupazione contrastare questa tendenza?” sono gli allarmanti interrogativi che ormai abitualmente ci capita di leggere o ascoltare dai media.
“Historia magistra vitae”, si suol dire, sicché vediamo quel che possiamo apprendere rivolgendo lo sguardo al passato. In ogni epoca in cui le macchine hanno sostituito il lavoro umano, l’attività dell’uomo è stata poi reindirizzata verso altre mansioni, permettendo in questo modo una continuità della domanda aggregata di forza lavoro e al contempo un costante rinnovamento occupazionale. Basti ad esempio pensare all’introduzione dei trattori nei lavori agricoli, alla rivoluzione industriale dell’ottocento, all’avvento dell’informatica nel settore del terziario e del terziario avanzato: se in qualche modo il sistema economico non fosse stato di volta in volta reindirizzato verso altri scopi umani, ai giorni nostri saremmo tutti disoccupati. Vi sono ragionevoli motivi per cui, oggi, le cose debbano in qualche modo avere esiti diversi? La risposta è negativa. Ciononostante, i media continuano ad alimentare più o meno consapevolmente lo stesso mantra sulla disoccupazione tecnologica. Un mantra vecchio quanto l’argomentazione che, a causa del rapporto debito/PIL, il Giappone presto affonderà nel Pacifico a causa del “peso” del suo enorme debito pubblico. Vediamo dunque di fare chiarezza su un paio di concetti macroeconomici.
In prim’ordine il settore privato non comanda – e quindi non determina – il tasso di disoccupazione, anche se contribuisce a impiegare buona parte della popolazione attiva.
Al comando c’è il settore pubblico. Uno Stato monopolista dell’emissione valutaria può facilmente influenzare la direzione che il sistema socioeconomico e produttivo deve assumere e “guidare da solo”, determinandolo, il tasso di occupazione. Occupazione e disoccupazione sono fenomeni dell’economia reale strettamente connessi con il sistema monetario, la disoccupazione è una funzione delle politiche fiscali. La disoccupazione consiste in persone in cerca di lavoro retribuito in valuta. Di conseguenza non può esserci disoccupazione senza moneta. E difatti, nelle economie non monetizzate, poco prima dell’introduzione del sistema valutario la disoccupazione non esisteva. Solo il settore pubblico è pertanto in grado d’intervenire con politiche anticicliche utili a stimolare l’economia in modo da invertire il disastroso trend negativo di una disoccupazione in continuo aumento. Viceversa il settore privato non può risolvere la piaga della disoccupazione autonomamente. Il settore privato non dispone infatti degli strumenti d’intervento propri del settore pubblico e quindi non può agire in senso anticiclico. Non può ad esempio immettere asset finanziari netti nell’economia sotto forma di valuta onde acquistare, incrementandoli, i posti di lavoro disponibili e facendo così scendere il tasso di disoccupazione. Non v’è altro da sapere su questo punto.
Individuata nel settore pubblico la capacità di agire in funzione anticiclica, è possibile anche comprendere che solamente lo Stato è in grado, direttamente e indirettamente, di creare lavoro. Lo Stato, infatti, può assumere direttamente l’impegno di creare e offrire un impiego di garanzia retribuito con un salario minimo e assicurato a qualsiasi suo cittadino-lavoratore disponibile e abile al lavoro. In questo modo un impiego per ogni cittadino-lavoratore licenziato dal settore privato può essere sempre disponibile e allo stesso tempo si crea una riserva occupazionale costituita da cittadini-lavoratori capaci di transitare dal settore pubblico a quello privato in modo da essere in grado di ricoprire le posizioni vacanti di quest’ultimo settore.Guarda su youtube.com
IN QUALI ÀMBITI IL SETTORE PUBBLICO POTREBBE STIMOLARE LA CREAZIONE DI NUOVI POSTI DI LAVORO O CREARLI DIRETTAMENTE?
Scelte innovative e coraggiose per reindirizzare la produzione devono essere valutate attentamente. Se l’automazione distrugge posti di lavoro e nel contempo il settore pubblico non programma scelte politiche per reindirizzare la produzione verso altre aree, allora non solo la disoccupazione e la povertà aumentano conseguentemente ma nell’opinione pubblica tenderanno inevitabilmente a sedimentare errate convinzioni, come ad esempio che automazione e progresso tecnologico generino necessariamente disoccupazione e che il settore privato guidi il tasso di occupazione. Sappiamo invece che è sufficiente che il settore pubblico reindirizzi la produzione verso impieghi maggiormente sostenibili da un punto di vista sociale ed ecologico, affinché l’occupazione possa traslare verso un nuovo paradigma e le persone avere dunque un lavoro diverso così come, storicamente, è sempre avvenuto fino ai giorni nostri.
Pertanto, dovrebbe essere sufficientemente chiaro che è il settore pubblico al comando e che gli Stati possono e devono guidare il progresso socioeconomico dei propri Paesi se vogliono realizzare pieno impiego e welfare integrale.
Non importa se il settore privato è costretto a licenziare a seguito dell’introduzione di una maggiore automazione d’impresa. Tale processo è del tutto ininfluente ai fini della prosperità del cittadino-lavoratore, a patto che il settore pubblico eserciti la facoltà d’impiegare propriamente quei cittadini-lavoratori licenziati dal settore privato o che quest’ultimo non è stato in grado di occupare. Il settore pubblico dovrebbe approvvigionarsi della forza lavoro non impiegata dal settore privato in modo da favorire e valorizzare l’impiego in àmbiti quali istruzione, ricerca scientifica, assistenza sanitaria, cura degli anziani, tutela dell’ecosistema in quanto si tratta d’intere aree di lavoro di particolare interesse per la collettività e che non riscuotono la necessaria attenzione delle imprese poiché queste ultime non ne traggono plusvalore sotto forma di sufficiente profitto. Così, questi cittadini-lavoratori saranno semplicemente in transizione verso nuovi posti di lavoro ad alto contenuto socioecologico. Si creerà pertanto un circolo virtuoso tale per cui ci saranno più posti di lavoro che persone disponibili a svolgere quegli impieghi e il mondo del lavoro verrebbe ridefinito di conseguenza. Si tratta di una tra le funzioni fondamentali che lo Stato dovrebbe svolgere, tenuto altresì conto che essa è anche una delle norme di diritto pubblico codificate nella Costituzione Italiana come principio d’azione della nostra Repubblica.Guarda su youtube.com
Fonte: https://comedonchisciotte.org/la-disoccupazione-tecnologica-e-una-scelta/
28/12/2020, 13:53
30/12/2020, 14:08
30/12/2020, 15:03
MaxpoweR ha scritto:Ci siamo...Guarda su youtube.com
se questo è il livello direi che siamo prossimi alla commercializzazione di massa e Hunday, che ha acquistato boston Dynamics direi che abbia tutte le infrastrutture per farlo.