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Grigio
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eddai ! abito a 60 metri dalla spiaggia! [:D]
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MessaggioInviato: 20/07/2010, 00:13 
Da Lockerbie alla marea nera
Il filo di troppi misteri.
di Antonio Ferrari


Il video è tratto dal Corriere on-line...
non riesco a postarlo come quelli del tubo per cui ho messo il link...


http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a ... itrate=300


Ultima modifica di The Guardian il 20/07/2010, 00:13, modificato 1 volta in totale.


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"...e il mio maestro m'insegnò com'è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire"
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MessaggioInviato: 20/07/2010, 17:04 
Queste persone andrebbero rinchiuse in un pozzo buio.




IL LEGAME TRA BP, GEO-INGEGNERIA E INGEGNERIA GENETICA

lug 20th, 2010

DI JIM THOMAS (The Ecologist)

Fonte:
http://www.altrainformazione.it/wp/2010 ... -genetica/

La BP non si fermerà alla pericolosa trivellazione in alto mare: la compagnia è incline a progetti ancora più rischiosi, inclusa la manipolazione genetica e la distruzione dell’atmosfera terrestre…
I silenzi a volte vanno notati. Dov’è finito Steve Koonin, sottosegretario per la scienza al Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti, dopo il disastro del Golfo?

Koonin era intimamente familiare con le tecnologie che hanno fallito in modo tanto spettacolare nel caso della piattaforma della Deepwater Horizon a causa del suo precedente incarico come capo scienziato alla BP. Mentre il suo attuale datore di lavoro, Barack Obama, sta cercando di capire “chi prendere a calci nel culo” per la perdita di petrolio, potrebbe trovare istruttivo fare un salto indietro nel 2005 alla presentazione di Koonin al MIT – Massachusetts Insitute of Technology, in cui vediamo il petroliere Koonin vantarsi delle prodezze tecnologiche della sua azienda nell’esplorazione del petrolio e della sua produzione nelle profonde acque del Golfo.

In particolare, affermava che 50 milinioni di dollari USA per fare un buco nel fondale del Golfo avrebbero fruttato un milione di barili al giorno, descrivendo le sfide tecniche costituite dalla profondità e dalla pressione. Una piccola nota in fondo alle sue slides indicava: “l’ambiente marino crea delle sfide d’integrità” – linguaggio ingegneristico per “probabili incidenti”.

Note Incognite
Un senior management della BP come Koonin sapeva che ci si stava spingendo oltre i limiti della sicurezza ambientale nell’utilizzare queste tecnologie di trivellazione in mare ultra-profonda? Certo che lo sapevano. Ma come chiarito nella presentazione di Koonin al MIT, estendere i confini tecnologici fino alle aree rischiose è l’atteggiamento della BP nell’era del picco del petrolio. Il tanto lodato ruolo di Koonin alla BP era precisamente di applicare una scienza all’avanguardia al problema del calo delle riserve di petrolio e della crescente crisi climatica. Koonin guidava un team di ricercatori che avrebbero tenuto conto del modo più economico per estrarre il petrolio difficile da ottenere (ad esempio le sabbie di catrame, la trivellazione in alto mare).
In modo ancora più significativo, Koonin ha avuto un ruolo centrale nell’investire milioni di dollari della BP nel nuovo campo dell’estrema ingegneria genetica, conosciuto come biologia sintetica, dove gli imprenditori costruiscono da zero il DNA di microbi completamente nuovi in modo da convertire le piantagioni di zucchero, i campi di grano e le foreste in biocombustibili per rifornire la macchina dell’economia.
È stato quando Koonin era in carica alla BP che il gigante del petrolio ha investito una somma riservata alla Synthetic Genomics Inc. di Craig Venter per sviluppare microbi che potessero essere iniettati nei giacimenti di carbone e nelle sabbie di catrame per il rilascio di metano. Un tale batterio metanogeno esiste in natura in alcune parti della crosta terrestre, ma le implicazioni ecologiche di un inziezione artificiale di un super potente germe metanogenico ed il potenziale rilascio accidentale di forti gas serra nll’atmosfera non sono state ancora studiate. Ovviamente la BP replicherebbe che le loro tecnologie sperimentali non causeranno dispersioni, proprio come non era previsto che centinaia di migliaia di barili di petrolio sgorgassero dal fondale marino.

Organismi sintetici
Poco più di un mese fa, Venter ha annunciato la “nascita” di Synthia, il primo organismo artificiale in grado di auto-riprodursi, stimolando così un ulteriore investimento in questo campo controverso ed attraendo molti appelli ad una maggiore regolamentazione e sorveglianza di queste nuove tecnologie. Se abbiamo imparato qualcosa da disastro della BP-Halliburton-Transocean è questa: non fidarsi di chi trae beneficio dall’uso della tecnologia con la sua sicurezza.
E poi c’è la geo-ingegneria – il più grande gioco d’azzardo tecnologico di tutti – che Koonin e la BP considerano come un fattibile piano di riserva. La geo-ingegneria fa riferimento a schemi su larga scala apparentemente inconsueti per ri-organizzare i sistemi atmosferici ed oceanici in modo da contrastare il surriscaldamento globale. Come per i massicci, improbabili coperchi in calcestruzzo, le opzioni nucleari ed i piani per i sigilli che vengono applicati sulla cima del pozzo della Deepwater Horizon, tali schemi possiedono un certo sentimento fantascentifico adolescenziale – scaricando ferro nell’oceano per incrementare la produzione di plankton che divorerebbe l’anidride carbonica o sbiancando le nuvole per riflettere la luce del solare nello spazio.

Un piano B per il mondo
Nel 2008 David Eyton, vice presidente alla BP per la tecnologia e le scienze, ha anunnciato che la geo-ingegenria era di certo una nuova area di ricerca per la compagnia. “Non possiamo ignorare la portata della sfida”, scrisse, “e dobbiamo tutti avere un piano B se il mondo non sarà capace di stabilizzare le concentrazioni di gas serra e se il peggio delle previsioni sui cambiamenti climatici si realizzeranno”.
L’opzione preferita dalla BP è la proposta di lanciare delle particelle di zolfo nella parte più alta dell’atmosfera per imitare l’effetto di una fumata vulcanica. Infatti, nel caso di una vasta eruzione vulcanica (come quall del Pinatubo nel 1991) tali particelle riflettono la luce del sole nello spazio e riducono in modo significativo la temperatura terrestre. Lo scorso anno Steve Koonin ha radunato una confraternita di un dozzina di scienziati per una settimana per osservare in dettaglio l’agenda della ricerca tecnica sull’ingegneria climatica ad onde corte, attraverso l’uso degli aerosol stratosferici.
Tale studio è stato il primo ad essere sponsorizzato dalla NOVIM, un’organizzazione che proclama di “fornire delle soluzioni scientifiche sicure ai problemi più urgenti… senza patrocinio legale e senza ordine del giorno”. Il rapporto traccia un programma di ricerca di dieci anni che inizia con i computer nel laboratorio, e poi passa ad esperimenti sul campo fino alla “applicazione monitorata”. Lo scopo specifico del rapporto è di escogiatare un’agenda di ricerca che “ridurrà i rischi e le incertezze”.

Di certo, quando si parla dei sistemi complessi, fragili e già alquanto squilibrati della Terra, tutto ciò che costituisce un rischio accettabile dovrebbe essere una questione politica, e non mramente tecnica. È improbabile che petrolieri ed pescatori risponderebbero nello stesso modo. I governi ed i popoli dei due diversi emisferi è probabile che non siano d’accordo fra loro. Persino tra uomini e donne c’è una differenza nell’attitudine al rischio.

Proprio come l’industria del petrolio è impaziente di continuare a sfruttare le fonti dell’oro nero difficili da raggiungere, una crescente lobby eloquente e ben organizzata di geo-ingegneri è asniosa di continuare a testare una varietà di schemi per intervenire sul clima. Sottolinearli entrambi costituisce una velata insolenza alla quale il disastro del Golfo dovrebbe averci reso coscienti. Sia il petrolio che la geo-ingegneria hanno forti legami con Washington, a volte anche nelle stesse persone. Ovviamente, una gran quantità di petrolio sarebbe certo di giovamento se l’atmosfera potesse essere architettata in modo tale da resistere ad alte concentrazioni di gas serra.

Un numero crescente di cittadini sta facendo appello all’arresto di tali esperimenti sul pianeta (vedi http://www.handsoffmotherearth.org) e l’espandersi della spessa fanghiglia nera nel Golfo dovrebbe ricordare a tutti noi di ascoltarli. È troppo tardi per prevenire questo disastro; non lo è per prevenirne altri.

Jim Thomas è manager del programma di ricerca presso il Gruppo ETC – Action Group on Erosion, Technology and Concentration.

Titolo originale: "The link between BP, geoengineering and GM "
Fonte: http://www.theecologist.org
Link
Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO



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MessaggioInviato: 20/07/2010, 22:58 
Cita:
dark side ha scritto:

eddai ! abito a 60 metri dalla spiaggia! [:D]
m'inquieto..... mi turbo, mi adombro [;)]


........eventualmente passo io a salvarti con il mio 5 metri...... [8)]

tornando in tema:

Golfo del Messico. Operazione «Poneys and Balloons»
Ovvero operazione "Dissimulare ad ogni costo".




fonte e traduzione: http://tuttouno.blogspot.com/2010/07/go ... s-and.html


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MessaggioInviato: 21/07/2010, 21:44 
Golfo del Messico: allarme mutamenti climatici, l'acqua analizzata
esplode

By Edoardo Capuano - Posted on 19 luglio 2010
http://www.ecplanet.com/node/1589

Mentre l'ISAC (Institute of Atmospheric Sciences and Climate), che fa parte del prestigioso Consiglio Nazionale delle Ricerche, lancia l'allarme per il rischio di un mutamento climatico globale a causa della fuoriuscita del petrolio nel Golfo del Messico (leggi qui il pdf http://www.ecplanet.com/sites/ecplanet. ... ll-CNR.pdf), il canale televisivo statunitense 'News 5' ha svolto un'inchiesta sullo stato di contaminazione dei litorali in prossimità del Golfo del Messico. I promotori di questa indagine hanno raccolti campioni dalle spiagge del litorale in aree frequentate da bagnanti, dove i bambini giocano con la sabbia e nuotano.

I risultati sono stati assolutamente terrificanti. Il giornale telematico 'Intel Hub' ha documentato una nuova catastrofica situazione che è solo un'altra sorprendente rivelazione di una lunga serie di orrori scoperti nel Golfo del Messico. Quella della British Petroleum è stata, a dir poco, una negligenza di matrice criminale; una negligenza addirittura premeditata; uno stupro chimico. La maggior parte delle persone che hanno lavorato per la BP con lo scopo di contenere la fuoriuscita del petrolio erano totalmente ignare che, in realtà, i loro dirigenti hanno fatto tutto il contrario: non hanno certo attuato alcuna misura che preservasse la vita dei lavoratori coinvolti.

Il livello di tossicità tollerato è di 5 parti per milione. Dai test si evincono i seguenti dati: la spiaggia di 'Orange beach' contiene 25 parti per milione; La sabbia intorno alla spiaggia di 'Gulf Shores beach' contiene ben 211 parti per milione. È importante precisare che queste spiagge sono state lasciate aperte al pubblico da certi funzionari in quanto dichiarate “sicure” per la balneabilità. In prossimità della spiaggia di 'Orange beach', nell'area in cui molti bambini sono stati visti giocare con la sabbia in riva al mare, i test hanno dato dei risultati allarmanti, ovvero 221 parti per milione.

È concepibile che funzionari dell'EPA ed altri funzionari locali dicano alla gente che questi litorali sono puliti e sicuri quando in realtà sono altamente tossici?

Come se non bastasse, campioni di acqua marina proveniente da Dolphin Island nel momento in cui sono stati mescolato con un solvente organico per separare l'olio e l'acqua sono esplosi. Alla fine di questo filmato si può vedere l'evento delle esplosioni.



L’ovvia ragione per la quale le provette contenenti l'acqua sono esplose è la presenza di gas metano. È risaputo che il metano è altamente infiammabile e può esplodere al contatto con l’aria. L’altra probabile causa è l'agente 'Corexit9500', che ha continuato a essere apertamente spruzzato attraverso operazioni aeree nonché direttamente alla fonte.

Questo articolo dovrebbe fungere da monito per far riflettere tutti coloro che credono ancora che questo disastro non li riguardi.

Fonte: theintelhub.com / Traduzione e adattamento linguistico a cura di: Edoardo Capuano



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MessaggioInviato: 22/07/2010, 05:08 
Usa di Pietro Salvato
BP “ritocca” con Photoshop le foto sul disastro del Golfo
pubblicato il 21 luglio 2010 alle 11:50 dallo stesso autore - torna alla home Un blogger americano prova che la società petrolifera ha “taroccato” maldestramente una foto del suo “Centro crisi” di Huston. Volevano infondere sicurezza, si sono invece dimostrati dei dilettanti del fotoritocco

Da quando è cominciata la “crisi nel Golfo” del Messico, a seguito dell’incidente avvenuto sulla piattaforma petrolifera della British Petroleum, ed il conseguente disastro ambientale dovuto alle svariate tonnellate di petrolio che si sono riversate in questo lungo periodo di tempo nel mare, proprio davanti alla costa sud-orientale degli Stati Uniti, la multinazionale inglese ha cercato di infondere nell’opinione pubblica, sostanzialmente, due messaggi. Il primo, teso a tranquillizzare, con l’annuncio di sempre nuove soluzione tecnologiche a disposizione per cercare di risolvere il problema, nonostante una sfilza di incredibili fallimenti si siano rapidamente susseguiti. Il secondo, invece, più legato alla comunicazione e alle relazioni con l’esterno, volto a dimostrare che la società britannica, il suo management ed i suoi tecnici stessero lavorando davvero sodo per trovare una soluzione definitiva. Famose sono diventate le foto del “Centro crisi” di Houston rilasciate della stessa BP, con lo scopo di dare l’impressione di quanto fosse serio ed importante l’impegno profuso e le capacità tecnologiche – degne di quelle del Pentagono o della Nasa – attivate per affrontare responsabilmente la devastante fuoriuscita di combustibile.

QUELLE FOTO SONO STATE TAROCCATE - Una sincera strategia comunicativa o, invece, una conscia disinformazione tesa a minimizzare i pericoli ed attenuare le pressioni del governo americano e della stessa opinione pubblica? Il dubbio è venuto ad un blogger americano, John Aravosis di Americablog che ha scoperto qualche prova molto convincente circa la “manipolazione” delle foto fornite dal “Centro crisi” della BP. “Una manipolazione digitale fatta – sostiene Aravosis – col noto software di editing fotografico, Photoshop”. Aravosis ha zoomato su sette diverse sezioni della foto originale fornita dalla BP, ed in ognuna di questa è stata riscontata una palese manipolazione. (Qui le trovate tutte e sette). Insomma, la foto è stata “ritoccata”, un po’ come si fa con i fianchi o il seno di certe modelle ed attrici non troppo procaci. Nell’immagine accanto, l’operatore e le immagini sullo schermo sono state in modo pacchiano “incollate”. Un fotomontaggio, quindi nemmeno tanto ben riuscito. Aravosis scrive: “Un lettore più attento del mio blog notò che le “meta-informazioni” (le informazioni contenute nelle immagini, leggibili con appositi programmi, oppure con un editor di testi) della foto riportavano come data di creazione l’anno 2001 e non il 16 luglio 2010 come ha affermato sul suo stesso sito la BP”. Insomma, secondo il blogger americano, BP ha preso una foto dal 2001, l’ha manipolata per farla sembrare il suo “Centro di comando” – nel luglio del 2010 – e ci ha incollato sopra le immagini della perdita del petrolio (lo schermo sullo sfondo). Le foto, guarda caso, sono state poi rimosse dal sito web della British Petroleum.

SE N’È ACCORTO PURE IL WP - Steven Mufson reporter dell’autorevole quotidiano della capitale Usa, ha ripreso la storia proprio da quel punto. “Scott Dean – scrive Mufson – un portavoce di BP, ha detto che non c’era nulla di “sinistro” in quelle foto. La modifica era dovuta ad un’alterazione dell’originale (per BP del luglio 2010). Un fotografo che lavora per la società ha inserito le tre immagini nei punti in cui gli schermi video erano vuoti. Normalmente usiamo Photoshop solo per le finalità tipiche della correzione del colore e del ritaglio. In questo caso sono state copiate e incollate tre immagini nella foto originale sui tre schermi che non erano in quel momento accesi”. Un po’come in quel vecchio spot pubblicitario di un noto televisore: “Potevamo stupirvi con effetti speciali”… Ricordate? Secondo Aravosis, tuttavia, “un fotografo professionista non farebbe mai errori così maldestri. E poi nell’immagine sono state incollate pure delle persone” (gli operatori). Il blogger, a questo punto, ci scherza sopra. “Se si manipola un’immagine del proprio Centro crisi, si può tranquillamente manipolare tutta la stessa crisi”. Già, magari con una foto in cui si dimostra che il petrolio non esce più dal fondale, oppure con un’altra dove si mostrano dei delfini, delle balene azzurre o delle tartarughe marine nuotare, tutti insieme, allegramente nella marea nera! Con Photoshop tutto è possibile, persino far ricrescere i capelli a Berlusconi, come ben sappiamo. Di certo, anche questo “particolare” ha dato un altro duro colpo alla credibilità di BP. Quando si dice che l’immagine è tutto.



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http://www.corriere.it/esteri/10_luglio ... aabe.shtml



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ragazzi sapete che ho fatto? ... ho appena scritto una mail alla direttrice dell' ISAC : Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima ( http://www.isac.cnr.it/ ) chiedendole esplicitamente se e in quale misura questo disastro ambientale può modificare l'andamento e la composizione della corrente del golfo, e di conseguenza se e in che misura può avere ripercussioni sul clima mondiale.


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MessaggioInviato: 22/07/2010, 13:37 
Cita:
Sirius ha scritto:

ragazzi sapete che ho fatto? ... ho appena scritto una mail alla direttrice dell' ISAC : Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima ( http://www.isac.cnr.it/ ) chiedendole esplicitamente se e in quale misura questo disastro ambientale può modificare l'andamento e la composizione della corrente del golfo, e di conseguenza se e in che misura può avere ripercussioni sul clima mondiale.


Bel colpo.



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MessaggioInviato: 22/07/2010, 13:42 
Cita:
eSQueL ha scritto:

Cita:
Sirius ha scritto:

ragazzi sapete che ho fatto? ... ho appena scritto una mail alla direttrice dell' ISAC : Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima ( http://www.isac.cnr.it/ ) chiedendole esplicitamente se e in quale misura questo disastro ambientale può modificare l'andamento e la composizione della corrente del golfo, e di conseguenza se e in che misura può avere ripercussioni sul clima mondiale.


Bel colpo.


grazie, ma bisogna vedere se e quando mai mi risponderà. Ovviamente in quel caso siete i primi a cui lo farò sapere


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MessaggioInviato: 22/07/2010, 17:40 
Cita:
Sirius ha scritto:

bisogna vedere se e quando mai mi risponderà.
Ovviamente in quel caso siete i primi a cui lo farò sapere



Grazie Sirius...... io voglio essere ottimista e voglio sperare (per una volta) in una possibile risposta. Staremo a vedere...... [:1]



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e intanto questi continuano a ritoccare le immagini...[V]

http://www.ansa.it/web/notizie/photosto ... 93194.html


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Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
Sirius ha scritto:

bisogna vedere se e quando mai mi risponderà.
Ovviamente in quel caso siete i primi a cui lo farò sapere



Grazie Sirius...... io voglio essere ottimista e voglio sperare (per una volta) in una possibile risposta. Staremo a vedere...... [:1]


prego TTE è un piacere contribuire nel mio piccolo al forum! mi ha proprio appassionato


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MessaggioInviato: 22/07/2010, 22:10 
Cita:
Mig11 ha scritto:

e intanto questi continuano a ritoccare le immagini... [V]

http://www.ansa.it/web/notizie/photosto ... 93194.html


Incredibile......
Ma ci rendiamo conto di cosa stanno facendo questi qui? [xx(]



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Arriva "Bonnie", stop ai lavori della Bp nel Golfo

Ci sono timori che la tempesta possa colpire l'area
dove si cerca di arginare la marea nera


23 luglio, 09:44

Immagine

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 91365.html

MIAMI - La Bp ha annunciato oggi la sospensione temporanea delle attività sul pozzo Macondo, all'origine della marea nera nel Golfo del Messico, a causa dell'arrivo previsto della tempesta tropicale Bonnie.

Con l'accordo delle autorita' Usa, ''le attivita' sul pozzo saranno sospese temporaneamente a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli provocate dalla tempesta tropicale Bonnie nel Golfo del Messico'', ha fatto sapere la Bp in un comunicato. Il pozzo sottomarino, che e' stato ''tappato'' sette giorni fa, ''per il momento restera' chiuso'', ha detto la Bp, assicurando che continuera' a monitorarlo finche' le condizioni meteo lo consentiranno. ''La durata del fermo delle attivita' dipendera' dal tempo'', ha aggiunto l'azienda. Il personale impegnato per cercare di contenere il petrolio che fuoriesce dall'impianto di trivellazione della Bp e' stato evacuato.

La temuta tempesta tropicale, che ora potrebbe colpire la zona del Golfo del Messico dove appunto la Bp sta tentando da mesi di tamponare la fuoriuscita di petrolio dal suo pozzo sottomarino danneggiato, si è formata nei pressi delle isole Bahamas.

Il Centro nazionale uragani con sede a Miami riferendosi alla seconda tempesta individuata quest'anno nell'Atlantico annuncia al momento sta procedendo a 65 chilometri l'ora. Modelli matematici prevedono che la tempesta lambisca il sud della Florida e poi turbini verso nord-ovest lungo il centro del Golfo del Messico, vicino a dove la British Petroleum sta ripulendo la gigantesca perdita di greggio. In seguito Bonnie dovrebbe colpire le coste della Louisiana o del Texas.



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